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Autore: _ems    16/01/2014    5 recensioni
“La verità è che quando Jeff ha chiesto a voi Warblers, con aria sognante, com'è un amore eterno immaginandosi le peggiori romanticherie del mondo, tu non hai avuto cuore di rispondergli che sta nel tempo fermato, nei ricordi intrappolati tra le lenzuola. Non hai avuto il fegato di dirgli che l’amore eterno sta in una foto sbiadita, consumata dal tempo, e nei sogni sospesi a mezz’aria che mai più si avvereranno.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hunter Clarington, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella volta in cui Hunter Clarington si innamorò
(per sempre).



“ In fin dei conti noi, io e lei,
siamo fermi a quel tempo lì,

non c'è stato niente in mezzo…
nemmeno un'ora di pace. ”

Il punto è che siete rimasti bloccati a quell’ora lì, seduti su quel divano color zucchero.
Le cioccolate sono ancora in quelle tazze giallo pastello, più calde di quanto la tua mano possa sopportare – ma stai zitto e non dici nulla, sei l’uomo e un po’ devi resistere – ricoperte di panna oltre il bordo, sporcandole il naso già dal primo assaggio e tu stai fermo al suo fianco, in silenzio la guardi. Pensi che sia assurdo, che lo faccia apposta: sa che odi il disordine, le cose nel posto sbagliato, il caos, lo sporco. Sa che odi un po’ anche lei e per questo ti sorride, indicandoti il naso, “dammi un bacio” ti dice, e allora ti tocca farlo: pulire il suo naso con le tue labbra e “vedi? Ora sono già pulita” ti dice e tu non puoi fare altro che sbuffare.
La verità è che quando Jeff ha chiesto a voi Warblers, con aria sognate, com’è un amore eterno immaginandosi le peggiori romanticherie del mondo non hai avuto cuore di rispondergli che sta nel tempo fermato, nei ricordi intrappolati tra le lenzuola. Non hai avuto il fegato di dirgli che l’amore eterno sta in una foto sbiadita, consumata dal tempo, e nei sogni sospesi a mezz’aria che mai più si avvereranno. Sta in un accento italiano udito per caso che ha smesso di bloccare il tuo corpo, ma ancora ferma il tuo cuore. Nello zucchero a velo sui muffin al cioccolato della pasticceria all’angolo che, copiosamente, si depositava sempre un po’ sul suo naso ogni domenica mattina, perché l’amore eterno sta anche nelle abitudini forzate che “dobbiamo avere una nostra tradizione, è una cosa bella, così mi ricorderò di te ogni volta che mi sporcherò il naso” diceva e prontamente tu sbuffavi, perché lei lo sa che odi lo sporco e le romanticherie.
Jeff non lo sa che l’amore eterno sta nei segreti nascosi sotto il materasso, le foto nel portafoglio e nei doppi fondi delle giacche. In una casa vuota e silenziosa che mai è mutata dalla tua ultima visita, perché nessuno s’è premunito di portar via la vita anche da lì. In quella casa vuota che ti sei fatto comprare per capriccio, che a stento riesci a pensare che qualcuno potesse vivere tra quelle stesse mura, figurarsi immaginarlo.
Sta nella macchia sul divano, cioccolata fusa gocciolata a chiazze, perché perdevi la calma troppo facilmente: “cazzo, almeno una dannata volta, potresti comportati come una fottutissima ragazza normale?” e a lei già non piaceva la volgarità, figurarsi le urla e allora non trovava mai altro modo che saltarti addosso e forse non è mai stata colpa tua se l’amore tra di voi era più rabbia che tenerezza.
Sta nei mondi che avreste voluto vedere e in quelli inventati, nel posto mai trovato e nei “se sei tu la mia casa e ogni volta te ne vai, poi sono paragonabile ad una barbona?” e nelle occhiate di risposte coi sorrisi accennati e le frasi mozzate che “ti manca la barba, temo”.
Sta nei favori che devi a Sebastian, che sa poco o niente, ma quando c’è stato bisogno di aiutarti l’ha fatto senza dire una parola, perché “sono al verde e lei non se lo merita” e Sebastian non lo sapeva neanche chi non se lo meritava, ma non ha fatto tante domande (almeno i primi mesi).
Forse Sebastian immagina che l’amore eterno stia nelle sparizioni delle domeniche mattina, che nessuno dei due aveva mai pensato che quella da ricordare fosse lei, non lui. Sta nei discorsi interrotti a metà per strada perché l’amore eterno sta anche nelle figure viste di sfuggita, gli oggetti nelle vetrine e nelle canzoncine dei supermercati dove c’è sempre un pezzo di lei e lei non sa neanche com’è quel dannato supermercato.
