Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: hsxnflower    17/01/2014    26 recensioni
Uno sparo nel vuoto è tutto ciò che Haley sente.
E Justin se ne accorge troppo tardi.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Miley Cyrus
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Used To Tell Me
 
 

 
Capitolo 50
H.

 
Faccio fatica a immagazzinare le sue parole e mi rendo conto di non essere l'unica perché tutti sono nella mia stessa condizione. Mi volto verso Justin e lo vedo contrarre la guancia, poi chiude gli occhi.
Stacy si alza dal divano, più a mettere distanza tra loro due che per obbedire.
«Mi hai sentito? Vattene.» Il tono di voce di Randy si alza ulteriormente, tanto da echeggiare per l'ambiente circostante. Guardo di nuovo Justin mentre Stacy singhiozza.
«Randy, avevamo detto-»
«Stai zitto.» Si rivolge a Justin bruscamente e lui abbassa lo sguardo, intenzionato a non proferire altre parole. «Jennifer è morta per colpa sua, se non fosse tornata tutto questo non sarebbe mai successo.»
«No-»
«Jennifer è morta per colpa tua» questa volta si rivolge a Stacy, guardandola dritta negli occhi. «Non voglio più vederti, vattene da casa mia, sparisci dalla città, sparisci dalla mia vita!» Muove persino un passo verso di lei, Stacy si allontana per paura che possa allungare le mani. Austin le va in soccorso e Randy non esita a sferrare un pugno sul suo viso, mandandolo al suolo.
Justin lascia la mia mano per precipitarsi verso Randy e trascinarlo via di lì, in modo da non poter reagire ulteriormente. La porta di casa sbatte, ma non si tratta né di Randy, né di Justin e tanto meno gli altri ragazzi, chinati per aiutare Austin. È Stacy a essere uscita, ma quando le mie gambe decidono di muoversi e seguirla, c'è già troppa distanza tra di noi. Le corro dietro, gridando il suo nome perché si fermi, ma fa finta di non sentirmi.
Riesco a raggiungerla con uno scatto, afferrandole il polso e arrestando così i suoi passi.
«Dove diavolo stai andando?»
«Hai sentito anche tu, me ne vado.» Me lo dice con voce ferma, nonostante le lacrime sul suo viso.
«Che cosa? Non puoi andare via, non diceva sul serio. Non è colpa tua-»
«Haley basta» mi interrompe in fretta. «Randy ha perfettamente ragione, Jennifer è morta per causa mia. Sasha l'ha fatto di proposito.»
«Ti prego, non puoi andare via. Spezzerai di nuovo il cuore a Justin e hanno bisogno di te più che mani. Non farlo.» Stacy sorride, ma scuote la testa.
«Mi odia e mi odio anche io. Devo andarmene.»
«Stacy-»
«È di te che Justin ha bisogno, l'ho capito nel momento in cui mi ha parlato di te. È innamorato di te e lui è stato il migliore amico che potessi mai desiderare» parla con calma e la cosa mi spaventa. «Io non faccio più parte della sua vita, non c'è più spazio per me qui. È giusto che cada via. Torna da lui e lasciami andare.» Scuoto la testa, ma Stacy riesce a liberarsi della mia presa, poi mi abbraccia e lo fa tenendomi stretta a sé.
«Dove andrai?»
«Tornerò in Texas» scioglie l'abbraccio, scostandosi i capelli dal viso. «Torna da Justin, resta con lui. Io me la caverò.»
Posso solo annuire, non ho tempo di poter replicare; mi ha già dato le spalle, camminando in fretta e svoltando a destra lungo l'isolato. Non posso andarle dietro, devo tornare da Justin.
«Dov'è?» Lo chiedo chiudendomi la porta alle spalle, con il fiato corto. Anthony fa un cenno verso il piano di sopra. «Stacy se n'è andata, è diretta verso il centro della città, alla stazione dei treni.» Corro lungo le scale, sentendo la porta di ingresso aprirsi e chiudersi.
Non ho idea di dove si trovi Justin, ma una stanza in fondo al corridoio è socchiusa; Justin è seduto sul bordo del letto, con la testa stretta tra le mani. Mi inginocchio davanti a lui, posandogli una mano sulla sua.
«Hey» Justin solleva appena lo sguardo; ha gli occhi rossi e lucidi. Mi stringe la mano, chiudendo gli occhi mentre gli accarezzo i capelli. «Mi dispiace tanto.» Justin scuote la testa.
«Se n'è andata, vero?» Annuisco e per un secondo appena, Justin distoglie lo sguardo dal mio.
«Ho provato a fermarla, ma-»
«No» si alza in fretta, scansandomi e dandomi poi le spalle. «Randy ha ragione, Jennifer è morta per causa sua.»
«Non è vero.» Mi avvicino, volendo afferrargli il polso.
«Sì, invece!» Justin alza la voce, avvicinandosi alla parete lì accanto e sferrandovi un pugno, imprecando a gran voce.
Gli sfioro il braccio e a quel minimo contatto, Justin mi porta le mani sulle spalle, facendomi cozzare la schiena contro la parete appena colpita. «È solo colpa sua, Sasha me l'ha fatta pagare in questo modo. Sono contento che se ne sia andata, non avrei sopportato di vederla di nuovo. Jennifer è morta, lo capisci? Morta!» Me lo grida a pochi centimetri dal viso e chiudo gli occhi.
«Justin-»
«Non tornerà più, se n'è andata per sempre. Era come una sorella per me Haley, non la rivedrò più per colpa di Stacy.» La voce si è ridotta a un sussurro e la rabbia sembra abbandonare il suo corpo. Ha le braccia ferme sopra le mie spalle, in modo che non possa scappare e gli prendo il viso tra le mani, costringendolo a guardarmi negli occhi.
«Mi dispiace.» Justin si morde il labbro prima di nascondere il viso tra i miei capelli; le braccia mi avvolgono il corpo e lo lascio fare, sentendolo tremare contro di me.
«Non lasciarmi, ti prego.» Me lo dice dopo minuti interi di silenzio.
«Non lo farò.» Alza il viso, incontrando i miei occhi.
«Non allontanarti da me.»
«Ti amo, non ho nessun motivo per andare via da te.»

