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Autore: pickingupwords    18/01/2014    2 recensioni
James Potter, un nome e cinque aggettivi: spocchioso, bello, arrogante, pavoneggiante, superbo.
Lily Evans, un nome e cinque aggettivi: bella, studiosa, intelligente, gentile, saccente.
Si odiavano, i primi anni di scuola non facevano altro che torturarsi l’un l’altro: trecce infilate di nascosto nell’inchiostro, occhiali rotti di proposito… ma ora erano più grandi e più maturi e si torturavano in modi più subdoli: come amandosi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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vi consiglio di guardare prima (o dopo) questo video, che mi ha dato l’ispirazione per la storia.
 
 
 




James Potter, un nome e cinque aggettivi: spocchioso, bello, arrogante, pavoneggiante, superbo.
Lily Evans, un nome e cinque aggettivi: bella, studiosa, intelligente, gentile, saccente.
Si odiavano, i primi anni di scuola non facevano altro che torturarsi l’un l’altro: trecce infilate di nascosto nell’inchiostro, occhiali rotti di proposito… ma ora erano più grandi e più maturi e si torturavano in modi più subdoli: come amandosi.
James dimostrava il suo apprezzamento verso Lily continuando a chiederle di uscire con lui e lei, invece, dimostrava il suo debole per James rifiutando l’offerta, facendosi indifferente nei suoi confronti.
Come fossero finiti ad amarsi non si sa; era una giornata di pioggia e Lily correva velocemente in giardino, con i libri poggiati sulla testa e la borsa stretta al petto per andare alla lezione di Erbologia, era rimasta bloccata nel dormitorio troppo a lungo a causa di una sua compagna di stanza e delle sue pene d’amore per le quali doveva assolutamente sfogarsi con qualcuno e quel malcapitato qualcuno, era stata proprio lei, cosicché era uscita quando ormai tutte le sue amiche si erano dirette a lezione con gli ombrelli e lei, il suo, l’aveva perso proprio il giorno prima ad Hogsmeade.
“Evans, serve una mano?” Lily si voltò, corrucciata: James Potter le stava a qualche passo di distanza, un sorriso sornione sul volto, gli occhiali inforcati e gli occhi scuri che si mimetizzavano in quel grigio pomeriggio; lei non rispose, si diresse verso il ragazzo lentamente e appena fu sotto la protezione del suo ombrello, sistemò i libri in borsa. James osservava ogni suo movimento come se fosse la cosa più bella a cui avesse mai assistito.
“Be’?” sbottò lei. “Andiamo o preferisci stare sotto la pioggia?”
“Veramente abbiamo un ombrello” ribatté lui ironicamente indicando sopra la sua testa, ma non riuscendo a staccare gli occhi da lei: la studiava e pensava che non ci fosse essere umano più bello sulla terra.
Lily era persa nelle sue iridi marroni e il cuore era in tumulto, sperava d’iniziare a camminare verso l’aula il prima possibile o, molto probabilmente, non avrebbe risposto delle sue azioni. Pioveva, ormai più forte e nessuno dei due faceva un passo, continuavano a scrutarsi incessantemente.
“Potter” disse lei alla fine con tono seccato, scuotendo la testa e riprendendosi. “Vuoi muovere quelli che comunemente chiami piedi?” si portò dietro l’orecchio una ciocca di capelli bagnati, imbarazzata.
“Sì” si ricompose James, spostando lo sguardo verso la loro meta e prendendo a camminare, Lily gli era affianco e sperava che il viaggio finisse presto. “Scusa, ma perché, i piedi hanno un altro nome?” domandò lui poi, rendendosi conto delle precedenti parole della ragazza, la quale, al sentirlo, scoppiò a ridere e rise anche lui, perché non poteva far altro vendendola farlo, perché la gioia che gli riempiva il cuore per aver suscitato in lei quella sensazione era troppo forte.
“Era per dire” si giustificò infine lei, con le risa che stavano scivolando via.
