Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Laila    03/06/2008    4 recensioni
"Akane era poco.
Akari era troppo.
Ukyo era terra inesplorata.
Si sorprese a pensarla, aggiungendola alle altre due donne importanti della sua vita"
Ho sempre visto bene Ukyo e Ryoga, così anch'io sono entrata in questa terra inesplorata cominciando questa Love-commedy. I personaggi sono tutti di diritto e proprietà dell'autrice Rumiko Takahashi, mia musa ispiratrice, eccetto alcuni personaggi aggiunti di mia iniziativa.
Genere: Romantico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cover dei personaggi:

testo


Provaci ancora, Ryoga!

Katsunishiki l'aspettava fuori dall'istituto, in un attimo balzò in sella all'animale, che fece partire a velocità sostenuta.

Risalirono il colle più alto, destreggiandosi abilmente nel fitto della boscaglia, fin quando il passo del suino rallentò in procinto del burrone, prima che fosse troppo tardi.

Akari smontò dal dorso di Katsunishiki, le guance arrossate e il fiato corto, come se avesse corso lei, fin lì! il grosso suino, spossato, si buttò su un fianco a riposare.

Unryu chiuse gli occhi, assorta nell'ascolto dei versi ritmici della natura, seduta su di un grosso masso muschioso.

Certune, lasciando correre appena un sentore di conoscenza, bisbigliavano, non poi tanto sottilmente:

Akari non si arrabbia mai!

Nemmeno quando, da piccola, suo nonno le aveva fatto credere, che per innamorarsi di qualcuno, doveva aspettare che il prescelto battesse Katsunishiki! Come dubitare del vecchio saggio nonno?

Tutte le altre cotte, alla fine, le erano parse solo ridicole infatuazioni di cui disfarsi.

Dubitare delle sue parole allora, avrebbe significato smettere di fidarsi e di conseguenza, di crescere. Cominciare ad odiarlo solo per una regola d'amore, anzi no, per una lezione di vita, che lei stessa aveva cercato. E suo nonno non era un familiare qualunque, no. *

L'aveva cresciuta sotto ogni aspetto, dunque volergli bene era un'estensione dell'affetto ricevuto, un sentimento immenso, ma mai ingombrante.

L'anziano compagno, simpatizzava per ogni cosa a cui la nipote si appassionava, in cambio le aveva solamente chiesto, di trovare un bravo ragazzo.

Il ragazzo predestinato sarebbe diventato un uomo, capace di mandare avanti la proprietà di famiglia, prima che lui morisse, era chiedere troppo, forse?

Ma che dici! Akari è una furia spietata, Nevvero?! E ridevano a crepapelle, per ragioni che in un primo momento non aveva compreso. 

Questo esternavano le bambine dell'asilo. A quei tempi, nessuno dei coetanei era in grado di battere il suino, eccellentemente addestrato e di molte taglie più grande dei bimbi sfidati, che la volevano come fidanzatina!

Sognava e risognava il suo principe forzuto, lei, isolandosi dalle altre bambine.

Provocala... Scommetti che non si arrabbia?

D' accordo! Se vinco io però, mi paghi il pranzo!

Continuavano a dire le fastidiose vocine, ora di studentesse del liceo. Voci che penetravano sempre più giù, assumendo l'aspetto di vene capillari, che si diramavano, contendendosi le parti sane del suo cervello.

E' vero... non sono riuscita ad avvelenarle il sangue neanche un po'!

In casi estremi i suoi attacchi di silenzio, l'avevano salvata, ma in generale bastava la presenza di Katsunishiki ad incuter loro timore e a sollevarla dai problemi.

Si sarebbe fatta delle nemiche comunque, che avesse reagito o meno, non avrebbe fatto la differenza... La sua piccola rivincita, consisteva nel notare le studentesse che si rodevano, per cercare di capire com'era fatta!

Sospirò. Che male c'è a non scaldarsi?

