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Autore: Lady Atena    18/01/2014    2 recensioni
Partecipa alla Christmas Challenge indetta sul gruppo facebook Fiction Challenges II da Valerim Donanomi.
Fury osservando i risultati della faccenda 'Mandarino' decide che è opportuno non lasciare Stark da solo per il Capodanno, così manda Steve alla Tower.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jarvis, Nick Fury, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Christmas Challenge'
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Partecipa alla Christmas Challenge indetta sul gruppo facebook Fiction Challenges II da Valerim Donanomi.

Fury guardò i fascicoli sulla scrivania socchiuse l'unico occhio piegando il capo in avanti; una serie di foto di fuochi aranciati dalle scintille verdi e rosse erano sparpagliate davanti a lui, pezzi di braccia e gambe metalliche precipitavano nel basso del cielo scuro. Fury sospirò, strinse le labbra.

Stark” chiamò, duro.
Tony inarcò un sopracciglio, uscì dall'ascensore.

Ehilà, Nicky. Dovresti imparare a bussare. Non puoi aspettarmi sempre fuori dall'ascensore. Ho il cuore delicato, io” disse.
Fury intrecciò le braccia dietro la schiena, fece due passi avanti.

Hai lasciato saltare in aria tutte le tue armature. A Natale sei stato con il Colonnello Rhods, ma incide negativamente sul rendimento di Iron Man, e non posso permetterlo”.
Tony allargò le braccia, agitò le mani e girò attorno al divano raggiungendo il basso tavolinetto.

Ehi, Rhodey non indice negativamente su un bel niente”.
Si voltò, abbassò il capo sogghignando con le iridi castano scuro socchiuse.

Tra l'altro Natale è passato da cinque giorni, e io passerò il Capodanno in casa”.
Fury grugnì, si girò e avanzò fino a raggiungere Tony; socchiuse l'unico occhio.

Spero solo tu non voglia usare le tue armature nuove per i botti di Capodanno, Stark” sibilò.
Tony accentuò il sogghigno.

Io non ripeto mai lo stesso trucco, Monocolo. Per Capodanno ho in mente botti ben diversi”.

Fury scosse il capo.
< Non posso mandare nuovamente Rhodey e rovinarmi uno dei miei uomini migliori solo perché quando non indossa l'armatura è un egocentrico viziato > pensò.
Si premette l'auricolare, cliccò un pulsantino.
“Hill? Mandami Rogers. Lo voglio qui entrò tre secondi” ordinò.
“Sì signore” rispose la donna, la voce gracchiante.
Fury annuì, lasciò l'auricolare e guardò le foto. Le unì tra loro, le infilò in una cartellina e osservò i fogli di carta.
< Gestire la più grande rete globale di spie non serve a molto, quando tutti i video di quel ragazzo sono in rete > si disse.
Prese i fogli, li gettò nel secchio e sogghignò.
< Sarebbe scortese indagare su uno Stark per il Consiglio >.
La porta si aprì e Steven entrò all'interno, avanzando con la schiena ritta e il capo sporto verso il basso. Fury poggiò le mani sulla cartellina coprendola insieme ai fogli, alzò il capo socchiudendo l'unico occhio.
“Ho una missione di livello sette da consegnarle immediatamente, Capitano”.
Steve rizzò il mento, la ciocca di capelli biondo cenere gli sfuggì dalla cuffietta e gli finì davanti a un occhio.
“Vuol dire che Abominio è scappato e ha attaccato Hulk?” domandò.
Fury aggrottò la fronte, si piegò in avanti.
“Purtroppo niente di simile. Si tratta di Mrs Stark, Capitano” disse.
Aprì le mani, tolse la cartellina con le foto e spostò il foglio scoprendo una pulsantiera.
“L'ultimo militare che ho mandato da lui ha influito negativamente su Iron Man. Lei invece riesce a coordinarsi con lui”.
Steve strinse le bretelle e si appoggiò alla parete, facendola cozzare contro lo scudo.
“Il signor Stark non è da me gestibile, signore” rispose.
Si morse l'interno della guancia e corrugò la fronte.
< E non è saggio farmi uscire durante i botti di capodanno > rifletté.
Fury premette un pulsante, una serie di schermi olografici apparvero davanti al Capitano. In uno sulla destra esplosero cinque armature, nel secondo si vide Tony in maglia a maniche corte e pantaloni saltare da una pedana ad un'altra cadendo a gattoni, in un terzo di vide Pepper precipitare di sotto tra le fiamme, la mano di Tony penzolava verso il basso verso la donna che cadeva. Sul quarto schermo si vide un'armatura venire aperta in due da cinque uomini, una seconda gli andò addosso investendoli e andarono a sbattere contro una cisterna, che esplose. Fury premette il pulsante, fece spostare gli schermi e sfregò i denti tra loro.
“Più gestibile di quanto lo è stato fin'ora” ringhiò.
Steve guardò l'immagine di Tony avvicinandosi, osservò il suo viso ingrigito, gli occhi arrossati dilatati e sporti, la bocca socchiusa. I vestiti erano mal ridotti, i capelli arruffati e il respiro irregolare. Strinse un pugno e si leccò le labbra.
< Sembra un barbone in guai troppo grandi > pensò.
“Signore, tra quanto dovrò essere da Mr. Stark?” domandò.
Fury si alzò poggiando le mani sul tavolo, sporse in avanti la schiena e l'unico occhio brillò; la fronte scura era aggrottata.
“Immediatamente” sibilò.
Spense gli schermi.
“Voglio una sua chiamata entro dieci minuti, o la considererò fuori dal servizio per il resto dell'anno”.
Si sedette, sogghignò piegando il capo.
“E non si faccia impressionare dai botti”.
Steve annuì voltandosi, aprì la porta e corse fuori.

