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Autore: y s witches    23/11/2004    12 recensioni
Ormai non le riusciva più nemmeno sognare: sognare che quegli occhi così tormentati per un attimo smettessero di esserlo, per riempirsi di amore e di tenerezza, come succedeva ogni volta che lei lo guardava, o semplicemente stava al suo fianco. Sognare che quel sorriso così dolce fosse tutto per lei, anche soltanto un lunghissimo infinito secondo. Sognare che quelle braccia la stringessero in quel modo timido che lui faceva ogni volta che nessuno li guardava... ogni volta che riapriva gli occhi e ritornava alla realtà, nel suo cuore si apriva una nuova ferita. Era stanca di sanguinare. Era stanca di sognare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sogno & Realtà

La ff che state per leggere è in assoluto una delle più importanti per me, infatti è la prima ff che Yuna ha scritto per me, come regalo. Ora sono felice di poterla condividere con chi avrà la bontà di leggerla, sperando che possano trovarla dolce e emozionante così come è stato per me.

Mi pare giusto dare a Cesare quel che è di Cesare, per cui sottolineo che la storia stavolta è totalmente di Yuna, non ci sono stati suggerimenti da parte di noi altre 2 (io l’ho solo corretta).

I commenti sono graditi!!!!

Quistis

 

 

Sogno & Realtà

                           -Yuna-

 

 

Una fanfiction dedicata alla mia Quistis!

 

***

I fatti si svolgono un mese dopo l’ultimo scontro con Artemisia e la sua grama sconfitta.

***

 

Non guardare indietro,
potresti ricordare qualcosa che vuoi dimenticare.
Non guardare avanti,
potresti sognare qualcosa che non avverrà mai.
Chiudi gli occhi 
e riaprili quando avrai la forza di tornare indietro senza piangere
e andare avanti
sorridendo.

 

Verità

Erano passate da poco le cinque, essendo in novembre ormai il cielo era buio a quell’ora, ma i ragazzi... o meglio, le coppiette si attardavano lo stesso nel giardino del Garden, nell’aria fredda. 
Un sorriso amaro le stirò le labbra serrate. Anche loro erano lì. Erano seduti uno accanto all’altra, i loro occhi non si stancavano mai di fissarsi, le loro mani non si lasciavano mai per un solo momento. 
Ma
ciò che più le tormentava il cuore era il suo sorriso. Quel sorriso che lei non era mai riuscita ad avere.
Ormai non le riusciva più nemmeno sognare: sognare che quegli occhi così tormentati per un attimo smettessero di esserlo, per riempirsi di amore e di tenerezza, come succedeva ogni volta che lei lo guardava, o semplicemente stava al suo fianco. 
Sognare che quel sorriso così dolce fosse tutto per lei, anche soltanto un lunghissimo infinito secondo. 
Sognare che quelle braccia la stringessero in quel modo timido che lui faceva ogni volta che nessuno li guardava... ogni volta che riapriva gli occhi e ritornava alla realtà, nel suo cuore si apriva una nuova ferita. 
Era stanca di sanguinare. Era stanca di sognare. 
Si portò una mano alla tempia girando le spalle alla scenetta che le si presentava davanti agli occhi e a passo svelto cercò di raggiungere la biblioteca. Forse un bel libro l’avrebbe distratta. 

Quistiiiiiis !!!”qualcosa di non tanto grande ma molto rumoroso la travolse con un tornado gettandola quasi per terra, riuscì a mala pena a recuperare l’equilibrio, purtroppo questo le provocò una nuova fitta alla testa.

Zell... puoi, per favore, smettere di urlare?” lo sgridò cercando di allontanarsi. Ma non era facile disfarsi in quel modo di quel ragazzo. Se lo ritrovò davanti.

“Devo parlarti. Dai?”

“Va
bene, cinque minuti. Sono impegnata.” Cedette sotto gli occhi supplicanti dell’amico. 
Lo seguì
fino alla prima panchina poi si sedettero. Zell per un attimo rimase in silenzio, sembrava quasi serio, questo fatto la mise sull’attenti. 

Senti...è da un po’ di tempo che ci pensavo. Vedi...i ragazzi pensano che tu non stia bene ultimamente. Ci stiamo tutti preoccupando, soprattutto io, Quisty.”

“Non c’è nulla che non va. Posso assicurartelo. Sono solo un po’ giù di corda...tutto qui.”

“Già...per via di Squall...e Rinoa.”

Rimase in silenzio. I suoi amici lo sapevano, non erano ottusi, soprattutto lei non aveva mai cercato di nascondere i suoi sentimenti per Squall. 
Almeno non fino a quando era comparsa lei: Rinoa
Rinoa che con la sua allegria, la sua spensieratezza, gliel’aveva portato via. 
Rinoa la ragazza perfetta che vuole bene a tutti. Strinse forte i pugni in grembo. Si era forse mai preoccupata di lei ? 
Del suo amore... della sua disperazione... Rinoa conosceva perfettamente i suoi sentimenti, ciò che la legava a quel ragazzo era qualcosa che era nato tanto tempo prima, quando ancora erano bambini, ora si ricordava benissimo del suo passato, i suoi sentimenti già allora erano così forti anche se era solo una bambina. 
E ora si trovava a dover negare tutto. Chiuse gli occhi. 
Un fuggevole sguardo di due occhi tormentati pieni di lacrime dove era affondata tanto tempo fa credendo di affogare dentro quell’ infinita disperazione... Ricordi.

“Forse...ma non è poi così importante.”

“Devi combattere Quisty. Non sei una che si arrende in questo modo... e poi sei arrivata prima di quella là !!!” 

Zell scattò in piedi con i pugni chiusi. 

“Falle vedere chi sei ! E’ solo una smorfiosa che fa a tutti la faccia carina e poi...” 

Zell sgranò un po’ gli occhi e arrossì, si sedette ancora. 

“Insomma... tu sei innamorata di Squall?”

Per un momento lo fissò. C’era qualcosa che non le aveva detto e che in quel momento le sfuggiva. 

“Certo. Lo sai benissimo. E allora? Non posso rubare il ragazzo ad un amica Zell. Lo sai meglio di me che non sono quel tipo di ragazza.”

“E dovresti farlo INVECE!!! Senti... io adesso non posso proprio spiegarti ma secondo me Rinoa non è sincera.” 

Zell si mise le mani sui fianchi e la guardò con aria di sfida. 
Quel suo comportamento la stupiva parecchio, Zell non era un ragazzo che sparlava alle spalle degli altri o tradiva gli amici. 
Ma ora sembrava davvero convinto.

“Per quale ragione non dovrebbe esserlo?”

“Oh ... non lo so...”abbassò gli occhi a guardare le sue appariscenti tennis rosse, arrossendo. C’era davvero qualche cosa che non andava.

“Io non credo che tu stamattina ti sia svegliato con l’idea che Rinoa non è sincera. Sbaglio?” si alzò anche lei. 
Non le piacevano quelle mezze frasi. Prese Zell per le spalle e lo scosse gentilmente. Lui continuò a non guardarla.

Zell...allora?”

“Tu, non vuoi che Squall soffra vero?”

“E’ l’ultima cosa che voglio.”

“Allora salvalo
dalle braccia di quella strega. Fallo e basta.” 

Zell si sottrasse imbarazzato dalla sua presa e praticamente se la diede a gambe lasciandola là da sola, sconvolta e sorpresa. 
Ci mancava solo questa, come se per la testa non avesse già abbastanza problemi.


Era passata più o meno una settimana da quando aveva avuto quello strano discorso con Zell e ancora non era riuscita a venire a capo di nulla, aveva continuato come al solito a guardare rassegnata “la coppia perfetta” del Garden cercando di non mettersi a piangere ogni volta che i due ragazzi si allontanavano dal loro gruppetto. 
Zell continuava a guardarla per tutto il tempo come se si aspettasse che lei facesse qualche cosa, Irvine e Selphie sembravano assolutamente tranquilli. 
A quanto pareva Zell era l’unico sapere... qualsiasi cosa ci fosse stata da sapere, anche se temeva che non sarebbe stato divertente, né per lei, né per Squall.
Sospirò. I ragazzi erano intenti a compilare il test che quella mattina aveva consegnato. Selphie e Irvine erano seduto uno a fianco all’altra e cercavano in tutti i modi di non fare vedere che stavano copiando da qualche minuscolo biglietto, Zell cercava spudoratamente di copiare da Squall che gli lanciava occhiate di ghiaccio ma non tentava in nessun modo di impedirglielo. 
Squall era rimasto bene o male il ragazzo chiuso e introverso di sempre anche dopo la sconfitta di Artemisia, ma era diventare molto più tollerante e sembrava preoccuparsi molto di più dei suoi amici.
Si alzò e iniziò a passeggiare tra i banchi, era davvero stanca di essere una professoressa... avrebbe dato qualsiasi cosa per lasciare il suo posto a qualche altro insegnate ma il preside Cid l’aveva pregata di riprendere ancora un po’ la sua vecchia occupazione...e naturalmente grazie al suo “forte e deciso” carattere, aveva accettato. 
Si avvicinò in silenzio al banco di Squall lanciando un’occhiata alle risposte che aveva segnato, naturalmente tutte corrette. 
Gli toccò leggermente una spalla e gli sorrise strizzandogli un occhio. Lui alzò le spalle e annuì. Come sempre. Squall sapeva perfettamente di avere fatto tutto giusto, gran parte del suo tempo lo passava a studiare, ad allenarsi e... e con lei. 
Tentò di distogliere lo sguardo dal quel suo viso così stupendamente assorto e pensieroso, non era facile, guardare quegli occhi pieni di tormento la faceva sentire semplicemente in paradiso. 
Si schiarì la gola sentendo quel groppo tanto familiare, quella sensazione di dolore al petto. 
Si stava ammalando lo sapeva. Una bella influenza non gliel’avrebbe tolta nessuno. Che sfortuna.

 


Quel pomeriggio Selphie sembrava in pieno panico pre-festival, non a torto visto che sarebbe stato di lì a pochi giorni e ancora non aveva combinato un bel niente. 
Stava correndo da una parte all’altra di un palco ancora mezzo smontato impartendo ordini ad un gruppetto di ragazzini svogliati. 
Quistis si sedette sulla gradinata guardandola e soffiandosi energicamente il naso... quella ragazza era la persona più disorganizzata che conosceva, chissà a chi era venuta la brillante idea di assegnarle la preparazione di quel maledetto festival. 

Selphie... se non stai calma... ti verrà un infarto.”

“Oh Quisty !!! Non mi ero accorta che eri lì! Senti ho un GROSSO, ENORME piacere da chiederti!” l’amica le corse incontro e le prese le mani.

Per un attimo pensò a qualche scusa per scappare via, ma resistette all’impulso. “S-sì...okey.”

“Ecco... sono nei guai perchè la ragazza che cantava al concerto... non può più farlo! Le è venuta l’influenza. Sono una donna morta.”

“Ehm... scusa ma io non posso certo sostituirla perchè NON so cantare e come vedi sto per avere pure io un attacco di influenza fulminante... quindi...”

“No no no! Non hai capito. Volevo solo che tu lo chiedessi a Rinoa per me! Io non ho proprio tempo di convincerla! Ti preeeegooo!”

Sentì un certa acidità alla bocca dello stomaco, la bocca si inaridì, va bene, in fondo Rinoa era una sua cara amica, Squall la amava... Rinoa lo amava e soprattutto lo aveva reso felice. 
Avrebbe dovuto essere felice pure lei. 

“Lo farò tranquilla. So che lei è molto brava.” 

Sentì una fitta alle tempie. In realtà anche lei sapeva cantare molto bene... ma nessuno lo sapeva. 
Non le era mai saltato in mente di pavoneggiarsi davanti agli altri come invece faceva spesso Rinoa
Subito si pentì del suo pensiero ancora prima di finirlo, non era da lei... ultimamente un po’ tutti stavano... cambiando! 

“Grazie!!!!! Sei un amica!”

Selphie le buttò le braccia al collo. Era una ragazza così semplice, sempre allegra, probabilmente sapeva, ma sicuramente non poteva capirla. Si alzò. 
Aveva sempre pensato di essere una persona generosa, che si sacrificava volentieri per gli altri, ma ora le riusciva difficile crederlo ancora. 
Non si sentiva più generosa, si sentiva... egoista. 
Non era per niente felice di quei sentimenti che si agitavano sempre più forte dentro di lei. Nemmeno un po’.

*Vergognati* pensò mentre si avviava verso il dormitorio con la gola che sembrava via via andare in fiamme. 
*Ti stai trasformando in una zitella acida e gelosa!!! Di certo non piacerai a Squall se... in realtà non importa proprio nulla a Squall...* 
Asciugò distrattamente una lacrima con il suo fazzolettino. Maledetto rimmel. 

Bussò piano alla camera di Rinoa. Non c’era nessuno. Sapeva fin troppo bene dove l’avrebbe trovata, ma i suoi piedi erano così pesanti. 
“Maledizione.” 
Borbottò tornando indietro per il corridoio per poter raggiungere il dormitorio dei ragazzi. 
Era passata un miliardo di volte di fronte a quella camera, per un miliardo di volte aveva avuto il desiderio di bussare e non l’aveva mai fatto. 
Questa volta però aveva una buona scusa. Fa che non ci sia, fa che non ci sia, fa che non ci sia... pregò silenziosamente chiudendo gli occhi. 
Alzò la mano... ma subito la fermò a mezz’aria. 
Sì, Rinoa era nella stanza di Squall, ma di certo la situazione non era propriamente romantica.

“...sono STUFA Squall! Ogni volta è sempre la stessa storia!! Tu... TU!! Sei solo un EGOISTA! Pensi soltanto a te stesso!!! Non ci pensi mai alle MIE esigenze? A quello che VOGLIO??

“Smettila. Lo sai benissimo che...”

“Basta...è meglio se vado.” 

Rinoa aveva spalancato furiosamente la porta, senza nemmeno accorgersi di lei poi si era girata... non l’aveva mai vista tanto arrabbiata. 

“Tu non mi vuoi veramente bene, questa è la verità!!! Non mi tratteresti in questo modo!!”

“Non è vero!” 

“Allora perchè...” 

Rinoa si era bloccata, finalmente l’aveva notata. 
Quistis sorrise imbarazzata facendo finta di niente e la salutò con un cenno della mano. 
Rinoa le lanciò uno sguardo allibito e guardò ancora dentro la stanza, poi sbatté la porta. 
Infine si voltò verso di lei con la sua solita faccia allegra ed andò a salutarla con due baci sulle guance. 

Quistis! Hai per caso bisogno di Squall? Perchè sai, non sta molto bene e...”

“No, non ho bisogno di lui. Veramente avevo bisogno di te.” 

Squall stava
male? Guardò preoccupata verso la porta. Se non stava bene era il caso di lasciarlo tutto solo? 
Forse era meglio accompagnarlo in infermeria, o meglio, chiamare la dottoressa Kadowaki per fargli una visita... era forse ferito dall’allenamento di quel pomeriggio? 
Forse era quell’influenza che girava...

....Quistis mi ascolti???!!!!”

“Oh!!! Scusa si...che c’è?”

Rinoa l’aveva guardata, alzando un sopracciglio. 

“Sei tu che mi devi dire qualcosa.”

“Sì!!...sì...Oh!” 

Si toccò la fronte, che diavolo doveva chiederle?? Non poteva essere così stupida da dimenticarsi! Selphie...il festival. 

“AH già!!!” Sorrise sollevata. “ ...sai che tra qualche giorno ci sarà il festival giusto?”

“Sì. Sono tanto contenta!! Mi piacciono le feste! I balli...!!!!” 

Rinoa fece una giravolta su se stessa. Dio... le avrebbe volentieri dato una sberla. Si morse forte le labbra e scacciò in fretta il pensiero. 
Probabilmente era colpa dell’influenza! Quando si ammalava diventava molto meno tollerante. 

Mmm... Selphie ha bisogno di una cantante e mi ha chiesto di chiederti se ti andrebbe di farlo.”

“Cantare? ... mi piacerebbe tantissimo, ma vedi... non mi va di lasciare solo Squall! Ci sono un sacco di ragazze che gli ronzano attorno! Non voglio che si senta in imbarazzo.”

“Sì...ti capisco. Troverà sicuramente qualche altra ragazza.” 

Lanciò un’occhiata verso la porta chiusa di Squall da cui non proveniva nessun rumore. 
Era chiaro che stavano litigando, e forse aveva capito anche il motivo ma il suo cervello si rifiutava totalmente di accettarlo. 

“...non stai bene??”

“Oh!! Scusa!!! Ero soprappensiero! Hai detto qualcosa?”

“E’ meglio se vai a riposarti, mi sembri stanca e hai un aspetto orribile.”

“Grazie avevo proprio bisogno di un complimento.” 

La sua risposta fu molto più acida di quanto avesse voluto ma non riuscì a trattenersi. 
Rinoa la guardò stupita ma subito le mollò un altro dei suoi sorrisi da super amica.

“Devi proprio riposarti.” 

Buttò distrattamente i suoi lunghi capelli corvini dietro le spalle e con il suo solito modo sinuoso di muoversi la sorpassò dirigendosi verso l’uscita del dormitorio. Ma dopo qualche passo si voltò verso di lei. 

Quistis...hai già un ragazzo con cui andare al festival?”

“...no. Perchè?”

“Se vuoi posso prestarti Squall...ma solo cinque minuti! Ciao!! Scusa ma ho un impegno!”

Le avrebbe prestato Squall. Arrossì. Come si permetteva di parlare in quel modo? 
Squall non era
mica un oggetto da prestare! Abbassò lo sguardo, probabilmente lo aveva detto solo perchè l’aveva vista un po’ giù, l’aveva detto per farla sentire meglio, come fa un’ amica. 
Ok, forse era davvero meglio darsi una calmata. Però... non voleva andarsene prima di sapere come stava Squall. 
Stava letteralmente tremando. Bussò leggermente. 

“Sono Quistis...posso?”

Squall aprì
subito la porta. 

“Entra” la sua voce era impassibile, fredda. 
Lo squadrò rapidamente con lo sguardo valutando le sue condizioni fisiche, non sembrava ferito. 

“C’è qualche cosa che non va?” 

Arrossì intensamente notando lo sguardo scontroso di lui.

N-no...e-ecco...io...” Odiava balbettare come una stupida. “Stai bene?”

Per un attimo Squall la fissò quasi si fosse trasformata in un marziano poi scrollò la testa lasciando che i capelli scendessero a coprirgli gli occhi e il viso. 

“Sì.”

Rinoa ha detto...che non ti sentivi bene...”

Squall sospirò e si sedette sul letto. 

“Sono solo molto stanco.” 

Raccolse le ginocchia al petto appoggiandovi sopra la fronte, sentì gli occhi sgranarsi e il cuore accelerò improvvisamente in modo doloroso. 
Non aveva i guanti, i suoi soliti guanti neri. 
Le sue mani, stupende dita affusolate, pallide. 

“Mi dispiace. Le lezioni sono troppo pesanti? Forse in questo periodo dovresti pensare un po’ meno agli allenamenti e dedicarti solo...”

“No. Non è questo. Sono stanco della mia situazione.” 

Cos’era
quella nota dolorosa nella sua voce? E soprattutto quello sguardo: non aveva mai visto i suoi occhi con quella luce, una luce così triste, sembrava preoccupato. 
Raccolse il coraggio a due mani e si sedette sul bordo del suo letto, mentre tutto il suo corpo strillava “E’ il letto di SQUALL!!”, a fianco a lui.

“Vuoi parlarne?”

Squall chiuse gli occhi scuotendo leggermente la testa. 

“Non importa Quisty.”

“Scusa, non sono fatti miei lo so.” 

Si soffiò ancora il naso e tossì. 

“Sono una ficcan...” avvampò totalmente. 

Squall le si era silenziosamente avvicinato e le aveva posato una mano sulla fronte... il viso a così vicino al suo!! 
I suoi occhi così vicini... dentro ai suoi. Erano ancora più belli, meravigliosi, profondi in modo struggente. 
Per un attimo credette di sprofondarvi... nel loro mare.

“Hai la febbre!! Accidenti... vieni ti accompagno nella tua stanza.” 

Squall si alzò e si voltò a guardarla. Era rimasta immobile, con la bocca aperta e gli occhi azzurri sgranati. 

