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Autore: Lunastorta7    13/01/2014    3 recensioni
***dal testo***
Continuai a guardarla, ad accarezzarla e a cercare di fissare nella mia mente ogni istante, ogni piccolo momento di quella notte. Perché ero convinto che non mi sarebbe più ricapitato. Nel sonno la mia Lils farfugliava qualcosa.
-J.. Jamie… James.- chiamava me. La strinsi più forte e promisi a me stesso e a lei che avrei fatto di tutto per vederla al sicuro e felice.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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ANGOLO DELL'AUTORE
Salve a tutti. Innanzitutto vorrei scusarmi per aver cancellato la mia precedente storia su James e Lily. L'ho fatto perchè mi era venuta un'altra idea, sugli stessi protagonisti e quest'ultima (quella che fra poco leggerete) mi è piaciuta di più rispetto alla precedente. Il problema sta nel fatto che non sarei riuscita a fare due FF sulle stesse persone. L'unica cosa che ho lasciato uguale sono i nomi delle migliori amiche di Lily, visto e considerato che ormai le avevo impersonate in quei ruoli e non riuscivo a distoglierli da tali. Mi scuso ancora. Ora vi lascio alla lettura, spero vi piaccia e che, ci tengo a dirlo, mi facciate sapere ciò che ne pensate. Non voglio anticiparvi niente, perchè sarebbe come leggere un libro dalla fine. 
-Lunastorta7
 
 
"Afferra i piccoli momenti, Harry"


Ero nel panico. Remus e Lily non si vedevano da nessuna parte, la luna piena si avvicinava e la rossa non sapeva di Lunastorta.
Presi velocemente la Mappa del Malandrino e il mantello dell’invisibilità. Però non indossai il mantello, perché prima dovevo raggiungere Codaliscia e Felpato.
Aprii la Mappa e notai che i due puntini che rappresentavano Sirius e Peter erano alla rimessa delle barche, mentre di Lunastorta e Lily, nessuna traccia. Iniziai a correre verso la rimessa, ma arrivato nel corridoio della Sala Grande incontrai Aska e Margaret alquanto preoccupate.

-Hai visto Lily e Rosemary?- mi chiesero con la voce che tremava.

-Perché, cazzo, anche Rosemary è sparita?!- tuonai io, ancora più preoccupato.

Ora erano due le ragazze in pericolo.
Loro annuirono frettolosamente. Decisi di dare un’occhiata alla Mappa, ma anche di Rosemary nessuna traccia.
E questo poteva dire solo una cosa: erano ad Hogsmeade. E significava che altre persone erano in pericolo oltre alla mia Lily e a Rosemary.
Se devo essere sincero, non me ne fregava granché degli altri in pericolo, volevo solo che il mio Giglio fosse al sicuro il prima possibile.
Me ne vergogno.
Ma era così, per me l’unica cosa che contava era salvare Lily e impedire a Remus di incolparsi di cose che non poteva controllare.
Comunque iniziai a correre di nuovo verso la rimessa, seguito a ruota dalle due ragazze.

-Alice dov’è?- chiesi con paura, aspettandomi che anche l’altra ragazza fosse con Remus. Ma loro scossero la testa.

-No, lei è con Frank, stanno studiando. Alice avrebbe voluto andare con Lily a cercare Rem e Rosie, ma Lily gliel’ha impedito, perché non voleva che si preoccupasse.- disse Aska.

Merda, quella ragazza non smette mai di essere altruista. Temevo che questo suo pregio/difetto le sarebbe costato caro.
Iniziammo a correre il più velocemente possibile e raggiungemmo Sirius e Peter. Felpato mi corse in contro e mi abbracciò. Il suo abbraccio era tremolante e incerto, segno che c’era qualcosa che non andava.  

-Credo che ormai sia troppo tardi.- mi disse, indicandomi la luna che ormai era piena. Io mi strappai malamente dal suo abbraccio.

-Sirius, aiutami! C’è Lily con lui.- dissi, sentendomi una lacrima scendere lungo la guacia. Lui fissò prima me, poi Aska.

