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Autore: moredream84    21/01/2014    4 recensioni
Amicizia...Che cos'era? Come si poteva classificare? Ma soprattutto...Come si riusciva a capire quando aveva raggiunto la linea di confine?
Quella era la domanda che si stava ponendo proprio in quel momento, perdendosi negli occhi di quello che era -probabilmente- stato da sempre il ragazzo lei aveva amato.
Quel ragazzo che probabilmente aveva un po' troppo varcato il limite della loro lunga e duratura amicizia...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amicizia...Che cos'era? Come si poteva classificare? Ma soprattutto...Come si riusciva a capire quando aveva raggiunto la linea di confine?


Quella era la domanda che si stava ponendo proprio in quel momento, perdendosi negli occhi di quello che era -probabilmente- stato, il ragazzo che da sempre le era piaciuto.

Quel ragazzo che probabilmente aveva varcato un pò troppo il limite della loro lunga e duratura amicizia...

 

Sì, perchè l'amicizia -quella vera, con la “A” maiuscola- l'aveva sempre intesa come un rapporto alla pari, basato sulla stima, il rispetto, e la disponibilità reciproca. Quel rapporto che – in genere- poteva essere classificato e ben distinto solo in due modi. Ovvero l'amicizia casuale -legata a una simpatia emersa fortuitamente in una certa circostanza, che poteva legare due persone magari in modo temporaneo-, e la così detta amicizia intima -legata a un rapporto profondo fra due persone che arrivavano a stabilire un grado di confidenza reciproca paragonabile al rapporto di coppia, senza però implicazioni di natura intima-, tipo di amicizia a cui loro due si avvicinavano molto.

 

E tornò in dietro con la mente, andando a ripercorrere quell'evento che aveva segnato per sempre il suo destino insieme a quel ragazzo, che aveva dato il via a tutto il loro rapporto, che li aveva avvicinati in modo così indissolubile da portarla fino al punto di provare quegli stramaledetti sentimenti che provava adesso...

A quel momento che ripensandoci ora, avrebbe voluto cancellare...

 

                                                                                                                                                   -...Tieni...Prendi un po' del mio succo...-

 

Con quella frasetta da quattro soldi, Ann si era messa in testa di voler soccorrere il ragazzino indifeso davanti ai suoi occhi -offrendogli un po' del suo succo- sperando che lui si rialzasse da quella posizione in cui si trovava. Sì, gli aveva fatto davvero pena vederlo seduto per terra con i ginocchi insaguinati per la caduta, e non sapeva perchè, ma aveva cercato un modo per poterlo tirare su di morale...Come se la cosa la riguardasse in prima persona...

Non era la prima volta che lo aveva visto vittima degli scherni dei compagni di classe, e anche se si era detta più di una volta di dover rimanere al di fuori di certe discussioni -per paura di essere presa di mira a sua volta-, non era riuscita a rimanere indifferente. Era rimasta in qualche modo colpita dall'espressione del viso del ragazzino, ed era intervenuta quasi senza pensare.

Perchè lui era quel tipo che non rispondeva quasi mai alle provocazioni o agli scherni, e che -con il suo modo di fare pacato e taciturno- attirava l'attenzione degli Hyung, che non desideravano far altro che infastidirlo, quasi come fosse un vero e proprio passa tempo...

 

<< Ann ti ho detto di muoverti! Che stai facendo lì impalata! >> Con uno strattone deciso il ragazzo dai capelli bianco-argento l'aveva trascinata via dalla Hall in un batter d'occhio, costringendola a seguirlo.

 

...Ann tornò per un secondo alla realtà, pensando che i sopprusi da lui subiti fossero ormai un lontano ricordo. Perchè adesso -nel presente- quel ragazzino dolce e adorabile era completamente scomparso, lasciando spazio a un giovane uomo sicuro di se, che riusciva a imporre ciò che voleva inventando delle banalissime scuse -che però riuscivano facilmente ad aggirare le persone-...

 

                                                                                                                                                                   -…La mia è uno sballo!...-

 

Con quella frase sovraeccitata, lui, il ragazzo delle meraviglie -chiamato così perché in grado di realizzare qualsiasi cosa volesse- l’aveva presa per mano –sottraendola alla compagnia delle altre persone presenti giù alla reception- e se l’era tirata dietro senza mezzi termini, fregandosene altamente di ciò che li stava circondando, di chi li stavano osservando, o del fatto se lei fosse d'accordo -oppure no- di seguirlo e mollare tutti così senza dare spiegazioni -che tanto poi le voci sarebbero girate come al solito, e loro due sarebbero finiti nuovamente per passare come una coppia che si nascondeva dietro una finta amicizia, per ovviare il problema della sua posizione-.
Ma questo a lui non importava, non gli era mai importato granchè, aveva sempre fatto come gli pareva non curante dei pareri degli altri, e in quel caso aveva dato
 per scontato che lei sarebbe stata d'accordo e lo avrebbe seguito senza fare troppe storie -perchè era così che finiva sempre-. E quindi veloce come una furia si era diretto –con lei dietro, trainata come un rimorchio- nella camera in cui lui stava alloggiando per quei tre giorni, orgoglioso e impaziente di mostrargliela...

 

<< Chi ti ha detto che abbia voglia di vederla adesso!...>> Disse con voce seccata <<...Volevo riposare prima! >> Infastidita dal pensiero che “il mondo” girasse solamente per far piacere a lui.

