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Autore: Lux_daisy    13/01/2014    2 recensioni
"Yo" lo salutò, poggiando il borsone per terra accanto a Taiga.
Questi alzò lo sguardo e gli sorrise. "Sei in ritardo, Ahomine".
Il moro sbuffò e poi un ghigno comparve sul suo volto. "Hai sentito la mia mancanza, Bakagami?".
Il rosso si mise in piedi e gli premette il pallone sul petto, tenendolo sempre stretto tra le sue mani. "Sentivo la mancanza di farti finire col culo per terra".
Si sorrisero come due iene pronte a farsi pezzi, mentre l’adrenalina già scorreva nei loro corpi, facendolo loro pregustare l’estasi della sfida.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crush*

(*to have a crush=avere una cotta)



<< Ehi, Satsuki, come si fa a capire quando si è innamorati? >>.
 La domanda ti esce spontanea, mentre osservi distratto il cielo azzurro. Sei disteso sul tetto della scuola con le braccia dietro la testa, mentre Momoi ti sta seduta accanto e sai che ti sta guardando sorpresa.
<< Dai-chan, non dirmi che ti sei innamorato? >> ti chiede con voce divertita.
La senti ridacchiare e ti metti a sedere di scatto, infastidito. << Lascia stare >>sbotti con il tuo solito tono scazzato.
Lei però che ti conosce meglio di quanto non faccia tu, inizia a parlare. << Beh, ecco, è difficile spiegarlo a parole… quando ti piace qualcuno, ti capita di pensare a quella persona in qualsiasi momento della giornata. Ci pensi senza neanche accorgertene, ti chiedi cosa fa, se sta pensando a te… e quando non sei con lei, desideri vederla e quando la vedi, ti senti… felice. Ti batte il cuore, ti sudano la mani e ti fa male lo stomaco. E poi… mmh, ti può capitare di guardarla e di soffermarti su certi dettagli, come gli occhi, le mani o magari alcuni piccoli gesti... ti piace vederla sorridere e vorresti che sorridesse sempre per te… eeeh, beh, ecco… sì, insomma… >>, ti volti verso di lei e la vedi imbarazzata, le guance leggermente arrossate, << hai, come dire, quei pensieri… >>.
<< Pensieri? >>.
<< Tipo… ecco, abbracciare, baciare e cose così… guardi la sua bocca e ti viene voglia di baciarla, ad esempio… >>.
Satsuki si interrompe e tu non aggiungi altro. Non sai se volevi davvero una risposta alla tua domanda, ma adesso l’hai ottenuta e decidi di alzarti in piedi. La pausa è finita e a malincuore devi tornare in classe.
Momoi ti segue e mentre camminate, ti si aggrappa al braccio e ti fissa con aria sorniona. << Daaaaai-chan, su, dimmelo! Voglio sapere chi ti piace >>.
Tu sbuffi, consapevole che te la sei andata a cercare. << Non mi piace nessuno. Era solo una domanda ipotetica >>.
<< Certo, come no! Allora, chi è? È una ragazza della nostra scuola? La conosco? Come si chiama? È carina? >>.
Sbuffi ancora più sonoramente, dimostrando tutto il tuo fastidio per quell’interrogatorio.
Dovrai aspettare l’inizio della lezione per liberarti un po’ di lei e del suo terzo grado, ma la tua mente, controvoglia, continua a rimuginare sulle parole della ragazza.

 
 
 
 
Quasi come fosse stato un segno del destino, il campetto dove Kagami e Aomine si incontravano per i loro one-on-one era a metà strada dalle rispettive case, ma ciononostante l’asso del Touou continuava ad autoinvitarsi a casa dell’altro alla fine di ogni partita.
 
Iniziati per caso, quei pomeriggi trascorsi a giocare a basket, a sfidarsi fino all’ultimo respiro e all’ultimo punto, erano diventati una sorta di tacito appuntamento a cui nessuno dei due voleva rinunciare.
Si ritrovavano su quel piccolo campo di cemento, circondato da una rete metallica e giocavano fino a quando riuscivano a malapena a stare in piedi, fino a quando i muscoli minacciavano di cedere da un momento all’altro.
Ma a loro non importava. Del resto Kagami e Aomine erano fatti così: due bestie affamate di vittoria, due animali selvaggi desiderosi  di lasciar scorrere l’adrenalina e di prevalere sull’avversario.
Una tigre e una pantera.
 
