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Autore: Scarl_Bloom 94    19/01/2014    3 recensioni
Tre ragazze, due sorelle e loro cugina, stanche di vivere la loro vita, di vivere nel loro paese, decidono di scappare via, lasciando solo una lettera ai propri genitori. Tre ragazze pazze fino al midollo, si ritroveranno da sole in una grande città come New York. E qui il caso vuole che una di loro incontri l'amore della sua vita e viva una storia d'amore per niente normale. Amori, disastri, guai e situazioni comiche staranno alla base di questa pazza storia.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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This crazy love
 
 

 
 Capitolo 1 - Verso qualcosa di speciale
 

Vi siete mai trovati nella situazione in cui siete stufi di vivere la vostra vita? In cui tutto va male, niente va per il verso giusto?
Ecco, è da qui che inizierà un vera e propria fuga dalla  vita…
 
 
Mi sono laureata in scienze delle comunicazione quest’anno. Non trovo uno straccio di lavoro, dovrei continuare con la specializzazione ma ho l’autostima sotto ai piedi. A quasi 23 anni mi sento una fallita. Mia sorella, Ilaria, ha appena preso la maturità e non sa cosa scegliere ancora, mi sembra piuttosto demoralizzata e ha perfettamente ragione. In un paese come l’Italia oltretutto.
 
Ila : Oh senti, basta ho deciso! Mi prendo un anno sabatico!
 
Io : Cheee? Ma sei ammattita? Guarda, dopo che finisci l’università ne avrai a non finire di anni sabatici
 
Ila :  *ride* Appunto, come te!
 
Io : Grazie, avevo proprio bisogno del tuo ottimismo, sorella!
 
Ila : Vado a fare la comica a colorado! Tu dici che mi prendono?
 
Io : Ehm, Ehm ceeeerto, ti esce così tanto bene fare la pagliaccia! Magari a Pintus serve una partner, che so!   *rido*
 
Ila : Rosssssita, assaggia il mio plunkake!   *ride come una psicopatica*
 
 
E’ talmente idiota, ma mi fa morir dal ridere. L’estate è finita ormai, settembre è arrivato e non sappiamo cosa accidenti ne sarà delle nostre vite. Buio totale.
Ecco che all’improvviso la porta della nostra camera si apre, ed entra nostra cugina, Carmen. Sbatte la porta ripetutamente come un toro imbestialito. Questa ragazza ha dei seri problemi psicologici, l’ho sempre detto. E per di più è andata a iscriversi a matematica, ma cioè io dico, già sei psicopatica di tuo, poi vai a scegliere anche una facoltà così da schizofrenici, come puoi non diventare in questo modo? E’ impossibile evitarlo.
 
Io : Che caa*** ti prende?
 
Carmen : L’esame del cavolo!! Non sono riuscita a superarlo!!
 
Ila : Ahhh e mi hai fatto venire un colpo per niente! Ma prenditi una camomilla e rilassati
 
Carmen : Mi sono rotta i coglioni! Basta, io mollo!
 
Io : certo che oggi sprizziamo gioia da tutti i pori eh
 
Ilaria rovista nei cassetti alla ricerca di non so cosa. Nemmeno lei è tanto normale psicologicamente. Dal nulla si alza e va a fare cose incomprensibili. Ed ecco che ne combina un’altra delle sue. Nella ricerca butta giù delle cartelle, dei fogli e documenti vari. Ha combinato un disastro quella disagiata.
 
Io : ma che stai cercando??
 
Ilaria : I miei risparmi!!
 
Io : E per fare cosa?
 
Ila : scappare via da questo mondo! Me ne vado su Marte!
 
Carmen : Vengo con te!
 
Io : E si certo, io me ne vado su Giove, ma la smettete?
 
Mi inginocchio e mi metto a raccogliere tutto quel casino che mia sorella aveva combinato. Apro una cartella, non ricordando cosa ci fosse dentro. L’elastico non vuole venire e tiro con tutta la mia forza. Il risultato? Migliaia di poster di Orlando Bloom sono sparsi per tutta la stanza. Certo che delle imbranate come lo siamo noi, non si trovano da nessuna parte.
 