“Tutto bene?” 

“Uhm...sì!!” 

Si alzò faticosamente. Aveva sentito il calore della sua mano sulla sua fronte, se lo sentiva ancora sulla pelle, quella stupenda sensazione. 
Quello era il primo vero contatto pelle a pelle che aveva avuto con lui, avvampò. 

“Sei tutta rossa...su forza.” 

Squall le aveva preso una mano e l’aveva aiutata ad alzarsi, poi aveva aperto la porta. Il suo cervello era in ebollizione. Adesso era mano nella mano con lui. 
E lui sembrava non avere la minima intenzione di lasciargliela. Lo seguì come un automa per tutto il corridoio fino davanti alla sua porta. 
Stava cominciando a sudare. Squall la stava tenendo ancora. Improvvisamente sembrò accorgersene e la lasciò. 
Poi si guardò confuso le mani e arrossì lievemente.

“Ho...ho dimenticato i guanti. mormorò quasi a se stesso. “Forza apri la porta.” 

Obbedì in silenzio; il cuore le batteva così forte che lo poteva sentire nel silenzio del corridoio. 
Perchè si stava preoccupando tanto per lei? Era talmente strano il suo comportamento! 
Non riusciva
a pensare, questo era il problema. 

“Okay... hai qualche aspirina?”

“Non credo...” 

“Fa niente. Infilati a letto, vado in infermeria e torno.”

“Aspetta.” Abbassò lo sguardo. “Perchè...ti preoccupi tanto?.

“...perchè?” 

“A Rinoa potrebbe...dare fastidio che tu ti preoccupi per me.”

“Non importa. Può pensare quello che le pare. Se stata gentile con me...sempre.” 

Quando alzò lo sguardo sul suo viso si rese conto immediatamente che cosa era successo: Squall aveva ricordato qualche cosa legato al passato, all’orfanotrofio. 

“Ogni volta che stavo male...ti sei sempre occupata di me.” 

“Oh Squall...non sei obbligato a farlo!! E’ stato tanto tempo fa...”

“Non lo faccio per quello.” 

La sua voce era improvvisamente tornata ad essere brusca. Aprì la porta e si fermò sulla soglia, dandogli le spalle. 

“Non voglio che tu stia da sola. Ti dispiace?”

“No...no Squall. Non mi dispiace.” 

Sorrise. 
Quelle parole sembravano
accarezzarle il cuore, aveva sognato talmente tante volte una situazione del genere, se il destino le avrebbe riservato anche solo quella parte nel cuore di Squall, a lei andava bene. Le bastava sapere che lui provava comunque qualcosa per lei. 
Bastava quello: solo un po’ di bene, solo un piccolo pezzetto di cuore. 
Si raggomitolò sotto le coperte, sentiva tutto il suo corpo rabbrividire, non era il freddo, ma l’emozione... ancora così intensa, così viva. 
Lo stereo era accesso, basso, nella stanza una musica dolce; chiuse gli occhi.

I love you (Ti amo)

I must be crazy now (Io sto impazzendo ora)
Maybe I dream too much (Forse sogno troppo)
But when I think of you (Ma quando penso a te)
I long to feel your touch (Sento alungo il tuo tocco)
To whisper in your ear (Sussurrare nel tuo orecchio)
Words that are old as time (Parole trattenutte tanto tempo)
Words only you would hear (Parole che solo tu potresti sentire)
If only you were mine (Se solo tu fossi mio)
I wish I could go back to the very first (Vorrei tornare indietro alla prima volta)
Day I saw you (Al giorno che ti ho visto)
Should’ve made my move when you (Avrei dovuto muovermi quando tu)
Looked in my eyes (hai guardato nei miei occhi)
Cause by now I know that you’d feel (Perchè da ora so cosa ho sentito per te)
The way I do (Il modo in cui lo farò)
And I’d whisper these words as you’d (E vorrei sussurrarti queste parole se tu)
lie here by my side (Fossi qui al mio fianco)
I love you, plese say (ti amo, dillo per favore)
You love me too, these three words (che anche tu mi ami, queste tre parole)
They could change our lives forever (Possono cambiare le nostre vite per sempre)
And I promise you that we will always (E ti prometto che noi staremo per sempre)
Be togheter (Insieme)
Till the end of time (Fino alla fine del tempo)
So today, I finally find the courage (Così oggi, se troverò il coraggio)
Deep inside (sepolto dentro)
Just to walk right up to your door (per camminare fino alla tua porta)
But my body can’t move when I finally (Ma il mio corpo non si potrà muovere)
Get to it (Lo farà)
Just like thousand times before (giusto come mille volte prima)
Then without a word he handed me (Quando senza una parola lui mi darà)
This letter(Quella lettera)
Read I hope this finds the way into (Leggendo spero di trovare la via dentro)
His heart , it said(al suo cuore, essa dice)
I love you, plese say (ti amo, dillo per favore)
You love me too, these three words (che anche tu mi ami, queste tre parole)
They could change our lives forever (Possono cambiare le nostre vite per sempre)
And I promise you that we will always (E ti prometto che noi staremo per sempre)
Be togheter (Insieme)
Till the end of time (Fino alla fine del tempo)
Well maybe I, I need a little love (Bene forse io, ho bisogno di un po’ d’amore)
And maybe I, I need a care (E forse io, ho bisogno di un po’ di cura)
And maybe I, maybe you, maybe you (Forse io, forse tu, forse tu)
Maybe you (forse tu)
Oh you need somebody just to hold you (Oh tu hai bisogno di qualcuno che si occupi di te)
If you do, just reach out and I’ll be there (Se vuoi, vieni fuori e io ci sarò)
I love you, please say you love me too (Ti amo, per favore dimmi che mi ami anche tu)
Please say you love me too(Per favore dimmi che mi ami anche tu)
Till the end of time(fino alla fine del tempo)
These three words (queste tre parole)
They could change our lives forever (Possono cambiare le nostre vite per sempre)
And I promise you that we will always be together(E io ti prometto che staremo insieme per sempre)
Oh I love you (Oh Ti amo)
Please say you love me too (per favore dimmi che mi ami anche tu)
Please please (per favore per favore)
Say you love me too (Dimmi che mi ami anche tu)
Till the end of time (Fino alla fine del tempo)
My baby (Piccolo mio)
Together, together, forever (Insieme, insieme, per sempre)
Till the end of time (fino alla fine del tempo)
I love you (Ti amo)
I will be your light (Sarò la tua luce)
Shining through your eyes (splenderò attraverso i tuoi occhi)
My baby (piccolo mio)

“...Quisty?”

Aprì lentamente gli occhi... Squall????????!!!!!! Nella SUA stanza!!!!?? 
Si alzò seduta in fretta e furia e lo fissò, boccheggiando come un pesce per dire qualche cosa, ma non le usciva niente. 
Giusto, la medicina. Squall aveva già in mano un bicchiere mezzo pieno d’acqua, vi lasciò cadere dentro un’aspirina e glielo consegnò. 
Non l’aveva sentito tornare. Dio che imbarazzo. 
Bevve tutta la sua medicina in silenzio, appena ebbe finito Squall le tolse dalle mani il bicchiere e andò a depositarlo in bagno. 

“Ora riposati, ho già detto al preside che domani non fai lezione perchè non stai bene.”

“Grazie...”

“...Ora torno in camera mia. Se hai bisogno di qualche cosa puoi chiamarmi.” 

Si alzò e si diresse verso la porta. Sentì una specie di panico stringerle il petto. Non voleva che andasse via. Voleva tenerlo un altro po’ con lei.

“Squall!”

“Sì?”

“Riguardo a prima... davvero non vuoi parlarne con me? Fa bene... sfogarsi con qualcuno.”

Squall rimase
immobile a fissare la maniglia della porta. Lo sentì sospirare profondamente. 
Non doveva insistere in quel modo, ora se ne sarebbe andato e allora... Squall si voltò e prese la sedia dalla sua scrivania, la mise accanto al letto e vi si sedette.

“E’...difficile parlarne.” 

Era imbarazzo forse quello che sentiva? 
Ci avrebbe scommesso una gamba. Allora era proprio come aveva immaginato. 
Tirò un gran respiro e si preparò ad ascoltare qualcosa che le avrebbe fatto molto, molto male, poi emise un sospiro tremolante. Squall teneva il viso basso, era rosso: la sconvolgeva vederlo tanto imbarazzato, lui che era sempre così impassibile.

“Forza...vedrai che ti sentirai meglio.”

“Il problema è che...è una cosa da ragazzi.” 

Il rossore si intensificò, e con esso accelerò anche il suo cuore. Aveva ragione, ci aveva azzeccato. Maledizione.

“Ah... ... allora, magari potresti parlare con Zell o Irvine, in fondo se è una cosa di ragazzi...”sorrise gentilmente. 

Se non avesse parlato avrebbe pedinato fino all’esasperazione Irvine e Zell in modo da venirlo a sapere. 

Siamo seri...Zell proprio non mi sembra il tipo, Irvine ancora meno. D’accordo...allora...il problema è...è...” 

Squall deglutì e roteò gli occhi, si morse le labbra e si dimenò sulla sedia. Sorrise ancora, di tenerezza questa volta. 
Chi l’avrebbe detto che si sarebbe trovata a parlare di questo proprio con il ragazzo che amava. 

“Si tratta di qualcosa legato al sesso per caso?” lo aiutò dolcemente sfiorandogli una spalla con la mano. 

Squall sobbalzò alla parola sesso e si incurvò di più, poi annuì lentamente, in modo rassegnato. 

“Ehi...che succede?”

“Succede...che non siamo d’accordo sul farlo o no.” 

Sussurrò senza guardarla. Ora riusciva a comprendere pienamente il significato delle parole di Rinoa

“Quello che ti posso dire è che ragazzi e ragazze hanno tempi diversi e... solitamente prima di raggiungere un’intimità così... profonda, alle ragazze serve molto più tempo. Lo so che la cosa può darti fastidio... ma non è giusto insistere... perchè quello è un passo molto importante. Probabilmente Rinoa vuole essere soltanto un po’ più sicura del tuo amore prima di... fare l’amore.” 

Chiuse gli occhi. Per l’amor di Dio... la sola idea di Squall e Rinoa a letto... piuttosto di pensarci un secondo di più avrebbe preferito un pugno in testa. 
Nello stesso tempo l’idea che ancora non era successo niente fra di loro la faceva stare bene. 

“Credo che tu abbia frainteso.”replicò con calma Squall dopo un attimo di silenzio.

“Come?”sbatte gli occhi confusa. Poi sentì un piccolo fastidio al petto. “Vuoi dire che...l’avete già fatto?”

“No.”

“Non capisco.”

“Non è Rinoa, sono io che non voglio.” 

Rimase per un attimo con la bocca aperta, poi probabilmente fece una faccia strana perchè Squall fece un sorrisino divertito.

“E’ così strano?”

“No!! Cioè... in realtà sì... ma... perchè??”

“Non lo so. Non voglio e basta. E questa cosa la fa incazzare... da morire. E sta cominciando a stufarmi non poco. Ogni volta che siamo da soli lei ci prova sempre... e ogni volta finiamo con il litigare.”

“Oh Squall...” si sciolse i capelli sulle spalle, pensando freneticamente a qualche cosa di intelligente da dire... la realtà era che lei era troppo contenta per dire qualsiasi cosa. 
Si schiarì la gola e si lisciò i capelli biondi. 

“Quello che ho detto vale anche per te. Non farlo se non vuoi. Non lasciarti convincere, quella è una scelta che spetta soltanto a te.”

“E’ stanca di aspettare.”

“Non ti deve interessare.”replicò seccamente. Si massaggiò le tempie. 

“Tu... qual è il problema vero? Non credi di amarla veramente fino a quel punto? O è solo una questione che tu non ti senti pronto...”

“Mi fa schifo che lei mi tocchi.” 

Rispose Squall a voce incolore fissandola. 
Fu talmente sorpresa da quella risposta che la saliva le andò di traverso e cominciò a tossire energicamente. Squall la soccorse dandole qualche colpetto sulla schiena.

“...schifo?”

“Sì. Non riesco a sopportare le sue mani...su di me. Mi fa sentire male.”

Rimasero ancora in silenzio. Cosa significava? Perchè mai avrebbe dovuto disgustarlo il contatto con una persona che amava? 
Perchè era evidente che lui amava Rinoa... oppure no?

“Tu ami Rinoa?”

“Sì.” 

“Forse...allora...” non le veniva in mente proprio nulla. Vuoto assoluto. 

Okey...non so cosa dirti. Però forse dovresti dirglielo, magari la tua è solo una reazione alla sua insistenza.”

“Se glielo dico...non mi guarderà più in faccia.”

Scosse la testa stancamente, avrebbe voluto aiutarlo... di certo non poteva dirgli di concedersi a Rinoa contro il suo volere. 
Sorrise appena... si sentiva così... strana. 
Gli occhi azzurri di Squall la stavano fissando incuriositi, così innocentemente infantili, forse Squall era davvero l’unico a non aver capito i suoi sentimenti, allungò una mano, senza pensarci... gli accarezzò delicatamente una guancia. Squall sembrò stupito ma non si sottrasse. 

“Scusa...”arrossì intensamente rendendosi conto di quello che aveva fatto. 

“Curioso.”

“Cosa?”

“Non mi è dispiaciuto... quello che hai fatto, quando Rinoa fa una cosa del genere...mi viene da spostarmi...”

“E’... è diverso!” sorrise tristemente. “Io sono una tua amica.”

“No.”

Questa volta l’espressione di Squall più che pensierosa... sembrava persa. 
Si alzò in fretta, in modo impacciato dalla sedia, sbattendo un fianco contro la sua scrivania. 

“Devo andare a cercare... a cercarla... scusa.” 

Aprì la porta, ma poi sembrò riuscire a trattenere la “fuga” e si voltò verso di lei. 

“Hai bisogno di qualche cosa?”

“No Squall... vai da Rinoa. Ti starà cercando e sarà anche preoccupata.”

“Già.”

“Già.”

Quisty...”

“Sì?”

“Scusa...grazie del consiglio.”

La porta si chiuse. Si stese lentamente, mentre gli occhi cominciavano a chiudersi, prima che brucianti lacrime iniziassero a scivolarle sulle guance. 
Per una attimo, per un solo attimo le era sembrato possibile che il suo sogno fosse diventato una realtà. 
Nascose il viso nel cuscino. Avrebbe voluto che lui rimanesse con lei. Cosa significavano quelle parole? 
Niente probabilmente
. Era giusto così. In fondo un sogno... non è altro che un sogno.

”I sogni sono come le stelle
Lontani, irraggiungibili, splendenti.
Ma com’è bello alzare gli occhi sapendo che saranno sempre 
Lassù
...”


Rimase per un po’ di tempo ad osservare i suoi amici, seduti al tavolino della mensa: erano così allegri! 
Sospirò, in fondo se si sentiva triste era tutta colpa sua, non avrebbe dovuto lasciare correre in quel modo la fantasia. 
Con non poca fatica tirò fuori uno dei suoi sorrisi stanchi, avvicinandosi ai ragazzi, Irvine la salutò con un fischio e Selphie gli appioppò una gomitata, Zell era impegnato come al solito a sbranare un panino... uhm, al salame probabilmente. 
Rinoa era seduta sulle gambe di Squall con un braccio intorno al suo collo, Squall sembrava rigido... scocciato forse? 
La scena le fece comunque tremare le gambe, avrebbe voluto volentieri scappare. 
Non fece assolutamente un passo. Zell smise di divorare il panino per prendere una sedia dal tavolo vicino e la mise accanto a lui. 
Si sedette tranquilla, cercando di guardare da qualsiasi altra parte. 

“Ti senti meglio?”

La voce di Rinoa le fece stringere lo stomaco. Annuì sorridendo, sapendo di essere impallidita. Rinoa però nemmeno la guardava, battè le mani. 

Hoooo!! Meno male!!! Io e Squall eravamo tanto preoccupati per te!!!” gridò sbattendo le ciglia dei suoi grandi occhioni nocciola.

“Immagino.” 

Borbottò incrociando le gambe e bloccando le mani sotto di esse... voleva tirarle il collo, strozzarla, farle del male insomma... anche solo un pochettino, magari frustarla con una canna di bambù. Qualcosa del genere. 
Zell le lanciò un’occhiata, senza farsi scorgere da Rinoa roteò gli occhi e finse un conato di vomito. 
Poi le sorrise dolcemente sfiorandole con una mano la spalla. 
Negli ultimi tempi Zell si era mostrato molto dolce e premuroso verso di lei, niente le toglieva dalla testa che il motivo di fondo doveva essere piuttosto serio. 

Zell?”

Mmm?”

“Devi dirmelo.” 

Zell la guardò imbarazzato, gli occhi scattarono in basso, la guardò poi con aria colpevole e infine scosse la testa. 

Zell!! Per favore...”

“Non posso!”

“Che carini!!! Quisty... non è che voi due avete una qualche storia segreta?” 

Rinoa li stava fissando con la faccia più innocente del mondo e pure Squall. 
I suoi occhi erano freddi, qualcosa le diceva che Zell stava virtualmente diventando un mucchietto di cenere. 
Il suo cuore ebbe uno scatto, peccato che Rinoa non poteva vederlo in faccia in quel momento, il suo ragazzo.

Rinoa... secondo me sei cretina. Che domande fai? Se avessimo una storia segreta, te lo veniamo dire a te??” la rimbrottò Zell

Quistis si coprì con una mano la bocca. Irvine si mise a sghignazzare.

“Che cattivo Zell!!! Non dirmi che sono cretina!”

“Lo sei. Non è colpa mia... e poi bada alle TUE storie segrete.” 

Zell arrossì in un lampo. Sgranò gli occhi e il panino gli cadde dalle mani. Sembrava in pieno panico. 
Quando
guardò la faccia di Rinoa si sentì sconvolta: non c’era più nessun finto sorriso, le labbra serrate, pallida come un lenzuolo. 
Si alzò in piedi tirando Squall per un braccio, impassibile.

“Andiamo...qui c’è un po’ troppa gente a cui piace scherzare pesante.”

Non riuscì a staccare gli occhi da Rinoa finchè lei e Squall non uscirono dalla mensa. 
Poi si voltò verso Zell. No. Si rifiutava anche solo di credere lontanamente che quello che Zell le stava nascondendo fosse... assolutamente no.
Si alzò faticosamente, sentiva la testa girarle pericolosamente. I ragazzi erano completamente ammutoliti. Zell la guardò mortificato.

“Non posso dirtelo...Quisty. sussurrò. 

Sembrava quasi sul punto di piangere mentre si alzava anche lui e scappava via. Lentamente uscì anche lei, tornando nella sua camera. 

 


Erano le quattro del pomeriggio quando sentì bussare alla porta. Si era appisolata appena si era buttata a letto, stava sognando qualche cosa... qualche cosa che l’aveva fatta piangere, ma ora non ricordava. 
Si asciugò con il dorso delle mani le lacrime fredde sul viso e sbirciò fuori dalla porta. Rinoa

“Ciao Quisty... posso parlare un po’ con te?”

Con il cervello ancora ottenebrato dal sonno e dalla sorpresa annuì e la lasciò passare, Rinoa prese posto nella sedia dove solo il giorno prima si era seduto Squall... le diede un certo fastidio sapere che ora c’era lei seduta là. 

“Cos’è successo?”chiese stancamente. 

Tentò di sorridere ma non le riuscì proprio. Si sedette sul bordo del letto, le mani in grembo.

“Si tratta di Squall.” 

Rinoa incrociò le gambe e si dondolò avanti e indietro spingendo in fuori le labbra in un broncio fanciullesco. 

“Non riesco a capire cos’ha quel ragazzo! E visto che sei una sua amica da tanto tempo forse sai qualche cosa a proposito...”

... cosa dovrebbe avere Squall che non va bene?”sospirò appoggiando stancamente la testa su una mano. 

“E’ troppo freddo! Stiamo insieme da un bel po’ e ancora per avere un bacio devo fare i salti mortali... eppure quando comincia è così dolce... così caldo... guardò con aria sognante fuori dalla finestra. 

Caldo... dolce... si sentì male. Sentì un singhiozzo salirle nella gola. Guardò da un altra parte.

“Qual è il problema allora?” 

