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Autore: JustABitchOnAStroll    11/01/2014    2 recensioni
Eccomi qui, dopo ventordici anni, a ripostare questa storia, riscritta, con il buon proposito di aggiornarla con una certa costanza. ( scuola permettendo, chiaramente )
Ad ogni modo, questa è una fanfiction realizzata in collaborazione con Acpa021!
...
Praticamente abbiamo deciso di provare a scrivere la nostra versione ( completamente demenziale, vi avvertiamo in anticipo... I vostri occhi potrebbero avere serio bisogno di un bel bagnetto nell'acido dopo aver letto questa storia XD ) della classica trama " Un tizio/ più tizi del mondo reale vengono magicamente catapultati nell'universo di Naruto "
E abbiamo cercato di aggiungere dei dettagli originali, per non cadere nel banale...
Detto questo vi lasciamo alla lettura, che speriamo sia di vostro gradimento ^^
Enjoy!
Alice_ & Ana_
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Itachi, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Team opposite prologue
- Kako e Renchi.
Questi erano i nomi di due figure poco conosciute nelle cinque grandi nazioni ninja ma di vitale importanza, in quanto avevano il compito di tramandare e custodire la storia e il sapere dei villaggi.
Non vivevano una vita normale e venivano addestrati in apposite località, tenute nascoste al mondo, fatta eccezione che per i quattro 'Kage.
Quando uno di loro moriva era necessario passare le sue conoscienze al successore che avrebbe poi continuato a proteggere quel sapere per il resto della sua vita, a qualsiasi costo.
Kako, la figura più importante, era affiancata da Renchi, la chiave, che, come il nome suggerisce, era indispensabile a Kako per poter accedere ai suoi ricordi.
Chiaramente, al giorno d'oggi queste storie sono considerate solamente leggende dalla maggior parte della gente... Io personalmente, però, credo che abbiano un fondo di verità.... Chi lo sa? Magari tu stessa potresti essere Kako e non saperlo... -
La bambina davanti alla donna sorrise raggiante, spalancando in ammirazione i suoi grandi occhi argentati.
- Oh! - eclamò - Dici sul serio, Mizuki-chan? -
La donna sorrise e, con fatica, si alzò dal futon della piccola.
- Certo Kirai, ma adesso è ora di dormire... Domani tuo padre ti porterà a Konoha e noi non vogliamo che gli amici di tuo padre vedano la primogenita della famiglia capo del clan Suteki stanca e con le borse sotto gli occhi! - con questo la donna spense la candela che illuminava la stanza e, senza far rumore, uscì nel corridoio.

Il villaggio della Foglia non era come Kirai se lo era immaginato, non appena suo padre le aveva dato il permesso di allontanarsi, dicendole che per qualche ora sarebbe stato impegnato, era subito partita in quarta per esplorare.
Gira che ti rigira si ritrovò di fronte ad un edificio piuttosto imponente; siccome aveva catturato la sua attenzione, raccolto un po' di coraggio varcò la soglia.
I bambini che fino ad allora stavano giocando tra di loro si fecero silenziosi per un attimo, prima di ammassarsi tutti assieme attorno alla nuova arrivata.
- Chi sei? -
- Come ti chiami? -
- Perchè non parli? -
- Sei una nuova compagna? -
La miriade di domande la colse totalmente impreparata e, non essendo mai stata lasciata uscire da casa senza la sua piccola scorta personale, fece l'unica cosa che l'istinto le diceva di fare: allontanarsi in silenzio e sperare che non la seguissero; ma quelli, essendo bambini, non capivano il messaggio, continuando a farle domande senza darle un minimo di tregua, intimidendola maggiormente, finchè, sopra il brusio frenetico delle voci infantili, non ne spiccò una in particolare.
- Non dice niente perchè è stupida! -
A quelle parole la piccola folla eruppe in una fragorosa risata collettiva alle spese di Kirai che, trovatasi al centro di tutto ciò, provava senza successo a  farsi piccola piccola.
Improvvisamente tra i bambini calò il silenzio e, lentamente, in mezzo a mormorii scioccati, sorpresi e di ammirazione, un ragazzino dagli occhi neri come le ali di un corvo si fece strada verso la bambina raggomitolata a terra.
Notando l'improvviso silenzio, Kirai osò aprire gli occhi, trovandosi davanti una mano e, facendo salire lo sguardo incrociò gli occhi freddi e distaccati del suo salvatore.
