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Autore: JSTR4    20/01/2014    0 recensioni
G.S.U.P.S.M.I. (acronimo di Great Story Un Po’ Sbilenca, Ma Insomma….) è la mia quarta FanFiction, scritta nel 1994. E' basata sulla storia e i personaggi di tre serie: L’incantevole Creamy, Video Girl Ai e Kimagure Orange Road. La caratteristica principale di questa FanFiction è che non avrebbe dovuto MAI E POI MAI essere scritta, e NESSUNO dovrebbe leggerla, perché è TOTALMENTE IDIOTA! Le mie prime tre FF erano storie più o meno sensate con grandissime dosi di assurdità, perché la verità è che io sono un povero squilibrato e la stupidità sfugge al mio controllo, uscendo da tutti i miei pori. In questa quarta FF mi lasciai del tutto andare, scatenando la mia vena DEMENZIALE senza freni!!!!
La trama? Boh, ci sono decine di personaggi che fanno un sacco di fesserie; diciamo che i buoni vogliono fare una cosa inutile e i cattivi cercano di impedirglielo.
Genere: Comico, Demenziale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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JSTR 4    ----    G. S. U. P. S. M. I….   (Great Story Un Po’ Sbilenca, Ma Insomma….)

Quella che state per leggere –a vostro rischio e pericolo– è la mia quarta FanFiction, scritta nel 1994. E' basata sulla storia e i personaggi di tre serie: L’incantevole Creamy, Video Girl Ai e Kimagure Orange Road. Quest’ultimo anime, col titolo E’ quasi magia Johnny, fu trasmesso per la prima volta in Italia nel 1989, e io ne fui così colpito che presi la macchina da scrivere di mio padre e iniziai a realizzare quelle che chiamai Johnny Special Story; anche se non lo sapevo, stavo scrivendo quelle che oggi vengono chiamate FanFiction. La sigla JSTR indica le storie dedicate all'universo di Johnny. Nel corso di alcuni anni, dal 1989 fino al 1994, realizzai 4 storie. Le prime due erano FF dedicate esclusivamente a E’ quasi magia Johnny, mentre nella terza e in questa quarta volli realizzare un cross-over, ovvero un incontro tra personaggi di diverse serie; infatti, mentre sull’intestazione delle prime due c’è scritto Johnny Special Story, su questa c’è Great Story. Non sarebbe corretto chiamarla Johnny Special Story, poiché non ci sono solo i personaggi di quel cartone. La caratteristica principale di questa mia quarta FanFiction, intitolata G.S.U.P.S.M.I. (acronimo di Great Story Un Po’ Sbilenca, Ma Insomma….), è che non avrebbe dovuto MAI E POI MAI essere scritta, e NESSUNO dovrebbe leggerla, perché è TOTALMENTE IDIOTA! Le mie prime tre FF erano storie più o meno sensate con grandissime dosi di assurdità, perché la verità è che io sono un povero squilibrato e la stupidità sfugge al mio controllo, uscendo da tutti i miei pori. In questa quarta FF mi lasciai del tutto andare, scatenando la mia vena DEMENZIALE senza freni!!!! Il risultato è un pazzesco calderone senza capo né coda che forse farà ridere, forse farà storcere il naso, forse farà semplicemente schifo, forse lascerà del tutto indifferenti, ma se non altro si può leggere gratis (almeno per ora). In seguito, non lo so: se dipendesse da me farei pagare tanti soldi a tutti, perché io voglio tanti soldi e la gente dovrebbe regalarmeli con gioia; non perché li merito, ma perché si. Per rendere PIU’ caotica la lettura, ho aggiunto delle note esplicative. La trama? Boh, ci sono decine di personaggi che fanno un sacco di fesserie; diciamo che i buoni vogliono fare una cosa inutile e i cattivi cercano di impedirglielo. La storia si svolge in un momento imprecisato durante le serie, prima quindi delle puntate finali di tutte le storie. Buona lettura, se ci riuscite….

 

Sandro Lunghini (e ci vuole coraggio per firmare una roba così)

 

G. S. U. P. S. M. I…. *

 

Scrivo a mano perché si. Scrivo in stampatello per lo stesso motivo (ma più che altro perché sennò non ci capite un cavolo).

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Seiji** stava dormendo, quando una voce che gridava: “Michael! Michael!” lo svegliò. Si alzò a sedere sul letto, e la porta della sua camera si spalancò. Takashi Niimai si fiondò dentro. “Michael!” esclamò ancora Takashi. “Non mi chiamare così” disse Seiji: “Quello è il mio nome d’arte” “E come devo chiamarti?” chiese Takashi. “Seiji” rispose Seiji, che poi domandò: “Senti, Takashi, ma noi quando ci siamo conosciuti?” “Boh” disse Takashi: “So che in questa storia ci conosciamo tutti” “Tutti chi?” “Tutti” “Ok,” disse allora Seiji: “ho capito tutto” “Bene. Andiamo” spronò Takashi. “Dove?” chiese Seiji. “Alla partita” “Quale partita?” “Quella tra Giappone e Italia” “E noi per chi tifiamo?” “Boh” rispose Takashi. Seiji era pronto. I due ragazzi si presero a braccetto e, uscendo di casa, iniziarono a cantare: “Noi puffi siam così, noi siamo puffi blu, siamo alti suppergiù, due mele o poco più….”. Hatta era a letto. Anche lui come Seiji. Non proprio come Seiji, perché Hatta dormiva in un letto a sei piazze insieme a Emi (Magica Magica), Lady Sayaka (la sorellina di Caio), Megumi Tendoji (la ragazza di Toshi in Compiler), Urd e la ragazza coll’occhiali da sole che fa la pubblicità della Sammontana***. Dopo aver zufolato tutta la notte era stanco, ma Duenote Ayase gli diede una martellata in testa e lo svegliò. Hatta la guardò e le chiese: “Perché mi martellasti?” “Perché Daikengo sfidasti” rispose sibillina Duenote. I due si presero per le orecchie a vicenda e si buttarono dalla finestra della camera di Hatta. Caddero in testa a Takashi e Seiji, che passavano lì sotto. Tutti e quattro si guardarono intensamente. Poi si presero sottobraccio e andarono a vedere la partita, cantando allegramente le canzoni del mitico gruppo “Nosfigatus”, che facevano più o meno così: “All’ombra dell’ultimo sole, s’era assopito un pescatore, e aveva il walkman sulle recchie, ascoltava le canzoni vecchie….”. Giunti che furono al ‘Creamy Crèpe’, che era il locale dei genitori di Yu, trovarono tutti i loro amici. C’erano Filippo e Candida, i genitori di Yu. C’erano Posi e Nega. C’erano Jingle e Kidokoro. C’erano Yu, Toshio e Midori. C’erano Kyosuke, Madoka, Hikaru, Yusaku, Manami e Kurumi. C’erano Yota, Moemi, Nobuko, Natsumi, Shimizu, il Vecchietto, Roleck e Balteck. C’era anche Ai, per la prima volta su questi schermi. “Tu sei un tipo strano, Takashi” disse PinoPino, che era appena arrivato, a Takashi, che era appena arrivato pure lui. “E tu chi sei, un visitor?” chiese Yusaku, rivolgendosi a PinoPino, che effettivamente aveva un’aria abbastanza aliena. “No” rispose PinoPino: “Sono un folletto” “E che è un folletto? Uno che ha preso una piccola folle?” “No” disse di nuovo PinoPino: “Uno gnomo, un elfo, un pupazzetto di peluche” “Ah, ho capito!” esclamò Yusaku, che adesso aveva capito: “Come gli Gnomi delle Montagne” e cominciò a cantare: “Gli Gnomi delle Montagne, stanno dentro le fogne, sono pieni di rogne….”; di rimando, Shimizu, che era un tipo di spettacolo, cantò: “Ma che strano, io non sapevo che un Lillipuziano, se lo prendi con la tù mano, ti morde come un alano….” “Ma in questa storia non si fa altro che cantare?” chiese Jingle. “No” disse Candida, la madre di Yu: “si va alla partita”, e sventolando una bandiera degli Emirati Arabi (la povera donna non era molto ferrata in argomento di calcio), uscì dal locale, seguita dal resto dell’umanità, compreso anche Robin di Locrksllidge, che era interpretato da Kevin Costner. In quel momento di grave abbandono psicologico nessuno si sentiva invogliato a cantare, ma tutti sapevano di essere perfettamente in grado di non sconfiggere il Sàssone al torneo organizzato per difendere la strega (che fosti sempre mia e soltanto mia).

* «G.S.U.P.S.M.I….». Questa storia non ha senso. Sarebbe stato meglio non metterla sul sito, ma invece poi l'ho messa!!!!

** «Seiji….». Ebbene si, per la gioia dei fan Duri e Puri, in questa FF utilizzo i nomi originali giapponesi.

*** «…. la pubblicità della Sammontana». Per la precisione, la pubblicità dei gelati Sammontana Blanco e Stecco Ducale che passava nelle estati dei primi anni 90. Come avevo scritto nella nota di un’altra storia (credo la seconda), quando scrivevo tenevo la televisione o la radio accesa, e spesso, senza nessun motivo, scrivevo quello che sentivo in quel momento. In questa storia, che nasce proprio per essere una cretinata senza senso, le citazioni dalla televisione sono un sacco, soprattutto dalle pubblicità.

