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Autore: books addicted    19/01/2014    1 recensioni
Ho da poco finito di rileggere l'ultimo libro della saga e non ho potuto fare a meno di scrivere questa piccola one-shot. E' scritta in prima persona da Alec ed è ambientata subito dopo la sua rottura con Magnus. Mi è pianto il cuore a scriverla çç. Spero davvero che vi piaccia c:
Buona lettura. Lasciate una recensione se vi va!
"La voce di Magnus continuava a rimbombarmi dentro. Sentivo ancora il suo respiro, le sue labbra morbide sulle mie.
E il suo ricordo mi stava semplicemente uccidendo. [...]"
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Aku cinta kamu
[...]
-Vuol dire "ti amo". Non che cambi qualcosa.
-Ma se mi ami...
-Certo che ti amo. Più di quanto pensassi. Ma è finita comunque.

{Shadowhunters – City of Lost Souls}



La voce di Magnus continuava a rimbombarmi dentro. Sentivo ancora il suo respiro, le sue labbra morbide sulle mie.
E il suo ricordo mi stava semplicemente uccidendo.
Tornai all'Istituto di corsa, desideroso di potermi sfogare liberamente. Volevo soltanto piangere, o arrabbiarmi. O entrambe le cose.
E invece non feci niente di tutto questo.
Non appena varcai la soglia tutti mi sommersero di domande chiedendomi dove fossi stato e cosa avessi fatto. Jace era l’unico che poteva sentire cosa stavo provando. L’unico che potesse leggere i miei occhi e il mio cuore e capire cosa fosse successo.
Ma non disse nulla. Mi osservò sospettoso e il suo sguardo interrogativo sembrò trapassarmi.
Scossi la testa e aprii bocca soltanto per annunciare che Camille era stata uccisa da Maureen. E gli altri notarono il disprezzo con cui pronunciai il suo nome, ma soprattutto l’amara gioia nel dire che Camille era morta.
Lei che aveva reso quelle ultime settimane un inferno per la mia testa.
Lei che era stata la causa di tutto.
La odiavo.
Ma c'era qualcun'altro che odiavo di più. E di certo non era Magnus, lui era l'unico che non aveva colpa. Lui era l’unico che non aveva mai fatto nulla per tradire la mia fiducia.
Odiavo me stesso.
Mi odiavo per non essermi fidato, per aver tradito Magnus in questo modo-lui che c'era sempre stato e mi aveva sempre amato-, per avergli fatto del male.
Per aver cercato di ucciderlo. Perché era questo che avevo fatto. Tentato di ucciderlo.
Superai la mia famiglia e le loro inutili chiacchiere su Sebastian e le sue manie omicida e mi chiusi immediatamente nella mia stanza.
E non feci altro che rimanere lì sdraiato.
Non so per quanto tempo rimasi a fissare il soffitto della mia camera. Non so quanto tempo passò dall'ultima volta che uscii da lì.
Probabilmente giorni.
Era venuto Jace per chiedermi di allenarsi con lui.
Era venuta Izzy, ogni giorno, per dirmi che la cena era pronta.
Era venuta mia madre per parlare con me.
Perfino Church aveva raschiato contro la mia porta.
E io ero rimasto semplicemente lì. 
Impotente.
Distrutto.
Vuoto. Completamente vuoto.
Perché, Magnus? Perché?
Continuavo a chiedermelo e la risposta era sempre e solo una. Ero consapevole che fosse colpa mia, ma non lo volevo accettare. Avrei voluto solo correre tra le sue braccia e sentirmi di nuovo protetto. Al sicuro. A casa. Avrei voluto potergli chiedere scusa, chiedergli di non lasciarmi così. Avrei voluto poterlo baciare ancora una volta e sentire il suo profumo di sandalo.
Aku cinta kamu, Magnus.
I pensieri si intricavano nella mia testa e non riuscivo a formarne uno coerente.
C'era dolore e non sapevo come farlo andare via. Probabilmente non volevo, lo consideravo una sorta di pena da scontare per ciò che avevo fatto.
Magnus, perdonami.
Non ero pronto a tutto questo.
Il senso di colpa mi bruciava dentro, come un fuoco. Non riuscivo a pensare, a piangere, ad arrabbiarmi. 
Solo stare lì. 
Bussarono nuovamente alla porta e distolsero la mia attenzione dal corso confuso dei pensieri.
- Alec?-domandò un'esile voce-sono Iz. Posso entrare?
Sospirai. Non ora, sorellina.
- Iz, ti prego. Lasciami in pace. Non mi importa che Sebastian sta arrivando per distruggere il mondo-dissi con risolutezza- per quanto mi riguarda potrebbe appiccare fuoco all'intera città.
Mi girai su un fianco, voltando le spalle alla porta.
- Alec non si tratta di Sebastian -rispose- per favore, fammi entrare. Devo parlarti.
Rimasi fermo, immobile come una statua.
-Sono sola- aggiunse scocciata- ora apri questa fottuta porta prima di farmi applicare una runa di apertura.
Per la prima volta in quei giorni qualcuno riuscì a strapparmi un sorriso e mi alzai scuotendo la testa. Mia sorella era impossibile. Sarebbe riuscita ad ottenere la luna se l'avesse desiderata. Era inarrestabile, come un uragano.
