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Autore: Lellina 23    19/01/2014    4 recensioni
I personaggi non sono IC. Ma ovviamente sono sempre loro due.
McDanno!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Danny Williams, Steve McGarrett
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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YOU AND ME

Sono due giorni che cerco di chiamare Steve ma il telefono è sempre spento o irraggiungibile.
Lo so che non dovrei preoccuparmi perchè puó succedere che non ci sia ricezione dovunque lui sia. Mi aveva avvisato. Ma non riesco a fermare l'ansia che mi sta assalendo.

E’ poco più di un mese che stiamo insieme. Sono innamorato di lui da anni. In questi 4 anni ho cercato di non farglielo mai sapere, capire, ho cercato di essergli amico, di stargli accanto, ho sofferto molto sapendo che vicino a lui non potevo esserci come avrei voluto. Ci stavo male sapendo che invece c'era lei. Catherine.

Ho provato ad andare avanti con la mia vita. Gabby ne è stata la prova. Ma nonostante tutto non era abbastanza per rendermi felice. Non era abbastanza da poter cancellare quello che provavo per Steve. Ho fatto di tutto per dimenticarlo, per chiudere i miei sentimenti per lui in una scatola infondo al cuore e andare avanti. Ma non ci sono riuscito.

Da quando lei si è stabilita sull'isola le cose hanno iniziato a complicarsi. Vederli sempre insieme faceva male. Le nostre serate sul lanai o al bar a bere una birra e a parlare si erano drasticamente ridotte. Sapere che dopo il lavoro loro due tornavano a casa insieme mi faceva male ogni sera di più. Ma non potevo farci niente. Lei era la sua ragazza, io solo il suo partner.

Ho provato in tutti i modi a non fargli vedere quanto soffrivo. Ho pensato molte volte di ritornare all’ HPD ma sapevo che lui aveva bisogno di me. E non volevo abbandonarlo.

Quindi l'unica cosa che potevo fare era stare lì. A guardarli insieme e a soffrire in silenzio.

L'unica cosa che in quel periodo mi faceva stare bene era la mia Scimmietta. Ma anche con lei dovevo trovare qualsiasi tipo di scuse per non portarla da Steve quando mi chiedeva del suo Zio preferito. Ma non ci riuscivo. Non potevo vederli in casa tutti e due insieme. 

Nei primi mesi, da quando lei si era ritirata dalla Marina, le cose erano andate avanti più o meno come sempre. Continuavo a star male nel vederli insieme la mattina quando arrivavano e lei restava con noi cercando di aiutarci in tutti i modi possibili, fino alla sera quando se ne andavano.

Steve ha continuato a comportarsi come se niente fosse cambiato. Parlavamo, scherzavamo,ci toccavamo, bisticciavamo come una vecchia coppia sposata. A dir la verità nell’ultimo periodo vedevo che c’era qualcosa che lo turbava, ma ogni volta che gli domandavo cosa ci fosse che non andava, distoglieva lo sguardo dal mio e mi diceva che era tutto a posto.

Le cose andavano avanti come sempre. Fin quando non è comparso Billy. Un ex Navy Seal amico di Steve ed ex di Cath. Era venuto all'HQ per salutare Steve e offrire a Cath un lavoro nella sua società privata di sicurezza.

Lei all'inizio tentennó ma Steve la spinse ad accettare. Fui felice di questo perché non sapevo per quanto tempo ancora sarei riuscito ad andare avanti così. Non sapevo se sarei riuscito ad nascondere quello che provavo per lui o la mia gelosia. Ormai era diventato tutto troppo forte e troppo grande. Sapevo che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla. E alla fine ci avrei dovuto fare i conti.

Speravo sempre che il tutto avvenisse il più tardi possibile. Non volevo perderlo, se non potevo averlo come amante, mi sarebbe bastato averlo come amico e partner. Ormai questo era il mantra che mi ripetevo da anni.

Quando lei iniziò a lavorare per Billy io e Steve ritornammo a fermarci dopo il lavoro a casa sua o nel locale dove andavamo sempre.

Una sera mi chiese della mia scimmietta. Gli mancava e voleva sapere quali fossero i nostri programmi per il weekend. Gli dissi che avevo progettato di portarla in spiaggia la mattina seguente. Mi chiese se poteva venire con noi e io accettai. Mi avrebbe evitato di dire un’altra bugia a Grace. Passammo la giornata a divertirci e quell’ombra che vedevo alcune volte negli occhi di Steve quel giorno scomparve. Non gli domandai mai come mai Cath non ci fosse.