Sta nelle mancanze prepotenti che neanche un “mi manchi” può bastare a colmarle, perché lei non comparirà e tu non correrai fino all’angolo di casa sua – fermandoti un isolato prima solo perché “con tutto questo casino mi pare strano che tu sia ancora viva” le dicevi ogni volta e tu lo sai, o almeno speri, che si premuniva almeno di pulire un po’ casa prima del tuo arrivo, che ti fermavi ogni volta sull’uscio, perlustrando la zona con gli occhi e non entravi in quella casa finché almeno il soggiorno non diveniva abitabile.
Sta nel pelo del tuo gatto, lo stesso che lei accarezzava quando dormiva sulle sue gambe beato. Per un motivo o un altro, se lo ritrovava lì e doveva tenere almeno le mani occupate per non parlare, che arrivano sempre prima i gesti e poi le parole.
Sebastian però non sa – e Jeff è meglio se non lo scopra - che l’amore eterno sta nelle cose spezzate, nei cocci di sentimenti mai interrotti perché fermati nel tempo. Sta negli amori che non muoiono, non perché eterni, ma perché non ne hanno il tempo. Sta nelle separazioni improvvise, quelle che lasciano il mondo in standby e gli occhi offuscati, perché l’amore eterno sta anche nelle lacrime non versate, ma tenute dentro e lasciate silenziose, morte in fondo ad un sentimento che non credevi di poter provare, di meritare.
Sta negli scatti d’ira che nessuno controllerà più, in quella casa che non era mai stata così ordinata perché “stanotte resta da me, ti prego, ti faccio una sorpresa: pulisco tutta casa” aveva detto, quel giorno.
La verità è che l’amore eterno sta nell’asfalto sanguinante, sotto le ruote di quel camion troppo grosso, tra quei capelli neri troppo scuri e quegli occhi anonimi troppo comuni. La verità è che l’amore eterno sta nei troppo che non diminuiscono.
Nelle lettere d’addio mai spedite e ripiegate nei quaderni, nei momenti in cui non riuscivi più a capire se quello fossi davvero tu o qualcuno avesse davvero inventato la clonazione. Sta nei discorsi sussurrati nella notte, le rassicurazioni mormorate a mezza voce che “sei stato in un’accademia militare, sei abituato ad avere il meglio. È così che funziona in quei posti, no? C’è il capo e tutti dietro, stai solo cercando di proteggere i tuoi uomini. Anche se non nel modo più ortodosso, ecco” perché l’amore eterno sta anche nelle verità scomode che nessuno ti darà mai più e nei silenzi che non avresti mai voluto colmare.
In fin dei conti l’amore eterno sta anche nelle frasi dette un po’ per scherzo nei “sei sicuro di non essere gay?” chiesti un po’ per caso perché “prima un’accademia militare, poi una scuola maschile… la fissa per l’ordine. Sbocchi se mi sporco, se ti sporchi. La fissa per quel gatto inquietante – anche se amorevole, eh – e… Hunter, davvero, sicuro di non essere gay?” e a te non toccava altro che sbuffare, regalandole la peggiore occhiata che avessi mai collaudato e “non sono neanche lontanamente bicurioso”¹ replicavi, ogni volta.
Il punto è che l’amore eterno sta anche nel pacchetto di sigarette fermo a metà perché “fumo solo quando sono particolarmente agitata, non rompere le palle anche su questo” aveva detto e ti è bastato sbattere la porta e fingere di essere andato via per sentirla piangere e “stupido idiota, ti odio” è tutto quello che è riuscito a farti ridere, la prima volta.

“ Puoi raggiungere forse adesso la tua meta,
quel mondo diverso che non trovavi mai ”.



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0. Insomma, sono tornata prima del previsto con qualcosa di davvero dirverso. Spero altretanto apprezzato!
1. Inutile specificare che quella è una frase di Hunter dal telefilm, vero? C’ho la fissa per quella frase, ecco.
2. La frase iniziale è presa da “Venuto al Mondo” di Margaret Mazzantini, la frase diretta del libro è: “In fin dei conti noi, io e lui, siamo fermi a quel tempo lì, non c'è stato niente in mezzo... nemmeno un'ora di pace.”
Per “esigenza” di contenuto ho modificato quel “lui” con un “lei”.
3. La citazione finale, invece, è presa da “E per te” di Eros Ramazzotti, che ha ispirato un po’ la one shot.
   
 
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