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Autore: Frankie_ Echelon    16/01/2014    2 recensioni
Frank sta passando un periodo difficile e vuole poter sfogare la sua rabbia su Gerard, fonte delle sue frustrazioni.
Gerard, ricevuta la lettera, si sente in colpa così decide di rispondergli.
Questa è una One-Shot di soli due capitoli, spero vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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For Gerard
 
Avrei voluto iniziare col scriverti “ciao amico” ma sono sicuro che non sarebbe stato corretto. Per me, intendo.
Chissà se sarai stupito di aver trovato questa lettera nella tua cassetta della posta; imbucata da un postino ignaro di quello che potrebbe rappresentare per me, per te.. per tutto quello che c'è stato tra noi.
Ed è questo il punto, sono realmente sicuro che tutte le immagini che continuano a venirmi in mente siano realmente accadute o sono solo frutto della mia immaginazione?
Ti scrivo proprio perché vorrei che sia tu ad aiutarmi, chi sennò?
No, non ti ho scritto per cercare di riavvicinarmi a te. Ci ho provato in passato, questo è vero, ma non è questo il caso. Oggi vorrei solo che mi aiutassi. Sì, ti sto chiedendo aiuto, eri in debito, no? Me lo devi.
La settimana scorsa sono andato da un terapista. Chissà se ora stai sorridendo, non te lo aspettavi, vero?
Lo so, sembra strano pure a me, ma avevo davvero bisogno di parlare con un estraneo. È una bella sensazione parlare con qualcuno che non ti consce, che non sa chi sei realmente. I tuoi pensieri, i tuoi interessi, TU.. tutto è sconosciuto per lui e sapere che riesce a capirti pur non conoscendo niente di te da una certa sicurezza.
Chissà se stai annuendo, tu sai bene come funzionano queste cose, vero? Ti siedi là, in quel divano di pelle mentre il tuo interlocutore è seduto davanti a te, con un quadernetto in mano e una penna tra le dita, mentre ti guarda da sopra i suoi occhiali. Anche il tuo terapista aveva gli occhiali? Scusa, è davvero una domanda stupida.
Ero stranamente calmo mentre mi sono seduto su quel divano, non era certo da me.. Ero davvero contento di poter parlare con qualcuno..
Però, poi il terapista mi chiese di cosa volessi parlare e io allora mi bloccai. Sì, mi bloccai.
Lo guardai stranito, pensavo che mi avrebbe fatto delle domande e invece mi dava carta bianca: potevo iniziare a parlare di qualsiasi cosa. Ma io non sapevo cosa dire.
Iniziai a tenermi stretto le mani, il naso mi prudeva. Di cosa dovevo parlare? Cavolo, ero così contento di poter parlare! E invece.. la mia mente era vuota.
Cosa c'era di sbagliato in me? Perché non riuscivo a parlare? Neanche una misera parola..
Vedevo soltanto il terapista che mi fissava. Sentivo solo il ticchettio dell'orologio che scandiva l'ora.
“Non lo so” affermai alzando le spalle. Non lo sapevo realmente.. e questo era straziante.
Dimmi, Gerard, tu sapevi di cosa parlare con il tuo terapista?
“Cosa ti blocca, Frank?” mi chiese lui. Sì, cosa mi bloccava? Perché non riuscivo a pensare? Ho cercato tanto nella mia mente il motivo che mi bloccava, ma non riuscivo a capire cosa fosse.
“niente” fu la mia ria risposta. Te ne rendi conto? Se il nulla bloccava la mia mente, perché allora non riuscivo a parlare liberamente con il mio terapista?
Mi veniva da piangere, Gerard. Mi veniva da piangere perché non riuscivo a capire cos'era quel niente. Continuavo a fissare sconcertato l'uomo davanti a me, perché non mi aiutava lui? Perché si soffermava semplicemente a fissarmi? Dio, se solo avessi potuto l'avrei preso per il colletto di quella stupida camicia bianca e l'avrei sbattuto al muro.
Non lo feci solo perché ti avevo promesso che non avrei più colpito nessuno per un eccesso di rabbia.
Ero arrabbiato, davvero. Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene e il respiro diventare un affanno. Ero arrabbiato, sì, ma ero arrabbiato con me stesso.
Poi, improvvisamente disse: “Chiudi gli occhi e torna indietro con i ricordi Frank. Qual'è la prima immagine che ti viene in mente?”. La sua voce era calma, troppo, e mi faceva venire ancora più ansia.
Ero ancora più sconcertato, avevo così tanti bei ricordi! Che scemenza, come avrei potuto tornare indietro sino al primo ricordo? Però chiusi gli occhi, corrugando le sopracciglia. Cercai di ricordare i momenti più felici della mia infanzia.. sono stato davvero un bambino felice? Il profumo di mia madre, le bacchette di mio nonno e la voce di mio padre, potevo definirli bei ricordi, no?
