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Autore: ChrisAndreini    17/01/2014    3 recensioni
Valencia è una giovane ragazza sui diciotto anni, abita nella fattoria di famiglia con la madre, il cane, galline e un antico mistero.
Ma quando la madre viene maledetta da una temibile strega le cose nel suo piccolo angolo di paradiso inizieranno a complicarsi, e le ci vorrà tutto il suo coraggio per riuscire a ritrovare la chiave per l'antidoto, aiutata dal fedele amico Jamert e dall'affascinante e misterioso Alernis.
[-Ragazza, non spoilerare tutto-
-Ma è solo l'introduzione-
-Ma se continui così capiranno la storia prima che la possa raccontare a me-
-Ok, mi fermo qui-]
Buona lettura!
Questa è una storia collegata indirettamente al "Diario di una secchiona asociale", ma se non l'avete letto potete comunque leggere questa senza preoccuparvi, capirete comunque qualcosa.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Diario di...'
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La Chiave di Valencia

 

Come tutto ebbe inizio

 

Le chiavi sono oggetti assai curiosi, sono di solito semplici oggetti che aprono una porta, un cancello, un contenitore… ma cosa sono le chiavi, qual è il loro significato reale, perché sembra normale definire chiave come: “oggetto usato per aprire o chiudere le porte” ma in realtà non sono solo questo.
Ci sono persone che chiudono o aprono le porte, ma quale può essere il significato di ciò. 
Pensate all’espressione, “chiudere le porte in faccia”, è intesa come un allontanamento da una persona che non ti vuole più intorno, oppure pensate a quando si dice “la porta è sempre aperta per te”, che sta a significare che accogli una persona, che la fai entrare nella tua vita senza problemi, che inizi a conoscerla e che l’apprezzi.
Beh, una chiave è lo strumento usato per compiere queste cose, che tu voglia chiudere una porta o chiudere il tuo cuore, se vuoi aprire un cancello o aprire la mente, la chiave sarà sempre lo strumento utilizzato per questo scopo.
Ma le chiavi possono anche perdersi, e se le hai perse dopo aver chiuso qualcosa potresti non ritrovarle mai più, e la tua mente, il tuo cuore, la tua vita potrebbero essere chiusi per sempre.

 

***

Una ragazza dai capelli corvini e gli occhi grigi cerca di imparare a suonare la lira, aiutata pazientemente dalla madre, ma non riesce a raccapezzarsi sulle note e sul tempo, sembra tutta un’altra lingua.
-Valencia! Quello è un sol, non un re- la ammonisce la madre.
“Sole, Re, ma da quando l’astrologia viene mischiata con la nobiltà? Solo nella musica, è chiaro!”
Pensa sconsolata mentre prova ad azzeccare le note, senza molto successo.
-Quello è un mi, non un fa- la rimbecca di nuovo la madre, facendo innervosire sempre di più la ragazza.
-Lency, sei qui?- una voce interrompe la musica.
-Jamert, grazie al cielo!!!!- esclama la ragazza alla figura appena entrata dalla porta -Ehm… cioè… volevo dire… Jamert, si sono qui, sto studiando musica ma ho quasi finito e non serve che continui, quindi possiamo andare in città anche subito- così dicendo posa la lira e si affretta ad andarsene, prendendo l’amico per una mano.
-Dove andate voi due?- chiede la madre alzandosi e mettendo il suo solito cipiglio severo.
“Ma è sorda o cosa?” 
-In città, abbiamo finito il cibo per Light e devo comprare un pezzo di stoffa per rassettare l’abito di Kendal, ci vediamo tra qualche ora- le spiega velocemente la ragazza, pronta a scattare verso la libertà.
-Molto bene, prendi 50 Krin e compra anche un po’ di filo e l’ago, l’ho perso qualche giorno fa mentre rassettavo il tuo vestito azzurro, torna prima del tramonto, mi raccomando!- le dice, poi ripone gli strumenti da lavoro e si affretta a sistemarsi i guanti e uscire fuori per compiere le normali mansioni.
Dopo aver dato da mangiare alle galline…

