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Autore: Flame Ettard    19/01/2014    2 recensioni
[Storia Extra di una storia che sto scrivendo, non pubblicata su EFP. Buon Compleanno in ritardo, Toon!]
"Sentì gracchiare ed alzò la testa al cielo. E li ebbe tutte le risposte che cercava.
Uno stormo infinito di corvi solcava il cielo. Non c’erano nuvole, non c’era il sole, ma era giorno.
Saw guardò più attentamente: Erano corvi di carta, totalmente nera. Carta. Nera. Nera perchè macchiata completamente dall’ inchiostro. E lì ebbe la risposta: uno scrittore."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ashlyn Cartwright è una ragazza più o meno come le altre, solo che trascorre le giornate in casa da sola a leggere e studiare. Un giorno si sveglia e scopre di non essere più visibile a nessuno, di essere in un mondo chiamato “Reality Escaped World”, parallelo e contemporaneo al proprio mondo, in cui finiscono coloro che perdono al Reality Escape Game, a cui lei ha partecipato e perso senza esserne a conoscenza.
Il Reality Escape Game è un gioco a cui partecipano, a loro insaputa, coloro che si isolano dal mondo: asociali, misantropi, lettori accaniti, videogiocatori, o qualsiasi altra persona che pian piano perda tutti i contatti sociali col mondo. Questi ragazzi creano automaticamente nel Reality Escaped World un portale ad un mondo parallelo, che è la loro testa. Per vincere il gioco, devono riuscire a far diventare quella dimensione realtà, anche se tuttavia questo altererebbe l’equilibrio del mondo.
Ora Ashlyn è rigettata dal proprio mondo, mentre un suo clone prende il suo posto, ma Lady Miranee, una ragazza sospesa tra vita e morte, si offre di aiutarla a trovare una via d’uscita e riscattarsi. Ad Ashlyn e Miranee si aggiungono Wilhelm, un ragazzo misantropo ucciso nella realtà perché stava per vincere il gioco, ed Elyon, una ragazza che non esce più di casa sua per paura dei bulli, anche lei perdente al Reality Escape Game. Durante la loro avventura, i quattro incontrano Saw, una creatura immortale e misteriosa dalle sembianze femminili, con una maschera sempre sul volto e una motosega in mano, che Miranee rivela essere una persona leggendaria che cerca di salvare i ragazzi partecipanti al gioco. Tuttavia, i modi di fare di Saw non sono accettati da tutti…