Arrivarono alla serra e gli altri alunni erano ancora sotto la pioggia ad aspettare la professoressa, chi stretto nel cappotto, chi abbracciato a qualcuno per scaldarsi.
“Io andrei” sorrise appena Lily guardando verso il basso.
James annuì. “Se vuoi però puoi anche restare, tanto l’insegnante non c’è ancora” incurvò la bocca leggermente verso l’alto.
Lily stava per replicare, quando incontrò i suoi occhi.
E quelli iniziarono ad urlarsi: ‘Ti amo!’ in silenzio e continuavano a perdersi l’uno nell’anima dell’altra.
“No, devo proprio andare” disse infine lei e gli fece un leggero sorriso per poi allontanarsi correndo verso la sua amica Mary, che iniziò già a chiederle cosa ci facesse con Potter, come mai stavano parlando e che s’erano detti, ma Lily era troppo impegnata ad osservarlo da lontano e lui lo stesso con lei, fino a quando anche gli amici di James lo trovarono e lo salutarono, così dovette distogliere lo sguardo e Lily fece lo stesso, ma notando prima una certa occhiata sospettosa da Remus Lupin.
****

“Non ci vado per James” ripeté per la decima volta sbuffando a Mary mettendosi la sciarpa e poi un leggero giubbino.
Quella rise. “Ma davvero? E allora da quando ti sei appassionata così tanto al Quidditch da andarci per vedere gli allenamenti?”  indagò l’amica.
Lei fece spallucce. “Vado a studiare, ho… bisogno dell’aria fresca” mentì.
Al che, Mary, alzò le mani in segno di resa. “Fa come vuoi, io di qui non mi muovo”
Lily alzò gli occhi al cielo, prese i libri e senza dire una parola uscì dalla stanza.
Attraversò il prato velocemente, i piedi che acceleravano ad ogni passo, i capelli rossi lunghi e lasciati sciolti che rispondevano ad ogni movimento. Arrivò al campo, i Grifondoro si stavano già allenando, vide James ridere sulla scopa, librato in aria, forse per una battuta detta da qualcuno, forse per un tiro poco riuscito, ma rideva, rideva come pochi sanno fare; pensò che sarebbe stato azzardato andare sulle gradinate, lui se ne sarebbe accorto, allora si sedette nel prato, poco lontano dal campo e se lui l’avesse vista sarebbe stato un bene, altrimenti sarebbe tornata in dormitorio con il pensiero di cosa sarebbe successo se.
Seduta a gambe incrociate osservava i giocatori fare volteggi, volare, ridere e poi divenire subito seri per seguire bene lo schema di gioco.
Sirius Black, Peter Minus e Remus Lupin erano sulle gradinate ad osservare l’allenamento, o, meglio: Sirius osservava, Peter cercava di imitarlo e Remus era poco distante che leggeva un libro. Lily scosse la testa divertita da quell’immagine. Povero Lupin, pensò, circondato da piccoli idioti.
Iniziò a leggere i suoi appunti distrattamente, quando un rumore d’aria che veniva spostata si fece sempre più vicino a lei, alzò gli occhi e nello stesso istante, James le era davanti.
“Evans!” disse sorridente, non aveva gli occhiali.
“Ciao” ricambiò il sorriso. “Che fai qui?” gli chiese mentre lui stava scendendo dalla scopa.
“Oh” sospirò stanco. “Una piccola pausa dall’allenamento” fece spallucce per poi sdraiarsi al suo fianco, lei guardò ogni suo movimento. “Ti sta bene quel giubbino” esclamò poi senza nessun nesso logico, lei sorrise appena.
“Forse i tuoi amici erano qui per salutarti” fece un cenno alle tribune ignorando la precedente affermazione di James.
“Con loro ho tutto il tempo del mondo” fece un smorfia lui. “Con te no, ti vedo così poco che quando siamo insieme ho paura che tu possa scomparire”
Lily arrossì e cercò di nasconderlo, ma James se ne accorse e sorrise tra sé e sé, contento di farle quell’effetto.
