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Autore: ChelseaH    06/06/2008    11 recensioni
[Cinema Bizarre] "Liv scese dal treno in uno stato di panico assurdo, nonostante avesse passato tutto il viaggio a fare training autogeno cercando di convincersi che ciò che stava per succedere non fosse poi tanto degno di nota. Non vedeva suo fratello da quattro anni e mezzo..."
E in breve la nostra Liv si ritroverà catapultata nella vita del fratello e dei suoi amici che in breve la travolgeranno con i loro problemi, le loro gioie, il loro stile di vita e una smisurata passione per la musica!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: I Cinema Bizarre non mi appartengono e con questa fic non pretesa alcuna di dare rappresentazione veritiera dei loro caratteri e / o delle loro azioni. E' un'opera di fantasia e senza alcuno scopo di lucro.

NOTE INIZIALI: Ed eccomi qua, questa è la prima fic che scrivo sui Cinema Bizarre, ed è un AU solo nella misura che i CB qua non sono ancora famosi. Tutti i personaggi di contorno a loro (da Liv a tutti gli altri che introdurrò man mano) sono di mia invenzione. E ci tengo anche a dedicare questa fic a due fra le persone più speciali che conosco, ovvero la mia kognatina e la mia Giorgy che - esattamente come me - sono passate dal non sopportare questi 5 individui all'amarli *.* Se questa fic esiste è soprattutto grazie a voi che mi avete dato prima la voglia di scriverla e poi l'incentivo per farlo <3

This Time Around

1.

Liv scese dal treno in uno stato di panico assurdo, nonostante avesse passato tutto il viaggio a fare training autogeno cercando di convincersi che ciò che stava per succedere non fosse poi tanto degno di nota. Non vedeva suo fratello da quattro anni e mezzo, esattamente dal giorno in cui i loro genitori avevano divorziato e lei aveva deciso di andare a vivere con suo padre a Monaco, mentre lui era invece rimasto con la madre. Si erano lasciati esattamente come i loro genitori, in lacrime e con tanto rancore, e in virtù di ciò si erano sentiti solo in occasione delle feste per farsi gli auguri di circostanza, ma nulla di più. Lui non sapeva praticamente nulla di lei e di ciò che le era capitato negli ultimi anni, e valeva la stessa cosa al contrario. Sospirò guardandosi intorno mentre dagli altoparlanti della stazione continuavano ad annunciare “Berlino, stazione di Berlino” ogni due secondi e poi finalmente raccolse un po' di coraggio e abbandonò il binario, seguendo le indicazioni “uscita”. Stava attraversando l'atrio della stazione cercando di sfilare dalla borsa il biglietto sulla quale si era segnata l'indirizzo del fratello, in modo da poterlo dare al primo tassista che le fosse capitato a tiro, quando si sentì chiamare da una voce familiare.

“Liv!” si voltò incredula, non avrebbe mai pensato che lui sarebbe venuto a prenderla.

“C... ciao!” gli disse timidamente, osservandolo e notando quanto fosse cambiato in quegli anni.

“Allora? Com'è andato il viaggio?”

“Bene... lungo... sono stanca!”

“Immagino...”

I due stettero a fissarsi un minuto buono, evidentemente imbarazzati, e alla fine il primo a cedere fu il ragazzo.

“Bene... ci conviene andare, così ti riposi un po'... - le disse Shin staccandosi ma senza smettere di sorridere – te l'ho detto vero che condivido l'appartamento con degli amici?”

“Si... cioè... me l'ha detto papà...”

“Si, giusto... - rispose lui con aria imbarazzata mentre le prendeva le valige. I due infatti non si erano sentiti direttamente per mettersi d'accordo su quella sistemazione, aveva dovuto fare tutto loro padre – comunque non ti preoccupare, ti troverai bene! Dividi la camera con me, ma se ti da fastidio posso lasciartela tutta.”

“No tranquillo, va bene tutto!” si affrettò a rispondergli impacciata.

Non voleva creargli disturbo, a dirla tutta avrebbe volentieri anche fatto a meno di sistemarsi da lui ma, quando aveva ottenuto quello stage a Berlino, il padre aveva insistito fino all'esasperazione perché mettesse da parte i vecchi rancori e accettasse di vivere con Shin. Avevano la stessa età pur non essendo gemelli: lei era nata a Febbraio e qualche mese dopo la madre era rimasta nuovamente incinta e a Dicembre era nato lui, quindi in teoria la convivenza non sarebbe dovuta essere una cosa pesante ma si erano lasciati troppo male per ricominciare come se nulla fosse successo e di questo ovviamente loro padre non aveva tenuto conto.

Mentre tutti questi pensieri le attraversavano la mente, uscirono dalla stazione e bypassarono la fila di taxi in attesa.

“Non prendiamo un taxi?” chiese, preoccupata all'idea di doversi fare mezza Berlino sui mezzi pubblici con le valige, anche se questo in quel momento era un problema di Shin che si era offerto di portargliele.

“No sono in macchina con un paio di amici, due dei miei coinquilini.” le rispose apprestandosi ad attraversare la strada. Lo lasciò procedere davanti a lei e intanto notava quanto fosse cambiato: era diventato più alto e si era tinto i capelli completamente di biondo. Per il resto pareva quello di sempre, trucco e affini erano nella sua natura da molto tempo prima che capitasse il fattaccio. Si ritrovò a chiedersi se coltivava ancora quella sua passione infinita per la musica giapponese e se suonasse ancora regolarmente la batteria. Si domandò anche che tipi fossero i suoi amici ma a questo ebbe risposta due secondi dopo, quando lui si fermò vicino a una macchina parcheggiata in sosta vietata sulla quale stava appoggiato un ragazzo, più o meno della loro età, e sullo stesso stile di Shin, forse leggermente più dark, se così si poteva definire.

