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Autore: SvnnyDay    13/01/2014    5 recensioni
"Youngwoon, smetti di guardare in alto quando cammini! Un giorno o l'altro cadrai in una buca!"
"Sì Umma. Scusa Umma."
[...] A volte gli era capitato di inciampare e trovarsi a fissare l'asfalto piuttosto che il cielo, così come gli era capitato di urtare qualche passante per strada, che lo offendeva e spariva così velocemente da non dargli il tempo di scusarsi. Ma non aveva mai veramente pensato che la sua abitudine potesse cambiargli la vita.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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×× Salve~ Uhm.. Per prima cosa ci tengo a precisare che questa fanfiction è una KangTeuk. Non escludo la presenza di altre coppie più avanti con i capitoli, ma insomma, il pairing principale è quello.. Sto pubblicando il primo capitolo in un momento di grande coraggio dato che solitamente sono molto timida riguardo quello che scrivo, raramente pubblico qualcosa scritto da me. Per questo voglio dire da subito che ringrazio chi leggerà, ma nel caso in cui nessuno recensisca provvederò ad eliminarla.. Proprio per via della timidezza e tutto quel discorso. Capisco a pieno se nessuno lo farà comunque~ Buona lettura!
DragonTopsThePanda ××
 

 

 

 

 

"Youngwoon, smetti di guardare in alto quando cammini! Un giorno o l'altro cadrai in una buca!"

"Sì Umma. Scusa Umma."

 

Quelle erano sempre state le risposte del piccolo sognante Youngwoon, risposte sussurrate a labbra socchiuse mentre la punta del suo naso continuava a stare rivolta verso l'alto. Mentre lui si perdeva nei colori del cielo, nelle forme delle nuvole, negli uccelli che volavano alti, sua madre lo rimproverava, ma lui non abbassava mai la testa.

 

Ogni tanto, durante la sua adolescenza, gli era passato per la mente che sua madre potesse aver ragione. Che magari, camminare guardando in alto non era la più saggia delle abitudini. Ma non poteva farci niente, il suo sguardo era sempre attirato da tutti i colori che il cielo poteva assumere, da tutte le forme delle nuvole, dagli aerei che sembravano così piccoli.. A volte gli era capitato di inciampare e trovarsi a fissare l'asfalto piuttosto che il cielo, così come gli era capitato di urtare qualche passante per strada, che lo offendeva e spariva così velocemente da non dargli il tempo di scusarsi. Ma non aveva mai veramente pensato che la sua abitudine potesse cambiargli la vita. Era solo un brutto vizio che aveva. I suoi amici non erano mai stati disturbati da quell'abitudine, il massimo che facevano era strattonarlo quando stava per finire contro un albero.. Se i suoi amici non lo rimproveravano non poteva poi essere tanto male, giusto?

 

Quel giorno, un giorno come tanti, appena uscito da lavoro, Youngwoon guardava in alto. Aveva deciso di camminare, sì. Con la macchina dal carrozziere (Aveva recentemente deciso che guidare guardando in alto era una pessima idea) e gli autobus affollati e maleodoranti, una passeggiata gli era sembrata la soluzione migliore. Sgranchirsi le gambe dopo un'intera giornata alla scrivania non poteva certo fargli male. Respirò a fondo l'aria fredda di quel pomeriggio di Novembre e guardò in alto, al cielo limpido e terso. Non c'erano uccellini quel giorno, ma piccole e paffute nuvole grigie tempestavano l'azzurro qua e là. Sembravano tante piccole pecorelle scure. Accennò un sorriso, mettendosi le mani in tasca, aprendole e chiudendole svariate volte, per scacciare il freddo dalle dita, che ormai non si sentiva più. Sentiva un leggero strato di ghiaccio scricchiolare sotto le sue scarpe, ed era infinitamente felice di non avere la macchina in quel momento. Odiava guidare quando la strada era ghiacciata. Lo spaventava. Sì, camminare e godersi quel bellissimo cielo era decisamente meglio che rischiare la vita in una di quelle lattine mortali. Lui aveva preso la patente solo perchè Seoul era infinitamente più grande del paese in cui era nato, quindi anche se poteva permettersi il lusso di camminare per il tragitto da casa a lavoro, non poteva dire lo stesso per quando doveva fare la spesa. Il supermercato era tremendamente lontano dal suo appartamento.