“Lui non vuole fare l’amore con me. Nel modo più assoluto e io non capisco perchè!! E’ chiaro che mi ama da morire, ma non vuole farlo.”

Rinoa...lui è un ragazzo fatto così, lo sai quanto gli riesce difficile il rapporto con le altre persone. Non credo che dovresti pensarci troppo... quando lo vorrà... succederà.” 

“Tu come hai fatto?”

“A fare cosa?”

“A portartelo a letto no? Che cosa hai fatto? Gli hai promesso eterno amore, eterna fedeltà o qualcosa del genere?”

Rimase scioccata dal modo di parlare di Rinoa. Sembrava quasi che la cosa le importasse relativamente, quasi le stesse chiedendo quanto zucchero doveva mettere sulla torta alla crema per farla venire più buona. Si schiarì la gola.

“IO...io...non l’ho mai portato a letto Rinoa.” 

La fissò
freddamente. Che diavolo le era saltato in mente? 

“Ha... credevo di sì. Ti giuro che pensavo che voi due... insomma...aveste avuto una storia.” 

“No... non credo proprio che Squall abbia avuto altre storie.” 

Non aveva capito niente di lui. O meglio, non gli interessava minimamente di quello che Squall aveva passato, di quali erano i suoi sentimenti. 

“Non me lo sarei mai aspettata... comunque spero che si risolva questo problema perchè io non ce la faccio ad andare avanti così. Io ho bisogno anche di altro oltre che ai bacetti e agli sguardi dolci. Mi fa così... innervosire il suo comportamento. Nessun ragazzo mi aveva mai respinta prima... questo mi ferisce.”

Se solo Squall l’avesse sentita parlare! 
Non aveva il coraggio nemmeno di guardarla in faccia, forse Squall aveva una qualche capacità paranormale: inconsciamente aveva visto la vera Rinoa, quella che era quando non stava davanti ai riflettori, per quello gli faceva tanto schifo il fatto che lei lo toccasse. Le sfuggì un sorriso.

“Forse anche TU lo stai ferendo, non ci hai mai pensato?”

“Oh... ma in che modo?” 

Rinoa sfarfallò innocentemente gli occhi, il viso contratto in una maschera dispiaciuta.

“Probabilmente gli dà fastidio la tua insistenza.”

“Peggio per lui. Voglio dire... abbiamo una certa età non siamo più bambini. Quella parte del rapporto per me è indispensabile! Come minimo dovrebbe venirmi incontro no? Non ho intenzione di aspettarlo tutta la vita.” 

“Vuoi dire che se non fa quello che vuoi tu lo lasci?”

“Probabilmente sì! Mi dispiace ma è così.” 

Rinoa alzò le spalle. La verità era che a lei di Squall non le importava nulla... tranne il fatto che lui era un bel ragazzo... anzi, un ragazzo stupendo, e che ci voleva andare a letto. 
Disgustoso.

“Non lo ami allora?”

“Noi siamo amiche Quisty... certe cose... non so come spiegartelo, il fatto è che mi ha stufato. E’ un egoista! Chiaro che mi interessa...”

“Ti ho chiesto se lo ami.”

“Mi piace.”

“Lo ami?”

“Non lo so. Forse.” Rinoa ridacchiò girando su se stessa. “Dai...amore è una parola grossa. Siamo giovani noi! Io ho voglia di divertirmi.”

“Ti assicuro...che puoi divertirti benissimo in tanti modi, ma non prendendo in giro la gente. Se solo sapesse cosa mi hai detto gli si spezzerebbe il cuore...” 

Rinoa si chinò di scatto su di lei, prendendole il mento con una mano e alzandole la testa, gli occhi neri ardenti come due braci, lo sguardo crudele. 

"Ma lui non lo saprà mai. Il problema non esiste!"

La lasciò andare, la fissò ancora per un attimo, poi le sorrise e se ne andò. 
Rimase immobile. Sbattè le palpebre una, due volte. 
Se fosse successo qualcosa a Squall non se lo sarebbe mai perdonato; Rinoa non lo amava. Squall amava Rinoa
Non voleva che Squall provasse quello che lei aveva provato tutti quegli anni... sapere di non avere nessuna speranza di fronte alla persona che amava. Non avrebbe sopportato quel dolore, piuttosto che vederlo soffrire... preferiva convincere Rinoa a non lasciarlo. 
Era l’ultima speranza, non voleva vedere piangere quegli occhi, mai più.


FlashBack

Pioveva da due giorni ormai, il tetto dell’orfanotrofio non era proprio al massimo della forma. 
In alto, sul soffitto poteva scorgere macchie scure che ogni giorno diventavano più grandi e poi iniziavano a gocciolare. Un tuono, un tuono fortissimo. Sobbalzò spalancando gli occhi azzurri e stringendo il cuscino. 
Un piccolo gemito, un singhiozzo e infine un pianto impaurito. Sapeva chi era, ogni volta che veniva un temporale lo sentiva piangere, ma poi Elly andava sempre da lui. La sua sorellina. 
Fece scorrere lo sguardo fra i lettini fino a scorgere una piccola sagoma raggomitolata, tremante. Non c’era più nessuna sorellina a consolarlo. Niente più abbracci e parole gentili per farlo dormire, per rassicurarlo. Nessuno più ad asciugare le sue lacrime, nessuno a tenere le sue mani, era così solo, ora.
Si alzò in punta di piedi raggiungendo il letto le piccole delicate spalle tremanti sotto le coperte sottili, troppo sottili per tenere caldo. 
Squally? Squally?? Dai non piangere...ci sono qui io adesso.” 
Sfiorò delicatamente i morbidi capelli scuri, spettinati...un paio di enormi occhi blu spaventati la stavano fissando sorpresi, le labbra ancore tremanti. 
Grossi lacrimoni scorrevano sulle guance rosse per il gran piangere. 
“Perchè Elly non viene da me?”
“Lo sai Squally...Elly è...è andata via.”
Si era infilata sotto le coperte, stendendosi di fianco a lui. Subito quelle braccia sottili le avevano circondato il collo, il suo viso ancora bagnato di lacrime contro il suo collo si era raggomitolato contro di lei, rabbrividendo mentre i deboli singhiozzi si spegnevano lentamente fino al sopraggiungere del sonno.
Erano rimasti così tutta la notte, due bambini abbracciati...

Fine FlashBack

La sua attenzione fu
attirata da un oggetto sul pavimento, vicino alla sedia. L’anello di Rinoa
Si alzò lentamente sentendo il corpo ancora intorpidito dal calore di quel ricordo. Era come rivivere quei momenti, un salto nel passato, così lontano; trovava doloroso il momento in cui quelle memorie si interrompevano, sfociando nel grigio più assoluto. 
Raccolse l’anello e se lo mise in tasca senza nemmeno guardarlo. Quell’anello... uguale a quello di Squall... o l’originale? 
Forse Squall gliel’aveva regalato, alla fine. Non sarebbe stato necessario saperlo, in fondo. 
I corridoio erano ancora semivuoti, forse Rinoa una volta tanto era in camera sua. 
Le avrebbe parlato chiaramente: non poteva prendere in giro Squall a quel modo, doveva riflettere sui suoi sentimenti, non poteva credere che Rinoa non amasse Squall: come poteva non amare quegli occhi che ogni giorno sembravano supplicare sempre di più un po’ d’amore? 
Quel viso così perfetto... splendido come quello di un bambino. Viso d’angelo, occhi d’angelo...
Strinse forti i denti, doveva prima di tutto rimanere calma e rilassata, urlare e arrabbiarsi non sarebbe servito a nulla. 
L’avrebbe supplicata se necessario... per lui. 
Tirò un sospiro di sollievo quando vide la porta socchiusa. Sicuramente era nella sua camera, ma non era sola. 
Una voce maschile che rideva, Rinoa che rideva. Si appiattì di scatto al muro, sentendosi subito un’emerita idiota, perchè si comportava in quel modo? Forse perchè quella voce non apparteneva a Squall. 
Squall non rideva mai.

“...lo sopporto più!!! Certe volte lo riempirei di schiaffi!” 

Il tono di voce di Rinoa sembrava scocciato, non gliel’aveva mai sentito usare in mezzo alle persone.

“Lascialo, che ti importa di lui se tanto hai me?”

Oh no. Non poteva essere lui. Si portò una mano alla bocca, scosse la testa quasi per convincersi che... che il tizio che parlava con Rinoa non era Seifer. 
Non era assolutamente Seifer! Non doveva essere...

“Seifer! Lo sai! Mi ha umiliata! E poi... fisicamente è molto più carino di te.”

“Quando
parli così ti picchierei! Come puoi preferire quel ragazzino a me? A un UOMO.”

“Oh beh... intanto è molto più dolce di te!”

“Già come no...e magari è anche vergine.”

Ha-ha. Certo che lo è. E’ proprio questo... voglio levarmi la soddisfazione di vedere come se la cava la prima volta... e poi mi sembra molto ben fornito!A dir la verità pensavo che avesse avuto qualche cosa a che fare con la maestrina-fallimento.”

“No... lei gli sbava dietro da quando eravamo bambini, ma lui non l’ha mai considerata... a lui non piacciono le nullità come quella.”

Quistis strinse forte una mano sul petto... non gli piacciono le nullità... già, probabilmente Squall disprezzava il suo carattere così debole. 
Si morse un labbro, non sarebbe scappata. 
Non adesso.

“Quando lo guarda in quel modo... mi piacerebbe riderle in faccia. E’ ovvio che si prostrerebbe ai suoi piedi... una ragione in più per non lasciarlo perdere. Non darei mai via libera a quella smorfiosa...”

Si guardò attorno in pieno panico: oddiooddiooddio... se qualcuno l’avesse vista l’avrebbero ammazzata. 

“Bah... non mi interessa niente di quella... piuttosto.. non vuoi...?”

Mmm... vuoi... farlo?”

“Come sempre.”

“Al diavolo Squall... almeno per un po’. D’accordo?”

“Chiudi la porta almeno.”

“Oh... l’avevo dimenticata aperta...”

AHHHH... schizzò via come un lampo, non era mai stata tanto veloce in vita sua. 
Riuscì appena in tempo a gettarsi fuori dal corridoio, prima che Rinoa guardasse fuori per controllare che non ci fossero stati testimoni in giro per poi chiudere la porta. 

“Oh mio Dio...” sussurrò ansimando scivolando in ginocchio. 

Adesso sì, che le tornavano le cose. 
La situazione era ancora peggiore di quella che aveva immaginato, non solo a quella strega non importava un bel niente di Squall, ma lo tradiva con il suo rivale: con Seifer. 

“QUISTY!!! Ma ti senti male?”

Sentì due braccia afferrarla per aiutarla a rimettersi in piedi. Per un attimo quasi non lo riconobbe tanto era agitata. Zell

“HOMENOMALECHESEITUDOBBIAMOPARLAREVIENIVIA!” iniziò a trascinarlo come una furia. 

Si sentì al sicuro solo quando riuscì a far scappare una coppietta da una panchina appartata e sederci sopra Zell che sembrava pure lui sul punto di scappare.

SeifereRinoa.”

Oohh!...AAAAAA!!” gridò Zell scattando in piedi sulla panchina. 

Subito lo tirò giù per la cintura lanciandosi in giro occhiate sospettose.

SShh!!! Cosa urli?”

“Che cosa hai detto!!?”

“Li ho sentiti. Io... non volevo spiare, dovevo andare da Rinoa a parlarle, per convincerla a non fare quello che vuole fare, e per riportarle l’anello di Squall che ha perso in camera mia quando è venuta a chiedermi come faceva a fare quello che voleva fare ma io le ho detto di non farlo perchè nemmeno Squall voleva farlo, ma lei non ho ascoltato anzi si è arrabbiata ed è andata via quando l’ho raggiunta era con Seifer e da quello che ho capito io stavano per fare quello che non riusciva a fare con Squall.” 

Si fermò ansimando.
Zell la fissò inespressivo e pensieroso.

H-hai capito?”

“No.”

“Te lo rispiego allora Rinoa è venuta da me e...”

Quisty!!! Aspetta un momento... aspetta... è chiaro che hai una crisi isterica. Quindi prima di tutto calmati e ascolta me, poi mi racconti tutto tranquillamente. Va bene?” 

Annuì lentamente, come una bambina, abbassando la testa e torturandosi le mani in grembo. 

“Perfetto. Lo so benissimo che Rinoa sta con Seifer. In realtà credo che non si siano mai lasciati perchè... io l’ho scoperto la sera della festa, alla fine della guerra contro Artemisia.”

C-cosa...!!

“C’era Irvine che riprendeva con la telecamera... io mi sono quasi strozzato con un panino e così sono andato in bagno. Mentre tornavo indietro ho visto Rinoa davanti alla porta della stanza di Squall... io mi sono fermato ad ascoltare…” 

Zell arrossì e si mordicchiò il labbro roteando gli occhi. 

“NON importa perchè.”

“Lei voleva andare dentro ma Squall l’ha salutata, l’ha baciato e ha chiuso la porta. Lei è rimasta là davanti tutta delusa, sai, volevo andare a sollevarle un pochino il morale, ma poi l’ho vista tirare un pugno contro al muro. Era davvero incazz... arrabbiata. Faceva paura!!! Sembrava aver voglia di far saltare il Garden per aria... allora l’ho casualmente seguita...”

“L’hai pedinata.”

“Sì.”

“Bravo.”

“L’ho seguita... e andata dritta verso una camera... e quando si è aperta la porta, ho visto Seifer, lei l’ha baciato... e poi è entrata.”

“Senti... non vuol dire niente, probabilmente era un bacio così... magari hanno parlato e basta come...”

Quisty... se non smetti di difenderla picchio anche te! Dopo tutto quello che ti ha fatto! Con che coraggio puoi stare dalla sua parte? Si è sempre infischiata di tutto il dolore che ti ha fatto passare! E poi ho le prove che è effettivamente successo qualcosa... a meno che non si siano rincorso per un’ora intorno al letto, quello che ho sentito mi è sembrato inconfondibile.”

“Hai origliato!”

Zell arrossì scuotendo forte la testa e agitando le mani. 

“No no no no... io sono rimasto dov’ero però si sentiva bene lo stesso ecco... magari mi sono avvicinato un pochino... non credo importasse a nessuno dei due di farsi sentire visto il baccano.”

Si guardarono in silenzio. Non riusciva ancora ad essere triste per quello che aveva sentito. 
Lo sarebbe stata, ma in quel momento sentita soltanto un miscuglio di risentimento, rabbia e... sollievo. 
Lasciò incurvarsi le spalle. Era tanto stanca. 

“Ho
capito. Sei... davvero sicuro che...”

“Seifer ha la stanza vicino alla mia. Peccato che non lo sa, visto che non mi ha mai considerato...”

“E allora?”

“Ho comprato dei tappi per le orecchie perchè quelle porcherie mi facevano stare male. Va avanti da sempre questa storia, vedere te che stai male... per colpa di quella schifosa... si sta prendendo gioco di tutti! Lo fa per il gusto di far star male gli altri. Ho visto come ti guarda...”

Gli lanciò un’occhiata stanca. Come la guardava? Non aveva mai fatto caso al modo in cui Rinoa la guardava.

“...come?”

“Sfida. Certe volte... quando abbraccia Squall... sembra che lo faccia per vedere la tua faccia, perchè credimi Quisty, ti si legge in fronte quanto ci stai male...”

“Ma davvero. Perchè non me l’hai detto prima?”

“Perchè... ti ho sentito piangere, l’altra sera.” 

Zell abbassò gli occhi e incrociò le caviglie. 

Ricordi quando... eravamo piccoli... io mi sbucciavo sempre le ginocchia e correvo in casa strillando... allora tu mi venivi incontro e mi mettevi quei cerotti colorati con i dinosauri e... mi raccontavi tutte quelle storie per distrarmi... eri sempre tu che mi asciugavi le lacrime. E adesso voglio asciugare io... le tue lacrime.”

“Se lo viene a sapere... lo sai cosa accadrà, vero?”

“Sì.”

“Tornerà ad essere come prima... io... ho conquistato qualcosa ora, con lui. Non posso perderla. E di conseguenza non posso dirgli nulla.”

“L’unica cosa che mi dispiace e che sia stata lei a cambiarlo tanto.”

Quistis sorrise mestamente. 

“Non importa. Troverò una soluzione...”

“Sai una cosa?? Io credo che sarebbe cambiato comunque anche se Rinoa non fosse... piombata qui. Ci saresti stata tu. Perchè... perchè non hai mai provato a... insomma...”

Ancora mal di testa. Una buona domanda, perchè no? Sorrise ancora amaramente. Ormai aveva una collezione di quei sorrisi; alzò le spalle e incrociò le gambe.

“Indovina...”

“Tu non hai nessuna fiducia in te stessa. Rispose Zell. Dio com’era triste la sua faccia, era raro vederlo così. 

“Bravo di nuovo. Credo che al prossimo test ti meriterai un bel voto solo...”

All’improvviso negli occhi azzurri di Zell ci fu un lampo e il suo solito sorriso imprudente sfavillò nel suo viso. 
Si alzò e mise un piede sopra la panchina chinandosi su di lei, con una mano sul fianco.

“Ho una grande idea...lo so che magari Selphi sarebbe più brava di me...ma...quella è tutta impegnata per quella festa. A te ci vuole un bel trattamento.”

Uuuuh...sì certo...scusa ma sono così impegnata che...”

“Non ti ho dato nessuna scelta...primo passo!!! Devi...”

Zell mi stai facendo perdere del tempo...”

SSssh!!! Ho detto, primo passo!!! : lascia l’insegnamento. Subito.”

“Ma che cosa ti è saltato in testa? Che c’entra!!!??”

“Guardati un po’...la gonna lunga...e quei capelli!!! Proprio non va!” 

Zell osservò criticamente la sua acconciatura. Spazientita gli rivolse un occhiata di fuoco e si alzò decisa a tramortirlo, se necessario, e tornare nella sua camera a... a fare che? Piangere, disperarsi?

“Vieni con me...forza!!! Sai...forse il problema è anche che vestita così sembri sempre tutta perfettina! Forse dovresti...HOOO YES!” 

Era Zell ora che la trascinava, lo sguardo perso e parlando nel suo modo a cascata. In realtà non aveva nulla da fare, tanto valeva vedere cosa aveva in mente quel matto. 

 


Fissò la sua immagine allo specchio. Non riusciva a dire niente, continuò a guardarsi per un po’ in silenzio. Ma... era proprio lei quella?? Si voltò un po’ di lato poi si girò verso Zell, con una sopracciglia alzata. 

Zell...cosa sarebbe?”

Zell in tutta risposta le strizzò un occhio e alzò le spalle sghignazzando. 

“Sei mooolto carina!!! Davvero!”

“Io non uscirò MAI vestita così!”

“Ho Quis...non farmi perdere la pazienza!!! Perchè no?” 

“Perchè...”

Non poteva andarsene in giro così. Lei era sempre stata rigorosa nel suo abbigliamento, composta, elegante...quello si addiceva molto a Rinoa...ma a lei per niente! Non solo...vestita in quel modo sembrava una ragazzina, dimostrava sì e no quindici anni. 
Zell le aveva trovato (non voleva sapere nemmeno dove) una specie di maglioncino celeste, a maniche lunghe. Sia le maniche che il torso erano larghi...ma quello che la preoccupava era la lunghezza...non le copriva per niente la pancia. I jeans erano chiari (non si era mai messa dei jeans in vita sua!) aderenti fino al ginocchio che finivano scampanati, coprendo quasi del tutto un paio di tennis celesti e bianche (non avere ai piedi i suoi stivali la faceva già star male...), i capelli biondissimi completamente sciolti sulle spalle. 

“Senti...ho apprezzato il tuo sforzo ma...guardami bene, se Squall mi vede messa così, penserà che mi è partita la testa una volta per tutte...”

“Scherzi???” Zell la guardo soddisfatto più che mai. “Secondo me ci rimane secco, ascolta il parere di un uomo!!!

“Scordatelo.”

Quissssy!!”

“Dammi un solo valido motivo fare il pagliaccio.”

“Il celeste ti dona. Quella maglietta mette in evidenza...il...il...haa....quello.” 

Zell si portò le mani davanti al petto a coppa. Uhm...di nascosto lanciò un occhiata allo specchio. In effetti...sembrava averne molto di più conciata così, non che non ne avesse, però...

