Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Man113    17/01/2014    2 recensioni
Leila è una ragazza che vive nel paesino montanaro Guardiapere. La sua vita è stramba come quella delle sue 7 amiche, che presto affronteranno mille avventure insieme a lei. Scopriranno la fantastica isola di Bengiamondo dove decideranno di vivere per sempre. Amore bugie e tradimenti, follie e divertimenti, lacrime e tentati suicidi porteranno la storia a diventare un intreccio nel complesso. Capiranno come riuscire a vivere in armonia grazie all'aiuto dei cinque Bengiamondesi che metteranno in evidenza i sentimenti che ognuna prova per l'altra, e le faranno capire il vero valore dell'amicizia con vecchi test tradizionali dell'amicizia, che affronteranno con grande difficoltà.
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
È una calda giornata invernale. Dovrebbe far freddo ma in realtà fa un caldo soffocante e tutti si chiedono il perché. Quella mattina Leila si alzò alle 9 spaccate. Si mise seduta sul letto, strofinò le mani sul suo viso e per un attimo pensò a quanto poteva sembrarle strana quella giornata... Sapeva che sarebbe stata una giornata strana. Se lo sentiva. Con pigrizia prese i vestiti, si cambiò, staccò il telefono dal caricatore e scese al piano di sotto. Dalla finestra giù per le scale spuntava una luce piena di carica. In casa non c'era nessuno. Solo lei. Entrò in cucina e vide un biglietto sul tavolo: "Io, papà e Marika stiamo dai nonni, a più tardi. Mamma" Si affacciò alla finestra della cucina e non c'era anima viva, se non il cane dei vicini che stranamente non abbaiava, guardava di là e di qua e quando trovò l'ombra si sedette e lanciò uno sguardo verso la finestra. Leila diede un piccolo sguardo giù per la strada, poi lasciò la tenda, uscì dalla cucina e entrò nel bagno. Anche li uno spiraglio di luce mattiniera da giornata calda e estiva entrava e si poggiava sul muro tra il water e il bidè. Si avvicinò al lavandino, si diede una sciacquata buttandosi acqua gelida sul viso, si asciugò e uscì dal bagno con un'aria di una ragazza che si sentiva normale, ma allo stesso tempo strana. Non capiva cosa non quadrava. Di prima mattina di solito si è storditi, ma lei sapeva che non era solo stordita, sapeva che c'era qualcosa sotto, ma non capiva cosa.. Si diresse verso il salotto e anche dalla finestra del salotto spuntava una luce forte e piena di energia. Al che le venne in mente di uscire. Prese le chiavi, il portafogli e uscì. Montò sulla bici e si lasciò trasportare dalla discesa. In curva riprese a pedalare... Ancora nessun anima viva. Non sapeva dove andare, ma per un attimo pensò di farsi un "viaggio spericolato" arrivando a Guardiapere. Qualche macchina ferma all'euro spin. Entrò, i clienti erano tutti alle casse. Tutti con l'aria sbiadita e scocciata di chi di prima mattina deve lavorare. Riprese la bici e si diresse verso la fermata dei pullman. Li prese "Lancianari via Castel Ferrato". Sul pullman salivano anche C e J, due ragazze che Leila conobbe proprio quell'anno li. Appena videro Leila corsero a salutarla. Anch'egli avevano l'aria disinvolta e la faccia di un turista al centro dell'Africa più deserta. La fermata era vuota. Solo loro tre. C e J chiesero a Leila se anche a lei sembrava una giornata diversa da tutte le altre. Il meteo il giorno prima metteva pioggia, ma quando alzò lo sguardo il sole le abbagliò gli occhi. Si coprì la visuale e continuò a parlare con C e J. Sull'autobus presero posto infondo, l'autista che salì quel giorno non l'aveva mai visto nessuno. Anch'egli silenzioso. Mise in moto. Era strano. Era sabato e Lorenza e Ilaria non arrivavano. Si guardarono in faccia mentre l'autobus partiva. Ancora nessun anima viva. Il tracciato era isolato. Macchine parcheggiate e vuote, al solito posto, ma nessuna traccia di esseri umani. Alla fermata dove ogni giorno salivano Pietro, Alessia e