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Autore: orsottopotta    11/01/2014    1 recensioni
ATTENZIONE: Vorrei dire che la prima parte di questa storia NON è mia ma l'ho trovata in rete, a mio avviso merita tantissimo e leggendola mi sono anche commossa. Grazie della comprensione. La parte due, invece, è tutta scritta da me.
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Slenderman appare come un uomo alto e pallido, completamente privo di tratti somatici nel volto. Indossa una giacca nera con una cravatta e può far fuoriuscire tentacoli dalle sue spalle.
''L'apparenza inganna.''
...E se Slenderman non fosse realmente un mostro come tutti lo descrivono? Cosa ne sappiamo noi? Ha una storia, forse aveva una famiglia. Com'è diventato quello che è ora?
''Mai giudicare un libro dalla copertina.''
--- --- --- tratto dai capitoli --- --- ---
«Avevi paura che potessi aver freddo?»
Nel suo silenzio, sembrò che l'uomo smilzo avesse voluto risponderle. Katy gli sorrise.
«Dicono così tante cose su di te; che sei cattivo, che uccidi i bambini. Ma credo che la gente non conosca la verità per dire simili cose...»
Come Katy potesse affermare queste cose con tanta sicurezza non lo sapeva, ma Slender Man non gli sembrava cattivo, in quel momento meno che mai...
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nice to meet ya!
xx
Genere: Angst, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Slender man
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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✝ i m e l e s s.

part 1 - chapter 02;



«Signora, stia tranquilla. Le dispiace raccontarmi ancora una volta com'è andata?»
«Gliel'ho già detto... Noi eravamo dentro con mia madre, e avevamo mandato Katy a giocare all'altalena... E poi... Non lo so, poi è scomparsa nel nulla...»
«E non ha notato niente di strano? Magari qualcuno nei paraggi...»
«No... No, nessuno...»

 

Le sirene della polizia illuminavano di blu le mura immacolate della casa in mezzo al bosco. Avendo notato l'assenza della figlia, i genitori di Katy l'avevano cercata per una giornata intera senza risultato, così avevano chiamato le forze dell'ordine. Adesso sedevano nel salotto di casa, sul tavolino un servizio da te inutile, e i due genitori abbracciati e disperati sul divano. Davanti a loro un agente sui quaranta, vestito impeccabilmente. Il suo nome, a quanto aveva mostrato dal cartellino, era James Roosvelt e si era presentato come colui che stava indagando sulla scomparsa di tutti quei bambini. Purtroppo sembrava che niente fosse destinato comunque a risolversi, visto che per un'intera giornata avevano setacciato il bosco a vuoto, e l'agente davanti a Madison continuava a porle sempre le stesse domande, come se da quelle potesse scaturire una risposta.
«L'ha presa lui...»
Tutti i presenti rivolsero lo sguardo all'anziana donna che stava seduta in disparte a fissare il bosco con aria assente. 
«Come, prego?»
«Slender Man ha preso Katy.»
L'agente inclinò la testa di lato, arricciando le labbra perplesso. «Slender Man?»
«Ah, non le dia retta, agente! E' solo una sciocca leggenda che mia madre si ostina a raccontare...»
«Credi che sia una leggenda anche ora che ha preso tua figlia?»
«Mamma, ti ho detto di smetterla con questa storia!»
«Signore, vi prego calmatevi! Volete spiegarmi chi è questo tizio?»
L'anziana puntò lo sguardo vitreo sull'agente, poi tornò a guardare il bosco dalla finestra.



Fuori continuava a piovere a dirotto sebbene le nuvole lasciassero intravedere qualche macchia azzurra. Il bosco era immobile e silenzioso, sembrava che anch'esso volesse ascoltare il rumore delle gocce che battevano ferocemente sui loro rami e scevendevano giù lungo i loro tronchi.
Katy osservava tutto questo dalla finestra dell'edificio abbandonato. Dietro di lei, Slender Man la osservava senza fiatare. La bambina si girò piano e si mise a sedere per terra, raccolse la copertina e l'avvolse sulle sue spalle. 