Ila : Nuoooo, te lo ricordi? Eri psicopaticamente innamorata di quest’uomooo!
 
Carmen : Mi vengono i brividi solo a ricordare quei tuoi momenti di follia!  
 
Ila : E hai scritto pure una Fan Fiction su di lui! Ricordi?? Oh Diooo! C’eravamo pure noi! Quanto tempo…
 
Io : Infatti, è passato del tempo. Se dovessi incontrarlo non avrebbe più nessun effetto su di me..
 
Ila : Seee, come minimo muori!  *ride*
 
Io : No, adesso sono una donna adulta, responsabile, e ragionevole..
 
Le due coglione mi guardano per dieci, quindici secondi e poi scoppiano a ridermi in faccia. Come le Iene de Il Re Leone. Sono uguali a quegli animali insopportabili. Per non parlare poi delle loro risate sguaiate. Ma io stavo parlando seriamente. Okay, ero innamorata pazza di Orlando Bloom però le cose cambiano, giusto? Se dovessi incontrarlo magari gli chiederei un autografo o di fare una foto insieme. Almeno credo. Di certo non avrei perso le mie facoltà cognitive.
 
E’ sabato sera, e come sempre, ci aspetta la cena di famiglia. Non siamo dell’umore adatto. Per non parlare dei nostri fratelli che ci stuzzicano in continuazione. Sono sopportabili i fratelli, è un dato di fatto.  Carmen ha un fratello piccolo, una peste indomabile. Io e Ilaria abbiamo tre fratelli. Si, soffriamo terribilmente ogni giorno. Siamo continuamente vittime dei loro scherzetti senza senso, delle loro trovate ridicole, delle loro battaglie di wrestling, come vittime sacrificali ovviamente, e di quanto altro.
 
*VOGLIO FUGGIRE DA QUI!!!*
 
Quella sera giusto appunto, Ferdinando e Davide, i nostri fratelli più piccoli, cominciano a rincorrersi intorno al tavolo. Alla corsa senza senso si aggiunge anche Simone, l’altra piccola peste, e la cucina diventa un vero e proprio manicomio. Le nostre madri iniziano urlare implorandoli di fermarsi anche perché stavano cucinando e tutto quel cibo avrebbe fatto sicuramente una brutta fine. Durante la corsa si buttano addosso a noi tre povere vittime della società. Urliamo anche noi, sfinite psicologicamente e fisicamente. I tre bambini ci prendono di mira e ci assalgono, urlando “ Banzaaaai”. Ci prendono a botte di cuscini. Stiamo per essere uccise da tre bambini, da non credere. Ilaria ha tutti i capelli davanti, non riesce a vedere niente, sembra Samara di The Ring. Agita le mani in convulsamente, cercando di afferrare le piccole pesti. Carmen invece se la fa urlando come una gazzella scuotendo sia braccia che gambe. Io sono l’unica a restare impassibile a quella specie di tortura, a cui, ormai sono abituata purtroppo.
Quando finiscono il loro gioco, siamo mezze stordite. I nostri capelli non hanno più un senso. Restiamo sul divano incapaci di intendere e di volere mentre diciamo cose senza senso.  In quel momento entra Giuseppe, nostro fratello maggiore. E vedendoci in quello stato butta una battuta delle sue.
 
Giuseppe :  Sembrate delle drogate, alcolizzate, quarant’enni sull’orlo di una crisi di nervi  *ride*
 
Tutte e tre : Fanculo!
 
La cena finalmente inizia. I nostri padri non fanno che bere vino e dire cazzate. E’ il loro sport preferito. Noi preferiamo ubriacarci con coca cola e aranciata. Io soprattutto, quando bevo coca cola non la smetto un attimo di ridere e di dire cazzate a non finire. Ci manca poco che mi ubriaco anche con l’acqua. 
Le tre piccole pesti ritornano all’opera. Si lanciano molliche di pane da una parte all’altra del tavolo. E ovviamente non perdono l’occasione di buttarceli sui capelli. Cominciamo a sbraitare e a sbattere la testa da una parte all’altra per togliere le molliche. Ilaria sembra Simba, Carmen si scuote tutta come se avesse addosso i pidocchi, e io mi gratto tutta la testa come una vecchia zozzona. Aiutateci, ve ne preghiamo.
Come se non bastasse, Ferdinando, prende la bottiglia di coca cola, la sguazza e gliela lancia a Davide. Il coglione non la prende in tempo e la bottiglia esplode al centro del tavolo bagnando noi tre povere vittime della vita. Questo è ingiusto, è malvagio, ed è insopportabile.
Urliamo come se non ci fosse un domani mentre le tre piccole pesti  si sbellicano dalle risate. Si stanno divertendo un mondo. Credo che dopo tutte quelle torture, non sembriamo nemmeno degli esseri umani.
 