 

[-Scusa, ragazza, non hai ancora dato delle informazioni fisiche sui personaggi, come faccio ad accettare la tua storia se non mi dai neanche una descrizione, sembra più un libro che una sceneggiatura per un cartone Disney-
-Scusa, ma se mi lascia finire le informazioni le saranno date-
-Beh, voglio un quadro esatto dei personaggi prima di sentire altro, non si capisce neanche il tempo, il luogo e le relazioni tra i personaggi-
-Ok, ok, mi lasci parlare-]

 

Stavo dicendo, dopo aver dato da mangiare alle galline e aver raccolto il mais maturo e la frutta dagli alberi, entra in casa per darsi una ripulita, e si guarda allo specchio.
E’ una donna sulla quarantina, ma non ha ancora perso il suo fascino, nonostante le fatiche che ha dovuto sopportare nella sua vita. Abbastanza alta, di corporatura normale, capelli neri della figlia e occhi verdi. 
Toglie le vesti da lavoro appartenenti al marito e mette un abito femminile.
Un lungo vestito verde foresta con una cintura stretta in vita e lega i capelli in un chignon, poi si appresta a ricevere nuove clienti.
-Salve, posso fare qualcosa per lei?- chiede alla prima figura, una ragazza sui vent’anni alta, magra bionda, insomma, la classica ochetta [-Ok, niente giudizi personali, ho capito-] che le risponde, con occhi malefici e tono piatto:
-Quanto vuole per la fattoria?-
-Cosa? Non è in vendita, qui rammendiamo abiti, coltiviamo, alleviamo e aggiustiamo mobilia, se la cosa non le interessa può anche andare- non ha intenzione di essere scortese, ma la donna le infonde inquietudine.
-Oh, ma io avrò la sua terra, decida lei in che modo, se con le buone o con le cattive- la minaccia infatti la bionda.
-Lasci subito casa mia, la proprietà non è in vendita, lo ribadisco- cerca di cacciarla, ma la bionda toglie i guanti… 

 

[-Si, indossa i guanti e un vestito lungo nero come la notte- 
-Quindi si presume che le donne indossino solitamente abiti lunghi?- 
-Si, esattamente, tranne quando devono lavorare nella fattoria-
-Che scommetto abbia un segreto misterioso-
-Ehm… procediamo senza spoilerare-]

 

…e le dice:
-Ok, passiamo alle cattive-

 

