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Autore: faith84    19/01/2014    7 recensioni
Salve egregi visitatori.
Mi chiedevo cosa sarebbe successo ai nostri se su un certo monte in Cina, le cose fossero andate nel peggiore dei modi. Cosa farebbe Ranma e, soprattutto, fin dove si spingerebbe per riavere con sé la sua Akane? E se le parole "Verrei all'Inferno per te!" non fossero solo parole?...
Vi do il benvenuto nella mia prima folle fanfiction dicendo 'Lasciate ogni speranza (di non ridere), voi che entrate...'
Buona lettura!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: Lemon, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Intorno a loro metri cubi di muta roccia, testimoni di una tragedia che dilaniava cuore e anima, l'acqua gorgogliante che accompagnava i singhiozzi del ragazzo.

Nonostante tutto ciò che le aveva comunicato con il pensiero, nonostante le lacrime, nonostante quel nome urlato a pieni polmoni, non c'era stato nessun miracolo per loro. Era stato punito per la sua arroganza, per la sua incapacità di cogliere quell'amore così puro, che aveva portato la donna che amava a dare la vita per lui. Chiuse gli occhi e strinse la presa su quel corpo ancora leggermente tiepido, desiderando solo una cosa. - Se ora la morte mi allungasse la sua mano scheletrica, io l'afferrerei senza esitazione- disse in un sussurro. Nemmeno il tempo di terminare quel pensiero a mezza voce, che entrambi vennero avvolti da una nebbia nera, sparendo da quel terribile luogo.

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Freddo pungente, che serpeggiava nelle ossa.. la prima sensazione spiacevole che lo accarezzò con dita di ghiaccio...

- Ehi un momento, pensò, se ho freddo sono... VIVO!

Aprì gli occhi e subito percepì che c'era qualcosa di sbagliato. Nebbia, non più nera stavolta, ma quella che accompagna i più grigi giorni d'autunno, celando tutto in una coltre misteriosa. Dove diavolo era? non certo alle sorgenti del monte Hoo! La seconda cosa che lo colpì e lo fece sussultare fu che Akane non era più tra le sua braccia... il panico gli scatenò un gelo peggiore di quanto avesse fatto la nebbia. Si guardò intorno con ansia e tentò di mettere a fuoco il panorama attorno a lui... un bosco... o meglio... una selva...

Ranma decise che era inutile stare lì...se voleva delle risposte era necessario capire dove diavolo si trovava, inanzitutto, poi mettersi subito a cercare la ragazza; una nuova speranza gli era nata dentro con violenza. Se lei non era più lì voleva dire che si era MOSSA e che quindi era viva, volessero i Kami, a cui per la prima volta in vita sua elevò una silenziosa preghiera di ringraziamento. Si concentrò: in lontananza percepiva dei rumori ovattati, forse animali, chissà. Con tutti i sensi all'erta e ben deciso a non lasciarsi andare alla disperazione, stirò i muscoli, pronto all'azione. Avrebbe ritrovato la sua donna, avesse pure dovuto rivoltare quel luogo sconosciuto pietra per pietra e albero per albero. Una lieve risata, lo colpì alle spalle. - Com'è possibile che non abbia percepito alcuna presenza?- si interrogò il ragazzo. Una voce autoritaria ma gentile rispose ai suoi dubbi – Perché qui non c'è nulla da percepire, Ranma Saotome.- il ragazzo si voltò lentamente e si trovò davanti un uomo non altissimo ma che aveva comunque un che di imponente, con un naso piuttosto importante che gli torreggiava in mezzo alla faccia: portava una lunga tunica rossa e in testa una corona d'alloro faceva fiera mostra di sé... Ranma non poteva credere ai suoi occhi. Gli veniva in mente qualcosa...qualcosa per cui la maggior parte delle volte si era addormentato, ma la sua memoria sembrava suggerirgli..." Aspetta ma tu... sei..."  "Esatto Ranma, sono io... George Takey!"

A quelle parole il ragazzo notò che sulla tunica c'era il simbolo di Star Trek e si ricordò delle volte che con il resto della famiglia si era sorbito tonnellate di fantascienza, lui che amava l'horror e i film d'azione!

"No frena, frena! Mi vuoi dire dove diavolo siamo e che cosa ci fai TU qui?"

"Non hai ancora capito? Prova a pensare cosa hai desiderato prima di trovarti in questo luogo!"

"Beh, volevo... volevo... andare ovunque si trovasse Akane!" disse il ragazzo, assumendo una spettacolare sfumatura melanzana.

"E sei stato esaudito, o almeno in parte!" rispose l'arzillo attore.

"Vogliamo smetterla con gli indovinelli! Dimmi subito dov'è la MIA ragazza altrimenti..." urlò Ranma facendo scrocchiare le dita. Pian piano stava recuperando tutta la sua boria; se Akane era lì, lui l'avrebbe trovata e condotta in salvo, dopotutto ormai viveva per questo. Poi magari le avrebbe fatto quel discorsetto che aveva vorticato con prepotenza nella sua testa poco prima, mentre ancora la teneva tra le braccia.

"Sono felice di vedere questa energia, giovanotto, perché ti servirà tutta... ora concentrati...una selva, uno strano individuo vestito con abiti di altri tempi... e penso tu abbia fatto caso alla collina laggiù in fondo..."

Gli ingranaggi del codinato iniziarono a girare vorticosamente: selva, individuo in abiti ridicoli, una collina dall'aspetto tutt'altro che invitante, un rumore come di ringhi e artigli che grattavano la terra... e all'improvviso un verso conosciuto in mezzo a quel luogo inospitale.

