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Autore: Malinconica    15/01/2014    2 recensioni
Questa fan fiction parla dell ultima notte di permanenza di Christine nella Dimora sul Lago dopo che ha conosciuto Erik (è la prima che scrivo spero vi piaccia)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christine Daaé, Erik/Il fantasma
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Bondage
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Christine dormiva già da un po’ nella sua stanza nella Dimora sul lago. Ormai aveva imparato a fidarsi di Erik e teneva la porta semi-aperta. Il fantasma entrò piano per non svegliarla. Era tutto buio , ma Erik conosceva la casa come le sue tasche, dato che da lì ne usciva raramente. Raggiunse il letto e vi si sedette sopra. I suoi occhi di fuoco  riuscivano a vedere la sagoma addormentata della sua amata. Dormiva pacificamente, del tutto ignara della presenza di lui. Erik la fissò come se fosse l ultima volta che la vedesse e in un certo senso era così. L’ indomani l avrebbe lasciata libera di tornare al suo mondo senza avere la certezza che poi  lei sarebbe tornata veramente da lui, come molto spesso prometteva. L’ amava molto. Afferrò le coperte e le adagiò fin sotto il mento della ragazza. Faceva molto freddo nella Dimora e se per Erik c era una cosa che davvero contava era la salute della sua amata. Lei si voltò dall’ altra parte e nel farlo alcune ciocche di capelli le coprirono il volto. Erik gliele scansò con delicatezza per poter ammirare ancora una volta il viso angelico della sua Christine. Vegliò sul suo sonno per ore. Era l ultima notte che lei passava lì e questo faceva soffrire Erik ancor più della sua deformità. Voleva infilarsi sotto quelle coperte calde di lei e sentirne il calore avvolgerlo. Non aveva mai dormito in un letto, lui. E la sua bara era fredda. Ogni volta che vi si andava a coricare desiderava non risvegliarsi mai più, ma in quegli ultimi giorni era stato diverso. Al suo risveglio c era sempre il pensiero della presenza di Christine ad allietarlo, ma da domani tutto ciò sarebbe finito. Avrebbe voluto tenerla lì con sé per sempre, ma non poteva: lei era un angeli e come tutti gli angeli aveva bisogno della luce. E intanto la fissava e continuava a ripetere nella sua mente: “ti amo, Christine”

  
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