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Autore: DanzaNelFuoco    14/01/2014    0 recensioni
(Niente di vero tranne gli occhi)
Era stato stupido Jordan e lo sapeva.
Sapeva che era bastato il semplice fatto che lei avesse detto "non puoi avermi" per aver fatto sì che lui la desiderasse.

JordanxLysa
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Wrong
 
Era stato stupido Jordan e lo sapeva.
Sapeva che era bastato il semplice fatto che lei avesse detto "non puoi avermi" per aver fatto sì che lui la desiderasse.
E c'era riuscito, certo che c'era riuscito. Infondo lei non voleva che questo, che lui ci riuscisse.
Per un po' aveva anche funzionato il loro strano rapporto, spinto dal vento della novità e dall'infantile desiderio di essere diversi, di essere più morali che fisici.
Ma Jordan doveva mandare giù l'incertezza ogni volta che facevano l'amore -l'amore, non sesso, perché l'amore lo puoi fare con chiunque ami, ma il sesso...- e si trovava in mano cose che non avrebbe... voluto? dovuto?
E non importava quanto nascondesse e inghiottisse e mascherasse, Lysa se ne accorgeva sempre. A volte sotterrava anche lei, facendo finta di non sentire il suo uomo esitare nel prenderla, rigorosamente da dietro, perché davanti... beh, non si poteva... Era quasi grata di non riuscire a vedere la sua espressione, piegata sul letto o su qualunque cosa le offrisse sostegno, non credeva sarebbe riuscita a sopportarla.
Quel momento di dubbio -continuare o no?- arrivava sempre, nonostante lei pregasse e supplicasse che un giorno il suo compagno non si fermasse in quel momento, anche solo per una frazione di secondo.
Eppure quell'attimo di sospensione, di attesa sopra una corda tesa allo spasmo, in cui l'ago della bilancia poteva pendere da una parte, ma anche dall'altra, si verificava sempre. Anche se alla fine la decisione era la stessa, anche se alla fine la monetina mostrava sempre testa, quel secondo in cui niente era propriamente determinato la schiantava psicologicamente.
E poi erano arrivate le litigate.
Maureen.
Maureen che non c'entrava nulla.
Maureen che abitava dalla altra parte del mondo, in un altro continente, in un'altra dimensione.
Maureen che lo aveva chiamato solo per parlargli di Gerald e di quello che ricordava, perché nonostante quello che aveva detto Roscoe lei non aveva perso la vista, ma a tratti immagini e balenii di quello che Gerald, Jerry, aveva fatto lo vedeva ancora. A volte Lucy, a volte Snoopy, a volte Pig Pen, a volte un coito, mentre era immerso nei suoi colori, la visione distorta dalle droghe. E allora chiamava Jordan, l'unico che la capisse, anche se sapeva che liberarsi del peso di ciò che vedeva significava caricarlo sulle spalle dello zio dell'uomo che le aveva donato i suoi occhi.
Lysa lo ascoltava dietro la porta, mentre lui parlava con quella donna, una donna nata tale. E sentiva la gelosia farsi acuta e l'immagine di quel casto bacio che Maureen gli aveva dato sulla guancia balenarle davanti agli occhi e oscurare tutto.
Sapeva che quella donna, nonostante così lontana e persa nel dolore del lutto per Connor, brutalmente ucciso sotto il suo sguardo, poteva dare a Jordan quello che lei non avrebbe mai potuto dargli.
Aveva deciso di non farsi operare, anche se sarebbe stata una scelta facile, ma chi la amava la doveva amare così com'era. E poi sapeva che quel momento di incertezza ci sarebbe stato sempre e comunque, lui si sarebbe comunque fermato, per controllare che durante il giorno non fosse cambiato qualcosa. Lysa sapeva che quell'esitazione l'avrebbe umiliata più di quanto non facesse l'esitazione di adesso.
A Lysa non importava che Jordan non facesse altro che parlare di lei con Maureen. Semplicemente Maureen era una donna e lei no.
E allora la gelosia trattenuta si gonfiava, fino a trapelare nel momento di massima tensione, come gas da una pentola a pressione. Lysa sembrava quasi godere di quei momenti in cui esplodeva e riversava tutto il suo astio femminile, ma fondamentalmente solo perché Jordan riattaccava il telefono bisbigliando una frase di cortesia alla donna all'altro capo del telefono prima di ascoltarla. Almeno quando litigavano aveva la sua completa e totale attenzione.
Ma non si può vivere litigando.
Così quando Jordan si era stancato e aveva imboccato la porta del suo vecchio appartamento, aveva avvertito un peso togliersi dal suo stomaco.
Lui non era gay e nonostante Lysa, come uomo, fosse la donna più bella che avesse mai visto, non poteva. Non poteva fingere che andasse tutto bene e che non ci fosse niente di preoccupante, perché fare l'amore con lei era tutto meno che naturale. Era fare l'amore, perché Jordan non poteva negare di amarla, ma non era sesso, non appagava gli istinti più animali.
Ed era accaduto sempre meno spesso, sempre meno volentieri, a tal punto che sembrava che Jordan dovesse farle un favore e che Lysa lo stesse supplicando.
E se Lysa non voleva, lui non insisteva. E se lui lo percepiva come un obbligo, Lysa non sarebbe certo stata il suo esattore delle tasse pronta a riscuotere l'obolo ogni sera.
E allora era accaduto sempre meno spesso, sempre meno volentieri, a tal punto che si erano ritrovati semplici coinquilini a dividere il letto, solo per dormirci.
Poi un giorno Jordan aveva preparato la sua sacca, solo che stavolta non c'era nessun casco di riserva dentro. Aveva lucidato la sua moto ed era andato via.
Lysa non aveva potuto fare nient'altro che guardare la Ducati rossa allontanarsi fino a scomparire tra le strade di New York e poi voltarsi per tornare a quel l'appartamento che anche quando aveva affittato era sempre rimasto di Jordan.
Si chiese se stesse riportando la moto a casa, in Italia, per poi andare da Maureen. Poi scacciò il pensiero consapevole che se la loro relazione era finita non era certo colpa di Maureen, ma delle sue paranoie.
Non sapeva che in realtà a Maureen Jordan non ci pensava affatto. Pensava solo a lei, Lysa.
Si chiese se l'avesse mai amata davvero e avesse cercato di far andare l'amore oltre il fisico o se si fosse solo illuso di questo, o peggio si fosse solo dato una giustificazione morale per una pulsione di curiosità che voleva estinguere nel corpo della donna. Dell'uomo. Di esso.
Mentre non cercava una risposta che non voleva darsi, fuggiva. Perché forse la risposta non era nessuna delle tre. Lui era un poliziotto, cacciatore e come cacciatore aveva cercato la preda più difficile e inarrivabile. Lysa era stata la sua Moby Dick.
Solo che Lysa si era fatta catturare e forse aveva perso il suo fascino. E quando la caccia era finita e Jordan aveva mangiato le carni del cervo, la carcassa era stata abbandonata dove era stata trovata.
Jordan rifiutava di pensarsi così, eppure mentre lo pensava accelerava, come a volersi allontanare da quel pensiero.
La strada sfrecciava sotto le sue ruote, non aveva meta, ma un unico obbiettivo: allontanarsi il più possibile da Lysa e da quello che aveva capito di essere in grado di fare.
 
 
  
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