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PinoPino volava davanti a tutti. I quali tutti erano saliti in cima al furgoncino della Partenon, e stavano pressati come canguri in una borsina della Coop. E le discussioni fiorivano. E Natsumi chiedeva: “Come si chiamava quell’affare verde?” e Hikaru rispondeva: “Ma chi, il visitor?” e Midori fraintendeva: “Ci sono i comunisti?” (che non c’entra niente, ma ve l’ho detto che aveva frainteso). Poi uno dava una gomitata (per errore) ad un altro, e chi si era beccato la botta diceva: “Ahi!” e Ai rispondeva: “Si, chi mi ha chiamato?”. Poi lo stesso di prima dava un pestone sempre allo stesso, che diceva: “Ahi!”, al che Ai rispondeva: “Chi mi desidera?”. Poi quello che le aveva buscate finora, inviperito, mollò una testata nei denti a quello che finora gliele aveva date, e quello che si prese la testata disse: “Ahi!” indipercui Ai rispose: “Si? Chi ambisce colloquiare con la mia persona?” e in breve iniziò una rissa da saloon. Nel suo laboratorio, il mefitico deficiente stava elaborando un piano per mandare a monte la partita di calcio, perché lui il calcio non lo sopportava. Il mefitico deficiente altri non era che la vecchina Ace*. La vecchina Ace era aiutata nei suoi insani propositi da due lupi mannari bianchi, che erano stati lavati con la candeggina Ace. Prima del lavaggio erano quasi neri, ma all’epoca del loro bagno non era ancora stato inventato l’additivo Ace Color, e così avevano perso il loro colore. Arrivò Ivan Drago, il piccione viaggiatore della vecchina, con un messaggio. Quando si incontrarono, fecero il saluto nazista, e dissero: “Heil, Ace”, dopodiché la vecchiaccia prese il foglio legato attorno alla zampa del piccione e lesse: -Partita di calcio Italia/Giappone in programma oggi alle 5:90 del pomeriggio. Questo messaggio si autodistruggerà dopo essere stato letto-. Infatti il foglietto di carta, dopo essere stato letto, fece il saluto nazista e si buttò dalla finestra. La vecchiazza chiamò i suoi lupi, il Griso e il Nibbio, e disse loro: “Andate e moltiplicatevi” e il Griso e il Nibbio, che erano cervelloticamente dotati, capirono che quella frase significava: “Dovete spiare quel gruppo di idioti, riferitemi tutto quello che fanno, e soprattutto state attenti a Luigi, il padrone dell’ ABCB; quello non si fa i cavoli suoi nemmeno a prenderlo a martellate, e infatti sa tutto di me e dei piani che ho in mente. Boicotteremo la partitaccia a tutti i costi”. Il Griso e il Nibbio partirono. Luigi se ne stava appeso all’esterno della finestra, agganciato alle antenne televisive sul tetto per mezzo delle sue sopracciglia serpentifere stile Devilman. Quando i due lupi uscirono, lui risalì sul tetto dell’edificio, dove lo stava aspettando la nonna di Kyosuke, che gli aveva preparato il tè. “Tutto a posto?” chiese la vecchina porgendo una tazza di tè a Luigi. “Si” rispose quest’ultimo sorseggiando la bevanda: “ora so cos’ha in mente la vecchiofila” “Cioè?” “Vuole mandare a monte la partita Italia/Giappone di oggi pomeriggio” “E perché?” “Perché odia il calcio” “Il calcio fa bene alle ossa” disse con voce piena di esperienza la nonna di Kyosuke. Luigi commentò: “Una vera intenditrice di sport, eh? A proposito” chiese ancora Luigi: “dov’è il nonno?” “Oh, mio marito sta spiando i movimenti dei due lupi. Veramente, conoscendolo, adesso starà seguendo qualche bella ragazza, e si sarà già dimenticato i suoi compiti” “Fa sempre così tuo marito?” “Si, pensa solo alle donne. E’ un vecchio maniaco” “Beh, c’è di peggio” disse Luigi. “Davvero?” chiese la nonna: “per esempio?” “Mio nonno” spiegò Luigi: “era molto peggio di suo marito. Lui era pazzo e basta” “Oh, e tu hai sofferto molto di questa situazione?” “Io sarò sincero, nonna” sospirò Luigi: “Non spaventarti, ma vedi, il fatto è che mio nonno è morto” “Anche il mio” disse lei. “Ehm, non hai capito, mio nonno è stato ucciso” “Oh, mi dispiace. Non avrei mai immaginato. E come è successo?” “E’ stato strangolato”; la nonna, iniziando a bere il suo tè, chiese: “E da chi?” “Da me” la nonna ebbe un singhiozzo e sputò tutto il tè in faccia a suo marito, che era tornato in quel momento. Quest’ultimo chiese: “Ma cos’è successo?” “Lui…. Luigi….” balbettò la vecchia: “ha strozzato suo nonno” “E perché mai?” chiese il nonno di Kyosuke, parlando dall’interno dell’armatura medievale che aveva indossato in un decimo di secondo dopo aver saputo degli istinti antinonneschi di Luigi. “Perché mi raccontava le favole” rispose il barista. I due vecchietti si guardarono perplessi. La nonna si batté l’indice sulla tempia, indicando che Luigi doveva essere un po’ toccato. “Vi narrerò i fatti” disse Luigi: “Dovete sapere che mio nonno mi raccontava favole a tutte le ore e in tutte le occasioni. Io gli dicevo: -Nonno, puoi passarmi il sale?- e lui diceva: -Ti racconterò una favola….- oppure gli dicevo: -Nonno, c’è un messaggio per te nella segreteria- e lui rispondeva: -Ti racconterò una favola, Luigi….- e iniziava a raccontare. Oppure gli dicevo: -Nonno, io torno per cena- e lui ribatteva: -Ti racconterò una favola….- e raccontava. Oppure, battevo la testa contro uno spigolo, e dicevo: -Ahio!- e lui ripeteva: -Ti racconterò una favola….-; se ero al telefono con qualcuno e osavo dire, per esempio: -A che ora mi ritelefoni?- mio nonno mi toglieva la cornetta, la riappendeva e diceva: -Ti racconterò una favola, nipote….-; quando ero a scuola, il professore mi interrogava e chiedeva: -Come si risolve questa operazione?- io dicevo: -Dunque….- mio nonno spuntava da sotto la cattedra e diceva: -Ti racconterò una favola, Luigi….-; mi svegliava nel cuore della notte e io, ancora assonnato, dicevo: -Chi è?- e lui rispondeva: -Ti racconterò una favola, nipote-. Una notte io, che avevo appena avuto un incubo in cui lui mi raccontava una favola, venni svegliato improvvisamente, e quando chiesi, ancora mezzo addormentato: -Chi è?- lui rispose: -Voglio raccontarti una favola, nipote-. Ricordo che ruggii come una belva, gli saltai addosso e lo strozzai con le mie mani. Venni assolto perché il mio gesto fu considerato legittima difesa”. Dopo la storia regnava un silenzio di tomba. “Ehm” disse a un certo punto il nonno di Kyosuke: “Forse dovrei informarvi che i nostri amici si sono diretti allo stadio, e i lupi li hanno raggiunti per tenerli d’occhio” “Bene” disse la nonna: “forse sarebbe il caso di raggiungerli e unirci a loro, adesso che conosciamo le intenzioni della malefica” “Ma si” approvò Luigi: “è il caso di andare”. Si diressero verso lo stadio.

* «…. la vecchina ACE». E’ ovviamente la protagonista della pubblicità della famosa candeggina.