Finivano senza fiato e col dolore che attraversava i loro corpi stanchi, ma trovavano sempre il modo di punzecchiarsi e provocarsi a vicenda.
La prima volta che il moro, invece di tornare a casa sua, era andato da Taiga era stato un po’ per caso e un po’ per il divertimento di irritare il rosso, ma alla fine era diventata un’abitudine.
Erano arrivati al punto che Kagami non chiedeva neanche più all’altro se voleva unirsi a lui al ritorno, ma semplicemente lo davano entrambi per scontato.
Allo stesso modo era diventato normale il fatto che Aomine, dopo aver ampiamente gustato tutte le cene che la Luce del Seirin preparava, restasse spesso a dormire, divorando la mattina dopo anche la colazione.
 

Se qualcuno avesse chiesto loro perché trascorrevano tanto tempo in reciproca compagnia, nessuno dei due avrebbe saputo dare una risposta, anche perché né l’uno né l’altro tendevano a riflettere o a farsi domande.
Avevano raggiunto un equilibrio che non capivano fino in fondo, ma che aveva rafforzato sempre più il loro legame, senza che neanche loro se ne rendessero conto.
Attendevano con impazienza quei momenti che avrebbero trascorso assieme, giustificando se stessi con la storia del basket e della competizione che non trovava mai soddisfazione.
Quella era forse stata la causa di tutto, ma di certo non era l’unica cosa che li teneva uniti.
 

Quando Aomine raggiunse il campetto quel pomeriggio, trovò Kagami ad attenderlo: se ne stava seduto per terra, con la schiena poggiata alla recinzione e faceva roteare il pallone sulla mano.
 
 “Quando ti piace qualcuno, ti capita di pensare a quella persona in qualsiasi momento della giornata. Ci pensi senza neanche accorgertene, ti chiedi cosa fa, se sta pensando a te…”
 
Se Daiki avesse dovuto fare una lista, avrebbe di sicuro messo una spunta a questa voce. Ultimamente pensava a Kagami molto più spesso di quanto sarebbe stato considerato normale.
All’inizio non ci aveva neanche fatto caso, dando per scontato che fosse il desiderio dello scontro ad animarlo, ma col tempo i suoi pensieri andavano sempre a quel ragazzo selvaggio e irruento come lui.
Solo che…
“No! Questo non vuol dire niente!”
 
 
<< Yo >> lo salutò, poggiando il borsone per terra accanto a Taiga.
Questi alzò lo sguardo e gli sorrise. << Sei in ritardo, Ahomine >>.
Il moro sbuffò e poi un ghigno comparve sul suo volto. << Hai sentito  la mia mancanza, Bakagami? >>.
Il rosso si mise in piedi e gli premette il pallone sul petto, tenendolo sempre stretto tra le sue mani. << Sentivo la mancanza di farti finire col culo per terra >>.
Si sorrisero come due iene pronte a farsi pezzi, mentre l’adrenalina già scorreva nei loro corpi, facendolo loro pregustare l’estasi della sfida.
 
 
 
<< Non dovevi farmi finire col culo per terra? >> lo punzecchiò Aomine a un certo punto, mentre lo marcava stretto.
Uno di fronte all’altro, i corpi sudati e vicini, gli sguardi affamati e determinati, il suono della palla che rimbalzava sul cemento. Tutto questo li faceva sentire dannatamente vivi.
<< La partita non è ancora finita >> replicò Kagami ghignando.
Stava perdendo, ma non si sarebbe certo arreso.
Con un’azione fulminea Daiki si impossessò del pallone e andò a canestro con l’eleganza e la potenza di una pantera.
<< Sono comunque in vantaggio >> gli fece notare con il suo tipico sorrisetto di superiorità.

Ignorando la provocazione dell’altro, Taiga ripartì all’attacco, ma non si accorse che intanto gli si era slacciata una scarpa.
Inseguì Aomine, cercando di rubargli la palla, ma proprio quando stava per raggiungerlo, inciampò sul laccio fuori posto.
Ebbe appena il tempo di imprecare mentalmente e di lasciarsi sfuggire un mezzo urlo che finì letteralmente addosso al moro, il quale, nella sua straordinaria agilità e prontezza di riflessi, si voltò e mentre Kagami gli arrivava di sopra, tirò di spalle, riuscendo persino a fare canestro.
Fu un susseguirsi di movimenti talmente rapido e incredibile che se avessero cercato di replicarli, non ci sarebbero di certo riusciti.
Ciò di cui Taiga si rese conto alla fine fu di essere a terra, in ginocchio e in mezzo alla gambe di Daiki, finito a sua volta a terra nell’impatto contro l’altro.
<< Cavolo! >> imprecò di nuovo il rosso, << ti sei fatto male? >> aggiunse, guardandolo negli occhi.
Aomine ricambiò lo sguardo e notò in quell’istante quanto fossero vicini.
Così tanto che poteva osservare ogni dettaglio del volto di Taiga. 
 