Posto che, se alla gente, il suo fare conciliante irritava erano problemi loro, non certo suoi!

Gridare era per gli arroganti e i maleducati, e lei non voleva diventare come i suoi genitori!

Figlia unica, tranne i tratti somatici, non aveva ereditato nulla dagli Unryu, una coppia davvero poco affiatata. 

Amava la comprensione e disprezzava l'odio, Akari.

In casa e fuori, aveva passato ogni singolo giorno, nella speranza di evitarlo, e quando non ci riusciva, cercava lo stesso di non fomentarlo. Altrimenti, non sarebbe sopravvissuta!

Passivo o meno, l'atteggiamento che aveva adottato funzionava sempre. Preferiva di gran lunga sentire delle sgradevolezze, che cercare d'integrarsi a quella massa d'ipocrite, scimmie urlatrici!

Poi, un bel giorno il ciclo si era spezzato, le voci nella testa erano sparite, completamente dissolte.

Si era accorta di amarlo, quel lontano giorno, dopo aver incitato Katsunishiki a scattare, nascosta dietro a un lampione, trepidante per il risultato dello scontro... e l'amore aveva vinto!

Contro ogni logica era rimasta salda anche quando il signorino Ryoga faceva il farfallone, in compagnia della ragazza dai capelli rossi, o in quella di Ukyo delle okonomiyaki.

Dove aveva sbagliato con lui? Lo aveva ricoperto di eccessive attenzioni? Era stata troppo permissiva? O poteva dare la colpa alla lontananza?

Ora i bei momenti passati col signorino Hibiki, la facevano soffrire, se lui fosse stato un bastardo arrogante, sarebbe stato più facile dimenticarlo... Akari, in cuor suo avvertiva una brutta sensazione, stavolta non sarebbe tornato, chiedendole scusa perché era uno sciocco... se ci avesse creduto quanto bastava, sarebbe stata lei, dei due, la vera sciocca!

Ne aveva abbastanza degli uomini e piena di buone intenzioni, promise a se stessa che non si sarebbe più innamorata, faceva troppo male!

Di solito, sarebbe riuscita controllarsi, peccato che la situazione di totale precarietà, la stesse rendendo cedevole come morbida creta. Sola, nel bel mezzo del nulla, si alzò.

Avanzò di un passo, poi di un altro, avvicinandosi pericolosamente al ciglio immobile del crepaccio. Un altro passo e sarebbe caduta. Katsunishiki l'affiancò senza fiatare, presagendo il pericolo.

L'allevatrice guardò giù, indugiando con sprezzo del pericolo, poi sollevò le mani portandole agli angoli della bocca:

- Gli uomini non sono affatto poooorciiiii!!!!!!!! - urlò fino a sgolarsi.

L'eco della valle rispose:

- Le donne non sono affatto cighiaaaleeeeee!!!!!

Si voltò a sinistra, appena in tempo per notare Iori Nuth distante cinque o sei metri, anche lui, appena sul bordo del burrone.

Il giovane notatala, avanzò con leggiadria verso di lei, finendo per aggirarla e mirare al suo Katsunishiki!

Il tipo con lo strano berretto, infatti l'aveva anestetizzato con un fazzoletto bagnato e stava cercando di caricarlo sulle spalle per portarselo via!

- Scusi signore! - replicò calma l'allevatrice spruzzandogli in viso una lozione anti-aggressione.

L'altro accecato dalla fragranza al pepe, fischiò richiamando la sua fedele Chiyako, o come amava soprannominarla il boss, Zampalesta.

Il grosso esemplare bruno che lo seguiva nelle sue scorribande era una femmina.

Chiyako e Katsunishiki parevano andare d'amore e d’accordo, e subito improvvisarono una partita a tris, su di uno spiazzo renoso.