James si sollevò e si mise seduto, erano così vicini che le sfiorava la spalla, Lily cercò di non pensarci e ritornò ai suoi appunti, senza però mettere distanza fra loro.
“Evans?” la chiamò lui.
“Mh?” rispose lei non alzando lo sguardo dalle pergamene.
“Che ne dici di venire ad Hogsmeade con me questa settimana?” buttò lì lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo e lei lo guardò, tra il sorpreso ed il felice. Aveva sempre rifiutato i suoi appuntamenti, ma questa volta, questa volta no, questa volta non l’avrebbe fatto, ma non troppo in fretta.
James le osservava le labbra e avrebbe voluto baciarle senza nemmeno chiedere il permesso, la desiderava come non aveva desiderato nessuna nella sua vita e i suoi occhi verdi lo attiravano come calamite.
“Ti farò sapere, Potter” disse poi lei, un po’ divertita.
Lui si alzò, prese la scopa con una mano e poi si chinò verso Lily, così vicino al suo viso che potevano sentire uno il respiro dell’altra. “Basta che mi fai sapere in fretta” le fece l’occhiolino sorridendo per poi alzarsi definitivamente, lanciarle un’ultima occhiata e librarsi in aria, lasciandola con il cuore che le batteva all’impazzata nel petto e il respiro irregolare. “Me ne devo andare” sussurrò fra sé e sé e si alzò, dirigendosi in Sala Comune senza dir nulla, cosicché James quando finì l’allenamento dovette chiedere a Sirius dove fosse andata e quello lo guardò sconsolato, scuotendo la testa. “E io che ne so, James? S’è alzata e se n’è andata via”
“Non ti ha lasciato nulla da dirmi? Niente?” chiese lui e il suo tono traboccava di curiosità.
“No” fece spallucce Sirius e, dopo aver visto il volto dell’amico trasformarsi in una maschera abbattuta, disse: “Sei proprio andato” sorrise scompigliandogli i capelli. “Perso, l’abbiamo perso ragazzi” fece un finto tono tragico. James rise.
“Prima o poi l’amore arriva e frega tutti, Ramoso” sghignazzò Lupin.
“Detto dal saggio Lunastorta non può che essere vero” confermò Sirius.
“Ah, taci Felpato” rise James cingendolo per le spalle. Lupin dietro di loro sorrise.
 
****

Lily era seduta vicino al lago, nel prato della scuola, il cielo iniziava a farsi scuro ed era quasi ora di cena, stava per alzarsi e rientrare quando una luce dietro un albero attirò la sua attenzione. Si avvicinò, piano, la bacchetta sfoderata e riconobbe un cervo, un Patrounus, solo una persona era capace di farlo.
“James” disse in un sospiro sorridendo rincuorata e il ragazzo pensò che nessuno sapeva dire il suo nome come faceva lei, uscì piano dal suo nascondiglio, lei lo stava fissando. Il ragazzo ritirò il suo cervo e la guardò con un sorriso,  Lily alzò le sopracciglia, lui, per tutta risposta, si tolse gli occhiali e se li infilò in tasca. La ragazza rise e gli accarezzò la fronte all’attaccatura dei capelli, spettinandoglieli un poco.
“Che stavi facendo?” le chiese curioso.
Lei fece spallucce. “Nulla”
“Eri lì tutta sola” disse, il tono leggermente preoccupato.
“Pensavo”
“A me?” le chiese ridendo.
Sì, avrebbe voluto rispondergli. “Ma piantala!” rise a sua volta, passandogli una mano sul viso.
Si sdraiarono, uno affianco all’altra. “Mi hai fatto spaventare con quel tuo Patrounus” disse lei fingendosi offesa.
“Sei solo gelosa perché io sono capace di dar forma al mio incantesimo mentre tu no” ribatté lui scherzoso. “Se vuoi posso darti lezioni”
“Certo, come no, Ramoso” sbuffò lei dandogli una leggera gomitata.
