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Autore: xingchan    13/01/2014    2 recensioni
Quei ragazzi non erano come tutti gli altri.
Costretti ad affrontare minacce, tumulti interiori e pericoli d'ogni sorta, compresero quanto sia orribile il mondo.
Ma anche quanto può essere straordinario, nonostante tutto.
LingXLan Fan, con accenni ad altri pairing.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greed, Lan Fan, Ling Yao, May Chang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Capitolo uno



Era ormai sera quando Edward e Ling terminarono i loro allenamenti settimanali in compagnia del loro vecchio maestro di arti marziali Fu in una sorta di scantinato che fungeva da palestra.
 
Quest’ultimo era sempre soddisfatto degli unici allievi ai quali aveva concesso le sue conoscenze dopo anni dedicati a riparare sempre ed esclusivamente automobili.
 
Inizialmente aveva riservato l’allenamento solo a sua nipote, ma ben presto decise di prendere quei due ragazzi così pieni di grinta. Lo avevano pregato praticamente giorno e notte per farsi addestrare da lui. Aveva declinato un sacco di volte, volendo dedicarsi al lavoro, ma poi si disse che non sarebbe stato un male prenderli come allievi.
 
Avrebbe voluto che si attardassero ad allenarsi almeno mezz’ora in più quel pomeriggio ma adesso era davvero ora di tornare a casa per i due giovani, nonostante fossero appena le sette.
 
Il giorno successivo sarebbe stato il loro primo giorno di terzo anno di liceo, e loro non potevano assolutamente far tardi. E neanche sua nipote Lan Fan, alla quale doveva ancora preparare la cena. Da lì a breve sarebbe tornata dalla passeggiata con le sue amiche conosciute durante gli anni delle scuole medie. Una delle poche passeggiate che si concedeva, e le concedeva, di fare.
 
“Va bene, per oggi può bastare!” disse il vecchio Fu con una punta di orgoglio.
 
I due ragazzi ripresero la loro posizione eretta, per poi salutarlo con un accentuato inchino. Senza fiatare, si diressero in una camera adiacente adibita a spogliatoio, dove si cambiarono di abiti e riposero il loro ji nei rispettivi borsoni.
 
“Da domani riprenderà il liceo! Non vedo l'ora!” esclamò Ling, esprimendo tutta la sua gioia anche nei movimenti, tanto da fischiettare persino qualsiasi colonna sonora di qualunque film gli venisse in mente al momento.
 
“E da quando sei così entusiasta di andare a scuola, me lo spieghi?” rimbeccò Ed, infastidito da tutta quella grinta.
 
Da dove caspita la tirava fuori? Pensare alla scuola era così opprimente... Personalmente, preferiva di gran lunga barricarsi in camera sua e concentrarsi sui suoi adorati libri di chimica su cui avrebbe basato tutta la sua vita, un giorno.
 
“Non sei eccitato all'idea?” chiese Ling sconcertato.
 
“No, neanche un po’… Che vuoi che ti dica?! È seccante studiare roba che non t’interessa.”
 
“Beh, io lo sono!” rincarò emozionato Ling sorridendo. “Sento che succederanno tante cose belle!”
 
“Dì la verità: hai soltanto voglia di vedere facce nuove...” sbottò Ed sornione. “Hai bisogno di staccare la spina dai tuoi fratelli e fartela con qualcuno della tua specie.”
 
“Forse…” replicò il suo interlocutore con naturalezza. “Peccato che la tua di faccia l’avrò davanti ancora per molto!” disse poi con bonaria ironia prima di scansare un calcio diretto ai suoi stinchi.
 
Stuzzicarsi a vicenda era sempre stato il loro passatempo preferito, perché li accompagnava la consapevolezza che l’altro non si sarebbe mai offeso irrimediabilmente.
 
“A proposito: come sta quella carogna combinaguai?” chiese poi ironizzando il ragazzo biondo, sapendo bene che Ling avrebbe capito al volo di chi stava parlando.
 
“Come sempre...” sospirò Ling, memore della reazione esagerata del suo consanguineo la mattina precedente. “Anche a lui non va giù l'idea di dover ritornare a scuola. Ma credo che questo tu già lo sappia...”
 
Quell’idiota si era lamentato per tutto il giorno con lui per averglielo ricordato, finendo con il calciargli il sedere in modo tutt’altro che elegante ed urlandogli in faccia di non cercarlo per nessun motivo al mondo, nonostante Ling sapesse dove andava a rifugiarsi ogni volta che usciva con quel pessimo umore.
 
Ma pensando a lui, Ling non poté fare a meno di allargare le labbra in un sorriso pieno di affetto. Certo, era il classico ragazzo burbero, poco amichevole ed un maestro nel cacciarsi nei guai, ma solo lui e Ed sapevano quanto egli fosse una persona buona ed onesta.
 
“Forse simulerà un mal di pancia, o roba simile…”
 
“Facciamo così:” propose il giovane Elric, tentando di trovare una qualsiasi maniera di sviare anche il suo rientro a scuola “io rimarrò a casa per una terribile influenza pestilenziale, mentre tu mi coprirai a dovere,” disse enfatizzando l’ipotetica gravità della sua fantomatica condizione “come solo un caro amico sa fare!” concluse infine, giungendo le mani a guisa di preghiera facendo tanto d’occhi.
 
