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Autore: Elsa Maria    14/01/2014    3 recensioni
Takao Kazunari, il giovane playmaker dello Shutoku, si ritrova nella situazione più complessa della sua vita: una relazione monotona. Il fidanzamento non procede affatto, ogni giorno è caratterizzato dalla solita routine. Cosa può fare per portare una svolta alla situazione? Non gli rimane che prendere una drastica decisione.
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MidoTaka partecipante al contest: 'Seme vs Uke - Lotta per la verginità' indetto da HigurashiShinko.
Buona lettura!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Passo decisivo.


Sospirò, chiudendo la chiamata appena conclusa. Si abbandonò sulla sedia girevole coprendosi la fronte con il palmo della mano che stringeva il cellulare. Sarebbero usciti, insieme, da soli. Ne era felice, molto, ma non poteva mentire a se stesso: non ce la faceva più. Era ormai dall’incirca due mesi che si erano fidanzati e quella stessa, medesima, situazione proseguiva imperterrita: la loro relazione non aveva subito alcun tipo d’evoluzione dal primo giorno in cui stavano insieme. La routine consisteva nell’andare a scuola insieme, pranzare insieme, allenarsi insieme, tornare a casa insieme per poi concludere la giornata con un innocente bacio; mentre nei giorni festivi, come quello, se uscivano passavano tutto il pomeriggio in giro per la città e, infine, come il resto della settimana, tornavano a casa e si salutavano con un 'bacetto'. Anche se non era molto che stavano insieme, quella situazione stabile lo angosciava: se non volesse più stare con lui? Se avesse sbagliato qualcosa? Era normale che gli sorgessero certi dubbi. Per le prime due settimane, capendo bene che accettare la propria omosessualità non era poi così semplice, non pretendeva nulla, l’ansia iniziò a nascere verso la fine del mese accorgendosi che niente era cambiato, ma la goccia che fece traboccare il vaso fu quell’ultimo periodo, nel quale non solo si poneva continue domande sul suo agire, insicuro se fosse giusto o meno, ma voleva con tutto se stesso poter toccare e appropriarsi della verginità del fidanzato. Era così sbagliato? 
Si alzò dalla sedia, lasciando il cellulare sulla scrivania, aprì contemporaneamente le due ante dell'armadio tirando fuori da un cassetto un maglione nero, i jeans già li aveva addosso. Probabilmente pretendeva troppo, ma avrebbe voluto approfondire la loro relazione. Sarebbe sicuramente impazzito di quel passo.
Velocemente indossò ciò che aveva preso dall'armadio, recuperò il cellulare che mise con un po' di soldi nella tasca del giacchetto nero dal collo di pelliccia. Scendendo le scali andò nella cucina dove c'era la madre che stava aiutando la sorella a fare i compiti. 
"Kazunari." Lo chiamò la donna vedendolo entrare di fretta.
"Dove corri onii-chan?" Chiese poi la sorella.
"Esco con Midorima." Disse il ragazzo prendendo un cucchiaio di legno. 
"Di nuovo con lui? Ma non è che siete fidanzati?" Lo provocò lei, sorreggendosi la testa con il palmo della mano, guardandolo furbesca.
"Chissà." Ridacchiò il ragazzo uscendo dalla sala per poi sedersi sullo scalino del genkan (*). Si mise delle scarpe da tennis e, afferrando le chiavi dei lucchetti del rear car appese, uscì da casa sua, prendendo il veicolo e pedalando verso l’abitazione del tiratore. 
Lo bacerò appena potrò, iniziamo da questo!- Pensò -Non mi farò battere da quel maniaco dell'oroscopo! Io, Takao Kazunari, otterrò ciò che voglio, ho anche il mio portafortuna: il cucchiaio di legno.
Pedalò con più decisione. Si erano dichiarati, e di conseguenza fidanzati, il giorno seguente la sconfitta contro il Seirin. Era accaduto tutto per caso... Dopo aver mangiato uno snack in seguito agli allenamenti, Takao aveva dovuto accompagnare, come sempre, Midorima a casa sua, ma essendosi bucata una ruota della bicicletta, erano rimasti fermi in un parco, attendendo che la madre del tiratore venisse a prendere il figlio, mentre Takao sarebbe tornato a piedi abitando più vicino. Ricordava il silenzio, poi una sua sciocca battuta e la reazione imbarazzata dell'altro. Avevano intrecciato le mani, provocando espressioni differenti per entrambi, ma uno stesso sentimento.