Restarono in silenzio, fino a quando James non parlò. “Mi piaci Lily” confessò, con lo sguardo rivolto al cielo, lei lo osservò. “Forse non mi piaci, anzi, è sicuramente qualcosa di più” non la guardava negli occhi, non faceva un minimo movimento verso la sua direzione; prese un grande respiro. “So che quando sono con te sto bene come non mi succede con nessun altro, mi fai ridere sempre, specialmente quando fai quelle smorfie buffissime se sei concentrata a dire qualcosa, anche se è qualcosa di serio; non mi sento giudicato quando sono con te, perché quando sono con te sono semplicemente io, sono semplicemente James Potter e posso esserlo, perché so che tu non mi criticherai, con gli altri non posso essere me stesso, con gli altri devo essere il James Potter spavaldo, tranne che con i miei amici. Mi piaci perché sei stata la prima ragazza ad avermi rifiutato, sei pura, sei sincera, sei gentile… Tu non giochi con le persone, Lily, tu sei così fragile e piccola e buona…” lei non rispose, aveva gli occhi lucidi e si accorse che era la prima volta che la chiamava per nome. Lo osservava, in silenzio. “Guarda le stelle, Evans” le indicò il cielo con un dito, lei ubbidì. “Sono meravigliose, vero?” le chiese, sorridendo e con la paura che quello che aveva confessato potesse aver rovinato tutto, così cercava un altro argomento, un argomento con cui distrarla.
Lei gli prese la mano e la strinse, James restò sorpreso, ma ricambiò.
Lily non rispose alla domanda precedente, ma osservò il cielo, mentre James osservava lei.
“Non le so dire certe cose, James” affermò poi, con un sospiro. “Non so parlare dei miei sentimenti”
Lui le si avvicinò. “Dimmi solo se è così anche per te o no” il suo tono era supplichevole e ormai la sovrastava.
La ragazza annuì così velocemente e così poco vistosamente, che James, al chiaro di luna, quasi non intercettò il movimento, ma poi, quando capì, sorrise scoprendo i denti.
“Posso baciarti, allora, Evans?” domandò, il volto che iniziava a farsi serio.
Appena finì di formulare la domanda, trovò le labbra della ragazza già appoggiate alle sue e le mani di lei intrecciati nei suoi capelli.
 ****

James osservava la ragazza sdraiata nel suo letto, i capelli rossi che risaltavano sul bianco cuscino e si confondevano con il colore rosso e oro delle lenzuola. Si tolse gli occhiali ed inclinò la testa,  -non c’era nessuno di più bello-, appoggiò il viso sulla mano, -pensò di amarla davvero-, distese il braccio sulla scrivania e ci adagiò sopra la testa, -il respiro regolare della ragazza lo calmava-.
Qualcuno bussò alla porta bruscamente interrompendo quel meraviglioso momento. Lily mugugnò qualcosa per poi mettersi su un fianco e riprendere a dormire, James si precipitò e aprì la porta quando bastava per metter fuori solo la testa.
“Ti stavamo cercando da un secolo, Ramoso. Che fine hai fatto?” gli domandò Sirius seccato.
James indugiò. “Nessuna fine, sono qui” sorrise, contento. “Però sono impegnato” disse in tono di scuse.
“Sei impegnato?” Sirius alzò un sopracciglio, mentre Lupin fece un sorrisetto, di chi la sapeva lunga.
“Sì, sono impegnato, Felpato; devo recuperare Pozioni in questi mesi e sto studiando come un matto” cercava di usare un tono autorevole, ma l’immagine di Lily e della notte precedente era nitida e chiara nella sua mente, tanto che, doveva sforzarsi di non sorridere.
“Per Merlino non dire sciocchezze” sbuffò Sirius. “Non ci credo nemmeno morto che stai ripassando Pozioni… Ehi, com’è che non ci fai entrare?” domandò dubbioso.