Ok...ora mi cambio...”

“UH!! OH!! I fianchi!! Hai dei fianchi davvero sexi!...e poi l’ombelico di fuori è davvero eccitante...e i capelli biondi...hai dei capelli stupendi, perchè tenerli sempre tutti legati, è un peccato!!!”

“...dici davvero?” timidamente si spostò nuovamente davanti allo specchio, osservandosi con più calma. 

“Senti Quis...sinceramente, pensi davvero di avere qualche cosa meno di Rinoa?”

“Evidentemente per Squall...sì. Ha scelto lei, fino a prova contraria.” 

Si sedette
stancamente sul letto massaggiandosi la testa. Quando i nomi di Rinoa e Squall venivano pronunciati troppo vicini le veniva l’emicrania. 

...sinceramente non ho mai capito il perchè...visto che vi siete anche baciati...”

Probabilmente sarebbe caduta a terra se non fosse stata seduta sul letto. Sentì il sudore freddo imperlarle la fronte, il respiro bloccato dolorosamente nel petto. Non riusciva nemmeno ad alzare gli occhi su Zell che probabilmente non se n’era accorto dato che continuava a chiacchierare...

“Cosa...hai detto?”

“Ho detto: è inconcepibile che nella stanza di una ragazza non ci sia nemmeno un rossetto una cipria o...”

“No...prima...”

“...ho detto tante cose.”

“Io...ho baciato, CHI??!”

“Squall...”

Zell la guardò preoccupato, poi le si sedette accanto a gambe incrociate sul letto.

“Non ricordi?”

“No. Assolutamente niente”

, è stato tanto tempo fa, il giorno che tu sei partita per venire qui al Garden. Sulla spiaggia...”

Spiaggia?”

“Lui non voleva venire a salutarti e tu eri così triste...e poi invece è venuto...”


Flashback

Un ultimo sguardo a quella che per otto anni era stata la sua casa... non voleva andarsene senza nemmeno averlo visto l’ultima volta!! 
Guardò supplicante verso il piccolo sentiero scavato nella roccia, ma di lui nessuna traccia. 

“Squall...” sussurrò piano, mentre una lacrima nasceva e subito si asciugava sulla sua pelle lasciando una traccia salata, quelle lacrime non sarebbero state lavate via facilmente. 

Sussurrò ancora il suo nome, ma si perse nel rumore del mare, mentre gocce di pioggia cominciavano a confondere gli sguardi tristi degli altri bambini.

 
“E’ ora di andare, bambina...” la madre le sorrise, posandole dolcemente una mano sulla schiena. 

Strusciò un piede sulla sabbia umida: “vieni da me Squall...ti prego. L’ultima volta...vieni per promettermi che non mi dimenticherai mai...”
Ma
ormai non c’era più tempo, guardò la macchina che l’avrebbe portata via di là. Chissà quando avrebbe rivisto la madre, i suoi “fratellini” e la sua “sorellina”, chissà se avrebbe mai consolato ancora quegli occhi pieni di solitudine, ma ormai non c’era più tempo. Un passo solo.

Quissyyy!!! Aspetta!!”

“SQUAAAALL!” 

Sì!! Non poteva essere! Lasciò andare la mano che la stava guidando lontano; poteva distinguere la maglietta arancione di Squall che si gettava pericolosamente giù per il sentiero, quasi volando, continuando a correre verso di lei con le braccia spalancate e il viso coperto di lacrime, le aveva buttato le braccia al collo, ferocemente stringendosi a lei...

“...non ce l’ho con te Quissy...ti voglio bene.”

“Oh Squall, te ne voglio tanto anche io.”

“Mi porti con te Quissy? Mi porti?” quella voce supplicante, rassegnata, non era necessaria una risposta a quella domanda perchè sapeva già quale sarebbe stata purtroppo.

“Prometti che non piangerai più quando fuori ci sarà brutto...pensa a me...io sono con te lo stesso, se ascolti attentamente sentirai che ci sono Squall...”

“Sì...sì.”

“Ciao Squally.”

“Ciao...ciao Quissy.”

Lentamente si era allontanato da lei. Guardandola disperatamente, poi l’aveva abbracciata ancora e l’aveva baciata a lungo, su una guancia, mentre le loro lacrime si mescolavano insieme, un bacio struggente, un bacio che un bambino non avrebbe mai capito. 

End - FlashBack

Si portò lentamente una mano al viso: ancora una volta trovò pelle umida. Zell la guardava in silenzio.

“...ora hai ricordato vero?”

“Già.” 

Sorrise imbarazzata asciugandosi distrattamente il viso. Si alzò e respirò profondamente.

“Scemo che sei, era solo un bacio innocente di addio.”

“Sì...e non ho mai visto due occhi più disperati dei suoi quando te ne sei andata via.”

“Oh...”

“Non ha mai... più... versato una sola lacrima. E’ da allora che è cambiato così... radicalmente. E’ cambiato per te... e adesso quella che ha è solo una maschera, che inevitabilmente il tempo ha tirato fuori. Solo tu puoi riprenderti il vero Squall... solo tu puoi farlo...”

“...risorgere dalle ceneri. Sorrise velatamente. “Squall è sempre stato una specie di sogno irraggiungibile per me, così lontano da non sembrare vero... come una Fenice. Il solo pensiero di farlo diventare una realtà... mi spaventa.”

“Ti spaventa
solo il fatto di averlo capito così tardi. Credimi quella ragazza non c’entra niente... nemmeno lo ama! E secondo me lui crede solo di amarla. Fa parte della maschera.”

“Come puoi esserne così sicuro? Quando era solo con me e io gli ho chiesto se la amava... ha detto di sì. Perchè mentirmi visto che eravamo soli?”

“ Non ci arrivi da sola?...Lui... NON sa di NON amarla.”

Quistis rimase a fissare Zell, rendendosi conto solo in quel momento di non avere mai conosciuto veramente quel ragazzo. 
Era sempre stato il più allegro, quello tontolone, quello divertente e invece era quello che riusciva a leggere nel cuore degli altri. 
Annuì lentamente. Lo abbracciò forte e gli diede un bacio sulla fronte. 

“Grazie.”

Uff...’sta ragazza... lo sai? Mi fai tenerezza. Tonta. Dovevo proprio dirtele io queste cose?”

“Sì, dovevi
. E ora Master, dimmi che dovrei fare visto che il destino ti ha dato in mano un disegno tanto chiaro da leggere.”

“Facile. Vai da Squall... e lo inviti al ballo.”

“Lo invito? Sei un pazzo! Trova un paio di occhiali perchè non ci vedi bene! Anzi, meglio un cannocchiale perchè sei proprio orbo!”

“HAAA!! Non arrabbiarti!” 

Zell si premette il cuscino sulla testa in cerca di protezione. 

“Scherzavo!! Per ora devi soltanto fare un giretto qui attorno... mentre vai dal preside Cid e gli dici che ti dimetti e torni ad essere un SeeD, e possibilmente, fai un giro anche in garage, ci sono tutti gli altri perchè stanno riparano la nostra auto...”

O-ok...”

“Uh!! Dimenticavo.”

“(Oh mamma...!!) Cos’altro?”

“Se Rinoa fa l’odiosa... meglio, quando Rinoa fa l’odiosa e comincia a cinguettare e piroettare... fammi il favore di risponderle a tono.”

Mmm... vedrò che posso fare.”

“Occhio ai capelli, quella ha il fuoco lesto.”

“Se mi da fuoco ai capelli... esploderà.”

Ooooooooh!!! Perchè invece non vi picchiate a mani nude!?? Mi eccitano i litigi fra donne...per un uomo poi...è così...”

Zell...”

“...mm??...mmmmm!!! Mmm!!”

Infondo... Novox non durava tanto tempo. Nel frattempo sarebbe stato un pochino in silenzio, certe volte il silenzio è prezioso.

 


Probabilmente il travestimento funzionava... non solo Cid vedendola agghindata a quel modo probabilmente aveva pensato che era davvero stressata e aveva bisogno di cambiare un po’ abitudini per evitare gravi complicazioni mentali, ma un sacco di ragazzi l’avevano bloccata (non riconoscendola evidentemente) per scambiare qualche chiacchiera, scuse: tutti si erano dimenticati l’orologio in stanza quel giorno!! 
E tutti sembravano nuovi del posto visto che continuavano a chiederle dov’era l’infermeria, il dormitorio; poteva ritenersi soddisfatta in fondo!
La vera prova dell’efficacia del suo cambiamento fu la reazioni dei suoi amici al garage. 
Irvine stava chiacchierando con una moretta che lo guardava adorante; due secondi dopo la tipina era sola a guardare adorante il muro e Irvine era totalmente avviluppato intorno a lei. L’aveva fissata negli occhi per quattro secondi buoni, le guance rosse, poi aveva sgranato gli occhi.

“QUISTIIIS!”

G-già...ehi Irvy...mollami eh!?

“Ma.. ma... ma... come sono contento di vederti!!!!! Tanto tanto!!!” 

Le aveva dato uno schioccante bacio sulle labbra (come al solito quando Selphie non era nei paraggi diventava un farfallone davvero pericoloso), poi aveva continuato a strapazzarla.

“Non ti avevo riconosciuto... quel maglioncino ti fa davvero... uuuh... procace!!! Sono così contento che sei la mia maestra!”

“Non sono PIU’ la tua maestra. Smetti di fare lo scemo o faccio la spia a Selphi capito?” 

L’ultima parte l’aveva sussurrata dritta nel suo orecchio, mentre con una mano provvedeva ad un doloroso strattone alla coda di cavallo. 
Poi mentre si era diretta verso Squall non aveva dimenticato di allungare una dolorosa pestata di piedi (peccato, se avesse avuto  gli stivali, il tacco avrebbe reso meglio l’idea).
Squall era seduto per terra, con un cacciavite e una chiave inglese in mano e la guardava perplesso, quasi non riuscisse bene a metterla a fuoco, gli occhi leggermente sgranati e Rinoa... il cuore le batté più velocemente nel petto in trionfo davanti al suo sguardo molto vicino al disgusto e alla sorpresa. 

“Ciao Squall...hai bisogno di una mano?”

“Io...io...iii...n...no...ho...finito...”

Si accucciò di fianco a lui osservando la riparazione. 

“Bravo ottimo lavoro!”

Gli sorrise allegramente, Rinoa la fulminò, ma non disse niente. A quel punto cominciò il suo allegro parlottare e le sue piroette da ragazzina allegra e spensierata “PEACE & LOVE per tutti”. Ma non la considerò in nessun modo. Prese di mano la chiave inglese a Squall e assicurò meglio una vite.

Fa attenzione a stringere bene tutto o ci troveremo nei guai in mezzo al deserto con il cofano in fiamme e il motore sciolto...”

“Non me n’ero accorto...”

Squall sembrava rivolgere in modo piuttosto forzato tutta la sua attenzione all’auto...notò in quel momento che una guancia di Squall era sporca di nero, ridacchiò e con una mano girò il suo viso verso di lei, mentre con i polpastrelli dell’altra cancellò il segno, delicatamente. Un rossore violento colorò le guance di Squall, che non reagì nemmeno...era assolutamente meraviglioso con quell’espressione imbarazzata e confusa... dolcissimo.

“Che fai?!” 

Rinoa le fu subito addosso, seria di colpo. Le mise una mano sulla spalla con l’intenzione di girarla, ma non fu una buona idea. Nella testa avevano cominciato a vorticare rumorosamente tutto quelle parole e frasi che si erano detti Rinoa e Seifer, era il momento di farle sapere che il gioco era finito. 
Si alzò agilmente gettando i capelli dietro le spalle, si piazzò di fronte a Rinoa a pochi centimetri dal suo viso sorridendo.

“Lo sai...devi stare attenta perchè...i giochi sono finiti.”

“Cosa stai...”

“Ora... non sono più una maestrina...e nemmeno un fallimento.” 

La sua voce risuonò bassa e gelida, ma Rinoa la sentì benissimo perchè i suoi occhioni sfarfallanti si spalancarono, letteralmente, sbiancò, rimase rigida sulle gambe. 

“Non gli farai del male...non lo userai...nessuno può farlo.”

“Fare cosa??” 

Irvine si avvicinò mettendole spudoratamente una mano sul sedere. Lei si spostò in fretta spingendo Rinoa verso di lui.

“Scampare al tuo fascino... Scusate ma devo recuperare alcuni libri... Ciao Squall a dopo.”

C-ciao Quissy...” 

Squall aveva ancora un espressione confusa su quel viso angelico. 
Evidentemente la scintilla era arrivata molto vicino alla pagliuzza. Bastava avvicinarsi ancora un po’, non poteva più tornare indietro. 
Ormai era decisa a far risorgere la sua Fenice.

 


Zell era ancora nella sua camera, spaparanzato sul letto a leggere una rivista di moda... femminile. Ma da dove tirava fuori tutta quella roba? 
Gli lanciò un’occhiataccia e tossicchiò per ricordarle il modo un po’ brutale che aveva usato per chiudergli la bocca. 

“Non sarai mica arrabbiato...no?”

“Guarda... sei un’ingrata.”

Zee-eell!! Guarda qui cosa ti ho portato...panino al prosciutto maionese e olive...”

“OH! DOVE DOVE??” 

Zell era scattato seduto mollando per terra la rivista e le era corso incontro come un cagnolino scodinzolante, lei aveva riso e gli aveva buttato il panino che naturalmente aveva preso al volo, meno male che l’aveva preso con le mani e non con la bocca.
“Lasciami le dita...”

“Allora??” come aveva immaginato Zell non se l’era presa proprio per niente. Non era facile farlo arrabbiare.

“Allora... niente.”

“Forza Quistis raccontami. Come l’ha presa il nostro uccellino?”

“Bene. Credo. Spero... mi guardava in modo un po’ diverso...”

Ohhhhh ma certo... se non ti mettevi il reggiseno ti guardava in modo ancora più diverso...”

Zell!” gridò minacciandolo con la frusta che teneva sempre a portata di mano sulla scrivania. 

O-o. Scherzavo. Non essere così tesa!E Rinoa?”

“Lei...ho paura di avere perso troppo prematuramente la pazienza. Questi vestiti mi rendono stranamente pericolosa...”

“Ma
tu sei fondamentalmente così, solo che ti reprimi ecco tutto. Non le avrai detto...che sai tutto vero?” 

Zell la sondò attentamente con lo sguardo, quando la vide impallidire leggermente cacciò un versaccio e si portò le mani ai capelli scompigliandoseli.

”OOOOOH NOOOO!!!

M-ma perchè??”

“Perchè?? Perchè?????? PERCHE’!!!!!???????????”

“Smetti di strillare e rispondimi!”ordinò perentoria con la sua voce di professoressa-inferocita che funzionò molto bene su Zell che si ricompose (anche se quella capigliatura da scienziato pazzo le dava qualche problema a rimanere seria).

“Ora è guerra aperta tra te e lei... e mio malgrado devo ammettere che nella sua immensa immonda e quasi incredibile scemenza... ha molte armi in suo potere e ora le userà tutte.”

“Cioè?” si sentiva debole adesso, svuotata di tutta l’inebriante carica che le aveva dato lo sguardo ammirante di Squall. 

Ora le lampeggiavano davanti, come un’insegna al neon, gli occhi gelidi di Rinoa.

“Hai dimenticato che Squall è convinto di essere innamorato di lei? E che ultimamente la sua volontà è piuttosto flessibile??

“NO! Non la sapevo quest’ultima parte Zell... Forse... strinse forte le spalle di Zell scuotendolo leggermente ma MOLTO minacciosamente. 

“...forse hai tralasciato di riportarmi alcune PREZIOSE informazioni...”

“Sì... già... tu non c’eri ovvio che non lo sai...”

“Cosa?”

Irvine ha parlato a Squall ieri, dopo che Rinoa è andata a trovarlo... e Squall ha detto... ha detto che probabilmente per vedere se Rinoa è veramente la ragazza che ama... dovrebbe... andare a... a... a... a...” deglutì rumorosamente sotto gli occhi sempre più grandi di Quistis che lentamente si stava liquefacendo sul pavimento. 

“... a letto.. c-con... lei... per essere... sicuro. Sì...”

“Ma...IO gli avevo detto di...HOOOMMMERDA!!!!!!!

“QUISTIS!!! Non dire parolacce!”

“Se succede... allora si che le sentirai le parolacce. Ma perchè non me l’hai detto?”

“Scusami Quisty, ma se te l’avessi detto... non saresti MAI andata là... così. Non ho immaginato che tu avresti detto a Rinoa che sapevi. Comunque non è il caso di allarmarsi in questo modo magari ci ripensa...”

“Squall non parla a vuoto come qualcun’altro.”

“Mi dispiace! Ok...ora sta zitta e lasciami pensare...”

Zell iniziò a girare intorno per tutta la stanza, le mani in tasca. Lei rimase a rimuginare sulla grande sciagura che si era rovesciata addosso con le sue stesse mani. Come aveva potuto?? Proprio lei che non aveva MAI cercato la competizione con nessuno, lei non era proprio portata per la competizione! Era quella la ragione per cui Zell non aveva preveduto quel suo comportamento, semplicemente non era da Quistis fare una dichiarazione di guerra di quel tipo. 

“Oh!”

“Cosa?”

“Questa sera siamo nel pub a Balamb... tutti insieme. Secondo me sarà lì il primo attacco. Però non penso che Squall acconsentirà questa sera. Il vero pericolo sarà domani. Al ballo.”

“Al ballo...”

“Ma!!!

“Ma?”

“Noi non lo permetteremo... perchè tu ti riprenderai il tuo Squall.”

“Sì... ho capito. Mi sfugge solo un piccolissimo dettaglio.”

“Dimmi.”

“COME????

“Ma dai...è semplicissimo. Squall la prima volta ha visto Rinoa al ballo, tutta carina, tutta perfettina, tutta profumata...questa volta vedrà TE. E a quel punto qualcosa DEVE per forza succedere. Sarà come tornare indietro...”

“Tu...sei pazzo. Mi sembra di avertelo già detto...ma ribadisco l’ennesima volta.”

Zell invece di prendersela si mise le mani sui fianchi e le strizzò l’occhio. 

“Detta così può sembrare una cosa campata per aria...ma tu ancora non hai visto il vestito.”

Zell io non ce l’ho il vestito.”

“Come Cenerentola! E invece mentre eri via mi è venuta a trovare la mia mamma e anche se non ho potuto ringraziarla perchè qualcuno mi ha tolto il dono della parola...mi ha lasciato...questo!!!!!

Zell spalancò un anta del suo armadio rivelando il vestito più bello che avesse mai visto in vita sua. 
Il vestito era bianco, di tessuto leggero, una larga scollatura su davanti...la schiena sarebbe stata completamente nuda (le avrebbe coperto appena appena l’inizio del sedere!!), le spalline erano sottilissime quasi inesistenti, poi il vestito cadeva sempre leggero fino ai piedi. Per non parlare degli accessori!! Un paio di guanti alti fin sopra al gomito, bianchi con un delicato ricamo nero, una specie di collarino nero con appeso un ciondolo, una stupenda pietra trasparente che brillava intensamente, per finire un paio di sandali color argento, solo un piccolo cinturino davanti per fermare il piede e uno alla caviglia. 
Rimase a fissare sorpresa, senza fiato quel vestito bellissimo, mai e poi mai avrebbe mai immaginato di poterne indossare uno, proprio lei. Alzò gli occhi, lucidi, verso Zell, senza sapere se parlare, piangere o ridere.

Vedo che ti piace. Ohhh ragazza dai, non piangere. A che vuoi che servano gli amici?”

“Ma...ma...tua mamma...perchè??”

“Perchè si ricordava molto bene il nome di quella bambina così generosa e gentile di cui le ho parlato tutti i giorni che si prendeva sempre cura di tutti alla “vecchia casa”.”

“Ma...è troppo. Io non posso mettere una cosa tanto bella, non mi sta...sarò ridicola con una cosa del genere...non so nemmeno ballare...”

“Bugiarda. Sai ballare benissimo. Sai cantare stupendamente e qualsiasi cosa tu ti metta sarai sempre la più bella là dentro. E ti giuro che non te lo dico per farti coraggio ma perchè lo penso davvero.”

Zell...io...io...non so neanche che cosa dire!”

