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Autore: September_39    14/01/2014    2 recensioni
Blaine e Brittany condividono un appartamento a New York mentre entrambi frequentano l'università che hanno sempre sognato. Anche Sebastian vive con loro e a Kurt, impegnato nella sua nuova relazione con un affascinante ballerino, questa storia proprio non va giù.
Santana ha finalmente riconquistato la sua Brittany ma una vecchia fiamma dal passato sembra essere intenzionata a metterle i bastoni fra le ruote.
New York. Canto. Ballo. Amori. Amicizia. Passioni. Tradimenti.
Sarà troppo da sopportare per dei semplici ragazzi dell'Ohio?
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Artie/Brittany, Blaine/Sebastian, Brittany/Santana
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Too Much'
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Capitolo 17: “Last Christmas”
 

Last Christmas I gave you my heart 
But the very next day you gave it away 
This year to save me from tears 
I'll give it to someone special 
-Wham!



"Sveglia ragazzi sveglia!!! È Natale"
All'alba delle sette e cinque del ventidue dicembre, le parole risuonarono forte e chiaro nell'appartamento 2B, riuscendo nell'intento di strappare dal mondo dei sogni Sebastian e Blaine che ancora dormivano beatamente.
Come al solito nello stesso letto.
Il moro non fece tempo a stropicciarsi gli occhi che una cinquantina di chili gli piombarono addosso svegliandolo completamente: Brittany era atterrata, insieme ad un abbondante carico di entusiasmo e ovviamente ulteriori 10 chili di gatto.
"Avanti su dovete svegliarvi o i regali spariranno" esclamò di nuovo la bionda continuando a saltare sul materasso sotto lo sguardo di un assonnato ma intenerito Blaine.
"Per l'amor del cielo Brittany, piantala! Non è ancora Natale"
Questo fu il buongiorno di Sebastian che si mise a sedere di scatto con gli occhi ancora chiusi ed un evidente broncio che piegava le sue labbra; voleva bene a Brittany, ormai non provava più nemmeno a negarlo, ma queste sveglie non richieste lo facevano sempre e comunque imbestialire.
"Lo so che non è Natale, ma visto che questo è il nostro ultimo giorno dell’anno insieme in questa casa ho deciso di anticipare i festeggiamenti... Solo per noi quattro! Consideratela...una prova generale, ecco!"
Di nuovo, Blaine sorrise dolcemente mentre Sebastian sbuffò irritato, allungandosi per accarezzare Lord Tubbington che già stava ciondolando verso di lui.
"Tesoro è un'idea fantastica! Un Natale anticipato" commento il moro sorridendo complice all'amica mentre si metteva a sedere.
"Sì visto che non saremo insieme mi sembrava una cosa carina. Mi mancherete in queste vacanze"
"Mancherai anche tu a me dolcezza ma..."
"Oddio ma la volete piantare?" disse Sebastian interrompendo quel dolce momento.
"Staremo a pochi chilometri di distanza e a Capodanno saremo già di nuovo tutti insieme. Stiamo tornando a casa per le vacanze, non partiamo per la guerra! Dio come siete esagerati"
Facendo roteare gli occhi prima di lasciarsi cadere di nuovo sul letto con il felino ancora tra le braccia, l'ex Usignolo e il suo sarcasmo posero fine al momento lasciando come ormai d'abitudine Brittany e Blaine in silenzio a guardarsi divertiti.
"Vado a preparare la colazione, voi non rimettetevi a dormire! Abbiamo tantissime cose da fare prima di prendere l'aereo" informò la bionda per poi sparire dietro la porta con il suo gatto fra le braccia, strappato con la forza dalla presa dell’amico. Quei due stavano diventando troppo uniti.
Sebastian grugnì di nuovo con la testa affondata nel cuscino e Blaine non poté fare a meno di sorridere divertito; si sporse verso di lui appoggiando il mento nell'incavo della spalla del più alto per potergli sussurrare all'orecchio.
"Avanti Bas, almeno per oggi non fare il guastafeste. Sai che Britt ci tiene a queste cose! Considera anche questo un allenamento..."
"Per cosa? L'invasione dei folletti di Babbo Natale?" Rispose ironico l'altro, sdraiandosi sulla schiena per guardare Blaine.
"No stupido. Per il Natale con i tuoi figli! Niente impedirà ad un bambino di saltare sul letto dei suoi genitori la mattina di Natale" sorrise Blaine in risposta, immaginandosi la scena.
"I miei figli non si preoccuperanno di queste sciocchezze, saranno realisti e con la testa sulle spalle come il padre"
"Beh, bisognerà vedere da quale dei due padri prendono..."
Mentre nella mente di entrambi confuse immagini future di figli, mariti e feste natalizie prendevano vita senza permesso e confondendoli non poco, Blaine pose fine a tutto togliendosi le coperte e alzandosi dal letto.
"Andiamo o il caffè si fredda" disse indossando la felpa di Lacrosse di Sebastian, diventata sua dopo l'influenza.
Lui non l'aveva chiesta indietro, non obiettava quando gliela vedeva addosso; il perché a Blaine piacesse tanto indossarla poteva aspettare ancora un po'.
Come i figli e i natali futuri.