"Ti amo."
Aveva sussurrato.
"Anch'io." 
Aveva risposto.
Frenò, fermandosi davanti al semaforo rosso. Sentì il cellulare vibrargli nella tasca, lo prese e controllò chi lo stesse chiamando. 
"Shin-chan?" Rispose portando l'apparecchio accanto all'orecchio. 
"Takao non serve che vieni a casa mia, ti sto aspettando all'incrocio di Shibuya."
Shibuya? Il ragazzo rimase pietrificato. 
"Shin-chan, lo sai vero che Shibuya è lontano da dove sono io?" Ribatté incredulo. Come ci sarebbe arrivato in poco tempo? Inoltre aveva anche il rear car con sé.
"Devi prendere il treno."
"Ma perché proprio Shibuya?!" Sbottò.
"Perché ho accompagnato Sakurako che doveva incontrare delle amiche."
"Quindi mi hai proposto di uscire solo perché eri già uscito?" Midorima tacque.
"Allora ti aspetto, nanodayo." Ed attaccò. 
Takao rimase interdetto con il cellulare che per poco non gli scivolava di mano; solo una suonata di clacson lo rianimò. Shibuya? Doveva andare a Shibuya per un suo capriccio? Innervosito riprese a pedalare cambiando strada verso la stazione; non poteva altro d’altronde, lo doveva vedere. Parcheggiata la bici mise i dovuti lucchetti ed andò a prendere il treno che lo fece attendere, per sua immensa fortuna, solo cinque minuti. Munito d'abbonamento arrivò senza alcun problema nella zona. 
Praticamente.- Pensò mentre era seduto tra un bambino che si stava lagnando e un uomo che puzzava di fumo -Oggi ci vediamo solo perché sua sorella Sakurako è uscita?!
Si massaggiò nervoso le tempie. La loro relazione era messa anche peggio di quello che credeva, ma gliel'avrebbe fatta pagare e a modo suo... Love hotel Hill (**), li l'avrebbe portato. Era giunto il momento di procurare una svolta alla vita di entrambi.
Aveva raggiunto il punto d'incontro, Midorima lo stava aspettando accanto la statua del cane Hachiko (***).
"Shin-chan!" Lo chiamò correndogli incontro. "Salve." Sorrise. Il ragazzo si tirò su gli occhiali e lo salutò a sua volta. 
"Che giro vuoi fare?" Gli chiese.
"Non ho un posto preciso dove andare." Rispose Midorima mettendo le mani nella giacca color nocciola.
"Allora seguimi." E l'altro iniziò a camminare.
Il tiratore lo guardò interrogativo e lo seguì. Sembrava strano o almeno gli dava l'impressione che lo fosse; la sua felicità che non corrispondeva affatto alla voce che aveva sentito al telefono era il segno più lampante che fosse diverso dal solito, quasi avesse elaborato un qualche 'piano malvagio'. 
"Tutto bene Takao?" Gli chiese appena lo raggiunse, guardandolo attentamente, intenzionato a scrutare una qualunque espressione.
"Sì, non dovrebbe?"
"Non volevo dire questo." Sospirò giocherellando con la moneta che aveva in tasca, il suo lucky item. In realtà dentro di sé sapeva bene perché il ragazzo era giù di morale quei giorni, si era accorto di quella verità che il playmaker aveva cercato di nascondere: si era stancato di lui, non lo amava più. Probabilmente la causa era il suo comportamento infantile nella loro relazione; purtroppo a differenza del suo fare duro e serio che mostrava in qualunque momento che passava con lui, in realtà era imbarazzato alla sola idea di essere fidanzato con Takao, ma un imbarazzo scaturito non solo perché avevano lo stesso sesso, ma anche perché si trattava dello stesso Takao. Passare dall'essere amici all’essere fidanzati gli sembrava ancora una cosa irreale, tanto che non riusciva ad andare oltre quel bacio che si scambiavano a fine giornata, eppure lui voleva qualcosa di più; si era chiuso più notti a pensare alla situazione, che gli impediva persino di studiare, per arrivare alla conclusione che la loro relazione necessitava di un mutamento, ma a quanto pareva Takao si era già stancato dei suoi modi di fare e il coraggio per fare un passo decisivo si era volatilizzato. 
Continuavano a camminare, sempre dritti, facendosi spazio tra un viavai di persone che andavano contro corrente rispetto a loro, altri che invece correvano superandoli. Takao abbassò lo sguardo per poter vedere Midorima che era dietro di lui; la mano, quella bendata, era fuori dalla tasca, sembrava quasi volesse farsi prendere. Spostò lo sguardo sul suo viso, quegli occhi assorti in chissà quali pensieri e le labbra sottili, sempre chiuse, serie e riservate. 