“Dì solo...che ce la metterai tutta a tirare via Squally dalle sgrinfie di quella stregaccia.”


Si guardarono per un attimo, poi tutti e due si abbracciarono ridendo. Se chi trova un amico trova un tesoro, lei aveva trovato il tesoro più splendido che fosse mai esistito. 

 

 


La predizione di Zell era stata più che mai esatta nel dettaglio: Rinoa quella sera al Pub era davvero una specie di piovra, si strisciava continuamente come una gattina in amore, continuando a fare le fusa e gli occhi dolci, per non parlare delle innumerevoli carezze e bacetti; Squall la guardava ogni tanto, con la sua freddezza solita. 
Fino alle dieci era filato tutto liscio, ma poi il barista aveva avuto la brillante idea di servire al tavolo alcune birre in omaggio. 
Rinoa le aveva lanciato uno sguardo di sfida, un mezzo sorriso sulle labbra mentre circondava le spalle di Squall con un braccio e con l’altra mano spingeva verso di lui l’alto bicchierone spumeggiante. 

“Non mi piace quella roba.” 

Aveva borbottato Squall spostando lo sguardo verso di lei (che indossava ancora gli abiti che gli aveva suggerito Zell).

“Non puoi saperlo se non l’hai mai nemmeno assaggiata.”

“Non mi interessa.”

“Bevi...”

“No...”

Oooo-Oooo-Oooo....”

Voleva spaccarle qualcosa sulla testa, subito. Quando attaccava con quei piagnucolii le andava il sangue alla testa. 

"Oh smettila! Mi stai dando fastidio alle orecchie..." le aveva sibilato sbattendo il suo bicchiere forse un po’ troppo forte sulla superficie legnosa del tavolo. 

Tutti avevano sobbalzato, Rinoa compresa. Ma subito si era ripresa,  aveva finto di ignorarla (mentre tutti gli altri la fissavano allibiti), e si era girata verso Squall mordicchiando il suo orecchio e tenendo sotto controllo con la coda dell’occhio la sua reazione. 
Zell l’aveva presa per un braccio e quando si era girata verso di lui lo aveva visto scuotere piano la testa. Non era il caso di litigare lì davanti a tutti.

Ok...ma sta un po’ più in là per favore...”

Senza esagerare la situazione era precipitata si e no in venti minuti scarsi. 
Si era sforzata di togliere l’attenzione dalle pesanti avances che Rinoa continuava a fare a Squall, l’aveva visto sobbalzare e guardarla arrabbiato più volte; immaginava dove le mani di quella vipera erano andate a finire. 
Perfino Irvine stava cominciando a scandalizzarsi, e per scandalizzare lui ce ne voleva parecchio di impegno, Selphie (che era eccezionalmente uscita con loro) rideva sempre meno e iniziava ad assumere un colorito grigiastro, in netto contrasto con il verde bottiglia di Zell che era incantato a bocca aperta a guardare la scenetta di Rinoa che leccava il collo di Squall con una mano sotto il suo maglione... e Squall... le caddero entrambe le braccia lungo i fianchi. 
Il pericolo c’era eccome...Zell si era sbagliato. Squall era ubriaco. 

“Non è possibile...ha bevuto una...una birra!”

“E’ possibile credimi...” 

Zell aveva una voce decisamente allarmata e poco sana. Sembrava preso dal panico molto più di lei. 
Lo vide chiudere gli occhi quando Rinoa si sedette a cavalcioni di Squall premendosi il suo viso sul petto, ridacchiando. 
Squall aveva le guance rosse e sembrava come inebetito, con un sorrisetto non tanto intelligente stampato sulla bocca, gli occhi rossi e semichiusi, il giubbotto gli era sceso da lato conferendogli un aria ancora più andata.

“Ehi amico!!! Non lo reggi mica tanto bene l’alcool eh?” 

Irvine gli diede una pacca sulla schiena e Squall, che si era liberato appena appena da Rinoa che svogliatamente si era risistemata sulla sua seggiola, quasi sbatté la faccia sul tavolo, riuscì ad arrestarsi a pochi centimetri dall’impatto e sorprendendo tutti con uno sgangherato sghignazzo. 

“Sto benissimo.”

“Sì, ti credo, guarda come sei conciato...”

Irvine sospirò scuotendo la testa.

“Ah...me la dai un’altra?”

“Scherzi? Semmai un caffè...”

Bleah...”

“Un bicchier d’acqua?”

Prima che Squall rispondesse con qualche altro strano suono, il locale cominciò a riempirsi di uno strano suono rimbombante. 
Schizzarono tutti in piedi, Selphie per prima, esultante.

“Sono i fuochi!!! Quelli di prova per il giorno del festival!!! Venite a vederli dai!!! Ho lavorato tantissimo oggi!!!”

Selphie l’aveva presa per un braccio e aveva cominciato a trascinarla fuori. Non era riuscita ad opporre la benchè minima resistenza, non poteva rifiutare ad una amica di andare a dare un occhiato al frutto di tutti i suoi sforzi. La seguì a malincuore, seguita dagli altri. 


I fuochi durarono altri cinque minuti: bellissimi. Al ballo avrebbero fatto un figurone!Sarebbe stato un vero successo. 

“Brava!! Erano davvero stupendi! Scommetto che creeranno un atmosfera romanticissima domani...” 

Zell le diede di gomito, Selphie passò un braccio attorno alla vita di Irvine che ridacchiò scoperchiandosi la testa dal cappello.

“Che freddo!!! E’ meglio se torniamo dentro.” 

Selphie battè i piedi a terra sfregandosi le braccia.

Orrore. 
Non poteva credere ai suoi occhi. Come aveva potuto lasciare che accadesse?? 
Ora era nei guai. Anzi, qualcun altro era nei guai. Squall e Rinoa erano spariti. 
Si guardò attorno...non aveva mai provato tanto panico fino a quel momento!!! Ora doveva pensare alla svelta. 
Doveva immaginare dove avrebbe potuto portarlo in quelle condizioni non potevano essere andati troppo lontano.
Irvine ridacchiò appoggiando gli stivali sul tavolo e mettendo le mani dietro alla nuca. 

“Quella Rinoa non è tanto innocente quanto vuol far credere...quella se l’è portato in albergo.”

“Non è tanto bello ottenere le cose in questo modo.” 

Selphie scosse la testa tristemente. Probabilmente nemmeno avevano guardato i suoi fuochi. Cattivi. 

“Sì!!! ! Grazie Irvy!!! Andiamo!!” corse verso la porta, tornò indietro per baciare un occhio di Irvine e corse ancora fuori dalla porta sparendo nella notte. 

I due ragazzi si guardarono in faccia: Zell aveva bene o male capito, Irvine nulla.

“Albergo...già...l’hotel vicino al porto. Dai seguiamola.” 

Zell raccolse le sue cose avviandosi anch’esso a passo svelto fuori dal locale. 

“Ehi...maaaa...non sarebbe meglio lasciarli soli??”

“Ti sei mai svegliato vicino ad una ragazza che non avresti nemmeno voluto sapere come si chiama?"

“...uhg! Andiamo forza!!! Non c’è tempo da perdere!” 

Irvine lo superò come un lampo, con quelle gambe lunghe sarebbe arrivato in due secondi. Selphie si arrese ai fatti...meglio tornare a casa a pianificare le ultime cosette. Se la sarebbero sbrigati benissimo.

 


Si precipito nella hall come una pazza, la signorina alla reception la guardò stupita preparando a stento il suo formale sorriso di benvenuto. Si accasciò sul bancone ansimando. Dovette aspettare qualche secondo per poter parlare.

“...appena venuti...due ragazzi?”

“Come dice signorina?? Non si sente bene neanche lei?”

“Senta...per caso, sono venuti qui due ragazzi? Il ragazzo un po’...malconcio?”

“Sì. A dir la verità mi sembrava un po’ ubriaco...ma la sua ragazza mi ha assicurato che se la sarebbe cavata da sola...c’è qualche problema??”

"S-sì...io...io sono la sorella maggiore!! Il ragazzo è minorenne e quindi devo portarlo a casa. Dove sono?”

“Ho...capisco...stanza numero 14 primo piano.”

“Le chiavi, presto!”

“...d’accordo.” 

La ragazza sembrava confusa, ma le consegno in mano il passpartout. Senza pensarci due volte si fiondò su per la larga scalinata quasi inciampando, si aggrappò alla ringhiera e iniziò a correre nel corridoio...12...13...14!!! Riuscì a resistere all’impulso di scaraventarsi sulla porta per buttarla giù con una spallata anche perchè si sarebbe fatta un male dall’inferno e basta. La mano le tremava troppo per riuscire a infilare la chiave dentro la serratura...un gemito...Dio no! 
La mano le si bloccò di colpo e la chiave si infilò, scattando.
Spalancò la porta violentemente, probabilmente aveva una faccia terribile. E divenne ancora più terribile di fronte alla scena.
Squall era nudo dalla vita in su abbandonato sul letto, sembrava addormentato, Rinoa era sopra di lui che armeggiava con le cinture sui pantaloni, con ben pochi vestiti addosso, aveva alzato piano lo sguardo su di lei esterrefatta. 
Squall si era mosso improvvisamente sotto di lei, gettandola di lato senza curarsi del suo grido di ira, poi si era guardato attorno, confuso, prima di spostare su lei l’attenzione.

“Ciao Quissy!! Qui anche tuu??...Oh...ma c’è anche Rinoa...ciao!”

Era arrivata in tempo. Le ginocchia le tremavano incontrollabilmente, gli andò in contro, per aiutarlo ad alzarsi, ma Rinoa lo trattenne per il braccio.

“Squall...non azzardarti.”

Ry...io ho sonno...”

“Se te ne vai è finita. Ti lascio. Non mi vedrai mai più...” gli sibilò in faccia Rinoa

Squall gemette e la guardò confuso. 

“Ma...che stai dicendo...” la voce gli tremava, Quistis lo raggiunse e gli posò una mano sulla spalla nuda, la pelle fredda, anche le spalle gli tremavano. 

“Se non rimani qui con me, puoi andartene al diavolo con quella puttanella!!” 

Aveva strillato a quel punto Rinoa strattonandolo per un braccio. Squall si era divincolato dalla stretta più confuso di prima. 
L’aveva fissata con uno sguardo vuoto, triste. 

“Credi che mi diverta a stare insieme ad uno come te? Me ne trovo cinquanta di ragazzi...siccome ti fa tanto schifo la mia compagnia...e preferisci startene attaccato alla gonnella di quel fallimento, stacci pure ma non venirmi a scocciare più!”

Rinoa...io...io...”

“Fa l’uomo maledizione! Di che hai paura?”

“Non ti importa niente di me, allora.” 

Non era una domanda, poteva leggere lo sconcerto e lo sconforto negli occhi di Squall. 
La assalì un terrore cieco, tutta quella situazione era successa per colpa sua, se lei non fosse intervenuta quel litigio non ci sarebbe stato.

“Cosa devo dirti? Che ti amo? Non sarebbe vero. Senti...sei un bel ragazzo...tutto qui. Pensavi che ti volessi sposare?” 

Rinoa gli tirò addosso sprezzante la sua maglietta bianca, si rivestì senza una parola, mentre Squall rimaneva immobile boccheggiando miseramente come in cerca di qualche cosa da dire.

"Come...come puoi pretendere queste cose proprio da lui!!!" 

Aveva perso la pazienza. Con tutti e due. E non poco. 
Era da tantissimo tempo che non sentiva tutte quelle emozioni in una volta sola, rabbia, determinazione, incredulità, stanchezza, era ora di mettere le cose in chiaro, soprattutto per Squall. 

“Tu...togliti di mezzo! Non ti avrebbe mai guardata...hai dovuta ricorrere a sporchi trucchetti...”

"Certo...ubriacarlo per portarlo a letto non è un trucco...vero Rinoa? E’ meglio se stai zitta e sgommi perchè ho una voglia incontenibile di aprire la bocca e dire a tutti quello stai facendo!"

Rinoa sorrise. 

“Credi...che ascoltino una come te? Chi ti crederebbe? E poi...sei tu che dovresti sgommare...come ti permetterti di metterti in mezzo? Sparisci e mettiti da parte!”

“Io...io le credo.” 

Squall aveva infilato la maglia e ora se ne stava là dietro a Rinoa, in piedi e un viso terribilmente sconfitto...per non parlare della vergogna che rifletteva.

“Oh per favore! Sei molto più idiota di quanto credessi!” 

Rinoa si era trasformata in un leone ringhiante, sembrava lo volesse divorare con lo sguardo. Gli diede una spinta, nemmeno tanto forte, ma dato lo scarso equilibrio che in quel momento avevano le povere gambe di Squall, funzionò alla perfezione. Squall si trovò a barcollare indietro fino a sbattere piuttosto dolorosamente il fondoschiena a terra, dalle labbra gli sfuggì un gemito di dolore, la rabbia che sentiva prima non fu niente al confronto, sentiva Shiva ribellarsi furiosamente dentro di lei per liberarsi, non si accorse nemmeno che una sua mano si era stretta intorno al collo di Rinoa e cominciava a stringere...sempre più forte...gli occhi di Rinoa si erano riempiti di sorpresa, sostituita ben presto dalla paura...

“Diglielo...diglielo dove vai...quando lui ti caccia via.”

“Lasciami!! Non capisco che stai dicendo...” la sua voce era stridula e affannosa, i suoi occhi scattarono verso Squall, in cerca d’aiuto, ma Squall la stava fissando freddamente, mentre il viso arrossiva di collera.

“Dove...vai?”

“Da nessuna parte!! Stai mentendo, stai mentendo, sta zitta!!!” 

Rinoa tentò di divincolarsi senza riuscirci, la sua mano sembrava un artiglio di ferro intorno al suo collo.

“Diglielo.”

“No.”

“Se non lo fai tu lo dirò io.”

“Perchè??!! Perchè dovrei??!”

“Perchè così saprà quanto vale poco la persona che ama così tanto! Diglielo...”

“Mi...mi dispiace Squall... la lasciò andare. 

Rinoa si massaggiò energicamente il collo strisciando via da lei in fretta. Squall continuava a guardarla con quell’espressione afflitta. 

“Io...avevo
bisogno di sentire veramente il calore di qualcuno...tu non mi hai mai dato quel calore! Mai!! E’ tutta colpa tua!” le sue parole sembrarono schiaffeggiare Squall che sgranò di poco gli occhi, sbiancando questa volta, una mano salì fino al bocca, senza raggiungerla, ricadendo fiaccamente su una gamba.

“Chi...?”

“...non importa.”

“Chi?”

“Seifer.”

I suoi occhi si chiusero, Quistis sentì tutto il suo corpo rabbrividire, mentre lo guardava, le sembrava di vedere una fiammifero che lentamente si consumava, fino a spegnersi. Resisti Squall, per favore. Gli si era chinata accanto, lentamente e gli aveva sfiorato la spalla. Squall aveva riaperto gli occhi e l’aveva guardato.

“Mi porti a casa?”

“Sì. Sì ti porto a casa.”

Gli passò un braccio intorno alla vita e lo aiutò ad alzarsi, poteva sentire tutto il suo corpo tremare; sapeva come poteva sentirsi in quel momento. Tradito, abbandonato...solo. Raccolse la giacca da una sedia e gliela piazzò alla bell’e meglio sulle spalle. Continuava a tenere il viso abbassato i capelli che scendevano a nascondergli gli occhi,  ma sapeva che non stava piangendo. Non avrebbe pianto, nemmeno quella volta. Forse lei lo stava già facendo per tutti e due. 
Nella hall c’erano anche Irvine e Zell, subito Zell le era corso incontro, il viso preoccupato, ma lei aveva scosso la testa. Senza dire una sola parola i due ragazzi avevano preso il suo posto a sorreggere Squall, lei li aveva seguiti. 



“Secondo me dovresti andare da lui.”

Zell stava mangiando un panino steso sul suo letto e lei era rattrappita su una sedia, il viso nascosto fra le gambe, incrociate contro al petto. Aveva raccontato tutto quanto a Zell che non sembrava per nulla preoccupato. Non si era aspettata quella reazione.

“Ma dai. Non vorrà nemmeno vedermi come minimo. Sono una spia.”

Ohh...certo, secondo te non sa nemmeno perchè l’hai fatto. Sarà un po’ tonto, come te...ma non è mica stupido!”

“La fai sempre facile!”

Ricominciò a piangere, dopo tutta quelle emozioni da quando era entrata in camera aveva continuato ininterrottamente a piangere e a camminare avanti e indietro istericamente come una pazza, sfogandosi con Zell che come sempre la ascoltava.

“Non è vero. Guardo in faccia la realtà! Abbiamo già parlato Quisty. Squall si è accorto di quello che provi. Lo sa! Lo sa meglio di te.”

“Ma
ora mi odierà!! E’ per colpa mia che si sono lasciati...”

“L’alternativa era andare a letto con Rinoa ed essere lasciato il giorno dopo. Non so se avrebbe gradito di più.”

“Forse non lo sa che lei l’avrebbe mollato lo stesso.”

“In ogni caso si faceva un altro.”

“Non so più cosa fare...come posso adesso andare da lui e dirgli...Squall non ci pensare a quella là perchè io sono innamorata di te e...e che cosa! Anche se ormai sono spacciata con lui...non voglio che mi odi.”

“Togliti il pensiero e vai da lui, non ci perdi niente.”

“Non posso.”

“Sì che puoi! Come no...vuoi che ti ci porti io a calci nel sedere? Lo sai che posso farlo.” 

Zell si alzò e la tirò in piedi per un braccio. Le posò le mani sulle spalle e le baciò il mento. 

“Dai sorellona! Fammi vedere che la grinta ce l’hai...dai tigre!!!!”

“Tigre? Micino...semmai...no no no no no non posso se mi sbatte la porta in faccia mi ammazzo!”

Vabbè...ti ammazzo io se lo fa va bene?” 

Zell cominciò a spingerla fuori dalla porta, tentò di attaccarsi agli stipiti ma per evitare di farsi stritolare le dita dovette in fretta spostarsi.

“ZELL!!! SONO IN PIGIAMAAAAAAAAA!!!” da dentro la porta venne una sonora risata che eliminò ogni possibilità di rientrare. 


Avrebbe dovuto andare così...il viso tutto rosso per il piangere, gli occhi gonfi, i capelli spettinati e il pigiama da uomo (adorava i pigiami da uomo...). Così magari avrebbe anche pensato male. Era pure scalza. 
Avrebbe preferito diventare una statua, là davanti, piuttosto di bussare, cominciò a sudare profusamente. Ora gli sarebbe arrivata la rispostaccia, o magari solo una di quelle occhiate che ti facevano rimanere di ghiaccio. No, non doveva sempre fasciarsi la testa prima di rompersela. 
Bussò.
Passarono più o meno trenta secondi prima di sentire la voce di Squall proprio di là dalla porta, davanti alla sua faccia. Non lo aveva sentito muovere!

“Chi è?”

S-sono Quistis...”

Silenzio. Forse era meglio scappare!!! Si voltò per la fuga ma...

”Sei tu sul serio?”

S-sì...chi dovrei essere?”

La porta si schiuse di uno spiraglio e vide un occhio azzurro sbirciare. 

“Oh...che cosa c’è?” non le apriva la porta, ma la sua voce almeno non era ostile. 

Anzi...sembrava stranamente rilassato.

“Volevo solo...sapere come stai...”

“Bene...la sbronza mi è passata...mi dispiace di aver fatto una figuraccia davanti a tutti...”

“Non dicevo come stavi per quello...morale?”

“...’nsomma. E’...stato meglio così.”

“Hai
...voglia di parlarne?”

“Non importa. Scusa...magari domani, devo pensarci un po’ da solo.”

“...non sei arrabbiato con me...vero?”

“Perchè dovrei?” 

Squall aprì un po’ di più la porta mettendo fuori la testa. Poi allungò fuori anche un braccio e le sfiorò con la punta delle dita una guancia. 

“Hai pianto per questo??

“Non ho pianto...”

Sentì trascinarsi verso la porta, Squall la attirò dolcemente verso di lui con una mano dietro la nuca, per un piccolo istante sentì le sue labbra tiepide sfiorarle la fronte, rimase senza fiato quando vide un piccolo sorriso sfiorargli le labbra: non poteva credere ai suoi occhi...lui stava sorridendo a lei!!! 
Per lei!!! Per lei!

