Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |      
Autore: Dream69    15/01/2014    1 recensioni
Un soldato francese scrive una lettera alla ragazza che ama, lettera dove annuncia il suo prossimo suicidio in mezzo alla guerra. Muore perché l'amore tra di loro è finito, e lui una vita senza Adele, questo è il suo nome, non la vuole vivere.
""Mi mancherai sempre, anche quando della mia anima non ne rimarrà niente. Solo l’eco degli spari che ne metteranno fine.""
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
9 marzo 2010
 

"Cara Adele,
quando leggerai questa lettera, sarà troppo tardi. Perché? Perché sono un vigliacco. 
Perché ti ho perso, perché ho distrutto la mia vita in cento modi diversi, perché ho sempre rovinato tutto, perché tutte le mie buone intenzioni non fanno altro che distruggere ogni cosa, perché non ho più nessuno ed è tutta colpa mia. 
Fra 5 ore tornerò a combattere. Un fucile in mano e l'odore di morte e fiamme a circondare ogni cosa. 
Sono un soldato e devo combattere, uccidere e difendermi. 
Ma io non so combattere e tu ne sei la prova. Non ci sono mai riuscito, a combattere per te. 
Non so difendermi perché non me lo merito, perché tutti questi anni a vivere a stretto contatto con me stesso, mi hanno distrutto ancora di più.
E già deciso che in mezzo al campo minato, nella terra di nessuno, le mie armi cadranno a terra e aspetterò le pallottole nel mio petto. 
So che non te ne importerà niente, ma l'ultimo saluto dovevo dartelo. 
Non un 'addio' di quelli malinconici che si sentono nei film che odi vedere, no, non quelli. Un 'ciao', piuttosto. Un 'ciao' a labbra socchiuse. 
Sto bevendo il caffè senza zucchero, come piace a te. Come quella volta che ho voluto offrirtelo al bar e ho messo dentro due bustine di zucchero, senza sapere che lo odiavi. E tu hai sorriso, bevendolo e facendo una smorfia di disgusto. Le cose dolci non ti sono mai piaciute. 
I tuoi vizi sono diventati i miei, ma questo avrei preferito non dirtelo. Mi vergogno un po’ ad ammettere che per sentirti più vicina, per non accettare la realtà, ti ho rubato le abitudini.
Ho una cartina affianco, sai? E' appesa al muro e non faccio altro che osservare Parigi. Ti immagino affacciata al terrazzo con i capelli legati, mentre guardi le persone che passano sotto casa per poi correre in camera a scrivere qualche storia su un passante. Poi ti sleghi i capelli perché hai sempre detto che ti viene più ispirazione, mi guardi e ridi. Ridi perché mi hai beccato ad osservarti, mentre cerco di non farmi notare.
La mattina aspetto l'alba perché la guardavamo sempre insieme. Stavamo alzati fino a tardi, finché il sole non sorgeva. 
Ti vedo affianco a me ogni volta che il sole sorge. 
Mi illudo, mi illudo di averti ancora perché la realtà non voglio accettarla. 
Fa male, la verità.
Più delle pallottole che ho preso nella spalla destra. 
Fa male anche quella e fa ancora più male la consapevolezza che ogni volta che mi farò male, non ci sarai a curarmi le ferite con un panno bagnato, con la cura e la delicatezza che metti sempre in tutto.
Dovrò curarmi da solo, senza sentire le tue prese in giro perché sono uno sbadato che cade ovunque.
Qualche notte fa mi sono perso a guardare una stella, mentre aspettavo l'alba. 
L'ho chiamata come te. L'ho chiamata Adele e ogni notte la guardo. Mi sento meno solo, quando lo faccio. 
Forse sbaglio, forse mi illudo, non lo so.
Ma è luminosa, un po' come te.
Ti vedo ovunque, sai? Ti vedo nel cielo senza nuvole, nella pioggia e nel sole. 
So che così non posso continuare, ma di averti fatta soffrire non me lo perdonerò mai. A prendermi cura delle persone, non sono mai stato capace. Le perdo, le distruggo, le faccio soffrire. Non so cosa significhi, amare una persona. E mi dispiace, mi dispiace perché ci ho messo troppo tempo a rendermi conto che ti amavo già da tempo. L'ho capito solo ora, che quando combatto penso a te. E combatto per te, come se finita la battaglia tu fossi lì come uno dei migliori premi. 
Vorrei correre da te, in questo momento, vorrei incontrarti all’aeroporto e abbracciarti forte come fanno tutti i soldati che sono in battaglia con me.
Ma non posso, perché non ti merito e ho paura di farti male senza rendermene conto.