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Allo stadio succedeva ciò che succedaneità comprende. Nobuko diceva a Hikaru: “Ma tu come fai di cognome?” e Hikaru rispondeva: “Hiyama. E tu? Ce l’hai il cognome?” “Si, mi chiamo Nobuko Nizaki” “Che bello!” esclamava Hikaru: “Abbiamo tutte e due il cognome!” “E’ vero” ribatteva Nobuko: “E hai visto? Abbiamo anche tutte e due i capelli corti. Quante cose abbiamo in comune” “Ma io veramente in comune non ho niente, ho tutto a casa” diceva Hikaru: “Però ci somigliamo tanto” “Chi è che ha parlato di somiglianza?” chiese Manami accorrendo, insieme a Kurumi. “Noi abbiamo parlato di somiglianza” rispose Nobuko. “Più somiglianti di noi non ce ne sono” disse Kurumi. “E’ vero” confermò Manami: “Siamo gemelle” “Io invece sono dei pesci” disse Kidokoro, che era appena arrivato vicino alle ragazze. “Ma no” lo corresse Hikaru: “non stavamo parlando di segni zodiacali. Manami e Kurumi ci stavano dicendo di essere gemelle” “Beh” disse Kidokoro: “lo sapevo già” “Anche io” disse Manami. Al gruppetto si avvicinò Balteck, che chiese: “A proposito, vorrei chiedere a Kurumi e Manami che fine ha fatto la loro madre, perché non viene spiegato nel manga né nell’anime” “Nostra madre” spiegò Kurumi: “morì dandoci alla luce” “Forse” ipotizzò Manami: “se fosse mancata la corrente sarebbe ancora viva” “E’ vero” disse Kidokoro: “forse, se vi avesse date al buio, non sarebbe successo niente” “E poi” disse Balteck: “perché voleva darvi alla luce? Non poteva tenervi con sé?” “Forse la luce la pagava bene” disse Nobuko. “Effettivamente, con tutti i soldi che dò all’Enel, la luce deve averne un sacco di quattrini” disse Balteck. “Anche tu paghi la luce?” gli chiese Kidokoro. “Certo” rispose Balteck: “Figuriamoci, io vivo in un mondo fatto di videoregistratori, se non pago la corrente mi mandano al rogo” “A proposito” chiese Hikaru a Balteck: “Ma come va a finire Video Girl Ai?” “Chiedetelo ad Ai” rispose Balteck: “E’ lei la protagonista”. In quel momento Shimizu e Natsumi si avvicinarono: “Video Girl Ai è proprio un bel fumetto” dissero in coro. “Anche Kimagure Orange Road” dissero Manami, Hikaru e Kurumi, anche loro in coro. “E Creamy?” chiese Natsumi a Kidokoro: “Non è un bel fumetto?” “Boh?” rispose esauriente e preciso l’interpellato. “Ma come” si stupirono in coro Kurumi, Hikaru e Manami: “Non lo sai?” “Ma voi siete come Qui, Quo e Qua?” chiese Balteck a Hikaru, Manami e Kurumi: “Parlate tutte e tre insieme?” “Non sempre. A volte una di noi inizia una frase….” iniziò Kurumi. “….un’altra continua la frase….” continuò Manami. “….e l’ultima termina la frase” terminò Hikaru. “Fa piacere scoprire che al mondo c’è ancora gente che non capisce una mazza” sentenziò Toshio, sopraggiungendo. “Ooooh” fecero in coro tutti i presenti: “ma tu sei uno zio Toshio” “Ascolta, zio Toshio” disse Shimizu: “Creamy è un bel fumetto?” “Veramente” rispose Toshio: “non so dirvi nemmeno se Creamy è un fumetto*” “Ma davvero, zio Toshio?” disse Kidokoro: “Noi non siamo un fumetto?” “Boh” rispose Toshio, dimostrando di avere le idee molto chiare. “Perché lo chiamate zio Toshio?” chiese Midori, appena unitosi al gruppo. “Ma come” disse stupita Nobuko: “proprio tu che fai parte di quella storia non lo sai?” “Ehm” intervenne Kidokoro: “veramente non lo so neanch’io” “Lo dice la canzone!” esclamò Shimizu, e iniziò a cantare: “Ma chi lo sa, se babbo, mamma e zio Toshio, lo san che Yu son proprio io!”. A pochi metri da lui, sentendo questo ritmo sfrenato, Duenote, Seiji, Hatta e Takashi si erano presi di nuovo a braccetto e si stavano scatenando in un megaballo rotante. “Ma tu” chiese Manami a Shimizu: “parli sempre cantando?” “No” rispose ignifugo Shimizu: “io canto sempre parlando!” “Tutto ciò mi lascia di stucco col barbatrucco!” esternò intramontabile Moemi, appena giunta all’uopo a loco. “Moemi the best in the world” dissero insieme Nobuko e Hikaru, andando ad abbracciare la loro collega di capelli corti. “The best?” disse riflessivo Midori: “Nel senso di meglio?” “No. Nel senso di bestia” precisò Natsumi. “Ehi, come ti comprometti?” si infuriò Moemi. “Vorrai dire come ti permetti” la corresse Toshio. “E tu non correggere la gente quando sbaglia!” si incavolò a sua volta Balteck: “Mi sembri l’autore di questa str…. strana storia!” e così dicendo spiattazzò un videoregistratore sulla testa dello zio Toshio, che andò in frantumi (il videoregistratore, non la testa). “Ma che sei scemo?” lo apostrofò gentile Kurumi: “Un video quasi nuovo, lo potevi regalare a me” “Vabbeh” minimizzò Balteck: “tanto ne ho una caterva. Domani te ne regalo un tir”. Manami e Midori si avvicinarono a Toshio, che era stramazzato al suolo dopo la videoregistratorata in testa. “Oh, mio povero fedele amico! Pensare che era sempre così allegro! Così affettuoso ed ubbidiente! Se ne è andato nel fiore degli anni!” e così dicendo strappò un pezzo di maglietta a Toshio e ci si soffiò il naso. Manami mise una mano sulla spalla di Midori, per consolarlo: “Coraggio,” gli disse: “la vita continua” “E’ vero” disse Natsumi, che stava piangendo commossa da tale scena. Midori le diede il pezzo di maglietta con cui si era soffiato il naso e lei si asciugò le lacrime. “E’ vero” ripeté Natsumi: “la vita continua. Lo spettacolo deve andare avanti” Shimizu iniziò a ballare sconsideratamente e cantò: “The show must go oooon!” “Wow! I Queen!” esclamò Hatta: “E’ il complesso che odio di più!” “Anch’io!” disse Seiji. “Io li detesto” incalzò Duenote. “E io non posso soffrirli!” continuò Takashi. E infatti si presero nuovamente a braccetto e iniziarono a danzare indecentemente sulle note di The show must go on cantata da Shimizu. Midori però soffriva ancora per la perdita dell’amico, e così Manami, che non poteva più resistere, lo abbracciò con ardore. “Ehi!” esclamò Kidokoro: “Ma tra voi due c’è del tenero” “Ebbene si” disse piangente Manami: “volevamo tenerlo nascosto a tutti, ma non posso vedere Midori che soffre così, senza stargli vicino il più possibile” “Grazie, Manami” disse Midori riconoscente: “grazie per la tua generosità”. “Ooooh! Tutto questo non ce lo saremmo mai aspettate!” dissero in coro Kurumi, Moemi, Hikaru, Nobuko e Kidokoro. E Natsumi chiese: “Lo avete nascosto proprio a tutti?” “No” intervenne Yusaku: “noi lo sapevamo”; con noi intendeva sé stesso, PinoPino e Roleck, che erano accanto a lui. “Ma come!” esclamò Balteck: “Se voi tre non vi conoscete neanche!” “Questo è quello che tutti credono” disse subdolo Roleck. “E’ assurdo” disse Moemi: “ricordo che all’ inizio di questa boiata di storia Yusaku ha chiesto a PinoPino che razza di animale fosse. Se si conoscevano di già che senso avrebbe avuto chiederglielo?” “Era un trucco per depistare le indagini” rispose volpesco PinoPino. “Non è possibile” disse sconcertata Nobuko. E Shimizu iniziò a cantare: “Digerirti non è possibile, no digerirti non è possibile” e i soliti Takashi, Duenote, Hatta e Seiji si lanciarono in uno scatenato ballo del qua qua. “Perché lo avete detto proprio a loro che vi amate?” chiese Hikaru a Midori. “Perché, a noi non potevano dirlo?” disse Yusaku acido: “Cosa siamo, scorfani?” “Ehm, no” disse Hikaru, presa in contropiede da questa reazione violenta di Yusaku: “però non me lo aspettavo, ecco tutto, eh eh” “E non ridere come una gallinacea!” la aggredì Yusaku. “Ehi, ma cosa ti prende?” si difese Hikaru. “Cosa mi prende?” disse Yusaku: “Ora te lo spiego. Mi prende che finalmente sono all’interno di una storia dove posso comportarmi liberamente, senza essere costretto a fare la figura del deficiente, e posso quindi rinfacciarti tutte le umiliazioni che mi hai inferto approfittando del mio amore. Augh, ho detto” e così dicendo, incrociò le braccia. “Ehm, grande capo” lo chiamò Roleck: “cioè, volevo dire Yusaku, che ne diresti di seppellire l’ascia di guerra?” “Ascia di guerra? Di Orso Grigio?**” ribatté Yusaku. “Ma si” disse PinoPino: “avanti, Orso Grig…. Yusaku, volevo dire…. fatti una fumatina col calumet della pace, e poi saremo tutti di nuovo amici”; Yusaku si lasciò convincere. Poi Hikaru, dopo aver fumato il calumet della pace, chiese di nuovo: “Ma si può sapere come mai lo avete saputo proprio voi tre che Manami e Midori si amavano?” “E dagli!” disse Roleck: “Ma allora insisti! E va bene, te lo dirò. La verità è che io sapevo già che loro stavano insieme” “Ooooh” fecero in coro tutti i presenti: “E come facevi a saperlo?” “Perché io….” iniziò Roleck cominciando a sbottonarsi l’impermeabile: “….ci ho l’occhio maggico sotto l’impermeabile!” e quando si aprì l’indumento, tutti videro che sotto di esso ci aveva uno schermo a cristalli liquidi e ad alta definizione dell’immagine. “Ma come è possibile?” dissero in coro tutti i presenti. “Ehi, boys!” disse garrulo Roleck: “Questo schermo è un occhio sul mondo! Oh, yeah! Very good!” e dicendo tutto ciò sintonizzò meglio l’immagine. Al che tutti poterono vedere, dentro lo schermo, Filippo e Candida, Yu, Jingle, Posi e Nega, Kyosuke, Madoka, Yota ed Ai che giocavano a poker. “Ecco dov’erano finiti quegli altri” commentò Shimizu. “Anche noi eravamo a giocare a poker” disse PinoPino: “ma non facevamo altro che perdere, e così siamo venuti via, vero ragazzi?” “Già” confermarono Roleck e Yusaku.

* «….se Creamy è un fumetto». In effetti io non sapevo se di Creamy esisteva il manga o se era nato direttamente come cartone. Esiste il manga.

