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Autore: DeliciousApplePie    11/01/2014    1 recensioni
“Se mi spiegate cosa ci trovate di così divertente magari posso ridere anche io” Sputo acida. “Mh,capelli verde acido.. quindi per rispettare i tuoi capelli fai anche tu l’acida.. Giusto?” Io alzo un sopracciglio. “Tu per rispettare i tuoi capelli color mestruo di gatto non oso chiedere cosa fai!” Mi giro tornando ai miei disegni. L’altro ride di gusto mentre quello con i capelli strani rimane imbambolato non sapendo cosa rispondere. “ Ahahahah, Mark, mi sa che ha un bel caratterino questa qui.” “Oh zitto Tom. Secondo te mi odia?” Io sto per rispondere di si quando la campanella interrompe quello strano incontro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Scott Raynor, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
Quello che non ti saresti mai aspettato. 

Ci sono quei giorni che ti sembrano grigi anche se il sole splende alto nel cielo, quei giorni in cui senti un macigno gravare sulle tue spalle, quei giorni dove tutto sembra irrilevante, e non sai nemmeno perché. Oggi per me è uno di questi giorni, e come ho già detto, non so nemmeno il perché. Mi alzo svogliatamente dal letto, è passata quasi una settimana da quel maledetto giorno dove sono crollata, dove tutta la mia sicurezza e la mia forza sono crollate davanti a quei due cazzoni di Mark Hoppus e Tom DeLonge. Bello schifo. Scendo al piano di sotto strisciando i piedi e non appena arrivo in cucina mia madre mi scruta attentamente per poi avvicinarsi e baciarmi sulla fronte. “Siamo mattiniere quest’oggi!”
Il mio sguardo si posa sull’orologio che segna le 8 e mezza. Sono le 8 e mezza di sabato mattina e io sono già in piedi. Fantastico. Dopo l’ultimo attacco mamma è ansiosa, è preoccupata, è comprensibile ciò, ma non è comprensibile il fatto che mi tiene chiusa in casa. Posso uscire solo per andare a scuola –e ovviamente mi accompagna e mi viene a riprendere manco fossi un pacco postale- A scuola riesco a passare un po’ di tempo con Alex, anche lui è preoccupato per me, ma non può raggiungere i livelli di DeLonge e Hoppus che quando mi incontrano per i corridoi fanno un esame accurato delle mie funzioni vitali, è imbarazzante.
“Buongiorno comunque.” Lei mi sorride passandomi una mano tra i capelli.
“Giorno”
Magio svogliatamente i miei cereali senza finirli per poi risalire al piano superiore e mi dirigo in bagno aprendo il rubinetto della vasca. Aspetto che si riempia e mi immergo nell’acqua calda e profumata accendendomi una sigaretta. Questo si che si chiama relax. Perdo la cognizione del tempo e decido di uscire solo quando mio fratello bussa incessantemente alla porta pregandomi in norvegese. Mi copro con una salvietta annodandola.
“Si può sapere perché ci metti tanto?”
Sbuffo aprendo la porta e superandolo. Entro in camera e un mi sento travolgere dal vento, che pur non essendo eccessivamente freddo, mi da i brividi.  Le finestra è spalancata.
“Ho aperto io per far arieggiare!” Mamma  passa leggiadra per il corridoio canticchiando qualcosa. Ho già detto che mi sa troppo di casalinga felice stile anni 60? Chiudo sia la finestra che la porta e lentamente mi vesto. Un pantalone nero, una maglia dei Ramones nera, una felpa nera e i miei anfibi neri. Non mi preoccupo di asciugare la cresta, il sole e il vento faranno il loro lavoro. Scendo furtivamente le scale, raggiungo la porta di casa e senza che nessuno se ne accorga esco. Il dolce sapore della libertà. Affretto il passo ed oltrepasso il piccolo cancelletto. Accendo una sigaretta e con una mano in tasca raggiungo un parco poco distante da casa mia. Mi poggio ad un macchina e osservo le persone passare ed il fumo intrecciarsi con l’aria. È tutto molto tranquillo finché due teste bionde fanno capolino alle mie spalle facendomi sobbalzare.
“Un giorno di questi mi farai venire un infarto DeLonge.”
Lo spilungone ridacchia per poi osservarmi bene, mi squadra da capo a piedi per poi mettermi una mano in fronte mentre il suo amico mi tasta la pancia con un dito
“Sto bene ragazzi, sto bene.”
Tom alza un sopracciglio.
“Meglio esserne certi. Comunque buongiorno Sam. È strano che tu sia in giro, tua madre oggi è stata clemente?”