La giornata trascorse in un momento grazie ai preparativi di Brittany, fra dolci natalizi cucinati in casa, regali da scartare e valigie da finir di preparare.
L'ultimo sforzo fu la corsa dal taxi al gate per non perdere l'aereo, poi finalmente si accomodarono al loro posto sul volo notturno per l'Ohio ed aspettarono di atterrare, finalmente a casa.
Esattamente come quel pre-Natale, passarono in un attimo anche quei giorni di festa in famiglia, e senza quasi nemmeno accorgersene era già il 31 Dicembre.
Come ogni anno i genitori di Blaine erano partiti per le vacanze la notte di Santo Stefano, lasciando i fratelli Anderson soli a casa per qualche giorno. 
A differenza del solito però, quell’anno era stato Blaine a cacciare di casa Cooper per poter festeggiare con gli amici: aveva invitato tutti i vecchi membri delle New Direction che non vedeva dal giorno del diploma e alcuni ex Warblers, tra cui ovviamente Sebastian.
Avevano progettato a lungo quella festa a New York, pregustando finalmente il momento in cui avrebbero potuto divertirsi di nuovo con i loro amici; quello che Blaine di certo non si aspettava e che la persona che bramava di più accogliere fra tutti i suoi ospiti era proprio il suo coinquilino.
Lui e Sebastian non si vedevano da quando erano tornati in Ohio e a parte qualche messaggio e le telefonate per farsi gli auguri si erano parlati davvero poco in quell’ultima settimana. Era assurdo passare dal vedersi tutti i giorni a passare giornate intere senza comunicare; assurdo e inspiegabilmente faticoso.
Spesso Blaine si era ritrovato a fissare il suo cellulare, in attesa di un messaggio che non era mai arrivato e indeciso se fare o meno la prima mossa; c’erano quei momenti in cui dover condividere quello che stava facendo con Sebastian era semplicemente la cosa più naturale del mondo: ridere di una battuta stupida di Cooper, preoccuparsi per le idee malsane di Brittany, gioire per le repliche di Big Bang Theory la mattina mentre si fa colazione. 
Per non parlare poi di quelle volte in cui si sedeva sul divano e desiderava un petto caldo su cui accoccolarsi, o peggio ancora l’entrare in un letto gelido e non avere a fianco nessuno a cui stringersi per ritrovare un po’ di calore. 
Non avrebbe dovuto essere così difficile mandare un messaggio ad un amico, uno che si conosce tanto bene, eppure lo era terribilmente.
Erano giorni ormai che Blaine aveva ceduto a quel ronzio nella sua testa e aveva iniziato a farsi seriamente domande su di lui e Sebastian, su quello strano rapporto che condividevano; non era ancora arrivato a nessuna conclusione ovviamente, un po’ per paura e un po’ per difficoltà, ma una cosa era certa: non poteva e non voleva perderlo.