“Ah no?”

“Solo un po’...magari.”

“Non piangere più...sei la sola cosa a cui posso pensare per star bene e se piangi non posso più nemmeno pensare a te per essere felice.” 

Per un attimo le sue dita le carezzarono il collo, poi di nuovo si ritrasse.

“Allora stai bene davvero?”

“Mi hai salvato.”

“Non avrei dovuto intromettermi...”

“Mi hai solo protetto da qualcuno che fino ad adesso mi ha solo preso in giro. Io non sarei riuscito a fare lo stesso per te...è solo questo che mi dà fastidio. Ho capito fin troppo bene come erano messe le cose...sono stato un idiota...in fondo me lo sono meritato.”

“Non essere così duro con te stesso...ci abbiamo creduto tutti.”

“E’ importante per me...che tu mi stia così vicino...forse...” 

Quelle parole la stavano letteralmente catapultando nel mondo dei sogni, era così felice!Le aveva già sentite, mille e mille volte: nella sua immaginazione, ma dette da lui...sembravano musica...una musica dolcissima.

“Forse?”

“Non fa niente...ci vediamo domani, ok?” 

“Sì...verrai alla festa?”

“Sì verrò.”

“Buonanotte Squall.”

“Buonanotte Quissy.”

Non riusciva ad allontanarsi dalla sua porta, perchè quasi le sembrava di percepire il suo calore, la sua presenza, sempre più vicino a lei. 
Accarezzò la porta fredda con una mano, sperando intensamente che Squall stesse pensando davvero a lei; non soffrire Squall. Ci sono io qui con te. 


Il ballo

Alla fine Selphie era stata davvero bravissima a preparare tutto: la musica tranquilla che aleggiava leggera nella sala, il lungo tavolo pieno di vivande e bevande, l’atmosfera rilassata, le luci soffuse erano un vero tocco di classe.

 

Quistis guardò preoccupata Zell: quei tacchi l’avrebbero umiliata. Sarebbe caduta faccia avanti davanti a tutti e sarebbe rimasta anni e anni una leggenda nel Garden: la stella cadente.

Il vestito si era rivelato più trasparente di quanto avesse creduto, non nascondeva assolutamente nulla. Zell in tutta la sua incredibile sapienze le aveva acconciato i capelli in tanti riccioli leggeri, alcuni liberi intorno al viso e il resto trattenuti in alto, qualcosa che le ricordava lo stile delle donne greche. 

“Sono nuda.”

“Vedo, vedo...”

“Mi stai sbirciando le mutande!”

“Ma le hai??? Fammi vedere come sono fatte!! Non si vedono!”

“Smettila di prendermi in giro sono già abbastanza nervosa.” 

Le tremavano le mani,  doveva pensare intensamente se aveva tralasciato qualche cosa: denti...lavati; doccia, profumo, unghie: tutto a posto. 

“Dimentico qualcosa??”

Mmm...già sì.”

“COSA! PARLA DAI!” strillò girandosi verso di lui. 

Non era il momento di scherzare, se osava fare altre battute lo avrebbe di nuovo zittito con il suo infallibile metodo.

“Questa sera è la tua grande opportunità. Non te la devi lasciar sfuggire.”

“Vedrò cosa posso fare.”

“Devi stupirlo...sorprenderlo. Ora è un po’ diffidente, ma c’è da capirlo.”

“Sì....è ferito povero cucciolo...magari è meglio se lo lascio stare per un po’.”

“No. Devi prendertelo subito.”

“Prendertelo?? Non è un premio Zell!! Sinceramente non penso che Rinoa abbia qualche possibilità con lui. Non mi devo più preoccupare di lei.”

“Tra il dire e il fare...l’abitudine è dura a morire. Pensa a qualcosa che gli possa fare piacere.”

Sospirò. Non era così facile. Non era così piena di risorse, quando aveva a che fare con Squall le si annebbiava il cervello. 

“Sì. Credo lo farò.”

Era ora di andare dagli altri. Doveva raggiungere la festa e tirare fuori tutto quel coraggio che non c’era mai stato. 

“Aspetta!!! Ti dimentichi una cosa!”

“Cioè?”

Zell le tirò qualcosa che lei prese al volo. Guardò la piccola bustina nel suo palmo senza capire, poi guardò Zell, senza afferrare...riguardò in basso...Zell...in basso...Zell...cominciò a ruggire. 

“SCEMOOOOOOOOOOO!” 

Zell le aveva lanciato un profilattico. Glielo scaraventò addosso rossa fino sotto alla scollatura.

“AHI! Ma che ti prende?? Io ti voglio far sembrare un angioletto ma tu non ti stai impegnando per niente!”

“Non sei divertente. Ma perchè hai una cosa del genere?”

“L’ho fregato a Irvine, ne ha un cassetto pieno a tutti i frutti e di tutti i tipi.” 

Zell sorrise a pieno viso. Era contento come una Pasqua. 

“E’ meglio se lo tieni tu, non credo che Squall ce li abbia nel comodino...”

“Non insistere...è meglio se raggiungiamo gli altri.”

“Allora...non lo vuoi?”

NO!”

Però
, un po’ di coraggio era riuscito a metterlo da parte. Un po’.

 


Quando entrò nella sala ci fu uno strano silenzio mentre tutti gli occhi si giravano verso di lei, tutti la stavano guardando, ragazzi, ragazze, professori, ma non le importava nulla di loro, non le interessava il basso animato parlottare che seguì il silenzio, non riusciva a vederlo in mezzo a tutte quelle persone: le uniforme dei SeeD facevano sembrare i ragazzi tutti uguali. 
Ma poi lo vide: in un angoletto, lontano dagli altri, il viso tranquillo, allora era vero che non stava molto male. A passo svelto si diresse verso di lui, sorridendo, con il vestito che le scivolava sulla pelle aggraziatamente, i biondi riccioli che le carezzavano il viso. Gli giunse in silenzio alle spalle e gli sfiorò una mano delicatamente, senza chiamarlo.
Squall trasalì leggermente girando di scatto la testa. Un sorriso gli comparì luminoso sulle labbra quando i loro occhi si incontrarono, Dio era troppo bello quando sorrideva, ma la cosa splendida era che lo stava davvero facendo per lei. Quel sorriso nasceva quando vedeva lei: come nei suoi sogni.

“Sei tu...”

Gli sorrise alzando le spalle. 

“Visto? Ogni tanto mi faccio elegante anche io!”

“Perchè dici ogni tanto...sei sempre stata...così.” 

Squall a quel punto arrossì e indietreggiò quasi fosse imbarazzato per qualcosa, forse aveva esagerato con la scollatura...o con la trasparenza? 
Arrossì a sua volta ridacchiando.

“Che c’è?”

“...non starmi così vicino...”

Le sembrò quasi che qualcuno le avesse appena tirato sulla testa un martello da 100 tonnellate. 
Sentì la fronte imperlarsi di sudore freddo, indietreggiò subito di gran carriera abbassando vergognosa gli occhi.

M-mi dispiace...i-io...non volevo ora vado a camb...”

“Con quei tacchi sei troppo alta...mi tocca alzare la testa per guardarti negli occhi.”

Un altro piccolo sorriso soddisfatto comparve sulla meravigliosa bocca di Squall. Subito lo nascose portandosi una mano davanti alla bocca: era contento di averla spaventata? La cosa lo divertiva? 

“Pensavo che fosse per il vestito trasparente.” 

Si portò le mani si fianchi spingendo un po’ in fuori il petto, Squall per un attimo le fissò il seno, automaticamente, e subito accorgendosi di quello che aveva fatto arrossì di colpo facendo scattare in basso la testa come un bambino colto a rubare la cioccolata; sghignazzò contenta per la rivincita. 

“Non preoccuparti...l’ho messo apposta.”

“Perchè??

“E’ una lunga storia, non badarci!!” 

Squall aprì la bocca per dire qualcosa ma la chiuse di scatto. Si girò appena per accorgersi che dietro di loro, avvolta in un microscopico abitino rosso stava arrivando Rinoa. Sentì subito freddo alla sua vista, quel sorriso cattivo le faceva venire i brividi. 
Squall si guardò attorno come a cercare una via di fuga, senza riflettere lo prese per mano e cominciò a trascinarlo al centro della pista da ballo, dove le coppiette avevano già iniziato a ballare abbracciate.

N-non so ballare!! Non so ballare andiamo via!” sibilò Squall cominciando a trainarla verso l’uscita, Rinoa si stava spostando esattamente in quella direzione. 

“Non vedi che le stai andando in contro? Non verrà mai qua in mezzo...fa finta di ballare...non farle vedere che la stai evitando apposta.” 

Replicò con calma passandogli le braccia attorno al collo e stringendosi al suo corpo, gli posò la testa una spalla, visto che era sul serio troppo in alto per posargliela sul petto. 
Squall si irrigidì appena, ma subito dopo si rilassò contro di lei, mettendole una mano alla base della schiena nuda e l’altra un po’ più in alto, in modo molto intimo.

“Si arrabbierà davvero molto quando ci vedrà...”

“Non vuoi?”

“Certo che sì...non mi dispiace per niente. Si merita qualsiasi cattiveria. Credo.”

“Oh ...quello che non gli fai tu, glielo faccio io, quindi vedi un po’ te.” 

Si avvolse una ciocca dei suoi morbidi capelli sulle dita, lo faceva sempre quando lui dormiva tra le sue braccia. Forse quello era il momento di dirgli quello che sentiva per lui. Sarebbe stato l’ideale, così, mentre ballavano stretti l’uno all’altra. Proprio in quel momento, i loro occhi si incontrarono. 
Era difficile...per tutti quegli anni si era sempre tenuta tutto dentro, e ora quello che aveva da tirare fuori era enorme.

“Squall...so...che forse non è il momento per te, di sentire quello che ho da dirti ma...”

“Sono qui.” 

Squall le accarezzò ancora gentilmente la schiena. Non aveva mai immaginato quanto potesse essere dolce. 
Adorava il suo modo scostante e sempre distaccato di trattare la gente, il suo modo misterioso di porsi agli altri, ma quel suo lato sconosciuto la faceva impazzire, ogni suo piccolo gesto di gentilezza o dolcezza la faceva rimanere senza fiato. 

“Non è così facile...”

“Allora prima vorrei dirti io qualche cosa. Se non ti dispiace.”

“Ma
certo.”

“Okay...volevo scusarmi con te...”

“...Oh Squall ma non hai niente di cui...”

Shh! Ascoltami e basta.” 

La interruppe rivolgendole uno sguardo pieno di tenerezza, quasi implorante. 

“Volevo scusarmi, per tutte le volte che...mi sono rivolto freddamente a te, per tutte le volte che ti ho allontanato, per tutte le volte che ti ho trattato male...e per ogni volta che ho fatto finta di non accorgermi di...di quanto ti faceva soffrire il mio comportamento. Scusami Quisty.”

“Non hai
bisogno di nessun perdono, perchè non hai bisogno di farmi nessuna scusa Squall.”

"Invece sì. Ne ho bisogno. Dimmi...ti perdono..."

“Ma
non posso perdonarti per qualcosa che per me non esiste...non ce l’ho mai avuta con te...”

“Ah sì. Però per farmi...contento.” 

Squall alzò gli occhi, da quando Squall usava la sua sensualità per ottenere qualcosa? 
Deglutì davanti a quel viso leggermente inclinato verso l’alto, lo sguardo deciso. Squall aveva sempre imparato in fretta. Ma imparava in fretta anche lei. 

Okey. Squall...io ti a...”

In quel preciso istante i fuochi artificiali fecero alzare tutti gli occhi verso l’alto: le luci si spensero, la musica si interruppe; aveva perso ancora la sua occasione. Si morse un labbro, si era distratto anche Squall, anche se solo per un secondo. 
Ora non si stavano più abbracciando, erano uno a fianco all’altra, anche se Squall continuava a tenerle la mano. La strinse leggermente.

“Allora? Sto aspettando.”

“Ti perdono.” 

Sussurrò. 
Si sarebbe picchiata con le sue mani, si limitò a un grosso sospiro e ad una tempia che cominciava a farle leggermente male. Se ci fosse stato Zell le avrebbe dato della codarda, o peggio sicuramente, da lì fino alla fine dei suoi giorni.

“Squall.” 

Si voltò di scatto trovandosi faccia a faccia con Rinoa. Per la sorpresa Squall le lasciò la mano, i suoi occhi erano tornati ad essere due fuochi di ghiaccio, non c’era più nessuna traccia della dolcezza di poco prima. Il cuore accelerò.

“Squall...parliamo.”

“Non mi interessa parlare con te. Si è già detto tutto quello che c’era da dire.”

“Non fare così. Almeno un ultimo chiarimento me lo devi!” supplicò Rinoa

Due piccole lacrime le spuntarono agli angoli degli occhi. Disgustoso.

“Davvero? Pensavo di non doverti proprio niente invece.”

“Ti prego Squall...se mi hai voluto almeno un po’ di bene...voglio solo spiegare ciò che è successo.”

Squall la guardò silenzioso. Le girava la testa. Ma perchè non capiva che stava ancora recitando dopo tutto quello che era successo? Quelle erano le lacrime più false che avesse mai visto. Solo il modo in cui le brillavano gli occhi dimostrava che non c’era la benchè minima traccia di pentimento. Squall sospirò, le lanciò una breve occhiata.

“Arrivo subito. Scusami...”

“Vai
.” 

Sorrise leggermente, alzando le spalle. La cosa non la toccava neanche un po’: Squall che si allontanava al fianco di Rinoa...Rinoa che parlava in modo apparentemente disperato, Squall che si dondolava da un piede all’altro, con le mani in tasca e lo sguardo basso...Squall che annuiva...che rialzava gli occhi...Rinoa che sorrideva e gli prendeva la mano...lui che sorrideva...


C’era una musica che conosceva nell’aria...le luci erano ancora alte, i ragazzi ballavano...sapeva le parole di quella canzone. Sorrise mentre i suoi piedi cominciavano a muoversi in direzione del piccolo palco: riusciva a ricordare il modo in cui la cantava, la sera, quando tutti loro si radunavano intorno al fuoco, Squall le metteva la testa sulla ginocchia e si addormentava con il sorriso sulle labbra, perchè sapeva che quella canzone era per lui...
Selphie e Zell le lanciarono un’occhiata piena di ammirazione, quando la sua mano si strinse intorno al microfono, mentre i suoi occhi si chiudevano e le sue labbra si aprivano a dar vita a quella splendida melodia, la sua voce si alzò, chiara ed eterea nell’aria piena di luci.  mentre con tutta se stessa iniziava quella preghiera: raggiungi il suo cuore...

Angel eyes

I know that i’m not the first one (Io so che non sono la prima)
You have love in your path before me(Hai avuto amore sul tuo sentiero prima di me)
But when your lips toched my lips(Ma quando le tue labbra hanno toccato le mie labbra) 
it felt like i was kissing destiny(E’ stato come baciare il destino)
Angel eyes with your angel eyes(Occhi d’angelo con i tuoi occhi d’angelo)
Will you always be there to hold me(Ci sarai sempre a proteggermi?)
Angel eyes i’m satisfied(Occhi d’angelo io sono felice)
I don’t want to hear your story(Non voglio ascoltare la tua storia)
‘cause i can see the thing(perchè le cose che vedo)
i really want to see(sono quelle che veramente voglio vedere)
i’m in love(sono innamorata)
I believe in wath i’m feeling(Io credo in quello che sento)
I’d give everythings up just for you(Io farò ogni cosa solo per te)
Love is devoted to those who see(L’amore è devoto a quelli che mi vedono)
That the last dance you dance with the truth(In quell’ultima danza hai hai danzato con la verità)
Angel eyes with your angel eyes(Occhi d’angelo con i tuoi occhi d’angelo)
Will you always be there to hold me(Ci sarai sempre a proteggermi?)
Angel eyes i’m satisfied(Occhi d’angelo io sono felice)
I don’t want to hear your story(Non voglio ascoltare la tua storia)
‘cause i can see the thing(perchè le cose che vedo)
i really want to see(sono quelle che realmente voglio vedere)
in your eyes(nei tuoi occhi)
Angel eyes just want you here to hold me(Occhi d’angelo solo vuoi stare qui a proteggermi?) 
Angel eyes...(Occhi d’angelo...)


Silenzio.

Un piccolo timido applauso, un secondo dopo tutti stavano battendo le mani, gridavano il suo nome: Zell, Selphi, Irvine, tutti stretti intorno a lei, la abbracciavano, la baciavano! 
Due mani tiepide si posarono sulle sue guance, mentre quegli occhi d’angelo che tanto aveva pregato di vedere si aprivano davanti ai suoi, più vicino di quanto fossero mai stati, fino a che quel suo profumo delicato non l’aveva circondata in un abbraccio e le sue labbra si posavano sopra le sue, non se ne rese conto. Un tocco fuggevole che iniziò e finì all’improvviso, quasi dolorosamente...


L’amore

Ora che era finito tutto, ed era sola nella sua camera, non riusciva più a smettere di piangere, di ridere: non era mai stata tanto felice, il cuore sembrava volerle volare via dal petto, non si era ancora nemmeno tolta il suo abito temeva che se l’avesse tolto sarebbe finito tutto. Forse tutto era un sogno!! Un sogno più lungo e più bello degli altri! Ma era troppo reale il ricordo di quel contatto, di quella morbida piccola pressione delle sue labbra, non poteva esserselo inventato! 
Squall l’aveva baciata.


Quando qualcuno bussò alla porta sentì il cuore scoppiare, la tensione la faceva sentire come una corda di violino. La mani ghiacciate scivolarono sulla maniglia, quando finalmente riuscì ad aprire la porta si trovò davanti la faccia sghignazzante di Zell più felice che mai.

“Ce l’hai fatta!!!!! Te l’avevo detto IOO!! CE L’HAI FATTA QUISTY!!!! YUUUHUUUUU!!!

Zell...stai buono...non strillare!”

“Ma guarda che faccia che hai!!! Sembra che qualcuno ti abbia appena detto che…hai conquistato l’amore della tua vita!”

“Lo so...io non posso crederci! Mi sento perfino male!”

“Calmati un po’. Se no ti viene un infarto prima di domani mattina!”

“No...sono già calma. Ho solo un po’...di tremolio alle gambe.”

“E così...ti ha baciato vero?”

“Sì...non so...non capivo più niente in quel momento...mi sono saltati tutti addosso!”

“Per forza...eri un vero angelo...sono rimasti tutti a bocca aperta! Eri davvero...splendida! Non ho sentito nessuno cantare in quel modo.”

“Non ho fatto brutta figura?”

“Non dire sciocchezze.”

“Solo a ripensarci adesso...mi sento morire di vergogna! E’ solo che quando l’ho visto...sorriderle...e lei che gli prendeva la mano!” 

Si massaggiò la testa. 
Zell iniziò a ridere così forte da non riuscire a stare in piedi. Tentò di dirle qualcosa ma le lacrime e i singhiozzi glielo impedirono, scosse la testa impotente e ricominciando a ridere ancora più forte. Lo guardò senza capire. Non ci vedeva niente di divertente. Aspettò con le mani che le fremevano che l’attacco isterico di Zell finisse. Con ultimi scoppi di risa Zell si sedette a terra con le gambe incrociate e si schiarì la gola.

“Te la sei persa allora...”

Cosa ho perso?” 

“Tutta la scena...” 

Zell ricominciò a sghignazzare incontrollabilmente

“Ehi smettila! Parla!! Che scena???....dai Zell...dimmi cosa è successo!!!”

Mmm...” si asciugò le nuove lacrime annuendo. 

“Lui...lui...le ha detto: sei proprio cretina se speri che ti creda ancora...p-puoi buttarti in un c-c-c-cesso e tirare l’acqua per quanto mi interessa...E lei a quel punto...aveva i capelli dritti dritti, sembrava una scopa capito...tutta rigida…ho pensato O-Oddio si rompe...era rossa come se stesse per prendere fuoco!! HAAA HAA... Poveretta...Irvine è arrivato con l’estintore gridando...HAAA STA PRENDENDO FUOCO RINOOAAA!!! E poi ha sparato. Sembrava un pupazzetto di neve...Oddio muoio...muoio...” 