-D’accordo, amico. Dove pensi che siano?-

-A Hogsmeade. Non compaiono sulla mappa.- dissi semplicemente.

Felpato prese per mano Aska e iniziò a correre verso la Stamberga Strillante, seguito a ruota da Peter e Margaret (anche loro si tenevano per mano.) e da me, che faticavo a vedere attraverso il sottile velo di lacrime.
Avevo paura.
Esattamente. James Potter, il ragazzo temerario, che ha paura. Paura di perdere Lily. L'unica in grado di farlo spaventare a morte. L'unica per cui avrei fatto di tutto. Anche avere Paura.

Raggiungemmo la vecchia catapecchia, sormontata dal Platano Picchiatore molto più che agitato. Velocemente Codaliscia lasciò la mano di Maggie e si trasformò nel suo Animagus. Dopo di che iniziò a correre verso una delle radici superficiali dell’albero. Arrivato dall’altra parte, Peter premette uno dei nodi. Immediatamente l’albero si immobilizzò e noi riuscimmo a passare. 
Sirius si avvicinò ad Aska, la prese per i fianchi avvicinandola a sé e la bacio.
Poi fece avvicinare Margaret e ordinò alle due ragazze di starsene nascoste dietro uno di quei cespugli. Sirius girò loro le spalle, ma la ragazza dai capelli blu lo afferrò per un polso.

-BLACK! LÀ DENTRO CI SONO LE MIE MIGLIORI AMICHE. IO VENGO.- gli urlò contro Aska. Il moro per tutta risposta la baciò di nuovo.

-Aska, sarebbe più pericoloso.- la ragazza annuì, capendo le ragioni di Felpato. In quel momento capii che anche Sirius era innamorato.
Perché quando ami qualcuno, vorresti fare di tutto per vederlo al sicuro e felice. E nel suo sguardo, capii che Sirius voleva quelle cose per Aska.
Dopo aver salutato la ragazza dalla chioma blu, il moro si avviò di nuovo verso l’apertura della grotta che portava alla Stamberga Strillante. Io lo seguii incapace di distogliere il pensiero da Lily e Remus. Felpato ed io ci trasformammo immediatamente.
Entrammo attraverso l’apertura della grotta sottostante alle radici superficiali del Platano. Peter ci seguì subito dopo. Attraversammo tutto il tunnel, fino a raggiungere la vecchia casa che si affacciava su Hogsmeade.

Arrivammo giusto in tempo. Remus si era appena trasformato e stava per attaccare Rosemary. Mentre Lily Evans, la ragazza forte e testarda di cui mi ero innamorato, era sparita, sostituita da una ragazza insicura, piena di paura e di disperazione.

Non aveva più quella luce negli occhi. Quella luce di cui mi ero innamorato. Quella luce che la spingeva a replicare su qualsiasi cosa che a lei non stesse bene. O più semplicemente, non vedevo quella luce che la spingeva a replicare su ogni, Merlino, ogni cosa che io dicessi. Ogni santissima cosa!

Continuai a fissarla fino a quando Sirius si avventò su Lunastorta, in modo da evitare di fargli mordere Rosie. Il moro riuscì a trattenere Remus, mentre io e Peter (tornati di nuovo umani) prendevamo le due ragazze in braccio per portarle fuori dalla casa abbandonata.
Arrivati fuori lasciammo le ragazze ad Aska e a Margaret e tornammo alla Stamberga Strillante.
Sirius era riuscito a tranquillizzare Remus che era in un angolo, distratto da un ramo fuori dalla finestra. Felpato tornò umano e si sedette su un letto nella stanza accanto a quella in cui ora si trovava Remus.

-Rimango io con lui, stanotte. Tu vai da lei.- mi disse Sirius.

-Non ci pensare nemmeno, Felpato. E se iniziasse ad agitarsi di nuovo e tu non ce la facessi a trattenerlo?!- sbotto io. – Potrebbe ucciderti!- lui mi sorrise.

-Andiamo, amico. È tutto apposto. Ormai si è tranquillizzato e…-

-… e rimarrò io con lui, nel caso succeda qualcosa io sono molto veloce, correrò a chiamarti seduta stante.- mi rassicurò Codaliscia, così decisi di acconsentire, avevo troppo bisogno di rivederla. Me ne stavo andando quando Felpato, mi richiamò.