- Alzati e  vieni con me - disse in tono autoritario
- V-va bene - rispose lei con voce tremante, prendendo timidamente la mano che le veniva offerta.
- Posso sapere come ti chiami? - parlò di nuovo Kirai mentre il ragazzo la portava lontano dall'accademia ninja
- ... - Dapprima lui non ripose ma poi sembrò ripensarci - Sono Itachi. Del Clan Uchiha -
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- Vai a prendere il pane, tesoro! -
- Va bene, mamma! Adesso vado! - rispose la bambina allegramente mentre si metteva una maglietta e si legava al collo il coprifronte da genin che aveva ottenuto pochi giorni prima.
Corse fino al mercato del villaggio che si teneva nella piazza principale, badando bene a non perdere il sacchetto con i soldi che le avevano dato per la spesa.
Arrivata nella piazza, si recò subito al banco del panettiere e, con un sorriso da un milione di Watt chiese per del pane.
Senza cambiare espressione l'uomo obbedì in tutta fretta e le consegnò una busta.
- Grazie! - replicò la bambina con un sorriso un po' meno luminoso, prima di andarsene.
Non fece molta strada che venne circondata da una banda di teppistelli locali.
- Ah... Se non è la nostra Haiiro... - disse uno e immediatamente la bambina smise di sorridere.
- Dimmi cosa vuoi, così posso tornarmene a casa - fece con voce fredda.
Il ragazzino ghignò e riprese a parlare - Mio padre dice che qualcuno dovrebbe eliminare i parassiti come te... Sono solo nocivi e inutili... Ma tutti i Kuragari sono così dopotutto e tu non sei un'eccezione... -
Haiiro cominciò a serrare i pugni prima di replicare con un sorriso che non raggiungeva gli occhi - Bene, Kaname... E' tutto? Posso andare? - fece per avviarsi fuori dalla piazza ma uno dei ragazzi le si parò davanti e le diede uno spintone, facendola barcollare all'indietro.
- Tu non vai da nessuna parte, Haiiro-kun, combatti come il maschio mancato che sei! - fece per afferrarla per il colletto ma lei si scansò e, spiccato un salto che le consentì di raggiungere il tetto di un edificio vicino, se ne andò con tutta la calma del mondo.
Tornata a casa, buttò la busta del pane sul tavolo con stizza e corse in camera sua, sbattendo la porta.
- Haiiro...? - arrivò la voce di sua madre da dietro la porta - Posso entrare? -
Lei non rispose e la porta di aprì dopo pochi secondi.
- Sai... - cominciò la donna sedendosi sul futon della figlia - Dicono quelle cose di noi solo perchè hanno paura... Sanno che siamo più forti di loro e cercano di difendersi nel solo modo che conoscono... -
Haiiro aprì gli occhi ancora pieni di lacrime e Yuki continuò a parlare - Hai solo cinque anni, hai tutta una vita davanti per farti rispettare! - sorrise mentre la figlia le si buttava fra le braccia, mentre una nuova idea sbocciava nella giovane mente della bambina.
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- Non ci sono cavoli Ana... Ci siamo, abilmente, oserei dire, perse -
- Pace, capita... Andiamo di là...! -
- Ok, ma se peggioriamo la situazione è colpa tua -
- Va bene... Andiamo che ho fame -
- C'è mai stato un momento in cui tu non avessi avuto voglia di ingozzarti? -
- Due minuti fa - rispose l'altra
- Ok, sto zitta, ho capito - replicò Alice mettendo le mani davanti a sè.
Camminarono per le due ore successive, finchè il sole non tramontò.
- Ci siamo perse Ali... -
L'altra si fermò - E da cosa l'hai dedotto, Sherlock Holmes?! -
- Oh be', ho formulato la mia ipotesi quando abbiamo passato quella roccia per la seconda volta e dato che non ha le gambe e non ci può aver seguito, deduco che siamo noi che ci siamo passate vicino una dozzina di volte... -
- E me lo dici solo ora?! - la guardò con sguardo killer - Ma io ti disfo! -
Ana rise - Oh! Come sei tenera quando mi vuoi uccidere! -
- Te lo do io il tenera...! - si girò di scatto verso gli alberi -... Hai sentito anche tu? - chiese senza distogliere lo sguardo dal bosco.
Fecero in tempo a sentire dei passi sul sentiero dietro di loro e poi fu il buio.
   
 
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