A quello si ritrovò a pensare quella sera, sdraiato sul letto ad aspettare gli invitati alla festa. 
Fissava il soffitto mentre giocherellava distratto con i suoi capelli che stavano lentamente ricrescendo e semplicemente pensava; pensava a New York, alle lezioni che lo aspettavano, a Sebastian, alla serata che lo attendeva e a come tutto fosse cambiato così tanto nel giro di pochi mesi.
Lo scorso Natale sembrava così lontano. Ma forse quello era un bene, visto come erano andate le cose.
Era stato proprio in quel periodo che lui e Kurt avevano rotto definitivamente i loro rapporti, prima di rincontrarsi in università.
Per quasi un anno, dal matrimonio del professor Schuester, si erano visti di nascosto da tutti e tutto ogni volta che Kurt si trovava a Lima; si incontravano la sera tardi in qualche posto isolato, a volte semplicemente in macchina, o quando avevano quelle rare occasioni di libertà a casa di uno dei due. Non parlavano molto, in realtà la maggior parte delle volte si ritrovavano avvinghiati l’uno all’altro senza chiedere o dare spiegazioni.
Blaine aveva creduto davvero che Kurt si stesse riavvicinando a lui: tutto quel cercarsi, quel fare l’amore ogni volta che poteva, doveva per forza significare qualcosa. Sapeva bene di aver sbagliato tradendolo, ma credeva che il loro fosse un amore in grado di superare tutto.
E invece poi, proprio in uno di quei rari incontri in camera di Blaine, Kurt aveva dissolto ogni sua speranza.


Lo aveva raggiunto appena Carole e suo padre erano partiti per andare a trovare gli zii di Finn chissà dove; Kurt non aveva perso tempo in chiacchiere e non appena entrato in casa Anderson aveva trascinato Blaine nella sua stanza.
Era cambiato così tanto in quell’anno: il timido Kurt, imbarazzato anche solo al pensiero di trovarsi nudo davanti a qualcuno, ormai prendeva l’iniziativa e non si curava nemmeno di chiedere il permesso prima di iniziare a spogliare il ragazzo fra le sue braccia. Non che Blaine non glielo avrebbe concesso, chiaro.
Un brivido percorse la schiena di Blaine mentre si guardava intorno e ricordava quella scena, ancora così chiara nella sua mente.
Ricordava di essersi svegliato e di aver trovato Kurt in piedi accanto al letto che si rivestiva, dandogli le spalle.
Ricordava anche di avergli chiesto di restare a dormire con lui quella notte, anzi, di averlo supplicato e ricordava chiaramente di avere ottenuto come risposta un secco no.
La verità era che Kurt quella stessa sera avrebbe preso un aereo per raggiungere Adam a New York e passare insieme il Capodanno, scambiarsi gli auguri e un bacio a mezzanotte. Tutte quelle cose che Blaine nel profondo aveva desiderato per loro.
Come gli avevano fatto male quelle parole, la chiara certezza che tutte le sue speranze erano state vane: Kurt, il suo Kurt, l’aveva solo usato, lasciandolo da solo per tornare tra le braccia del suo nuovo ragazzo, con una promessa di chiamarlo mai mantenuta.