Benedetta nessuno si presentò. Ma l'autista, ahimè, volle fermarsi lo stesso. Il tracciato era sempre vuoto. Si vedevano nell'aria onde di caldo assurde, come un termosifone quando lascia uscire il calore. Quella mattina nessuna delle tre si mise le cuffie alle orecchie, ma sbadatamente accendevano i loro telefoni e si intravedevano sul blocco schermo le immagini di sfondo. C aveva gli One Direction. J aveva metà Bastille e metà Ryan Lewis e Leila aveva Ben Haggerty, conosciuto come "professor Macklemore". Un cantante rapper americano che rubò la fantasia di Leila trasformandola in un mondo parallelo totalmente diverso e molto più magico. Ancora nessun anima quando alla seconda fermata nemmeno Nicole e Iury salirono. Arrivarono a Lancianari senza aver visto e sentito nessuno e quasi prima di scendere C e J confessarono a Leila di non aver visto neppure loro i propri familiari. Leila si ricordò della nonna che aveva sotto casa, che stranamente quella mattina non si affacciò alla porta per vederla andare via. Scesero al semaforo proprio davanti la pasticceria Cianci. C e J non se la sentirono di andare da sole e allora si incamminarono con Leila, ma in nessuna delle due sedi tra ragioneria e industriali c'era anima viva. Si recarono alla centrale ma niente. In pietrosa scorgeva una vecchietta con una busta... Solo Leila la scorse, ma giratasi un secondo la vecchietta scomparì. Si guardarono di nuovo, con lo sguardo di chi non sapeva che fare. Erano disorientate in un luogo molto frequentato. Il silenzio non era di abitudine in quei posti. Passarono la mattina sedute sul muretto a guardare il cartellone gigante dall'altra parte della pietrosa. Senza pensare. Senza dire una parola. C si girò verso J e dando una gomitata a Leila chiese "Oh, ma oggi che sta a succede ?" J guardò in basso e disse a voce bassa "Non so cosa succede..." E rialzandola lentamente "È qualcosa di assurdo..." Leila intanto ancora diceva niente... C la guardava e dopo anche J... Allora si beccò una gomitata più forte e C urlò "Mannaggia i sandali che minchia succede ?!" Leila guardò di sfuggita il cartellone ancora una volta. Poi disse "Non ne ho idea... C'è troppo... Troppo silenzio..." Il bar era aperto ma i commessi non c'erano. I soliti ragazzi non c'erano. Ripresero il pullman delle 2 meno dieci e tornarono a Guardiapere. C questa volta scese più in là insieme a Leila e J. Ancora nessuno. Di li partiva il Napoleone, un pulmino che passava per Cominò e altri paesini tornando a Guardiapere. Presero quel pulmino, e andarono a casa di Leila. Nessun familiare diede segni di vita, di tutte e tre le ragazze. Scorsero il viso verso un vialetto dove si intravedeva un balcone della casa di una vecchia amica di Leila, di li c'era la nonna di questa ragazza di solito, ma ora la sedia tritticava da sola e l'eco arrivò fino alle loro orecchie. Leila le fece accomodare in sala. Sedute intorno al tavolo senza dire niente. Intanto J guardava una foto... Nella foto c'era una signora giovane e bella... J disse "Bella..." Leila rispose con lo sguardo rivolto verso entrambe "È la mia bisnonna quella..." E in un attimo le passò con gran velocità l'immagine del cimitero dov'era tenuta essa. C disse "Ma perché ? Cosa diavolo succede oggi ?" J rispose "È tutto così strano..." Leila disse solo una parola "Amore." "Cosa ?!" Dissero C e J senza capire alcunché di quella parola. Leila alzando lo sguardo ripeté più forte "Amore." C guardò J e J guardò C. Si ricordarono di una vecchia conversazione. Parlavano d'amore. Leila intanto aveva in mente una vecchia conversazione con una sua cara amica stretta, Evedise. Si ricordò di quando le scrisse "Non amerò mai, e non sarò mai amata." E Evedise le chiese di descrivere come sarebbe stato il giorno in cui avrebbe ufficializzato di non poter amare e di non poter essere amata. Intanto i suoi pensieri li diceva ad alta voce e C e J ascoltavano. Quando