Nei giorni seguenti vedevo sempre di più quello sguardo sperduto negli occhi di Steve. Sapevo che c’era qualcosa che non andava. Lo conoscevo meglio di me stesso.

Steve si perdeva sempre più spesso nei suoi pensieri. Pensai che fosse dovuto al fatto che Cath stesse lavorando con il suo ex Billy. Ma non chiesi mai, non volevo sentire Steve ammettere di essere geloso di Billy.

Ma una sera tutto cambiò. Stavamo tornando a casa da un giorno di lavoro noioso. L’accompagnai a casa. Sì, perché riprendemmo l’abitudine che io passavo a prenderlo la mattina e lo riportavo la sera. Ne ero felice.

Quella sera mi fermai fuori casa sua aspettando che lui scendesse e ritornasse da lei. Ma così non fu. Mi invitò ad entrare e bere una birra. Dopo molta insistenza per convincerlo a dirmi cosa stava succedendo mi disse che lui e Cath non stavano più insieme. Che lui era innamorato di un’altra persona. Pensai che il mondo mi fosse crollato addosso. Sapere che lui e lei non stavano più insieme mi fece sentire felice ma quello che disse dopo mi atterrò ancora di più.

Si era innamorato.

Non sapevo cosa fare, cosa dire, potevo sentire il mio cuore accelerare, le lacrime salirmi agli occhi. Non volendo fargli vedere cosa mi stava succedendo mi ero alzato immediatamente ed  avevo cercato di andarmene. Sapevo di non poter più lavorare con lui, sapevo che non sarei più stato in grado di stare al suo fianco o di averlo come amico. Dio… faceva dannatamente male.

Mentre stavo per allontanarmi lo sentii fermarmi, ma non potevo star lì ad ascoltarlo parlare di questa persona di cui si era innamorato. Più cercavo di liberarmi per andare via di lì più lui provava a fermarmi. Fin quando non ce la feci più e restai lì, immobile, con le lacrime che mi scendevano dagli occhi e le braccia di Steve che mi circondavano da dietro.

Non so quanto tempo passò, so solo che mi ritrovai seduto sulla spiaggia con Steve dietro di me che mi teneva ancora abbracciato.

Non sapevo cosa fare. Non volevo dargli spiegazioni, non volevo dirgli il perché di quel pianto. Faceva già troppo male così.

Non appena Steve si rese conto che mi ero calmato, che non piangevo più e che non cercavo di allontanarmi da lui iniziò a parlare della persona di cui si era innamorato, io non poteva fare nulla tranne stare lì ad ascoltarlo.

E poi disse “Sei tu Danny, sei tu quella persona.”

Dopo quella frase mi immobilizzai, non volevo credere a quello che diceva. Me lo dovette ripetere come una litania per minuti. Finché non mi girai con gli occhi colmi di lacrime per guardare nei suoi, per vedere lì la verità.

Era innamorato di me.

Restammo seduti sulla spiaggia per tutta al notte a parlare, a chiarirci.
Gli dissi tutto. La mia sofferenza, la mia rabbia, la mia voglia di stargli vicino nonostante tutto. La mia paura di perderlo.

Lui mi spiegò che quando Cath si era dimessa dalla Marina le cose tra loro erano cambiate. Averla sempre intorno non gli piaceva, non l’amava e ma non voleva farla soffrire così le aveva detto che potevano restare amici, ma senza benefici. Mi disse che lei non l’aveva presa bene, che tutt’ora, dopo averle detto che si era innamorato di me, lei ci provava ancora, cercava sempre di trascorrere del tempo sola con lui.

Passammo la notte a parlare di tutto e di niente.

Ero felice di essere tra le sue braccia, di sentirlo così vicino. Non si staccò mai da me quella notte.

Fu quando mi baciò il collo e mi sussurrò vicino all’orecchio “Ti amo Danny” che mi girai per guardarlo negli occhi, li vidi più sereni che mai, gli posai una mano sulla guancia e mi avvicinai per baciarlo.

Fu la cosa più bella del mondo.

Restammo lì fino al sorgere del sole.

Da quel giorno le cose cambiarono. Ero felice. Potevo stargli vicino sapendo che la mattina ero io la prima cosa che vedeva quando si svegliava e l’ultima prima di addormentarsi.