 

<< Non fare la difficile adesso...>> Controbattè lui con aria scazzata <<...Lo so che la vuoi vedere!...>> Non rallentando neanche di un po' il passo <<...E poi, se proprio sei stanca puoi riposare anche lì >> E con quella frase che teoricamente aveva risolto ogni suo problema, contiuò a camminare, visibilmente sicuro di sapere ciò che realmente lei voleva fare.

 

Questo era un punto a suo svataggio...Il fatto che lui la conoscesse tanto bene da sapere esattamente cosa le passasse per la testa, era un'enorme svantaggio!
Ciò implicava il fatto che -anche volendo- lei non sarebbe mai stata in grado di tenergli nascosto qualcosa. Come altrettanto non era stata capace di tenergli nascosto il suo amore appassionato per le camere -con vista mozzafiato- degli hotel -cosa che si andava ad aggiungere agli innumerevoli interessi che avevano in comune-. Perchè glielo aveva provato a tenere nascosto? E come era possibile avere in comune una simile stupidaggine?

 

Beh, la risposta era semplice, perchè appunto la considerava una passione davvero stupida, e aveva paura che lui potesse prenderla in giro -o addirittura considerarla strana- per questo. Perchè quale persona sana di mente avrebbe preferito le camere di hotel, ai paesaggi impressionanti dei posti esotici? Forse nessuno...
Ed era per questo che era rimasta molto sorpresa -nel momento in cui lui l'aveva scoperta- che un'altra persona era fuori di testa quanto, e portava avanti la stessa identica sua passione. Non sapeva se dipendeva del fatto che entrambi provenissero da una situazione adolescenziale difficile -e forse per questo avevano riversato l'attenzione su una cosa tanto stravagante-, ma sapeva che poiché erano amanti dei viaggi -ma non potevano permettersene uno- passavano interi pomeriggi a fantasticare sulla partenza per un luogo sperduto oltre mare e -di conseguenza- ad una fantastica camera con vista dove poter alloggiare.

E così passavano le ore, sdraiati l'uno accanto all'altra a pancia sotto, con le manine a tenere il viso, e i piedini a sgambettare allegramente per l'aria, mentre fissavano quel depliant rubato all'agenzia di viaggi, che mostrava sia i paesaggi paradisiaci, che l'Hotel a cinque stelle dove si trovava la loro camera dei sogni.

 

                                                                                                                                -...Un giorno sarò così ricco da poter andare in uno

                                                                                                                                     di questi posti!...E quando accadrà, prenderò la

                                                                                                                                     camera più costosa di tutto l'Hotel, con la vista migliore!...-

 

...Quella era la classica frase che lui aveva sempre detto fantasticando, e che di conseguenza lei aveva sempre ascoltato con amorevolezza sapendo che si trattava solamente di un sogno.

Anche se erano due ragazzini e la necessità di credere in qualcosa era più che lecita, Ann forse era quella che vedeva le cose dal punto di vista più realistico. Lei non smontava le fantascherie del ragazzino affianco a se, ma sapeva bene che una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere a persone normali...

 

Già...Persone normali...

 

<< Jiyong rallenta!…>> Mormorò in preda al fiatone, percependo il passo del ragazzo farsi più veloce <<…Non ce la faccio più! >> E tentò così di sottrarre la sua mano a quella di lui, nel vano tentativo di divincolarsi.

 

...Kwon Jiyong –ex vicino di casa, compagno di scuola, nonché suo migliore amico da sempre- era riuscito a fare qualcosa di impossibile, e anche se era sempre stato un ragazzino dall'aria piùttosto indifesa e gracile, era riuscito a realizzare i suoi sogni, a entrare in una boy-band, a diventare famoso, e a cambiare tutto ciò che prima lo rappresentava.

Quello che si era sempre ripromesso lo aveva raggiunto. Era diventato ricco, era diventato una persona di spessore, ed era riuscito a ottenere -sempre- la camera più costosa degli Hotel che visitava -grazie al fatto che il suo lavoro lo portava in terre straniere per i concerti-.

E benchè fosse la persona a lei più cara, con cui aveva trascorso ogni singolo momento della sua adolescenza -condividendo quelle situazioni giovanili così difficili, che li avevano legati- negli ultimi anni aveva iniziato a provare un costante senso di amore/odio per lui. Era da un pezzo -forse da quando era entrato in quella band- che non lo sentiva poi più così alla pari come si doveva sentire il proprio migliore amico. Lo sentiva distante, e immensamente superiore, e -triste a dirsi- non riusciva a considerarlo come lo considerava un tempo -forse suggestionata dal fatto di provare dei forti sentimenti per lui, e del fatto che lui se ne potesse accorgere-.

 

<< Ann, non fare la piagnucolona come sempre!…>> Disse lamentandosi leggermente <<…Tanto siamo arrivati >> E si fermò davanti alla stanza 119, tirando fuori la carta magnetica delle tasche.

 

...Già, quello tra loro non era più un rapporto alla pari. Jiyong stava nettamente vincendo contro di lei, e l'aveva scavalcata di parecchi gradini andandosene sempre più in alto...

 

<< Non sono piagnucolona! >> Ribattè offesa, gonfiando le guance per il fastidio di essere considerata da lui ancora una bambina.

 

...Lui continuava a lasciare sempre più divario fra loro, facendole sentire di non essere più in grado di potergli stare dietro. Le cose che li avevano sempre accomunati si erano inesorabilmente ridotte -diminuendo vistosamente-, e anche quello che li aveva avvicinati caratterialmente, si era dissolto con l'andare del tempo...