** «….Di Orso Grigio?». Orso Grigio, ovvero il capo indiano protagonista della pubblicità del Pinguino DeLonghi.

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“Qui si mette male” diceva Filippo a sua moglie, perché stava perdendo. “Qui si mette bene” diceva Candida a suo marito, perché stava vincendo. “Meno male che non abbiamo giocato a strip poker, sennò a quest’ora mi ero dovuta togliere anche i polmoni” diceva Ai. “Se invece giocavamo a soldi” diceva Madoka: “io mi ero dovuta vendere anche i genitori”. “A proposito di cose che non c’entrano niente” disse Yota: “ma dov’è il vecchietto del Gokuraku?” “Boh” rispose infido il Kyosuke nazionale. “E tu cosa ne sai?” gli chiese Yu: “Conosci tale vecchietto?” “Eccome!” affermò Kyosuke: “Sono un cliente fisso del suo videoclub” “Ci fa piacere!”dissero in coro Posi e Nega. “A voi fa piacere tutto” disse Jingle: “visto che state vincendo” “Esatto!” risposero sempre in coro i due felini. “Ma da quando in qua i tuoi gatti parlano, Yu?” chiese Filippo a sua figlia. “Da sempre” rispose Yu: “solo che di solito voi non potete sentirli” “Ah, molto bello” commentò Filippo. “Ma davvero i gattini di Yu parlano?” chiese Toshio che si era svegliato in quell’istante. “E’ resuscitato!” gridò Balteck, in preda a crisi mistico-religiofila. Tutti si prostrarono ai piedi di Toshio, credendo che fosse il fratellino di Buddah, tranne Midori che, con gli occhi pieni di lacrime, saltò al collo del suo amico ritrovato. “Chi trova un amico trova un tesoro” sentenziò Roleck: “Poi uccide l’amico e si tiene il tesoro”. E così dicendo richiuse il proprio impermeabile, spegnendo così anche l’occhio maggico che mostrava i loro amici che stavano giocando a poker. “Ahio, ahio” disse Toshio: “mi sento trenta capoccie” “E’ perché ti hanno frantumato la testa” lo informò Kurumi. “Ma cos’è quella storia che ho sentito?” chiese Toshio: “Davvero Posi e Nega parlano?” “Pare di si” gli rispose Kidokoro: “Ce l’ha detto la telecamera di Roleck” “Ah, l’occhio maggico?” disse Toshio. “Ma come!” si stupì Natsumi: “Lo conosci?” “Certo” confermò Toshio: “è l’arnese che ha permesso a Roleck di sapere che Manami e Midori si amano” “Ma qui lo sapevano tutti tranne me!” sbottò Hikaru: “Non si può vivere così. Io do le dimissioni!” “E’ vero” incalzò Moemi: “Manami, lo hai detto soltanto ai maschi! Non lo sai che le ragazze si confidano con le ragazze?” “Oppure tu, Manami, sei un ermafrodita, come Eva Robins?” ipotizzò Nobuko. “Ma io veramente non ho detto niente a nessuno” si difese Manami: “una volta Roleck, Yusaku e PinoPino si presentarono a casa mia mentre ero sola. Li aveva accompagnati Midori. Mi dissero che, grazie all’occhio maggico di Roleck, avevano saputo che io e Midori eravamo fidanzati, e io confermai tutto. Che male c’era?” “E Toshio come lo sa?” chiese Shimizu. “A me l’ha detto Midori” rispose Toshio: “siamo amici per la pelle, ci raccontiamo tutto” “E voi” disse Kidokoro rivolgendosi a PinoPino, Yusaku e Roleck: “Perché avete voluto sapere se Midori e Manami stavano insieme? I cavoli vostri, no?” “Sinceramente” rivelò Roleck: “avevo appena comprato l’occhio maggico, e per provarlo mi ero sintonizzato su persone che avessero la lettera -M- come iniziale del nome” “Perché -M-?” chiese Kidokoro. “-M- come maggico” disse Roleck. “E perché proprio Manami e Midori, con tutte le persone che hanno la -M- come iniziale?” “Perché Creamy e Orange Road sono le mie serie preferite. Per cui io mi sono sintonizzato su due protagonisti di quelle serie. Poi, quando ho saputo che loro due si erano fidanzati ho voluto controllare, per sapere se il mio occhio maggico funzionava per bene. In caso contrario sarei tornato al negozio e mi sarei fatto rendere i soldi indietro” “E Yusaku e PinoPino?” chiese Natsumi: “Loro che c’entrano?” “Dopo essere andato a prendere Midori, ci stavamo recando a casa di Manami. Lungo la strada c’era il Creamy Crepe, il locale di Candida e Filippo, e così io e Midori decidemmo di farci una capatina per mangiare qualcosa. Dentro incontrammo Yusaku e PinoPino, che io riconobbi subito come personaggi delle mie serie preferite, così raccontai loro tutto quanto e insieme andammo da Manami. The end” “The end un cavolo!” sbraitò Balteck prendendo Roleck per la collottola: “Dov’è che avresti comprato il tuo occhio maggico?” “Ma, Balteck, dove vuoi che lo abbia comprato? Da una delle tue basi, ovviamente” “Ma non diciamo balle!” lo aggredì Balteck: “Gli occhi magggici che vendo io hanno tre -g-, mentre quello che hai tu si pronuncia con due -g- soltanto” “Ehm, errore di pronuncia ci fu” si difese vanamente Roleck. “No!” lo assaltò Balteck: “La verità è che tu hai comprato il tuo occhio maggico dal mio concorrente numero 1, Bartalucci da Grosseto” “Ohibooò” pianse Roleck: “e va bene, confesso!” “Mi hai tradito! Hai tradito la famigghia, miiiizzeca” “Perdono!” implorò Roleck. E Shimizu colse la palla al balzo: “Perdono, perdono, perdonoooo! Io soffro più ancora di teeee! Perdono, perdono, perdonoooo! Il male l’ho fatto più a meeee!”; Takashi, Seiji, Duenote e Hatta, al suono di questa nuova canzone, si avventurarono in una scandalosa polka russa, ma in questo modo, senza rendersene conto, finirono in mezzo ai giocatori di poker scombinandogli tutta la partita. Candida, Nega e Posi, che stavano vincendo somme vergognose, si avventarono sui quattro ballerini impazziti, scatenando una violenta colluttazione. “Calma gente” intervenne PinoPino portando il calumet della pace: “Ricordatevi di Alamo!” “Che stai dicendo?” chiese Jingle a PinoPino. “Ma niente” rispose lui: “citazione da film western” “Okay!” tuonò una voce in cima agli spalti. Tutti i nostri eroi si voltarono verso la voce. “Ora basta giocare!” ripeté la voce tonante. Nessuno riusciva a capire chi fosse il padrone di quelle parole, perché aveva il sole alle spalle e non lo si poteva distinguere bene. Poi il chiacchierone spiccò un balzo imperioso, fece nell’aria quindici giravolte su sé stesso e catapultò verso il basso. Mentre scendeva, qualcuno disse: “E’ un uccello!” “No! E’ un aereo!” “No! E’ un patriot!”. Il misterioso zompatore atterrò, e disse: “Vi sbagliate, non sono altri che io, nientepopodimenoche….” ma a quel punto tutti lo avevano riconosciuto, e una esclamazione generale si levò dal gruppo: “Ma tu sei…. il vecchietto del Gokuraku!” “Per servirvi” disse il vecchio, inchinandosi. “E dov’eri finito?” gli chiese Yota. “A difendervi” rispose lui: “I nonni di Kyosuke e Luigi mi hanno informato che il nostro nemico ha fatto le sue mosse. Ora loro stanno venendo qui. Insieme dovremo studiare una strategia per sconfiggere il nostro nemico” “Ma chi è il nostro nemico?” chiese spazientito Toshio. “E’ la vecchina Ace!” rivelò Luigi che, insieme ai nonni di Kyosuke, era giunto in quel momento. “Che cavolo è la vecchina Ace?” chiese Yusaku. “La vecchina Ace, testone!” disse il vecchio del Gokuraku: “La vecchiuppa, la vecchionza mefitica” “Cos’è sta accidente di vecchiorba?” insisté Yusaku. “Eh, ma allora sei più duro del porfido!” esclamò la nonna di Kyosuke: “Una vecchiazza, una decrepita, una mummificata, una vecchia strega!” “Vecchia strega?” borbottò Nobuko: “E’ una strega davvero?” “Beh, si fa per dire” disse il nonno di Kyosuke. “Strega in che senso, scusate?” tornò a chiedere Yusaku. “Strega nel senso di maligna, maga, fattucchiera” e Shimizu, che era un tipo sgallettante dall’impatto trascinante, iniziò per la centesima volta a cantare: “Se, per innamorarmi ancora, tornerai, maledetta fattucchiera….”