Io le ho violate.- Gli venne da pensare. Midorima alzò un angolo della bocca in un sorrisetto divertito che lo fece avvampare. Si era accorto che lo stava vedendo, si sentì stupido. Tornò a guardare davanti a sé porgendo, poi, la mano all'altro dicendogli: "Dobbiamo girare lì, ci conviene attraversare." Ed indicò con la mano libera la strada. Il tiratore non prese la mano, ma lo raggiunse alle strisce pedonali. Takao sospirò sconsolato e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni; era veramente incorreggibile. Attraversata la strada, Midorima si gelò accorgendosi di quale via si trattava quella che stava imbucando il ragazzo; gli bloccò il polso.
"Per fermarmi non ti fai problemi, nee..." Mormorò senza farsi sentire, voltandosi. "Che c'è, Shin-chan?"
"Ma questo..."
"Love hotel hill." Sfuggì alla sua presa per poi invertire la situazione prendendogli il polso. "Andiamo." E lo 'trascinò' verso il primo albergo.
"Una stanza economica, per un'ora." E lasciò sul bancone della reception i soldi. La signora gli diede una chiave con un pendaglio a forma di cuore, rosso e glitterato. Lanciò uno sguardo ai due, misto tra lo schifato e l'inorridito; Takao rispose con un sorriso, salendo le scali verso il primo piano tenendo Midorima sempre per il polso, che nel frattempo si sarebbe voluto seppellire. Gli sguardi della gente, della signora... La vergogna l'aveva completamente soggiogato, tant'è che avrebbe voluto uscire da quel luogo e scappare, eppure il suo corpo sembrava respingere quell'idea volendo rimanere accanto il fidanzato. 
Takao aprì la porta facendo entrare prima Midorima e poi se stesso. 
"Non abbiamo molto tempo quindi permettimi di sbrigarmi." Disse iniziando a levarsi il giacchetto e poi il maglione di cotone. 
"A-aspetta Takao." Lo bloccò poggiandogli una mano sul petto. "Io... Voglio farmi prima una doccia!"
"Possiamo farla insieme."
"Da solo."
"Perché?"
"Perché sì."
"Non è una risposta."
"Per me lo è." Ribatté sbuffando, levandosi la giacca. "Quindi vado a farmi una doccia."
"Ma..." Takao sospirò. "D'accordo, ti aspetto." Si andò a sedere sul letto. Midorima entrò nel bagno chiudendosi a chiave. Si poggiò alla porta facendo un sospiro profondo; cosa diamine poteva fare? Era nel panico totale, non poteva scappare a quella situazione. Si poggiò una mano sul cuore: sembrava impazzito. Si avvicinò alla grande specchio rettangolare, sciacquandosi il viso; si rimise gli occhiali che aveva poggiato sul lavabo notando quanto fosse rosso. Si poggiò una mano sulla guancia: si sarebbe potuto ustionare. Velocemente si spogliò, aprì l'acqua e, sciolte le bende, andò sotto di essa, con gli occhiali ancora sul volto. 
Aveva scelto lui di stare con Takao, nessuno l'aveva costretto, si faceva schifo per essersi vergognato alla reazione di quelle persone. Diede un pugno alla parete di mattonelle. Era davvero così sciocco? Vergognarsi perché amava una persona che a pieno ricambiava i suoi sentimenti -almeno questo pensava, visto che si trovava lì. Non avrebbe perso contro Takao, non l'avrebbe permesso; lo stava mettendo alla prova e lui non avrebbe di certo esitato, non sarebbe stato il passivo. Si iniziò a lavare usando una saponetta, tenendo ben a mente il suo obiettivo. Lo amava, glielo aveva detto, non si sarebbe tirato indietro, avrebbe vinto lui la battaglia, mostrando a Takao quanto in realtà accettasse la loro relazione.
D'altro canto Takao era sdraiato sul letto, guardando le lancette l'orologio appeso alla parete. Un secondo, due secondi, tre secondi... Davvero a Midorima non importava niente? Forse era stato lui ad averlo forzato involontariamente, quel 'Anch'io' che era stata la risposta alla confessione probabilmente non era una vera e propria conferma dei suoi sentimenti, ma lui l'aveva presa come tale e di conseguenza il giorno dopo il tiratore si era ritrovato in quella situazione difficile, incapace di poter rifiutare.