Iori si era rifugiato nel bosco per nascondersi da Kako, l' orribile figlia del boss, che non faceva altro che tormentarlo, si rifiutava di fidanzarsi con lei! Meglio solo che male accompagnato! Si riprometteva.

Assoggettato dallo sguardo di quella sconosciuta, il ladruncolo si mise sulle difensive:

- Volevo assicurarmi che il tuo suino stesse bene, non aveva una bella cera! Sei un appassionata di maiali anche tu? - Iori le aveva rivolto le parole magiche.

Eppoi, Akari non voleva sprecare i biglietti acquistati, per il prossimo torneo di sumo.

Suo nonno comparve all'improvviso sdraiato nel suo futon, dandogli la sua benedizione per quanto concerneva quel ragazzo.

- Una storia che ha dell'incredibile... – soggiunse Ukyo una volta che l'allevatrice non ebbe più dettagli da comunicarle.

Congedandosi la cuoca si diresse verso il tavolo per mangiare uno dei pochi pasticcini rimasti al loro posto.

- Ukyo-chan! Devi assolutamente dirmi il segreto della tua salsa ai gamberetti... è assolutamente impareggiabile! - sorrise il mago delle crepes.

La ragazza esitò, sorpresa di vederlo. Ma le bastò un secondo per riprendere la solita aria di sfida.

- Un bravo chef non rivela i suoi segreti...

Joe incassò con classe, elargendole un sorriso vagamente strafottente, quando accostandosi al suo orecchio sussurrò:

- Peccato, perché di te, vorrei sapere tutto...

- Non ricordavo che ti avessimo invitato – precisò Ryoga spuntando dietro la coetanea.

Joe si ravvivò un ciuffo d'ebano con un'aria innocente, ignorando la sua provocazione.

- Oh Ryoga, anche tu qui? Perché non ci suoni qualcosa?

Ma lui non riuscì a rispondere per le rime, dato che la cuoca prese il sopravvento.

- Sarebbe splendido! Suonate un duetto!

A quel punto, la maldicenza del girovago non poté abbattersi su Joe, e vacillò cercando un contrattempo plausibile.

La bugia, doveva essere celere e credibile. Oggetto dell'interesse della cuoca, Ryoga boccheggiò miseramente, sprofondando nel panico.

Guardandoli, un terzo arrivato non poté fare a meno di notare, i sottintesi impliciti nei loro volti, temendo il girovago, alla stregua di uno scorretto rivale.

- Anch'io ho aperto un negozio qua all'angolo! - la voce calda di Fuuya Watanabe, li fece voltare interrogativamente!

Il ragazzo dagli occhi d'ambra e i capelli selvaggi, si rivolse all'amata mai dimenticata:

- Vendo alimenti ortofrutticoli! A te posso fare uno sconto del 50% ! - si vezzeggiò, cantando le lodi dei suoi prodotti freschi di campo, di produzione diretta della sua famiglia, contadini che sapevano il fatto loro da secoli.

Le porse un mazzetto di prezzemolo e radici rosse che Ukyo sembrò apprezzare – Gli affari sono affari, verrò a dare un' occhiata! – promise. L'unico che non aveva incantato era Hibiki, che alzò gli occhi al soffitto borbottando sommessamente fra sé e sé.

- Ho qualcosa anche per te! - sogghignò Fuuya mettendogli al collo una pestilenziale ghirlanda d'aglio e cavoli, con appuntato un biglietto che recitava: “Non fiori ma opere di bene”

- Accidenti a te Ryoga! puzzi come un cadavere! - lo incolpò Saotome, indicandogli Happosay che per un rigetto d'aria era svenuto e ora galleggiava sulla scodella del punch.

- Vatti a cambiare se non vuoi farci svenire tutti! - suggerì tenendosi le narici, la cuoca, come se fosse colpa sua, e non della graziosa collana d'aglio!

- Sono le undici passate, che ne dite di far visita al tempio? - propose Nabiki Tendo.