 

Concentrato sullo scricchiolare del ghiaccio sotto le sue scarpe, si accorse a malapena di quello che stava succedendo. Un attimo prima stava guardando le nuvole ed un secondo dopo cadeva seduto a terra, mentre tutta l'aria lasciava i suoi polmoni in fretta e furia. Un altro colpo poco lontano da lui fu segnale del fatto che lui non era stato l'unico a cadere. Per un momento, continuò a fissare in alto, stupito e spaventato dalla collisione. In città, le persone erano molto più frettolose. Lo evitavano, semplicemente, per anni non gli era più capitato di urtare qualcuno così forte da cadere. Dopo lo stupore, il suo primo istinto fu quello di arrabbiarsi.

"Guarda dove vai, razza di idiota!" Ringhiò, alzandosi e rimproverandosi numerose volte mentalmente. Insomma, era o non era stato lui il primo a non prestare attenzione alla strada? In quel momento non gli passò per la mente. Se lui non guardava dove andava, era l'altra persona a doverlo fare al posto suo.

 

"S-scusi.." Una voce flebile, maschile, attirò la sua attenzione mentre si scuoteva le maniche inumidite del suo costoso cappotto. Abbassò gli occhi a terra, dove notò con stupore che il ragazzo che aveva urtato non si era ancora alzato da terra. Per un attimo, si preoccupò e pensò di chiedergli se si fosse fatto male, ma le parole si ghiacciarono nella sua gola quando il suddetto ragazzo si mise a quattro zampe, cercando a tentoni qualcosa a terra. A pochi centimetri dal piede di Youngwoon, ecco quello che il ragazzo stava cercando. Un bastone bianco, con la punta rossa.

 

Immediatamente, Youngwoon si sentì uno schifo ed abbassò la testa, pentendosi amaramente delle sue parole. -GUARDA DOVE VAI, RAZZA DI IDIOTA. GUARDA DOVE VAI, GUARDA DOVE VAI, GUARDA DOVE VAI. COMPLIMENTI YOUNGWOON. SEI DAVVERO LO STRONZO DELL'ANNO.- Il suo senso di colpa lo schiaffeggiò una dozzina di volte prima che si decidesse a chinarsi. Il ragazzo stava ancora tastando il marciapiede in cerca del suo bastone quando Youngwoon si inginocchiò davanti a lui.

 

"Mi dispiace.." Mormorò imbarazzato e prese la mano del ragazzo, aiutandolo ad alzarsi. Era fredda e congelata. Il ragazzo non indossava occhiali come Youngwoon credeva che tutti i ciechi facessero, quindi lo fissava, probabilmente seguendo il suono della sua voce, con un sorriso gentile sulle labbra. Su quelle labbra. Youngwoon scosse la testa. No. Non era quello il momento, non era quella la persona adatta su cui fare certi pensieri. Però diamine.. Quel ragazzo era un angelo. Non era poi tanto ragazzo a dire il vero, sicuramente aveva su per giù la sua età.. Ma non cambiava molto. Il suo viso era giovane e fresco. I suoi occhi, sebbene fissi, erano profondi ed espressivi, di un bellissimo color cioccolata, caldo e confortante. I suoi capelli erano castani, ed il suo sorriso era la cosa più dolce che Youngwoon avesse mai visto in vita sua. Quel sorriso prese il suo cuore con dita roventi e lo strinse, facendogli capire all'istante di essersi innamorato. Innamorato. Di un ragazzo mai visto prima, un ragazzo cieco che aveva urtato per strada. Scosse la testa quando il sorriso del ragazzo di affievolì.

 

"Stai bene?" La sua voce.. Era come un miele, ma non poteva soffermarsi anche su quella. Probabilmente il suo silenzio era già stato abbastanza imbarazzante per entrambi. Quindi smise forzatamente di guardare quel viso e si piegò a prendere il bastone ai suoi piedi, mettendolo in mano al ragazzo, che vi si aggrappò come se quel bastone fosse il suo ultimo appiglio a quel mondo. Poi tornò a guardare nella direzione di Youngwoon, con un grosso sorriso di gratitudine sul viso.

