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Autore: Wholockedhead    19/01/2014    2 recensioni
Il verde profondo degli occhi di lei fu trafitto dall’intensa sfumatura di marrone di quelli di lui.
-Chi sei tu?!-
-Io sono Il Dottore.-
-Dottore, chi?-
-Dottore e basta.-
-Molto bene Dottore e Basta, io mi chiamo Esperia.-
-Esperia, bel nome…bella stella, ci sono passato vicino una volta, davvero magnifica. -
La ragazza lo guardò perplessa, sapeva che il suo nome era il nome di una stella ma cosa intendeva dire?
ATTENZIONE: se leggete questa storia dovete dimenticare tutto quello che è successo al Dottore dopo aver perso Donna ( la rigenerazione, Amy, Rory, Clara, River, ecc..)
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                             "THE MAN IN THE BLUE BOX THAT COMES AND GOES WITHOUT EVER LEAVING":

                                                   
C’era silenzio, molto silenzio, non si sentiva volare una mosca, l’unico suono era il ticchettio delle lancette dell’orologio appeso in cucina. La finestra era aperta, per via della forte afa che dominava quel giorno. Nel  salotto di quell’ appartamento c’erano due poltrone rivolte verso una televisione che sembrava nuova di zecca e tra quest’ ultima e le poltrone c’era un piccolo tavolino di mogano sul quale era appoggiata una tazza di thè ormai non più caldo. Su una delle due poltroncine era accoccolata una ragazza dai capelli rossi, ricci e straordinariamente lunghi. Il suo viso era rilassato e i suoi profondi occhi verdi erano nascosti dalle palpebre chiuse. Sul grembo aveva appoggiato un libro aperto, con le pagine spiegazzate; Il titolo era coperto dalla sua mano delicatamente appoggiata su di esso; l’altro braccio penzolava giù dal soffice bracciolo della poltrona e le sue gambe erano piegate lateralmente occupando lo spazio restante. Le sue labbra rosse erano semi aperte e si poteva sentire il lieve rumore del suo respiro. Esperia dormiva profondamente e avrebbe continuato, se qualcosa non l’avesse svegliata. Un forte rumore riempì la stanza rimbombando sulle pareti, era un suono sordo che andava e veniva come un respiro affannato. La ragazza si svegliò di soprassalto e balzò in piedi come una molla, si guardò intorno ma non vide niente, non riusciva a capire da dove provenisse quel rumore, si affacciò alla porta della cucina che stava dietro di lei e scrutò ogni angolo di quella stanza quando all’ improvviso il rumore cessò. Esperia si irrigidì tenendo lo sguardo fisso sulla cucina ma con le orecchie ben tese; udì un lieve cigolio provenire da dietro di lei e senza pensarci si girò, nonostante fosse assalita dalla paura. Rimase scioccata nel vedere che nel suo salotto si era appena materializzata una cabina della polizia, di quelle molto vecchie che si usavano un tempo, era di un blu intenso, di un blu speciale. La porta della cabina era semiaperta e lasciava filtrare una luce giallastra. Esperia rimase immobile fissandola con curiosità, aveva la sensazione che anche la cabina stesse fissando lei, quel suo blu acceso, così suggestivo, lo sentiva trapassargli il petto. Ad un tratto sentì un rumore provenire da lì dentro come se qualcuno stesse picchiando su delle grate di ferro; erano passi, dei passi che si avvicinavano sempre di più all’uscita. Esperia indietreggiò fino a raggiungere il bancone della cucina e lo tastò alla ricerca di qualcosa con cui difendersi, sempre tenendo gli occhi fissi sulla porta di quella strana struttura che era comparsa in casa sua. Afferrò il manico di una padella e lo strinse forte. I passi si facevano sempre più vicini