Zell si buttò per terra...più o meno dove era caduta lei presa dalle convulsioni. Non riusciva neanche a respirare immaginando Rinoa tutta piena di schiuma...una specie di mostriciattolo...si stava CUOCENDO nel suo fuoco...

”Non è finita...ha cercato di scappare...ma scivolava tutta come un vermetto...non riusciva nemmeno ad alzarsi in piedi...e rimasta la...tutta dura...fino a che non sono arrivati Seifer e Fuijin a trascinarla via...ha lasciato una strisciata...HA HAAA ...una lumacona...l’ho sempre detto io, che era viscida.”

“Basta...mi sento male...basta...”

“Era uno spettacolo...e Irvine che continuava a schiumarla tutta... la mirava mentre cercava di scappare...così lei ricascava...”

“HAA...basta!!! Basta...”

Impiegò mezz’ora per calmarsi, con lo stomaco che le faceva un male dell’inferno...come aveva potuto non accorgersi del trambusto?? 
Probabilmente nessuno si era interessato al fattaccio. Rinoa aveva fatto da sola il trambusto. 

“Sai una cosa??...Rinoa...non riesce a farmi pena. Mi dispiace...ma proprio non riesco a provare pena per lei.”

“Chi semina vento raccoglie tempesta.”

“Come sei saggio. L’ho sempre detto che avevi un gran cervello. Nascosto bene, in fondo in fondo...”

“Nascosto bene??? Bell’amica che sei...”

“Scherzo Zell. Non so come ringraziarti. Se tu non c’eri...non so come sarebbero andate le cose...”

“Un modo ci sarebbe, per ringraziarmi di tutti i faticosissimi sforzi...”

“Dimmi qualsiasi cosa!”

“Va da Squall. Adesso.” 

Zell le strizzò un occhio. 

“Figurate se lui adesso vuole...”

DRIIIIIIIIN!

Il telefono
. Stava squillando. Si guardarono negli occhi, sentì subito le braccia intorpidirsi. Raggiunse impacciata il telefono.

S-sì?”

“Ciao.”

Oddio. Squall. Lui. 

“Ciao Squall.” 

Zell le fece la bocca a O mettendosi le mani sulle guance e improvvisando un buffo ballettino.

“Ti disturbo?”

“Certo che no.”

“Ah...allora...io volevo...volevo solo chiederti se...hai tempo di venire qui...da me...io credo che sia meglio se...parliamo.”

“Sì. In effetti volevo parlarti anche io...”

“Vieni adesso?”

A-adesso?” 

Zell le zompò addosso annuendo energicamente. Lo spinse via.

“Sì...se però non ti va...non...non fa niente.”

“NO!! No no no...arrivo.”

Okey. Ciao.”

A tra poco.”

Abbassò il ricevitore. Ora il panico le stava offuscando la vista, il suo cervello stava viaggiando alla velocità della luce, si sedette pesantemente sulla sedia. Zell smise di agitarsi confuso dalla sua reazione. 

?? E adesso cosa c’è?”

“Non posso andare da lui.”

Si mise le mani sul viso scuotendo la testa.

“Ma che...perchè mai?? Ti è saltato il cervello?? Tante emozioni nello stesso giorno fanno male eh...”

“Non posso proprio.”

“Perchè?????????Zell si afflosciò davanti a lei, guardandola disperatamente. 

“Ora...vado là...e se lui vuole...fare...”

“L’amore?”

“Sì.”

“E ?? Cioè...magari!!! ma sai che stavolta non ci arrivo??...sei preoccupata? Io credevo che tu...insomma...avessi avuto altre...ehm...avventure romantiche...insomma...intime...”

“Infatti.”

“Non ci arrivo.”

“Se ne accorgerà!” di fronte allo sguardo vacuo di Zell sospirò profondamente. 

“Come posso dirgli che io sono innamorata di lui da...da quando era ancora perfino troppo piccola da ricordarmene? Come faccio?”

Mmm...”

Zell...hai
messo via il cervello? Se sono stata con altri...ragazzi...crederà che non lo ho poi amato così tanto...e non mi vorrà più...”

Quistis!! Ma...ci sei? Sappiamo tutti quanti, lui meglio di noi, come si comportava. Nessuno...ma proprio nessuno avrebbe mai immaginato che lui sarebbe cambiato. Voglio dire...tu sei una donna, hai bisogno di certe attenzioni...per quanto tu possa averlo amato...aspettare tutta la vita è un po’ lunga...soprattutto quando lo vedi girare mano nella mano con una strega...tutto contento...dai che Squall non è così superficiale. Dovresti conoscerlo meglio di me.”

Pensò
per un po’ alle parole di Zell. Aveva avuto bisogno di un affetto diverso da quello di un amico: aveva usato delle persone per ricevere quelle attenzioni la cui mancanza le diventava insopportabile, purtroppo quella storia le suonava molto simile a quello che Rinoa stessa aveva detto solo pochi giorni prima.

“Non mi vorrà...”

“Togliti dalla testa quella strega dei miei stivali. Lei non è te...lei doveva solo aspettare...tu non avevi niente. Niente...è diverso Quisty. Non puoi paragonare la tua storia alla sua.”

Zell...un giorno...ti farò santo.”sorrise appena. 

Riusciva sempre ad essere così convincente...e riusciva a leggerle anche i pensieri. 

“Va da Squall.”

Okay...vado.”

“Uhm...non andarci così o ti salterà addosso prima ancora di dire due parole...mettiti il tuo delizioso pigiamotto da omone e lavati la faccia.”

Obbedì da brava. 
Si sarebbe presentata ancora da lui in pigiama e con la faccia sconvolta...ormai stava diventando un abitudine. 


Bussò decisa alla porta, lanciandosi occhiate circospette in giro. Se qualche professore l’avesse beccata, ora che era ancora un SeeD l’avrebbero punita come un semplice studente. Relegata in biblioteca a schedare tutti i vecchi libr, non voleva neanche pensarci.
Squall aprì silenziosamente la porta: anche lui con il pigiama, un bel pigiama blu scuro, molto simile al suo, anzi, preciso al suo tranne che per il colore, visto che era porpora. Si guardarono pensierosi, poi scoppiarono a ridere. Squall le circondò la vita con le braccia e le posò la fronte contro la sua.

Stai bene? Sei un po’ sconvolta...”

Eheh...sì...è che mi hanno raccontato l’incidente di...”

Squall fece un largo sorrisone. 

“Lo so...non ho visto tutto perchè sono corso a guardarti. Mi sono ricordato subito sai? Sei stata...così brava. Non credevo alle mie orecchie.”

“Io non ho potuto credere a quello che è successo...”

“Ehm...non ho potuto resistere. Scusa.”

Avrebbe potuto baciarlo ancora, erano talmente vicini che sarebbe bastato una piccola mossa, invece si liberò gentilmente dalle braccia di Squall e si andò a sedere su una sedia. 

“Io...devo dirtelo.”

“Dire cosa?”

“Siediti.” 

Squall obbedì mettendosi davanti a lei. 

“Io...sono...sempre stata... innamorataditedaquandoerobambina.” 

Puntò gli occhi sul pavimento sapendo di essere arrossita intensamente. Sentì Squall ridacchiare.

“Grazie...”

Alzò un sopracciglio sorpresa. ...l’aveva presa bene. Squall ridiventò serio di colpo e si allungò di nuovo verso di lei abbracciandola. 
Poi la baciò timidamente,  per lei era come essere a contatto con la presa della corrente, sentiva tutto il suo corpo reagire violentemente a quel contatto; rispose cautamente, Squall la lasciò fare, tranquillo, poi si scostò un po’ interrompendo il bacio. 

“Vedi?...non ho nessun problema con te...è tutto diverso...è sempre stato diverso. E’ solo che non sono mai riuscito ad ammetterlo a me stesso. Con te sto così...bene.”

“Vuoi dire...che non sei mai stato bene con Rinoa?”

“Te l’ho detto...mi dava fastidio.”

“Quindi...io non ti do fastidio.”

No...anzi...mi piace...da morire...se mi baci.” 

Squall chiuse gli occhi e strofinò leggermente una guancia su una sua mano. Poi le baciò il palmo. 

“Mi piace quando queste mani mi toccano...”

“Perchè...non mi hai mai...mai dato una solo speranza?”

“Non lo so. Scusa...”

“Non te lo sto chiedendo perchè tu ti scusi...è semplice curiosità.” 

Lo accarezzò delicatamente, Squall le rivolse uno sguardo avvilito che la costrinse ad abbracciarlo, mentre si sedeva vicino a lui, sul letto. Stringerlo al petto: il suo sogno. 

“Stai bene?”

“Sì.”

Cominciarono a baciarsi di nuovo, più decisi di prima. Un vero bacio di quelli che lasciano senza fiato, che incendiano tutto il corpo, sentiva il desiderio salirle dentro pericolosamente veloce aveva desiderato per troppo tempo che accadesse una cosa del genere; sentì la lingua di Squall cercare timidamente la sua...oddio...era davvero troppo...le sfuggì un gemito di piacere dalle labbra...Squall si ritrasse immediatamente.

“Oh...scusa!!”

Lo guardò senza capire. 

“Perchè scusa?”

“Ti ho morso?”

Squall aveva creduto che quel gemito...sorrise. 

“No! No affatto! Anzi...” 

La situazione in effetti si stava scaldando un po’ troppo, forse era meglio andare a farsi una bella doccia ghiacciata in modo da calmare i bollenti spiriti. Si alzò con le gambe legnose più che mai. 

“Senti...è meglio se torno in camera adesso...”

“Mi dispiace Quissy...sono una frana...”

Una frana? Baciava come un Dio, era riuscito a creargli una tempesta ormonale che più che tempesta sembrava un uragano, con un semplice bacio. 
Gli prese il viso fra le mani. 

“Vado via...perchè se no ti salto addosso.” 

Gli disse divertita, era splendido il modo in cui riusciva a farlo arrossire. 

“Sono abbastanza grande da riuscire a difendermi...”

“Squall...”

“Eh ?”

“Ti amo.”

Squall la guardò, sorrise appena e le posò un casto bacio sulle labbra. 
Lei lo accarezzò e uscì senza voltarsi, non era sicura di riuscire ad andare davvero via, se avesse visto ancora il suo viso. 
Sentì la sua voce sussurrare il suo nome.

“Sì?” fece estrema attenzione a non voltarsi.

“Stiamo insieme adesso?”

“...non lo so Squall. Tu lo vuoi?”

“Sì.”

“Allora stiamo
insieme.”

“Puoi girarti, solo un momento?”

Va bene. Forza e coraggio, avrebbe testato quanto autocontrollo aveva. Si voltò trovandosi Squall davanti. La baciò, due secondi dopo la sua porta era già chiusa. A domani allora...Squall.


La prima cosa che vide quando aprì la porta fu Zell addormentato come un ghiro sopra al suo letto, l’aveva aspettata per sapere come erano andate le cose. Gli accarezzò i capelli: quando non ce li aveva dritti in testa sembrava un bambino, il tatuaggio sopra al suo viso lo ringiovaniva angora di più, sembrava quasi il viso di un elfo senza età. Era solo grazie a lui se ora il suo cuore batteva così forte, senza farle più male. 

Zell..”gli accarezzò piano il viso; lentamente lui aprì gli occhi e pi li richiuse, appallottolandosi un po’ di più.

Mmm...cinque minuti sorellina...solo cinque minuti...”

Sorrise divertita, quando erano piccoli l’aveva sempre chiamata sorellina, erano arrivati insieme alla “casa”, erano stati i primi due bambini a conoscere la Madre. 
Era strano il modo in cui i suoi ricordi si interrompevano giusto prima del momento in cui erano arrivati.

“Non vuoi sapere che cosa è successo?”

“...Quissy!?...mi sono addormentato scusa!”

“Non fa niente.”

“Raccontami!!” 

Subito gli occhi di Zell scattarono verso l’orologio appeso al muro, un sorrisino sarcastico gli sfiorò le labbra. 

“...è veloce il ragazzo!! In venti minuti ce l’ha fatta...”

“Cretino!!! Non abbiamo fatto niente...diciamo che abbiamo solo...messo tutte le carte in tavola. Stiamo insieme.” 

Si buttò
sul letto a braccia spalancate. Zell si buttò sopra di lei ridendo felice e iniziò a darle schioccanti baci su tutta la faccia. Lo spinse via ridendo a sua volta.

“E’ tutto merito tuo Zell...davvero...se non c’eri tu!”

“Smetti di ripetermelo ho capito!! Sai anche già come ringraziarmi! Siamo pari più o meno.” Sbadigliò e si stiracchiò, gli occhi lucidi di sonno. “Tra un po’ casco per terra. Meglio che vada...”

“Sarò in debito per tutta la vita con te...davvero.”

Zell annuì sorridendo, poi improvvisamente il suo sorriso scomparve e sospirò profondamente. Tornò indietro e si sedette pesantemente sul letto dandole le spalle. 

“Io...forse non è proprio il momento visto che hai già avuto un sacco di emozioni...però devo dirtelo...”

Si sentì sprofondare nel materasso, mentre tutta la pelle gelava. Quando un ragazzo parlava in quel modo...significava solo una cosa. 
Dichiarazione in piena regola. Zell le stava facendo un dichiarazione. 

Oooh...ohhss-sì...non è che è meglio domani?? Così ci calmiamo tutti un pochino e...e siamo più freschi...”

Zell non si girò nemmeno. Scosse la testa. 

“Non credo.” 

La guardò in viso, per scoppiare ancora a ridere sonoramente. 

“Dai...non fare quella faccia!! Guarda che non sono mica innamorato di te o cose del genere!!!...Io non potrei mai innamorarmi di te Quissy...” 

Zell la guardò tutto gongolante, sfoggiando un sorrisone a trentadue denti. 

“Ah scusa tanto!!! Ti faccio così schifo??”

“No...non è per questo...” 

Zell le avvicinò il viso al suo sempre sorridendo. 

“Non potrei mai innamorarmi, perchè io e te siamo fratelli. Ecco tutto.”

Sentì il sangue defluirle dal viso, si appoggiò in fretta con i gomiti sul letto abbassando la testa. Era impazzito?? 
Non poteva essere, c’era stato un periodo in cui l’aveva sospettato, ma quelle che aveva considerato erano coincidenze piuttosto scarse, si portò le mani ai lati della testa per riuscire a calmare il violento flusso di pensieri.

“Scusa se sono saltato fuori così...ma dovevo dirtelo. Scusa.” 

Zell alzò gli occhi colpevole, tutto curvato in avanti come aspettando una sberla. 

“Sei sicuro di questa cosa?”

“Qualche settimana fa sono andato da Edea, non so perchè ci sono andato, ma quando mi ha visto mi ha solo sorriso e mi ha dato questo...”

Quistis prese i due fogli che Zell aveva tirato fuori di tasca. Li scorse in fretta...erano due certificati di nascita. 
Era ovvio che l’orfanotrofio doveva possederne una copia. Sentì bloccarsi il fiato in gola quando leggendo quello di Zell vide il cognome scritto di fianco al suo nome...Zell Trepe
Zell era stato adottato, lei era partita prima che questo accadesse. 
Puoi aveva perso tutti i suoi ricordi, con l’uso dei GF...e quando era arrivato anche Zell era accaduta la stessa cosa. 
Per lei Zell era sempre stato Zell Dincht il ragazzino dagli occhi azzurri con quel tatuaggio strano in faccia che faceva ammattire tutti i professori per la sua iperattività impossibile da contenere.

“...perchè non me l’hai detto quando...l’hai saputo?”

“Non lo so. Prima volevo fare qualcosa d’importante per te...”si grattò la folta chioma bionda spettinatissima e sorrise, mostrandole la lingua. 

Scuu-usa...”

Sorrise, lo colpì scherzosamente con i fogli sulla testa, poi lo abbracciò forte, mentre iniziava a piangere e a ridere contemporaneamente. Zell la abbracciò timidamente abbassando la testa, mentre una lacrima gli scivolava sulla guancia fino sul mento cadendo sulla stoffa del suo pigiama...seguita da una altra. Continuarono per un po’ a rimanere in quella posizione abbracciati, a singhiozzare.

“Basta...mollami, mi stai smoccolando sul pigiama pulito!” 

Zell si tirò indietro, gli occhi rossi e il viso ancora tutto bagnato e rosso di pianto. Tirò su con il naso voltandosi imbarazzato. 
In fondo era sempre un uomo, gli uomini non piangono di fronte alle donne! 
Quistis sorrise attirandolo ancora fra le braccia, accarezzandogli i capelli, ignorando le infantili e scherzose proteste del suo “nuovo” fratellino, che nel frattempo si era rimesso a piangere e borbottare un sacco di scuse.

“Ho ricevuto fin troppe scuse oggi...baaaasta!!

“...non credere che adesso puoi comandarmi come ti pare solo perchè sono tuo fratello minore...”

“Mah...dipende se ti comporti bene o no.”

“Sei perfida.”

“E tu sei un fratellino dolcissimo.”

In un giorno solo aveva trovato due cose importantissime: l’amore e la famiglia. 


Chiaramente Zell non tornò in camera sua, nonostante tutte quelle proteste adorava quelle coccole: finalmente la vedeva sorridere, e sapeva che anche il suo cuore stava brillando.

Grazie a Rinoa, che durante la notte aveva fatto atti vandalici un po’ dappertutto, erano continuati a scattare allarmi tutta la notte, alla fine non aveva dormito niente e Zell era un pessimo compagno di letto: tirava calci, parlottava, russava e continuava a tirare dalla sua parte tutta la coperta, le aveva perfino tirato una gomitata in faccia, aveva cercato di soffocarlo con il cuscino, ma alla fin fine non poteva assassinare il suo fratellino appena ritrovato e l’aveva lasciato vivere, ma aveva pagato quel gesto con un altra gomitata, nello stomaco.
Per tutta la mattina e per tutto il pomeriggio era stata continuamente richiamata nell’ufficio del preside (era un SeeD di massimo livello) per organizzare gruppi di studenti che avrebbero dovuto risistemare i danni di Rinoa, era riuscita a ritornare in camera sua solo dopo cena e per tutto quel tempo non era riuscita a vedere Squall di sfuggita nemmeno una volta. La cosa la disperava, magari sarebbe passata dalla sua camera più tardi, dopo una bella doccia. 
Scorse quasi per caso un bigliettino infilato sotto la porta: lo raccolse con il cuore che batteva a mille, le sfuggì di mano due volte e fu un impresa non da poco aprirlo. Era di Squall.

”Non ti ho trovato per tutta la giornata, mi stai evitando?
Spero di no...mi stai già facendo preoccupare!
Se ti va, ti aspetto in camera mia, quando vuoi, la porta è aperta.
Vieni, ti prego.
Un bacio
Squall”

Osservò per alcuni istanti il bigliettino, stringendolo fra le mani, ma l’aveva sul serio scritto Squall?? Dove l’aveva tenuta tutta quella gentilezza fino a quel momento? Lo piegò con cura e lo posò sulla scrivania, posandovi prima un bacio. Si fece una doccia veloce, infilò un maglione e una gonna puliti e uscì di corsa dalla stanza.


Come Squall gli aveva promesso la porta era aperta. Entrò silenziosamente: strano, non c’era nessuno, la stanza era vuota anche se la luce era accesa. Sentì un piccolo fruscio nel bagno...

“Squall?? Sei lì?”

La porta si aprì: Squall uscì tutto avvolto in un asciugamano, i capelli ancora gocciolanti...la guardò sorpreso, poi le sorrise, un bel sorriso felice.

“Credevo
ormai non venissi più!”

“Ho trovato il tuo biglietto. Scusa per oggi, purtroppo qualcuno ha continuato a fare danni in tutto il garden...”

“Capisco. Scommetto di sapere il nome del colpevole.” 

Squall si sedette
al suo fianco, pensieroso. Averlo così vicino la faceva sentire stranamente accaldata, poteva intuire che sotto quell’asciugamano non c’era niente...se non la pelle calda e pallida di Squall. 

“Se ti vuoi vestire...io ti aspetto qui...” l’imbarazzo nella sua voce era palpabile.

Squall la guardò alzando un sopracciglio, gli occhi improvvisamente incupiti.

“Non credo che sia necessario, vestirsi.” 

Si alzò
in piedi continuando però a tenersi coperto. La sola vista dei suoi polpacci nudi le dava i brividi su tutto il corpo. 
Si schiarì la gola,  non voleva farlo arrabbiare. 