«Questa me l'hai data tu, vero?»
L'uomo smilzo non parlò. Stava fermo, immobile come una statua. Katy sospirò impercettibile e si sistemò meglio la coperta in modo che coprisse tutto il corpo. Seguì qualche minuto di silenzio, poi la bambina, tenendo lo sguardo basso, sussurò: «Grazie...»
Fu impercettibile, impossibile da notare, ma Katy se n'era accorta. Slender Man, a quel grazie, aveva sobbalzato. Forse trovava strano che un mostro come lui venisse ringraziato?nI mostri erano cattivi e dovevano essere uccisi... Non poteva esistere un mostro buono. Questo era sempre quello che si insegnava ai bambini... Slender Man le si avvicinò, si chinò davanti a lei e allungò una mano poggiandola su quella piccola e morbida della bambina. Lei lo guardò, dando un'espressione a quel viso vuoto, ma che in quel momento trasmetteva un insolito affetto. 
«Avevi paura che potessi aver freddo?»
Nel suo silenzio, sembrò che l'uomo smilzo avesse voluto risponderle. Katy gli sorrise.
«Dicono così tante cose su di te; che sei cattivo, che uccidi i bambini. Ma credo che la gente non conosca la verità per dire simili cose...»
Come Katy potesse affermare queste cose con tanta sicurezza non lo sapeva, ma Slender Man non gli sembrava cattivo, in quel momento meno che mai... Lui restò ancora un po' a osservarla, e poi alzò la faccia pallida alla finestra, la bambina seguì il suo sguardo. La pioggia si era calmata, ma qualche goccia continuava a cadere dal cielo plumbeo.
«Come mai sei finito qui?» Gli chiese ad un tratto, attirando di nuovo la sua attenzione. «Che cosa ti è successo...?»
«...»
Slender Man chinò il capo, sembrava triste... Forse quella domanda era stata troppo azzardata, tanto che Katy se ne pentì.
«Scusa... Non volevo...»
Tossicchiò imbarazzata, si era resa conto di essere stata un po' invadente. Ma ad un tratto, sentì una leggera carezza scostarle la fragetta e scendere giù per il viso come fosse una lacrima, in realtà era una delle lunghe dita di Slender Man che le sfiorava il volto paffutto. Quasi le fece il solletico e non potè trattenersi dal ridere. Slender Man sembrò rilassarsi, probabilmente non voleva vederla triste.
Solo in quel momento Katy si accorse che il rumore della pioggia era finito. Guardò fuori dalla finestra e si rallegrò, constatando che aveva smesso di piovere e qualche debole raggio di luce penetrava tra le nuvole, illuminando la terra bagnata e le pozzanghere che si erano formate. 
Katy si alzò di scatto e corse fuori. Il cielo si era aperto un po' e un luminoso arcobaleno faceva capolino dall'entrata di quell'edificio, rendendo magico quel bosco che la notte prima l'aveva così inquietata. Scoppiò a ridere e cominciò a girare su se stessa, felice. 
Slender Man stava sulla soglia della casa in rovina, e guardava la sua piccola ospite danzare sotto l'arcobaleno. Un nuovo brivido lo percorse. Vedeva gli occhi di lei illuminarsi dalla gioia per quell'incredibile effetto della natura. La stessa luce che brillava negli occhi di una persona... che gli era molto cara... Prima di scomparire... Anche a questa piaceva l'arcobaleno... Stomp! 
«Ahi! Ahahaha!!»
Katy era caduta per terra, stava distesa sul terreno bagnato, eppure continuava a ridere. Che ragazzina strana...
«Mi gira la testa! Ahahahah!»
Continuava a ridere spensierata. Di solito, era a lui che attribuivano l'aggettivo di pazzo, ma per quella bambina sarebbe stato altrettanto adatto. Non comprendeva il motivo di tanta gaiezza... Eppure, era una gioia che lo faceva sentire stranamente bene...
La leggenda lo voleva come il mostro che si sfoga e prova piacere nell'uccidere bambini, ma non era affatto così. Non trovava nulla di divertente nell'uccidere. In realtà c'era un altro motivo per cui era sempre presente in posti dove ci fossero tanti bambini... Totalmente diverso da quello delle storie che si raccontavano... Una malattia che, ne era consapevole, non sarebbe mai stato in grado di curare...nEppure continuava a farlo... Forse perchè era disperato... Oppure era vero... Era pazzo...?
«Slender Man...» La dolce voce di Katy richiamò ancora una volta la sua attenzione. «Visto che sei da solo... Non ti annoi mai?»
Il voltò si inclinò in un gesto di curiosità. Che voleva dire? Di certo lui non giocava a nascondino da solo.nPerò... Quella domanda lo fece riflettere... In effetti, lui in quegli anni di solitudine e patologie non aveva mai fatto nulla se non mimetizzarsi tra quegli alberi, fino a diventare quasi uno di loro, nessuna pietà, nessun sentimento, proprio come gli alberi di quel bosco.
«C'è qualcosa di bello da fare qui?» Chiese nuovamente la bambina. Se avesse voluto le avrebbe risposto di no, ma... In effetti...
Si avviò camminando a passo svelto verso il bosco. Katy, per non perderlo, si mise a sedere subito e gli corse dietro. 