Però non li dissi. Posso essere tanto stupido da non dire che il ricordo più bello che posseggo è quello di mia madre? Perché la mia mente è tanto contorta da pronunciare le parole “il suo sorriso”.
Tre fottute parole piene di rabbia. Sì ero terribilmente arrabbiato perché sei entrato pure lì, nel mio ricordo più bello.
Cristo, com'è possibile che TU sia il mio ricordo più bello anche dopo tutto quello che è successo?
Perché diavolo non sono riuscito a dire 'il sorriso di mia moglie' o 'il sorriso dei miei bimbi'? Perché devi farti sempre presente nei miei pensieri?
Vidi il terapista sorridere di quella affermazione. Sorrise e non so nemmeno il perché.
“Abbiamo dato un nome a quel 'niente', Frank” affermò annottandolo sul quadernetto. Ti giuro, Gerard, quando lo scrisse mi cadde il mondo addosso.. Ti eri infiltrato in quella conversazione. Non potevi, Gerard. Non potevi eppure l'avevi fatto.
Mi chiese a chi apparteneva quel sorriso e dalle mie labbra uscì il tuo nome. Sai da quanti mesi era che non pronunciavo più il tuo nome? Quando uscì dalle mie labbra mi sentii mancare il fiato. Il tuo nome, TU, eri quel verme solitario che mangiava poco a poco il mio essere.
Tu sei sempre stato, in tutti questi mesi, il motivo dei miei pianti, dei miei crolli emotivi. Tu sei quel 'niente' che blocca la mia mente.
“Parlami di Gerard” disse calmo, accavallando le gambe.
Perché era così calmo mentre pronunciava il tuo nome? Non è giusto, Gerard, anch'io volevo poter essere calmo mentre parlavo di te. Perché invece io mi sentivo morire?
Dimmi, per te è lo stesso? Anche tu ti senti morire mentre pronunci il mio nome? La mia mente dice che potresti provare anche tu quello che provo io, infondo anche tu hai sofferto per quello che è successo.. ma il mio cuore smentisce. E lo sai, ho sempre dato retta al mio cuore..
Parlare di te.. come facevo? Con che coraggio avrei dovuto navigare di nuovo in quel mare di squali?
Tu sei tranquillo mentre parli di me con gli altri? Se sì, come ci riesci?
Sospirai, sospirai per il nervosismo e cercai di pensare a te, non immagini quanto faceva male tornare indietro con i ricordi..
Tutti i ricordi che avevo, erano accaduti realmente?
Gerard, ho così tanti ricordi nella mia mente che non so se siano reali, per questo mi serve il tuo aiuto. A malincuore devo chiederti di aiutarmi perché, davvero, da solo non credo di farcela.
Sai quanto forte è stato l'emicrania pensando a te? ..Vedi? Mi rechi male anche a chilometri di distanza.
Sai, ho pensato al nostro primo incontro. Quella sala affollata di ragazzi, tu te ne stavi seduto a due divanetti da me e parlavi con i tuoi amici degli eroi nei fumetti mentre io ti osservavo col mio bicchiere rosso di birra in mano. Ti osservavo e capii che saremo diventati amici. Non so come lo sapessi, semplicemente mi piaceva immaginarti come mio amico.
Dimmi Gerard, sono realmente andato a quella festa o la nostra amicizia è stata solo un'illusione? Realmente mi guardasti o i tuoi occhi di un verde smeraldo li ho solo immaginati?
Ho continuato a pensare a te, tutto quello che mi ricordavi e tutto quello che sentivo sulla mia pelle.
I tuoi sorrisi, i tuoi sguardi, le tue carezze.. ho inventato anche quelli?
La tua voce.. ho inventato anche quella, Gerard? Il ricordo che ho di me sdraiato sul tuo petto con gli occhi chiusi mentre mi abbandonavo alle tue carezze sul braccio e alla tua voce che mi cantava 'The world is ugly' in un sussurro per paura che gli altri ci sentissero, anche quello non era vero?
Sai perché ti chiedo queste cose, Gerard? Perché non ne posso più dei giochi malati che la mia mente mi riserva. Non ne posso più di averti nella mia mente sapendo che quello che c'è stato tra di noi è stato reale.
Sì, Gerard, hai capito bene.
Voglio che mi dici che tu non esisti, che io non sono mai stato innamorato di Gerard Way, il cantante dei My Chemical Romance.
Voglio che tu mi dica che io non ho MAI fatto parte di quella band e che io non ho mai incrociato il tuo sguardo a quella festa.
