A
New Beginning.
*e il Grammy per miglior performace country
va a… The Civil Wars*
Mi
girai su un fianco, sospirai osservando la sagoma appena visibile della
finestra.
*…Il Grammy come miglior canzone country
va
a… Merry Go’ Round*
La
voce che non proclamava il mio nome sembrava fin troppo reale e vivida
nella
mia testa, mi tirai la coperta sopra le orecchie, come se ne avessi
abbastanza
di quella litania.
*Miglior
Album Country quest’anno va a… Tim McGraw con Two
Lanes of Freedom. Complimenti
Tim!*
Già,
complimenti… Digrignai i denti, arrabbiata e delusa.
Soffocai uno strillo nel
cuscino, non volevo svegliare mamma. Mi misi a pancia in giù
con gli occhi che
minacciavano di mandare lacrime amare.
*E, il premio, come miglior Album
dell’anno
va a…* Nel buio della mia stanza lo stomaco si
stringeva, così come si era
stretto il giorno dei Grammy. Il cuore saltava un battito e mi
obbligavo a
trattenere il fiato. *Macklemore e Ryan
Lewis!* Nella mia mente li rivedevo andare a ritirare quel
premio che era
stato mio, che egoisticamente, doveva essere mio. Strinsi i pugni,
alzai il
cuscino a coprirmi la testa ed urlai. Frustrazione, tristezza, rabbia.
Io ero
Taylor Swift, ero qualcuno, ma i Grammy erano stati implacabili con il
loro
giudizio unanime: non ero più parte dell’Olimpo
della musica. Arrivarono le
lacrime e sgorgarono calde e salate, impregnarono la stoffa e si
mischiarono
alle mie urla soffocate.
Non
so’ quanto tempo rimasi ferma, nel mio letto, ad ascoltare
soltanto il battere
del mio cuore contro le costole, forse un’ora o dieci ore
dopo presi sonno e
sprofondai nel ricordo di quella maledetta serata.
“Taylor!
Alzati!” una porta che si spalanca a qualche metro da me, una
risata vaga. Uno
scalpiccio veloce, qualcuno salta sul letto “Taylor vuoi
buttare il tuo culone
famoso giù da quel letto?!” è la voce
di Abigail, la riconoscerei tra mille.
Non mi muovo, voglio solo che se ne vada. Se le raccontassi che ho di
nuovo
sognato i Grammy si arrabbierebbe. Quante volte da quel 26 Gennaio li
ho
sognati, li ho pianti, non ci ho dormito. Abigail mi ha consolata,
spronata ad
andare avanti, ma dopo due mesi si era stufata di ripetermi le stesse
cose.
Voleva che tirassi su la testa, ero sempre stata una guerriera. La cosa
che mi
faceva più arrabbiare era che aveva ragione, maledettamente
ragione.
La
luce irrompe violenta
nella stanza, mi
copro gli occhi con la mano; rotolo sul fianco finendo a pancia in
giù e mi
immergo nella coperta. Sento chiaramente lo sbuffo scocciato della mia
amica,
la coperta mi viene tolta violentemente lasciandomi totalmente
scoperta, l’aria
dei primi di Aprile mi investe provocandomi un tremito. E’
frizzantina,
oltremodo fredda per una giornata soleggiata come quella.
Apro
un occhio, poi un altro rassegnandomi e mi alzo. Altro non faccio se
non
sbuffare sonoramente, chiudo la finestra con poca grazia
“odio l’aria fredda” e
lancio un’occhiata carica di critiche alla ragazza nella
stanza, poi mi
rilancio sul letto.
“Abbiamo
un quinto album da scrivere” alzo la testa e noto con sommo
disappunto la
chioma riccia di Abigail che spunta dal mio armadio, sceglie un
completo dai
colori pastello e me lo lancia addosso senza troppe cerimonie. Fosse
stato
qualcun altro avrei già cominciato ad urlare per la sgradita
apparizione.
Mi
accorgo di come Abigail sia allegra, felice, l’energia sembra
fremere attorno a
lei. Esattamente il contrario di quello che mi sento io.
“Non
fare quella faccia Taylor, i Grammy li vincerai un’altra
volta. E’ una vita che
fai musica, non dirmi che una sconfitta può
fermarti” si siede sul bordo del
letto e mi prende una mano “è stato un momento
negativo della tua carriera,
vorrei anzi, vorremmo tutti evitare che si ripeta” mi
sorride. Abigail può
illuminarmi le giornate solo mostrando quella fila di denti bianchi,
senza di
lei cosa farei? Mi era sempre rimasta vicina e anche questa mattina,
con una
sola occhiata, aveva capito che il sogno si era ripresentato.
Non
faccio nemmeno in tempo a sorriderle complice che lei si alza
“Scott ti aspetta
nello studio e c’è una sorpresa per te.
Muoviti!” dice lasciando la stanza,
mentre la scia di profumo agli agrumi continua a volteggiare
nell’ambiente. Fisso
la sua figura che percorre il corridoio e sparisce imboccando le scale.
Abigail
mi spronava ad andare avanti, mi faceva capire che comunque fosse
andata a
finire, lei sarebbe rimasta con me e quando sorrisi mi accorsi che
l’aria di
Aprile non era poi tanto fastidiosa.
Spazio
autrice:
Ehi
ciao!
Questa
è la
mia prima FF e sono un po' tesa. Di solito non condivido con gli altri
i miei
scritti, mi sembrano sempre troppo penosi. Ho cominciato con questo
scritto su
Tay, che è la mia cantante preferita e sarà a
capitoli. Spero possa piacervi.
Inondatemi di recensioni, mi farebbe molto piacere un vostro parere.
Alla
prossima J