fino a quando la porta iniziò ad aprirsi lentamente. Da dietro di essa spuntò un’uomo, aveva i capelli corti, di un castano scuro, tutti spettinati. La sua testa era china e se la teneva tra le mani come se gli dolesse. Portava un trench molto lungo che gli batteva sulle caviglie, calzava un paio di all star e indossava un completo blu. L’uomo avanzava, camminando lentamente, alzò la testa e aprì finalmente gli occhi. Appena si rese conto di dove fosse si fermò di colpo e si guardò intorno spaesato. Si accorse della ragazza solo qualche secondo dopo e il suo sguardo si immobilizzò su di lei; Il verde profondo degli occhi di lei fu trafitto dall’intensa sfumatura di marrone di quelli di lui. Esperia lo guardava impaurita ed incuriosita, fu lui il primo a rompere il silenzio :-E tu chi sei?!- chiese lui chinando lievemente la testa e inarcando un sopracciglio:-Chi sono io?! Chi sei tu, piuttosto!?- chiese la ragazza stringendo ancora più  forte il manico della padella:
-Mi dispiace, l’ho chiesto prima io.-
-Beh se permette, non sono io lo sconosciuto che si è materializzato nel salotto di qualcun altro.-
L’uomo gli rifilò uno sguardo sbieco :-Io sono Il Dottore.- disse
-Dottore, chi?-
-Dottore e basta.-
-Molto bene Dottore e Basta, io mi chiamo Esperia.-
-Esperia, bel nome…bella stella, ci sono passato vicino una volta, davvero magnifica. -
La ragazza lo guardò perplessa, sapeva che il suo nome era il nome di una stella ma cosa intendeva dire?
-Che cosa ci fai qui, come ci sei arrivato, come hai fatto a far entrare quel…coso?!-
- Questa… è una bellissima domanda.-
-E qual è la risposta?-
- Non saprei dirti. In che anno siamo, scusa?-
- N…Nel 2013…-
-Giorno?-
- 29 Luglio.-
Il Dottore si spostò verso la vetrata, scostò leggermente la tenda color panna e guardò fuori. Esperia intanto aveva distrattamente lasciato la presa che aveva sull’impugnatura della pentola e si era sporta per seguire con gli occhi quell’uomo misterioso, che si voltò verso di lei e disse :- E siamo in Irlanda se non vado errato.-
-Sì, è esatto.-
-29 Luglio 2013, Irlanda…Molto male.- Disse distogliendo lo sguardo
da Esperia e guardando nuovamente fuori dalla finestra.
La ragazza fece qualche passo in avanti, con cautela e attirò nuovamente lo sguardo del Dottore che dopo averla fissata ancora per qualche secondo si passò una mano tra i capelli e li strinse facendoli scivolare tra le dita. Si voltò e inizio a camminare nervosamente avanti e indietro, bisbigliando frasi su qualcosa che era andato storto, di qualcosa che aveva sbagliato e che non riusciva a capire, ma la ragazza non riuscì a seguire il discorso. Il Dottore si fermò e, di nuovo, trafisse gli occhi della giovane con lo sguardo. Dopo qualche interminabile secondo posò gli occhi sulle pareti della casa, esaminò tutta la struttura e i mobili ma il suo sguardo sembrava quello di uno che non riusciva a trovare la soluzione di un grosso problema. Alla fine guardò ancora la ragazza e parlò: - Mi dispiace devo andare- la ragazza si imbambolò un secondo ma poi fece alcuni passi verso il Dottore che con uno scatto si diresse verso la sua cabina:
-Dove stai andando?? Aspetta!!- gridò Esperia
Il Dottore però era già entrato e aveva chiuso la porta a chiave e dall’interno della struttura gridò in risposta:- Mi dispiace davvero, dimenticati di me, vivi la tua vita come se non mi avessi mai incontrato, addio.-
La ragazza fece ancora qualche passo verso la cabina ma quando la raggiunse  e allungò la mano per provare a toccarla, quella era gia sparita nel nulla con un rumore sordo: esattamente com’era arrivata, se n’era andata.
 
