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Autore: Winchester_Morgenstern    15/01/2014    2 recensioni
Perché, alla fine, tutti hanno il diritto di cambiare opinione. Cambiare significa crescere, maturare, riflettere.
E Katje l'ha fatto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marveleno

Serrai la presa sul corrimano delle scale, salvandomi da una brutta caduta o, peggio ancora, da uno svenimento. La testa girava come una trottola e sentivo lo stomaco in subbuglio, fino a quando non si spalancarono le porte del Palazzo Reale di Monsea e una fresca raffica di vento m'investì.
Scesi le scale come se nulla fosse successo, comportandomi come sempre, ma non potei mantenere quell'atteggiamento quando un conato di vomito mi salì lungo la gola. Corsi nel bagno di servizio più vicino, vomitando anche l'anima, probabilmente. Alla fine mi sciacquai la bocca sporca e il viso imperlato di sudore, osservandomi nello specchio a figura intera appeso alla parete.
Pelle pallida, più pallida del solito, e resa lucida da un velo di sudore. Il mio corpo sembrava non appartenermi più, i cambiamenti erano minimi, ma riuscivo a vederli. Della Katje di appena qualche mese prima sembrava essere rimasto poco, almeno ai miei occhi. Anche se lievemente, le mie forme erano cambiate. Non più sottili come un giunco ma curve, formose, il seno era diventato più pieno, la pancia non era più piatta come una tavola ma lievemente curva come quella di tutte le donne che non praticavano attività fisica.
Gettai ancora uno sguardo al mio ventre, e raggelai. Soltanto un occhio che sapeva dove cercare poteva vederlo, ma la mia pancia non era per niente quella di una qualsiasi donna. Sfilai la tunica e successivamente la casacca maschile che portavo, stringendola in mano e rimanendo nuda nella parte superiore del corpo.
Quando rimirai la mia immagine sullo specchio, la casacca cadde sul pavimento con un lieve tonfo. Con i vestiti si notava poco, ma senza era evidente : avevo messo su almeno tre o quattro chili, come minimo.
Tremante, sfilai anche i pantaloni di cuoio e gli stivali, denudandomi davanti alla superficie riflettente. Mi voltai verso il muro, osservando il mio profilo. I miei occhi percorsero tutto il mio corpo, dal volto deciso, scendendo per il collo e indugiando per un attimo sui seni più grandi di come ricordassi, fino a fermarsi sul ventre. Ventre su cui c'era un piccolo rigonfiamento. Non tanto evidente con strati e strati di indumenti sul corpo, ma Po se ne sarebbe sicuramente accorto con il suo Dono al ritorno dalla sua spedizione con Gideon.
Percorsi con un dito incerto il profilo della pancia, accarezzandolo lievemente, e poi lo tastai : non era molle come quando si ha un filo di grasso in più, no, ma lievemente più duro.
Le mie ginocchia cedettero, facendomi crollare a terra, sui vestiti e sulla pietra grigia del pavimento.
Ero incinta. Non mi ci voleva certo un medico per saperlo. Ma come era potuto accadere? Non vedevo Po da almeno tre mesi e tre settimane… ripensai all'ultima volta che avevamo fatto l'amore. Una notte fantastica, non c'è dubbio, ma non era questo che mi interessava. Andai avanti fino alla mattina successiva, quando dopo essermi svegliata corsi in bagno alla ricerca del Marveleno, trovando il vasetto vuoto. Ricordo che pensai "Poco male, il Marveleno può essere assunto fino a settantadue ore dopo un rapporto, chiederò più tardi a Bitterblue di prestarmene un po' di quello che le ho regalato…" ma poi ero stata coinvolta negli allenamenti fino a tarda notte, così mi ero ripromessa che l'indomani sarei finalmente andata dalla Regina di Monsea. E quel mattino volevo davvero farlo, ma mi ero svegliata tardi, quella notte Po sarebbe partito per ritornare dopo chissà quanto tempo, così ne approfittai e restai a letto con lui, rimandando ancora l'assunzione del medicinale. E poi, be'… all'alba del terzo giorno avevo completamente dimenticato di prendere uno di quei fiorellini viola e ingoiarlo. 
Mi presi la testa fra le mani, chiudendo gli occhi, mentre calde lacrime rigavano il mio volto. 
Non sapevo perché stavo piangendo. 
Perché mio figlio o mia figlia sarebbe cresciuto (o cresciuta) con due genitori non sposati? Non era questo il problema. 
Perché avrei dovuto sposarmi con Po? Non era nemmeno questo che mi spaventava, dopo dieci anni e mezzo con lui ormai ero scesa a patti con l'idea del matrimonio, ero pronta, ero fiduciosa. Sapevo che il mio principe di Lienid non mi avrebbe mai tarpato le ali. 
Perché non volevo un figlio? No. Sentivo che non era questa la causa delle mie lacrime : avevo visto i figli di Helda, quelli dei fratelli di Po e tanti altri, avevo visto moltitudini di bambini correre e giocare… ero pronta. Volevo un figlio mio.
Era questo, questo che mi aveva fatto piangere. Volevo un figlio tutto mio.
Erano lacrime di gioia, queste, non di tristezza.



Angolo Autrice:
Ehm, ciao… 
A te che sei arrivato fin qui, be', bravo! Non ho idea di come sia venuta fuori questa Flashfic, spero bene!
Cioè, mi prudevano le mani e così… ho iniziato a scrivere! Anche perché so che ci vogliono minimo due storie su un libro per toglierlo dalle "Altre storie", e spero che questa serva allo scopo, altrimenti… continuerò a scrivere, non posso fare altro, no? ;)
E, per chi è in attesa della pubblicazione dei nuovi capitoli delle mie long fiction, sappiate che ho già i capitoli pronti, il tempo di andare un attimo in treno a casa di mio zio (quindi massimo un giorno o due, perché non so se riesco a farlo oggi, ho un raffreddore che mi ha costretto a letto) e pubblicherò tutto! = D
Spero mi lasciate un commentino!
Un Bacio,
Dubhe01. :) :D
   
 
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