 
“…ti può capitare di guardarla e di soffermarti su certi dettagli, come gli occhi, le mani o magari alcuni piccoli gesti...”
 
La parole di Momoi gli risuonarono in testa, mentre il suo sguardo vagava sui suoi capelli bagnati dal sudore, sui suoi occhi luminosi, sulle labbra e sulla linea della mascella, posandosi un momento sul collo e sull’anello appeso alla catena.
<< Ehi, stai bene? >> gli chiese ancora il rosso, dato che Daiki continuava a fissarlo, senza dire o fare niente.
Kagami si tirò su e allungò una mano verso il moro che la afferrò alcuni secondi dopo, rimettendosi a sua volta in piedi.
Ripresosi dall’incanto, Aomine andò a recuperare la palla, mentre l’altro si risistemò la scarpa.
 
 
Ripresero a giocare fino a sfiancarsi come al solito e alla fine, con la sua vittoria, l’Asso del Touou dichiarò la fine della partita.
<< Ancora un’azione! >> esclamò però Kagami con il fiatone. Se ne stava con le gambe piegate e le mani poggiate sulle ginocchia, mentre cercava di calmare il respiro.
Daiki inarcò un sopracciglio e sbuffò. << Bakagami, ma ti sei visto? Stai a malapena in piedi: non insistere >>.
In realtà anche lui sentiva di essere arrivato al limite: i muscoli di tutto il corpo gli dolevano e se non si lasciava cadere a terra era solo perché il suo infinito orgoglio non glielo permetteva.
Proprio perché anche l’altro era nella stessa situazione, non capiva come potesse solo pensare di continuare a giocare.
<< Ce la faccio >> insistette il rosso con un sorrisetto di sfida che però somigliava più a una smorfia di dolore. I suoi occhi bruciavano di determinazione, con una tale intensità che per un attimo Aomine pensò che non sarebbe stato male bruciarsi l’anima in quelle fiamme.
 
Scosse la testa per scacciare quel pensiero leggermente inquietante e si asciugò il sudore sulla faccia con il bordo della maglietta.
<< Anche se ti concedessi un’altra azione, sei comunque sotto di 6 punti, Bakagami. Impara a fare i conti prima di parlare >> gli rispose con quel suo tipico tono arrogante e compiaciuto allo stesso tempo, prima di allontanarsi e andare a sedersi a bordo campo, appoggiando la schiena alla recinzione.
Tirò fuori una bevanda dal borsone e si dissetò a lungo, mentre Taiga lo raggiungeva e gli si sedeva accanto.
Rimasero in silenzio per un po’, attaccati alle bottiglie per recuperare le energie; d’un tratto Aomine si ritrovò a fissare l’altro di sottecchi, lanciandogli alcuni brevi occhiate con fare discreto.
 
 
“guardi la sua bocca e ti viene voglia di baciarla…”
 
Di nuovo le parole di Satsuki gli tornarono alla memoria, riecheggiando nella sua mente. Osservò le labbra di Kagami poggiarsi sulla bottiglia e dissetarsi, lasciando che l’acqua le bagnasse: una goccia maliziosa vi scivolò fuori e scese lungo il mento, per poi proseguire verso il collo e scomparire sotto la maglietta bagnata di sudore.
Deglutì a vuoto e bevve un altro sorso per calmarsi, ma la voglia di assaporare quelle labbra e scoprire che sapore avessero non ne voleva sapere di sparire.

Imprecò dentro di sé diverse volte, ripetendosi che tutta quella situazione era a dir poco assurda.
Come poteva avere certi sentimenti per un ragazzo e per Kagami, soprattutto? Lui, che era sempre stato un amante dei seni prosperosi…
Non riusciva a darsi una spiegazione e allo stesso tempo non voleva pensare: del resto non era un’attività a cui fosse particolarmente abituato.
Sapeva solo che quel ragazzo era diventato una presenza costante della sua vita.
Vita che era cambiata proprio quando aveva finalmente assaporato il sapore della sconfitta per mano sua: doveva a Taiga più di quanto riuscisse ad immaginare.
Solo che… tra questo e volerlo baciare c’era una bella differenza.
 