Blaine si alzò dal letto deciso ad allontanare quei pensieri una volta per tutte.
Ormai era acqua passata, Kurt gli aveva chiesto scusa un miliardo di volte per come si era comportato; era stato così strano scoprire che il loro non era un amore a prova di bomba, aveva detto, che si era sentito crollare il mondo addosso. Poi con la malattia di suo padre, il college e tutto il resto, si era lasciato andare.
Era stato un periodo così buio della sua vita che Blaine non poteva e non voleva fargli pesare il suo comportamento scorretto. Ormai era passato.
Avvicinandosi alla finestra, Blaine notò con sorpresa che la sua auto non era più la sola parcheggiata sul vialetto di casa.
Scese le scale di corsa, giusto in tempo per sentire il campanello suonare e spalancare la porta.
“Bas! Finalmente... Sei in ritardo” commentò, tramutando quell’enorme sorriso in un sottile sguardo di rimprovero.
“Lo so mamma. Sono stato trattenuto”
Non aspettò che Blaine gli dicesse di entrare, né tanto meno che gli dicesse di accomodarsi, non ne aveva bisogno: Sebastian lo superò ed iniziò ad aggirarsi incuriosito per il salotto, guardandosi intorno.
Era la prima volta che entrava in casa di Blaine; si avvicinò al caminetto, guardando divertito le vecchie foto che lo decoravano: tutta la famiglia riunita, Blaine appena nato in braccio a Cooper, Blaine il giorno del diploma...
“Cosa ti ha trattenuto? Va tutto bene?”
La voce leggermente preoccupata di Blaine gli fece interrompere quell’analisi attenta, per poter guardare il ragazzo negli occhi.
“Certo che va tutto bene, io mi sono trattenuto. Non avevo voglia di darti una mano a preparare” replicò sincero, stringendosi nelle spalle.
Sebastian era così, non aveva bisogno di mentire o trovare scuse. Tanto Blaine poi lo smascherava sempre.
Non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi Blaine, troppo felice di ritrovarsi l’amico accanto per prendersela per il suo solito atteggiamento menefreghista; si limitò ad alzare gli occhi al cielo e ad avvicinarsi a lui, notando con sorpresa che stava guardando una sua vecchia foto.
“Avevo dodici anni, quell’estate mio padre portò me e Coop in campeggio. Resistemmo una sola notte prima di andarcene in albergo. Mia mamma mi aveva anche costretto ad indossare quegli orribili calzoncini corti... E guarda i miei capelli! Non dovrebbe essere così in bella vista questa foto”
Cercò di prendere la cornice dalle mani di Sebastian, ma questi con un gesto rapido la allontanò da lui, impedendoglielo.
“A me invece piace. Hai un faccino così tenero e innocente, sarebbe quasi credibile se non sapessi come se in realtà! E poi... sai che trovo le tue ginocchia molto sexy” sussurrò facendo scorrere distratto un dito sulla figura di quel piccolo Blaine.
“Sebastian. Sai che apprezzo i complimenti, soprattutto i tuoi visto che sono tanto rari... Ma sentirti definire sexy un bambino, anche se sono io... beh ecco... è un po’ strano sai”
Blaine storse il naso divertito, schivando per un soffio il pizzicotto che Sebastian cercò di dargli sul braccio; non fu altrettanto veloce però nel reagire quando le lunghe gambe dell’altro gli fecero lo sgambetto, facendolo sbilanciare all’indietro.
Ma le braccia di Sebastian erano lì, pronto a prenderlo.
Lui proprio non si rendeva conto di quanto quei suoi gesti si trasformassero in scene romantiche talvolta: lo stringeva fra le braccia, i loro visi talmente vicini che i nasi si sfioravano, e gli sguardi incatenati l’uno all’altro.
Blaine per reggersi circondò il collo di Sebastian con le braccia, avvicinandosi ancora di più.
“Non è colpa mia se quella tua aria da scolaretto mi fa impazzire Anderson. Te l’ho sempre detto. E’ deliziosamente eccitante”
Il tono di voce di Sebastian si fece più basso, più roco, mentre con la lingua accarezzava l’interno delle sue labbra. Erano passati giorni dall’ultima volta che aveva baciato Blaine e ne sentiva decisamente la mancanza.