Io ridacchio aspirando profondamente per poi buttare la sigaretta ormai consumata a terra.  
“Buongiorno Thomas, e buongiorno anche a te mento a culo.” Lui sobbalza sorridendomi.
“Giorno Sam”
“Comunque, no, mia madre non sa di questa mia uscita, sono sgattaiolata fuori senza destare sospetti!”
Tom alza la mano in aria.
“Alla grande sorella!” Io gliela batto ridendo. In questi ultimi giorni io e Tom ci siamo molto uniti, e da quanto mi dice Alex, gli è preso un infarto quando sono stata male quella sera al SOMA, ma secondo le mie ipotesi lui vuole sono studiarmi ed analizzarmi –sostiene persino che sono stata rapita dagli alieni- che buffo.
“Allora ragazzi, che fate da queste parti?”
“Stiamo andando da Scott, per provare!” Tom mi mostra elettrizzato la custodia della sua chitarra.
“Vuoi venire a vederci?”
Annuisco lievemente mentre lui e il suo compare mi superano. Dopo poco arriviamo a casa del mio vicino. Scott Raynor, ha la faccia da furetto. Un tipo un po’ ambiguo a cui piace il metal, strano che sia il batterista di una band pop punk, ma la cosa più strana è che io non l’abbia riconosciuto quella sera al SOMA. Saliamo al piano superiore e ci fa accomodare nella sua “camera”. È letteralmente un buco. Le pareti sono ricoperte da scatole di uova vuote per insonorizzarla. Hanno mangiato uova per settimane intere a quanto pare.
“Ebbene si. Questo è il nostro covo. Carino no?” Io annuisco incerta. “Prego Sam, accomodati pure. Hai un posto in prima fila ad un concerto privato dei Blink! Non sei fuori di te dall’emozione?”
“Oh si Tom, troppo. Ti prego, fammi un autografo sulle tette!” Scoppio a ridere portandomi una mano sulla pancia seguita a ruota dal piccolo Raynor e da Tom che mi indica di sedermi sotto il letto a castello del proprietario della camera a cui manca il letto di sotto.
“Scott” È  Tom a parlare. O meglio, il suo stomaco, dato che non appena il furetto si gira il suo addome emette un suono non molto rassicurante.
“Va bene Tom, ho capito. Vieni con me in cucina, mamma ha appena fatto la torta di mele” Lo spilungone si massaggia lo stomaco sorridendo.
“Pancia mia fatti capanna!” Dice per poi sparire insieme all’altro. In camera rimaniamo solo io e Mark che è seduto su uno sgabello con il suo basso in mano. Lo sta accordando.
“Ehi mento a culo!” Lui mugugna qualcosa per poi rivolgere la sua attenzione alla sottoscritta.
“Smettila di chiamarmi così” rido alzandomi ed avvicinandomi.
“Eddai mento a culo non fare così.” Rotea gli occhi per poi puntarli dritti nei miei.
“Sam, lo so che sei una ninfomane ossessionata dai culi, ma non c’è bisogno di ricordarmi ogni volta che il mio mento assomiglia vagamente ad un deretano!” “Assomiglia vagamente?” Mi avvicino furtiva appoggiandogli una mano sulla faccia. “Guarda, se copro il naso e gli occhi sembra proprio il culo di mio nonno. Giuro!” Mi afferra per il polso spostando la mano e con forza mi avvicina al suo viso.
“Cosa hai detto?” Ridacchia e mette il finto broncio.
“Che il tuo mento assomiglia al culo di mio nonno, Hoppus. Ehi, mio nonno è un bell’uomo, sai?”
“Ehi piccioncini”
E’ quella patata ossigenata di Tom a parlare. Aspetta aspetta aspetta.. com’è che ci ha chiamati?
“Fanculo Tom. Ringrazia il cielo che non ho voglia di far niente oggi sennò ti avrei già castrato” Mi allontano da Mark ritornando alla mia postazione mentre Tom copre i suoi gioiellini.
“Sei un bastia”
Faccio spallucce.
“Che dici latin lover, possiamo iniziare o devi fare ancora gli occhi dolci alla punkettona?” Sgrano gli occhi e acciuffando la prima cosa che mi trovo di fianco e la lancio contro il malcapitato. Lo prendo in pieno sul naso.
“1000 punti” Esclamo atona.
“Ma no, fai pure, era solo la nostra cassetta, e ora, beh, non lo è più” Raynor sembra affranto.
“Faceva comunque schifo” Esclama Mark alzandosi.