Ling Yao lo osservò per qualche secondo, evidentemente inorridito da quella proposta di complotto, poi chiuse gli occhi con sufficienza tornando ad occuparsi della sua borsa. “Non se ne parla, Ed… Chiedi a qualcun altro, se vuoi…”
 
“E dai, Ling! Al non sa mentire, e Winry mi ucciderebbe!” brontolò. “Non ti costa niente fare una favore al tuo amicooo!!”
 
La voce implorante di Edward non fece altro che infastidire Ling che, a dir la verità, non ci mise molto ad esplodere.
 
“ED!” s’infuriò. “Ti faccio presente soltanto un solo, singolo dettaglio: ti ho già coperto un sacco di volte nei due anni passati; così tante che ora nemmeno il professor Armstrong, quello più abbordabile in queste cose, ci crede più! E adesso chiudiamola qui, ne ho abbastanza!”
 
Pronunciò le suddette parole con tale intransigenza da farlo letteralmente tacere, ma il silenzio di Ed non durò a lungo perché riprese a piagnucolare il suo dissenso tenendogli il broncio.
 
“Stupido Ling, sempre a fare il responsabile!”
 
Per quanto fosse divertente trascorrere del tempo con Ling, Edward non poteva fare a meno di sottolineare una certa rigorosità nei suoi modi di fare. Certo, aveva un carattere molto gioviale, e quando c’era da ridere, scherzare, divertirsi e mangiare era il primo a farsi avanti, ma egli era un ragazzo come pochi, che alla sua età già dimostrava di avere la testa sulle spalle.
 
Di questo, il giovane biondo ne era segretamente invidioso. Odiava ammetterlo, ma lui era sempre così impulsivo, e bastava poco per fargli perdere la ragione. Invece Ling Yao aveva un temperamento molto calibrato e riflessivo, pronto a caricarsi volentieri di fardelli anche più grandi di lui.
 
Responsabile, anche troppo.
 
“Domani vieni con noi a scuola?” chiese poi, ripresosi dalla sua crisi di pianto.
 
“No, prendo la bici. Sempre che qualcuno non me l’abbia già sfasciata.”
 
L’amico ridacchiò per qualche breve istante prima di chiudere il borsone sportivo ed issarselo sulla spalla destra. La stanchezza gli tormentava gli arti, ma era piacevole tornare a casa con quei dolori muscolari. Lo facevano sentire forte e vigoroso.
 
Si avviarono verso le scale che portavano su, verso l’ingresso dell’appartamento dietro l’officina.
 
L’odore di olio e di carburante era così intenso che quasi sembrava fuoriuscire dalla stanza accanto. Ma, abituati com’erano, non ci fecero caso. Salirono i gradini frettolosamente in un tentativo di rito competitivo che ormai si ripeteva da anni, ridendo ciascuno della ridicolezza dell’altro nel compiere simili imprese. Non appena l’ultimo gradino fu superato, Ling si bloccò all’improvviso. La porticina sulla destra, quella che dava direttamente all’abitazione di Fu, era stranamente socchiusa. Da quel minuscolo spiffero lasciato incustodito provenne una flebile voce di ragazza che molto probabilmente stava parlando proprio con il suo maestro. Stavano entrambi sussurrando.
 
Ignorando del tutto Edward che incedeva tranquillamente sicuro di avere il suo amico affianco, il giovane Yao si accinse a spiarvi all’interno, spinto dalla curiosità.
 
Fu stava discorrendo con una ragazzina con i capelli scurissimi come i suoi, anch’essa dai tratti orientali. Appariva così piccola e carina ai suoi occhi che quasi cedette all’istinto di sottrarla dallo sguardo accigliato del suo maestro, che increspava le folte sopracciglia bianche sempre di più mentre, ad ogni secondo che passava, la giovane assumeva un’espressione sempre più contrita e triste.
 
A Ling si strinse il cuore vedendola così.
 
“Ling? Che stai facendo?”
 
Sentendosi chiamare, sussultò violentemente. Era così assorto da ciò cui stava assistendo da dimenticarsi di Edward.
“Dobbiamo andare, forza!” esclamò il maggiore degli Elric, prima di afferrarlo per la giacca e trascinarlo fuori dall’edificio. “Si può sapere che stavi guardando?”
 
“Niente…”
 
Edward non parve convinto da quella risposta sfuggente. Anzi, si era alquanto insospettito da tutto quell’interesse. Ma al momento non gli interessava estorcere informazioni sul comportamento di Ling. Da tutti quei messaggi di suo fratello Alphonse che affollavano il suo smartphone poteva dedurre soltanto una cosa: che Winry avrebbe cenato da loro con sua nonna Pinako, la compagna di bevute di suo padre, ovvero l’unico genitore rimasto loro.
 
Arrivò un ennesimo sms proprio mentre svoltavano l’angolo di casa Yao.
 