 

<< Come sei permalosa >> Sorrise divertito, strisciando la key-card nel lettore.

 

<< Non sono permalosa…E' solo colpa tua! >> E sentì il cuore sussultare per un breve istante, udendo nuovamente la sua risata spensierata spandersi per l'aria.

Più di ogni altra cosa che amava in quel ragazzo, era la sua risata genuina, priva di qualsiasi pensiero negativo, che la faceva sentire a casa. 
Le piaceva davvero vederlo sorridere innocentemente...Perchè quello era il vero Jiyong...Quello che le piaceva sul serio...

 

<< Vieni!...>> E detta quest’ultima frase, sentì nuovamente la mano del giovane prendere la sua, facendola imbarazzare lievemente per quell’immenso calore che sentiva nel petto <<...Vedrai che rimarrai senza parole! >>

 

...Già, le accadeva sempre più spesso di rimanere senza parole, di piombare nell'imbarazzo per non sapere che cosa dire. Ma quella reazione poteva ben dire che non dipendeva dalle immense cose materiali che lui possedeva, e che -orgoglioso- continuava a mostrarle per confermarle ogni volta che tutto ciò che aveva detto lo aveva raggiunto. No, la reazione di Ann dipendeva dal fatto che ogni volta che lo vedeva -visto che le occasioni si stavano riducendo sempre di più- sentiva il cuore palpitare così forte da sentirlo balzare in gola, fatto che alla fine la portava alla conclusione di non essere in grado di dire niente...
Alla fine si sarebbe trovata inevitabilmente davanti una scelta, poichè i sentimenti stavano prendendo una via del tutto incontrollata. E Ann non sapeva fino a quando sarebbe stata capace di nascondergli una cosa tanto grande...

 

                                                                                                                                                                   -…Driiiiin…Driiiin…-

 

Con un'immenso sbuffo Jiyong tirò fuori dalle tasche il telefono che aveva preso a squillare insistentemente, come se quel momento idilliaco fosse stato fastidiosamente interrotto. E lo vide fissare con disappunto il display di quest’ultimo << Che rottura! >> E senza aggiungere altro –non appena appurato chi fosse- lo vide riporre l’apparecchio esattamente dove si trovava pochi istanti prima, ovvero nelle tasche dei pantaloni. Ignorando deliberatamente quella chiamata.

 

<< Non rispondi? >> Con occhi curiosi Ann lo fissò, cercando di captare -da una sua espressione- quanto lui tenesse alla persona che lo aveva appena chiamato.
Perchè era ovvio che non si trattava del manager o di uno dei suoi compagni. L'idea che era balenata della testa di Ann -e che aveva visto riflessa sul volto di Jiyong- era che quella a chiamare fosse la sua fidanzata, con cui ipoteticamente aveva litigato, e con cui al momento non voleva parlare solo per darle una lezione.
Non era sicura che fosse così, visto che da parecchio tempo lui aveva smesso di raccontargli le sue storie amorose, ed era per questo che aveva un'estremo bisogno di saperlo...Aveva bisogno di sapere se lui era innamorato sul serio di qualcuna...

 

<< Non è importante >> E con una risposta secca -che andava a chiudere qualsiasi argomento- lui rispose gelidamente, facendo sì che un'intenso velo di silenzio calasse fra loro.
 

Ma poiché Ann non riusciva a controllare l'assurda voglia di sapere qualcosa in più su di lui, e su quello che faceva quando lei non era presente -che di recente aveva preso a tormentarla tra l'altro-, si ritrovò a voler continuare su quella linea, con tutta l'intenzione di fargli dire qualcosa in più << Si potrebbe arrabbiare >> Disse esordiendo dal niente.

 

<< Chi? >> Domandò lui con occhi ingenui.

 

<< La tua ragazza >>

 

E a quel punto -quando lui capì a chi Ann si stesse riferendo- lo vide roteare completamente gli occhi per lo scazzo generale << Dai Ann...>> Sbottò stufo <<...Non è la mia ragazza! >> E la riprese per mano con l'evidente intezione di chiudere la discussione, trascinandola nuovamente dietro a se, e facendole tornare nuovamente il batticuore.

Probabilmente aveva centrato il punto. Anche se quella che lo aveva chiamato, lui diceva non essere la sua ragazza, il modo in cui non aveva risposto, e il modo in cui aveva reagito alle sue insinuazioni -quando lo aveva stuzzicato sul perchè non voleva rispondere al telefono-, non avevano lasciato granchè da pensare. Quella era sicuramente qualcuna con cui lui aveva a che fare, e a cui teneva in un modo particolare.

 

...A tratti -per un buon 20%- vedeva comparire il Jiyong di sempre, quello con cui lei era cresciuta, e con cui aveva passato ogni singolo istante della sua adolescenza. Ma per il restante 80%, c'era il nuovo Jiyong, quello a cui non mancava davvero niente per piacere, che mostrava una sicurezza di se davvero unica, che non temeva rivali, e che sarebbe stato pronto a tirare fuori la lingua pur di difendere qualcosa di suo...

Era sicura che con un'atteggiamento del genere lui -anche con un semplicissimo sguardo- sarebbe riuscito a catturare la ragazza che desiderava...E forse era per questo che il suo telefono non smetteva neanche per un secondo di suonare, costringendolo ad attivare la modalità silenziosa...