 
 
La mattina dopo Esperia si svegliò sul tardi, con il sole che le batteva in faccia, guardò la sveglia che aveva sul comodino e lesse l’ora poi si infilò sotto il lenzuolo coprendosi interamente e rimase a crogiolarsi nel letto ancora per un po’. In quel momento ripensò al Dottore, come aveva fatto anche il giorno prima e come avrebbe fatto ancora per molto tempo, perché una volta che incontri Il Dottore la tua vita cambia. Pensò ai suoi occhi  marroni, profondi, li sentiva ancora scivolare dentro di lei, quegli occhi... il suo aspetto dava l’idea di un uomo abbastanza giovane, ma quegli occhi, così stanchi, così…vecchi, le erano rimasti impressi nella mente. Non aveva voglia di alzarsi né di uscire, voleva solo stare a letto e lasciarsi avvolgere dai ricordi di quello strano uomo. L’avrebbe mai rivisto? Avrebbe mai saputo chi fosse veramente? "Addio", le aveva detto. Era una parola inconcepibile, come se all'improvviso le si fosse presentata di fronte a un'eternità vuota, così tangibile da togliere il fiato, e in questa eternità non ci fosse più nemmeno la certezza di uno sguardo amato, a guidarla nei tortuosi labirinti del cuore. Addio, era tanto insostenibile che nell'intimità dei sogni, l'ombra di quello sguardo avrebbe vissuto per sempre.
 
Verso mezzo giorno alla fine decise di alzarsi e di andare a prepararsi qualcosa da mangiare. Aprì il frigo ma non vi trovò gran che quindi si convinse ad uscire a comprare qualcosa. Si fece una doccia veloce, si infilò un paio di shorts, una canottiera, un paio di chipie ed uscì.
 
Esperia aveva appena finito di fare la spesa e si stava incamminando verso casa. Percorse tutto il viale centrale della città e raggiunse lo svincolo che l’avrebbe portata a casa sua. Proprio mentre girava però un uomo vestito di scuro ed incappucciato le passò di fianco e la urtò tirandogli una forte spallata. Esperia senti una forte scossa :-Ahi!!- disse con tono arrabbiato ma l’uomo se n’era gia andato. Era abituata alle persone che la urtavano, capitava spesso, ma quella volta le aveva fatto proprio male. Si strinse la parte dolorante con una mano e riprese a camminare.
Arrivò a casa e mise a posto la spesa, poi andò allo specchio e si guardò la spalla. Rimase piuttosto stupefatta: certo aveva ricevuto un colpo più forte del solito ma non pensava fino a tal punto; si era formato all’attaccatura del suo braccio un grosso livido viola, molto gonfio, che le procurava parecchio dolore. Ci mise sopra un po’ di crema e lo fasciò sperando che alleviasse il malessere.
Il resto della giornata trascorse lentamente. Si preparò del thè caldo e si mise a leggere sulla sua poltroncina ma leggere non la distraeva abbastanza. Cercava di smettere di pensare al Dottore ma non ci riusciva. Provò a guardare un film il che riuscì a farle pensare ad altro per un po', ma una volta finito si trovò nella situazione iniziale. Si fece dell’altro thè, questa volta freddo, e accese la TV. Tutto ciò che trovò fu un documentario noioso su gli animali e quindi si addormentò ben presto;
 
                                            
 
 

*********************************************************************************************************************************************************** Ciao a tutti :) Se state leggendo vi ringrazio davvero tanto, è la prima storia che pubblico e spero davvero che vi piaccia, spero di non aver fatto confusione e di aver attirato la vostra attenzione, purtroppo in questo capitolo non succede gran che ma prometto che nel prossimo movimenterò un po' la storia. Grazie mille ancora se state leggendo, e dato che è la mia prima esperienza spero che mi facciate sapere cosa ne pensate, i vostri giudizi sono davvero preziosi! Baci <3
  
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