. I quattro danzatori folli avrebbero voluto ballare anche sulle note di questa creazione shimizesca, ma erano ridotti a mal partito a causa della battaglia sostenuta pocanzi con i danneggiati dalla loro irruzione nella pokerata. “Ora pensiamo alle cose serie” disse imperiosa Moemi, e tutti si misero a pensare: -Alle cose serie, alle cose serie, alle cose serie….-. Tutto il gruppo si sedette in cerchio. “Come procediamo?” chiese Buddah, che era in pellegrinaggio e si era fermato a fare un barbecue. “Ordunque” esordì Luigi: “direi che a questo punto è il caso di aspettare e farsi una bistecca al barbecue del signor Buddah” “Ma come” obiettò Yota: “abbiamo aspettato anche troppo, no? Dobbiamo entrare in azione” e si catapultò dentro una cabina del telefono. Quando ne uscì era travestito da Gabibbo, provò a spiccare il volo ma si sfaldò sull’aia. Lo recuperarono con una mietitrebbia. “Yota” gli chiese Filippo: “hai ripreso possesso delle tue facoltà mentali?” “Non ne è mai stato in possesso” disse Takashi: “lo conoscerò io che sono il suo migliore amico fin dall’infanzia?” “Anch’io sono il suo migliore amico fin dall’infanzia” disse Kyosuke “Ma quando mai?” lo rimbeccò Madoka: “Se non lo hai mai visto in vita tua” “Certo” si difese Kyosuke: “l’ho visto due ore fa” “In ogni caso” chiese Balteck: “cosa stiamo aspettando?” “Non cosa” corresse la nonna di Kyosuke: “ma chi” “Va bene” disse Natsumi: “allora chi stiamo aspettando?” “Qualcuno che alcuni di voi conoscono e altri non conoscono” rispose diagonalmente la Kyosuke’s nonna. “Ma com’è possibile?” domandò Yu: “Se in questa storia ci conosciamo tutti” “E questa bischerata dove sta scritta?” chiese a sua volta Hikaru “L’ha detta Takashi all’inizio della storia” disse Yu. “Davvero l’hai detta tu, Takashi?” gli chiese Duenote “Boh” rispose argutamente Takashi. “Ma si” inebriò Seiji: “lo hai detto a me. Non ricordi, Takashi?” “Ricordati di me com’ero prima….” canticchiò Hatta. “Ci mettiamo a ballare?” chiese Takashi. “Non c’è bisogno di chiederlo!” esclamò Duenote. Tutti e quattro si sprintarono in una ballata fibrillante. “Quei quattro sono entrati in sintonia” commentò Toshio “Pensare che sono così diversi” disse Candida “Già” confermò Kidokoro: “Takashi è un ragazzo introverso e misterioso” “Seiji e Hatta sono due superficiali e infantili” disse Ai. E Manami disse: “Duenote invece è violenta e insofferente”. Duenote, mentre ballava, prese una chiave inglese e la brozzicò sui denti di Jingle. Il quale Jingle disse: “Oh, ma che t’ho fatto?” “Hai detto che sono una violenta insofferente” gli spiegò lei “Ma se l’ha detto Manami!” si difese lui “Non conosco Manamesse!” esclamò lei, mentre accennava un passo del ballo di San Vito. “Allora parlamm’ e nun ce capimm’” sbottò Yu: “ma come non conosci Manami. Ho detto che in questa storia ci conosciamo tutti!” “Calma!” disse Midori prendendo in mano la situazione: “Mi sembra che ci stiamo dimenticando di quello che dobbiamo fare. La vecchioccia vuole bloccare la partita!” “Ma noi vogliamo vederla!” disse Kyosuke “Appunto!” continuò Midori: “Allora dobbiamo fermarla” “Ma se mia nonna ha detto che manca qualcuno” disse Kurumi. “Ebbene, signora” disse Jingle: “vuole dirci finalmente chi stiamo aspettando?” “Non c’è bisogno che ve lo dica lei!” tuonò una voce alle loro spalle “Un’altra entrata in scena da deficienti!” sbuffò Nobuko “Chi è quest’altro chiacchierone?” chiese Nega “Non hai parlato molto in questa storia, Nega” disse Madoka “Ero impegnato a contare i soldi vinti a poker” si giustificò il gatto. “Ehi, ma è lui!” esclamò Manami “E’ vero!” esclamò Hikaru: “Lo riconosco!” “Lui chi?” chiese Roleck: “Dylan di Beverly Hills?” “Ma sparati!” gli disse Kyosuke: “E’ semplicemente lui! Il grande assente! L’incorruttibile!” “Zenigata?” ipotizzò Filippo. “No!” eruppero Kyosuke, Kurumi e Manami insieme: “E’ nostro padre!”. Gli corsero incontro: “Papà, papà nostro! Finalmente ti ritroviamo!” dissero i tre rampolli abbracciandolo “Che scena commovente” sospirò Posi, alla quale certi momenti toccavano il cuore “La solita frignona” la apostrofò Natsumi “Questa frase l’ho già sentita” disse Posi “Per forza” le ricordò Nega: “te la dico sempre io” “Da quanto tempo non si vedevano, quelli?” chiese Candida “In che anno siamo?” domandò a sua volta Madoka “Nel 94” rispose la madre di Yu “Allora non si vedevano da….” Madoka controllò l’ora: “….trentacinque minuti”. “Come sono felice di rivedervi, figlioli” disse Takashi Kasuga ai suoi tre figli: “Ormai pensavo che la vecchiarda vi avesse già candeggiati” “Papà” disse Manami: “ho lasciato il gas aperto a casa” e in quel momento si udì un’esplosione atomica, e il gatto Ercole arrivò sparato come un F-16 in bocca a Kidokoro: “Cassata alla siciliana!” esclamò sorpreso il manager rrrrampante “Ohibò” commentò Takashi Kasuga: “ci trasferiremo per la ventiduesima volta e tutto sarà risolto. Ah ah!” fece un sorriso rassicurante e affabile rivolto alla sua adorata Manami, la quale chiese: “Non sei irritato con me, vero papi?” “No” rispose lui, poi si voltò e cominciò a leggere il primo capitolo del libro . Saltellando come la vispa Teresa, Ai raggiunse il terzetto familiare: “Ora siamo tutti?” chiese “Si” rispose la nonna di Kyosuke “Bene” disse Balteck che aveva preso in mano le redini della situazione: “sediamoci in cerchio e facciamo una bella seduta spiritica” si sedettero tutti in ordine disordinato, dimostrando di sapere cos’era un cerchio. Il (lo chiameremo così per umana pietà), era così composto: da sinistra a destra, Koji Shimizu, Manami, Midori, Jingle, Nobuko, Filippo, Roleck, Yu, Luigi, Kidokoro, Tex Willer, Yusaku, PinoPino, Natsumi, Hatta, Moemi, Balteck, Hikaru, Toshio, la nonna di Kyosuke, Ai, Duenote, Kurumi, il vecchio del Gokuraku, Candida, Kyosuke, Posi, Yota, Madoka, il nonno di Kyosuke, Nega, Takashi, Seiji, Ercole, i tre della Gialappa’s Band. “Qual è il piano per eliminare la vecchierella?” chiese Takashi “Sicuramente la faremo uccidere da Luigi” disse Jingle: “visto che ha ammazzato suo nonno, se ne intende di soppressione di anziani & co” “E invece no!” sbraitò Ercole tutti ringalluzzito: “Sarò io ad ucciderla” “Ooooh, Ercole” disse Kurumi: “ma cosa sproloqui?” “Che vuoi fare tu, gatto?” chiese Yota: “Resta al tuo posto! A cucc! Cucc! Zitt! Questo è un lavoro molto serio, quindi deve farlo….” si alzò in piedi e filò di corsa dietro un cespuglio, e ne fuoriuscì trasformato in Cornflake, il fratello gastronomico di Goldrake. Nessuno però lo considerò più di tanto. Lui allora iniziò a suonare il flauto, disse la formuletta postuma e chiamò il suo fido robot King Star*, l’automa più scemo che la storia ricordi. Ora, avendo fatto una cura di fosforo, l’oriundo King Star vide il suo chiamatore, e disse: “Te sei quello che mi chiama sempre, a ogni puntata di quella stronzata di serie che ci vede protagonisti?” Yota rispose: “Quien sabé? Perché ti interessa?” “Perché devo presentarti il conto di tutte le volte che ti ho salvato la pelle. Ué amico, son palanche” dicendo questo King Star iniziò a sventolare sotto il naso di Yota una strisciata di conti che ad appenderli a un gruppo di palloncini e a farli srotolare verso l’alto venivano fuori trecento piani di morbidezza. Yota allora fece il finto tonto. “Allora, mi paghi o no?” insisteva King Star. “Io?” disse Yota: “Non sono io” “Ma come,” si stupì King Star: “tu sei quello che suona….” mimò il gesto di suonare la chitarra: “….il flauto” “Non sono io!” esclamò Yota. “Ma io ti ho visto in TV, nel….” insisteva King Star, mimando i gesti del nuoto stile libero: “….canale. Sei tu” “Non sono io!” sbraitò Yota “E mi credevo” disse King Star “Non creda!” gli ordinò Yota “E mi pensavo….” “Non pensi!” “Vabbuò. Mi scusso, mi scusso….” e se ne andò King Star.