Ci alziamo da tavola distrutte e depresse. Corriamo subito a pulirci e ci rinchiudiamo nella nostra camera. Carmen quella sera sarebbe rimasta a dormire da noi, come ogni sabato. Di solito ci mettevamo sul letto tutte e tre e ci raccontavamo storie di paura, e io urlavo come sempre, vista la mia acuta coglionaggine, mentre le altre due si divertivano un mondo a prendermi in giro. Questa sera però siamo demoralizzate al massimo. Che schifo di vita.
Apro la porta con l’intenzione di andare a prendere un so nemmeno io che cosa. All’improvviso mi viene un’idea per la testa. Richiudo la porta sbattendola e mi volto verso le altre due. Ilaria e Carmen mi guardano scioccate. Devo avere una brutta espressione.
 
Ila : Sembri una maniaca sessuale, cosa vuoi fare delle nostre povere vite???!
 
Carmen : Aaaaaah!!! Vade retro Satana!!
 
Io : Fuggiamo!
 
Tutte e due : Coooosa???
 
Io : Avete capito bene! Andiamocene via da qui! Siamo tutte e tre maggiorenni ! Possiamo farlo!
 
Non so nemmeno io quello che sto dicendo, ma lo dico ugualmente. Scappare via da qui. Per quanto folle e assurda sembra essere questa idea, è proprio quello di cui abbiamo bisogno. Non so dove voglio andare, l’importante e scappare via da questo paese, da questa casa.
 
Ila : Io ci sto, caa****!!!!    *si alza puntando una mano in alto*
 
Carmen : E anch’io!!!! * si alza anche lei*
 
Io : Bene. E’ una cazzata assurdissima, ma la voglio fare!!!
 
Ila : E dove andiamo??
 
Carmen : A New York!!!
 
Io : A New York, siii!!!... a… New York?? Perchè New York?
 
Ila : Siii, alla grande mela!!!
 
Carmen : E’ deciso! Andiamo proprio lì!!! …
 
Io : No… ecco io.. a New York.. cioè.. non saprei… è… cioè… boh…
 
Ila : non rompere il ca***!!! Andiamo lì e non si discute!
 
Annuisco intimidita. Sono entrambe euforiche mentre la mia convinzione di fare quella assurdità sta piano piano scomparendo. Ma sono idiota? E adesso? No cioè, scappare di casa per andare dove? Con quali soldi? Ma che mi sono bevuta??!
E mentre pensavo a tutto questo, Carmen e Ilaria stanno di già su internet a comprare i biglietti dell’aereo. Le uccido. Le massacro. Le squarto.
 
Carmen : Ragazze, cambiamoci d’identità, così non ci possono trovare!
 
Io :  Cheeee????
 
Ila : Sisisisisis! Vai, chiama coso là! Quel tuo amico che fa ste cose! Muoviti!
 
Io : Nuoooo, ma vi siete bevute il cervello???! Che state facendo???!
 
Carmen prende il telefono e fa in quattro e quattr’otto il numero di non so chi. La situazione mi sta scivolando dalle mani. Sono in preda a un delirio di queste due psicopatiche, è il bello è che il delirio l’ho creato io. Benissimo.
 
Carmen : Oh, Alessandro! Dovresti farmi un favore…
 
Resto ad ascoltare quello che dice a questo povero ragazzo. Non credo alle mie orecchie, sta parlando di carte d’identità, di nomi falsi, e di altre cose orripilanti. Dopo circa un cinque minuti si rivolge a me e a Ila chiedendoci quale nome vogliamo.
 