James non sapeva che rispondere, restò a fissare l’amico in silenzio, con la bocca aperta e le parole ferme in gola, fino a quando non intervenne Remus. “Forse dovremmo andare, per una volta che sta studiando, Sirius, lasciamolo stare” cercò di convincere l’amico, che però non si fece abbindolare e guardò di sottecchi James.
“Aspetta…” iniziò Black. “Capelli disfatti, canottiera… Potter, hai fatto sesso!” quasi gridò e James dovette mettergli una mano sulla bocca.
“Non ho fatto sesso” lo zittì aspramente.
“Come no?” domandò Sirius dopo aver morso la mano dell’amico ed aver liberato la bocca dalla sua stretta.
“Ho fatto l’amore, non sesso, okay?” disse infine, esausto del terzo grado, abbassando gli occhi leggermente imbarazzato.
“James?” una mano di donna gli accarezzò la schiena, Sirius, pur non avendola vista, già capì di chi si trattasse e spalancò la bocca, per poi mettersi a ridere. Lily aprì la porta, avvolta ancora nelle lenzuola per poi appoggiarsi a James, che la cinse per le spalle con un leggero sorriso.
“Lo sapevo” disse Lupin scuotendo la testa divertito.
“Ora che avete scoperto il mistero potete andarvene?” chiese Lily con un certo sorriso sulle labbra.
“Ah, James, sei fortunato ad avere una camera tutta tua solo perché sei Caposcuola” sentenziò Sirius, schioccando la lingua.  
“Dai, Felpato, andiamocene” rise Lupin tirandolo per una manica della camicia.
“Sì, sì, lasciamoli soli questi piccioncini, meglio così. Potter, bada a non fare disastri” lo indicò, i capelli neri che cadevano qua e là sul viso. “Ti seguo, Lunastorta” disse rivolto a Lupin. “Miss Evans” fece un piccolo inchino con un ghigno divertito sul volto e se ne andò, ululando e scompigliando i capelli a Remus.
Lily rise e rientrò in camera, seguita da James.
“Mi dispiace” sorrise divertito lui, indicando la porta.
“Non ti preoccupare” lo baciò. “Mi stanno simpatici”
“Ho sempre pensato gli odiassi” ammise lui stupito.
“Come potrei odiarli?” rise lei. “Sono così assurdi che si fanno amare” un altro bacio. “Vado a farmi un bagno, Potter”
Lui la seguì e, appena Lily entrò nella vasca, iniziò a lavarsi il viso e sistemarsi i capelli.
“A me piacciono disfatti” disse lei noncurante.
“Cosa?” domandò lui.
“I capelli, mi piacciono disordinati” fece spallucce e si adagiò alla vasca, chiudendo gli occhi. James la guardò, curioso.
“Disfatti, eh?” ridacchiò.
Lei annuì. “Così, al naturale, non pieni di quella cera. Secondo me sei bellissimo comunque, James,” disse e lui sorrise. “ma quei capelli spettinati ti danno un’aria da uomo e poi posso scompigliarteli quanto voglio” aggiunse.
“Quindi è per quello ti piacciono, non perché sto meglio” rise lui, avvicinandosi alla vasca.
Lei sorrise scoprendo i denti. “Anche per quello”
“Okay, allora me li spettino” esclamò, spogliandosi.
“James?” aprì un occhio lei per vedere che stesse facendo, alzando un sopracciglio interrogativa.
“Me li spettino, Evans” ed entrò nella vasca con la ragazza, al che, lei scoppiò a ridere. Andò sotto con la testa e risalì, le si avvicinò e le sorrise. “Così va meglio?”
“Direi di sì” rispose lei baciandolo.
 
****

“James!” urlò Lily. “James, ti prego” corse fuori, inseguendolo.
“Lasciami stare” ringhiò lui, allontanandosi.
“Per favore, James, guardami” lo costrinse a girarsi verso di lei prendendogli il volto fra le mani. “Ti amo, James, io ti amo, guardami negli occhi” James finalmente sollevò lo sguardo e incontrò quel verde tanto famigliare e tanto amato.