 

                                                                                                                                       -…Mi piaci molto…Ti prego diventa la mia ragazza…-

 

...E dire che ai tempi delle medie lui non era mai stato così! Quella classica dichiarazione –accompagnanta da un rispettoso inchino- che Jiyong rivolgeva alla ragazza per cui provava un serio interesse, era stata anche la classica frase che -come da copione- era stata sempre respinta con un sonoro e categorico “Mi dispiace…Non sei il mio tipo”. Era sempre andata in quel modo.

A causa della sua corporatura così esile, non aveva mai attirato granchè attenzione da parte delle ragazze, ed era sempre stato considerato come troppo insignificante. Motivo per cui veniva spesso respinto in malo modo, senza neanche ricevere una chance di farsi conoscere per quello che era realmente.

 

Lui -il secchione della classe, quello introverso di turno, che tutte le persone “cool” scansavano perché trattato come uno “sfigato”- veniva avvicinato dalle ragazze carine solo per farsi passare i compiti in classe. Sì, Jiyong era il classico tipo che non piaceva fisicamente, e che non sarebbe mai piaciuto…

 

                                                                                                                                                   -...Jiyong non ti scoraggiare, sono convinta che

                                                                                                                                                        qualcuna che ti apprezza veramente per ciò

                                                                                                                                                         che sei, esiste!...-

 

...Tristissima frase che poteva far capire a chi la riceveva la seguente traduzione “qualcuna a cui piaci c'è, anche se sei brutto”. Ma non era a questa interpretazione che Ann mirava. No...Il dire che “qualcuna esisteva che lo apprezzava” era riferito solamente a se. Sì, lei stava parlando proprio di se stessa! 
Perchè un'unica persona -colei che lo aveva soccorso offrendogli un sorso del suo succo, solo per incoraggiarlo, e senza altri fini- che riteneva fosse il ragazzo più carino che avesse mai incontrato -poichè davvero il suo comportamento era il più amabile che avesse visto-, esisteva eccome!

Non era bello fisicamente, forse troppo gracilino, eppure lei aveva trovato in lui qualcosa di attraente.

Sì, aveva ben visto chiaramente la sua persona interiore -quella che nei momenti difficili era emersa standole accanto, che l'aveva consolata, e che l'aveva aiutata a rialzarsi- ed era convinta che non sarebbe mai più potuto esistere un ragazzo come Jiyong. Le altre -quelle che guardavano solamente l'apparenza- non erano meritevoli di poter avere un ragazzo come lui.

 

Era per questo che forse era persino contenta che non piacesse alle ragazze...Perchè così nessuna poteva portarglielo via...

 

                                                                                                                                          -...Tu non sei la migliore amica di G-Dragon,

                                                                                                                                               il leader dei Big Bang? Ti prego, fammelo

                                                                                                                                               conoscere!...-

 

…Eppure le cose erano cambiate drasticamente, e dopo il suo debutto con il gruppo e le varie apparizioni in tv, si era trasformato in quel ragazzo bello e desiderabile che veniva ambito da forse più della metà delle adolescenti Coreane...E che -con cuore sofferente- continuava a piacerle sempre di più.

Destino alquanto bizzarro per un tipetto gracile respinto da tutti! Ma destino altrettanto bizzarro per lei, che continuava a ricoprire il ruolo della sua migliore amica -che tristemente continuava a non essere vista-, e che sempre di più continuva a essere distanziata...

 

<< Ann devi sentire quanto è morbido! >> Con un tuffo sordo Jiyong la ridestò acora una volta dai suoi pensieri, e lo aveva fatto lanciandosi sull’immenso letto posizionato davanti all’enorme vetrata -posizionato in mezzo alla stanza-, e le aveva sorriso come a volerla invitare a fare altrettanto.

 

Ed era proprio quello che rendeva la sua anima amara come il veleno! Il fatto che lei per prima avesse scoperto il vero valore di quel ragazzo, e che anche senza guardare il suo aspetto -come invece la maggioranza faceva- a lei era piaciuto ugualmente.

Non le sarebbe importato se fosse rimasto per sempre la persona più gracile e insignificante della terra...Perchè per lei invece era quella più importante e di inestimabile valore che aveva...

 

Ann fissò Jiyong con amorevolezza, pensando a quanto impegno lui ci avesse messo per dare un risvolto concreto alla sua vita, diventando una di quelle persone che difficilmente riuscivano a passare inosservate...

 

                                                                                                                                               -…Sai Ann, un giorno sarò famoso…

                                                                                                                                                   (disse dondolandosi sull’altalena)…

                                                                                                                                                …Diventerò un vero rapper, e tutto questo

                                                                                                                                                    Cambierà…-

 

 

...Ann non ci aveva creduto, aveva pensato che le parole di Jiyong fossero state solamente un'utopia in cui lui si era rifugiato solo per poter affrontare la triste realtà dei fatti. Credeva che per lui quello fosse solo un modo come un altro per illudersi che le cose sarebbero migliorate, e che la gente lo avrebbe considerato una persona che valeva, che le ragazze difficilmente lo avrebbero respinto, e che i giovani ragazzi della sua età lo avrebbero guardo con stima e rispetto.

 

Ma non era stato così...Lui ci aveva creduto per davvero, e adesso si ritrovava a possedere tutto ciò che da sempre aveva voluto ottenere!

