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Autore: annies    21/01/2014    1 recensioni
La sua vita era così: fatta di birra, venerdì sera in discoteca con i soliti idioti e tante ma tante sigarette. Niente di allucinante insomma, la solita vita da diciannovenne standard; c'era una cosa però, che quasi ogni notte gli si insinuava nel cervello e non gli permetteva di dormire benissimo.
«Ma porca troia, ti vuoi rendere conto che l'ho sognata di nuovo?» il riccio si lasciò cadere sul divano, distrutto e stanchissimo.
~
E se il sogno diventasse realtà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Harry Styles non aveva mai preso in considerazione l’idea che la mattina potesse essere qualcosa di, in qualche modo, piacevole; ma quel giorno, a petto nudo – certo, cominciava a sentire un po’ di freddo dato che era per metà scoperto -, con le braccia di Noel intorno alla vita e con i ricci sparsi sul suo cuscino si sentiva veramente bene forse per la prima volta dopo tanto tempo.
Si erano detti tante cose, avevano parlato, riso, fatto l’amore e a Noel era venuto pure da piangere, ad un certo momento ma in quel momento, come mai, aveva la certezza di essere felice con lei.
Si stropicciò gli occhi, attento a non dare gomitate o calci alla bionda che ancora dormiva, con le labbra schiuse, i capelli davanti al viso e una gamba attorcigliata al suo fianco. Rise, guardò il soffitto per qualche secondo e solo dopo dieci minuti le baciò la fronte, pur non volendola svegliare.
«Buongiorno» mormorò però Noel, un paio di secondi dopo, schiudendo gli occhi azzurri e sorridendo.
Non si era mai risvegliata così bene, ma il pensiero della notte precedente la fece arrossire non poco, trovando anche sotto le sue mani il petto nudo di Harry e le gambe così vicine alle sue.
«Buongiorno, fiorellino» rispose lui, scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorridendole di rimando. Era bellissima anche la mattina presto, con gli occhi circondati di nero, le labbra rosse e screpolate e i capelli disordinati, ma non gliel’avrebbe detto. Non gliel’avrebbe detto perché in fondo Harry cominciava a sentirsi un po’ troppo innamorato, un po’ troppo sdolcinato, un po’ troppo e basta. Le sicurezze che aveva dato a Noel erano davvero tante, e dopo la notte scorsa le aveva dato l’ennesima dimostrazione. Sì, anche lei aveva confessato di essere innamorata di lui, ma Harry per adesso si sarebbe limitato a baciarla ogni qual volta lo desiderasse e ad abbracciarla ogni minuto per sentire il suo profumo forte. Troppe sicurezze, d’altronde, possono sempre portare a qualcosa di spiacevole.
«Parli nel sonno, non sei così delicata come pensavo, comunque» scherzò Harry, che per quest’uscita si guadagnò un pizzicotto sulla pancia e un buffetto sulla guancia.
«La prossima volta altro che parlare nel sonno, ti tiro talmente tanti calci che ti ritrovi i lividi!» esclamò.
La prossima volta.
Harry sorrise, e nel suo sorriso non c’erano né malizia né furbizia di alcun genere.
La prossima volta.
Era una promessa bella e buona. Implicita ma solida. Come le persone che quando ti danno la buonanotte magari ti dicono “a domani” e tu sorridi perché sai di poterci davvero contare. Perché domani quella certa persona sarà ancora a fianco a te pronta a baciarti, a supportarti e a sentirti parlare quanto vuoi; e adesso Noel, anche se probabilmente non se n’era affatto resa conto aveva fatto la stessa identica cosa: aveva promesso ad Harry che avrebbero di nuovo dormito insieme, che l’avrebbe sentita di nuovo parlare nel sonno o magari anche russare.
Era bello, da dire.
«Harry?» chiese lei, quasi per richiamarlo da quel groviglio di pensieri che aveva nel cervello.
Il riccio stava infatti fissando un punto impreciso da un paio di minuti e Noel nel frattempo lo aveva minacciato in tutte le lingue del mondo.
«Fiorellino?»
«Ma non mi hai ascoltata?» domandò indispettita. Cominciavano bene! Neanche stava ad ascoltarla.
«Oh, non sbuffare! Stavo solo pensando» la voce di Harry di mattina assumeva un tono ancor più basso, e Noel si ritrovò a pensare quanto sexy – si vergognò non poco per questo – la sua risata e ad arrossire ancora una volta.