 
-
J.

 
«Da questa parte, prego.» Il comandante ci indica una stanza in cui entrare; entrambi ci alziamo dalle sedie e lo seguiamo lungo il corridoio. «Devo chiederle di aspettare fuori.» Me lo dice scusandosi con gli occhi. Randy apre bocca per ribattere, ma scuoto la testa.
«D'accordo. Sarò proprio qui quando avrai finito.» Randy annuisce e segue nuovamente il comandante all'interno di una porta.
Passa un'ora buona prima che la stessa si apra, rivelando Randy e il comandante. Mi alzo velocemente, sentendo la testa girare per il troppo tempo passato nella stessa posizione. Il comandante ci porta in una seconda stanza con un solo vetro scuro all'interno di essa. Il comandante preme un pulsante sulla parete di destra.
«Falli entrare, Marcus.»
Il ragazzo al di là del vetro apre una porta; uno dopo l'altro, sei uomini sfilano davanti a noi posizionandosi in riga contro la parete. Ognuno di loro tiene tra le mani una targhetta recante un numero di riconoscimento; Sasha è l'ultimo a entrare.
Randy stringe i pugni lungo i fianchi; gli occhi di Sasha incontrano i miei nonostante il vetro nero.
«Voglio che mi indichi nuovamente chi è il colpevole.» Randy annuisce alla parole del comandante, poi punta un dito contro Sasha. «Numero sei, un passo avanti.»
Sasha obbedisce e avanza verso di noi; il viso è deturpato ancora da lividi ed escoriazioni. Respira a fatica e la cosa mi fa stare meglio.
«Confermi la tua scelta?» Randy annuisce di nuovo e il comandante fa cenno verso l'uscita. Non parla, si limita a salire sulla mia auto, allacciando la cintura di sicurezza. Parla solo una volta che ho messo in moto.
«Andrà tutto bene, vero Justin?» Me lo chiede guardandomi dritto negli occhi. Stringo con forza il volante, ma annuisco.
«Sì Randy, andrà tutto bene.»


 
-
Qualche tempo dopo.

-
J.