I colpi alla porta rimbombarono nella stanza, ci furono una serie di fruscii e le telecamere all'esterno ripresero Steve intento a bussare.
“Signore, il Capitano Rogers è alla porta” comunicò Jarvis.
Tony alzò gli occhi dal bicchiere, inarcò un sopracciglio e si mise in piedi.
“Capiscle?” domandò.
“Pare essere di fretta, signore” aggiunse l'A.I.
Tony mise in bocca tre pastiglie arancioni, bevve il liquore dal bicchiere e lo poggiò sul tavolo.
“Apri” ordinò.
La porta scattò, si ritirò aprendosi. Steve cadde all'interno in ginocchio, ansimando. Mise le mani a terra, si diede la spinta e si rizzò. Il viso era madido di sudore, il ciuffo gli aderiva alla pelle e il respiro era rumoroso. Tony gli si avvicinò, socchiuse gli occhi incavati in tre dita di occhiaie violacee, incrociò le braccia al petto facendo ondeggiare i bordi larghi della maglia; che scoprirono una porzione di pelle dei fianchi, la cute era grigiastra.
“Cos'è, t'insegue Loki con tutti i Chitauri?”.
Steve sentì un click nell'auricolare nell'orecchio.
“Spero che lei sia lì, Capitano” ringhiò Fury.
Tony si sporse, osservò l'auricolare e inarcò un sopracciglio; si toccò il polso strofinando le dita sul bracciale dell'armatura.
“Ehi, è grave?”.
Steve negò con il capo e si massaggiò il collo umido.
“Sì, signore. Stark è di fronte a me" rispose con tono militare.
“Bene. Resti lì fino a domani. A presto” salutò Fury.
Ci fu un click, Tony allargò le braccia sporgendo i palmi.
“Insomma?”.
Steve si tolse le bretelle regolando il respiro e appoggiò lo scudo a terra, facendolo ricadere sulle sue gambe sotto le ginocchia leggermente piegato.
“Il Generale vuole che resti con te fino a domani. Teme una tua azione pericolosa sotto capodanno” rispose.
Tony roteò gli occhi sbuffando, abbassò le braccia scrollando le spalle.
“La cosa più pericolosa che potevo fare era saltare la cena, Cap”.
Si voltò, camminò in avanti e la porta si chiuse con un click dietro il Capitano, Tony girò il capo sogghignando.
“Vuoi accomodarti?”.
Steve mise lo scudo sul braccio e avanzò a passo di marcia.
“Non sarebbe sgradito” rispose secco.
Tony alzò gli occhi al cielo, indicò il divano e si sedette sulla poltrona a gambe larghe; allungò il braccio afferrando il bicchiere sul tavolinetto.
“Sta tranquillo, non voglio distruggere la città”.
Steve lo raggiunse, vi si sedette, appoggiò lo scudo contro il bordo del divano e si adagiò sullo schienale.
“È un passo avanti” disse ironico.
Tony sentì un botto, inarcò un sopracciglio e si alzò.
“Che ore sono?” chiese.
Bevve il liquido nel bicchiere fino a finirlo, lasciò il bicchiere sul tavolino e raggiunse la finestra e specchio osservando un fuoco d'artificio dissolversi nell'aria. Steve si girò nella sua situazione, guardò il cielo blu-notte brillare di luce blu, si sentì un altro botto e il battito cardiaco gli accelerò. Strinse gli occhi corrugando la fronte, un rivolo di sudore gli scese lungo la guancia.
“Non lo so, Mr. Stark” rispose con voce rauca.
Tony sentì tre botti, una serie di fuochi d'artificio blu esplosero nell'aria brillando illuminando il firmamento e ricaddero a goccia.
“Mancano tre minuti a mezzanotte, signore” rispose l'A.I.
Tony sogghignò, socchiuse gli occhi spostando il peso su un piede nudo.
“Sempre in anticipo” borbottò.
Voltò il capo, inarcò un sopracciglio.
“Problemi con le esplosioni, soldato?” chiese, sarcastico.
Steve irrigidì i muscoli del collo, si grattò un sopracciglio, si mise la mano davanti al viso e starnutì.
Fu scosso da una serie di tremiti e sbatté ripetutamente il piede a terra. Tony sogghignò, sentì altri due botti esplodere e ne guardò i riflessi azzurri sul vetro.
“La leggenda che vive nella sua stessa leggenda di super-soldato soffre di stress post-traumatico ai botti di Capodanno” disse.
Socchiuse gli occhi, le iridi castano scuro brillarono.
“Devo segnarmela, questa”.
Steve strinse un pugno fino ad arrossarsi la pelle stretta dal guanto.
“Io non voglio vivere nella leggenda di un uomo che ha la testa grande come una pallina da tennis e il corpo grosso quanto la Tower. Ho sentito fin troppe voci su come la gente s'immagina Captain America” ringhiò con tono acido.
Tony sgranò gli occhi, sorrise ampiamente e gli prese le mani.
“Oh, Capitano, mio Capitano, vuoi sposarmi sotto lo splendore di questi fuochi del colore della tua tutina aderente e luccicante?”.
Steve ritirò le mani, si sbatté il palmo destro sulla faccia, grugnì e strofinò le dita contro la pelle tenendo gli occhi chiusi. Abbassò la mano, sospirò soffiando anche dalle orecchie e scosse il capo.
“Ho capito, chi è idiota il primo dell'anno, lo sarà tutto l'anno” brontolò.

 

  
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