* «….King Star, l’automa più scemo che la storia ricordi». Il robot protagonista del cartone Calendar Men. King Star è considerato da molti (me e pure mio cugino) il robot più cretino di tutti i tempi perché prima di infliggere il colpo di grazia ai nemici, si faceva OGNI VOLTA commuovere dalle loro sceneggiate per dimostrare che erano pentiti ed erano diventati buoni; King Star dunque raccomandava loro di restare sulla retta via, voltava le spalle e si allontanava. Dal momento, però, che i cattivi erano PURE PIU’ SCEMI DI LUI (e ce NE VUOLE!), appena il robot si girava iniziavano a confabulare tra loro, dicendo la verità, e cioè che avevano recitato una parte per ingannarlo, non si erano davvero pentiti delle malefatte compiute e avrebbero fatto di peggio alla prima occasione; invariabilmente, ad OGNI PUNTATA, King Star, grazie al suo udito elettronico, li sentiva e si arrabbiava moltissimo, tornando indietro e dando loro il colpo di grazia.

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L’altro giorno andando a spasso incontrai Giovanna piccola, e Yota tornò al suo posto, dove l’attendeva un’amara sorpresa: il caffè. “Ooh, caffè Latazza” disse Yota sorseggiando la bevanda: “più lo mandi giù, più ritorna su” e vomitò. Ai si alzò in piedi e disse: “Ora io rivelerò a tutti voi il segreto di Ercole!”; tutti incominciarono ad applaudire, i più scatenati gridavano a squarciagola: “Ai forever! Brava! Brava!” le ragazze scoppiavano in lacrime strappandosi i capelli e le tiravano i reggiseni. “Il segreto è che Ercole, Posi e Nega cercheranno di stanare la bignora, ed io e Hatta la elimineremo” “Perché tu e Hatta?” chiese Jingle, che era segretamente innamorato di lei “Perché tu e Hatta?” chiese Koji, che era segretamente innamorato di lei “Perché tu e Hatta?” chiese Filippo, che era segretamente innamorato di lei “Perché tu e Hatta?” chiese Luigi, che era segretamente innamorato di lei “Perché tu e Hatta?” chiese Ercole, che era segretamente innamorato di lei “Perché tu e Hatta?” chiese Dylan Dog, che era segretamente innamorato di lei “Perché tu e Hatta?” chiese Madoka, che era segretamente innamorata di lei “Perché tu ed Ai?” chiese Renato Zero, che era segretamente innamorato di Hatta. E Ai rispose: “Perché Hatta è fortissimo” “E’ vero” confermò Hatta: “e ora ve lo dimostrerò” Hatta strinse i pugni, e iniziò a picchiare Ai per dimostrare quanto era forte: “Uatatatatatatatatatatatata…. Hattà!” “Ecco perché si chiama Hatta!” comprese finalmente il gruppo di neuropatici presenti in questa storia. Ai sanguinava come una pompa di iniezione a frangiflutti. Guardando Ai, Hatta chiese: “Chi penserebbe mai che a una ragazza così sanguinino le gengive?*” “Ooooooh! Che cosa affascinante!” commentò il pubblico. “E infatti non le sanguinerebbero….” disse Hatta: “….se io non le avessi fatto il mazzo a tarallo” “Dio, come ti amo” disse Ai ad Hatta con gli occhi che le sbrilluccicavano “Lo so, baby” Hatta sorrise, e i suoi denti bianchissimi mandarono riflessi nel sole, poi Ai lo legò ad una sedia e glieli estrasse uno per uno senza anestesia. Aldo e Lucilla se la risero convergentemente. “Quei due che c’entrano?” chiese Nega a Nobuko “Boh” rispose lei: “chi l’ha mai visti?” “Mi ami, vero, Aldo?” chiese Lucilla “Certo che ti amo” “Allora mi ami? Ma quanto mi ami?**” “Senti, non cominciamo con sta stronzata sennò ti spello viva, eh?” “Niente parolacce in questa storia!” disse Takashi Niimai dando una martellata in testa ad Aldo. “Aldo ci ha caldo!” gridò Madoka andando a baciare sulla bocca PinoPino “Mi fai ingrifare, Madoka” disse PinoPino: “di ragazze come te ne vorrei a pacchi, a pacchi a pacchi!!!!” “Anche tu mi fai ingrifare” disse Madoka: “sei l’unico visitor nella mia vita” “Ti credo” le disse lui; si abbracciarono appassionatamente e cominciarono a fare le zozzerie ambigue. “Ma che è, un pornazzo questo?” chiese schifata Posi “E’ un pornazzo?” disse allupato Takashi Kasuga, e saltò addosso a Moemi, dicendole: “Ti amo, sei bella” “Oh, ma come sei focoso” disse Moemi: “hai una famiglia, controllati” “Ci penso io” intervenne Koji, prendendo per i capelli Takashi Kasuga, e dicendogli: “Vieni via, suino! Staccati da lei” ma Takashi Kasuga era incollato a Moemi; e Moemi diceva: “Ma calmati, Takashi. Non essere irruento” intanto lo stringeva a sé: “Non fare così. Non scaldarti”; Koji cercava di tirarlo via. A un certo punto Takashi disse: “Ma si, questa storia la leggono anche i minori. Lasciami, Moemi” Moemi disse: “Allontanati da me. Non indurmi in tentazione” e intanto se lo teneva incollato addosso “Ti voglio lasciare” ribatteva Takashi: “e mollami” “Ooooh” sospirava Moemi: “Ti prego, sono una donna, non sono una santa. Non farmi commettere atti impuri” “Ma quando mai” disse Takashi cercando di divincolarsi dall’abbraccio serpentesco della scatenata Moemi: “non ti voglio far commettere atti impuri. Schiodati, specie di Superattak vivente” “Ooooh” sospirò di nuovo Moemi: “ti approfitti della mia debolezza femminile” “Debolezza?” disse Takashi: “Ma se mi avvinghi come un boa” “Ti prego, non farlo” continuava Moemi: “non farmi fare ciò che non voglio” “Aiuto!” gridò Takashi: “Liberatemi da questa belva”. Koji, nel tentativo di dividere i due, venne catturato dall’abbraccio tentacolare di Moemi “Oh! Aiuto!” esclamò Koji mezzo soffocato “Ehi! Koji!” gridò Natsumi: “Sono io la tua ragazza! Come osi accartocciarti con un’altra?” “E’ lei che mi s’è imbostikkata addosso, Natsumi” cercò di difendersi Koji “Ooooh” sospirò Moemi: “anche tu, Koji, ma come sei impetuoso” “Credo sia il caso di porre fine a questa incresciosa situazione” disse Filippo: “Orbene, cara Moemi, tu sai quanto io sia affezionato a te. Sei come una figlia per me. Praticamente ti ho cresciuta io. Quindi ti ordino di finirla subito con questo assurdo comportamento. Prendi esempio da Yu, lei si che è una ragazza a posto….” “Davvero?” chiese Moemi, guardando verso Yu “Certo” confermò Filippo, osservando Yu a sua volta: “la mia Yu è una bravis….” la sua Yu, si accorse Filippo in quel momento, era una bravissima fumatrice d’erba nonché bevitrice incallita. Infatti stava fissa, insieme a Balteck, Nega e Seiji a giocare a carte, mentre tutti e quattro fumavano marijuana come turchi e bevevano grappa come spugne. In quel momento Yu stessa stava raccontando una barzelletta talmente sporca che Cicciolina, sentendola, arrossì. Suo padre la prese per un orecchio e la portò di fronte a Candida. “Yu,” le disse la madre: “abbiamo appena deciso di mandarti a studiare dalle suore” “Bravi” si complimentò Yu: “bella pensata davvero. Ora però scusatemi ma devo finire la partita a carte” e si dileguò “In cosa abbiamo sbagliato?” si chiese Filippo con le lacrime agli occhi “A farla nascere” rispose Candida “Adesso sei crudele” obiettò Filippo “E di calcio non ci capisci niente” aggiunse impietoso Ercole “Oh, gatto” disse in tono minaccioso Candida: “ti faccio arrosto” “Non è il caso” si intromise Jingle: “direi piuttosto di rimettere insieme le idee per prepararci ad affrontare la vecchietta” “La vecchietta è lontanissima da qui” assicurò il nonno di Kyosuke, mentre la vecchina Ace lo stava per colpire alle spalle con una padella. “Attento!” gridò Kidokoro: “Alle spalle c’è lei” “Alle spalle di chi?” chiese il nonno, e si girò. Dietro di lui la vecchiotta Ace si era travestita da lupo cattivo e si era infilata nel letto. “Oh” disse il nonno: “e lei cosa fa qui?” “Chi sei?” chiese la vecchia: “Carlo Rambaldi?” “Perché Rambaldi?” domandò a sua volta il nonno, poi la guardò bene, rischiò l’infarto e disse: “Non sono Rambaldi, ma se ti ha creato lui lo denuncio” “Chi è questo aborto?” chiese con molto tatto Manami che si era avvicinata al letto “Aborto sarà tua nonna” le rispose la vecchiuccia travestita da lupo cattivo “Ooooh” fece la nonna di Manami, Kurumi e Kyosuke avvicinandosi al letto con un casco da minatore in testa e un martello pneumatico nelle mani: “bisogna essere gentili con gli animali” “Ferma!” le disse Roleck: “ti ha detto aborto, è vero, ma tu cosa vuoi fargli?” “Io? Niente” rispose la nonna accendendo la motosega “Lupo! Fuggi!” gridò Roleck, che era iscritto alla lega anti-vivisezione: “Vai a Gubbio! Lì c’è un tipo chiamato San Francesco che ti darà una mano! Mangiagliela!” “Allora siete scemi!” gridò Kidokoro “Bella scoperta” ribatté Seiji “Vi ho detto” continuò Kidokoro: “che quel lupo non è altro che la vecchiaccia!” “Incredibile!” disse Duenote: “Come si è camuffata bene!” “E’ vero” disse la mefitica alzandosi dal letto: “sono io” Kyosuke la vide, imbracciò il fucile e la abbatté “Ehi, Kyosuke” chiamò Toshio uscendo dalla macchia, anche lui con un fucile in mano: “hai preso qualcosa?” “Credo di si” rispose Kyosuke: “un lupo” “Prenda un bel lupo***” sentenziò Yota alzando il fucile e sparando agli asini volanti “Dunque voi eravate a caccia, eh?” disse Kurumi: “Mentre qui c’era il finimondo” “Che sarà mai successo?” chiese Toshio: “La partita non è neppure cominciata” “Comunque siamo arrivati in tempo” disse Kyosuke: “ho abbattuto il lupo” “Non era un lupo” precisò Duenote: “era la vegliarda” Kyosuke si avvicinò alla sua preda: “Meno male” disse: “ho abbattuto la nostra nemica” la vecchia aprì gli occhi, e disse: “Centory. Point of no return” “E’ tutta scema” disse Kurumi: “fratellone, dalle il colpo di grazia” “Prima dovremmo trovare Grazia” si intromise Duenote “Quello che mi piace di te, Duenote” disse Kyosuke: “è che non sei affatto stupida” “Quello che mi piace di te, Kyosuke” disse Duenote: “è che sei affascinante come un arrotino ombrellaio” “Dio” disse Manami: “questa storia fa davvero schifo****” “Sapete?” disse Duenote che si era avvinghiata a Kyosuke, che ci stava perché era un porco: “mi sembra di sentire la canzone di Goldrake” “Mille armi tu hai, non arrenderti mai….” iniziò a cantare Balteck mentre mescolava le carte “Andiamo, Balteck!!” esclamò Nega: “Sono sei ore che mescoli quelle carte” “Calma, Nega” disse Balteck: “ci vuole pazienza. Fai come Seiji, che sta calmo!” “Ci credo!” disse Yu: “S’è addormentato!” “Chi mi ha chiamato?” disse Seiji svegliandosi: “Ho sognato che Balteck ci metteva un sacco di tempo a mischiare le carte” “Invece ho finito” annunciò Balteck “Alleluja!” intonarono in coro Nega e Yu. Arrivò Yusaku, accompagnato da Midori “Era un po’ che non vi si vedeva a voi due, ragazzi” disse Balteck “Eravamo andati a fà l’asparagi” spiegò Midori “Sapete che la vecchina Ace è morta?” li informò Yusaku “Veramente?” chiese Seiji: “Di già?” “Eh, si” rispose Midori: “è stato Kyosuke” “E bravo lui” commentò Nega “Beh” disse Yu: “adesso è finita” “Comunque” disse Seiji: “possiamo pure continuare a giocare, prima che inizi la partita” “Aiuuuuto!” gridò Hikaru in preda al terrore “Che succede?” chiese Roleck: “Che cos’è sto casino?” “Eh eh” rise la vecchia, mezza morta: “vi siete dimenticati i miei aiutanti, il Griso e il Nibbio, e Ivan Drago” detto questo, morì. “Che triste fine” pianse Nobuko, poi prese il corpo della vecchia Ace e lo buttò nella spazzatura.

