“Arthur! No! So che non volete farlo sul serio!”

“Mia Madre!, è morta a causa sua!”

“Uccidere lui non la riporterà indietro. Avete già perso un genitore, volete davvero perderne un altro?”

“Ascoltalo Arthur…”

“Arthur, vi prego… Abbassate la spada…”

“Hai sentito cosa ha detto mia madre. Dopo tutto quello che ha fatto, credi che si meriti di vivere? Ha giustiziato chi praticava la magia eppure lui stesso l’ha usata!”

“No!”

“Tu hai portato tanta sofferenza e morte e io porrò fine a tutto questo!”

Merlin pensò in fretta.

Non poteva lasciare che Arthur uccidesse il suo stesso padre, era semplicemente impensabile. 

Ma non avrebbe mentito al suo principe.

Si era fatto una promessa… Nessun segreto, nessuna menzogna, per tutto ciò che non riguardava la magia.

“Vostro padre… Non ha mai praticato la magia.” Merlin era consapevole dello sguardo fisso di Gaius, ma continuò, per cercare di calmare il suo principe. “Lui non conosceva le sue leggi. Gli era stato detto: ‘il prezzo sarà alto’, non poteva sapere quanto. Anche se la magia è chiara: una vita per una vita, perché l’equilibrio sia sempre ristabilito. Vostro padre voleva un figlio… un erede. Vostra madre altrettanto. Il re si è visto morire tra le braccia la persona che più ha amato e si è scatenato contro chi credeva gliela avesse portata via.”

“Tu non puoi saperlo! Non giustificarlo!”

“Era questo il piano di Morgause, fin dall’inizio: mettere voi contro vostro padre! E se voi, adesso, lo ucciderete, il regno sarà distrutto. E’ questo ciò che vuole.”

Anche sir Leon lo fissava. 

Non si curò dell’intenso scrutinio, finché avvertì gli occhi del re scandagliarlo. Uther aveva distolto lo sguardo da Arthur solo per puntarlo duramente sul servo.

Il principe quasi piangeva davanti a suo padre, ed egli riposò lo sguardo sul figlio.

“Sta dicendo il vero Arthur.”

“Giurami che non sapevi a cosa andavi incontro! Dammi la tua parola!”

“Lo giuro sulla mia vita… Io amavo tua madre, non passa giorno in cui io non desideri che sia ancora viva. Non avrei mai voluto questo…”

Merlin sentì nei singhiozzi trattenuti del principe tutto quello di cui aveva bisogno e si rilassò appena. 

Arthur si accasciò sfinito al fianco del padre, mormorando.

“Così non sei un assassino… Solo uno sciocco.” 

Si rialzò in fretta e, con le lacrime agli occhi, si scaraventò fuori dal salone, abbandonando la spada.

Il re fissò lo schiavo. 

Negli occhi di Merlin un fuoco inestinto.

Uther non lo riconobbe, Gaius sì.

Il mago era d’accordo con Arthur.

Uscì dal salone sospirando.

Gettò uno sguardo nella direzione presa dal principe. Scrollò le spalle un attimo e lo seguì.

Sir Leon si eclissò, fuggendo letteralmente dall’atmosfera di tesa oppressione della stanza.

Gaius fissò il suo re con il sopracciglio inarcato come d’abitudine, poi lo lasciò solo.

Uther osservò come suo figlio, il servo, il cavaliere ed infine il medico lo abbandonarono.

Appoggiò i gomiti sulle ginocchia ed affondò il capo fra le mani tremanti.

No, non aveva il viso umido.