***

-Ogni tanto mamma è proprio testarda- 
Valencia, vestita con gli abiti buoni per la città passeggia per il mercato cercando ciò che le serve. Indossa un lungo abito di velluto rosso con un fiocco in tinta sulla testa che le tiene raccolti i lunghi capelli, ed è seguita da Jamert, il suo migliore amico e vicino di casa, con indosso dei pantaloni e una giacca da città.
-Dai, non sei tanto male a suonare la lira- cerca di rinfrancarla l’amico, ma tanto sa che è inutile, se deve essere sincero sono testarde uguali lei e la madre.
-No, non è vero, non mi ci raccapezzo con tutte quelle note- sbuffa spazientita, mentre osserva un bellissimo pezzo di stoffa arancione della stessa sfumatura di colore e tessuto di quella per l’abito di Kendal.
-Questa è perfetta!- esclama perendo tutto il malumore -Quanto viene?- chiede al negoziante, che le risponde semplicemente:
-40 Krin-
Il malumore torna in meno di un nanosecondo sul volto di Valencia:
-Sta scherzando spero- esclama inorridita -Non ne varrà più di venti- 
-Mi dispiace signorina, i prezzi sono molto aumentati in questi tempi di crisi, ma se vuole ho quel pezzo di stoffa a 25 Krin- e indica un pezzo di stoffa arancione spento e pieno di macchie.
-Non può farmi uno sconto? ho solo 50 Krin e devo comprare molte altre cose-
-Le comprerai con i restanti dieci- risponde semplicemente, Jamert si prepara a trattenere Valencia, che prontamente si lancia verso di lui.
-Ma che razza di aiuto è? Brutto infame figlio di una strega con il morbillo e le pustole, io mi spacco la schiena per fare un bel vestito a Kendal e tu non mi sconti neanche un piccolo pezzo di stoffa, brutto…- ma prima che possa continuare Jamert riesce a trascinarla via e la porta in un vicolo poco lontano per farla calmare.
-Lency, tu sta calma, ci penso io- la ragazza annuisce controvoglia, fumante di rabbia, mentre il ragazzo va vicino al negoziante e parla un po’.
Ritorna da lei con la stoffa e 30 Krin intatti, e Valencia sbuffa con dissenso.
-Perché non l’hai fatto prima?- gli chiede indicando il negoziante e i Krin nella sua mano.
-E’ troppo divertente vederti sbraitare in quel modo, le guance rosse e le movenze maschili, sei troppo te stessa- risponde sorridendole, lei gli fa la linguaccia e lui ride.
-Dato che tu sai trattare, credo che andrò in giro a divertirmi mentre tu finisci la spesa, tanto non hai bisogno di me- e girandosi impettita si gira per andarsene, ma lui la prende per la mano e le stuzzica:
-Ma dai, non fare così, sei solo invidiosa della mia parlantina carismatica-
-Ma certo che no, e comunque ci riesco anche io- così dicendo prende i Krin dalla mano di Jamert e si avvia verso il negozio di animali, per poi tornare dieci minuti dopo con un misero biscottino e soli 5 krin.
Jamert inizia a ridere a crepapelle e lei gli da uno spintone:
-Oh, sta zitto!!!-

 

***

-Volevi vedermi, padre?- Alernis si inginocchia di fronte al re di Arendelle…

 

[-Non puoi usare quel nome, è di proprietà delle Disney, è la città del film “Frozen- Il regno di ghiaccio”-
-Ok, ok, correggo subito-]

 

…Il re di Irindalle, che lo fa alzare e gli dice senza giri di parole il suo volere, al quale dovrà sottostare, volente o nolente:
-Figlio, io e tua madre abbiamo deciso di prenderti una moglie, a breve verrà qui la principessa Cormena, delle isole del Nord… 

 

[-Lo prendo come un plagio, non deve copiare i nomi così-
-Ora mi fa raccontare, i nomi si decideranno poi, va bene?-
-Si, ragazza, continua prima che cambi idea-]

 

…La sua famiglia è molto ricca, e con questa unione riusciremo a fermare la situazione di crisi che verte la nostra terra, Ti prego vivamente di non fare come tuo solito, cerca di accettare la nostra decisione, perché un re deve sempre fare ciò che è meglio per il popolo- 
Dopo il solito discorsetto incoraggiante il re lo congeda.
Il principe si avvia in camera senza esitare, col cavolo che si sposa con una sconosciuta.
Prende una borsa di pelle, ci mette dentro i vestiti più comuni del suo guardaroba e prende un mantello, lasciando il castello, era da anni che desiderava fuggire, ed questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Si avvia verso l’uscita laterale del palazzo ed esce finalmente fuori, all’aria aperta, per le vie del suo paese, finalmente libero.

 

 

 

 

(A.A.)
Ve l’avevo promesso ed eccolo qui, spero vi piaccia.
Gli interventi tra le parentesi quadre sono interventi di Lily e un produttore della Disney, quando è diventata più grandicella, (per chi non ha letto le storia “Diario di una secchiona asociale” vi basti sapere che è la ragazza che ha inventato la storia e che la sta presentando per farci un cartone)
Spero vi piaccia e spero di aver reso bene tutto.
Al prossimo capitolo (che non so quando arriverà)

   
 
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