-Quanto… quanto manca? Non ce la faccio più!- piagnucolò Elyon. –Ho… le gambe pesanti! Sono ore che camminiamo!-
-Colpa vostra.- Fece notare Saw – Siete stati voi a volermi seguire.-
-Avanti, ragazzi!- fece Ashlyn – Abbiamo deciso di metterci sotto la protezione della signora Saw per farci da guardia contro la Strega Bruciata Viva, no? Accompagnarla nel suo lavoro per un po’ è il minimo.-
-Signor Saw.- la corresse.-Puoi darmi del maschile. Te l’ho detto, no?Non ho un sesso preciso. E non vi voglio tra i piedi mentre faccio il mio lavoro. Quando sarà il momento, allontanatevi e lasciatemi fare.-
-Si, uhm… Signor…Saw.-
Ad Ashlyn pareva fin troppo strano dargli del maschile. Saw era nato umano—e non riusciva a ricordarsi se fosse nato maschio o femmina—per poi essere eletto a creatura immortale. Cambiava corpo ogni 101 anni,  e per questo ora era in un corpo di ragazza. Più o meno diciassettenne. Pantaloncini corti, felpa grigia con cappuccio, maschera da kitsune sul volto. Miranee le aveva anche rivelato che Saw era uno spirito libero e non stava dalla parte di nessuno, sceglieva lei da che parte stare, né doveva niente a nessuno. Era un ideatore di torture, e poteva diventare uno spietato assassino, ma Ashlyn non riusciva ad andare oltre quello che vedeva in superficie: una ragazza.
C’erano troppi misteri che lo avvolgevano.
-Il tuo lavoro è quello che facciamo spesso anche noi, se ti riferisci al cercare di tirare fuori i ragazzi dalle loro dimensioni qui nel Reality Escaped World. I tuoi modi sono il problema.- replicò con astio Wilhelm, che aveva guardato in cagnesco Saw sin dall’inizio, sotto la folta frangia che gli copriva gli occhi.
-I miei modi non sono affari tuoi. E non ho tempo da perdere a cercare di tirare fuori i ragazzi con gentilezza. Se li tiro fuori distruggendo la loro dimensione avranno di certo un trauma improvviso, ma è un metodo rapido. Indolore no. Ma sicuramente rapido.-
-E che… Wilhelm è rimasto un po’ shockato dall’ultima volta che vi abbiamo visto in azione, Saw. Beh, sono rimasti shockati un po’ tutti.- ridacchiò Lady Miranee, portandosi delicatamente il ventaglio di pizzo bianco alle labbra.
Ashlyn deglutì. Quella volta, Saw era riuscito ad entrare in una di quelle dimensioni, e lo aveva fatto a pezzi con la motosega davanti ai loro occhi e a quelli del ragazzo interessato, che si era disintegrato poco dopo che Saw avesse distrutto tutto.
Il ragazzo aveva pianto, implorato, urlato, cercato di fermarlo, ma Saw l’aveva spintonato ed, impassibile, aveva distrutto tutto.
Con altrettanta freddezza si era poi girato verso di loro, a lavoro finito, anticipando ciò che sarebbe successo nella realtà: Siccome era un ragazzo che si era chiuso in camera giocando ai videogiochi e non ne era più uscito (Tranne che per fare la pipì. Sua madre doveva lasciargli la cena fuori dalla camera.), al distruggere quel mondo di colpo si sarebbe accorto ciò che stava facendo, avrebbe spento tutto e sarebbe uscito fuori. E non avrebbe mai più pensato ai videogiochi in vita sua. Se gli andava bene. Altrimenti avrebbe potuto avere un trauma celebrare e morire sul colpo. Oppure, se fosse sopravvissuto, si sarebbe sentito per sempre mancare qualcosa, qualcosa di importante e doloroso…
I pensieri di Ashlyn si interruppero quando trovarono finalmente, davanti a loro, il portale alla dimensione di un ragazzo.
-Bene- annunciò Saw.- Lasciate fare a me.-
-Non esiste!- gli urlò contro Wilhelm. – E se questo qui muore?!-
Saw non lo ascoltò nemmeno. Fece per preparare la motosega, quando…
Sussultò.
Conosceva il nome che c’era sulla porta di quella dimensione. O meglio, lo conosceva bene il suo attuale corpo.
Era un amico di Isabella—così si chiamava il suo corpo attuale, che continuava a vivere tranquillamente nella realtà—e la possibilità di ucciderlo o traumatizzarlo improvvisamente lo spaventò.
-Che c’è, signor Saw?-
-E’… un conoscente del mio attuale corpo.-
-Di Isabella?-
Saw annuì..
-Come non detto, piccolo misantropo pestifero- dise, rivolgendosi a Wilhelm –Pare che questo tipo avrà un risveglio pacifico.-
-Ah!- rise Wilhelm – Fai il sentimentale col tuo corpo ospite? Non ti sarai mica preso una cotta?-
-Se soffre mi indebolisco. Se scoppia a piangere è la fine. – mentì.
-E comunque, no. Ho almeno quattro secoli in più di lei.-
Concluse, aprì la porta e la richiuse dietro di sé, senza dare a nessuno la possibilità di ribattere.


-Mondo n.??? – Il mondo dei corvi di carta: Filippo-


Era uno dei mondi più ben fatti che avesse mai visto, questa doveva ammetterlo.
Certo, era decisamente strano… C’erano dei pony multicolor, alcuni erano pegasi, altri unicorni… Ed erano… insomma, per una persona normale, ciò che non era Saw, sarebbero stati carini.
Il mondo sostanzialmente prendeva la forma di un giardino, un giardino senza fiori però, con qualche albero qua è la. Più che altro era prato verde. E quei… quei cosi colorati.
Saw cominciò ad avanzare deciso. Riusciva sempre, in un modo o nell’altro, ad entrare nelle dimensioni altrui. Ma questo proprio non aveva fatto resistenza. Neanche la porta ne aveva fatta.
Evidentemente era una persona stabile che non aveva ancora del tutto perso i contatti col mondo. Beh, per avere un’amica, come Isabella…
Ora doveva solo capire di che tipo di “recluso” si trattasse.
Sentì gracchiare ed alzò la testa al cielo. E li ebbe tutte le risposte che cercava.
Uno stormo infinito di corvi solcava il cielo. Non c’erano nuvole, non c’era il sole, ma era giorno.
Saw guardò più attentamente: Erano corvi di carta, totalmente nera. Carta. Nera. Nera perchè macchiata completamente dall’inchiostro. E lì ebbe la risposta: uno scrittore.