Eppure mi piacerebbe provare, provare a bussare alla tua porta come se tutta questa distanza non fosse mai esistita. Ti trascinerei sul divano e tu, ridendo, ti sdraieresti accanto a me mentre mi accarezzi il viso con una mano e con l’altra stringi la mia in una presa ferrea.
Se esco da qui, se mi arrendo, se dico alle guardie che voglio rinunciare a combattere in guerra perché ho una battaglia più importante da vincere, loro mi uccidono.
Un colpo secco, Adele, un colpo secco di fucile e sarei morto.
Per te, si beh, sarebbe una morte giusta. Perché sarei comunque morto per te. Ma sulla bocca della gente sarei ‘quello che si è arreso alla guerra’ e tu lo sai che non mi arrendo mai, anche se con te l’ho fatto.
Quindi preferisco morire come tutti, senza arrendermi. In modo che solo tu saprai il motivo della mia scelta.
Ho conosciuto un soldato, la settimana scorsa, che conosceva il giapponese perché la sua famiglia viene da lì. Mi ha descritto il Giappone in ogni dettaglio e io ho pensato a te, ancora. Ho pensato alla cartina con le puntine che hai appeso nel muro e mi sono ricordato che Tokyo aveva una puntina rossa. E so che hai diviso i tuoi sogni in rosso, blu e verde. Le puntine rosse sono i tuoi sogni più importanti. Un sogno, un viaggio. 
Anche io, ho fatto la mia cartina.
Tu sei la puntina rossa. Perché? Perché sei il mio sogno più importante.
Le puntine blu sono i miei obbiettivi, quelli che fin da piccolo ho sempre collezionato.
Le puntine verdi sono invece le cose che voglio fare con te, perché alla fine sei tu, puntina rossa, il mio sogno più importante.
Sei la mia puntina rossa in una mappa di sogni e speranze.
Mi dispiace solo di non aver mantenuto le mie promesse, perché che saremo andavi via insieme, era quella più importante. 
Mi dispiace solo di non averti lasciata con un abbraccio o un bacio a fior di labbra. Perché le urla arrabbiate e ricche di risentimento, erano l’ultima cosa che avrei voluto lasciarti come ricordo di me, di noi.
Le ho distrutte tutte, le nostre promesse, senza rendermene conto. 
'Ti prometto che non ti lascerò mai andare, ti aspetterò sempre anche quando non vorrai più saperne di me'. Sto distruggendo pure questa, giusto? 
Forse non sono fatto per amare o forse è l'amore a non essere fatto per me. Non lo so. 
Resta il fatto che quando penso a quella strana parola che è l’amore, il tuo nome diventa un vortice che quella parola la risucchia come foglie e polvere in un uragano.
Perché l’amore, accanto al tuo nome, è una parola senza senso.
Posso solo dirti che questo non è il modo in cui avrei voluto lasciarti. In realtà, non avrei MAI voluto lasciarti. Avevo una vita bellissima, ricca di sogni e speranze da conquistare con te.
Città da visitare, risate e abbracci, pomeriggi con i nostri figli, l’amore prima di andare a dormire, notti passate a guardarci negli occhi nonostante fosse buio e ad aspettare l’alba.
Però sono qui, in guerra e di tutta questa distanza che ci separa non posso farne niente.
Preferisco morire in mezzo alla guerra, che passare una vita senza di te.
E fingerò che la guerra dove sarò ricordato morto, sia quella del nostro amore. Sia la mia guerra per te e solo per te.
Morirò per noi, Adele, per un qualcosa che non sono mai stato capace di far crescere.
Tu, però, vai dove il tuo amore è. Inseguilo e non fare il mio stesso errore. Devi essere felice e passare la vita in un modo che io non ho mai avuto l’opportunità di avere.
Promettimi solo che non mi dimenticherai, ti chiedo solo questo.
Mi stanno chiamando, sai?
Devo andare, devo iniziare l'addestramento anche se già so che non servirà.
Mi mancherai sempre, anche quando della mia anima non ne rimarrà niente. Solo l’eco degli spari che ne metteranno fine.
Quindi ciao. 
Ciao Adele."



27 giugno 2010 
PRIMA PAGINA CRONACA FRANCESE
Adele Miller, 25 anni, residente a Parigi, è stata trovata morta ieri pomeriggio nel suo appartamento. 
SUICIDIO, secondo l'autopsia svoltasi questa mattina, 
All'alba del giorno di morte è stata avvistata sul terrazzo da dei passanti. Poi, nessuno l'ha più vista.
E' stata trovata con una lettera stretta in una mano e una scritta a penna sul suo braccio che citava: "De vivre ensemble loin d'ici" 
La lettera riguarda un soldato francese morto nella guerra dello scorso maggio. 
Ci saranno presto più indagini. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Dream69