Ila : Io Annie! Wow, un nome decente finalmenteee!
 
Carmen : Tu, Ross??? Che nomi vuoi?
 
Io : … Non lo so, cioè, che nome voglio?
 
Carmen : vabbè, mettigli Rachel, suvvia!
 
Mi sto sentendo male. Queste psicopatiche mi stanno cambiando l’identità. Sono sconvolta, ma ma perché???  Dopo poco chiude la telefonata e insieme all’altra deficiente cominciano ad aprire armadi e mettere cose nelle borse. Guardo il tutto con incredulità.
 
Carmen : mettiamo poche cose, il necessario, poi compriamo il resto lì!
 
Ila : Sisisi! Ross, scrivi la lettera per i nostri genitori, forza!
 
Ho ancora gli occhi nel vuoto. Prendo un foglio e una penna e inizio a scrivere delle cose tragiche al massimo.
 
 
Cari genitori…
Chi vi scrivono sono quelle psicopatiche di Ilaria e Carmen, che hanno avuto la brillante idea, anzi no, quella l’ha avuta Rossella, di fuggire e andare a vivere.. no non ve lo posso dire dove, perché sennò non sarebbe una fuga come si deve. E quindi vi chiediamo gentilmente di non cercarci perché staremo bene, siamo psicologicamente andate, si, ma staremo bene. Torneremo presto, non vi preoccupate. Abbiamo solo bisogno di trovare il nostro posto nel mondo.
 
Arrivederci
Rossella, Carmen e Ilaria
 
 
Do la lettera alle due e scoppiano subito a ridere.
 
Ila : Il nostro posto nel mondo, muoro *ride*
 
Carmen : Vabbene non c’è tempo per cambiarla, susususu! Appena tutti si addormentano, ce la diamo a gambe! Ok?
 
Ila : A che ora è il volo?
 
Carmen : Alle 2 : 00 , tu cerca un Hotel in cui potremmo stare per i primi giorni!
 
Io : Questa storia è assurda. Sto per sentirmi male. Di avere un infarto. Sto morendo, me lo sento. E’ tutta colpa mia, voglio crepare, schiattare. Andremo sicuramente a fare la barbone nei parchi di New York. Ne sono sicura. Moriremo di freddo, dormiremo sulle panchine, circondate da migliaia di piccioni.
 
Uno schiaffo da parte di Ilaria, un altro da parte di Carmen, e ritorno subito in me stessa.
 
 
Appena tutti vanno nel mondo dei sogni, in punta di piedi usciamo di casa. Prendiamo la macchina di Carmen, perché io sono completamente incapace di poter guidare e ci avviamo all’aereoporto.
Stiamo facendo una cazzata, ne sono sempre più sicura.
 
Arriviamo in tempo per prendere l’aereo. Ad un passo da salirci sopra mi blocco. No, ma che ca*** stiamo facendo???! No, no, no, no! Questo è assurdo! Fatemi tornare a casa mia! Dalla mia mamma, da mio padre, dai miei fratellini torturatori, dall’altro fratello idiota e da tutti i parenti fastidiosi e insopportabilI!!!
 
La mia opposizione è inutile, le due mi trascinano sull’aereo. La hostess ci guarda sconvolta. Sembra un rapimento da come mi agito. Una volta aver preso posto, guardo le due deficienti e vedo sul loro volto un sorriso alla Joker, da ebeti, e da deficienti. Appena l’aereo decolla, ci rendiamo conto che stiamo per partire, che stiamo fuggendo da casa nostra. Ci guardiamo in faccia per qualche secondo e…
 
Ila : che ca**** stiamo facendo????? Voglio scendereeee!!!
 
Carmen  : Anch’ioooooo! Voglio andare a casa mia!!!!
 
Io : Ecco, lo sapevo io che prima o poi l’euforia folgorante sarebbe finita!
 