finì di parlare, si alzò e prese una bottiglia di champagne sul retro del davanzale. Prese 8 bicchieri. J chiese "Perché otto ?" Leila non rispose, ma dispose i bicchieri ognuno davanti ogni sedia. Il tavolo contava infatti 8 posti. Quando il tappo uscì dalla bottiglia fece un rumore assai rimbombante. Versò in tutti e 8 i bicchieri. C e J ancora non riuscivano a capire. Leila allora prese in mano il bicchiere e mescolando disse "Noi, noi otto che non abbiamo creduto nell'amore. Ora ci ritroveremo qui." In un attimo comparve Alessia in una sedia, poi Martina, poi Giulia, poi Juliet e infine Evedise. Evedise era al fianco di Leila il che la guardava con aria un po' felice mentre le altre ancora capivano. Allora Leila si alzò, prese il bicchiere e disse "Sapete perché siamo solo noi ? Noi otto ? Quando tutte noi pensammo di non credere nell'amore ma credevamo in questo giorno. Ricordate ? I nostri familiari e il resto del mondo non ci sono, sapete perché ? Perché come l'ho sognato io è così. Perché per noi otto è così. Che in questo giorno ci troviamo solo noi." Poi, prima di darle il tempo di finire a parlare, Evedise le si buttò addosso e la scaraventò a terra, e Leila la lasciò fare, sapeva che le stava dimostrando i suoi sentimenti e quell'atto d'affetto era qualcosa di intenso. Quando poi la lasciò, Leila si alzò, la guardò, sorrise, e riprese a parlare... "Capitemi. Perché non c'è nessun altro oltre noi ? Perché chi amiamo sono i nostri amici, chi amiamo davvero e non lasceremo mai. Solo loro, nessun altro." A queste parole tutte sorrisero e si tolsero l'agitazione di dosso per far capire che l'amicizia è l'amore più bello. Brindarono, e si promisero di non lasciarsi mai. Che la loro amicizia valga per sempre. Finito il brindisi si alzarono e uscirono. Leila, C e J, appena uscirono, guardarono subito verso l'alto. Era tutto proprio come di mattina. Si guardarono. Non era cambiato nulla. Si incamminarono tutte e otto per una passeggiata intorno a Cominò. Arrivarono alla vecchia fontana...nessuna parola, nessuno sguardo. Durante il cammino tutte e otto guardavano in basso. Ad un certo punto Giulia chiese annuendo "Ma a voi non piacerebbe vivere in un'isola sperduta ? Dove non ci sono i problemi che abbiamo qui ? Li a rilassarci... Ma ci pensate ?" Martina con un sorriso bastardo, con gli occhi socchiusi, concentrata a guardarsi davanti, rispose "Certo... Sarebbe meraviglioso vivere con voi... In un'isola dove siamo solo noi..." Evedise guardava Leila, sorrideva... Leila sorrise ad Evedise, poi spostando lo sguardo verso Martina disse "Non è impossibile..." J urlò "GRANDE ANDIAMO !" Risero tutte, e C, poggiando il braccio sulla spalla di J, disse ancora ridendo "Calmati J, non farti trip mentali adesso !" Risero ancora di più. Scendendo giù per la vesola, una vecchia valle che una volta aveva un'utilità maggiore, Martina, Alessia e Giulia corsero via per una stradina urlando come matte. Evedise andò a sedersi su un masso assieme a Juliet, che frignava "Ahi, i miei piedi !" Mentre C e J sussurravano a Leila che volevano parlarle, Leila urlò a Juliet "La prossima volta non mettere i tacchi !" Tutte ridevano, Juliet fece una smorfia, e poi sorrise. Intanto che C, J e Leila si misero in disparte per parlare, Juliet diceva con paura ad Alessia "Fa piano, non sfilarlo troppo velocemente..." Alessia afferrò il calzino e BAM "QUALE PARTE DELLA FRASE "FA PIANO" NON TI È CHIARA ?!" Urlò Juliet ad Alessia. Intanto Alessia rideva insieme alle altre. C, J e Leila si girarono ridendo, poi C disse "Oh Lè, comunque sono 6 ore che va avanti così questa giornata ! Non è cambiato niente !" J chiese "Sì ma noi che possiamo fare ?" C rispose "Tutto questo è strano... Dobbiamo scoprire cosa ... DIAVOLO *con tono assatanato* succede ! Mannaggia i sandali !" Mentre J si faceva prendere dal panico, muovendosi come chi deve pisciare, Leila disse mantenendo