Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Kurumi    20/01/2014    1 recensioni
Sono come te e tu come me, allora perché siamo così differenti?
Basta notarti per capire che sei una persona speciale, invece chi nota che si spaventa solo.
Quindi questo significa che è meglio che io resti invisibile agli occhi degli altri?
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tetsuya Kuroko
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho modificato la storia del perché Tetsuya ha deciso di giocare a basket. Questa NON è la vera ragione ma bensì frutto della mia fantasia!
Ora... Buona lettura ;)
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Sono sempre stata una persona di salute cagionevole, anche le mie ossa non sono delle più resistenti e possono spezzarsi come un ramoscello.

Per la mia famiglia ero un peso e quindi mi hanno abbandonata lasciandomi queste parole; non sarai mai nessuno e noi non vogliamo il nessuno.

Tra le persone girò la voce che ero come una malattia per tutti ed i genitori avvelenavano le menti dei figli dicendo loro di non avvicinarsi a me se no avrebbero fatto una brutta fine, avrebbero potuto prendere delle malattie o restare paralizzati per sempre quindi non ho mai avuto amici e fu per questo che le persone impararono ad ignorarmi al punto che non si accorgevano nemmeno se li camminavo di fianco, se li parlavo e se li sfioravo.

L`unica mia ragione di vita era il basket.

Il basket mi faceva alzare la mattina e addormentare la sera.

Occupava la mia mente 24 ore su 24 e non c`era nulla che mi sfuggisse su di lui.

Un giorno incontrai al campo di basket vicino alla scuola un ragazzo intento a leggere.

Capelli e carnagione chiara e tutti, ma dico tutti, coloro che gli passavano di fianco non lo notavano.

Ogni tanto lui salutava ma loro non rispondevano, anzi, non lo notavano nemmeno. Fu allora che intuii che anche quel giovane ragazzo era una specie di fantasma proprio come me.

Arrivò nella mia scuola, per l`esattezza nella mia classe, come una manna dal cielo. La maestra non lo presentò ed all`inizio, quando lui si sarebbe dovuto trovare vicino a lei per presentarsi, nessuno lo
notò a parte me.

Si sedette e, da quel giorno, lo osservai per due settimane.

Nessuno lo notava, nessuno lo calcolava, nessuno gli parlava; non aveva amici.

Lui era la mia immagine riflessa. Lui era come me. Lui era esattamente come me.

Un giorno, mentre giocavo a basket nel cortile della scuola, lo notai avvicinarsi.

Fu diretto e quando i nostri sguardi s`incrociarono rimase un po` sorpreso.

-Perché sei così sorpreso?-, gli domandai.

-Di solito le persone non mi notano-, la sua voce era così bassa e tranquilla che mi dava l`impressione di essere un fiume gentile e morbido a cui affidarmi.

-Ho visto. Sei come un fantasma e giorno dopo giorno ti chiedi a cosa serva che tu sia qui a camminare sulla terra, vero?-.

Lui annuì, sempre sorpreso.

-Avrai notato che anch`io, come te, sono totalmente invisibile agli occhi di tutti- -Si-

-Forse ci notiamo perché siamo uguali, non pensi?-, lanciai la palla e feci canestro.

-Sai giocare a basket?-, gli chiesi mentre facevo roteare la palla sul mio indice sinistro.

-No- -Non ci hai mai giocato?- -No- -Che brutta storia. Allora vieni con me; ti insegnerò a giocare!-.

Lo portai al campo di basket vicino alla scuola e giocammo per quindici minuti.

-Accidenti che checca che sei- -Faccio schifo?- -Non sei molto bravo ma puoi migliorare-.

Giocammo ancora e ci fermammo quando perse l`equilibrio e cadde a terra.

-Ti sei fatto male?- -No- -Sai che l`equilibrio conta molto nel basket? Si deve avere una muscolatura forte e resistente ma allo stesso tempo libera e capace di volare!-, alzai le braccia verso il cielo e
girai su me stessa.

-Volare?- -In senso metaforico ma, sai, quando salto verso il canestro per segnare un tiro mi sembra davvero di volare e di poter arrivare oltre tutti ed osservarli dall`alto-.

Quelle mie parole le sentivo così contradditorie nei miei

Lui si rialzò e venne verso di me; mi abbracciò.

-Cosa fai?- -Sono Kuroko Tetsuya e, grazie a te, voglio giocare a basket! Insegnami, ti prego!-.

Sentii che nella mia vita era appena subentrato un amico, una persona di cui avrei dovuto fare tesoro per sempre e, cosa più importante, a cui avrei dovuto insegnare il basket.

Da quel giorno ci allenammo insieme dopo la scuola e i weekend lì dedicavamo solo al basket.

Giorno dopo giorno mi sentii sempre più accettata da quell`amico e sempre più migliorata al punto che dimenticai la mia salute cagionevole.

Le mie ossa facevano male tutte le notti, impedendomi di dormire, si sfregavano una contro l`altra facendomi rabbrividire e mi davano l`impressione di spezzarsi ad ogni battito del mio cuore.