 
Passiamo l’intero viaggio a piangerci addosso. Tiriamo fuori fazzoletti da ogni tasca e guardiamo fuori dal finestrino col cuore a pezzi. Possiamo essere più cretine??
Riusciamo, per fortuna, ad addormentarci. Appena mi sveglio, mi stiracchio, gemendo, come ogni mattina. E con mio grande stupore e rammarico, non sono nel mio letto, ma su un sedile di un aereo. I passeggeri stanno scendendo e la hostess ci guarda ancora sconvolta, non sapendo come comportarsi. Decido di svegliare anche le altre due.
 
Ila : Si, mamma, un attimo… cinque minuti ancora!
 
Carmen : E’ presto ancora, dai, mamma, ho sonnnnno.. *sbadiglia*
 
Dopo cinquantamila richiami decido di mollargli uno schiaffo ad entrambe. Finalmente si svegliano e capiscono che siamo ancora dentro alla cazzata di ieri sera. No, purtroppo non era un incubo. Scendiamo dall’aereo e ci sentiamo come dei topi in gabbia.
 
Ila : E adesso? Dove andiamo?
 
Io : A cominciare a fare le barbone!
 
Carmen : Andiamo in Hotel, su, fin quando ci bastano i soldi e dopo cercheremo un lavoro
 
Io : Oh ceeerto, come se sia facile trovare un lavoro! Oh sant’iddio, ma perché non vi ho fermate?? Perché???
 
Riusciamo a salire su un taxy, dopo due ore ad aspettarne uno. Ci facciamo portare all’Hotel che avevamo visto su internet.  Per fortuna ci sono ancora stanze libere. Ci rinchiudiamo nella nostra camera e continuiamo a piangerci addosso.
 
Io: Ohhh e va bene! Abbiamo fatto sta cazzata! Adesso prendiamoci le nostre responsabilità! Siamo qui, a New York, cerchiamo un qualcosa, un lavoro, un appartamento, e se i soldi finiscono prima se ne torniamo a casa, ok?
 
Le due annuiscono poco convinte. A dire il vero sono poco convinta delle mie stesse parole anche io.
 
Passano due giorni e non riusciamo a trovare un bel niente. La speranza è andata a farsi fottere. Siamo delle emerite imbecilli. Fuggire come se niente fosse e sperare di riuscire a cavarsela senza problemi, siamo delle folli.
Al terzo giorno siamo nelle mani del Signore. Io e Carmen siamo da sole nella stanza d’albergo. Non sappiamo dove sia finita Ilaria. Ad un certo punto sentiamo la porta della nostra camera aprirsi e sbattere violentemente contro il muro.
 
Ila : Dio esisteee!!!!
 
Io : che ti prende??
 
Ila : Sotto, ho trovato un annuncio! Stanno cercando una cuoca, una babysitter e una che faccia pulizieee!!!
 
Carmen : E a casa di chi?????
 
Ila : veramente non lo so, non l’ho letto  *si gratta la testa*  Però ho preso l’indirizzo, su, ragazze, andiamo! Cosa aspettiamo???!
 
Io : Beh, che abbiamo da perdere, dopotutto?
 
Ci mettiamo il cappotto e usciamo dall’albergo. L’abitazione in questione non è lontana, per fortuna. Inutile dire che ci perdiamo un infinità di volte e alla fine dopo aver chiesto mille indicazioni, riusciamo ad arrivare al quartiere giusto. La casa deve essere una di queste cinque. Per fortuna c’è il numero civico e riusciamo a trovarla.
 
Carmen : Allora, d’ora in poi saremo solo Annie, Carol e Rachel, ok??
 
Io : Io sono Rachel?
 
Ila : Si! E io sono Annie, e Carmen è Carol! Per favore, d’ora in poi chiamiamoci così sennò mi confondo!!
 
Decidiamo di suonare al campanello. Dalla casa esce come una furia una donna di colore, sulla cinquantina. Apre il cancello, sembra essere di fretta. Ci chiede cosa vogliamo e noi rispondiamo che siamo venute per quel posto di lavoro. La donna ci guarda sospettosa. Dopo un paio di secondi, in cui non sappiamo se ci caccerà a calci nel sedere o chiamerà la polizia, decide finalmente di farci entra dentro casa. Come abbiamo notato prima, è di fretta ed esce di casa, dicendoci che sarebbe tornata presto e di non fare danni. In più ci chiede di cucinare, di badare al bambino e di mettere a posto qualcosa.
 