Ovviamente non fu tutto rose e fiori. Lei c’era sempre.

Riusciva in qualche modo ad intrufolarsi tra di noi.

Sapevo che Steve mi amava, lo vedevo nei suoi occhi, lo sentivo nei suoi baci, mentre facevamo l’amore. Quando mi sfiorava, quando cercava di battibeccare con me. Ma la presenza di Cath portava anche insicurezze, le mie.

Avevo paura che lei potesse fare qualcosa, potesse in qualche modo portarmelo via.

Queste paure si concretizzarono dopo un mese che stavamo insieme, quando arrivò la comunicazione che Steve avrebbe dovuto partire per il suo addestramento di routine.
Lei non perse tempo. Riuscì ad avere due settimane di addestramento nella stessa compagnia di Steve. Sarebbero partiti insieme.

Steve cercò in tutti i modi di tranquillizzarmi. Mi disse milioni di volte che le cose tra loro erano finite. Era me che amava, era con me che voleva stare.

Arrivò il giorno della partenza e l’accompagnai. La vidi subito. Era lì con altri soldati, ma  aspettava sicuramente Steve.

L’accompagnai e restai li con lui fin quando non li chiamarono. Ci salutammo e, mentre Steve raggiungeva gli altri, vidi lei guardarmi e sorridere.
Andai all’HQ sperando che tutto andasse bene.

Steve mi chiamava tutte le sere. Stavamo a telefono per ore. Ci scambiavamo messaggi quando aveva un ‘attimo libero. Finivamo le nostre chiamate con un Ti amo.
Andavo a letto, nel nostro letto, tutte le sere sapendo che lui mi amava.

Finché, per due sere di fila, Steve non si fece sentire. Provai a chiamarlo ma il telefono era sempre irraggiungibile. Ero sempre più ansioso e preoccupato che fosse successo qualcosa.

La terza notte lo chiamai e per fortuna il suo telefono squillò. Dall’altro lato non mi rispose Steve ma Cath.

“Ehy babe.”

“No Danny sono Cath.”

Mi innervosii subito. Perché rispondeva lei al telefono di Steve? Perché Steve non aveva il telefono con sé?.

“Ah ciao Cath, tutto bene?”

Non volevo parlare con lei volevo sentire Steve, sentire da lui cosa stesse succedendo ma non potevo fare il maleducato.

“Si Danny tutto benissimo.”

Sorrideva, potevo sentirlo dalla sua voce.

“Senti mi passi Steve per favore?”.

Non ne potevo più, avevo bisogno di sentire la voce di Steve. Stavo iniziando a preoccuparmi. Non mi piaceva questa situazione.

“Non posso Danny, Steve è sotto la doccia. Gli dico che hai chiamato non appena esce e finiamo di fare quello che stavamo facendo.”

Non mi diede il tempo di chiedere e dire nulla. Attaccò il telefono.

Fu come avere un coltello infilato nel cuore. Non sapevo cosa pensare, la sua voce al telefono era troppo soddisfatta.

Mi mancava il fiato, mi ritrovai seduto sul pavimento appoggiato al muro. Non sentivo nulla, ero come anestetizzato. Appoggiai la testa sulle ginocchia e mi accorsi delle lacrime che mi scendevano dagli occhi.

Restai lì tutta la notte, ma il telefono non squillò mai. Steve non richiamò.

La mattina seguente decisi che dovevo andarmene di lì, da quella casa. Troppi ricordi, troppo dolore.

Mi vestii e andai al HQ. C’erano Chin e Kono ad aspettarmi, non appena mi videro capirono che c’era qualcosa che non andava ma li ignorai e mi chiusi nel mio ufficio. Cercai di focalizzarmi sul lavoro e non pensare a quel buco che avevo nel petto dalla sera prima.

Sapevo che sarebbe successo, mi ripetevo che Steve mi amava ma non serviva a niente.

Fu verso le dodici che mi arrivò la prima telefonata di Steve.

La ignorai. Non volevo sentire le sue scuse. Non volevo cadere in mille pezzi quando cercavo in tutti i modi di restare in piedi.

Ne arrivarono altre 5 cinque di chiamate ma le ignorai tutte.

Dopo cinque minuti entrò Chin nel mio ufficio con il suo cellulare in mano. Capii subito che era Steve al telefono. Ma io non volevo parlarci, non potevo . Dal mio sguardo Chin si rese conto che non era il momento e si inventò che ero andato a pranzo e avevo lasciato il cellulare in ufficio.