Adesso era considerato una persona importante, una persona attraente, che aveva degli amici, e che le ragazze -soprattutto- erano le prime a farsi avanti...Sì, tutte coloro che lo avevano respinto nel passato se ne erano amaramente pentite, e avevano ricercato un approccio -con la scusa di conoscersi sin dai tempi delle elementari- per poterlo avvicinare…Adesso ognuna di loro bramava per una sua dichiarazione, che ovviamente non sarebbe mai più arrivata…

 

<< Dai Ann!...>> Brontolò il ragazzo, alzando leggermente la testa dal materasso solo per rimproverarla <<…Si può sapere cosa aspetti? >> Alludendo al fatto che fosse ancora ferma immobile, impalata davanti a lui.

 

E con un mezzo sorriso -forse per il profondo rispetto che sentiva verso di lui, per essere riuscito ad arrivare fino a quel punto, prendendosi una schiacciante rivincita contro tutti-, si incamminò verso il bordo del letto << Eccomi >> E con un leggero sospiro, Ann si sedette sul materasso sdraiandosi lentamente vicino a lui...Sentendo un'emozione crescente fargli male nel petto.

Lei che più di tutte forse aveva il diritto di essere amata da lui, che gli era sempre stata vicino anche quando veniva maltrattato a scuola, che si era spesa e lo aveva sostenuto metre provava a realizzare i sogni, sapeva che più di un distendersi vicino a lui sul letto non avrebbe potuto ottenere. 
Perchè era cosciente che niente sarebbe mai cambiato tra loro, l'affetto di Jiyong sarebbe rimasto sempre il medesimo -non sarebbe mai mutato-, e lei avrebbe continuato a ricorprire il ruolo della brava amica d'infanzia fino al giorno del suo matrimonio -che al solo pensiero gli faceva contorcere dal dolore ogni parte interiore-...

 

<< Che hai? >> Con occhi curiosi, , il gomito puntato sul letto, e la mano appoggiata dietro la nuca, Jiyong aveva preso a fissarla avvicinandosi un pò.

 

<< N-Niente >> E balbettando, Ann, si alzò nervosamente, mettendosi a sedere con le gambe incrociate..."Calma! Devi stare calma!"...

 

<< Non è vero…>> Ribattè il giovane, imitando la sua stessa posizione <<…Ti conosco troppo bene...>> E lo vide fissarla ancora più intensamente, scrutando in silenzio i suoi occhi <<...C'è qualcosa che non va, vero? >> Sentenziò dopo un'attenta osservazione.

 

Il cuore di Ann iniziò a palpitare per la paura << Uffa! Ti ho già fetto che non c'è niente! >> Disse arrossendo leggermente, abbassando lo sguardo. Perché Jiyong -oltre che diventare una persona famosa- era anche diventato un'attento osservatore, che si accorgeva nell’immediato se qualcosa tornava oppure no…Una di quelle persone a cui non poteva mai sfuggire niente.

 

<< Lo voglio sapere! >> Asserì lui insistendo, e avvicinandosi ancora un po’, non prendendo minimamente in considerazione le sue parole.

Perché quando si metteva in testa di sapere qualcosa, nessuno lo smontava, e continuava a insistere fino a quando la questione non sarebbe saltata fuori…

 

Ann lo guardò non proferendo nessun altra parola.

Continuare a controbattere sul fatto che non gli avrebbe detto proprio un bel niente di quello che pensava, sarebbe stato inutile e stancante, perchè lui non si sarebbe mai dato per vinto. Così forse era meglio tacere e lasciarlo sbattere, tanto non avrebbe mai potuto fare niente per ottenere una sua confessione.

 

<< Ti piace qualcuno, vero? >> Domandò serio.

 

E immediatamente Ann arrossì, colta alla sprovvista dalle parole del ragazzo buttate lì per indovinare << No! >> E sputò fuori una bugia.

 

<< Ho indovinato vero? >> Domandò il giovane scoppiando in una fragorosa risata, burlandosi di lei, e della sua goffa impacciataggine in campo di “storie amorose”.

 

<< Sei veramente un'idiota, lo sai?...>> Disse sbuffando stizzita, e imbarazzata allo stesso tempo <<...Non posso credere che dopo tutto questo tempo che non ci vediamo, l'unico argomento che trovi è solo questo! >> E offesa, fece l’atto di scendere dal letto, forse più probabilmente per ovviare al visibile rossore sul suo viso.
 

Ma prontamente -prima che se la potesse svignare da qualche altra parte- Jiyong l’afferrò per il polso, bloccandola nell’esatta posizione in cui si trovava << Perchè ti vergogni?...>> Domandò divertito <<...Non è da te!...>> E continuò a sorridere, infilando la mano fra i capelli, sistemandoli leggermente <<…Dovresti approfittare del fatto che io sia un ragazzo, e chiedermi qualche suggerimento su come fare per dichiararti >> Disse con aria altezzosa, fissandola ancora una volta.

 

<< Non ho bisogno di essere aiutata! >> E con una decisa affermazione, divincolò il braccio dalla sua presa, decisa a non voler neanche affrontare una simile conversazione proprio con lui.