Al contrario di Sebastian, e per sua sfortuna soprattutto, Brittany era perfettamente puntuale.
Il campanello suonò due volte, accompagnato dalle voci dell’amica che rispondeva alla consona domanda del ‘chi è?’ ancora prima che qualcuno gliela facesse.
Blaine guardò Sebastian piuttosto abbattuto ma allo stesso tempo per nulla sorpreso: c’era un motivo per cui gli aveva detto di arrivare prima degli altri, ma come ogni volta Sebastian proprio non lo capiva quando aveva intenzione di trovare un po’ di tempo per stare soli.
Era un desiderio così assurdo?
“Arrivo” annunciò Blaine quando sentì suonare di nuovo.
A malavoglia si divincolò dalla presa di Sebastian ed andò ad aprire.
“Ciao dolcezza, prego accomodati”
“Blainey! Finalmente che bello vederti”
Brittany lo stinse forte fra le braccia ancora prima di entrare dalla porta.
“Mi sei mancato tantissimo” continuò la bionda, trascinata in casa dall’amico che ancora la abbracciava.
“Anche tu mi sei mancata Britt. E’ bello averti di nuovo intorno”
La ragazza mollò la presa senza smettere di sorridere al suo migliore amico; strano come potesse sentirne la mancanza, dopotutto non si vedevano da soli pochi giorni e si erano sentiti ogni mattina al telefono.
“Vivere insieme ci ha viziati. Ormai dovrò portarti con me ovunque vada! Diventerai un compagno di viaggio come Lord Tubbington... Farò un tesserino anche a te” annunciò seria, ricordando le splendide tessere coordinate che aveva fatto per la sua valigia e la gabbia del felino in occasione del primo viaggio insieme. Il primo di molti, visto che se lo portava sempre ovunque, anche a casa dei nonni solo due isolati più in giù di casa sua.
Per questo Sebastian fu così sorpreso di vederla arrivare sola, così tanto che nemmeno si preoccupò di salutarla prima di aggredirla.
“Dov’è? Dov’è Tubby? Dove lo hai lasciato?” chiese guardandole inutilmente alle spalle, ben consapevole dell’impossibilità che il gatto fosse appeso alla sua schiena.
“L’ho lasciato a casa di Sam, a Capodanno anche lui deve stare con la sua fidanzata” replicò Brittany tranquilla, togliendosi cuffia e cappotto.
“Chissà magari è la volta buona che fanno dei cuccioli”
Il commento di Blaine, così tenero e innocente dal suo punto di vista, fece inorridire gli amici che lo guardarono sconvolto.
“Il... il mio piccolino... papà?”
“Stai scherzando Anderson? Non è pronto per queste cose!”
“Sembra solo ieri che l’ho portato a casa dal gattile. Era così piccolo che riusciva a dormire nella cuccia del labrador di mio padre...” continuò Brittany con lo sguardo perso nei ricordi.
Sebastian, accanto a lei, non era da meno.
“Voglio dire... non gli ho ancora parlato di queste cose! Non so nemmeno se preferisce gatte o gatti, sono discorsi importanti da affrontare... Da uomo a uomo”
“Ragazzi basta vi prego! Stavo solo facendo un ipotesi. Sono sicuro che l’allegra famiglia Tubbington stasera non farà altro che mangiare crocchette e dormire... Ora possiamo concentrarci sulla nostra serata per favore? Tra un’ora saranno tutti qui”