Voglio soltanto che mi dica che tutti i ricordi che sono stati messi lì da qualcun altro; perché fa male ricordare quando so che tu non ci sarai più.
Fa male dover ricordare i tuoi tocchi fuggitivi durante i concerti; fa male dover ricordare che tu sei stato mio senza mai esserlo realmente.
Fa male soltanto pensare a te..
Chissà se a questo punto avrai già bruciato questa lettera o se, invece, sei curioso di sapere come andrà a finire.
Chissà se hai corrugato le sopracciglia, come fai sempre quando sei confuso, o se semplicemente stai leggendo senza provare alcuna emozione.
Hai provato qualcosa mentre mi ordinavi di andare via o sei rimasto inflessibile come mostravi al tuo esterno?
È questo il ricordo più doloroso che ho di te, Gerard. Quante volte mi hai detto di andare via quel giorno? Quante pugnalate mi sono state inflitte vedendoti andare via con tua moglie e tua figlia da quel parco?
Sai, non metto più piede in quel posto da quando ti sentii dire “è finita realmente” con tutto il disprezzo che una persona potesse mai provare.
“Vattene” così mi avevi detto mentre portavi una mano sui tuoi capelli ormai tornati al loro colore naturale.
'Vattene'.. sai quanto mi ha fatto male sentirtelo dire? Sai quanto mi ha fatto male vedere Bandit che mi guardava triste mentre tu la tenevi stretta tra le tue braccia?
Mi manca Bandit, era la mia piccola artista.. mi manca perché lei è parte di te. Mi manca perché mi manchi tu.
Dio, quanto sono contraddittorio oggi? Ti avevo detto che questa non era una lettera per cercare di riappacificarmi a te, ti avevo detto che mi serviva il tuo aiuto per cercare di capire se i miei ricordi erano reali o meno, per convincermi che tu non sia mai esistito.. e invece mi ritrovo sempre e comunque a supplicarti, a dirti quanto mi manchi.. Posso essere ancora più stupido di così?
Ti domando una cosa, Gerard. Sono ancora il tuo eroe? Non intendo gli eroi con la calzamaglia e il mantello, intendo quel genere di eroi che nel loro piccolo riescono a rendere felice una persona.
Mi dicevi sempre che io ero il tuo eroe personale, lo sono ancora?
Sai perché te l'ho chiesto? Perché tu non hai mai abbandonato i tuoi eroi preferiti, e allora perché hai abbandonato me? Mi hai abbandonato, Gerard? Ne sei cosciente?
Dimmi solo il perché. Perché per la prima volta hai rinunciato al tuo eroe?
Dio, ricordo ancora quel giorno.. Quanto ho odiato quel momento? Quanto ho odiato ME STESSO?
Sì, mi sono odiato perché ho capito che forse avevo sbagliato ad avvicinarmi a te mentre tu spingevi sempre più in alto la tua piccola Bandit.
Ricordo che mi ero avvicinato lasciando le piccole con Jamia. Ricordo che tu mi avevi guardato e avevi scansato lo sguardo.
Avevi fermato l'altalena sotto lo “Zio Frank!” squillante di Bandit. Ricordo che lei mi abbracciò ma che tu l'allontanasti da me stringendola forte tra le tue braccia.
Ricordo la sabbia sotto i miei piedi, il sole cocente e il tuo sguardo sul mio. L'ho percepito e mi hai brucato. Ho sentito dolore.. troppo dolore e non voglio più provarlo. Mai più.
Dopo di me, ho odiato te.
Ti ho odiato e credo di non pentirmene. Soffrii troppo per il tuo “Vattene”; soffrii troppo quando ogni speranza di riavverti come amico svanì come l'ombra accanto a te.
Ho sofferto troppo, solo per colpa tua.
Ho cercato di placare quel dolore con i miei figli. Mi sono talmente concentrato su Lily, Cherry e Miles che per un po' è sembrato che funzionasse.
Ma oggi mi sono svegliato con quel buio che ha oppresso il mio cuore da quel giorno. Mi sono svegliato con la sola voglia di morire.. perché, infondo, mi sono sentito già morto dentro.
Per quello ti ho scritto questa lettera con tutte le contraddizioni e la rabbia che fanno di me quel che sono.
Ti ho scritto perché voglio solo poter essere libero, libero da te.
Per questo, Gerard, aiutami. Dimmi solo che quel “niente”, che mi ha bloccato quella sera dallo specialista, non esista per davvero.
Vorrei solo sapere il perché. Perché siamo giunti a questo, Gerard? Come siamo arrivati al punto di odiarci?
Con tutto il bene che provo per te,
Frank.
   
 
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