«Dove stai andando?!»
Nonostante sapesse che non gli sarebbe mai arrivata una risposta, continuava a fargli domande. Era convinta, in qualche modo, che prima o poi avrebbe parlato, come la prima volta...
I rami per terra, molli e bagnati, non facilitavano il percorso, e Katy doveva scostare rami sottili, ma resistenti, al contrario di lui che riusciva a passarvi in mezzo. Dove la stava portando? 
Quando finalmente scostò l'ultimo ramo dal suo viso, gli occhi di Katy si persero in un paesaggio spettacolare. 
Un lago di acqua limpida circondava un minuscolo appezzamento di terreno, il cui unico abitante era un enorme salice piangente, circondato e custodito dall'intricata costruzione di alberi grigi e secolari.

«Wow...» Sussurrò la piccola, rapita da quello spettacolo. Non aveva mai visto una simile bellezza, sempre chiusa nella città... Invece lì fuori era così bello. E colui che le stava mostrando queste meraviglie era... Slender Man.
Un mostro.
Un assassino.
Non poteva essere tale...
Erano solo leggende, storie...
Certo, non poteva essere ancora sicura di chi fosse realmente Slender Man, ma ormai era certa che non poteva essere quello che descrivevano...
Senza farsi notare, gli rivolse uno sguardo per capire cosa stesse facendo. Osservava il panorama... Malinconico. Come poteva capire cosa stesse pensando? Eppure aveva proprio questa impressione. Guardò nuovamente a terra e scorse una  violetta in mezzo alla sterpaglia. Si chinò e la colse, strappandola delicatamente dal terreno. Poi si girò verso Slender Man e gliela tese.
«Lo so, non è tanto... Ma devo pur ringraziarti in qualche modo...»
L'uomo senza volto fissò il fiore, prendendolo dalle mani della bambina. Poi tornò a guardare lei. Ringraziarlo per cosa? Le aveva dato quella coperta, era vero, ma... che altro? L'aveva risparmiata, forse? No... Neanche questo... Il motivo gli era oscuro, intollerabile per colui che sapeva leggere più di tutti nell'animo delle persone, percependone la paura... Ma quella bambina... Katy gli parve di aver capito... Perchè non riusciva a comprenderla? La sua gentilezza, la sua gioia... Cosa avevano a che fare con lui? L'avrebbero guarito, forse? Poco probabile... Ma... In fondo... Voleva sperare... Una cosa che aveva smesso di fare ormai tanto tempo fa...

  
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