 
Prendo le chiavi dell'auto dal tavolino e la busta bianca sotto di esse, infilandola nella tasca posteriore dei jeans. Inforco la porta, ma la voce di mia madre impedisce ogni altro movimento.
«Stai uscendo?» Si sfila la maglietta, restando i canottiera; fa piuttosto caldo oggi.
«Sto andando da Haley, ti serve qualcosa?» Mamma scuote la testa e Jazzy fa capolino nell'ingresso.
«Dove vai?» Me lo chiede allegra, con i codini che le oscillano in testa.
«A casa di Haley.» Ripeto, tirandogliene uno.
«Posso venire?» Mamma è pronta a ribattere, ma mi stringo nelle spalle.
«Sì, perché no.» Tendo una mano verso Jazzy, poi sorrido rivolto a mia mamma. «Ci vediamo più tardi.»
Ho bisogno di parlare con qualcuno e Haley è l'unica persona con la quale posso farlo; raggiungiamo casa sua una ventina di minuti più tardi, parcheggiando al solito posto.
Attraverso la strada con Jazzy al mio fianco ed è Nathan ad aprirci il cancello, invitandoci a entrare.
«Ciao Nathan» il suo sguardo finisce curioso su Jazzy. «Lei è la mia sorellina, Jazmyn. Ti avevo parlato di lei.»
«Siete venuti per lo skateboard, vero?» Rido a quella domanda, ma finalmente annuisco.
«Ma certo» Nathan saltella sul posto. «Devo parlare però con tua sorella prima.»
«È sul retro.» Indica il solito passaggio e mi rivolgo a Jazzy.
«Ti va di restare qui un momento con Nathan? Io torno subito» Jazzy annuisce e Nathan sorride. «Ti tengo l'occhio, sai?» Scoppia a ridere, ma corre a chiudere il cancello prima di fare cenno a mia sorella di seguirlo lungo il giardino.
Haley è seduta su un divanetto, intenta a leggere un libro. Le arrivo da dietro, non si accorge di me fino a quando non le lascio un bacio sulla guancia. Sussulta, voltandosi di scatto.
«Mi hai spaventato!» Faccio il giro e mi siedo accanto a lei, sorridendole. «Che cosa ci fai qui?» Posa il libro sul tavolino e mi mordo il labbro.
«Devo farti vedere una cosa» annuisce curiosa, poi faccio un cenno verso il giardino. «Nathan è con mia sorella, probabilmente dopo mi toccherà persino andare sullo skateboard.» Tiro fuori la busta dalla tasca dei jeans e la porgo a Haley.
«Che cos'è?» Me lo chiede, prendendomela dalle mani.
«È arrivata l'altro giorno.» Le dico semplicemente.
«È di Stacy.» Annuisco passandomi una mano tra i capelli.
«Leggila per favore.» Haley tira fuori i fogli dalla busta e li legge attentamente, con il labbro inferiore stretto tra i denti. La osservo e quando alza lo sguardo, ha gli occhi lucidi.
«Lo hai detto a Randy?» Me lo chiede in un sussurro e scuoto la testa.
«No, non ancora. Se n'è andata, non tornerà più» replico, stringendomi nelle spalle. «Credo che volesse solo salutarmi e-» Non riesco a finire il discorso ed è Haley a farlo per me.
«Dirti quanto ti voglia bene?» Annuisco alle sue parole, poi mi posa una mano sulla guancia e chiudo gli occhi. «Stai bene?»
«Mi manca.» Affermo e non me ne vergogno. «Mi sento solo senza di lei, senza Jennifer. Randy è diverso, lo sento distante e lo sono tutti. Lo capisco, ci vorrà molto tempo prima che le cose tornino come prima - se mai lo faranno - ma mi sento s-solo a volte.»
«Guardami» me lo ordina in tono deciso e la guardo negli occhi; sono così azzurri da sembrare quasi trasparenti. «Non sei solo, Randy si riprenderà ma ha bisogno di te per farlo. Austin, Seth e Anthony ci sono sempre e anche io.» La mia guancia si serra a quelle parole.
«Sempre?» Le mie labbra sfiorano le sue.
«Sempre.» Replica e annullo la distanza che ancora ci separa, assaporandole la bocca. Le accarezzo la schiena, il collo, il viso con la speranza che capisse quanto io sia innamorato di lei.
La voce di Nathan chiama i nostri nomi e Haley si scosta con un sorriso.
«Lo skateboard ti aspetta, Bieber. Prometto di non ridere quando cadrai al suolo.»
Scuoto la testa, mordendomi il labbro e afferrando la sua mano. Sono io a fare strada verso il giardino, dove Nathan ha già preparato tutto l'occorrente per umiliarmi.





N/A: Grazie per essere arrivati fino alla fine.
 
 
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Non siate lettori silenziosi.
(Revisionato)

 


   
 
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