* «….sanguinino le gengive?». Citazione da una pubblicità (credo di un dentifricio).

** «Allora mi ami? Ma quanto mi ami?». Altra pubblicità famosa, quella della SIP con Yvonne Sciò.

*** «Prenda un bel lupo». Dal programma comico MegaSalviShow, in particolare la battuta citata è del personaggio di Frate Francesco, che cercava di convincere tutti a comprare un lupo.

**** «…. questa storia fa davvero schifo». L’unica cosa sensata che ho inserito in questa fesseria.

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“Adesso dobbiamo liberare Hikaru” disse la nonna di Kyosuke “E’ vero” disse Natsumi: “è stata catturata dal piccione viaggiatore”. Hikaru stava volando, catturata da Ivan Drago, e gridava. Aveva in mano il cesto degli asparagi “Hikaru!” gridò Toshio: “Lascia gli asparagi, che qui abbiamo fame”. Arrivò il vecchio del Gokuraku in cima alla Bat-mobile “Dove eri andato?” gli chiese Madoka “A costruire la Bat-mobile” rispose lui: “così posso lottare col piccione ad armi pari” “Ma che bischerata!” disse Luigi strappando il fucile di mano a Yota: “Basta fare così” puntò il fucile contro il piccione e fece fuoco, abbattendolo. Hikaru buttò sotto di sé il cesto degli asparagi perché le facesse da materasso, poi fece sedici giravolte su sé stessa dicendo: “Tuffo carpiato con triplo avvitamento” e si spalmò sulla madreterra a due centimetri dalla cesta di asparagi. “Bene” disse Candida raccogliendo il piccione e gli asparagi: “la cena è assicurata” “Che cavolo l’ho costruita a fare la Bat-mobile?” si lamentò il vecchio del Gokuraku “Fammici fare un giro!” gli disse Nobuko “E vabbè. Comunque ci sono rimasti i due lupi, il Griso e il Nibbio” “Sono un poliziotto. Giù la pistola!” disse uno dei due lupi che si era messo un cappello della polizia in testa. “Ma sparati, scemo!” gli propose caldamente Kurumi “D’accordo” disse il lupo, e si sparò “Ah, ci vuole così poco?”si stupì Luigi. Restituì il fucile a Yota, e chiamò: “Luuuupoooo! Vieni a fare merenda” “Non è più ora di merenda, Luigi” gli fece notare Natsumi “E’ vero” disse lui, allora gridò: “luupoo! Vieni a cena!” “Sono fuori a cena!” gridò il lupo da chissà dove: “Mangio in pizzeria!” “Ma come…. m’ha fregato!” “disse stizzito Luigi “Ai miei manicaretti non resiste nessuno” disse Ai “E’ vero” confermò Posi: “io ho mangiato molto spesso a casa sua. Anzi, ora ti dò una mano a cucinare” iniziarono a cucinare “Fatemi assaggiare” disse Moemi: “ho una fame boia” “Perché non ci dai una mano?” le propose Posi “No” disse Moemi fuggendo “Perché è scappata?” chiese Ai “Boh” spiegò Posi: “comunque chi se ne frega. Ormai abbiamo finito” “La sbobba è pronta!” annunciò Ai “Bene” disse Midori: “chiamiamo il lupo” e tutti si misero a chiamarlo. Dopo che gli ebbero scassato i timpani, il lupo rispose: “Checcazzo!! So qui! Che volete?” “Vieni a cena” “Ho detto che mangio fuori!” “Andiamo” disse Posi: “non ti va neanche una Simmental tagliata fina fina con le verdurine sottili sottili sottili sottili che non mi puoi dire di no?*” “Vaffanculo!” invitò il lupo “Ora m’ha fatto girare le scatole” si inviperì Ercole: “vado a chiapparlo per un’orcella” e partì a razzo. “Speriamo che ci riesca. Egli è un eroe, che combatte la sua battaglia senza timore” disse Takashi Niimai, con il vento che gli scompigliava i capelli, e il sole del tramonto che illuminava tenuemente il suo volto, e le onde dell’oceano che si infrangevano sugli scogli mandando spruzzi sul suo volto. Un pitone gli si infilò su per i pantaloni e lui lo strozzò. “Ma è davvero scemo” commentò Moemi: “come ho potuto innamorarmi di un imbecille così?” “Perché, te ne sei innamorata?” le chiese Hikaru “Si” rispose Moemi: “alle volte lo fa” “Hikaru” la chiamò Yu “Che c’è, Yu?” disse lei “Guarda là” le indicò Kyosuke che stava giocando al dottore e all’ammalata con Duenote “Mi dispiace, ma Kyosuke ti sta tradendo” “Che me ne frega?” rispose Hikaru “Bene” disse Yu: “allora guarda là” e indicò a Hikaru Yusaku, che stava facendo le zozzerie ambigue con Natsumi “Nun me ne pò fregà de mmeno” disse Hikaru “Bene” disse Yu: “allora resisterai anche a questo” le fece vedere Candida che cucinava gli asparagi da lei raccolti poco prima “Ma come!” esclamò Hikaru: “Gli asparagi che avevo raccolto con tanta cura assieme a Midori e Yusaku” iniziò a piangere, e si gettò nelle braccia di Takashi per consolarsi “Questa storia diventa sempre più sudicia” commentò Moemi “Già” disse Yu “Sono d’accordo” disse Nobuko che era appena arrivata “Andiamo a mangiare qualcosa?” propose Yu “Volentieri” concordò Nobuko: “conoscete qualche buon locale?” “Io si” rispose Yu: “potremmo andare al mio negozio di crèpe, se ne avete voglia. Altrimenti c’è anche l’ Abcb di Luigi dove lavora Madoka” “Magari facciamo un salto in tutti e due” disse Moemi “Non male come idea” disse Nobuko; si presero a braccetto tutte e tre, e si incamminarono “Yu, dove vai?” le chiese Balteck “Vado al mio negozio, perché?” “Ma se oggi siamo chiusi” disse Balteck “Che vuol dire siamo?” si intromise Candida: “Tu che c’entri col mio locale?” “Il mio, vorrai dire” disse Balteck: “l’ho comprato ieri” e mostrò l’atto di proprietà “Noooooo….” gridò Filippo in preda alla disperazione: “….ooooooooo….” arrivò Takashi Kasuga vestito da indiano, e fumò una Marlboro “Non è vero” sentenziò; Koji gli diede un cazzottone dicendo: “E che avevi capito**” “Scherzavo” disse Balteck “Come scherzavi?” chiese Filippo “Non ho comprato niente” disse Balteck: “giusto un rotolo di scotch dal tabaccaio” “Sentite” gridò il vecchio del Gokuraku dall’alto della Bat-mobile: “cosa starà facendo Ercole?” “E’ vero” disse Jingle: “manca un puntino e l’aria è buona e si sente ed è bello ritrovarsi in questa vita caricando troppo l’interno del piede” “Bravo!” esclamò Kurumi saltandogli addosso: “Amo gli uomini con le idee chiare” “Ma insomma, Kurumi” la rimproverò suo nonno: “comportati bene” “Ma non rompere!” obbedì lei: “Kyosuke fa le cosacce con Duenote, Manami si è imboscata con Midori e mio padre prima si è gettato su Moemi e adesso io mi sono innamorata di Jingle e non me lo lascio scappare” “Approvo” disse Jingle “Ci credo che approvi” disse Kidokoro intervenendo: “sei uno ninfomane” “Sei uno sfigato” iniziò a cantare Koji “Koji, sei più inutile di una bistecca alla fiorentina al tavolo della Juventus” disse Moemi: “signor Kidokoro, lei mi sembra una persona molto responsabile e molto sensibile” “Anche lei, mademoiselle Moemi” disse Kidokoro facendole il baciamano: “vogliamo fare le zozzerie ambigue?” “Ma certo” acconsentì Moemi: “tanto in questa storia del cavolo sembra che non si faccia altro” “Questa storia sta diventando troppo scabrosa” disse la nonna di Kyosuke: “dovremo vietarla ai minori di novantasei anni” “Yuuuuh! Pio! Pio! Lupetto lupuccio!” chiamava Ercole: “Vieni fuori! Sono venuto a prenderti per andare in pizzeria, dai, pago tutto io, fidati” “Ehi, Jingoro” disse il lupo, senza uscire dal suo nascondiglio. Ercole, sentendosi chiamare a quel modo, sobbalzò, e disse: “Come fai a conoscere il mio vero nome?” il lupo uscì dal suo nascondiglio: “Ho preso informazioni su di te, Jingoro. Non solo conosco il tuo vero nome, ma so anche qual è la tua vera personalità….” “E cioè?” chiese Ercole (o Jingoro), sudando freddo. “So che tu in realtà sei uno Spriggan***” “Ooooh” fece il gatto (o Spriggan): “E a te chi te l’ha detto?” “Un uccellino.” rispose il lupo, poi disse: “Ora basta chiacchierare. Ora ti ucciderò”. Il lupo iniziò ad attaccare, a fauci spalancate. Il gatto (o Spriggan) si preparò un tè e se lo bevette (non bevve, notare bene); il lupo fece un balzo lupesco, la Bat-mobile gli cadde in testa e lo schiacciò. “E’ finita la benzina” disse il vecchio del Gokuraku uscendo dai rottami: “che cavolo! L’ho usata neanche un’ora. Oh, ma qui ci sei tu, Jingoro. Com’è andata?” “Come fai a conoscere il mio vero nome?” “Boh?” rivelò il vecchio. Da sotto la Bat-mobile uscì il lupo. Arrivarono tutti i neuropatici in gruppo: “Cos’è successo?” chiesero tutti in coro (Loacker che bontà****). “Devo andare a cena” disse il lupo, ormai rimbecillito. Si fecero avanti Ai, Candida e Posi dicendo: “Vieni a mangiare. Ti abbiamo fatto i Gordon Bleu di pollo” “Gordon che?” disse il lupo: “No, no, non mi fregate*****” e morì “Sento il bisogno di dire una battuta finale” disse Jingle; Takashi Kasuga lo prese per il collo: “Te la dò io la battuta finale, specie di Scrondo!” gridò: “Tu hai fatto le maialerie con mia figlia Kurumi, e adesso urge un matrimonio riparatore” “E allora Manami e Kyosuke?” si lamentò Kurumi: “Si sono avviluppati a Midori e Duenote” “A loro ci ho già pensato” disse Takashi indicando un punto dietro le sue spalle. Kurumi e Jingle guardarono in quel punto; videro Kyosuke, Midori, Duenote e Manami che pendevano, legati a una corda. Sotto di loro c’era un fiume pieno di coccodrilli. “Lei è un pazzo” disse Ai inorridita “E tu sei una bella figliola” disse Takashi Kasuga imbamberito (che non so che vuol dire); provò a saltarle addosso, ma Madoka lo colse al volo col retino da pesca. “Grazie Madoka” “Prego Ai” “Ti ringrazio dal più profondo del cuore, Madoka” “T’ho detto prego, Ai” “Grazie mille e 750, Madoka” “Ai, ti ho detto che prego….” “Ti sarò per sempre debitrice, Madoka” “Ma che cavolo, Ai, ti ho detto prego” “Non scorderò mai questo tuo gesto, Madoka” Madoka liberò Takashi dicendogli: “E’ tutta tua” e gli regalò anche un bavaglio per farla stare zitta.