Il girovago rientrato dopo le votazioni, si era messo il solito abbinamento casual, sostenendo di essersi pure fatto una doccia a tempo di record.

L'idea di Nabiki piacque a tutti. Quella sera la strada che portava al tempio era tappezzata di bancarelle di ogni genere, e dopo la mezzanotte, nel cielo sarebbero esplosi i fuochi d'artificio.

Gli invitati si diressero verso il viale alberato che precedeva il tempio, Ukyo spense la luce.

- Forza Ryoga, andiamo!

Nascosto dalla penombra imperscrutabile, il ragazzo l'afferrò per il polso, impedendole il passo.

- Tanto per la cronaca, non ho fatto apposta a finire a casa d'Akane!

Ukyo si morse il labbro inferiore, aveva dimenticato il litigio, vista l'aria di festa, ma quello stupido si era intestardito a voler rivangare il discorso!

- Per carità! Tu non lo fai mai apposta... – non sapeva dire il perché, ma quel commento suonato senz'ombra di  appello, lo offese. La cuoca non lo biasimava, ne tanto meno lo discolpava.

Si ammutolì, incapace di metter seguito al discorso chiuso.

Non immaginava nemmeno, che la sua assenza avesse creato un solco profondo dentro Ucchan.

Le era praticamente impossibile ricordare, quando Hibiki se ne era andato.

Era come scrutare dall'orlo di un fossato buio che inghiotte lo sguardo, per cercare qualcosa di vitale: la voragine aperta sul nulla, un luogo che interrompeva i vividi ricordi che aveva raccolto di lui, rendendola cieca... Dove era stato? Cosa aveva fatto? Aveva mai sfiorato i suoi pensieri? Buio, solo il buio poteva saperlo, quel buio che una volta, aveva ritenuto confortante...

- Spero che mentre lavoravo duramente ai preparativi della festa, tu e Akane vi siate divertiti! Allora... com'è stato?!

Hibiki declinò rigido le sopracciglia, serrando la mascella come a non sapere se trattenere un accalorato e brutale sfogo.

E il suo proposito di far finta di niente venne rimpiazzato da un nuovo, più influente scatto d'ira. La circondò, costringendola nella morsa delle sue braccia.

Il giovane Hibiki, sentì la frustrazione, effervescere dallo stomaco, per poi defluire definitivamente, in quel suo grido esplicito:

- Siamo stati così tutta la notte! Contenta ora?!

- Ti odio Ryoga – ma se c'era qualcosa di deliberatamente offensivo nel tono della sua voce, l'amico non lo colse.

Ucchan cessò poco per volta di rabbrividire, dilungandosi nell'abbraccio offertole con ritrovato sollievo, mettendolo stranamente a suo agio.

- Ahm, senti, mi dispiace... non essermi perso, intendo... non volevo farti arrabbiare, ecco!

Avrebbe potuto benissimo spingerlo via, prenderlo a spatole, schiaffeggiarlo, reazioni che ad ogni modo, non avrebbe biasimato. Ma cos'era successo ad Ukyo?

Esili dita divaricate indugiarono sulla sua schiena, poi lei, proprio lei, adagiò la fronte contro il suo sterno, lieve come solo una farfalla poteva essere, e scivolò alla sua destra.

Il respiro caldo e irregolare di Yocchan sulla maglietta, lo mandò in una sorta di trance. Poteva avvertire a memoria, il profilo delle sue labbra solleticargli la spalla.

Se mi abbraccia, vuol dire che non le sono indifferente?

Non era mai stato bravo a gestire le emozioni, dando loro coerenza attraverso le maledette paroline dolci, tanto appropriate in certi casi!

C'era qualcosa però, che desiderava farle sapere, qualcosa che la risonanza dei suoi stessi battiti nelle orecchie, non mancava di ricordargli, come un'assillatissima sveglia.

Sapeva che era ORA.