Blaine li mise presto in riga, assegnando ad entrambi qualcosa da fare: Brittany si occupò di controllare che cibo e bevande fossero tutte al loro posto, mentre Sebastian si auto-incaricò di scegliere la musica; il padrone di casa nel frattempo corse da un lato all’altro dell’abitazione per accertarsi che tutto fosse più che in ordine.
Gli invitati non tardarono ad arrivare e per le nove e mezza il salotto era più che affollato. C’erano tutti: Puck e Quinn, Mercedes e Sam, Finn e la sua nuova ragazza, Rayder e Marley, Jake, Wade, Kitty, Tina e Mike, un buon gruppo di ex Warblers tra cui Wes, David, Thad, Nick e Jeff, Trent e poi ovviamente Rachel, Brody e Santana. Mancavano solo Kurt e Toby, rimasti a casa con l’influenza; Kurt aveva chiamato un centinaio di volte per scusarsi, come se fosse stata colpa sua.
Tutto stava andando per il meglio.
Si ballava, si beveva, si mangiava: Rachel stava cercando di convincere qualcuno a farle da coro mentre improvvisava un gioco karaoke, Sam, Mike, Finn, Wes e David invece si erano lanciati in un appassionante sfida alla playstation, mentre le rispettive fidanzate li guardavano sconsolate scambiandosi aneddoti su quanto infantili riuscissero ad essere certe volte.
Nella folla generale, Blaine non la smetteva di agitarsi, continuando a domandare a tutti se stessero bene, se avessero troppo caldo o troppo freddo, se ci fosse abbastanza cibo. 
Sebastian chiacchierava con i suoi ex compagni di liceo ridendo e scherzando come sempre, soprattutto recuperando il tempo perduto in cui non aveva potuto prendere in giro Nick; era bello ritrovarsi tutti finalmente e stare insieme come non avevano mai potuto fare: lui, gli Warblers e... 
“Dove accidenti è finito Blaine?” domandò interrompendo il discorso in corso, senza però curarsene troppo.
I ragazzi alzarono le spalle guardandosi intorno, senza sapere la risposta, dopo di che ricominciarono il loro acceso dibattito su quale fosse la squadra più squallida alle regionali di quell’anno. Certe cose non cambiavano proprio mai.
Si allungò appena per guardare oltre le spalle dei suoi amici, quel poco che bastava per poter vedere Blaine: sembrava una trottola, non riusciva a stare fermo.
Senza scusarsi o chiedere il permesso, lasciò la sua comoda seduta sul divano e si avvicinò al moro, afferrandolo per un braccio mentre si sporgeva sul tavolo per impilare i piattini già usati.
“Blaine la vuoi piantare? Smettila di fare il secchione e divertiti”
“Ma... Sebastian guarda! E’ un disastro qui, ci sono piatti ovunque. Che figura ci faccio se lascio tutto in giro? Lasciami devo sistemare!”
“Ti sei almeno reso conto che sei l’unico che ci fa caso? Guarda... Si stanno divertendo tutti”
Con un gesto piuttosto plateale, Sebastian girò Blaine verso il salotto in modo che potesse guardare i suoi amici, forse per la prima volta davvero in tutta la sera.
“Smettila di pulire e goditi la festa Killer. O almeno, lascia che me la goda io” gli sussurrò nell’orecchio con il suo solito tono allusivo, mentre una mano scivolava fra i loro corpi quel tanto che bastava per poter pizzicare il fondoschiena del moro.
“Ehi! Bas andiamo... Siamo fra amici. Non ora”
Blaine cercò davvero di resistere, ma quando Sebastian iniziò ad accarezzargli lentamente la schiena fino a risalire fin sulle spalle, con quel suo modo dolce e delicato che lo spiazzava ogni volta... beh, lo spiazzò come sempre.
Nessuno sembrava far caso a loro fortunatamente, visto che c’era ben poco da negare in quel momento.
Si era completamente lasciato andare Blaine, con la testa appoggiata contro il petto di Sebastian che alle sue spalle continuava quel delizioso massaggio che più proseguiva più diventava una tortura. Una piacevole tortura.
“Sai... E’ la prima volta che entro in casa tua e non me l’hai ancora davvero mostrata. Non è molto educato da parte tua Blaine, cosa direbbe la mamma se non mi facessi nemmeno vedere il piano di sopra?”
Blaine spalancò gli occhi, come se fosse appena stato folgorato da chissà quale illuminazione; non aveva ancora toccato alcol, eppure si sentiva ubriaco perso. 
Afferrò la mano di Sebastian e lo trascinò con sé su per le scale, senza far caso agli sguardi incuriositi dei suoi ex compagni della Dalton che lì osservarono alquanto divertiti.
“Ok ragazzi, 10 dollari che stasera finalmente si baciano. Chi scommette?” chiese Wes divertito, mentre David al suo fianco si armava di carta e penna per aprire ufficialmente le scommesse.