* «…. che non mi puoi dire di no?». Pubblicità della Simmenthal, chiaramente.

** «E che avevi capito». Leggendaria pubblicità della caramella Mental.

*** «…. uno Spriggan». Spriggan è un vecchio fumetto che fu pubblicato da Granata Press, e che credo sia stato ristampato successivamente da un’altra casa editrice.

**** «Tutti in coro Loacker che bontà». Pubblicità della Loacker (ovviamente).

***** «Vieni a mangiare…. non mi fregate». Pubblicità dei Gordon Bleu di pollo.

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Arrivarono quattro auto da corsa, a velocità inconcepibile; Nega sventolò la bandiera a scacchi, gridando: “Vince Niimai!” Takashi Niimai scese di macchina gridando: “Nei ritagli di tempo andrò a liberare quei quattro disgraziati appesi sui coccodrilli” e nei ritagli di tempo andò a liberarli. Yusaku scese da un’altra macchina protestando contro Nega: “Gatto idiota! Non hai visto che Takashi correva in modo sbagliato?” “Io ho visto tutto” disse Nega: “e secondo me ci ho ragione” “Proprio a quello” disse Kidokoro che era segretamente innamorato di lei. Kidokoro si autoproclamò giudice di gara: “Succede qualcosa?” disse “Avoglia che succede qualcosa” dissero tutt’e due insieme Hatta e PinoPino scendendo dalle altre due macchine: “Ieri sera alla televisione hanno dato il film -Non si scrive a tavola- e poi di seguito hanno fatto il film -Non si legge neanche a tavola, Sandro…. ma sei di fòri che cosa scrivi- e poi basta” “Bel film” commentò Koji. Toshio e Balteck arrivarono tenendosi a braccetto, ed Ercole, dopo essersi fumato uno spinello, disse: “Anzi, ma sai che ti dico, ma fattelo pure te” e costrinse Yu, che passava di lì assieme a Kyosuke, a fumarselo. Luigi vide tutto e gli disse: “Jingoro, hai fatto una cosa abominevole” “Come hai fatto a sapere il mio vero nome?” chiese Jingoro (o Ercole) “L’ho letto su Kappa Magazine” rispose Luigi “Ora vado lì e li prendo a pedate” disse Ercole (o Jingoro): “tanto sono uno Spriggan” “Ehi” disse Kyosuke: “Jingoro, o Ercole, guarda come hai ridotto Yu, devi rimediare e farla tornare in sé” Yu era convinta di essere una pentola a pressione e si gettava sul fuoco per far bollire l’acqua: “Sono come Muzio Scemolo” “Scemolo?” si chiese Luigi: “Che è, uno dei sette nani?” “Boh” confessò Kyosuke. Jingle, con un aspetto maestoso in mano, disse: “Adesso sento davvero il bisogno di pronunciare la battuta finale” Toshio e Balteck, sempre tenendosi a braccetto, passarono di qua e si lasciarono amare, e poi si scordarono svelti di me, che quel giorno era già buono per amare qualchedunaltro, virgola, qualche altro*. Il vecchio del Gokuraku andò da Jingle, dicendogli: “Signor Pentagramma, ho io la battuta finale giusta per chiudere tutta la storia” “Non posso crederci” disse Jingle, che era segretamente innamorato di lei: “e allora dimmi qual è” “Trattasi di -Sta cominciando la partita-, già” “Davvero?” chiese Jingle “Davvero cosa?” richiese il vecchio “Davvero sta cominciando la partita?” specificò Jingle “Si” rispose il Gokurakista “E allora annunciamolo agli altri” propose Jingle “Ok” disse il vecchio. Presero fiato e gridarono: “La partita sta cominciando” “Veramente è finita da un pezzo” disse loro Seiji che stava contando i soldi vinti a carte. Yu, Balteck e Nega stavano invece facendo l’elemosina. Toshio cercava di tirare via Balteck dicendogli: “Andiamo, dobbiamo” “A braccetto non ci vengo” disse Balteck, e fece la linguaccia a Toshio “Vieni a braccetto con me” disse Madoka a Toshio; lui la guardò e disse: “Meglio una Madoka oggi che un Balteck domani” e si allontanarono molto molto molto molto e caddero in un elettrodomestico chiamato televisione, e lì una coppia di fratellini li vide e disse: “Ooooh, un nuovo cartone animato” i due fratellini si chiamavano Romolo e Remo, e da grandi, ricordandosi di questo giorno in cui avevano visto Madoka e Toshio alla tele, vollero fondare una città. Romolo la voleva chiamare -Herviyer oubioivtoua.a.a.a. staycoll’olive-; Remo la voleva chiamare Roma; giunse Sandro, che la voleva chiamare Gnappero; tra tutt’e tre vinse Romolo, e la città si suicidò. “Ehi!” gridò Filippo: “Sta iniziando la partita” “Ho detto che la partita è finita!” disse nuovamente Seiji; il nonno di Kyosuke lo prese per un orecchio e gli disse: “Tu corri sempre dietro alle mie nipoti, e ora vieni a vedere sta cavolo di partita, va bene, troiaio?” “Troiaio sarà la tu’ moglie” ribatté Seiji “Oggi la gente si vòle fà male” disse la nonna di Kyosuke brandendo una sbarra di ferro. La vecchina si portò sopra Seiji e alzò l’arma dicendo: “Seiji è bello con la spranga nel cervello”. Suo marito gliela tolse di mano appena in tempo: “Ma sei pazza?” “Ti ci metti anche te ad offendere?” disse lei “Questa storia sta diventando troppo violenta” disse il nonno: “è ora di finirla”. Tutti quanti insieme si misero in riga sull’attenti: “Arrivederci! Se siete arrivati a leggere fin quaggiù, avete un bel coraggio” “Sono d’accordo.” disse Sandro: “Se avete davvero letto questa bischerata fino a questo punto, fatevi vedere da uno psichiatra”. Per la cronaca, la partita non fu giocata perché i giocatori si erano messi a seguire le vicende dei neuropatici e si erano addormentati.

* «…. passarono di qua…. qualche altro». Strofa tratta da “Non è tempo per noi”, canzone di Ligabue. Ora, ci tengo a precisare che a me Ligabue non piace, anche se i suoi primi quattro album mi piacevano un sacco e dopo ha fatto qualche canzone (ma proprio poche) che mi piaceva. Però LIGABUE NON MI PIACE!!!!

FINE

Sandro Lunghini

  
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