«Perché, tu sei in grado di pensare?»
«Se non la smetti immediatamente ti butto giù dal letto»  la minacciò, pizzicandole un fianco e facendola indispettire ancor di più. Certo, Noel non era proprio una delle persone più docili e calme del pianeta, ma ad Harry piaceva da morire il suo diventare improvvisamente nervosa e permalosa quando la stuzzicava.
«Non so come questo sia possibile dato che io sono la ragazza più forte non solo di Manchester, ma di tutto il Regno Unito!» esclamò.
Talvolta aveva delle manie di protagonismo un po’ strane ma Harry sapeva bene che la convinzione che dimostrava era dettata solo ed esclusivamente da un’insicurezza spaventosa.
«Sei anche la più rompicoglioni, se proprio lo vuoi sapere» disse il ragazzo, lasciandole un bacio sul naso e avvicinandosi a lei ancora di più. La strinse forte per qualche secondo e poi, con uno scatto decisamente improvviso le si ritrovò di sopra, e cominciò a farle il solletico.
«Brutto bastardo!» urlò lei, dimenandosi tra le lenzuola candide e cercando di sfuggire alla presa salda di Harry – operazione quasi impossibile. Cominciò a ridere così forte che prese a lacrimare; solo dopo un quarto d’ora Harry la smise, fiondandosi sulle sue labbra.
«Dimmi quello che mi hai detto ieri notte» la sollecitò lui, puntellandosi sui gomiti e guardando le sue guance arrossate e i suoi occhi ancora lucidi per le risate.
«No»
«Dai» rise.
«Ma che vuoi?! Non mi sembra il caso di dare troppe soddisfazioni a Mr Sonoilpiùbellodelmondo Styles!» borbottò Noel, coprendosi il busto – seppur fasciato da una canottiera – con il lenzuolo. Scherzava, gliel’avrebbe ripetuto duecento volte consecutivamente se lui gliel’avrebbe chiesto, ma il modo in cui Harry arricciava il naso quando era contrariato, o il suo sorriso sghembo di quando tramava qualcosa erano troppo irresistibili per cedere.
«Tanto lo so già che sono l’unico per te» rispose, spavaldo «meno male che sai che sono il più bello del mondo!».
«Guarda che recentemente ho fatto qualche pensierino sul tuo amico Niall, non è che sia poi così male…» lo provocò, ricevendo per tutta risposta un morso sul braccio, che la fece sobbalzare.
«Mi ucciderai, così!» esclamò, divertita, lasciandogli un bacio sulle labbra un secondo dopo.
All’improvviso, un rumore inaspettato li fece trasalire: Harry si mise a sedere sul letto e Noel temette di stare per avere un collasso. I suoi genitori non sarebbero dovuti rientrare prima del giorno dopo e i due avevano appena sentito la porta d’ingresso sbattere.
Rimasero in silenzio per alcuni istanti, pietrificati sul letto, e Noel sperò con tutte le forze che chi stesse salendo le scale e stesse aprendo la porta di camera sua fosse sua madre.
«Noel, sono rientrato prima  e-» Paul Wood si bloccò improvvisamente. Sua figlia di diciotto anni, sdraiata nello stesso letto di quel cretino del figlio di Desmond Styles. Sua figlia, la sua unica figlia della quale era segretamente geloso. Molto.
«Papà posso spiegarti tutto-» non riuscì neanche Noel a completare il suo discordo in quanto suo padre si era mosso velocemente verso Harry, l’aveva preso da un braccio e da seminudo qual’era – indossava solo un paio di boxer – l’aveva trascinato fino all’ingresso di casa Wood con in mano solo le sue Nike consumate che aveva appena fatto in tempo a prendere.
«Non ti fare rivedere mai più, lurido schifoso!» aveva esclamato Paul una volta cacciato Harry di casa.
Aveva poi risalito le scale fino alla camera di sua figlia, l’aveva guardata con occhi carichi di disprezzo e le aveva detto: «Ti avevo chiesto soltanto una cosa, sei un’enorme e immensa delusione».
E tutta la felicità, tutta la tranquillità di quella domenica mattina erano stati cancellati.