Nella calca generale, solo Brittany era riuscita a trovare un posto tranquillo dove poter chiamare Artie e fargli gli auguri; i suoi genitori avevano deciso di andare a trovarlo a New York per le vacanze, approfittandone per poter visitare la città, e per questo lui era dovuto rimanere là con loro.
Richiuse la telefonata con un dolce sorriso sulle labbra, come ogni volta che parlava con il suo ragazzo; stava per tornarsene in salotto con gli altri ma un leggero bussare alle sue spalle la fece voltare.
Santana era sulla porta dello studio dove si era rintanata e la guardava con un mezzo sorriso, indecifrabile.
“Posso?” domandò la ragazza facendo un passo incerto verso Brittany e la poltrona su cui era seduta.
“Certo San. Come... Come stai? Non credevo saresti venuta stasera”
Non si erano più viste dopo quella brutta discussione al Nutbush, quando si erano definitivamente lasciate; si erano semplicemente scambiate qualche messaggio, ma niente di più. Brittany sentiva la mancanza della sua migliore amica ogni secondo però sapeva di doverle lasciare i suoi spazi se voleva recuperare il rapporto, e così aveva fatto.
“E perdermi l’occasione di vedere Blaine ubriaco un’altra volta? Sai che non potrei mai” scherzò Santana, una risata breve che si fuse perfettamente con quella leggera di Brittany. Che suono meraviglioso.
“In realtà non volevo venire perché... beh ecco... Avevo altri inviti, una festa grandiosa a New York, con champagne e caviale... Ma Rachel ha insistito quindi”
Santana si strinse nelle spalle; anche lei credeva poco a quella bugia, ma a Brittany non importava perché sapeva bene cosa intendesse davvero. Anche lei le mancava, forse piano piano stava perdonandola.
“Capisco. Beh, qui non c’è il caviale ma ci sono delle tartine buonissime. Le abbiamo fatte io e Blaine! Ho imparato a cucinare sai? E davvero questa volta... ho capito che il guscio delle uova non si mangia, anche se ancora non ho capito dove vanno a finire i pulcini una volta che le hai cotte”
Di nuovo, Santana rise e finalmente trovò il coraggio per avvicinarsi davvero a Brittany. Si sedette di fronte a lei, sul divano e restò in silenzio qualche istante a guardarla: non la vedeva da sole poche settimane eppure le sembrava passata un’eternità da quando per l’ultima volta quei dolci occhi azzurri l’avevano guardata.
“Brittany senti, so che forse non è il momento adatto però... Volevo dirti che mi dispiace”
Esitò un istante prima di proseguire e Brittany ne approfittò per intervenire, sporgendosi verso di lei per poterle prendere una mano.
“Non sei tu che devi scusarti, sono io. Mi sono comportata male Santana, e non smetterò mai di scusarmi. Ma io ti voglio ancora bene, quello che provo per te non è cambiato... Cioè... Tu sei la mia migliore amica. E lo sarai per sempre”
“Anche tu lo sei Britt. E mi sei mancata da morire!”
Gli occhi di Santana si fecero lucidi mentre lei tratteneva le lacrime, impedendosi di piangere e di parlare ancora perché sapeva che non sarebbe riuscita a resistere.
Fu Brittany a prendere l’iniziativa, sedendosi vicino a lei per abbracciarla forte.
“Anche tu mi sei mancata. Mi sei mancata tantissimo, non so stare senza di te. Ti prego San, perdonami e dammi un’altra possibilità” sussurrò nascondendo il viso contro la sua spalla, sentendosi al sicuro nel suo abbraccio come era sempre stato fin dai tempi della scuola.
Quando tutti la prendevano in giro, quando prendeva un brutto voto, quando succedeva qualcosa che non riusciva a spiegarsi, era tra quelle braccia che si rifugiava e trovava conforto. Sarebbe sempre stato così, lo sapeva bene.
“E’ proprio questo che volevo dirti. Io... Non ti posso promettere che riuscirò ad ascoltare stucchevoli racconti sui romantici appuntamenti fra te e due ruote però... Voglio vederti. Voglio parlarti, poterti raccontare la mia giornata e sapere come stai. Possiamo... Possiamo provare a ricominciare se ti va, a tornare come eravamo. Che ne dici? Anno nuovo, vita nuova giusto?”