 

<< Mi sento forse un po' offeso...>> Disse incrociando le braccia <<...Io ti ho sempre parlato di quelle che mi piacevano, tu perchè non me lo vuoi dire? >>

 

E il cuore di Ann fece un sussulto così grande da farle veramente male << Perchè tanto non ne vale la pena...>> Rispose, categorica <<...Io non sono niente per lui, quindi è anche inutile starne a parlare >> E sbuffò lievemente, pensando che sì, la realtà dei fatti era proprio quella. Che lui -anche se le dimostrava immenso affetto- non la considerava da un punto di vista romantico. E anche se un giorno avesse deciso di dirgli apertamente ciò che provava, era sicura che non avrebbe mai avuto abbastanza coraggio da rovinare così, un rapporto di amicizia durato da decenni...

Le serviva tanto -forse troppo- coraggio. E lei, che non era mai stata una persona coraggiosa, sapeva che non sarebbe mai riuscita a muoversi da dove si trovava...

 

<< Come sai che è così? >>

 

<< Cosa >>

 

<< Che non conti niente per lui...>> Disse curioso <<...Gli hai già detto quello che provi? >>

 

E a quella domanda Ann arrossì ancora una volta << N-No >> Perchè non si sarebbe mai sognata di fare una cosa simile. Già il solo pensiero di stare faccia a faccia con lui, e dirgli apertamente che gli piaceva, la faceva sentire male.

 

<< Allora dovresti dirglielo...>> Asserì lui, fissandola con occhi comprensivi <<...Se non provi, non puoi neanche dire che non conti niente >> E sorrise, cercando di rassicurarla, dandole quella speranza i più per non abbattersi e mollare. Ma poiché lui non sapeva di essere esattamente quella persona di cui stava parlando, e che non sarebbe mai valsa la pena neanche dirglielo -che tanto sapeva già quale sarebbe stato il risultato-, Ann se ne rimase in silenzio ancora una volta, lasciandolo alle sue illusioni di “lieto fine” per lei <<...Dai, facciamo una prova! >> Esordì a un certo punto dopo aver fatto una breve paura -spiazzandola notevolmente-. 

 

Ann crucciò le sopracciglia, fissandolo con disappunto << Che cosa? >>

 

<< Sì, dai, facciamo una prova!...>> Ripetè entusiasta incrociando le braccia al petto <<...Prova a dirmi quali sono i tuoi sentimenti fingendo che io sia lui. Vedrai che prenderai sicurezza e riuscirai a farlo sul serio poi, fidati! >> E sorrise compiaciuto di se stesso per la brillante idea che aveva avuto.

 

Era proprio in quel momento che lo odiava! Odiava quello sguardo di chi sapeva tutto, e immensamente non sopportava la sicurezza con cui lui si pavoneggiava, lasciando trapelare la sua esperienza al riguardo.

Avrebbe potuto benissimo raccogliere quell'opportunità che lui inconsciamente le stava offrendo -e nella finzione- dichiararsi realmente. Ma poiché c'erano implicati i suoi reali sentimenti -e la non consapevolezza del ragazzo-, pensò che non avrebbe mai -per nessun motivo- potuto fare una cosa da vigliacchi come quella...Che senso avrebbe avuto? << Non ci riesco...>> Disse spostando lo sguardo <<...Tu non sei lui >> Fissandolo sul pavimento in parquet, aspettando una resa da parte sua.

 

<< Sei proprio una pivellina >> Disse lui ridacchiando leggermente, appoggiando con amorevolezza la mano sulla sua testa, arruffando affottuosamente i suoi capelli lunghi.

 

<< Jiyong sei diventato odioso! >> E scansò la mano, cacciandola via, regalandogli un'intenso sguardo infastidito.

 

<< Lo vedi? E' per questo che hai bisogno di me!...>> Esordì fiero, lisciandosi i lucidi pantaloni di pelle <<...Hai bisogno di qualcuno che ti stia dietro e ti dica cosa fare...>> Continuò pavoneggiandosi, con aria da fratello maggiore <<...Da sola non ci riuscirai mai...>> E dette quelle parole, si sistemò di fronte a lei, avvicinandosi un po' <<...Adesso ti faccio vedere come dovresti fare...>> Incrociando compitamente le gambe, guardandola dritta negli occhi <<...Io sono te, e tu sei lui >> E detta quella frase, appoggiò le mani sulle ginocchia, chiudendo per un'attimo gli occhi., inspirando profondamente. Ancora una volta facendo come gli pare, non curante se a lei andava bene, oppure no...

 

Ann lo fissò crucciata, per niente d'accordo con quello che lui voleva fare << Hey?...>> Disse con tutta l'intenzione di richiamarlo all'attenzione <<...Non serve che tu ti impegni tanto...Io ho già deciso cosa fare >> Ma sprecò quelle parole inutilmente, perchè non venne ascoltata minimamente.
 

E lo vide -pochi istanti dopo- alzare lo sguardo verso di lei, e fissarla intensamente << C'è qualcosa di cui ti dovrei parlare...>> Iniziò dicendo, prendendo un'enorme respiro <<...Vorrei che tu ascoltassi senza interrompere...>> E si fermò, facendo un'attimo interminabile di pausa, mettendole leggermente addosso un pizzico di timore, per la serietà con cui gli stava parlando <<...Io credo di non poter più riuscire a essere tuo amico >>

 

Che cosa? Erano quelle le parole che solitamente si usavano per dichiararsi a un'amico?

 

Ann pensò a quanto potessero essere squallide e prive di ogni tipo di romanticismo esistente sulla terra, non che prive di qualsiasi significato apparente. Perchè dire “non posso più essere tuo amico” non implicava nescessariamente un coinvolgimento sentimentale. Poteva benissimo stare a significare che si era semplicemente stancato di averla fra i piedi, e che quindi desiderava cambiare giro di amicizie. Quindi se c'era una frase che era sicura potesse essere respinta senza mezzi termini, era certamete la stessa frase che Jiyong aveva pronunciato in quel momento.

