Ultimo giorno di scuola.
Tutti i ragazzi stavano uscendo da scuola allegri e straordinariamente
allegri per l'arrivo delle vacanze estive.
Camilla stava uscendo correndo dall'aula. Quel giorno finalmente
avrebbe confessato i suoi sentimenti a Fabrizio. Si erano messi
d'accordo di trovarsi dietro alla scuola; il posto l'aveva scelto
Camilla in modo che Alessia non li avrebbe trovati.
Stava uscendo dalla scuola, attraversò di colpo la strada e
non vide che un ragazzo si stava avvicinando con una moto.
Si sentì solo una frenata improvvisa e poi più
niente.
La ragazza era per terra che fissava l'asfalto terrorizzata.
Fortunatamente il ragazzo dai riflessi pronti aveva frenato e fermato
la moto.
Camilla si stava ancora riprendendo quando notò che il
ragazzo le stava parlando e pensare che non si era nemmeno accorta che
il ragazzo fosse sceso dalla moto.
-Tutto bene?- le chiese. Lei alzò il viso e rimase come in
trance.
Non aveva mai visto una cosa del genere: era come se un angelo fosse
disceso dal cielo. Davanti a lei c'era un ragazzo molto bello
con dei capelli biondi come i suoi e degli occhi color cioccolato
davvero travolgenti.
Dentro di sé aveva come l'impressione di averlo
già visto e fissandolo capì che lui stava
pensando proprio quello che stava pensando lei.
Senza che me ne resi conto gli risposi che stavo bene e lui mi
offrì la sua mano per alzarmi. Quel lieve contatto ci
provocò una strana sensazione che ci fece allontanare subito
uno dall'altra.
-Scusa se ti sono venuta addosso e che avevo la testa da un'altra
parte!- dissi scherzando ma soprattutto per rompere quel silenzio
imbarazzante.
-Figurati ma le bambine come te dovrebbero stare più
attente- disse con un tono acido che mi fece infuriare.
“Bambina” a me, ma chi si crede di essere. Io non
sono una bambina, ho già 16 anni!!!!!
-Ehi bambina a chi! Brutto presuntuoso e io che ti avevo chiesto anche
scusa...- e detto questo me ne andai arrabbiata più che mai
anche se quell'incontro, in qualche modo mi aveva sconvolto dentro.
Mentre se ne andava il ragazzo si accorse di un piccolo oggetto in
terra. Lo raccolse e notò che era una collanina con una C
incastonata.
-Che stupida, deve averla persa mentre ci siamo scontrati e non se
n'è neanche accorta- disse con un mezzo sorriso sulle labbra.
Starno per lui perché da tempo niente e nessuno riusciva
più a farlo sorridere.
Se la mise in tasca e se ne andò.
“Che rabbia!!!” penso mentre cammino. Ad un certo
punto mi guardo intorno e non riesco neanche a ricordarmi come sono
arrivata lì. Guardo l'orologio e per un pelo non mi viene un
infarto: erano le 17 e io avevo appuntamento con Fabrizio alle
16.... “Accidenti sono in super ritardo. Per colpa
di quello sbruffone non mi sono resa conto che il tempo
passava!”