-James, potresti vedere come sta Aska? Beh… vedi io…-

-Non c’è bisogno che me lo dici. Ho capito.- gli sorrisi, prima di lasciare la catapecchia.

Arrivai, attraverso il tunnel, all’uscita della grotta. Accanto a uno dei cespugli c’erano le quattro ragazze. Aska si prendeva cura di Rosie, mentre Margaret aveva tra le braccia una Lily Evans avvolta dai singhiozzi. Mi avvicinai a Rosie e ad Aska.

-Tutto bene, voi?- sorrisi.

-Sì sì, certo.- rispose frettolosamente Rosie- Come sta Remus?-

-La luna… lui non avrebbe mai voluto farvi del male.. e solo che quando si trasforma non è più lui.-dissi io, a mo’ di scusa.- però ora ci sono Felpato e Codaliscia. Si rimetterà.- conclusi io, prima di spostare lo sguardo su Aska, che sgranò gli occhi.

-Aska, tranquilla, lo facciamo dal nostro primo anno. Sa quello che fa.- la tranquillizzai e andai verso Lily e Margaret.

-Me ne prendo cura io.- dissi a Maggie prima di prendere in braccio la rossa.

La portai nel mio dormitorio, visto che non potevo entrare nel suo. La stesi sul letto e mi sedei a terra accanto a lei. Iniziai ad accarezzarle i capelli rosso scuro. Sotto le mie carezze i singhiozzi diminuirono fino a sparire del tutto.

-J-James…- sussurrò appena. Io sobbalzai e mi avvicinai alla ragazza che non riconoscevo come la mia Lily Evans, tanto era indifesa e spaventata.

-Dimmi, Giglio.- le sorrisi io.

-Vorrei fare un bagno caldo.-

-Come desidera principessa!- urlai prendendola in braccio e portandola nel nostro bagno. Aprii l’acqua calda e riempii la vasca. Dopo di che uscii dal bagno, lasciando la rossa da sola.

-James!- mi chiamò Lily, con la voce appena più alta del solito, il che mi fece spaventare, così corsi da lei.

-Che cosa è successo, Lils?- chiesi con voce allarmata.

-Potresti aiutarmi a…- e indicò i vestiti. No, d’accordo che avevo paura che le potesse succedere qualcosa. Ma ero innamorato di lei, e non avrei mai potuto aiutarla a levarsi i vestiti.

-Lily, io non credo che…- iniziai imbarazzato.

-Ti prego, James. Non ci riesco, dovresti solo aiutarmi, non ti chiedo nient’altro.- allora acconsentii e iniziai a sbottonarle la camicetta e la zip della gonna.
In un attimo fu completamente nuda se non per il reggiseno e gli slip. La rossa si sedette a terra e iniziò a piangere a dirotto, così l’abbracciai e la strinsi forte a me, attento a non taccarla in un modo che l’avrebbe infastidita.

- È il mio migliore amico. Ho paura per lui.- mi sussurrò. Era sempre la solita. Perché pensava prima agli altri che a sé stessa?

-Stai tranquilla, Giglio.- le accarezzai i capelli.-Remus è al sicuro. Ora pensa solo a te stessa.-

-Ho avuto paura, James. Paura che facesse del male a me. Paura che facesse del male a Rosie. So che se le avesse fatto anche solo un piccolo graffio non se lo sarebbe mai perdonato. Avrei voluto reagire. Ma ero come… paralizzata. – balbettò Lily. La strinsi più forte.

-Lily è normale. Ora entra nella vasca. L’acqua è caldissima.- le dissi, schizzandola dell’acqua che usciva dal rubinetto. La rossa si alzò, improvvisamente più forte di prima e si levò il reggiseno. Anche se era di spalle e non si vedeva nulla, non avrei voluto guardarla. Almeno non così, come un intruso. Amavo quel corpo, e avrei voluto sentirlo mio, per tutta la vita.
Lei sembrò non farci caso. Le ammirai la schiena, e non riuscii a trattenermi. Mi avvicinai a lei, le baciai una spalla.

