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chi imparerà a restare
Ci sono cinque valigie nell’armadio in corridoio. Due
sono di Chris, il resto le ha comprate Nick. Lui vorrebbe metterle in soffitta
perché occupano troppo spazio e dove li mettiamo i cappotti se qui ci
stanno le valigie? ma Chris le lascia sempre li. Tanto le fanno
sempre, una volta ogni tre mesi.
“La settimana prossima vado a New York, per un’intervista alla radio”.
“Ok”.
“Vieni con me”.
“Devo lavorare”.
“Te ne vai?”
“No, ti aspetto”.
E Nick fa le valigie. Ci mette dentro la biancheria e
un paio jeans, la felpa col cappuccio e il cappellino che hanno comprato uguale
in Francia. I vestiti per l’intervista in una valigia a parte
perché Kim gli dice “Nick, una piega e ti ammazzo”. Il profumo che è
sempre lo stesso e un pacco d’aspirine perché in un niente prende il
raffreddore, l’insulina e tutte le raccomandazioni stai attento, chiedi
sempre che c’è dentro, stai lontano dai dolci Nick, che ormai c’ha 21 anni
e lo sa! Nick le valigie le riempie di roba, si porta tutto appresso e vorrebbe
portarsi pure Chris, perché tutte le volte che torna ha paura di non trovarla
più. Tutte le volte il vuoto nello stomaco come durante gli atterraggi, la
stessa paura di aprire la porta e trovare le ante aperte e la sua parte di
armadio vuota. Di nuovo.
Chris una volta se n’è andata mentre Nick non c’era. Ha fatto le sue due
valigie, si è portata tutte le sue insicurezze impacchettate di fretta, le sue
fotografie, i maglioni di lana e la maggior parte dei suoi libri.
Si è portata pure la paura che la faceva rigirare nel
letto e l’amarezza venuta col Tg.
Nick Jonas e la bella
Selena, red carpet e party promozionale.
Chris se n’era andata e Nick aveva smesso di
respirare.
“Chris?” l’aveva chiamata e poi le valigie non c’erano
più e le sue cose erano sparse un po’ dappertutto.
L’aveva chiamata al cellulare e lei aveva risposto
dopo sei chiamate a vuoto.
“Dove sei?”
“Mi dispiace, Nick, mi dispiace…”
“Perché, Chris, dove sei?”. Gli manca il fiato quando
le chiede “Mi stai lasciando?”
“Ti prego Nick” la voce rotta dal pianto, le mani sul
viso e Nick che si poggia al muro e scivola fino a terra perché Chris non ha
smesso di fuggire e lui non sa che fare per farla rimanere. ‘Che a volte gli
vengono quei dubbi tremendi che forse ha ragione lei, “noi non ci
apparteniamo, siamo di due galassie diverse”. Perché Nick è un tipo
tranquillo, equilibrato, sorride poco, è vero, ma c’è sempre. E si è messo in
testa di stare insieme a Chris che invece ferma non ci sa stare, che è
disordinata, ride sempre ma non si sa mai se è felice oppure no. Chris tiene la
musica ad alto volume pure quando dorme e non risponde mai al telefono, guarda
i cartoni animati in pigiama, studia sul divano in salone anche se ha una
scrivania in una camera tutta sua e ogni tre mesi scappa.
Perché Nick è troppo bello, troppo buono, troppo
innamorato e lei in un posto solo non sa restarci. A volte soffoca perché Nick
è troppo perfetto e lei è disordinata, non sa camminare sui tacchi, mette il
rossetto rosso invece del lucidalabbra e si veste in bagno perché si vergogna.
Nick prima o poi si stancherà, pensa, e la lascerà. E
Chris dovrà andarsene. Allora se ne va prima, senza arrivare a quel punto.
Salta direttamente alla conclusione, senza passare per il mezzo. Evita le
discussioni perché Nick è bravo e alla fine una soluzione la trova sempre e la
convince a restare. E stanno insieme fino alla prossima intervista o al
prossimo non ti sopporto più.
Se scappa Nick la va sempre a prendere, come ha fatto
quella volta che lui è tornato e lei non c’era.
“Nick! Ascolta...”
“Camille, so che è qui, fammi entrare!”
Camille sospira perché lo sapeva che Nick sarebbe
arrivato, si fa da parte e lo lascia passare. Lui sbatte le porte e la cerca
nelle stanze.
“Che ci fai qui?”
“Non mi puoi lasciare cosi”.
“Tanto ci arriviamo comunque, Nick. Io non vado bene
per te. Non so restare”.
“Te lo insegno io”.
“Come?”
“Ti terrò stretta tutte le volte che vorrai scappare,
tutte le volte che vorrai fare le valigie e andare via”.
“Non posso”.
“Hai solo paura”.
“Lasciami andare”.
“Non voglio”.
“Devi”.
Nick scuote la testa e a Chris si chiude lo stomaco perché quell’espressione
ferita e delusa Nick ce l’ha solo con lei e non lo sopporta.
“Sei venuto a prendermi?”
“Si”.
“Nick, mi tieni?”
“Si”.
Chris sta cercando di imparare. Lei scappa e Nick la
rincorre, a volte fin dentro l’appartamento di Joe e Camille, al
piano di sotto, a volte fino alla porta.
Si arrabbiano e Chris urla e piange, Nick non alza mai
la voce, sta in silenzio e la guarda. E Chris vorrebbe che lui urlasse, che le
desse un motivo per sbattergli la porta in faccia, che non cercasse una
soluzione subito dopo aver posto il problema. Vorrebbe che fosse un po’ meno
paziente con lei, un po’ meno perfetto. Invece lui si siede sul divano e
sospira forte. Nick si calma e a Chris ribolle il sangue.
“Vaffanculo!”
“Dove vai?”
Niente.
“Christina!”
Nick non la lascia andare, le tiene le braccia attorno alla vita.
“Provaci e rimani. Continua a urlare, ma resta”.
Chris piange e lo spinge via, lui non la molla.
“Resta”, è una preghiera.
Lei singhiozza nella sua maglietta.
“Piangi Chris, dimmi che sono uno stronzo, ma resta.
Ho bisogno di te, resta”.
E poi lo abbraccia. No, si aggrappa alle sue
spalle grandi che forse ce la fanno a tenere anche la sua paura.
“Ti odio”.
“Lo so”.
“Ma ti amo pure”.
“Lo so, anche io”.
Nick è atterrato da quaranta minuti ma la sensazione di vuoto nello stomaco
ancora non l’ha lasciato. Mette le chiavi nella toppa e respira due volte, poi
spinge la porta e non sente niente. Nessuno che cammina scalzo sul parquet,
niente musica ad un volume improponibile e il salotto è troppo ordinato. Lascia
le valigie a terra e sta per mettersi ad urlare.
“Nick”.
L’aria torna nei polmoni e finalmente Nick sente di essere atterrato, il peso
allo stomaco non c’è più. Chris entra dalla porta finestra che da sul terrazzo
e lo guarda, sorridendo prudente.
Lui corre ad abbracciarla, la solleva e la fa girare.
“Quanto entusiasmo!” Chris ride ma sa a cosa stava
pensando e si sente in colpa.
“Mi sei mancata”.
“Anche tu. Nick, mi tieni?”
“Sono qui apposta”.