“E certo. Se lo avessi fatto io mi avresti come minino ammazzato la sorella, la mamma, il cane, mi avresti incendiato casa e le mie riviste per poi impalarmi nudo davanti a scuola , ma dato che è Sam allora faceva schifo!”
“Tom, non ti è bastata la cassetta, vuoi anche un destro sul muso?” Dico ringhiando.
“Oooook ragazzi, direi che sia ora di iniziare a suonare”
Il furetto ha ragione, meglio lasciar perdere, con Tom è una causa persa. Un minuto di silenzio e poi in quella minuscola camera si riempie di suoni assordanti e duri. Tom non sembra un maestro della chitarra ma ci sa fare. Scott è davvero molto bravo. Mark, beh, non so come catalogare Mark. È strano. Ho sempre pronto un giudizio per qualsiasi persona io abbia mai incontrato, ma questa volta proprio non ci riesco. Ed è strano. Molto strano. La cosa più strana è che generalmente capisco fin da subito le persone, ad esempio, la prima volta che incontrai Alex già capii che tipo era, e fin da subito mi piacque, la stessa cosa per Clare –A proposito, dovrei chiamarla-. Le persone se mi sono simpatiche al primo impatto mi saranno simpatiche per sempre, ma se la simpatia che provo nei loro confronti è paragonabile a quella che prova Hitler nei confronti degli ebrei allora è solo una causa persa. E la cosa ancora più strana è che Mark all’inizio non è che mi stava proprio simpatico, lo trovavo noioso, quasi stupido, invece ora… “Saaaam”
Quel trans polacco di Tom mai una volta che si sta zitto, oh!
“Dimmi”
“Allora? Come ti siamo sembrati?”
Ah, come mi sono sembrati eh? Peccato che nell’ultimo quarto d’ora non li ho cagati di striscio e mi sono fatto un monologo interiore degno di un nobel.
“Suoni come mia nonna Tom. E mia nonna ha l’artrosi.”
“Ah ah, simpatica come sempre”
Ridacchio. Povero Tom, mai na soddisfazione. Mi alzo facendomi spazio tra fili e chitarre per poi avvicinarmi alle sue spalle e saltargli addosso.
“Eddai Tom lo sai che scherzo, sei una bomba!”
Gli lascio un bacio sulla guancia per poi liberarlo dal mio peso. 
“Una bomba sexy, mia cara”
“Si DeLonge, tutto quello che vuoi”
“Oh, scusa. Giusto. Per te la bomba sexy qui è solo…” Lo guardo con occhi di fuoco. “Va bene, ho capito, sto zitto che è meglio”
“Una cosa buona ogni tanto la fai Matthew!” è Mark a parlare. Tom mette il broncio incrociando le braccia al petto.
“Amore, ti prego, perdonami. Come farò senza il tuo per culetto da inchiappettare?”
Mh?
“Va bene mia stella. Ti perdono. Ora vieni qui e fammi tuo.”
Mento a culo senza farselo ripetere due volte salta letteralmente in braccio allo spilungone emettendo i tipici versi di un film porno.
 



Sono le nove e mezza di sera, e sono in salotto raccattando le chiavi della macchina abbandonate sul tavolino di legno scuro in mezzo alla sala.
“Mi stai coprendo la visuale"Dice mio fratello per poi cacciarsi una patatina in bocca. Sposto lo sguardo verso la tv. Sta guardando uno stupido reality.
“Faresti meglio a spegnere. Tutte queste stronzate ti bruciano il cervello”
Lui fa spallucce spostando lo sguardo dalla mia figura a quella della tv.
“Come non detto” sbotto non curante.
Prendo la mia giacca di pelle dall’appendi abiti ed esco di casa. Salgo in macchina uscendo dal vialetto e dopo neanche dieci minuti il sedile di fianco al mio è occupato da una figura alta e snella: Clare. Si passa una mano tra i capelli blu fissando fuori dal finestrino.
“Dove mi stai portando, Sam?” Le mie mani sono strette al volante e di tanto in tanto si muovono tamburellando a ritmo di musica.
“Clare, fidati di me. Ti farò divertire stasera. Sono settimane che non esci. Prima sei impegnata a scuola, poi sei malata. Ora ci penso io a te!”
“Questo mi preoccupa” Ridacchia per poi schiarirsi la voce.