-Lils, sei bellissima.- le sussurrai prima di uscire dal bagno, lasciandola da sola.

Mi stesi sul letto e nel giro di cinque minuti mi addormentai.

Ad un tratto vidi Lily, che urlava, e dietro di lei c’era Remus trasformato in un lupo mannaro che la inseguiva. In pochi secondi Remus era sopra di lei e le mordeva una gamba facendola trasformare in un lupo mannaro. Lily iniziò ad urlare il mio nome. Sempre più forte.

-JAMES!- mi svegliai di soprassalto.

-LILY! DOVE SEI?-chiesi alla stanza vuota. Poi entrai in bagno, dove trovai una Lily con il viso segnato dal pianto.
La presi in braccio e solo in quel momento mi resi conto che era nuda, con solo un asciugamano addosso. Aveva i capelli bagnati e gli occhi acquosi e spenti. La stesi sul mio letto e l’aiutai a mettersi uno dei miei pigiami. Dopo di che le asciugai e pettinai la lunga chioma rossa e le dissi di riposare e che le avrei portato qualcosa da mangiare subito.

-James, resta qui con me.- mi implorò quasi.

E non riuscii a dirle di no. Come potevo? Lei era tutto il mio mondo, e non potevo lasciarla da sola.
Sapevo che lei normalmente mi odiava e nonostante ciò non riuscii a dirle “Sai, Lily, credo sia meglio che tu te la cavi da sola ora”.
Non ci riuscii perché l’amavo.
E anche se sapevo che il giorno dopo mi avrebbe trattato con la stessa indifferenza e sfacciataggine che tanto amavo e detestavo in Lily Evans, mi stesi accanto a lei e l’abbracciai, mentre lei si stringeva sempre più al mio corpo.
La mia Lils si addormentò nel giro di dieci minuti, ma io non ci riuscii, avevo troppa paura che le succedesse qualcosa.
Paura che qualcuno mi sottraesse anche quel poco che ora, quella Lily spaventata, mi concedeva.
Continuai a guardarla, ad accarezzarla e a cercare di fissare nella mia mente ogni istante, ogni piccolo momento di quella notte. Perché ero convinto che non mi sarebbe più ricapitato. Nel sonno la mia Lils farfugliava qualcosa.

-J.. Jamie… James.- chiamava me.

La strinsi più forte e promisi a me stesso e a lei che avrei fatto di tutto per vederla al sicuro e felice. Le promisi che qualunque cosa fosse successa io ci sarei sempre stato per lei, infondo era la mia Lils, la ragazza forte che non ammetteva mai di avere torto perché non voleva riporre l’orgoglio.

Orgoglio.

Io per lei lo avevo fatto. Perché non me ne fregava niente dell’orgoglio, se avevo lei accanto. Non me ne fregava niente dell’orgoglio se lei era felice e al sicuro. Così lo dissi.

-Ti amo, piccola Lils.- le lasciai un casto bacio sulla bocca. E chiusi gli occhi.

-Anche io, Jamie.- farfugliò la voce di Lily.

Ed è lì che scoprii cos’era la felicità, quella vera. Perché anche lei mi amava, e, ne ero più che convinto, dopo quelle tre parole non l’avrei mai lasciata andare. Mai più.

Harry, afferra i piccoli momenti. Prenditi il tuo Giglio, fa di tutto per renderlo felice e per essere felice.
 
 
                                                                                     Con affetto, papà.  
                                                                                                                                                 

Harry posò la lettera sul comodino, accanto alla foto dei suoi genitori.
Spense la luce e si stese sul letto. Si girò dall’altro lato, dove la sua bellissima moglie, Ginny Weasley, riposava tranquilla.
Le scoccò un bacio sulla guancia e l’abbracciò forte.

-Ti amo, amore.- le sussurrò soltanto, prima di asciugarsi una lacrima.

Spostò la mano verso il pancione di Ginny. Sentì il piccolo James Sirius Potter scalciare nella pancia della moglie. E allora si addormentò, felice. Perché aveva capito ciò di cui suo padre parlava.

 
  
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