la calma "Ok, ma come ?" C, con un tono più alto e risposta pronta "Dobbiamo scoprirlo ! Come non lo so ! E J finiscila che cavolo fai se devi pisciare vai giù per questa fottuta valle !" Le altre le raggiunsero, Evedise chiese "Che è successo ?" Fu J a tentar di rispondere "C crede che AIO ! Mi hai fatto male !" C le aveva tirato un calcio allo stinco, si vergognava all'idea che le altre sapessero di quella sua stramba fissazione che ci fosse qualcosa o qualcuno dietro a quella strana giornata... L'avrebbero presa per pazza... Leila si incamminò, e dietro c'erano tutte le altre. Si fece sera e ad un certo punto si sedette in un vicolo, sola. Pensava, pensava, cercava di trovare un modo per scoprire cosa c'era dietro a quella giornata. In un attimo sentì un rumore... Si alzò di scatto e girò il muro del vicolo. Si guardava intorno. Non c'era nessuno. Le altre stavano in mezzo alla strada. Borbottò "Ah... Merda..." Si girò per tornare nel suo gruppetto, quando... "Cosa ti spinge a stare così giù in una giornata così splendente ?" Leila alzò lo sguardo. Si vide davanti proprio lui. Ben Haggerty Macklemore. L'amato Bengiamino di Leila e J. Leila non credeva fosse reale. Ma non sapeva con chi parlare, così disse "...non lo so, sai ? ...da qualche minuto non faccio altro che pensare al fatto che ci sia qualcosa di incompleto." "Tra chi ?" Chiese Ben. "Tra me e le altre... Il fatto è che vorremmo tutte una vita più tranquilla... Più rilassata. Vorremmo andarcene. Ma dove andiamo ? Come ? È impossibile." -"cosa c'è che non va, che vi spinge a desiderare di andarvene ?" "Tutto... Tutte pensiamo a come sarebbe bello vivere solo noi 8..." -"...sarebbe una buona esperienza... Imparereste i veri valori dell'amicizia, e a volervi bene come si deve." "Come scusa ? Ma perché do' retta alla mia fottuta immaginazione ?" -"ecco *sfilando una busta con dentro una lettera* ricorda Leila, niente accade mai per caso, ma tutto accade per una ragione." E in un attimo l'amato Ben scomparve. Leila rimase di piatto... "Ma che diavolo voleva dire ?" Quando Leila girò il muro per tornare dalle altre c'era C li immobile. Dopo 20 secondi entrambe impalate C urlò "Lo vedi che avevo ragione mannaggia i sandali ?! ...che... Che ti ha detto ?" Chiese intimorita... "Ha parlato di valori dell'amicizia..." Tornarono dalle altre facendo finta di niente, Evedise abbracciò Leila e le chiese "È tutto ok ?" -"si..." Evedise le diede un bacio alla guancia, Leila annuì. Martina, come una cantilena che frigna, disse "Oh torniamo a casa tua Lè ? Sto morendo dal sonno." Juliet borbottò "Certo, a fa la cretina in mezzo all'acqua..." Giulia e Alessia risero, e Martina sempre con cantilena rispose "Mmm ho troppo sonno per farti brutto... Te lo faccio domani, ricordamelo." Risero tutte e tornarono finalmente a casa di Leila. Quando tutte si addormentarono, Leila si alzò, e furtivamente si allontanò dalla stanza. C, che non riusciva a prendere sonno, la seguì di nascosto. Leila entrò nella sua camera, prese la lettera e si sedette. Stava per aprirla, quando C chiese "Cos'è ?" -"...me l'ha data lui... Sicura che non ci siamo fatte di crack prima di uscire ?" "Secondo me era vero...e sempre secondo me la dobbiamo aprire davanti alle altre... Infondo ci siamo in mezzo tutte no ?" Disse C, e così tornarono a dormire. Martina fu la prima a svegliarsi quella mattina. Con gli occhi ancora socchiusi per il sonno si voltò, anche le altre si erano svegliate. Leila e C non erano in camera. Allora si alzarono e tutte insieme raggiunsero la sala. Leila e C parlavano di quel che era successo la sera prima, non si accorsero della presenza delle altre. Martina era davanti a tutte, disse "Sssh ! Zitte, non riesco a sentire nulla !" Giulia rispose alterata "È J che non la finisce !" J intanto rispose con fermezza "Non dire stronzate !" Alessia si mise tra Giulia e J e richiamandole disse "Oh vi