 

"Grazie!!" La sua voce era piena di gratitudine, come se Youngwoon lo avesse appena salvato da un incendio.. E Youngwoon si sentì ancora peggio. Perchè quell'angelo lo stava ringranziando? In fondo lo aveva fatto cadere a terra. Era colpa di Youngwoon se ora i suoi jeans chiari erano macchiati, se le sue mani erano rosse e probabilmente doloranti per il freddo. Non aveva assolutamente niente per cui ringraziarlo. Youngwoon voleva dirglielo.. Ma non riusciva proprio ad aprire la bocca, non riusciva a contraddirlo, non riusciva a parlargli. In quel momento si accorse di essere letteralmente pietrificato al suo posto, mentre la sua mano toccava ancora quella dell'angelo, che inclinò la testa dopo l'ennesimo secondo di silenzio.

 

"Stai bene..? Non ti sei fatto male vero?" Youngwoon boccheggiò. Non riusciva a credere come dopo una collisione del genere, di cui Youngwoon era ovviamente il colpevole, quel ragazzo si preoccupasse per lui. Se Youngwoon fosse stato al posto di quell'angelo, avrebbe impugnato il bastone come una mazza da baseball e avrebbe menato fendenti fino a non sentirsi più le braccia.

 

"No.. Sto bene. Tu.. Tu ti sei fatto male?" La sua voce tremava. La sua dannata voce stava tremando. Tossì e si schiarì la voce, fingendo che.. Cosa? Che avesse mal di gola? Si sentiva davvero un idiota. Il ragazzo sorrise e scosse la testa.

 

"Sto bene. Grazie... Grazie di avermi aiutato." Il suo sorriso era quasi abbagliante, era quasi troppo per Youngwoon. Non era sicuro di poterlo sostenere un secondo di più, quindi abbassò gli occhi, guardando per la prima volta in anni, in basso piuttosto che in alto.

 

"Non ringraziarmi. È solo colpa mia se sei caduto, sono davvero dispiaciuto." L'angelo scosse le spalle con una risata gentile.


"Non scusarti, capita a tutti di distrarsi ogni tanto. A me capita continuamente!" Rise di nuovo e questa volta la sua risata piena di vita, di allegria, contagiò anche Youngwoon. Insieme, risero per lunghissimi e allo stesso tempo troppo brevi secondi, una risata che non aveva veri precedenti. Quello che si accese nel petto di Youngwoon era un sentimento che non aveva mai provato. Lo faceva sentire intorpidito e bollente allo stesso tempo, come se una febbre si stesse scatenando proprio nel suo petto. Poteva sentire il suo cuore che batteva più velocemente, abbastanza da rimbombargli nelle orecchie. Appena la risata si fu spenta, il sorriso non lasciò le labbra di nessuno dei due. L'angelo gli porse la mano.

 

"Sono Jungsu. Tu come ti chiami?" Youngwoon non rispose per qualche secondo. -Jungsu. Jungsu, Jungsu, Jungsu..- Scosse la testa. Doveva piantarla con quei silenzi inquietanti. Non voleva certo che quell'angelo -Jungsu- pensasse di avere a che fare con qualche tipo di maniaco.

"Io.. Io sono Youngwoon." Prese la sua mano e la strinse gentilmente, strofinandone il dorso con il pollice per un secondo, godendosi la sensazione di quella pelle liscia contro la sua. Jungsu sorrise ancora.

 

"Youngwoon." Ripeté il suo nome lentamente, facendoselo scivolare sulla lingua come la più dolce delle parole, come la più tenera delle dichiarazioni. Oppure la mente di Youngwoon gli stava semplicemente giocando dei brutti scherzi.

 

"Sei un tipo silenzioso! Ti va di prendere un caffè? Ho le mani congelate." La proposta di Jungsu lo colpì come un pugno. Il respiro gli si mozzò in gola, un sorriso smagliante gli apparve sul viso, il tutto senza che lui potesse fare qualcosa per controllare le sue reazioni.

 

"Certo!"

 

  
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