Un sorriso increspò le labbra del codinato che si diresse verso un cespuglio, per poi inchinarsi alla ricerca di qualcosa.

Riemerse dal cespuglio tenendo in mano un fagotto nero e giallo che si dimenava cercando di morderlo.

"Complimenti, Ryoga, vedo che non ti smentisci mai...Riesci a perderti anche all'Inferno!"

 

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"Allora ehm, signor Takey, mi pare di aver capito di essere stato per qualche motivo catapultato qui ma non riesco davvero a capacitarmi di che cosa sia successo... smettila di grugnire Ryoga che non capisco un accidente!" esplose Ranma, indirizzandogli un diretto per il mondo dei sogni.

"Vedi ragazzo, come avrai intuito, qui ci troviamo all'Inferno..."

"E che cavolo ci fa lei all'Inferno? Da quel poco che so di letteratura mi pare di ricordare che Dentu avventurandosi per la famosa selva oscura incontrasse un celebre poeta, tale Virguglio o Bargiglio... non mi ricordo bene, e non un attore di telefilm di fantascienza degli anni '70..."osservò ironico il codinato.

"Se mi lasciassi parlare benedetto ragazzo... a parte che erano Dante e Virgilio,giovane ignorante... questa è UNA versione dell'Inferno, la tua personale, anzi la VOSTRA. Quella graziosa ragazza, o per meglio dire la sua anima stava giungendo qui e incredibilmente tu l'hai seguita, corpo e tutto... per cui questo inferno sarà una specie di revival delle vostre esperienze, degli eventi che avete vissuto insieme, delle vostre paure!"

"Però questo non spiega che cacchio ci fai TU qui! E poi perché Akane è precipitata all'Inferno, me lo vuoi spiegare? A parte con me, è sempre stata una delle persone più buone e gentili che io abbia mai conosciuto!" fece questa ammissione abbassando gli occhi e sospirando.

"Io sono qui perché Akane pensava a una delle ultime volte che avevate fatto qualcosa insieme... e questo qualcosa era stato guardare in tv Star Trek solo voi due... non che fosse particolarmente interessata ma era un modo come un altro per poter stare da sola con te: ti spiava sorridendo mentre sbuffavi, dicendo che in tv passavano solo boiate..." disse l'attore con aria risentita.

Il giovane artista marziale si sentì stringere il cuore: quanto poco le aveva dato, se quello era considerato dalla sua mora fidanzata un “magic moment”. Strinse i pugni promettendosi che non appena l'avesse ritrovata avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per regalarle qualcosa che valesse DAVVERO la pena di ricordare... altro che uno stupido episodio di Star Trek...

"Ehi ragazzo, moderiamo il pensiero per favore!" lo interruppe un accigliato Takey

"Mi dispiace signor Takey... ma ora risponda all'altra mia domanda!"

"Beh ecco io..."

"La verità!" urlò Ranma

"La ragazza si tormentava per amor tuo... da quando sei entrato nella sua vita non ha fatto che contorcersi nel tormento per ciò che provava per te... il suo spirito era attanagliato da dubbi e sofferenza e il suo ultimo pensiero, quello definitivo prima di varcare l'oscura soglia, è stato che si sarebbe dannata l'anima per te... E qui c'è gente che prende in parola gli esseri umani, soprattutto nel momento fatidico."

"Dannata... l'anima? Per colpa mia..." Ranma sentì qualcosa che si strappava dentro di lui: quindi non solo aveva messo in gioco la sua vita, ma tutto, tutto! Persino la parte più profonda del suo essere era stata sacrificata per salvarlo su quel maledetto monte!

"Ma c'è un però... se sei qui vuol dire che vi muovono gli stessi pensieri, lo stesso spirito di sacrificio: tu per lei faresti la stessa, identica cosa."

Ranma, ancora sconvolto, si scosse un poco: su questo non aveva alcun dubbio, qualsiasi cosa si frapponesse tra lui e la sua dolce e violenta metà aveva i minuti contati, lui avrebbe affrontato qualunque ostacolo per riprendersela.

"Ovviamente signor Takey... niente, nemmeno il diavolo con corna e zoccoli può fermare Ranma Saotome! E ora mi spieghi come risolvere questo casino!Ah, e già che c'è mi procuri dell'acqua calda per questo porcello senza senso dell'orientamento!"

Takey sorrise...acqua calda all'inferno... sì, c'era davvero da ridere!

"E poi una curiosità personale... mi spiega questa pagliacciata del vestito e della corona d'alloro?" riprese il codinato, distraendolo da questa buffa constatazione.

"Beh capirai ragazzo... vuoi mettere la presenza scenica... sarò pure una proiezione delle vostre menti, ma sono pur sempre un attore!"

Andava bene così...stemperare la tensione l'avrebbe aiutato a ragionare con più lucidità...e anche l'aiuto di Ryoga sapeva sarebbe stato prezioso. Dopotutto aveva avuto un sacco di avversari tosti, l'ultimo dei quali era una semidivinità... Ma tutto questo era da dimenticare, si ripartiva da zero, perché, se non aveva inteso male, alla fine della fiera per riprendersi Akane, avrebbe dovuto trovarsi di fronte niente meno che Lui, l'Avversario, l'Altro...insomma Lucifero in persona! A quel punto l'espressione “ma che diavolo...” non gli parve mai così azzeccata.

  
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