“Oh merda! Sto pensando troppo!”
Si voltò verso Kagami, gli occhi intensi e determinati. << Hai qualcosa qua >> gli disse, indicandosi le labbra con la mano.
L’altro lo guardò un po’ perplesso, ma per sicurezza si passò il braccio sulla bocca. << L’ho tolto? >>.
Aomine ricambiò a lungo lo sguardo, poi all’improvviso si protese in avanti, socchiudendo gli occhi. << No >> sussurrò un attimo prima di posare le labbra su quelle del rosso e rubargli un bacio.
Taiga si irrigidì di colpo, paralizzandosi come congelato.
Incredulo, gli occhi sgranati, ebbe quasi l’impressione che il cuore gli si fermasse per lo shock, mentre il cervello cercava a fatica di concepire un pensiero logico per spiegare quello che stava succedendo.
Non ci riuscì e quando la lingua del moro provò ad insinuarsi nella sua bocca, Kagami lo spinse via, sempre più incredulo.

<< Che cazzo ti è saltato in mente? >> sbraitò, scattando in piedi. Aveva un gran desiderio di prendere l’altro a pugni, ma allo stesso tempo si sentiva terribilmente in imbarazzo.
Quello era il suo primo vero bacio – se si escludevano tutti quelli ricevuti da Alex, che non avevano nessun significato particolare.
Quello appena ricevuto, invece… che significato aveva?
Daiki rimase seduto e piantò sull’altro il suo sguardo serio e sicuro di sé. << Non lo so, ma avevo voglia di farlo >>. Vide Taiga arrossire fino alle orecchie e i suoi occhi spalancarsi ancora di più.
<< A-avevi voglia?! Che razza di risposta è? >>. Non riusciva a credere alle sue orecchie né tantomeno all’irritante calma ostentata da Aomine.
L’aveva baciato! Così, di punto in bianco!

Il moro sbuffò, come se non capisse il motivo dell’agitazione dell’altro, ma in realtà stavo solo cercando di nascondere il disagio e la confusione dietro la sua solita aria pigra e annoiata.
Aveva agito senza pensare alle conseguenze e adesso si stava dando bellamente dell’idiota.
Rischiava di perdere Taiga.
Rischiava di perdere l’unica altra persona, oltre a Tetsu, con la quale era riuscito a condividere la stessa intensa passione per il basket e lo stesso spirito competitivo.
Giocare con Kagami era maledettamente divertente, più di qualsiasi altra cosa: con lui poteva dare sempre il massimo e anche quando era lui a vincere, il rosso non perdeva mai la voglia di combattere.
Era un animale, come lo era lui: fatti della stessa pasta, mai sazi di sfidarsi, si capivano anche senza parlare.
 
Adesso però sarebbe potuto finire tutto. Solo per un suo gesto impulsivo e sconsiderato.
 
<< Una risposta sincera >> dichiarò allora con tono fermo, guardando l’altro negli occhi. Si rialzò in piedi e aggiunse: << avevo voglia di baciarti e l’ho fatto >>.
Taiga aggrottò le sopracciglia. << Tutto qua? Questa è la tua spiegazione? Quindi se io adesso avessi voglia di prenderti a calci, potrei farlo, no? >>.
 
Dentro di sé, Aomine sospirò, consapevole che avrebbe dovuto aspettarsi quella reazione, ma non lasciò trasparire alcuna emozione all’esterno. << Se ti ha fatto così schifo essere baciato da me, allora penso che non si possa evitare >>.
 
A quelle parole Kagami si fermò.
Gli aveva fatto schifo ricevere un bacio da lui?
Ci rifletté alcuni istanti prima di essere costretto ad ammettere che no, non gli aveva fatto schifo.
Anzi, era stato… bello. Voleva forse dire che la sua reazione era stata dettata solo dal fatto che il bacio era stato inaspettato e improvviso?
 
“Un momento! Non posso avere dubbi su una cosa come questa! È… è assurdo!”.
 
Intanto Daiki continuava a fissarlo con quei suoi occhi intensi e penetranti e lui non sapeva cosa dire o fare.
Fu quindi la bocca a parlare prima del suo cervello. << Rifallo >>.
L’Asso del Touou non era l’unico ad essere istintivo e affrettato.
 
L’altro inarcò un sopracciglio, convinto di aver sentito male. << Come, scusa? >>.
<< Voglio capire una cosa, quindi rifallo >> ripeté il rosso, sforzandosi di contenere i battiti accelerati del suo cuore.
 
Aomine sgranò leggermente gli occhi, sorpreso e confuso da quel risvolto della situazione. Si era convinto che l’altro l’avrebbe preso a pugni e invece gli stava chiedendo di baciarlo di nuovo.
D’un tratto sentì il cuore ringhiargli nel petto, ma era una sensazione diversa rispetto a quando gli capitava sul campo a causa dello sforzo fisico.
Era un po’ strana, a dirla tutta, fastidiosa ma allo stesso tempo piacevole.