Chin non distolse lo sguardo da me anche dopo aver attaccato il telefono.

Quando si sedette e dopo due minuti si presentò anche Kono chiedendomi cosa stesse succedendo crollai.

Kono si precipitò verso di me e mi abbracciò. Chin rimase dov’era, guardandomi con preoccupazione.

Raccontai tutto. Dissi loro che io e Steve stavamo insieme da un mese, gli dissi di quello che Cath cercava di fare, di quella telefonata della notte prima.
Cercarono in tutti i modi di farmi ragionare. Di dirmi che forse era solo una scena che Cath aveva messo in piedi, ma risposi che non era possibile, le camerate degli uomini e delle donne sono dai lati opposti della nave ed essendo Steve un Comandante non doveva condividere la cabina con nessuno e quindi l’unico modo per Cath di entrare nella sua cabina era perché Steve glielo aveva permesso.

Dopo quella discussione passai il resto della giornata a compilare scartoffie, ma sapevo che Chin e Kono mi tenevano d’occhio.

Le telefonate di Steve continuarono per tutto il giorno ed io continuai a non rispondere.

Verso le quattro si fermarono. Ne fui sollevato.

Mentre stavo andando a prendermi un caffè passai davanti all’ufficio di Chin e lui era al telefono. Non ci feci caso finchè non lo sentii parlare di me. Sapevo che c’era Steve dall’altro lato dell’apparecchio. Non mi allontanai dal suo ufficio, restai lì ad ascoltare.

“Steve, forse non ti è chiaro: la tua amichetta Cath ha risposto al tuo telefono ieri sera dicendo a Danny che eri sotto la doccia e che avevi troppo da fare per richiamarlo.”
Non so cosa disse Steve. Ma senti la risposta di Chin.

“Non ne ho idea Steve. So solo che la tua amichetta ha fatto un disastro. Io ti voglio bene brah ma non mi piace vedere Danny così distrutto. Abbiamo cercato di parlargli io e Kono ma non ha funzionato… lo so brah ma non credo di poter fare qualcosa… posso provare ma non sarà facile…. Va bene, va bene tenterò.”

Non rimasi li ad ascoltare, mi voltai e tornai nel mio ufficio.

Restai altre due ore a lavorare sul mio pc.

Verso le sei entrò Chin, chiuse la porta dietro di sè e prese il suo cellulare.

Sapevo cosa stava cercando di fare. Sapevo chi stava chiamando.

Cercai di fermarlo ma non funzionò.

Non appena Steve rispose al telefono Chin mise l’altoparlante ed uscì dal mio ufficio chiudendo la porta a chiave dietro di sè.

Non feci in tempo a fare niente quando sentii la sua voce al telefono.

“Danny…”

Non risposi. Ma Steve non si fermò.

“Danny ti prego lasciami spiegare, non è come credi.”

Non lo feci finire, nonostante sentissi il dolore nella sua voce. Non potevo.

“Per favore, per favore Steve non voglio sentire niente. Te lo chiedo per favore, lasciami stare.”

Non rispose, pensavo che avesse attaccato, ma vidi ancora la telefonata aperta.

Restammo in silenzio per minuti. Poi lo senti parlare di nuovo.

“Ti prego Danny. Ascoltami solo per un attimo.”

Sapevo che non avrei più potuto fermarlo. Non quando sentii la sua voce così disperata. Rimasi in silenzio, lo prese come un sì perché continuò.

“Mi hanno ridato adesso il telefono Danny. L’ho lasciato due giorni fa in mensa, non lo trovavo più. Per questo che non sono riuscito a chiamarti. Ti prego Danny.”

Poteva anche essere vero ma non volevo credergli.

“Credimi Danny non è successo nulla. Ti prego Danny non lasciare che tutto questo finisca. Per favore.”

Non sapevo che fare, che dire, avevo paura.

“Steve…”

“Danny ti prego. Te lo giuro non è successo nulla. Il mio telefono me l’ha restituito il comandante stamattina. Ho controllato le chiamate ma non c’era niente. Ti prego Danny devi credermi.”

Eravamo in due in lacrime, lo sapevo. Lo sentivo nella voce di Steve e sapevo di star piangendo anche io. Volevo credergli, lo volevo disperatamente. Avevo bisogno di credergli.

“Va bene Steve..va bene..”