Paul era stato così arrabbiato solo un paio di volte in vita sua, ma aver visto sua figlia praticamente nuda accanto a quel ragazzo – che per di più era uno Styles – l’aveva quasi fatto impazzire. Aveva segregato sua figlia in casa, in punizione per almeno quarant’anni ed era uscito, senza neanche preoccuparsi di indossare il cappotto, diretto a casa di Des Styles, intenzionato a spaccare la faccia a questo, per non essersi preoccupato del patto, e al figlio che aveva stravolto la tranquillità – apparente – della famiglia Wood.
Suonò ripetutamente il campanello di quella casa che conosceva fin troppo bene e quando la porta si aprì rimase letteralmente a bocca aperta. Che diavolo stava succedendo? La sua vita stava cominciando a prendere una piega davvero bizzarra.
«Anne?!» esclamò lui, strabuzzando gli occhi e assumendo un’espressione contrita. Rivederla aveva sempre un certo effetto su di lui, ma provò a nasconderlo perché non era opportuno.
«Non mi dire che sei sorpreso di vedermi qui» rispose, quasi prevedendo lo stupore di quell’uomo che per anni aveva amato.
«Hai ripreso il tuo matrimonio?» chiese sarcastico Paul, guardandola dalla testa ai piedi.
«Sto cercando di rimettere le cose a posto con i miei figli, sai Matilde è in riformatorio e spero che da qui a poco le cose cambino» disse, con un velo di tristezza nello sguardo «ma che ci fai qui?».
«E me lo chiedi pure? Ho trovato tuo figlio spalmato su mia figlia, nel suo letto, stamattina e tu mi chiedi cosa ci faccio io qui?!» la rabbia che per un momento la figura di Anne Cox era riuscita ad attenuare era esplosa in forma ancor più grave, tanto che l’uomo adesso aveva le guance completamente rosse e le vene del collo evidenti.
«Ancora con questa storia di Harry e Noel? Ma siamo nel Cinquecento, Paul?» domandò retorica ed annoiata Anne, appoggiandosi allo stipite della porta e sistemandosi il grembiule.
«Mia figlia non deve avere niente a che fare con tuo figlio, perché non volete capirlo?!» esclamò, esasperato.
Gli sembrava che tutto il mondo fosse contro di lui! In fondo non stava chiedendo niente di eclatante: odiava l’idea di vedere Noel accanto al figlio di una delle persone che detestava più al mondo per aver sposato la donna dei suoi sogni. Perché era così tanto sbagliato? Certo, era un pensiero abbastanza egoista, ma Noel era ancora giovane e sicuramente non era innamorata di quel riccio scapestrato, bocciato non si sa quante volte.
«So a cosa stai pensando, Paul, ma devi lasciare i tuoi pensieri egoisti da parte, stavolta. Mio figlio è innamorato perso di tua figlia, e anche se non gli sono stata accanto quasi per niente, è pur sempre sangue del mio sangue, e ho riconosciuto il suo sguardo quando l’altro giorno si è confidato con me. Fidati».
Paul non voleva crederle, anche se in fondo al suo cuore sapeva quanto stesse sbagliando, quanto stesse negando a Noel la possibilità di essere davvero felice per la sua stupida gelosia da padre e per i suoi pensieri egoistici da adolescente.
«Dà loro una possibilità, che male fanno? Noel ha diciotto anni, Harry diciannove. Chi sei tu per ostacolare i loro desideri? Sei ridicolo quando fai certe cose, Paul, non ti capisco. E quella stupida di tua moglie Bianca che ti asseconda pure!» esclamò, mettendosi a braccia conserte e guardandolo con sguardo di rimprovero.
«Forza, vai a casa e dì a Noel di non preoccuparsi. So che stai pensando che ho ragione e so bene che ora mi darai le spalle e te ne andrai perché ho osato ferire il tuo orgoglio, ma fallo».
Paul Wood girò i tacchi, le diede le spalle e si infilò nella sua Porsche Carrera. Afferrò il volante con tutta la forza che aveva in corpo e ritornò a casa sua, con  la fronte sudata e il battito del cuore accelerato.
Ah, l’amore.
 

Buonasera! Non mi dilungo molto stavolta perché non ho il tempo né la voglia di farlo! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso. Le cose tra Harry e Noel andranno decisamente meglio d'ora in poi anche se ci stiamo avviando alla conclusione, mancano solo due capitoli.
Vi abbraccio,
Ari

 
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