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Autore: Lau_McKagan    20/01/2014    1 recensioni
Bet the black comes in red, crimes of passion rule my head
I need you, you want him, dressed to kill we live in sin
I know the game you play, I know it well
You just keep on playin' when all the bets are down
Roulette you're goin' round in a spin,
Caught up in a game you just can't win
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hem... buongiorno :'D
Sono tornata? Si, bè... almeno per ora. Ho sempre detto che non avevo abbandonato le mie storie, dovevo solo avere tempo per pensare, scrivere e finirle. Non dico che ora lo farò più spesso, ma insomma, questo è quello che per il mome nto sono riusicta a fare. Non è lungo, e ci ho messo un po' a finirlo tra una cosa e l'altra, purtroppo. Considerando che se non le abbandono è solo grazie a voi, che leggete, commentate e mi mandate continuamente messaggi chiedendomi se aggiorno, se continuo, e mi esorate a non mollare, non posso che ringraziarvi di cuore per l'affetto e il sostegno che mi mostrate dopo così tanto tempo, sono davvero senza parole, giuro <3
Posso solo dire grazie di cuore a tutte voi. E vi chiedo scuasa se vi lascio con così poco, ma il prossimo capitolo spero venga fuori ad una distanza più ragionevole, abbiate pazienza, e continuate a sperare... un abbraccio virtuale a tutte.

Lau

***

Izzy guardava da minuti interi fuori dalla finestra, seduto sul davanzale della sua camera. Le gocce di pioggia si infrangevano sul vetro formando delle lunghe striature punteggiate, che seguiva con lo sguardo annoiato e stanco. Sbuffò. Maledetta insonnia. Aveva un sonno fottuto e non gli riusciva di dormire decentemente per più die qualche ora di fila. Solo quando sentì dei movimenti dietro di lui voltò il viso guardando in direzione del suo letto.
“Ben svegliato” disse con un leggero sorriso, tastandosi le tasche in cerca di una sigaretta.
“Ti deciderai mai a dormire con me per una notte intera?”
Izzy soffermò il suo sguardo sul rosso, che nudo giaceva in quel groviglio di coperte “Giuro che lo vorrei tanto Bill, ma non riesco a dormire, è come se avessi un qualcosa perennemente che mi frulla in testa senza darmi tregua”
“Hum… bè, dovresti fare qualcosa per questa insonnia, sei uno straccio”
“Oh grazie” rispose avvicinandosi e sedendosi sul bordo del letto.
“Hai delle occhiaie degne di uno zombie, e sei pallido come la morte”
“Bill, se non la smetti di caccio fuori a calci in culo”
“Ma piove! E fa freddo” si lagnò attaccandosi a lui da dietro “Non puoi farlo”
“Non mettermi alla prova” scherzò il more dandogli uno strattone per levarselo di dosso, infilandosi una camicia e chiudendosi in bagno per una doccia.
“Vengo a lavarti la schiena se vuoi!” urlò Axl, ancora sdraiato.
“Fottiti!”

Era ancora così tra loro, dopo tanti anni, dopo tante liti e tante riappacificazioni. Acl e Izzy ancora insieme, ancora amici, inseparabili, fratelli. L’unico paletto che Izzy aveva messo alla loro amicizia, riguardava il sesso. Accettava scherzi, giochi, qualche bacio di tanto in tanto, potevano dormire abbracciati, e Axl aveva ancora il vizio di dormire nudo, ma niente più sesso. Non l’avrebbe sopportato. Era convinto che quello avesse logorato il loro rapporto più del dovuto. E poi, Izzy non aveva ancora liberato il posto che nel suo cuore era ancora occupato da Cloe. Ci pensava sempre, ogni giorno. A lei e alla piccola Michelle. Entrambe gli mancavano da morire. Inizialmente Axl l’aveva deriso, dandogli dello stupido, ma poi , come sempre, aveva capito, e gli era stato vicino. Certo non avrebbe mai ammesso che gli spiaceva per lui, e che avrebbe voluto vederlo felice, anche se con qualcuno che non era lui. No, Axl aveva conservato quel carattere spigoloso, egocentrico e a tratti stronzo che l’aveva sempre fatto odiare da un sacco di persone. Forse l’aveva solo limato un po’. Con gli anni.
 