Mancavano pochi minuti alla mezzanotte quando tutti iniziarono a radunarsi intorno al tavolo. Lo spumante era pronto sul tavolo per essere aperto, tutti avevano già il bicchiere in mano e sulla televisione stava per partire il conto alla rovescia.
“Chi stappa la bottiglia?” domandò Sam guardandosi intorno, senza lasciare la presa attorno alle spalle di Mercedes che era stretta a lui.
“Ci penso io ovviamente! Voi fareste solo disastri pivelli”
La voce arrivò dalle scale che Sebastian stava scendendo in fretta, con Blaine alle sue spalle; entrambi avevano un curioso sorriso sulle labbra.
“Ci siamo tutti? Dov’è Brittany?” domandò il padrone di casa guardandosi intorno, giusto in tempo per vedere la sua migliore amica raggiungerli con Santana al suo fianco. Stavano ridendo come una volta.
Forse quell’anno nuovo sarebbe iniziato bene per tutti una volta tanto.


Il conto alla rovescia partì.


Dieci...
Nove...


Tutti si guardavano l’un l’altro, eccitati ed emozionati come ogni volta, nonostante tutti sapessero che in realtà non succedeva niente di che.


Otto...
Sette...


Si fecero tutti più stretti, mentre si riformavano tutte le coppie pronte a quel fatidico bacio di mezzanotte. Erano pochi i single presenti, ma nessuno ci faceva caso: tutti stavano riuniti in un grande abbraccio.


Sei...
Cinque...


Brittany porse la mano a Santana che l’afferrò con un sorriso, senza smettere di contare. La sua Brittany. Avrebbe iniziato l’anno con lei, e per niente al mondo avrebbe rischiato ancora di perderla.


Quattro...
Tre...


Sebastian svitò la copertura del tappo dello spumante, pronto a farlo saltare, sotto l’attento sguardo di Blaine. Gli strizzò l’occhi divertito, passandosi istintivamente la lingua sulle labbra al ricordo del bacio di mezzanotte che si erano scambiati con un po’ di anticipo. Anzi, ai baci.


Due...
Uno...




 

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Miiiiiiaaaaaaaaooo bellissime persone <3

Quanto mi mancava questo angolino! Quanto mi mancava pubblicare e soprattutto voi! 
Quanto ci mancava.... :D

Decisamente in ritardo sulla tabella di marcia, ma eccoci tornate. Non abbandoneremo mai questa storia statene pur certi: gli ultimi capitoli sono già in fase di lavorazione e speriamo di riuscire a pubblicarli il prima possibile.
Sicuramente non faremo passare altri 6 mesi. GGGGGIURO PROMETTO!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che ci faccia perdonare almeno un pochetto....
A presto gente

baci baci e tanta Tubbingtastian a tutti ( so che vi è mancata)




*Titolo canzone: "Lo scorso Natale"
Lo scorso natale ti ho donato il mio cuore
ma il giorno seguente tu l'hai buttato via,
quest'anno per evitarmi lacrime
lo donerò a qualcuno di speciale




 

  
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