“Proprio non vogliono capire che sono già in cammino!” sbuffò Ed. “Sarà il terzo messaggio che manda, scemo d’un fratello!”
 
“Ritieniti fortunato!” rise Ling. “Mia sorella mi chiama soltanto per prepararle la cena!”
 
“Quella schizofrenica ti darà filo da torcere in eterno!” ironizzò l’altro. “E anche a me…” concluse poi, diventando di un pericoloso colore verde.
 
“Probabile!”
 
Londra era così fredda quella sera che Ling stentava a credere che fosse ancora settembre. Il grigiore del cielo aveva accompagnato i cittadini per tutta l’estate, concedendo loro solo sporadici giorni lievemente assolati. Però, per quanto le condizioni atmosferiche fosse deprimenti, Ling amava quella città tanto quanto la sua famiglia. Dopo la morte della sua mamma, la prima signora Yao, suo padre aveva deciso di uscire dalla Cina ed andare in Inghilterra, dove aveva ricevuto una proposta di lavoro molto succulenta, per modificare il tenore di vita suo e dei suoi figli.
 
Ma anche lì ebbe un decesso che gli segnò l’esistenza, quello della sua seconda moglie. Abitare in quella città caotica non aveva giovato per nulla al suo stato sentimentale.
 
E aveva cominciato a cambiare notevolmente. Aveva praticamente una storia all’anno, fatte di lunghi weekend al confine fra l’Inghilterra e la Scozia. Ling poteva ben comprendere che la solitudine lo spingesse ad avere più di una avventura, ma era sempre lui a risentirne maggiormente. I suoi fratelli apparivano indifferenti alle sue assenza prolungate, ma solo perché occupati dagli amici e dalla scuola. Sembrava soffrirne solo lui.
 
E poi, gli sarebbe tanto piaciuto visitare quei luoghi. Erano così pittoreschi in fotografia!
 
Arrivarono al punto in cui dovettero salutarsi, davanti al cancello della villetta di Ling. Questi osservò perplesso le finestre dell’edificio, debitamente chiuse ed al buio. Forse non c’era nessuno.
 
“A domani!”
 
Munito del suo mazzo di chiavi, si inoltrò nel giardino che precedeva la porta principale.
 
Mentre incedeva per entrare, notò con puro orrore dipinto in volto che la sua bicicletta gialla era stata gettata ad un angolo del giardino di casa, con la ruota anteriore rovinosamente deformata, appena dietro l’alberello di mele.
 
Affranto, si batté una mano sulla fronte. Quello scemo gli aveva rotto ancora una volta la sua bici, senza curarsi di rimediare al danno. Quella doveva essere almeno la quinta che comprava.
 
Ora non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Stavolta, lo avrebbe costretto a riacquistargliela.
 
Aprì la porta e la richiuse sbattendola, producendo un rumore tale da fracassare i timpani. Non contento, urlò “Sono a casa!” con quanto fiato avesse in gola pur di farsi sentire. Era visibilmente arrabbiato, ma adesso che sapeva che il responsabile dello scempio della bicicletta era in camera sua, poteva vederlo dalla luce elettrica accesa, l’avrebbe pagata cara.
 
Non ricevette la minima risposta e così fu costretto a dirigersi a passo di marcia verso la sua camera, su per le scale. Suo fratello era solito appisolarsi nella sua stanza con gli auricolari del suo iPod a tutto volume nelle orecchie, perciò non si stupì affatto della mancanza di una replica da parte sua.
 
Non ci pensò due volte ad aprire la porta senza bussare, incollerito com’era dall’atteggiamento poco rispettoso del congiunto.
 
“Insomma, mi vuoi risp…?!”
 
Del congiunto nessuna traccia, sebbene il suo zaino fosse a pochi centimetri di distanza dal letto. Forse l’aveva abbandonato per recarsi in bagno o in soffitta.
 
Verificò per primo il bagno. Anche se c’erano le luci spente, quel deficiente doveva essere per forza lì dentro, siccome Ling sapeva che soleva fare il bagno al buio, perché considerato più rilassante.
 
Così come aveva fatto per la sua camera, spalancò le porte facendo svegliare l’altro di soprassalto. Vedendo Ling si rasserenò un attimo, per poi prendere ad osservarlo torvo per qualche secondo buono prima di sbraitare a sua volta.
 
“CHE DIAVOLO VUOI, IDIOTA?!”
 
 
 
 
 
 
 
 
NDA
Alcuni di voi sapevano che avevo questa AU in mente già da millenni. La prima, per me! *-*
Sebbene abbia la storia già in mente (grossomodo, anche se non so quando riuscirò ad aggiornare) avviso fin da subito che non so che macello uscirà fuori, ma spero che sia di vostro gradimento e che vi faccia divertire.
Come avrete sicuramente capito, è dedicata al pairing LingXLan Fan (che novità, eh?… ^-^’), ma ci sarà anche dell’altro. Non so ancora se darò spazio anche agli altri pairing, ma di sicuro tenterò di dedicare almeno una particina a più personaggi possibili, oltre che ai diretti protagonisti della vicenda.
Un abbraccio a chiunque leggerà! :D
 

 
   
 
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