“Va bene? Ti prego Danny dimmi cos’è successo. Ho bisogno di saperlo.”

Anche se avrebbe fatto male decisi di dirglielo.

“Ti ho chiamato ieri sera. Ero preoccupato perché non ti avevo sentito per due giorni e non rispondevi ai messaggi. Quando lei ha risposto al posto tuo mi ha detto che non potevi venire al telefono perché eri sotto la doccia ed eravate troppo impegnati.”

Lo sentì solo respirare per un minuto.

“Te lo giuro Danny non è successo niente. Credimi. Non ti farei mai una cosa del genere, ti amo troppo. Ma ti giuro che questa situazione finirà.”

Decisi di credergli. Dovevo farlo, il mio era un amore troppo grande.

“Ok babe. Va bene ti credo.”

Mi arresi. Semplicemente mi arresi.

“Ti amo Danny, ora devo andare a sistemare una cosa.”

“Che cosa hai intenzione di fare? Ti prego babe, no, fare niente. Sei in addestramento.”

“Lo so Danny ma questa storia deve finire. Non possiamo continuare così, lei non la smetterà mai e io non voglio che prima o poi torni di nuovo alla carica. Non voglio che tu soffra per colpa sua.”

Non sapevo che dirgli, da un lato ero contento che ponesse fine a questa storia. Non potevo stare sempre sulle spine ogni qualvolta lei fosse nei paraggi. Ma dall’altro avevo paura di cosa sarebbe potuto succedere a Steve.

“Solo promettimi che non ti metterai nei guai. Promettilo babe.”

 “Te lo prometto. Ora devo andare. Ti amo Danny.”

“Ti amo anch’io Steve.”

Chiusi la telefonata ed alzai gli occhi per cercare Chin ma non ce ne fu bisogno, era fermo fuori dal suo ufficio a guardarmi. Si avvicinò, sbloccò la porta, prese il suo telefono e disse solo “Non ti preoccupare brah si sistemerà tutto.”

Quella sera ritornai a casa di Steve, avevo bisogno di dormire. Ma volevo farlo nel suo letto.

Mi misi dalla sua parte e mi addormentai all’istante.

Qualcosa mi svegliò. Un rumore per le scale. Non feci in tempo ad alzarmi dal letto che vidi Steve appoggiato allo stipite della porta, con il borsone in mano. Quando si accorse che ero sveglio lo lasciò cadere e si diresse verso di me sul letto.

Mi alzai di scatto per abbracciarlo. Ci incontrammo a metà strada e ci stringemmo tanto da farci male. Ma non potevo farci niente. Tutti quei giorni di paura si dissolsero quando ci guardammo negli occhi e ci baciammo.

Restammo abbracciati sul letto senza parlare per molto tempo. Alla fine alzai gli occhi per guardarlo.

“Che ci fai qui? Non dovevi restare lì per altri 5 giorni?”

Mi guardò. Mi strinse più forte a sè.

“Sì, ma non potevo restare lì sapendo che tu stavi qui da solo dopo quello che è successo. Mi sei mancato da morire.”

Lo accarezzai e si appoggiò alla mia mano chiudendo gli occhi. Sapevo che quella storia non aveva ferito solo me, ma anche lui.

“Mi sei mancato anche tu babe. Ho avuto paura. Paura che i miei dubbi si fossero avverati.”

“No Danny. Non succederà mai più una cosa del genere. Lei è fuori dalle nostre vite, per sempre questa volta. Non potrà più farci del male. Era mia amica e per questo ho lasciato correre, ma ho capito di aver sbagliato a non fare niente prima. Ma ora è finita.”

Non capivo a cosa si riferisse ma sapevo che in qualche modo doveva aver risolto la cosa.

Non feci domande. L’unica cosa che mi importava in quel momento era che Steve fosse a casa, nel nostro letto, con me.

Mi fece promettere di non dubitare mai di lui. Mi fece promettere di dirgli sempre tutto, anche i miei dubbi, le mie paure. Lo feci, gli promisi che qualunque cosa fosse successa sarei andato prima da lui a parlarne.

Facemmo l’amore quella notte e fu più intenso che mai.

Ci addormentammo come sempre nell’ultimo mese, uno nelle braccia dell’altro.

Da quel giorno in poi non vedemmo ne sentimmo più Cath. Non chiesi mai cosa fosse successo. Non volevo saperlo. L’unica cosa che importava era che Steve fosse con me e che mi amasse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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