Okay, siamo in casa di non so chi, da sole, a fare non so che cosa. Ci guardiamo un attimo interdette. Poi decidiamo di prendere in mano la situazione. Dopotutto abbiamo fortunatamente trovato un lavoro.
 
Annie : Io cucino!!
 
Carol : Io faccio le pulizie!!
 
Io : E certo, il bambino a me, non è vero?? Questa me la pagate!
 
 
Le due evaporano , una verso la cucina e l’altra verso non sa nemmeno lei dove. E io mi accingo ad andare a cercare il benedetto bambino, sperando con tutta me stessa con sia una peste come i miei fratelli. Durante la ricerca comincio a borbottare sull’assurdità di quella situazione, sulla nostra immensa coglionaggine e sui guai in cui ci cacceremo sicuramente.
 
Io : Bambino, sei qui??
 
Entro in una cameretta piena di giochi e BUM! Mi arriva un qualcosa dritto in faccia. E’ un peluche, fortunatamente non mi ha uccisa. Il bambino è sicuramente in questa stanza, non ci sono dubbi. Per mezz’ora lo cerco mentre continua a tirarmi pupazzi da non so dove. Sono esasperata, questo bambino si sta prendendo gioco di me.
 
Io : E dai, piccolo, io cioè, dovrei essere la tua nuova Babysitter, dobbiamo andare d’accordo!
 
Niente, non ne vuole di che sapere di me. Sbuffo e decido di tornare di sotto. Scendo le scale e vedo Carol con un secchio d’acqua e uno straccio sulle spalle. La chiamo e si spaventa facendo cadere il secchio a terra. Mi metto la mano sul viso esasperata. La deficiente scivola e corro subito ad afferrarla prima che si rompa qualche osso.  Il tappeto del salotto è fradicio, stiamo già combinando dei guai. La vecchia signora ci ucciderà al suo ritorno, me lo sento.
Fortunatamente riesco ad afferrare Carmen, ehm, cioè Carol. Non riesco a mantenere l’equilibrio e scivoliamo entrambe sull’acqua. Sembra una puntata di “Notte sul ghiaccio”. Finiamo a terra come a delle deficienti. E a quel punto sentiamo un cattivo odore provenire dalla cucina. Ci alziamo e vediamo del fumo uscire dalla suddetta stanza. Mi metto le mani ai capelli e corro subito da quell’idiota di mia sorella, seguita dall’altra deficiente.
 
Annie : Ohhh guardateee, ho combinato un disastroooo!
 
Io : Vai a prendere dell’acquaaaa! Muovitiiiii!
 
Carol torna di là per riempire il secchio d’acqua. La cucina sta prendendo fuoco, non capisco come abbia fatto a creare questo disastro. Carol ritorna  col secchio e butta l’acqua alla cieca. La deficiente non ha nemmeno centrato la cucina, ma ha buttato tutta l’acqua per terra. Bene, adesso anche la cucina è mezza allagata. Le voglio uccidere e le mando entrambe a prendere due secchi d’acqua prima che il fuoco bruci l’intera cucina. Una volta rimasta da sola mi guardo intorno per vedere se c’è qualcos’altro per spegnere il fuoco. Vedo un secchiello poco distante da me e mi accingo a prenderlo. Dimentico però che a terra è allagato e appena faccio il primo passo scivolo come un emerita cretina, vado a finire dalla parte opposta della cucina e sbatto violentemente con qualcosa.
 
Io : Ahi,Ahi, che botta!
 
Apro gli occhi e non vedo ne mobili e ne oggetti di qualsiasi genere. Ai miei occhi si presentano pettorali di qualcuno. Spalanco gli occhi sconvolta. Alzo lo sguardo, terrorizzata, e …..Dio voglio morire. Uccidimi. Crepami per l’amor del cielo.
 
In quel preciso istante arrivano Carol ed Annie urlando come a delle matte. Senza neanche guardare buttano l’acqua, e com’è facile da prevedere, arriva proprio addosso a me e a… Orlando… Bloom.
   
 
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