Non era certo così che se l'era immaginato, e non era certo così che lo avrebbe realizzato -sempre se avesse deciso di realizzarlo-. Se proprio avrebbe dovuto scegliere, avrebbe preferito rimanere sua amica per il resto della vita, anziché rovinare il loro bellissimo rapporto con quelle parole prive di trasporto sentimentale...

 

<< Ok Jiyong, è più che sufficente >> E con una ferma intromissione nel monologo che quel ragazzo aveva fatto fino a pochi istanti prima, Ann decise di troncare quella inutile farsa, sicura che lui sarebbe stato contento del suo rapido apprendimento...

...Ma ancora una volta si sbagliò...

 

Sentì la mano di Jiyong prendere la sua, bloccandola con decisione lì davanti a lui << Tu mi piaci davvero >> Disse delicatamente, spostandole i capelli sfuggiti alle altre ciocche dientro l'orecchio, facendole infine una dolce carezza sul viso.

 

Ann arrossì vistosamente sotto lo sguardo attento del ragazzo, che non aveva smesso neanche per un secondo di fissarla, e capì che forse quella ipotetica dichiarazione -che fungeva da “esempio”- non era poi così squallida e priva di romaticismo come aveva pensato.

Il tocco delle dita di Jiyong -che avevano accarezzato la sua mano, e poi il suo viso-, le avevano causato un fremito diverso, molto più intenso di ciò che sempre aveva provato quando lui la prendeva per mano all'improvviso. Tanto da riuscire a mandare i suoi pensieri in confusione, facendole abbandonare per un secondo la realtà...Dimenticandosi che quella era solamente una dimostrazione di come fare...

 

Il silenzio -dopo quelle disarmanti parole che lui aveva pronunciato- si fece sovrano sulla situazione, e loro non fecero altro che continuare a guardarsi dritti negli occhi, senza dire altro. Come se le parole potessero rovinare grandemente quel momento...

 

Ann -che solitamente non sarebbe riuscita a sostenere lo sguardo del ragazzo- continuava a fissarlo, senza distoglierlo da lui, che a sua volta continuava a ricambiarla.

 

Gli occhi brillanti e intensi di Jiyong continuavano a regalarle sileziose attenzioni, facendola sentire veramente desiderata. E lei -che non poteva fare a meno di smarrircisi dentro- iniziò ad approfittare di quei miseri istanti che rimanevano, per poterlo guardare come realmente avrebbe sempre voluto fare.

Perchè sì, di lì a poco lui avrebbe interrotto il gioco a cui aveva dato inizio, dicendo solamente un “Hai capito? E' così che ti devi dichiarare a un'amico”, e allora avrebbe dovuto riprendere la reale finzione che inscenava ogni volta che stava in sua compagnia, e che le faceva ricoprire il ruolo della migliore amica.
 

Ma un momento...Come faceva a sepere che era di un'amico che era innamorata visto che non glielo aveva detto?

 

Ann sbarrò immediatamente gli occhi, assalita da una paura incontrollabile, e senza neanche avere il tempo di elaborare quell'inquietante domanda vide un guizzo dorato attraversare gli occhi di Jiyong, facendoli scurire del tutto << Non sei brava a nascondere certe cose...>> E non aggiungendo altro sentì la sua mano scivolarle fra i capelli, dietro la nuca, facendola avvicinare un po' di più a se fino a sfiorare i loro nasi, vedendolo sorridere appena <<...Non lo sei mai stata >> E senza darle il tempo di poter realizzare il reale senso di quelle parole, sentì la bocca del ragazzo sfiorare la sua, dandole un leggero bacio a fior di labbra...


Fu proprio in quell'istante che Ann arrossì violentemente, sentendo il cuore salire in gola per l'emozione, credendo per un'istante di non poter più riuscire a respirare.
E in preda alla confusione, all'imbarazzo -ma soprattutto alla consapevolezza che poteva essersi accorto di qualcosa-, con uno schiocco sordo -che emisero le sue labbra nell'istante in cui si divisero da quelle del ragazzo- si allontanò leggermente da lui, girandosi da un'altra parte, prendendo a fissare il pavimento a fianco a lei...

 

...”Perchè l'ha fatto?”...

 

Il tarlo più grande e asfissiante che la stava tormentando, era capire se lui -con l'espressione che aveva usato prima di baciarla- aveva capito di essere il ragazzo che le piaceva così tanto. E sentiva il battito del suo cuore farsi sempre più veloce e incontrollato, e il rossore in viso avvampare sempre di più, e il senso di malessere farsi sempre più ampio nel suo petto. Se Jiyong aveva capito, che cosa avrebbe dovuto fare?
Ann continuò nervosamente ad analizzare la situazione, tormentandosi con mille paranoie per non fraintedere quella situazione -e soprattutto quello che lui pensava-...Ma si sentì ancora di più destabilizzata, percependo la mano calda e gentile di Jiyong afferrare la sua con fermezza...

 

                                                                                                                                           -...Un bacio, dato innocentemente non ha

                                                                                                                                                nessuno significato serio...Insomma, è un

                                                                                                                                                normalissimo modo di comunicare, che

                                                                                                                                                all'estero si usa anche con i genitori

                                                                                                                                                o con i fratelli...-

 

 

...Non poteva certo dire di potersi illudere sapendo una cosa di quel tipo.