Non era né la prima né l’ultima volta che entrava nella dimensione di uno scrittore, ma quella era davvero impressionante.
Di solito, la testa degli scrittori (non professionisti) era un macello: C’erano quelli delle fangirls, uno più inguardabile dell’altro, pieni di romanticismo e omuncoli nudi. O quello di quelli che si credevano scrittori. Uno sfacelo. Ma anche le dimensioni di scrittori decenti erano parecchio incasinate. Saw non aveva mai capito perché.
Ma questa era ben equilibrata, oltre che bella da vedersi. I pony multicolor guardavano Saw avanzare per poi tornare subito a brucare l’erba, mentre i corvi di carta riempivano il cielo, che sembrava quasi completamente nero.
Era grande, ma finalmente ne trovò il centro: quattro o cinque pony stavano attorno ad un grande pianoforte  a coda. Su di esso, un solo corvo era intento ad osservare il suo padrone.
Al pianoforte era seduto un personaggio che né Saw né la sottoscritta possono descrivervi—perché i personaggi che creiamo possono essere visti solo da noi e da noi stessi, perché per quanto ci sforziamo di spiegare agli altri come siano fatti, non riusciremo mai a riprodurli fedelmente. Provate a far disegnare un personaggio che avete creato voi a qualcun altro: Non riuscirà a disegnarlo esattamente come l’avevate immaginato—intento a premere i tasti bianchi e neri dello strumento:  tanti fogli volavano attorno a lui. Sui fogli c’erano scritte delle frasi. Se cadevano a terra, si trasformavano in pony. Se andavano verso il cielo, si accartocciavano, per poi diventare completamente neri e assumere la forma di un corvo, volando in cielo.
-Filippo?-
I personaggio misterioso smise di suonare. Tuttavia le creature che aveva attorno non si distrassero dal pianoforte. Si girò verso di lui, mostrandogli lo stesso sorriso che aveva mentre suonava.
-Temo abbiate sbagliato persona, io sono il Pianista Fantasm---
Gli occhi si spalancarono e il sorriso svanì dal volto di carta del personaggio. –Isabella?-
-Sì, è il mio contenitore. E tu sei Filippo.-
-Isabella!-
Quello si alzò di colpo dal suo sgabello, mostrandogli un sorriso il doppio più grande, allargando le braccia verso il cielo. Tutti i suoi corvi gracchiarono in coro.
-Isabella! Che bello vederti! Che ci fai qui?-
-Non sono esattamente Isabella. E tu non dovresti essere qua.-
-Eh, perché?- Fece quello, facendo ricadere le braccia lungo il proprio corpo. – Cosa vuol dire?-
-Che se stai qui, verrai cacciato dal tuo mondo e finirai nel Reality Escaped World, dove ti disintegrerai molto lentamente. Te ne devi andare, Filippo.-
-Non so di cosa tu stia parlando.- il sorriso del ragazzo non sembrava intenzionato a svanire. – E io sono il Pianista Fantasma. E tu sei venuta qui per restare qui con me, no?-
-Te lo ripeto per l’ultima volta. Isabella è il mio copro ospite, e tu sei Filippo. Ora devi andartene. Devi abbandonare tutte queste tue fantasie.-
Fu allora che il ragazzo si rabbuiò.
-Le mie fantasie mi piacciono. Sono il mio mondo. Il mio nuovo mondo.-
-Come immaginavo. Sei insoddisfatto del tuo mondo?-
-Questo è il mio mondo.-
.Intendo la realtà.-
-Questa è la mia realtà.-
-Non lo è, Filippo. Intendo il mondo in cui vivi.-
-Questo è il mondo in cui---
-Vivere fisicamente.-
-No, ma… questo è diverso, Isabella! E’ esattamente come lo voglio io. Non c’è sofferenza, non c’è fame, né dibattito. Nulla. Solo pace e felicità, e tante avventure. E fantasia. E’ perfetto.-
-Lo credo. Non è reale.-
-Lo diventerà.-
-Sei consapevole del Reality Escape Game?-
-Penso di aver capito come funziona. Più o meno. Insomma, tu mi avevi parlato di un tuo sogno. O meglio, Isabella me ne ha parlato. Poi ho capito da solo. Sono riuscito a diventare consapevole di quello che sto facendo qui, di questo mio mondo.-
-Eppure la tua dimensione non ha opposto resistenza alla mia entrata.-
-Hai pur sempre il corpo di una mia amica.-
-Non credo sia questo. Tu… vuoi davvero rendere realtà tutto questo?-
Annuì.
-E il tuo mondo?-
-Se questo diventa realtà, potrò stare qui. Non mi importa.-
-E gli altri? Io non so se hai altri amici, Filippo. Ma so che hai Isabella.-
-E’ una mia amica. Anche Marika, e…-
-Non mi interessa. Hai pensato a loro? Che accadrà a loro?-
Quello che si faceva chiamare il Pianista Fantasma spalancò gli occhi, rabbuiandosi. Lui non… non ci aveva pensato.
-Io… io non…Possono… Possono stare qui, ecco!-
-Non possono, Filippo. E’ la tua dimensione. Non ci può entrare nessun altro che non sia tu.-
-Ma tu… tu ci sei entrata!-
-Entrato, prego. E’ perché non avevi intenzione di rimanere esattamente solo fin dall’inizio, no? Pensavi di escludere solo chi non ti piace.-
-Io… Io…-
-E’ tutto okay, Filippo. Sei ancora in tempo. Devi solo aprire la porta di camera tua ed uscire fuori. Non perderai le tue fantasie. Ma non ti recludere per così tanto per scrivere.-
Il Pianista annuì, lentamente.
-In più, oggi non era il tuo compleanno? Sai che sento i pensieri di Isabella. Sta per mandarti un messaggio di buon compleanno. Faresti meglio ad andare a risponderle.-
Il Pianista sorrise di nuovo.
-Io…grazie.-
-Non c’è di che.-
-Posso… posso abbracciarti?-
-Eh? Cielo, odio gli abbracci.-
-Io… E’ difficile abbandonare questo mondo. Sparirà, no? Sarà solo nella mia testa… Ho bisogno dell’abbraccio di un’amica. E’ difficile.-
-…E poi te ne andrai?-
Annuì di nuovo.
-…E va bene. Vieni qua.-
Sorrise, e gli venne incontro.
Mentre lo faceva, fogli si staccarono dal proprio corpo, rivelando il vero aspetto di Filippo.
Abbracciò Saw che lo accolse tra le proprie braccia, anche se riluttante e profondamente imbarazzato.
I fogli volarono in cielo, disintegrandosi.
E, nello stesso modo, sparirono i pony creati da lui: fogli colorati verso il cielo, che si disintegrano.
L’erba svanì, e gli alberi anche. I corvi si strapparono in piccoli pezzi di carta, che, questa volta cadendo verso terra, scomparvero.
Poi anche Filippo scomparve, in piccoli fiocchi di luce.
E il suo mondo con lui.
Potè giurare di averlo sentito sussurrare un addio ad una ad una alle cose del suo mondo che pian piano scomparivano. Di aver detto addio a ciascuno dei suoi corvi di carta.