“Ti stai facendo tanti problemi, solo perchè ho fatto un sacco di storie con Rinoa?” 

Scosse la testa, non poteva parlare  perchè in quel momento il viso di Squall era tutto offeso e imbronciato quasi la sua reazione fosse un dispetto; quando era bambino le faceva la stessa faccia quando non voleva fare qualcosa che dove fare o viceversa. Squall si arrabbiava come un ape quando gli dava del bimbo capriccioso. Se apriva la bocca si sarebbe messa a sghignazzare...proibito!

“Va bene...allora cosa intendi fare?” ammiccò maliziosamente...appoggiò le mani indietro sul letto, incrociando le gambe. 

Le guance di Squall si velarono di un rosa delicato, roteò gli occhi e il suo broncio aumentò.

“Vuoi mettermi in difficoltà?”

“No affatto.” 

Rispose con la voce più innocente del mondo. Oh...era troppo...con quel faccino tutto arrabbiato era proprio uguale al bimbetto di tanti anni prima. 

“Mi stai...prendendo in giro...” piagnucolò Squall continuando a sgocciolare in giro. “Sono serio...io...” 

Si morse un labbro in un gesto di estrema insofferenza, poi improvvisamente le afferrò una mano tirandola in piedi e premendosi contro di lei mentre nello stesso tempo lasciava cadere l’asciugamano...per un attimo riuscì a vedere il corpo ancora umido e completamente nudo di Squall...da togliere il fiato, da togliere ogni scintilla di vita.
E poi si spense la luce.

“Squall...cosa...”

“Io sono sicuro...che ti amo Quissy” le sue labbra morbide sulle sue, l’umido calore del suo corpo contro il suo maglione, le braccia sottili, forti, strette intorno a lei. 

“Abbiamo perso...così tanto tempo, per colpa mia...”la sua voce era bassa...le stava parlando nell’orecchio, le labbra che le sfioravano sensualmente il lobo. 

“Non preoccuparti del tempo...”

“Ti amo Quissy...voglio fare l’amore con te.” 

La luce tornò magicamente e si trovò persa dentro quegli occhi, pieni d’amore. 

“E’...la prima volta, che non mi sento solo.”

L’unica cosa che riuscì a fare fu quella di baciare quegli  occhi, mentre cominciava ad accarezzare l’aggraziata linea della schiena; Squall rabbrividì intensamente contro la punta delle sue dita.
Lo spinse delicatamente steso sul letto, mentre i baci diventavano sempre più profondi e più intensi, sentiva ogni centimetro di pelle formicolare di vibrante eccitazione, Squall gemeva piano, nella sua bocca, mentre con le mani tentava impacciatamene di alzarle il maglione.

“Ehi...lascia, faccio io...”

Si liberò del maglione, non si era messa niente sotto, osservò attentamente la reazione di Squall...lui voltò lo sguardo, ritornò a guardarla, chiuse gli occhi e le posò delicatamente le mani sul seno...la accarezzò timidamente, schiudendo le labbra...tornò a guardarla, gli occhi brillanti.
Ammiccò lievemente e sorrise, si spinse verso di lui per baciarlo ma Squall si tirò indietro. 

“Non mi sembra, che siamo ancora pari...” si sedette di fronte a lei e le baciò appena il ventre appena sopra l’ombelico, mentre le sganciava la gonna. 

Si liberò anche di quella...sorrise. Peccato che dentro, non avesse nessuna voglia di sorridere, si sentiva come una ragazzina inesperta: i nervi a fior di pelle, le mani sudate...era colpa della sua perfezione, colpa di quegli occhi che la guardavano con tanto puro amore, dei suoi sentimenti che ora le scorrevano violenti nelle vene.
Le dita lunge di Squall si insinuarono sotto l’elastico dei suoi slip, mentre le labbra continuavano a depositarle sul ventre tanti piccoli baci, era troppo bello...ora erano davvero pari. Squall si tirò indietro su letto appoggiandosi si gomiti e aprendo le cosce in modo stuzzicante, togliendosi i capelli da davanti agli occhi gettando indietro la testa e scuotendola brevemente. Era a serio rischio d’infarto, doveva darsi una calmata o sarebbe svenuta sul serio.

“Vieni Quisty... sussurrò stendendosi e tendendole le braccia, in una muta preghiera che si poteva però scorgere nella brillantezza tempestosa di quei due mondi blu, si lasciò scivolare tra le sue gambe, sinuosamente, i loro corpi si intrecciarono, gambe e braccia, mentre i loro baci si fondevano in un unico appassionante bacio che permetteva a stento di respirare, ogni millimetro di pelle le formicolava, ogni parte a contatto sembrava vibrare...il vellutato tatto del suo sesso rigido di passione contro il ventre. 
Doveva dirglielo...non poteva far finta di nulla, dopo che gli aveva confessato di amarlo da una vita. Non poteva far finta di nulla e semplicemente lasciare che accadesse...senza che non fosse perfetto. Dove dirglielo, anche se questo avrebbe rischiato di sfumare tutto il pathos di quel momento.

“Squall...devo dirti una cosa..

“Oh Quisty...cosa?”

“Non è così semplice...ho...paura che poi tu non mi voglia più!”

Il sensuale avvinghiarsi di Squall si allentò un po’...di poco, sospirò chiudendo gli occhi cercando di regolare il respiro affrettato e il veloce alzarsi del petto. Poi la guardò. 

“E’ così grave?”

“Non lo so.”

“Puoi...dirlo subito?” 

Poteva vedere il forte desidero e l’insofferenza nel suo viso. Non voleva tenerlo in quello stato.

“Io ho...sono già stata...insomma...ecco...”

Quissy...”gemette Squall mordendosi le labbra.

“Non è la prima volta per me...”sussurrò sentendo un brivido freddo serpeggiarle giù dalla schiena, Squall aveva continuato a fissarla con quegli occhioni perplessi per un po’ come se si stesse aspettando qualcos’altro. 

Stai cercando di prendere tempo?”

“No! Tu...mi vuoi ancora? Anche se io ho...se non ho aspettato te.”

Un basso ridacchiare
. Stava ridendo? Toccò a lei guardarlo perplessa. Squall se la tirò sopra e le baciò teneramente le palpebre, poi la punta del naso e infine le labbra. 

“Ti basta come risposta?” le sue braccia forti si chiusero intorno a lei, mentre quel piccolo sorrisino ironico continuava ad aleggiare sul suo viso incurvandogli appena gli angoli della bocca. 

“Almeno uno dei due sa cosa fare.” 

Fu il suo candido commento. Rimase completamente spiazzata da quella reazione tanto tranquilla, si aspettava almeno un broncio, qualche battuta cattiva.

“Sì...amore. Mi basta. Ora non parlerò più.” 

Lasciò scivolare la mano fra le gambe schiuse di Squall, sulla bollente asta che continuava a premere insistentemente contro di lei, Squall sobbalzò sorpreso a quel tocco sconosciuto, ma poi si rilassò sotto di lei, la deliziava quel leggero suo tremare, il modo in cui piccoli ansiti gli sfuggivano dalle labbra rosse e leggermente gonfie per il gran baciare.

Quissy...ah!...Mmm..”

Ssh.”

N-no...asp...Aaaah!”

Appena prese fra le labbra il capezzolo duro e appuntito di Squall lui si inarcò deliziosamente sotto di lei, premendo il viso contro i cuscini cercando di smorzare le grida sempre più alte di piacere. Lasciò che la lingua scivolasse sulla punta, poi intorno, seguendo il piccolo cerchietto bruno. I suoi gemiti erano una musica troppo dolce per poter smettere. Sentì le mani di Squall spingerla indietro mentre lui si sedeva, il viso colorato...

“Aspetta!...non dimentichi qualcosa?” 

Squall si girò frugando nel cassetto e voltandosi con una piccola bustina fra le mani. Se l’era completamente dimenticato! A quanto pareva Squall riusciva a muoversi disinvoltamente e con il solito giudizio anche in situazioni come quella. 
La guardò imbarazzato, imbronciandosi improvvisamente. E adesso che cosa gli prendeva? 

“Non guardarmi...voltati.” 

Quello
. Si voltò sorridendo, era troppo bello il suo fare così innocente, il suo modo di ostentare una sicurezza che non possedeva, dolce come il miele...aspettò cercando di calmarsi, che Squall facesse tutte le sue cose e infine richiamasse la sua attenzione con un solleticante bacio sul collo...si era girata ritornando sopra di lui. 
Si strofinò lentamente, invitandolo con un gesto delle anche...Squall ansimò, chiuse gli occhi, facendo un lungo sospiro e mordendosi le labbra...lo sentì premere timidamente contro di lei...mentre il leggero tremare aumentava, lo sguardo che cominciava già a perdersi mentre lui entrava in lei, nel suo calore, facendo svanire in un attimo tutti suoi sensi e nello stesso tempo ingigantendoli fino all’infinito...era la sensazione di quando ci si lascia cadere da un precipizio altissimo, a strapiombo su un mare tempestoso...la sensazione di stare per morire sapendo che invece avresti continuato a vivere.
Le spinte di Squall le stavano facendo perdere la testa, aumentò il suo dolce movimento ondulante, Squall rispose alla provocazione rendendo più lunghi e profondi i suoi movimento, mentre il loro corpi e il loro calore si fondevano insieme in un unico accecante e divampante fuoco...le gambe intrecciate a alle sue erano un delizioso dolore...mentre cominciava a gemere forte a sua volta...le mani di Squall che stringevano spasmodicamente il lenzuolo, le labbra schiuse in continui brevi gemiti...
Squall si inarcò di nuovo, vibrando, tendendo tutti i muscoli del suo corpo, mentre veniva...il viso stravolto da un espressione estatica di infinito piacere...si lasciò andare a sua volta...lasciando che tutto ciò che sentiva in quell’attimo sparisse in un unico turbinio di estasi...sciogliersi su di lui, assorbire il suo calore. Com’era splendido il suo viso...gli angeli del cielo non erano che stelle cadenti al suo confronto...deboli fiaccole che si spegnevano sotto il vento di quella passione...l’amore che sentiva si aprì come una rosa che sbocciava, riversandosi tutto intorno a lei...come un manto luminoso e bianco che ricopre ogni cosa...nessun suono, più nulla intorno a lei...per un attimo. Un attimo che poteva essere niente e l’eternità insieme... 
Erano rimasti tranquillamente abbracciati...prima di addormentarsi Squall l’aveva guardata per un po’...senza dire nulla, solo un leggero sorriso mentre le palpebre si appesantivano fino a chiudersi.

 


Si svegliò con la luce del sole che si riversava ai piedi del letto, si erano dimenticati perfino chiudere le tende...ruotò appena la testa per osservare il viso addormentato del suo amore...del suo amante...del suo amico. Squall si mosse nel suo abbraccio premendo il viso nell’incavo del suo collo, facendo scivolare il lenzuolo un po’ in basso, con un movimento della gamba.
Passò le dita fra i suoi capelli posando un piccolo bacio sulla vicino all’orecchio.

“Squall...ti svegli?”

Squall si voltò decisamente brontolando dall’altra parte, strattonando il lenzuolo. Lui e Zell si erano messi d’accordo nel lasciarla sempre dormire al freddo? Gli si avvicinò e premette il seno contro la sua schiena, invitante, Squall mugolò qualcosa e si spinse verso di lei, cercando di mettere un po’ più al caldo la sua schiena. 

“Squall?”

Che dormiglione!! 
Forse era meglio tentare con un approccio diverso, un po’ più deciso. Lo scavalcò mettendosi davanti a lui e lo baciò...una...due…tre volte. 
Squall aprì un occhio, la osservò con cipiglio e lo richiuse senza muovere un solo muscolo. Va bene...allora sarebbe passata alle maniere forti. Lo riscavalcò e si posizionò alle sue spalle, pregustandosi già la reazione...provò un ultima volta a svegliarlo con un bacio sul collo ma in risposta ricevette solo un grugnito. 
Sorrise ampiamente...lasciò che una mano partisse dalla spalla, giù fino al fianco...sulle deliziosa appuntite ossa del bacino che in quel momento erano messe in risalto dalla posizione...si spostò su una natica...accarezzando, accarezzando, fino a raggiungere quel piccolo posto segreto...nel mezzo. Niente di niente. Squall ignorò tutto il suo daffare bellamente. Continuò per un po’ con quelle leggere carezze...poi improvvisamente, spinse la punta del dito, appena, dentro Squall...

“AAAAAA!!” 

Squall si gettò in avanti con un versaccio, giù dal letto con un tonfo sordo, tutte le coperte intorno, sgambettando come un pazzo. Aveva lottato per alcuni istanti fino a che non era riuscito a tirare fuori la testa, gli occhi sgranati. 

“Ma...ma...sei matta?”

Scoppiò a ridere stendendosi sul letto e allungandosi verso di lui. Gli sventolò un dito in faccia, di fronte al naso. 

“Mi hai ignorata apposta! Adesso sei sveglio.”

“...non fare MAI più una cosa del genere!! Sei matta...”

“Ha
funzionato! Ora sei bello sveglio...vieni...” tentò di abbracciarlo ma Squall la spinse indietro offeso. 

Naturalmente il broncio più lungo che avesse mai visto stampato in faccia. Anche se gli occhi tradivano un certo divertimento...

“Adesso aspetti che vada in bagno...ti saluto quando ho finito.”

“Hai dimenticato: così impari!”si alzò in piedi andando ad abbracciarlo. 

Squall non oppose resistenza questa volta e se la strinse contro con un piccolo sorrisino.

“Okay, scusami. Guai a te se rifai una cosa del genere però.” 

La baciò teneramente cominciando a spingerla ancora a letto. 

“Io mi sono scusato...ora devi farti perdonare tu...”

In quel momento si spalancò la porta: Irvine e Zell irruppero nella stanza parlando tutti e due insieme...bloccandosi contemporaneamente e fissando il letto dove si stavano rotolando loro due...tutti quanti immobili a fissarsi l’un l’altro.

Ahah...l’abbiamo trovata...” zufolò tutto contento Irvine guardando con interesse Quistis

Zell cominciò a spingerlo fuori tutto imbarazzato balbettando qualche cosa di incoerente, non era facile allontanare Irvine da una donna nuda. 
Squall era pietrificato. 

Scuuuusa!! Scuuuusa!! Mamma mia che figura di...Irvine schiodati!! Usciamo di qui!!”

“Oh sì...bravo Squall!!! Le bionde sono le migliori!!” 

Quistis afferrò un cuscino tirandolo con tutta la potenza che aveva in corpo verso Irvine, beccando invece Zell che rovinò sul pavimento trasportandosi appresso anche l’obbiettivo mancato.
Quistis si precipitò a chiudere la porta, appoggiandosi poi con la schiena contro. Sospirò. Ma perchè dovevano sempre fare dei guai quei due? 
Squall continuò a rimanere nel suo stato di pietrificazione, prima di arrossire intensamente sgonfiandosi come un palloncino. 

 


Si erano dati appuntamento alla zona segreta, a mezzanotte esatta. Era arrivata dieci minuti prima, per poter rimanere prima un po’ da sola a riflettere, appoggiata al parapetto del balcone, osservando la sagoma illuminata del Garden che si stagliava imponente brillando nell’oscurità. 
Era stato lì...il posto dove aveva tentato di confessare per la prima volta il suo amore a Squall. 
Purtroppo aveva cominciato il discorso un po’ alla larga e Squall se ne era andato via lasciandola da sola a piangere come un stupida circondata da coppiette innamorate che si baciavano e abbracciavano impietose del suo dolore. Era voluta tornare SeeD per stare al suo fianco, anche se a Squall non era importato. 

“A cosa pensi, amore...?

Sentì la mano di Squall posarsi su una spalla, mentre la abbracciava voltandola verso di lui. Voltò la testa da una parte ritraendosi poi di scatto con il viso contratto in un’ espressione di disappunto. Squall la guardò sorpreso indietreggiando di un passo.

“Lo sai...avevo così tanto disperato bisogno di qualcuno che mi ascoltasse...che mi dicesse che non era vero che nella mia vita ero solo un fallimento...avevo un disperato bisogno di te. Ma mi hai girato le spalle senza esitare...senza voltarti indietro nemmeno una volta. Mi hai spezzato il cuore lo sai?” 

N-non...volevo...”

“Mi hai guardato con quei tuoi occhi di ghiaccio...non sai quanto possano far male. Mi hai detto che i miei problemi non ti interessavano per niente...”

“Mi dispiace.”

“Anche a me.” 

Gli voltò le spalle con lo sguardo perso nel vuoto, ricordando fin troppo bene quella sensazione che l’aveva colpita come uno schiaffo, la dura realtà. 
Squall tentò di abbracciarla da dietro ma ancora una volta si liberò dal suo abbraccio allontanandosi da lui. 

“Se ora...ti dicessi che a me non importa nulla, della tua vita, come ti sentiresti?”

Squall la guardò avvilito, abbassando lo sguardo di fronte alla freddezza del suo viso. Lasciò che i capelli scendessero sulla faccia. 

“Mi sentirei...come un uomo che cammina in un deserto di pietra...mentre si avvicina alla fine del mondo...perso...”rialzò il viso che era impallidito intensamente, le si era avvicinato a passo quasi traballante, poi, con sua immensa sorpresa si era inginocchiato davanti a lei, si era tolto i guanti e le aveva preso la mano. 

“Perdonami. Ero un uomo cieco...ora grazie a te riesco a vedere ancora la luce...attraverso i tuoi occhi...perdonami Quistis...perdonami o uccidimi adesso. Non mi importa. Mi merito ogni cosa tu decida.”

Vide nascere una piccola lacrima...la vide scendere lentamente sulla sua guancia, illuminarsi per un attimo per poi spegnersi sulle sue labbra. Si inchinò di fronte a lui abbracciandolo forte, quasi cercando di fargli sentire quanto amore aveva ancora dentro da potergli donare, voleva dirgli che era stato solo per un attimo il dolore del suo ricordo, ma non riusciva a parlare, mentre il corpo caldo di Squall tremava di costernazione e disperazione davanti a lei. Toccò la schiena, una guancia, cercando di alzargli la testa in modo da poter guardare dentro i suoi occhi. 

“Non mi lasciare...non mi lasciare...non mi lasciare... continuò a ripetere Squall senza però alzare la testa a guardarla, la voce tremante e debole...Oh Dio.

“Squall...Squall ti amo. Ti ho amato sempre e sempre ti amerò. Come potrei mai lasciarti? Mi sono persa solo un attimo...non fare così, ti prego. Guardami.”

Gli occhi sono lo specchio dell’anima e gli occhi di Squall le stavano mostrando un mare rosso di disperazione. Lo vide quasi sciogliersi di fronte al suo viso sorridente e alle sue lacrime, mentre una pioggia di baci dolcissimi cadeva su di lei, ricoprendola di una morbida certezza.

“Dimenticherò...per te. Farò finta che sia stato tutto un brutto sogno...che in verità le nostre anime non si sono mai allontanate."

Squall la guardò, mentre un sorriso luminoso si faceva strada fra le lacrime.

“Ti amo.” 

Sussurrò dolcemente.
Era stato bello sognare, immaginare quei baci pieni d’amore che non aveva mai conosciuto prima, immaginare che le nuvole del cielo potessero aprirsi ad un suo solo sorriso. Ora lo sapeva, non era stato solo un lungo sogno pieno di desiderio, ciò che ora aveva tra le braccia era Squall: Squall e il suo amore, che l’avrebbe scaldata per sempre...fino oltre alla fine, oltre la vita...perchè ora stava cominciando a vivere.
Vivere nelle realtà...

 

 


The end


Le canzoni usate in questa fanfiction sono “I love you” di Celine Dion; “Angel eyes” degli Ace of Base.



Non avevo anticipato niente, ma se qualcuno ha letto un’altra delle nostre ff sarà certamente rimasto stupito dal ruolo che ha qui Seifer. Ebbene ai tempi Yuna non prestava molta attenzione a quel fusto e fu proprio dopo questa ff che le cose cambiarono anche per lei…He he he, come resistere a Seifer???

Anche se la coppia Squall-Quistis resta la prima e la preferita, ne arriveranno delle altre!!!Se vi è piaciuta continuate a supportarci! ^_^

 

  
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