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Autore: Zodiac    20/01/2014    4 recensioni
Due piccoli Kili e Tauriel, un legame di polvere di stelle.
E se fossero destinati ad amarsi per sempre, contro secoli, differenze e distanze?
- Do you think she could have loved me? -
Spero sia di vostro gradimento e recensite se ne avete voglia!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Tauriel
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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She is far, far away.
A girl who dances in
starlight and dreams
in a different life.

Do you think she could have loved me?






Era notte fonda, difficile precisare l’ora, e la piccola Elfa Silvana correva, ansimante ed euforica, alla ricerca di uno spiraglio di cielo tra le fronde fitte e oscure che calavano sul sentiero. Amava sentire la leggera brezza di pino selvatico attraversarle la folta chioma color rosso fragola.


<< Hanno il colore della frutta, del legno di ciliegio, dell’amore e del sole che si appresta a lasciare la Terra sola in balia dell’oscurità. Lo stesso colore delle pietre preziose. E dei capelli di tua nonna, ovviamente>>

Le ripeteva sempre la madre, sorridendole mentre giocava con le ciocche di capelli che attorcigliava tra le dita fine.
Spirali rosse attorno a candide, piccole dita.


Si avvertiva solo il suono dei suoi passi sulle foglie cadute, rimbombando nel silenzio della notte. Aveva con sé il suo arco, il suo oggetto più prezioso. Un regalo della nonna, prima di lasciarla: l’aveva creato lei, con premura e affetto, ornandolo con fili di verde erba e fiori secchi, rosa e celesti, i suoi colori preferiti.
Non osava muovere un passo, senza.

Ed eccolo lì, lo spiraglio tanto sospirato.
Si intravedeva il cielo con le sue pennellate blu scuro.
Si intromettevano nel buio, come un magnifico ricamo, le radiose stelle. Tauriel si fermò di colpo, cercando di recuperare ossigeno: l’aria era così fresca e appagante quella notte!
Alzò gli occhi color smeraldo al cielo, inseguendo attentamente  le stelle una ad una sperando di non perdersene neanche una: amava darle nomi, salutarle, adorava conoscere a memoria ogni loro forma e colore. Le numerò, le elencò, affascinata. Una attirò la sua attenzione, dal color ghiaccio. Sembrava volesse danzare con lei.  Alla fine si addormentò cullata dai suoi raggi, e pareva quasi che intonasse dolci melodie.

<< Sono fredde>>  rivelò il giorno seguente alla madre, che ascoltava ogni volta le sue “intrepide” escursioni ai confini di Bosco Atro  << Sembrano remote e lontane>>

<< Loro sono la memoria. Preziosa e pura. Simboli dell’amore che lega ognuno di noi ad un'altra creatura. E ricordano e ricorderanno tutto l’amore che sarai in grado di trasmettere>>  le rispose con affetto la madre, mentre il volto le si illuminava.

<< E’ per questo che sto con loro. Mi ricordano che da qualche parte, qualcuno bisognoso di amore, le sta scrutando come me >> disse aprendosi in uno scintillante sorriso.
Se ne andò saltellando, dopo che la madre le ebbe posato la mano sulla nuca affettuosamente, elencando i nomi delle sue sfolgoranti amiche.



***********



Zio Thorin stava facendo tardi, era ormai notte fonda e non si era ancora presentato alla reggia di Erebor.

<< Scendo a Dale, nipote mio. Balin mi terrà compagnia, sta tranquillo. Devo sbrigare degli affari, tu va a letto presto. Fa il bravo nano! >> gli aveva raccomandato lo zio. << E la storia della buona notte? Sai che non riesco a prender sonno senza! >> Thorin lo aveva stretto forte a sé e gli sospirò all’orecchio >


Preoccupato, si aggirava per le vuote e buie sale sotto la montagna. Pensava di tornare in camera e di svegliare il fratellone, ma forse si sarebbe vendicato. Meglio di no.
*Mai svegliare il Fili che dorme*

Poteva andare dalla sua adorata madre, ma non avrebbe gradito anche solo il fatto che fosse sveglio a quell’ora!

Che fare, quindi?
Tornò nella sua camera, fredda e buia. Un bagliore di luce la attraversò improvvisamente attirando l’attenzione del piccolo nano. Proveniva da un piccolo passaggio tra la dura roccia.
Sbucavano piccole stelle, luminose e pulsanti.

Una, dello stesso color ghiaccio degli occhi dello zio, sembrava lo scrutasse.

Stabile, immobile, sola.
Proprio come Kili.

La fissò, quasi incantato, finché non riuscì ad addormentarsi, sentendosi al sicuro… amato.
  
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