L’Indiana era più fredda di quel che pensava in quella stagione. Chiuse per bene il cappottino rosa di Michelle e la sistemò meglio sulle sue gambe. Era stato un saluto difficile quello con Duff, più difficile di quello che pensava. Voleva bene al biondo, e Michelle era sua figlia dopotutto. Ma per una volta si erano comportati da adulti, pensando alla cosa più giusta da fare, a quello che volevano, che li avrebbe resi felici, e che di conseguenza avrebbe reso felice la piccola testolina bionda, che ora guardava fuori dal finestrino curiosa.
Non sapeva come sarebbe andata, non sapeva come Izzy avrebbe reagito. A dire il vero, non sapeva nemmeno se l‘avrebbe trovato a casa. Magari aveva cambiato indirizzo e quello che Duff le aveva dato ora era vuoto. Sospirò cercando di pensare a qualcosa di bello. Tirò fuori dalla tasca quella foto ormai stropicciata, e le scappò un sorriso. La fece vedere a Michelle “Ti manca?”
“Paaaa-pà” disse lei battendo le manine.
Cloe voleva solo piangere. Aveva davvero sbagliato tutto con lei, con Duff , con Izzy. Sperò solo che non fosse troppo tardi per rimediare. Duff le aveva detto che non avrebbe detto nulla a Susan finchè non fosse stato sicuro che le cose con Izzy si fossero sistemate. In caso contrario l’avrebbe trovato a casa al ritorno, pronto ad abbracciarla, a confortarla e proseguire con lei quello che avevano maldestralmente iniziato. Ma non glie lo avrebbe permesso. Poteva occuparsi di Michelle, ma era con Susan che doveva stare. Lei se la sarebbe cavata.
“Siamo arrivati signorina” la voce del taxista le arrivò lontana talmente era immersa nei suoi pensieri.
“Come?”
Siamo arrivati, ecco… quello è il numero  12“ disse l’uomo indicando una casa bianca tra altre due colorate. La casa di Izzy, ammesso che lo fosse ancora.
Pagò e scese prendendo la bimba in braccio. Le tremavano le gambe “Hai una mamma davvero stupida lo sai? Siamo venuti fin qui, e adesso vorrei solo darmela a gambe” disse guardandosi attorno un po’ smarrita. Avrebbe voluto chiamare Duff e sentire la sua voce confortante che le diceva di andare avanti, e che sarebbe andato tutto bene “Ok, ormai siamo qui…” disse tra se attraversando la strada, trovandosi proprio di fronte al piccolo giardino ben curato che circondava l’ingresso dell’abitazione.
‘Isbell’ lesse sulla casella della posta. Era ancora la sua casa. Istintivamente le labbra le si inarcarono in un sorriso, in cui ripose tutte le sue speranze.
Prima di suonare fece scendere Michelle, iniziava a diventare pesante. Si accovacciò davanti a lei e le sistemò i capelli e il cappottino ”Devi essere bella sai? Rivedremo Izzy” disse emozionata, gli occhi che si inumidivano anche senza volerlo. Non doveva piangere! Tirò su con il naso e prese un profondo respiro, rialzandosi e facendosi coraggio, dando alla piccola la mano. Suonò il campanello. Il cuore le si fermò per un istante, finchè non sentì la serratura scattare, e allora prese a battere furiosamente.
“Si? Chi cavolo...” Izzy era ancora sotto alla doccia, così fu Axl a scendere ed aprire.
Il sorriso sulla faccia di Cloe si tramutò in un espressione indecifrabile, sorpresa, mista a qualcosa che nemmeno lei sapeva definire. Gelo. Cosa ci faceva Axl con Izzy? Di nuovo?
Axl era rimasto imbambolato per diversi secondi prima di riuscire a spiccicare parola. L’aveva riconosciuta subito, il tempo non aveva svilito la sua bellezza semplice e genuina “E tu che diavolo ci fai qui?” gli uscì più sgarbato di quello che voleva, a dire il vero.
“Io… io…” balbettò. Voleva solo andarsene adesso, sapeva che Izzy era li, ma c’era anche Axl e questo la diceva lunga su come il loro rapporto fosse proseguito nel tempo.
“Tu… cosa? Forse la figlia di Duff parla di più, mmm?” fece da vero stronzo, colpendola dritto al petto. Già, la figlia di Duff. Era tutto molto chiaro, ora. Non c’era più spazio per loro nella vita di Izzy. Si sentì così stupida… prese in braccio Michelle, e senza dire nulla, voltò le spalle al rosso e ripercorse a grandi passi il vialetto d’ingresso.
 
   
 
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