“Comunque, giusto per precisare, non è che sono stata male tutta la settimana. Ieri sono uscita, ma con Luke” Il mio sguardo si sposta velocemente dalla strada ai suoi occhi che cercano comprensione. “Santo cielo McLeod, non ti è bastata la bastardata di due mesi fa? Continui ad andare dietro a quel carciofo con i dread? Io.. io non ti capisco.” Le si corruccia per poi rilassarsi nuovamente. “Lo sai che mi piace, ma ci sto lavorando, vorrei trovare qualcuno che potesse rendermidavvero felice, e poi io non sono come te. Quando una persona entra a far parte della mia vita non ne esce facilmente. Tu sei menefreghista, e non ti attacchi a chiunque, per affezionarti ti ci vuole una vita e per dimenticare una persona cinque minuti.”
Mi scappa un sorriso. Aveva ragione.
“Sto cercando di migliorare su questo fronte.” La sua espressione assume un’aria interrogativa. Era da molto che non la aggiornavo sui fatti.
“Alex mi ha fatto conoscere due ragazzi, due tipi un po’ strani. E.. credo che siamo … amici?”
La sua bocca è semi aperta. Sembra sorpresa. Come biasimarla d’altronde?
“Sam Cooper che fa amicizia con qualcuno? Santo Cielo, questa si che mi è nuova. Non credevo ci fossero altre persone oltre me e Alex che potessero piacerti.”
“Alex mi sta piacendo sempre meno. Si fa sentire sempre meno. E sembra sempre meno il mio migliore amico. Per questo motivo credo di essermi legata particolarmente ad uno di questi due ragazzi, come amico intendo. L’altro, non so.”
Lei sbuffa
“Sam, tutti sappiamo che tu non sai mai niente. Scusa il gioco di parole, ma è la verità. Ogni volta che qualcosa di nuovo si intromette nella tua vita tu ti senti disorientata, e non sia mai niente.”
Colpita e affondata.
“Allora, stasera mi porti a conosce questi due tipi?” Annuisco.
Oggi, da Scott, mi era sfuggita l’intenzione di uscire con Clare stasera e Tom si era subito fatto avanti per organizzare qualcosa, quindi ora mi trovo in macchina con la mia migliore amica guidando verso il Sombrero. Arrivo nel parcheggio e dopo aver sistemato la macchina mi do un ultima occhiata nello specchietto e scendo sistemandomi la mini di pelle nera. Da lontano scorgo delle figure famigliari che sembrano non aver notato il nostro arrivo. Lo spilungone si dimena gesticolando animatamente parlando ad una ragazza bionda che sembra molto divertita. Anche Mark e Scott parlano, ma molto più pacatamente. Di fianco a quel’ultimo ci sono due ragazzi mai visti prima. Mi avvicino noncurante del fatto che Clare forre rimasta indietro e sfodero uno dei miei sorrisi migliori e Mark si accorge della mia presenta abbozzando un sorriso imbarazzato.
“Sam!” Si avvicina squadrandomi come sempre.
“Prima che tu possa chiederlo sto bene! Niente attacchi, niente ansia, niente di niente.” Lui ridacchia.
“Va bene, ci credo.”
“Lillian!”
Da quando Tom aveva scoperto il mio secondo nome lo utilizzava quasi sempre. Distolgo lo sguardo e mi butto a capofitto verso Tom battendogli il pugno e subito dopo gli do una pacca sulla spalla. Saluto Scott con un cenno.
“Ah, questa è Anne, comunque.”
Mi dice il furetto indicando la bionda che aveva preso posto di fianco a lui. Sorrido. È una bella ragazza. Mark le si avvicina passandole una mano sulle spalle. Qualcosa dentro di me freme. Ma che diavolo succede?
“Anne è mia sorella!” Mi rilasso non appena riesco ad elaborale le parole dell’Hoppus rimanendo confusa dalla mia reazione di qualche istante fa.
“E questi due tipi sono Josh e Matty” Continua Tom sorridente.
“E la tua amica chi è?”Mi chiede ancora Mark. Sono rimasta così sorpresa da quello che è successo che non mi sono accorda della presenza di Clare alle mie spalle.
“Lei è Clare, la mia migliore amica! E Clare, loro sono Scott” Il furetto alzò la mano in segno di saluto.
“Mark , sua sorella Anne” Mark sorrise allungando la mano e lo stesso fece la sorella.
“Tom”
“Piacere!”
“E loro due” Faccio una pausa sospirando cercando di ricordare i loro nomi. “Ah si, sono Josh e Matty!”
Una volta dentro io e Clare ordiniamo due burrito sistemandoci ad un tavolo insieme agli altri. Arrivate le nostre ordinazioni e notiamo gli abbondanti piatti pieni di prelibatezze messicane di Tom, Mark e Matty, Josh si tiene sul leggero. In pochissimo tempo i vassoi sono vuoti e Tom si tasta la pancia con aria soddisfatta.
