Step one
A perfect big brother
Itachi era sempre stato il fratello perfetto.
Stimato da tutti, in primis dal padre; forte, gentile, disponibile… il suo muro da scavalcare.
Sasuke continuava, imperterrito, ad inseguirlo ed imitarlo.
Gli voleva bene; nella sua concezione, avrebbe perfino potuto affermare con sicurezza che lo amava.
Ma un bambino non sa cos’è l’amore e, molto spesso, rischia di confondere questo sentimento con un’ammirazione incondizionata.
Itachi era perfetto: sia come fratello, sia come ninja.
Cosa si poteva desiderare di più, se non assomigliarli?
Eppure, mentre la sua infanzia annegava nel sangue, Sasuke non era più tanto sicuro di voler diventare come suo fratello
Step two
A perfect best friend
Per quanto Naruto potesse essere seccante, invadente e terribilmente fastidioso, Sasuke non riusciva a fare realmente a meno della sua presenza.
In un certo senso, lo invidiava perché, nonostante le loro vite si assomigliassero, il biondino riusciva ad andare sempre avanti con un sorriso, cosa che a lui risultava terribilmente difficile.
Così, cercava di consolarsi nelle proprie abilità di ninja, nettamente superiori a quelle dell’Uzumaki.
Eppure, Sasuke Uchiha avrebbe dato tutto quello che possedeva: abilità, intelligenza e liniaggio, per saper sorridere, almeno una volta, come faceva Naruto.
Purtroppo, il suo orgoglio gli impedì sempre di accettare gli insegnamenti del compagno.
Step three
A perfect teacher/lie
Se Kakashi era stato un buon maestro, Sasuke non lo ammise mai.
Fondamentalmente, lo riteneva troppo “buono”, per essere realmente in grado di insegnargli qualcosa.
Orochimaru era un insegnante sicuramente più capace o, perlomeno, più adatto ad una testa calda come lui.
Di sicuro, sapeva il fatto suo e, specialmente, sapeva dove far pressione per farsi ubbidire.
Così, Sasuke preferì ancora una volta la saggezza di una bugia, piuttosto che l’ingenuità della verità.
In fondo, per una persona abituata a vivere ingannando sé e gli altri, che cosa avrebbe comportato una menzogna in più o in meno?
Nulla. Assolutamente nulla.
Step four
A perfect revenge
Era andato tutto alla perfezione.
Itachi era morto, il clan vendicato.
Eppure, durante tutto il combattimento, Sasuke aveva avuto la terribile sensazione che qualcosa non andava per il verso giusto.
Ne ebbe la conferma solo quando Orochimaru uscì dal suo corpo e Itachi usò le sue ultime energie per sigillarlo.
Lì per lì rimase troppo sconvolto e sconcertato dal sorriso e dalla frase pronunciata dal fratello, un attimo prima di morire, per avere qualsivoglia reazione.
«Perdonami, Sasuke…non ci sarà una prossima volta.»
Adesso, l’unica cosa cui riusciva a pensare, era il sollievo per non aver vibrato di persona, l’ultimo colpo.
Step five
A perfect child
Ci sono momenti in cui i sogni cui credevi da bambino esplodono in piccoli microscopici frammenti.
Tanti dei suoi sogni avevano fatto quella fine, negli anni. E tutto per la stupidità che, tenacemente, definiva: “ambizione”.
Più per convincersi di non aver buttato completamente al vento tutto, che qualcosa per andare avanti c’era.
Eppure, non riusciva a trovare niente di meglio che distruggere infantilmente ciò che gli causava dolore.
Aveva sempre affidato le proprie scelte al suo “Io” bambino e, adesso, non era il sedicenne a piangere, bensì quel moccioso di sette anni che aveva perso per definitivamente il fratello maggiore.
Note dell’autrice
Niente di pretenzioso; un po’ la storia di Sasuke in cinque drabble.
In fondo, lo sappiamo che il caro Uchiha è un po’ stupido, ma mi ritrovo sempre a giustificarlo nonostante le cazzate che spara.
Forse perché anche io farei lo stesso. Mah.
Dedicata ad Ainsel, per aver pianto con me sull’Uchihacest spaventoso degli ultimi capitoli ù_ù