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Autore: I promise    13/01/2014    1 recensioni
Quando il vento soffia a Beth Qadà, un qualcosa di diverso, in grado di spezzare la monotonia del villaggio sta per arrivare. Può essere un cambiamento positivo o un terribile avvenimento in grado di sconvolgere la vita di due popoli, due terre, due mondi.... sta a voi decidere
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi disse qualcosa che subito non compresi in una lingua sciolta, malleabile e melodiosa. Ci guardammo incuriositi per molti attimi fuggenti, forse increduli, forse troppo giovani, forse troppo azzardati.
Mi ripeté, sbiascicando, una frase che poteva apparire dai mille significati. Ma non fu così; un qualcosa di sconosciuto e di primordiale legava i nostri dialoghi, i nostri pensieri nascosti e i mille gesti invisibili. Mi prese la mano; la guardai e poi spostai lo sguardo su di lui. Mi disse quella frase. Era un appuntamento, sotto le stelle, sull’altura.
Me ne andai quasi mortificata da tanto splendore, dalla paura di non essere stata me stessa, di non essermi comportata in modo autorevole, come mio solito. Scoprii un lato di me che non conoscevo; ero innamorata.
 
 
Forse l’amore era anche questo. Amore. Che parola grande e dalle mille sfaccettature. Io non ne conoscevo nemmeno una. Prima di quella sera.
 
Il cielo era blu, rigonfio e tappezzato da sprazzi di stelle argentee. Uscii di casa, nascosta da un velo e con indosso l’abito ora bianco, mio unico possesso personale. Dopo pochi passi mi ritrovai davanti uno scenario mozzafiato più di 2000 tende e accampamenti sparsi qua e là, illuminati da torce e risate e melodie.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Presi la strada più ripida per non disturbare l’accampamento e per osservare oggettivamente la vita di quei soldati venuti dall’Ovest.
Finalmente arrivai. Mi sedetti su una sporgenza, fantasticai un poco, cercai di non dormire nella paura che quel soldato di bronzo fosse solo la colpa dell’assopimento durante le ore più calde. Attesi. Attesi. Lo vidi. Smontò da cavallo gli andai incontro. Mi disse qualcosa sul mio viso  sul mio abito. Feci una faccia incuriosita e forse buffa. Rise. Mi toccò una guancia, con delicatezza, come solo il più flebile vento di primavera accarezza il grano. Lo amai per quella notte. Lui mi amò per quella notte. Cos’era l’amore? Non lo saprò mai spiegare. Ma capii in quella notte fuggente come i sogni riemersi al mattino, Che io amai.
 
  
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