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Autore: ToraStrife    17/01/2014    0 recensioni
[Sturmtruppen]
(Sturmtruppen - One Direction - qualche guest di Bieber e Tokio Hotel)
Era la Grande Guerra. Lei era bella, giovane, quando eventi ben noti alla storia dell'umanità le strapparono tutto. Affetti, dignità, vestiti (soprattutto quelli). Ma tra le fila degli aguzzini marciavano, sia pur servendo una causa ignobile, degli angeli che le avrebbero cambiato la vita.
Senza contare, che, per fortuna sua, i malvagi tedeschi non erano poi così infallibili...
Parodia a cuor leggero, anche considerando la delicatezza di un così terribile periodo storico.
Per l'occasione, crossover con le Sturmtruppen del compianto e sempre antibellico Bonvi.
Genere: Comico, Demenziale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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Storm-Direction 2
STURM DIRECTION PART 2
Heartbreak Station




La lancetta del contachilometri tentennava sull'indicatore, puntato su una cifra che implicava una velocità ai limiti del reato.
Il piede destro del canadese era sempre più pesante, mentre le mani si destreggiavano sul volante, guidando nelle piccole strade della campagna europea con la stessa disinvoltura di una highway californiana a tre corsie.
Gli occhiali a specchio del giovanotto riflettevano il paesaggio circostante solo il sole cocente, i capelli a spazzola pettinavano (?) l'aria alla velocità di Mille Miglia orarie al secondo (?!).

Annoiato dalla tortuosità delle curve, che gli impedivano di sfruttare a tavoletta l'albero motore della sua Ferrari, e rimpiangendo altre curve, quelle della sua adorata Selena, il ragazzino allungò la mano destra, tenuta fino a quel momento attaccata al pomello del cambio, verso il cruscotto.
Al contatto notò di quanto il palmo fosse sudaticcio, e  schifato  pulì il residuo sulla maglietta attillata.
Tornò con la mano sul cruscotto, questa volta in cerca dell'autoradio: forse un po' di musica avrebbe fatto al caso.
La prima canzone che trovò gli fece storcere il naso:

E c'era un ragazzetto piccolino in Canada
aveva una chitarra e un maglione color lillà
e tutte le ragazze che passavano di là
dicevan
"Sputami addosso!"
"Scopami tutta!"
"Seguimi su Twitter o uccido il gatto e il fratellino di un anno!"
"Quant'è bello il ragazzino in Canada"

Justin scosse la testa mentre il pulsante faceva sparire spegnere il display.
"Questi europei hanno gusti davvero osceni", pensò.

E ancora nessun paparazzo da investire.


***************

Seppellito il cadavere del contadino, la compagnia si avviò in marcia verso la stazione della morte.
Due soldati poco distanti, impegnati in una importante missione, osservarono la pattuglia allontanarsi.

- Otto, - Esordì il primo al secondo.

- Ja, Heinz?

- Come sta andando a te?

- Nein, nessuno cane ebbren trovaten.

- Ma sei sicuren ke gli ordini fossero kvesti?

- Altroké! - Confermò Otto. - Parole testuali del comandante. "Rastrellate le campagne in cerca di altri prigionieri!"

- Non sono confinto che intendesse in qvesto modo. - Obiettò Heinz.

- Fai solo storien - Polemizzò Otto, mentre continuava a lavorare. - Datti da faren, piuttosten.

Il soldato Heinz osservò per un momento il soldato Heinz passare il rastrello su e giù per il campo.

- D'accorden. Al massimo trofiamo qualke patata per la cena.


P.O.V.I.A. Punto di vista di un piccione gay

Ah, no, fermi tutti, ho sbagliato.

P.O.V. di Rosi


Salve sono Rosi Grandi, sono nata in una sperduta campagna vicino a Berlino il 3 gennaio 1932.
Sono il frutto di un amore proibito tra un tedesco e un'ebrea.
Forse l'unica colpa dei miei genitori fu quella di amarsi nel periodo peggiore: era l'epoca in cui un piccoletto malato di mente aveva abbandonato la brillante carriera di imbianchino per darsi alla politica.
E in effetti, nonostante la sua non-intelligenza, aveva comunque sfondato, dimostrando che per certe cose quello che conta è il carisma.
Probabilmente in epoche diverse sarebbe stato un perfetto idolo, una star da Youtube o un fortunato deputato di Montecitorio.
Ma lui era diverso: era l'uomo che si era prefisso, con la guida delle sue idee malate e l'aiuto di un esercito potente, di eliminare chiunque ai suoi occhi non fosse della razza perfetta.

Se fosse qui gli direi: "Ma che razza di bastardo!"

"Che razza di ariano!" Mi preciserebbe lui, prendendomi a schiaffi e mandandomi nei campi di concentramento.
Cosa che in effetti mi sta accadendo, ma che è ancora più irritante quando lo fa in quello che dovrebbe essere il MIO P.O.V.
E che diamine, mi ruba la dignità, la libertà, e ora anche la scena.
Ehm, scusate, stavo parlando dei miei genitori.

Lui, bello, alto e biondo come il sole, era un ufficiale che non condivideva le idee astruse di quell'ometto. Pensate che il furiere, pardon, il fuhrer era stato persino compagno di classe di mio papà.
E indovinate? Era lo zimbello, piccolo, basso, maltrattato da tutti.
Poi è entrato in politica e si è vendicato. Ma mio padre non c'entrava nulla: in lui vi era solo amore.
Fatto sta che aveva messo incinta mia madre ed erano fuggiti insieme: non è una cosa romantica? :)

Ma Adolf nel mentre pensava alla carriera: scalò le classifiche mondiali di potere e si ritrovò sul podio della Germania. La prima cosa che fece fu di far stampare la sua prima ficcyna: il Mein Kampf.
E di realizzare un mondo ritagliato su misura.