Si avvicinò a Taiga, azzerando la distanza tra di loro. Gli mise una mano dietro la nuca e lo attirò a sé, chiudendogli la bocca con la sua.
All’inizio fu un bacio un po’ goffo, con i nasi che si toccavano e le teste che si piegavano alla ricerca dell’angolazione migliore, segni di due ragazzi alle prime esperienze, ma forse proprio per questo fu speciale, anche se imbarazzante.
Presto i pensieri furono annullati dal desiderio con cui le loro lingue si cercavano, un po’ lottando un po’ lasciando la supremazia ora all’uno ora all’altro, mentre le mani accarezzavano i fianchi e la schiena e stringevano le magliette sporche e sudate.
Dopo un po’ si scordarono entrambi di respirare con il naso e dovettero separarsi per riprendere fiato.
Si guardarono negli occhi, le fronti poggiate l’una all’altra e le braccia ancora unite.

Per lunghi secondi nessuno dei due parlò e Aomine poté quasi sentire un brivido di paura attraversargli la spina dorsale.
Non sapeva se temeva di più il rifiuto o l’essere ricambiato, perché la sola possibilità che Kagami provasse la stessa cosa gli sembrava troppo.
Troppo bello e troppo spaventoso allo stesso tempo.
Tutta quella situazione era assolutamente terribile e spaventosamente assurda, ma ciononostante voleva sapere.
<< Allora, hai avuto la tua risposta? >> gli chiese a voce bassa, senza muoversi dalla sua posizione.
Taiga sembrò riacquistare d’un tratto consapevolezza di sé e del mondo circostante, perché sbatté le palpebre e lo fissò con un’espressione confusa, imbarazzata e… felice?
Si staccò piano dal moro, tenendo gli occhi puntati in quelli blu oceano dell’altro. Si sentiva confuso come mai in vita sua e non capiva davvero come potesse essere successa una cosa del genere, eppure gli sembrò tutto naturale.
Baciarlo era stato naturale.
Provare piacere in quel bacio era stato naturale.
Come respirare, come giocare a basket insieme, come se loro due fossero stati destinati a questo, anche se era strano e faceva una paura del diavolo.
 
<< Sì, l’ho avuta >> rispose con tono calmo, il volto impassibile, provocando in Aomine un aumento esponenziale dell’ansia che lo stava uccidendo.
Poi Kagami sorrise, un sorriso bello e semplice e il cuore di Daiki perse un battito.
<< Ma sarebbe meglio se tu mi aiutassi a trovare qualche altra conferma. Che ne dici di continuare a casa mia? >>. Quel sorriso si trasformò in un ghigno divertito e volutamente provocante e i suoi occhi brillarono ancora di più, come se dentro vi danzassero le fiamme.
Aomine lo trovò maledettamente sexy e la pantera affamata prese nuovamente il sopravvento.
Dio, avrebbe voluto mandare tutto al diavolo e riprendere da dove si erano interrotti, infischiandosene dell’attesa e del fatto di essere in un luogo pubblico.
Invece recuperò il pallone da terra e glielo lanciò, mentre anche le sue labbra si piegavano in un ghigno. << Ohi, Bakagami, come devo fare con te? Non ti facevo così ottuso: mi sa che hai proprio bisogno di un aiuto dal sottoscritto >>.
 
Una risata arrivò in risposta da Taiga, che ripassò la palla a Daiki e afferrò il borsone da terra.
<< Allora, andiamo? >>.
Il sorriso di Aomine si allargò e le parole di Momoi gli risuonarono nuovamente a testa.
 
“Ti piace vederla sorridere e vorresti che sorridesse sempre per te…”
 
Già, Kagami avrebbe dovuto sorridere sempre e solo per lui, guardare solo lui, pensare solo a lui, perché loro due adesso erano insieme.
Irruenti, impulsivi, testardi, orgogliosi e determinati.
Una tigre e una pantera.
 
Aomine gli mise un braccio intorno alle spalle, felice. “Staremo bene”.








Chiedo perdono per questa... cosa che ho pubblicato... ç.ç come prima ff del 2014 volevo fare meglio... davvero, ho tante idee per l'Aokaga, ma il risultato è molto lontano dalle mie aspettative *stress!!!!* eppure, dato che  l'avevo cmq scritta, ho deciso di postarla, anche se non mi piace per niente...
ringrazio tutti voi che siete arrivati a leggere fino alla fine <3 spero che non vi abbia fatto troppo schifo e se mi lasciaste un commentino, anche solo due righe, mi fareste felice ^^
baci e alla prossima! (in cui spero di fare meglio :3)


 
  
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