“Ha ragione lui” sussurrò lui guardandola.
“No” Lily scosse la testa. “Non ha ragione Severus, James. Tu mi meriti, non ascoltarlo, è solo invidioso” prese un grande respiro, lei, queste cose, non le sapeva fare. “Non devi credere ad una parola di quello che ti dice, lo sai che è sempre stato innamorato di me, sputa veleno su di te da anni, ormai”
“E ha ragione” sospirò lui. “Io sono così diverso da te, Lily, io sono sbagliato”
“Tu sei perfetto” gli disse e lui appoggiò la fronte su quella della ragazza.
Scosse piano la testa, il ragazzo e lei si commosse per il tanto amore che provava nei suoi confronti. “Io non sono capace di dire queste cose a voce, lo sai, Potter” avevano tutti e due gli occhi chiusi e si ascoltavano, ascoltavano i loro respiri e le loro parole. “So che non ho mai provato per nessuno quello che provo per te, ti amo, James, ti amo così tanto che a volte mi fa male, ti amo così tanto che a volte vorrei solo odiarti per questo, ma non ci riesco;  ti amo, James e quello che dice uno stupido invidioso non conta nulla. Perché tu mi meriti, tu mi hai, James”
Il ragazzo aprì gli occhi e la guardò intensamente, lei fece lo stesso.
Si baciarono come era successo poche volte in vita loro. “Scusa, scusa, scusa” continuava a ripetere James, abbracciandola forte.
“Non fa niente” continuava, invece, a ripetere lei.  “Rientriamo?” domandò poi, dopo che il suo amato si era calmato.
Lui annuì. Percorsero il castello fino alla stanza da Caposcuola di James in silenzio, le mani intrecciate fra loro e, arrivati a destinazione, si sdraiarono sul letto, James con la testa appoggiata al petto di Lily e un braccio a circondarle i fianchi, mentre lei gli accarezzava i capelli.
E ascoltarono le parole che non avrebbero avuto il coraggio di dirsi mai, in silenzio, mentre lei lo rassicurava e lui piangeva piano per paura di deluderla, anche se la ragazza sapeva che non sarebbe successo mai.
“Ti amo, Lily” sussurrò lui infine, e lei annegò in quelle parole come annega nel mare chi non sa nuotare.
Come fossero finiti ad amarsi non si sa.



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flowers’s hall
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ciao fiori.
avevo pubblicato questa storia ieri sera, ma poi l’ho cancellata, ho ricevuto una critica molto, davvero molto negativa, per un mio errore di battitura: ‘cui’ al posto di ‘qui’. ammetto d’aver avuto una svista parecchio grave, ma può capitare: nessuno è infallibile. insomma, mi ero scoraggiata tantissimo e ho pensato che avrei dovuto cancellarla, perché chissà cosa sarebbe successo altrimenti; allora ho risposto alla ragazza che mi aveva fatto la recensione, ma questa è un’altra vicenda, fatto sta che ad un certo punto, quest’utente mi ha detto: ‘sei solo una bambina’. non so cosa sia scattato in me, ma ho deciso che l’avrei riletta e l’avrei (ri)pubblicata. ho corretto il piccolo errore ed eccomi qui.
allora, veniamo alla parte interessante: mi è venuta l’ispirazione per questa os, guardando un
video jily e siccome era da secoli che non scrivevo su harry potter ne sentivo il bisogno.
i pv sono i soliti per lily e james da giovani: lei karen gillan, lui aaron johnson e diciamo che l’amore per questi due attori mi ha spronata parecchio a scrivere questa os.
il banner l’ho fatto io, so che non è dei migliori, anzi, fa abbastanza schifo, ma sto imparando a farli, davvero, ce la sto mettendo tutta, quindi, ehi, poche critiche riguardo al banner ahahahah
niente, vi ho rubato abbastanza tempo, spero di non aver commesso altri errori o verrò sbranata, immagino.
un abbraccio ed un bacio sul naso.
rose.


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