Saw si ritrovò lì, di nuovo di fronte ad Ashlyn e agli altri, che videro stupiti il suo arrivo.
-Buona fortuna, Filippo.-
Sussurrò Saw, aggiustandosi la maschera.






A: Filippo
Da: Isabella

AUGURI, FILIPPO!!!
Non ti sento da un po’, stai bene? Io e Marika eravamo preoccupate!
Va bene scrivere, ma non dimenticarti di noi! Ahahah!
Augurissimi, comunque! Spero che questo per te sia un giorno speciale, come dovrebbe essere!
Un abbraccio da entrambe!

-END-







---------------------------------------At the end of the night mare--------------------------------
Insomma, quattro pagine! Credo sia la one-shot più lunga che io abbia mai scritto! Ahahah!
Beh, l’importante è che… AUGURI IN RITARDISSIMO, TOON! BUON COMPLEANNO!
Spero ti piaccia! Io ci ho messo tutta me stessa!
Comunque si, mi sembra giusto dover spiegare: questa shot è un capitolo extra a una storia che sto scrivendo che non so se pubblicherò mai su EFP o se terrò per me, ecco il motivo dell’introduzione.
I riferimenti a personaggi in questa shot è puramente casuale… o forse no? Ahahahah!
Ah, ma il Pianista Fantasma è davvero una fan fiction che ha scritto lui, badate bene! E i pony… E’ perché a lui piace My Little Pony xD
A presto!
-Saw
P.S.: Faremi notare se ci sono degli errori!

 
   
 
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