In poche parole non mi ama.- Pensò facendo un sorriso malinconico, coprendosi gli occhi con l'avambraccio. Si sentiva stupido, insulso...
La porta del bagno si aprì e ne uscì un Midorima coperto solo da un asciugamano.
"Shin-chan..." Balbettò Takao, arrossendo a quella vista.
"Takao." Si avvicinò, mettendo un ginocchio sul letto. 
"Aspetta." Si alzò per sedersi sui polpacci, bloccandogli le spalle. "Non ti preoccupare, non serve che ti sforzi." 
"Eh?"
"L'ho capito che ti ho forzato dal primo momento, mi dispiace." Chinò la testa dispiaciuto e imbarazzato, più lo vedeva e più il cuore batteva forte.
"Ma... Sei un'idiota?" Sbuffò sconsolato. "Ero venuto qui per poterlo fare con te e invece che fai? Ti ritiri in questo modo." Il ragazzo lo guardò interdetto, batté le palpebre, esaminandolo velocemente.
"... Che aveva l'acqua, stai bene? Sicuro che non era avvelenata? Forse hai preso freddo."
"Smettila di dire sciocchezze." Gli alzò il mento con l'indice, poggiando anche l'altro ginocchio sul materasso. "Ho deciso che è ora di ricambiare il tuo amore." Si fece avanti per baciarlo, ma Takao lo fermò nuovamente. "Non mi dire che stai pensando di fare l'attivo."
"Ovvio che sì." 
"Non ci pensare, sarò io a prendermi la tua verginità." Fece il playmaker avvicinando a sé Midorima, facendolo cadere sul letto e sedendosi su di lui.
"Starai scherzando spero." Il tiratore tirò su il busto, poggiandosi sugli avambracci. "Non voglio essere il passivo." Sbottò cercando di scansare il ragazzo da sopra di sé, ma questo gli stuzzicò un capezzolo.
"No Shin-chan, ti ho portato io qui e io sarò l'attivo."
"Takao..." Lo prese per le spalle e lo fece sdraiare accanto a te. "Non ci pensare!"
"E dai, Shin-chan."
"No."
"Abbiamo poco tempo... Per favore."
"No."
"Sei troppo timido per fare l'attivo... Non ce la faresti, lascia fare a me."
"No."
"Quindi vuoi essere te l'attivo?"
"No... Ah! Volevo dire..." Takao lo baciò tappandogli la bocca. 
"Hai detto di no, quindi rispetta la parola data e fa' il passivo."
"Sei troppo capriccioso."
"Anche tu." Ribatté il playmaker sorridendo e riprendendo la posizione precedente. "Ti amo tanto, Shin-chan... Voglio dimostrartelo."
"Ma..." Avvampò a quelle parole voltando lo sguardo. "Perché io non posso? Anche per me è lo stesso." Disse per poi deglutire, pentendosi di aver parlato. Takao anche era arrossito.
Come abbiamo fatto per due mesi a rimanere fermi allo stesso punto?- Si chiese sdraiandosi sul petto del fidanzato. 
"Ho pensato non mi amassi più." Mormorò stringendosi a lui. 
"Lo dico sempre che sei un'idiota o sbaglio?" 
"Lo so." Sorrise. 
"Io credevo ti fossi stancato di me... Che mi volessi lasciare." Aggiunse poi Midorima, guadagnandosi lo sguardo sorpreso di Takao. "Certo che mi ero stancato! Non ce la facevo più! Eravamo sempre allo stesso punto." Affermò, stupito che il ragazzo anche accorgendosene non era intervenuto.
"Pensavo non mi amassi più, per questo non riuscivo ad esprimerti altro... Insomma, se mi avessi rifiutato? Non era proprio nei miei piani ricevere un rifiuto." Sbottò irritato.
Si guardarono negli occhi in silenzio. Se solo si fossero parlati probabilmente la loro relazione sarebbe stata più che profonda, sarebbero già legati con una catena di ferro l'uno all'altro; però andava bene anche in quel modo, l'importante era che si erano chiariti. Takao lo baciò facendo penetrare nella bocca la lingua che intrecciò con quella dell'altro. Le fecero toccare, le mossero, le divisero per poi riunirle, mentre l'eccitazione aumentava. L'attivo percorse con una mano il busto dell'altro, stuzzicando un capezzolo che stava diventando più turgido. Lasciata la bocca spostò la lingua verso l'orecchio che segnò con un morso per poi scendere sul collo. Lento e sensuale. Midorima fece scivolare una mano lungo la schiena del ragazzo, fermando l'altra sulla testa, passando le dita fra i capelli. 
"T-takao..."
"Che c'è, Shin-chan?" Alzò la testa, guardandolo negli occhi. Midorima lo afferrò per le braccia e lo portò sotto di sé. 
"Non ti prendere certe libertà, sarai tu ad essere mio."
"Che?! Non ci pensare nemmeno non ti cederò la mia verg..." Il tiratore lo baciò avidamente, con maggior intensità da quella usata da Takao, tanto che lasciò il ragazzo senza parole per controbattere, completamente annichilito. 
