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Autore: Ribes    15/01/2014    2 recensioni
In realtà, sino all’arrivo a Lòrien, lo Hobbit aveva tentato più volte di scacciare quella strana sensazione che gli pervadeva il corpo e lo rendeva ansioso e febbricitante. Una sensazione che non ricordava di aver mai provato prima e che negli ultimi tempi si faceva sempre più insistente e fastidiosa, quasi lo pungolasse e lo canzonasse di nascosto. Eppure, sempre più spesso le mani dei due cugini si congiungevano, e i loro corpi si appoggiavano lievemente l’uno all’altro alla ricerca di conforto e calore.
[Slash|MerryxPipino|One-Shot|Introspettivo]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merry, Pipino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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il Traghettiere.






Nel lungo viaggio sino a Luthlòrien, partendo dall’amata, dolce, lontana Contea, Meriadoc Brandibuck aveva più volte notato, seppur confuso e titubante, che il suo rapporto con uno degli altri otto membri della Compagnia dell’Anello stava a poco a poco mutando, che lui lo volesse oppure no.
In realtà, sino all’arrivo a Lòrien, lo Hobbit aveva tentato più volte di scacciare quella strana sensazione che gli pervadeva il corpo e lo rendeva ansioso e febbricitante. Una sensazione che non ricordava di aver mai provato prima e che negli ultimi tempi si faceva sempre più insistente e fastidiosa, quasi lo pungolasse e lo canzonasse di nascosto. Eppure, sempre più spesso le mani dei due cugini si congiungevano, e i loro corpi si appoggiavano lievemente l’uno all’altro alla ricerca di conforto e calore.
Probabilmente Peregrino Tuc svolgeva quelle azioni d’affetto casualmente: del resto non aveva ancora raggiunto la maggiore età, ed era uno Hobbit impulsivo che pensava poco al significato delle cose. Ma Merry, Merry era più guidato da una sorta di coscienza personale, che lui chiamava ‘il Traghettiere’: talvolta lo guidava lontano da ciò che desiderava fare, talvolta lo portava a compiere azioni senza che nemmeno lui sapesse il perché. Ultimamente, il Traghettiere si faceva sempre più insidioso, e Meriadoc cominciava a maledirlo. Sdraiato accanto al cugino, nelle pause del loro viaggio, rifletteva su come le cose si facevano sempre più confuse e come i nodi divenivano impossibili da districare.
Era esitante, Merry, e non bisognava biasimarlo. Perché gli occhi di Pipino sembravano più allegri e luminosi ora, e la voce del suo migliore amico aveva un altro tono nelle sue orecchie. Merry si diceva che era a causa della fatica del viaggio, che si era instupidito; trovava soluzioni ai suoi problemi inventandosi molte cose, e continuando a parlare con Pipino come se non stesse accadendo nulla.
Meriadoc mentiva a se stesso e non se ne rendeva conto. Sino a giungere a Luthlòrien.
«Se volete saperlo, mi sentivo come se non avessi niente addosso, e certo non era piacevole; sembrava che ella stesse guardando dentro di me, domandandomi cos'avrei fatto se ella mi avesse dato l'opportunità di volarmene a casa nella Contea in un bel piccolo buco con... con un pezzo di giardino tutto mio.»
Merry teneva il mento contro le proprie braccia incrociate, l’espressione persa lontano. Seduti o comodamente sdraiati, i membri della Compagnia erano ancora scossi dall’incontro con Dama Galadriel, ognuno per i suoi motivi; e se Pipino pareva semplicemente avere lo sguardo distante, le braccia dietro alla nuca, al cugino Brandibuck pareva di stare affondando in un pozzo.
«Strano», mormorò sottovoce (o così credette). «Quasi esattamente la stessa impressione che ebbi io; solo che, soltanto... » Si rese conto solo allora di aver parlato a voce più alta di quel che credesse; l’intera Compagnia lo fissava. Pipino aveva il capo chinato sulla spalla, un sorrisetto curioso dipinto su quel volto che sua madre definiva ‘da birbante’, come effettivamente era. Quasi stupidamente, Merry avvampò, e abbassò il capo per non farlo vedere. «Non credo vi dirò altro.»
Boromir prese a parlare, e Merry sentì l’ansia e la tensione sciogliersi rapidamente, sostituite però dalla sensazione che la benda sui suoi occhi cominciasse a divenire pesante. Perché mentre Sam raccontava la sua esperienza con la Dama, Meriadoc aveva capito a chi apparteneva quel sorriso e quella voce che aveva udito nella mente, incrociando il proprio sguardo con quello gelido e impenetrabile di Galadriel. E ora che l’aveva realizzato, la situazione gli pareva quasi surreale.
«Merry? Va tutto bene?» Pipino gli strisciò accanto, sorridendo. «Vuoi che ti racconti cosa ho visto io?»
Il giovane Brandibuck chinò il capo riccioluto all’indietro. «Un cesto di erba pipa?» azzardò sorridendo.
«Ed era tutto mio! Probabilmente tornerò alla Contea solo per quello. Stessa visione hai avuto, vero cugino?»
Ridendo con il migliore amico, Merry sentì il cuore galoppare e, se il viso esprimeva gioia pura, nei profondi tunnel del suo animo un sasso cadeva, pesante e consapevole della verità.
“No, non credo davvero che gli dirò mai altro.”




 




Non so da dove sia saltata fuori 'sta cosa. So solo che ultimamente il pairing MerryxPipino è fisso nella mia mente, e dopo vari tentativi di scrivere qualcosa - robe illeggibili - è finalmente capitato qualcosa che mi piace. Sinceramente sono soddisfatta del risultato: leggendo la scena in cui i membri della Compagnia commentano le sensazioni che Galadriel ha suscitato in loro fissandoli, ho trovato lo spunto ideale per una fanfiction. Spero di non essere caduta nell'OOC: Merry e Pipino sembrano facili da descrivere, ma in realtà sono abbastanza complessi. Anche dell'età non sono sicura: se non erro, Pipino aveva ventotto anni e Merry trentasei, ma è probabile che sia solo molto ignorante.
Altra cosa: in corsivo ho messo le citazioni prese dal libro; per precisare, pagina 443 e capitolo "Lo Specchio di Galadriel", ovviamente, di La Compagnia dell'Anello di J.R.R.Tolkien.
Buona lettura, e spero, di nuovo, di non aver fragorosamente commesso un enorme disastro xD
Vostra, Ribes.
   
 
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