Con la lingua appiccicata al palato, la gola arsa dall'attesa.

ORA o MAI più. Sarebbe ingiusto nasconderglielo ancora....

Deve sapere che, per lei vorrei e potrei, essere più di un amico...

Anche se fosse tutto inutile e mi RESPINGESSE...

DEVE saperlo, io... debbo sbrigarmi!

Io... Come faccio???

L'immagine di Akari, nitida nella sua mente, troncò sul nascere, ogni altra riflessione.

Lei, una ragazza.

Non aveva esitato.

Si era dichiarata in fretta e furia, quando erano ancora due sconosciuti l'uno per l'altra.

Tutti quei momenti assieme, gli appuntamenti, non erano serviti a niente?!

Non l'avevano fortificato, neppure un po'?

Ancora un po' agitato, prese un respiro preparatorio, allontanando la ragazza, quanto bastava. 

Restarono percettivamente immobili, in un insolito faccia a faccia carico d'aspettativa.

Dalle labbra amareggiate d'Hibiki, uscì un rantolo sbuffato, sebbene avvertibile.

- Ed io, che non ho fatto altro... – qui tossì interrompendosi, portando un pugno davanti alla bocca.

- Che pensare a te!

Studipo! Stupido! Stupido! Ho rovinato ogni cosa!

La cuoca fissò attenta gli occhi cobalto sui suoi, ancora abbassati.

Sicché quando i loro sguardi si sfiorarono, l'espressione criptica di Ukyo lo mandò un'ultima volta nel panico.

Perché sembrò sul punto di replicare, e solo quando, dopo pochi istanti di stasi, inclinò lievemente la testa verso destra, Ryoga capì che aveva cambiato idea.

Ma che sta dicendo? E il tuo sentimento per Akari?

Le domande si dissolsero, quando lei si accorse del modo sofferente in cui la guardava, quasi che stesse a piedi scalzi sui carboni ardenti!

La tentazione e il pudore, s'intrecciarono nella sua frentica parlantina:

- Tu non hai... davvero idea di quanto fossi preoccupata! Volevo tappezzare di manifesti di P-chan Nerima intera, ma Akane si sarebbe insospettita! Se avessi saputo che eri a dormire da lei!Scommetto che Ranma non ha nemmeno tentato di separarvi!

Dopo tanto ardire, il coetaneo si grattò la nuca in imbarazzo – Lo so' che ti ho... che cosa hai detto? - rimuginò sorpreso, una volta registrata la seconda parte del messaggio.

- Non voglio che tu vada a casa di Akane, che tu dorma da lei o meno! - ordinò con voce inflessibile Yocchan – Razza di playboy a tempo perso! - quest'ultima parte, mise fine alla debole pace creatasi.

- Chi sarebbe il playboy? Io?! Dico, non ti sembra di esagerare? Se Ranma ci vedesse, penserebbe male di noi! - incrociò le braccia in modo austero.

La chiassosa spatola piombò a danno della sua testa ebanica.

- Ranma sa perfettamente che il nostro fidanzamento è rotto...

Gli mancò un battito, nel medesimo istante in cui la cuoca abbassò lo sguardo sul tappeto dozzinale, mordendosi le unghie della destra.

Cercò ad ogni modo, di non apparire molesto quando le chiese:

- E... ehm... come mai?

- Per colpa di un perdistrada, mezzo-porco, play...- boy, pessimista cosmico, lavoratore ottuso... e vari altri epiteti sarcastici, che persero interesse per il girovago quando la zittì.

Lui, il più timido pedone, dell'intero Giappone!

L'aveva passionalmente zittita, cogliendo le sue labbra in un approccio furtivo.

Le cinse il fianco, risalendo con la mano libera lungo il dorso, fino ad afferrarle la spalla destra.

Si spaventò sentendola sussultare, sottoposta al suo tocco gelido! Oppure era un brivido di piacere?