Ma non cedetti.

L`idea di smorzare il mio sogno di giocare a basket era impossibile.

L`idea di smettere di inseguire l`unica mia ragione di vita era impossibile.

L`idea di abbandonare il mio unico amico era equivalente alla fine per me.

Continuai ad aiutare il mio amico a migliorarsi.

-Non mi sembra di essere migliorato- -Infatti non sei ancora riuscito, dopo 1 anno, a centrare il canestro-, commentai.

-Non posso mollare! Non voglio deluderti!-, quelle parole erano dette dal cuore.

Gli tirai una pacca sulla spalla.

-Sai, mi piace questa tua determinazione. Ora noi siamo solo in due ma, io lo so, un giorno giocherai in una squadra ed è molto importante avere questo atteggiamento- -Cosa vuoi dire?-

-Nel basket contano le abilità individuali  e queste sono la base per un ottimo gioco ma queste non bastano da sole per vincere. Secondo te perché il basket si gioca a squadre e non da soli? Una
squadra è una famiglia, una squadra è il corpo della palla, senza la squadra una palla non potrà mai andare a canestro. Un ottimo gioco di squadra equivale a vincere ma, ricordati, vincere non è tutto-.

Lui mi ascoltava come se fossi una maestra, lui divorava quelle mie parole e le faceva sue.

Già, quanto avrei voluto continuare a nutrirlo.

-Sembri stanca-, mi disse un giorno.

Le occhiaie che avevo sotto gli occhi non mi davano la possibilità di negare.

-Questa notte non ho dormito molto, ma mi rifarò- -Mi stai mentendo. Non dormi da parecchie notti, vero?-.

Aveva ragione; la mia salute peggiorava di giorno in giorno e dall`ultima visita medica avevo scoperto una cosa.

-Tetsuya, sta per succedermi una cosa molto brutta...-.

Avevamo 9 anni all`ora e una cosa simile a una bambina non dovrebbe mai capitare.

-Cosa?-, il suo viso prese un espressione che mi sarei risparmiata per sempre, come quelle parole che gli ripetei.

-Sto` per morire- -No... È impossibile- -I medici mi hanno dato ancora 1 mese di vita e poi...-

-Com`è potuto accadere?- -Sono sempre stata una ragazza di salute molto cagionevole e sicuramente avrai sentito dire da molte persone che chi si avvicina a me può prendere malattie o restare
paralizzato per sempre-

-Sono menzogne!- -A me non importa, Tetsuya, a me importa che tu sia stato mio amico e spero lo sarai fino alla fine-

-Non dire così!- -Mi hanno abbandonata tutti e quando dico tutti lo dico nel vero senso della parola. L`unica cosa che sapevo non mi avrebbe mai voltato le spalle era il basket. Lui, l`unica e sola ragione
per cui non ho mai messo fine alla mia vita-.

Ricordo che quando gli parlai per l`ultima volta osservavo il cielo.

-Sai, quando guardo il cielo mi vieni in mente tu, sempre. Io cosa ti ricordo?- -Mina...-.

Il suo viso era più bianco del solito e i suoi occhi sembravano più profondi e infossati dei miei.

-Cosa ti ricordo, Tetsuya? C`è qualcosa che ti ricorda me?-.

Non mi rispose.

Io sorrisi.

-Voglio ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me, Tetsuya, e desidero che tu viva la tua vita un pochino anche per questa bambina egoista, me lo prometti?-.

Mi abbracciò e lo sentii piangere.

-Io... Te lo prometto- -Grazie mille, sarà bello vedere il mondo dai tuoi occhi. Ricordati tutte le mie parole, va bene? I miei insegnamenti e ricordati che qualsiasi persona ha un talento speciale ed il tuo è
proprio quello del non essere notato. Farai molta strada, Tetsuya, e diventerai un bravo giocatore di basket e credo che anche con le donne non sarai da meno-.

Era faticoso ma, anche se mi rubava le ultime e poche forze che avevo, non potevo non sorridere a Tetsuya.

-Grazie a te ho scoperto la bellezza e la purezza del basket, Mina, non posso accettare la tua morte-

-Se i miei ricordi resteranno vivi nella tua testa io continuerò ad insegnarti, Tetsuya, hai ancora così tanto da imparare. Sarò la tua ombra, sempre-.

Sentivo che il mio cuore batteva sempre più lentamente.

I medici arrivarono a prelevarmi quella notte da casa mia. Osservarono l`orologio e mi portarono all`ospedale, mettendomi su un lettino e coprendomi con un lenzuolo caldo.

-Io so che Tetsuya farà la cosa giusta-.

Lo dissi con il cuore e non con la voce.

Quella notte che venni portata in ospedale Tetsuya si trasferì a Tokyo e divenne ufficialmente un allievo della scuola media Teikou e, la prima cosa che fece, fu iscriversi al club di basket.

Fu quella cosa a farmi sorridere; quella scelta fu la base per il suo ottimo futuro da giocatore di basket.

-Ti farai tanti amici... -.

-Mina, siamo una squadra, giusto?-.
  
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