dovete tappa' la bocca !" E Martina guardandole con un'aria infastidita disse "Ve lo dico per l'ultima volta: piantatela." Tornarono ad origliare. Leila e C sembravano aver aperto un litigio. Leila urlava a voce bassa "Hai detto tu che dobbiamo dirglielo !" -"Ma perché uno non può cambiare idea ?!" Chiese C. "No che non puoi !" -"Ci prenderanno per pazze Leila ! Non ci crederanno mai !" Evedise superò tutte. C si girò di scatto. "Non vi crederemo su cosa ?" Disse Evedise a braccia conserte, con lo sguardo serio e di chi vuol sapere la verità. Leila disse "Su niente..." C guardava Leila, stava per entrare nel panico. Evedise le fissò per 5 secondi esatti, poi disse "Io e altre vogliamo sapere la verità." A queste parole, le altre spuntarono fuori. Juliet disse "Sì Leila, diteci cosa sta succedendo." C guardò Leila un'altra volta. E annuì, come per darle il consenso di dire a loro cosa stava succedendo. "Bene... Sedetevi..." Disse Leila con fermezza. Si sedettero tutte e 6. C volle rimanere in piedi, d'altronde anche lei doveva dire la sua, in quanto testimone della comparsa di Macklemore la sera prima. Leila afferrò la busta. Ognuna socchiuse gli occhi, alzando i colli come giraffe, per capire bene cosa ci fosse dentro. Leila cominciò a parlare. "...ieri sera...quando ero nel vicolo da sola...ho sentito un rumore... Mi sono alzata, ho guardato, ma non c'era nessuno... D'un tratto sento una voce mentre stavo per tornare da voi... Alzo lo sguardo ed era lui... sua santità Ben Haggerty Macklemore era proprio li... Davanti a me..." C osservava gli sguardi delle altre, poi si mise le mani ai capelli, e disse sottovoce "Ci rinchiuderanno in un manicomio." Evedise fece finta di non aver sentito cosa disse C, e cercando di farsi sentire dalle altre che ancora erano sotto shock, chiese "Ricordi cosa ti ha detto di preciso ?" -"Beh... La prima cosa che mi ha detto è stato chiedermi cosa mi facesse stare male in una giornata così splendente... Gli parlai del fatto che desideriamo vivere tutte insieme in un posto dove siamo solo noi..." "...e poi ?" -"E poi niente... Mi ha dato questa busta..." "Che aspetti ad aprirla ?!" Urlò Alessia. Evedise si alzò, si avvicinò a Leila e le sussurrò "Dai... Aprila..." Sorridendo di un po'. Leila la stava aprendo. Li si alzarono tutte in piedi e si accerchiarono strettamente intorno a Leila, che leggeva "Isola di Bengiamondo. Viaggio gratuito. Se accettate di venire presentatevi al palazzo bianco sulla 12esima, Via BEEDROOM 113. Vi aspettiamo." -"Oh porco oh porco oh porco !" Disse J entusiasta. "...quindi non ci avete prese per pazze ?" Chiese C intimorita. "Al diavolo la pazzia, voglio vivere questa fottuta avventura !" Urlò Martina. "Allora facciamo quelle fottute valige !" Urlò anche Alessia. Erano tutte sorridenti e felici. La stessa sera nella camera di Leila, si prepararono le valige. Mentre tutte piegavano i vestiti dentro le valige, Martina disse "Oh ma ci pensate ?" -"Non vedo l'ora !" Disse Giulia urlando come una matta e abbracciandosi con Martina. Juliet tutta soddisfatta e sorridente disse "Lascio questo pianeta. Finalmente una cosa buona !" Tutte risero. Leila e Evedise si guardarono. Evedise sorrideva. Leila sorrideva. Le altre ridevano come matte e si lanciavano i vestiti appallottolati. Quando Leila, ultima rimasta a finire le valige, chiuse la cerniera della sua valigia chiese "A che ora la sveglia ?" -"Non credo ci serva, io non dormirò. Rimarrò sveglia a sognare ad occhi aperti." Disse Martina sorridendo. "Anch'io !" Disse Giulia. Alessia, Juliet, J e C erano affilate davanti le loro valige. Ad un certo punto Alessia si girò e disse "Ti conviene dormire, spazzolino umano !" Disse sorridendo, riferendosi alla parte rasata della testa di Martina. E le tirò un cuscino. Li cominciò la guerra dei cuscini. Poi finalmente si addormentarono.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Man113