Yocchan non si ritrasse, anzi si abbandonò al fare semplicistico del giovane, per non agitarlo ulteriormente. Perse poi un sospiro, scaldandogli senz'alcuna malizia uno zigomo.

Un fascio di capelli, color caramello scivolò lungo la spalla della giovane quando si tirò indietro, cosa che evidentemente Hibiki non le perdonò. Non aveva ancora finito!

Stringendo parte della chioma traditrice, la costrinse infatti a reclinare da un lato la testa, ritrovando le sue labbra ancora dischiuse con maniacale precisione.



testo

Approfondì il bacio, facendola retrocedere, incerto del perché, fino ad esaurire lo spazio percorribile e premerla contro il muro. Passato qualche tempo, allontanò con estrema flemma il viso, da lei.

La prima cosa che vide fu il sorriso di Yocchan, ancora più bello con le labbra arrossate. Sapere che era stato lui, a conciargliele a quel modo, lo fece sorridere. Allora un dubbio inaudito lo assalì.

Oh, ti prego dimmi che non è un sogno...

La ragazza sembrò leggere il tormento amletico, direttamente dai suoi esilaranti tratti facciali:

- A cosa stavi pensando Ryoga? - le braccia alzate su di lui e le mani ancora intrecciate dietro la nuca. Mani che cercavano di affondare le dita su quelle ciocche morbide e spettinarle a piacimento.

Ma non riuscì a formulare risposta. Il rumore dei fuochi, il bagliori dei primi festeggiamenti dell'anno nuovo, si misero di mezzo. Era già mezzanotte! Quanto tempo avevano discusso? Si era completamente dimenticato del resto!

- Vieni – E presale la mano, trascinandola a passo gentile, la portò fuori.

Epilogo: Vissero tutti felici e contenti, a turni di giorni alterni, Iori per amore di Akari, o per pressioni di Ryoga, non c'è dato saperlo, diventò un controllore fiscale, lavoro che gli riusciva bene, visto la sua precedente esperienza...!

***§-------------------------- The End -----------------------------§***



*Solo un appunto su Akari, presto publiccherò uno spin-off su di lei, collegato a questa storia, una semplice one-shot.

Arrivati a questo punto, devo riconoscere che siete stati coraggiosi XD!

(Inchino) Passo a salutarvi (sigh, soab ...T__T...) 

Maryku: il nome Yocchan piace molto anche a me, sei sempre stata una delle più veloci a commentare^__-grazie cara!

Ramarrogiallo: Una new entry! Che bella sorpresa, scoprire una nuova lettrice -^-^-grazie per il commy!

Lavs: Come vedi la storia di Akari ( che è la coprotagonista per eccellenza della storia ) e Iori, l'ho voluta mettere nero su bianco. Mi piace l'idea che lei non capisca il mestiere di Iori... che infondo, infondo è un bravo ragazzo...(Happosay: garantisco io, ne farò un mio discepolo! X°°D)        Su Ukyo e Ryoga, ho cercato di non tralasciare nulla. Grazie per i tuoi splendidi commenti, Lavy!


Kuno: Se Fuuya ha passato la prova papu, allora non ho veramente nulla di cui preoccuparmi-^__^-! Tranquillo, non importa quando commenti, la puntualità non mi interessa visto il tuo ultimo resoconto, preciso ed esauriente! Pure sono contenta di non essere troppo indovinabile XD, credevo che Zampalesta, potesse essere un indizio già percepibile... Cmq ti ringrazio, anche perché in un certo senso, senza le tue riflessioni su "Una serie di sfortunati eventi" questa storia non sarebbe mai nata, e non mi sarei tanto scervellata XD!


Un ringraziamento particolare anche ad Aleberyl, Devilmaycry ed Emily la stramba e Okkiblu, thank's-*__-!


Grazie ancora e ancora di cuore a tutti voi!

Laila

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Laila