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Autore: Pearlice    14/01/2014    7 recensioni
Nella notturna e surreale atmosfera del bosco di Lothlòrien, i pensieri di un uomo in procinto di prendere piena coscienza dei sentimenti suoi e dell'altro e di accettarli. Perché a volte un piccolo gesto può portare a galla grandi rivelazioni. AragornxLegolas
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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I suoi capelli tra le dita

 
Era calata la notte sui colori invernali del bosco di Lothlòrien. Gli Elfi avevano allontanato il loro malinconico canto dalle sue orecchie e l’unica entità rimasta vigile sembravano essere i pensieri nella sua testa.
Legolas era sdraiato su un fianco accanto a lui e gli dava le spalle, entrando nel flet aveva notato che le sue palpebre erano abbassate ed il suo respiro calmo e regolare.
Aveva osservato a lungo la sua schiena, avvolta dalla sottile stoffa azzurrina, muoversi impercettibilmente agli atti del respiro e ne era stato come ipnotizzato, entrando in una fase in cui conscio ed inconscio si mescolavano, rendendo impossibile alla sua mente decretare se stesse vivendo un sogno oppure la mera realtà.

Con un movimento lento e non premeditato, afferrò delicatamente una ciocca dei suoi capelli biondi, avvolgendola a spirale intorno alle ultime falangi ed ammirando rapito come il riverbero del bagliore lunare la arricchisse di riflessi argentati.
Non si chiese perché lo stesse facendo, ma  erano così belli e piacevoli al tatto che probabilmente aveva sempre desiderato di poterli toccare, senza mai arrivare a formulare consapevolmente quel pensiero nella sua testa. Una debole voce, ben celata chissà dove nella parte razionale di sé, l’ammonì che l’altro si sarebbe sicuramente accorto quella sua improvvisa e sfacciata presa di confidenza, ma era una voce lontana ed ascoltarla, in quel momento, era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare.
In un attimo, anche se la recente morte di Gandalf non poteva esser considerato un lieto antefatto, né il possente russare di Gimli un romantico sottofondo, una sorta di felicità primordiale gli si spanse nel petto, al solo sentire quei capelli tra le sue dita, quasi come fosse stato un bisogno primario rimasto inascoltato per troppo tempo fino a quel momento.
Un sentimento caldo, avvolgente, rassicurante.
Una dolcezza come non ne aveva mai provata, nemmeno durante i notturni incontri clandestini con Arwen, al palazzo di Gran Burrone.
Una dolcezza che forse spiegava perché ultimamente il viso dell’Elfa aveva frequentato sempre più di rado i suoi sogni e perché gli sguardi che aveva lanciato al suo compagno di missione avessero iniziato a durare più del previsto, sia che fossero sollevati, preoccupati, tristi o incerti.
Una dolcezza simile a quella provata nell’attimo in cui Legolas l’aveva stretto per afferrarlo sul ponte di Khazad-dum, nelle miniere di Moria. In quel momento i suoi occhi gli avevano parlato, ne era certo, eppure, nonostante gli anni passati a comunicare solo in elfico, non era stato in grado di decifrare cosa questi avessero voluto dirgli. In compenso però, i brividi di emozioni inaspettate che lo scuotevano dal profondo in quella nottata prodigiosa, lo aiutarono a decifrare perché, nonostante l’angoscia, la fretta e la confusione, in quell’istante avesse avuto tutto il tempo di perdersi in quello sguardo.

Senza accorgersene, pur avendo osato accarezzare inizialmente le sole punte dei capelli, era arrivato ad avvolgersi tra le dita l’intera ciocca, come se il suo inconscio bisogno di avere di più avesse avuto la meglio sulla sua ragionevolezza. Magari, sovrappensiero com’era, aveva anche sfiorato l’orecchio del proprietario, così pericolosamente vicino alla sua mano in quel momento, eppure quello non aveva dato segni di fastidio, né si era mosso di un millimetro.
Aragorn, dal canto suo, di una cosa era certo e lo era stato fin dall’inizio, anche se gli aveva fatto comodo fingere di dimenticarsene: gli Elfi non dormivano, o almeno non come gli uomini e di sicuro non con gli occhi chiusi.
Se avesse voluto una riprova di ciò, in effetti, non avrebbe dovuto far altro che sporgersi sul corpo dell’altro per vederlo in viso ed avrebbe potuto ammirare il più bel sorriso che Legolas avesse mai sfoggiato.




Note dell'autrice
Salve a tutti, questa doveva essere una flashfic ma come al solito mi sono lasciata prendere la mano. In ogni caso è una breve storiella senza pretese, giusto per potermi presentare in questo fandom. Lieta di essere tra voi! u.u
Shane
  
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