Jiyong la pensava in quel modo, ed era sicuro che un'innocentissimo bacio a fior di labbra, poteva essere un'esternazione di affetto non necessariamente di tipo romantico. Per cui avrebbe potuto benissimo interpretare quel bacio che si erano scambiati, come una dimostrazione di affetto da parte di Jiyong.

Il problema era solamente che il bacio, non combaciava assolutamente con il contesto xhe li aveva portati fino a quel punto.

L'argomento principale era la sua dichiarazione, e allora cosa c'entrava l'esternazione di affetto da parte di Jiyong? E poi cos'erano quelle parole che lui aveva detto?

 

No, non c'era verso di potersi sbagliare. Con lei non aveva mai avuto questo tipo di confidenza, poiché si era già espressa ampiamente riguardo a ciò che pensava sul bacio. E gli aveva detto chiaramente che per lei erano preziosi ugualmente anche se dati semplicemente sulla guancia.

Così avevano raggiunto un tacito accordo di non varcare mai quel confine che marcava con evidenza il fatto che fossero solo amici, e che un bacio -se dato- doveva essere rivolto solamente a colei -o colui- di cui erano attratti...

 

Ma lei si sentiva ugualmente confusa, e per davvero non riusciva a comprendere fino in fondo i gesti ambigui di quel ragazzo che da sempre aveva capito fin nel profondo, non potendo far altro che perdersi a guardarlo con occhi smarriti...

 

<< Forse sono stato un po' vago >> Disse lui con occhi comprensivi.

 

E dopo aver esordito con quella frase -e dopo essersi burlato vistosamente del suo ingenuo smarrimento...Forse-, l'avvicinò ancora una volta a se, dandole per la seconda vola un'altro bacio, arricchito forse da quel pizzico di passione in più, che non le lasciava altri dubbi.
Che le confermava che quello non era un bacio dato tanto per fare -o per esternare un tipo di affetto fraterno-. La passione, il calore, e anche l'intensità in cui glielo stava dando, le faceva capire forte e chiaro che non era assolutamente possibile fraintenderlo.
La domanda che sorgeva a quel punto era un'altra...Perchè glielo stava dando? Perchè ricambiava i suoi sentimenti? Perchè finalmente la vedeva come una ragazza?
E adesso che avrebbe dovuto fare? Respingerlo solo perchè non capiva le sue reali intenzioni? Alla fine n
on era questo che voleva? Non era questo che da sempre aveva desiderato? Perchè doveva opporre resistenza a una cosa che lui stesso aveva dato il via?

 

La ragione se ne era andata, e i sentimenti che Ann provava per lui avevano preso il sopravvento. Il bacio di Jiyong era più caldo e intenso di come se l'era immaginato, e ben presto lei si lasciò andare anima e corpo a quel ragazzo.

Sentì le sue mani scorrere per tutta la schiena, accarezzandola dolcemente, stringendola ancora un pò di più a se in modo da poterla far distendere gentilmente sull'immenso letto.

 

...”Ann ma cosa stai facendo!”...

 

Anche se la coscienza continuava a rimproverarle quella frase, lei non riusciva a darle retta. Il suo profumo, il gentile tocco della sua lingua, e le dolci carezze che gli stava rivolgendo, non facevano altro che farle girare la testa, facendo aumentare i battiti dei suoi respiri. E anche se si rendeva pienamente conto a cosa stava -inesorabilmente- andando in contro, circondò ugualmente le braccia in torno al collo del ragazzo, che a sua volta -dolcemente- sentì distendere sopra di se, appoggiando le mani ai lati della sua testa.

Una fusione di sensazioni, e mix incontrollabile di emozioni, continuavano a mischiarsi violentemente dentro Ann, che da sempre aveva desiderato -e mai sperato- un momento del genere.

Quale che fosse stato l'esito di quella situazione, ormai il loro rapporto di amicizia era andato, i suoi sentimenti più che compromessi, e la consapevolezza – di quel ragazzo- di piacerle immensamente palesato.

Ma non le importava...I baci intensi, i profondi respiri, e la decisa stretta delle sue braccia -che la stringevano-, era ciò che di più meraviglioso avesse mai provato...
E non voleva pensare a cosa avrebbe fatto l'indomani per la vergogna...A quello ci avrebbe pensato poi...





NOTE DELL'AUTRICE: Buon-salve a tutti i lettori!! Ebbene purtroppo -o per fortuna- non sono riuscita a stare troppo tempo senza scrivere, e visto che sono a casa malata -e quindi ho parecchio tempo a disposizione- ho deciso di pubblicare questa nuova storia -che già era da un pò nel mio pc tutta sola e abbandonata-. Così visto che tenerla tutta per me, mi sembrava un peccato, ho pensato bene di condividerla con voi.

Ovviamente il soggetto è sempre il solito -Gd- visto che io lo amo alla follia, e francamente non so se questa storia avrà un secondo capitolo oppure lo trasformerò in "one-shot", non lo so...So soltanto che una vaga idea per il secondo capitolo c'è, tutto sta nella risposta positiva di questo primo capitolo.

Anyway...Fatemi sapere cosa ne pensate -se vi fa schifo, vi piace, la trovate noiosa, o interessante-...Io sarò prontissima a sentire i vostri giustissimi pareri da lettori.

Bacioni grandi e alla prossima!

  
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