Le guardie arrivarono, e si portarono via mio papà. Fu accusato di tradimento, e fucilato senza un processo. Anche quello successivo, quello di decomposizione.
Non scorderò mai quel momento. Ci composi anche una poesia per l'occasione.

Mai...mai...scorderai...
l'attimo...mio padre fucilò...
l'aria s'incendiò... e poi... silenzio...

Era rimasta solo mia mamma, ma vivevamo felici, anche se ci avevano relegati come tanti extracomunitari nel ghetto.
La paura e l'inquietudine si sentivano nell'aria, ma a me e mia madre bastava. Era la nostra vita spensierata e felice.
Mi feci persino un'amica, Laura Tokiettina. Prima di lei la mia vita era molto meno vivace, con me immersa tutto il tempo tra libri e poesie.
La mia passione per la lettura si traduceva in un rendimento scolastico eccellente. Probabilmente, senza tutta questa storia della Shoah avrei potuto vincere una borsa di studio e volare in Inghilterra o negli Stati Uniti.
Sì, laggiù, dove nessuno ti giudica se porti una maglietta con su scritto "Sono ebrea".

Ma le cose peggiorarono giorno dopo giorno, quando arrivavano i soldati con camionette vuote, caricavano alcuni di noi e ripartivano.
Chi saliva sopra, non tornava più.
Le voci si diffusero, la paura salì.
Per il baffetto uncinato, noi ebrei eravamo diventati un peso da smaltire, il ghetto era una raccolta differenziata, e noi i sacchi da buttare nell'inceneritore.
Fu così che cominciammo a nasconderci.
Le camionette arrivarono in maggior numero, i "prelievi" divennero sempre più violenti e improvvisi.
Da lì a poco, divenne praticamente caccia all'uomo.
Vivemmo tipo una settimana nella botola di quel gentile contadino, stipati come tanti ovini, sopravvivendo di quel poco che quel brav'uomo gentilmente ci passava.
Per farci coraggio, quel samaritano aveva anche messo a nostra disposizione la sua scorta personale di vino.
Ammetto che fu una delle cose che mi impedì di disperarmi, e, anzi, mi mise addosso un'insolita allegria, inusuale per quella situazione.
Ma prima o poi si finisce sempre per toccare il fondo, della damigiana in questo caso.
I diavoli ariani ci hanno appena scoperto, e il povero contadino è stato giustiziato sul posto. La stessa fine che ha fatto mio padre.
Perché Signore Mio Dio, Colui che prego ogni sera prima di addormentarmi, permetti tutto ciò? Perché?
Ma vedo che nel tuo strano disegno, hai voluto riservare anche a me un po' di felicità.
In mezzo alle zanne dei lupi famelici, ho visto per la prima volta degli occhi umani, degli occhi blu come l'oceano.
E una strana eccitazione si è impossessata di me, come un colpo di fulmine.
E forse per la prima volta ho provato quella scintilla che aveva unito mio padre e mia madre.

A proposito!

Mia madre: chissà adesso dove sta (E chissà perché me ne sono ricordata solo ora).
Durante l'ultimo raid era stata presa insieme alla mia amica Laura. Per giorni ho pianto, sentendomi sola al mondo.
Prego ogni sera affinché siano ancora vive.
La compagnia dei reietti come me non mi era di gran conforto. Quattro giorni, poi, senza un bagno, avevano trasformato la cantina in un tugurio che avrebbe fatto fuggire anche i topi.
Ma con i tedeschi era come passare dalla padella alla brace.
Però, rivedendo l'angelo che aveva posato gli occhi su di me e confortato con il suono della voce (Sì, mi ha anche parlato!)
Distrattamente ho captato anche il suo nome, da uno dei suoi commilitoni.
Niall. Un nome così possente, così teutonico, un valchirio tutto per me.
Sento che qualcosa in lui brilla di umanità, di amore, sotto quella pelliccia di lupo nazista.
Batte un cuore di panna, un muscolo pregno di pietà, un bambino che piange per le atrocità che i suoi superiori gli ordinano di fare.
E' un eroe vestito da cattivo, un combattente che serve un pazzo, ma anela l'ideale della libertà. E tutto questo gliel'ho letto nei profondi occhi, in una manciata di secondi.
Sul momento, gli ho anche composto una poesia.

Niall, sei tu
fantastico guerriero
sceso come un fulmine
dal cielo...


Fine POV.



Finalmente la scorta arrivò alla stazione. Il capitano si fregava avidamente le mani, e un ghigno di soddisfazione pervase il suo volto.

- E' arrifata fostra oren - Cominciò a proclamare, di fronte ai prigionieri messi in fila. - Qvesta è fostra ultima tappa in mondo civile. Qvando arriferà il treno, foi sarete solo più numeri, carne da macello, anonima forza lavoro. Smetterete di essere persone, e tifenderete deportati. - Finendo il discorso con una risata malefica, mentre agitava il pugno in aria in segno di vittoria.

Lo stesso pugno si abbatté, una manciata di minuti più tardi, sulla scrivania dell'ufficio del capostazione.
Il capitano era di un umore completamente diverso rispetto a prima.
Con la voce così stridula che lo sforzo gli strozzava la trachea, proruppe in un lamento ripieno di indignazione e incredulità.

- Come sarebbe a diren che treno arriferà in ritardo?

  
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