“Che ne dite di un gelato?” Propone poi.
Sgrano gli occhi. Come fa a mangiare così tanto e ad essere così magro? È assurdo. A me basta respirare per prendere cinque kili. Mi passo una mano tra la cresta floscia scuotendo il capo. Nessuno pare interessato alla sua proposta e sconsolato si rassegna aggiustandosi il cappellino arancione. “Ragazzi, sono ancora le 10 e mezza, che vogliamo fare?” È Matty a parlare. Io alzo le spalle.
“Non so. Per ora vorrei solo fumarmi una sigaretta!” Dico ridacchiando.
“Sai cosa? Ti accompagno fuori, anche io voglio fumare!”
Ci alziamo dal tavolo in contemporanea, do un ultimo sguardo a Clare, sta parlando con Anne. Si è subito ambientata. Qualche secondo prima di voltarmi intercetto lo sguardo di Mark su di me. Esco dal locale accendendomi una sigaretta. Matty si posiziona davanti a me porgendomi l’accendino. “Grazie” dico sorridente. Si sposta un ricciolo ricaduto sugli occhi verdi.
“Di niente.”
“Vieni alla Rancho?” Lui annuisce.
“Non ti ho mai notato!” Dico pensierosa cercando di ricordare il suo volto.
“Beh, non posso dire lo stesso di te. Sai, una come te” Dice indicando la mia cresta. “Non passa di certo inosservata” Faccio spallucce.
“Ehi Sam, che ne dici di andare a fare un giro?” Mark è comparso letteralmente dal nulla ponendosi tra me e il mio interlocutore.
“Mark.. non vedi che sto parlando con Matty?”
“E allora? Ti ho chiesto di fare un giro.” Sbuffo sonoramente.
“Non puoi aspettare?”
“Oh Sam, non fa nulla, va pure con lui.” Matty mi sorride dolcemente buttando la cicca a terra raggiungendo gli altri al tavolo.
“Si può sapere che ti prende Mark?” Lui non risponde affondando le mani nei pantaloni larghi ruotando gli occhi. “Allora?” Prende un bel respiro. “Credo che mi interessi la tua amica, Clare. Mi chiedevo che tu avresti potuto aiutarmi.. magari”
“No”
Il suo volto assume una strana espressione ma mai quanto la mia. Non so nemmeno perché gli abbia risposto di no, e non so nemmeno perché mi sento estremamente delusa. Mi sento come se un muro fosse comparo dal nulla e io ci fossi andata a sbattere dritta dritta col naso.
“Ci.. Cioè… v..volevo dire di si, scusami.” Abbozzo un sorriso.
“Sam, non mi dire che ora balbetti pure?”
“Ehm, no Clare. Io non balbetto!” Lei alza un sopracciglio.
“Certo, tu non balbetti mai, non piangi mai, non sta mai male.Tutte stronzate che cerchi di rifilarmi ogni giorno.”
Noto Mark osservarla attentamente soffermandosi soprattutto sul suo viso. Di nuovo quella strana sensazione freme dentro di me, ma questa volta sento il sangue ribollire. Che cazzo mi succede?
“Io torno a casa” Dico con una vocina stridula che non so nemmeno da dove sia uscita.
“Come? Ma è prestissimo?” Alzo le spalle.
“Sono stanca. Voglio tornare a casa. Se non vuoi venire puoi rimanere con loro. Ti riaccompagnerà Mark a casa. Vero, mento a culo?”
I suoi occhi si illuminano.
“Certo che posso!”
“Bene, allora io vado. Salutatemi Tom.”
“Aspetta, ti accompagno alla macchina.” Mi dice Mark mentre Clare entra nuovamente nel locale.
“Grazie Sam. Grazie. Sapevo di poter contare su di te. Sei la migliore!” Mi fermo davanti alla portiera e lo guardo sorridendo, ma più che un sorriso sembra una smorfia di ribrezzo. Credo di essere alquanto inquietante.
“Abbracciami!” Dice sovrastandomi con la sua altezza. Ricambio l’abbraccio per poi entrare in macchina e avviarmi verso casa. La radio è spenta ma le mani continuano a tamburellare nervosamente il volante. “Fanculo” Mormoro. Sono estremamente confusa. Devo pensare bene a cosa mi sta succedendo. Ma non ora. Torno a casa e dopo una doccia veloce sono già a letto. La notte porta consiglio, no?

 

Scusate per il ritardo, ma in questo periodo sono stata impegnatissima. Scusatemi di nuovo ç.ç

Ringrazio staywith_me e Layla per aver recensito lo scorso capitolo C:

  
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