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Autore: Amelie5397    19/01/2014    1 recensioni
< Avevo immaginato la mia vita in bel altro modo: studio, lavoro e soldi a palate.
Ed invece la mia vita ha preso tutt’altra piega, una svolta che non avevo proprio nei miei programmi. >>
Margot Frost, diciannovenne inglese, si ritrova attualmente a vivere nell’appartamento di Dean Scotch, il ventenne ricco obbligato dai genitori a vivere solo. “Devi imparare a cavartela da solo e ad organizzare la tua vita”, dicevano quei due, ma non sapevano mica che l’avrebbe organizzata ­­­sulle spalle di Margot.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Capitolo uno - Convivenza

< Avevo immaginato la mia vita in bel altro modo: studio, lavoro e soldi a palate.
Ed invece la mia vita ha preso tutt’altra piega, una svolta che non avevo proprio nei miei programmi. >>
 

Margot Frost, diciannovenne inglese, si ritrova attualmente a vivere nell’appartamento di Dean Scotch, il ventenne ricco obbligato dai genitori a vivere solo. “Devi imparare a cavartela da solo e ad organizzare la tua vita”, dicevano quei due, ma non sapevano mica che l’avrebbe organizzata ­­­sulle spalle di Margot. Vivevano insieme da circa un anno e i litigi andavano avanti di giorno in giorni. Nonostante Margot si trovasse un a vivere con un ragazzo di buona famiglia e soprattutto con i soldi che gli uscivano dalle orecchie non si faceva mettere i piedi addosso, atteggiamento per il quale i genitori di Dean la ringraziavano ripetute volte per riuscire a sopportare quel viziato del loro figlio e per non abbandonarlo. Come si sono incontrati?
Un giorno di Settembre, alla facoltà di psicologia. Sì, entrambi frequentano la stessa università.
E’ sempre stato il sogno di Margot intraprendere psicologia, sin da bambina. Mentre non si sa per quale motivo Dean alla fine del liceo abbia scelto questa facoltà, tutti gli dicevano che non faceva per lui e che sarebbe stato meglio fare economia o giurisprudenza, ma lui continuando con la sua strafottenza di fronte alle persone, ha scelto psicologia. “Mi piace, e voglio andare lì”, ripeteva.
Si erano incontrati in corridoio, Margot era piena di libri tra le braccia e nel tentativo di sollevare gli occhiali sul naso ruzzolò rovinosamente sul pavimento, giusto ai piedi di Dean che vedendola lì sul pavimento la aiutò, ridacchiando sotto i baffi. Effettivamente la caduta faceva abbastanza ridere. Dopo averla aiutata, i due si incontrarono altre volte nella mensa o in biblioteca.
Dean aveva quell’aria da “perenne annoiato e ragazzo stronzo”, la gente aveva il cattivo vizio di giudicarlo ancor prima di conoscerlo. Nessuno sapeva che in realtà quel ragazzo dallo sguardo strafottente, amava leggere, stare in biblioteca, sedersi all’aria aperta e ascoltare musica.
Non lo sapeva nessuno, tranne Margot. Lei aveva imparato a conoscerlo vivendoci insieme.
Lui aveva saputo che questa ragazza stava cercando un appartamento da condividere lì nei paraggi, per non fare avanti e indietro dalla sua città; così le propose di vivere con lui. Non si faceva pagare l’affitto, ma in cambio lei doveva dargli una mano nelle faccende di casa e in cucina,considerando che era proprio un caso perso, viziato per com’era.
Margot era una ragazza semplice, una delle migliori studentesse dell’università. Aveva capelli rossi, lunghi e ondulati. Occhi grandi e verdi e un fisico asciutto, non troppo alta. Era davvero bella, ma non è quel tipo di ragazza che si nota e tutta la sua bellezza era oscurata da quegli occhiali tondi che tiene sul naso, e quelle grandi felpe che le piacevano tanto. Mentre Dean era alto, con gli occhi scuri e i capelli scuri, con un bel fisico. A differenza di Margot lui si notava, e molto. Era abbastanza conosciuto all’università nonostante fossi lì dentro da solo due anni. Aveva rifiutato molte ragazze nel corso degli anni, non perché non le piacessero o altro, ma semplicemente sapeva che quelle non erano ragazze che facevano per lui. Aveva uno stereotipo di ragazza abbastanza strano, doveva sopportarlo e lui era difficile, troppo.
In giro già si sapeva che i due vivessero insieme e girava voce anche che fossero fidanzati.
Cosa non vera. Infatti questa voce era una delle cose che più irritava Margot. Non le andava bene che la gente le affibbiasse un fidanzato senza esserci nulla di veritiero. Un giorno, precisamente il 28 Ottobre 2013, dopo le lezioni all’università i due tornarono a casa. Margot, con tutta la buona volontà si mise ai fornelli con l’intenzione di cucinare qualcosa di veloce, da consumare subito così da poter continuare le sue faccende e i suoi impegni giornalieri. Dean invece era buttato sul divano a guardare la tv aspettando che Margot lo chiamasse a tavola.
-Mar, è pronto? Ho fame.- Urlava Dean dal salone, osservando un punto fisso della televisione senza realmente guardarla.
-Dammi tempo, altrimenti vai a mangiare al ristorante. Non sono la tua serva.- Margot era solita rispondergli così al ragazzo, non gli dava mai modo di controbattere.
-Sempre polemiche, eh?- Dean, senza dargli poco conto rimase sul divano con lo sguardo vago.
Era finalmente pronto e i due si sedettero nel tavolino quadrato l’una di fronte all’altro. Mentre mangiavano regnava il silenzio. Margot alzò gli occhi e per un momento pose lo sguardo sul ragazzo che le sedeva di fronte pensando a come si fosse ritrovata a vivere con lui. Poteva anche essere insopportabile, ma alla fine non riusciva ad immaginare una casa senza lui che le lasciasse i vestiti in giro, che bruciasse le uova la mattina e che spargesse tre quarti di caffè sul lavandino. Si era affezionata tanto a quel troglodita ma porca troia quanto era bello. C’era poco da fare. E Margot questo lo sapeva. Ci perdeva nottate intere a pensare a lui, e la cosa procedeva così da un paio di mesi. Era confusa e non sapeva dove sbattere la testa e l’unica persona con cui potesse parlare riguardo questo argomento era Joanne, una sua collega universitaria con la quale aveva instaurato un bel rapporto da subito. Spesso si chiamavano al telefono per parlare di ciò, ovviamente in stile “ninja” per non far sentire nulla a Dean che stava nella stanza accanto. Margot non era innamorata e su questo non ci pioveva. Semplicemente non riusciva a capacitarsi nel pensare ad una vita senza di lui. Ci aveva fatto troppo l’abitudine. Anche quei continui battibecchi per lei erano diventati routine. Era normale alzarsi la mattina alle 7:00 e vedere il caffè sul comodino fatto da lui, e poi entrare nella cucina e vedere lo schifo che aveva lasciato. L’aveva sempre reputato una specie di “fratello” ma da quando Dean aveva detto alcune cose durante una discussione Margot era rimasta di stucco e il battito cardiaco da quel giorno aveva preso un ritmo diverso.
  
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