"Lo farai." Disse con un tono fermo, beandosi dell'espressione succube del ragazzo. Solo sua. Non l'avrebbe mai ceduta. Morse la clavicola, baciò lo sterno. Accarezzò il petto, i capezzoli, procurando a Takao un brivido di piacere che gli percorse tutta la schiena. Gli aprì la cerniera dei pantaloni scoprendo i boxer grigi dall'elastico blu, il quale prese insieme ai pantaloni per calarli, ma il ragazzo gli bloccò il polso. 
"Non è giusto, voglio anch'io la mia parte." Affermò alzando il busto, sfilando le gambe che erano tra quelle piegate dell'altro. Midorima, di conseguenza, si sedette, mentre Takao, nuovamente in ginocchio, sporse in avanti il busto tenendo le mani sulle spalle larghe dell'altro per mantenere l'equilibrio. 
"Non mi credi all'altezza?"
"Oggi lo scorpione è al quarto posto, mentre il cancro al terzo, ho più possibilità io di farti provare maggior piacere." Accampò quella scusa più che discutibile, Takao non poté altro che ridere.
"Che c'entra l'oroscopo? Come può uno tsundere come te riuscire ad andare fino in fondo?"
"Poi ero io che non mi fidavo, nanodayo?"
"Già, nanodayo." 
Si guardarono per un po' con l'intento di scrutare quella frase, quel gesto che avrebbe reso completamente succube l'altro. Takao si sedette a gambe incrociate come Midorima, il quale drizzò la schiena. Misero i pugni in avanti e si guardarono con sfida.
"Mora cinese." 
"Una sola botta, il perdente è il passivo." Aggiunse Takao, iniziando a muovere la mano.
"Uno."
"Due."
"E..." La porta della camera si spalancò. 
"L'ora è scaduta, devo ripulire che se arrivano altri clienti non c'è spazio, sloggiate." Disse la signora del Love Hotel, per poi guardarli un attimo. "Tsk, cinque minuti per sbarazzarvi di quelle cose." Ed indicò le due erezioni. Sbuffò innervosita e poi chiuse la porta sbattendola.
"Tre. Ho vinto!" Esultò Takao che aveva approfittato di quel momento per aprire la mano. "Carta batte Sasso." Spiegò avvolgendo la mano rimasta a pugno di Midorima. 
"Eh? Cosa...!"
"Ci penso io!" Fece per levargli l'asciugamano, ma Midorima gli diede un cazzotto in testa andando in bagno dove aveva anche i vestiti. Takao aspettò il suo turno massaggiandosi la testa dolorante. 
Una volta che entrambi furono pronti se ne andarono ignorando completamente gli sguardi indecenti della signora.
Non verrò più in un love hotel... La prossima volta a casa mia.- Pensò con decisione Takao, annuendo sicuro, gesto che fece preoccupare non poco Midorima per il proprio futuro. 
Tornarono a casa insieme chiacchierando un po' del più e del meno, quasi non fosse accaduto nulla. Scesi dal treno, alla loro fermata, Takao riprese il rear car accompagnando Midorima a casa sua. Il tiratore si fece lasciare ad un vicolo, poco prima dell'abitazione, per evitare che fosse visto dai familiari. Prima di dividersi, come da routine, i due si salutarono con un semplice, stupido, noioso bacetto.



 

(*) Genkan: l'entrata dove si lasciano le scarpe.
(**) Shibuya: zona commerciale di Tokyo -l'incrocio di Shibuya è l'incrocio più attraversato al mondo, 100.000 persone l'ora-
(***) Love hotel hill: la collina dei love hotel, un punto di Shibuya dove sono riuniti tutti i Love hotel della zona. 


 

 

N.d.A:
Non ho molto da dire oltre che ho puntato molto sull'originalità. La MidoTaka è una coppia molto 'viceversa': c'è chi vede più sopra Midorima, chi Takao, perché entrambi sono incredibilmente orgogliosi e testardi. Per quanto lo stesso Takao definisce Midorima uno tsundere -non che sia una novità- si potrebbe pensare che non sia 'in grado' di fare l'attivo, ma è difficile vederlo come passivo dato che non sembra affatto il tipo da farvi comandare da un altro, soprattutto se un ragazzo, a maggior ragione se è Takao; per cui io mi sono concentrata proprio su quest'aspetto, non credo fosse possibile con loro due proporre il classico Seme e Uke -come Usami e Misaki. Spero, quindi, di aver rispettato l'IC e di aver donato una svolta unica alla storia.
Buona lettura!

 

   
 
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