Feci scattare la serratura della porta e la aprii. Izzy entrò timorosa, i capelli erano legati in un'alta coda, gli occhi guardarono la stanza circospetti.
-Siamo sicuri che sia la camera di Alexander Gideon Lightwood?- chiese storcendo il naso.
Le mie cose erano sparse nella stanza e non più ordinate negli armadi e sugli scaffali di casa di Magnus. Il cuore si strinse in una morsa.
-Iz sei entrata? Ora non rompere e lasciami in pace.
Andai di nuovo a sedermi sul letto prendendomi la testa tra le mani. Le lacrime arrivarono velocemente e mi riempirono gli occhi.
Non avrei dovuto farla entrare.
Cercai di ricacciarle indietro ma una mi scivolò sulla guancia e a mia sorella non sfuggì.
- Alec, mi puoi dire cosa è successo?- chiese sedendosi sul bordo del letto, a qualche centimetro da me.
Non appena pose la domanda compresi quanto avessi bisogno di parlarne con qualcuno. No, non con qualcuno. 
Con mia sorella. Con Izzy.
-Io e Magnus –sussurrai- ecco noi abbiamo..
La mia voce si incrinò pericolosamente e se avessi pronunciato quella parola ero sicuro non sarei riuscito a cacciare dietro le lacrime.
Gli occhi di Isabelle si spalancarono.
- Alec.. Oh Raziel - mormorò.
Improvvisamente mi abbracciò e senza nemmeno accorgermene mi ritrovai con le lacrime che scorrevano inesorabilmente sul mio volto appoggiato alla spalla di Izzy.
Dicono che piangere faccia bene.
Ma non è vero.
Serve solo a far stare peggio. A buttare via il dolore e farne crescere altro dentro, ancora più forte e travolgente.
-Perché, Alec? Cos'è successo?- la sua voce era dolce e cercava di rassicurarmi.
Ma l'unica persona che poteva farlo era stata molto chiara sul fatto di non voler rivedermi.
Mi alzai dal letto, passando una mano sugli occhi per asciugarmi.
E mi avvicinai all'enorme finestrone con le mani in tasca.
Già, Alec. Cos'è successo?
-Se non ti va di parlare, me ne vado, davvero. Non c'è bisogno che stia qui a scocciarti.
Fece per alzarsi e io iniziai a parlare.
-Ho fatto un casino, Iz. Io..ero arrabbiato e probabilmente deluso dal fatto che non riuscisse ad aprirsi con me. Io gli dicevo ogni cosa, ero un libro aperto per lui. Invece Magnus era un libro indecifrabile. Non raccontava nulla del suo passato. Non so nemmeno chi fosse suo padre. Mi sentivo tradito. Ha una vita intera che per me è inconoscibile. Ero geloso. E..ho fatto la cosa più stupida che potessi fare..
Le ultima parole le pronunciai con un fil di voce.
Non ci riesco, Magnus. Ti prego.
-Cosa hai fatto, Alec?- si alzò e si avvicinò a me.
-Ho iniziato a incontrare Camille e lei mi disse che conosceva un modo per togliere l'immortalità a Magnus.
Lo avevo detto ormai. E la vergogna che provai fu incolmabile.
Lo hai fatto davvero, Alec?
-Per l'Angelo Alec! Ma sei impazzito?- domandò con voce alterata.
Non di nuovo. Non dirmelo anche tu, Izzy.
Il senso di colpa tornò prepotente e si insinuò di nuovo nella mia testa.
Cosa ho fatto?
- Izzy, ho sbagliato, lo so. Sono stato un idiota-la voce si incrinò- ma te lo giuro, ho subito rifiutato. Non avrei mai tolto l'immortalità a Magnus. Non avrei mai potuto, Iz. Mai.
Lei rimase per qualche minuto in silenzio, fissando i grattacieli di New York.
Probabilmente anche lei adesso mi considerava un mostro. E forse lo ero sul serio.
-Mi dispiace davvero tanto, Alec. Credevo che voi due sareste..insomma..- disse a bassa voce-Vuoi che vada a parlargli, Alec?
-No, Isabelle. Non devi fare nulla. È finita ormai.
Già è finita.
Dirlo mi ha fatto acquistare la consapevolezza che è finita davvero. Che Magnus non vuole più rivedermi. Che probabilmente mi sta odiando per quello che gli ho fatto. Che non posso fare altro.
Mi sentii svuotato del tutto.
Un freddo improvviso si impossessò di me.
-Allora io vado, ti lascio un po’solo. La cena è pronta tra un po’- sussurrò, avvicinandosi verso la porta.
Abbozzai un sorriso. –Grazie Izzy.
Annuì impercettibilmente e si chiuse la porta alle sue spalle.
Un’ultima lacrima scivolò sul viso.                     
Aku cinta kamu.

 



Nda;
Salve popolo di Efp! E' da un secolo che non pubblico una mia storia e ho il computer invaso da ff da pubblicare quando ne avrò il coraggio. E' la prima volta che scrivo in questo fandom, ma lo adoro da sempre e da sempre adoro la Malec. Odio la Clare per averli separati e volevo provare ad entrare nel personaggio di Alec, nonostante sia stato difficilissimo scrivere dal suo punto di vista. Fatemi sapere se vi è piaciuta, mi piacerebbe molto avere un vostro parere specialmente se è per migliorare o correggere eventuali errori. (vi sto elemosinando una recensione lol *si ritira disperata*)
Grazie a tutti <3.
  
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