“Alla buon'ora!” esordì.

“Non riuscivo a trovarla - si scusò Shin – comunque lei è Liv.” aggiunse indicandogli la ragazza.

“Liiiiiv! Che piacere, Shin mi aveva detto che aveva una sorella ma non che era scopabile!”

Liv rimase a bocca aperta senza riuscire a rispondere.

“E' mia sorella!” si mise in mezzo Shin e la ragazza non comprese se era una rivendicazione stile “toccala e ti ammazzo” o piuttosto “se ha il mio stesso dna è ovvio che sia scopabile!”

“Ok ok! Piacere, Yu.” le tese la mano e lei la strinse persistendo nel suo stato di mutismo.

“Volete salire in macchina? Preferirei evitare una multa!” sbottò una voce dall'interno dell'abitacolo mentre dal finestrino faceva capolino una testa bionda e mora.

“Lui è Strify.” sospirò Shin indicando i capelli e spostandosi poi sul retro della macchina per mettere le valige nel bagagliaio.

“Vuoi stare davanti?” chiese Yu a Liv.

“No, starò bene anche dietro.” rispose lei sperando che vicino a lei capitasse Shin e, con suo immenso sollievo, Yu prese posto di fronte.

“Piacere, io sono Strify!” le disse il ragazzo che stava alla guida girandosi e sorridendole. L'attenzione di lei cadde immediatamente sul piercing che aveva al labbro inferiore, era una delle cose che adorava in un ragazzo, ma per il resto nemmeno lui le diceva qualcosa.

“Liv...”

In quel momento anche Shin salì in macchina e Strify distolse l'attenzione da lei per mettere in moto.

“Allora Liv? Che ci racconti?” Yu si era girato e per la prima volta notò che anche lui aveva un piercing al labbro inferiore ma, con suo immensa sorpresa, non le fece nemmeno la metà dell'effetto che le aveva fatto quello di Strify.

“Lasciala in pace! Già penserà che sei un maniaco!” intervenne Shin.

“Yu è un maniaco.” puntualizzò Strify buttando un'occhiata dietro attraverso lo specchietto retrovisore.

“Liv non starli a sentire, dai raccontami qualcosa! Shin non ci ha detto praticamente niente di te a parte che sei sua sorella!”

Accanto a lei Shin si irrigidì e non appena si accorse del suo sguardo puntato addosso, si voltò bruscamente e prese a guardare fuori dal finestrino.

“Liiiiv.” Yu stava tentando di attirare la sua attenzione.

“Mmmm... sono la sorella di Shin.” gli disse, sentendosi molto stupida e causando l'ilarità di Strify.

“Quanti anni hai?” proseguì imperterrito Yu.

“Diciotto.”

“Shin ha diciotto anni.” le rese noto il ragazzo guardandola scettico, come se lei non fosse nemmeno in grado di stabilire la propria età.

“Anch'io ne ho diciotto.” si limitò a dire tornando a guardare il fratello che era ancora girato dall'altra parte e aveva assunto un'aria pensosa.

“Siete gemelli?!” esclamò Strify voltandosi e sgranando gli occhi mentre faceva scivolare lo sguardo da lei a Shin a intermittenza.

“La strada!!!” urlò Yu prendendolo di peso e riposizionandolo correttamente al posto di guida, mentre la macchina sbandava procurandosi sonore imprecazioni via clacson dalle altre auto che avevano intorno.

“Non siamo gemelli, lei è nata a febbraio.” Shin si riscosse dai suoi pensieri e per la prima volta lanciò un mezzo sorriso alla sorella.

“Figo!!! Ci hanno dato dentro i vostri genitori!” se ne uscì Yu battendo le mani e Shin scosse la testa maledicendosi per esserselo portato dietro.

“Sta tranquilla Liv, parla ma non morde.” ridacchiò Strify.

“Volete lasciarla in pace? Le sarà già passata la voglia di stare da noi!” sbottò nuovamente Shin e Yu ridacchiò.

“Aspetta che veda Lumi.”

“Almeno Lumi non è un pervertito come te!” lo rimbeccò Shin.

“Quanto sei palloso oggi! Liv tesoro... goditi il mio letto e sii felice!” canticchiò Yu tornando finalmente a sedersi composto.

“Intende dire che fino ad oggi è stato lui a dividere la stanza con me.” si affrettò a spiegarle Shin.

“Ti ho rubato il posto?!” chiese Liv, la cui preoccupazione più grande era quella di dare fastidio anche agli amici di Shin oltre che a lui.

“No tranquilla, mi sono trasferito da Strify e Kiro! - sghignazzò – beato tra le donne, cosa potrei volere di più?”

La macchina inchiodò di colpo fermandosi praticamente in mezzo alla strada, con sommo disappunto di chi la seguiva che riprese a strombazzare sonoramente col clacson.

“Ma sei scemo?!” Yu si rivolse indispettito a Strify.

“Scendi.” gli ingiunse quest'ultimo con tono perentorio.

“Come?!”

“Non ho intenzione di scarrozzare uno che mira al mio culo!”

“Ma chi lo vuole il tuo bel culetto!”

“Scendiiiii!”

“Riparti!”

“Smettetela!” Shin si sporse e diede una pacca in testa ad entrambi.

“Ma sei mestruato oggi?” gli chiese Strify indignato, mentre ripartiva.

“No, siete voi che siete più insopportabili del solito!”

“E' mestruato.” constatò Yu con aria saputa.

Liv si trovò a sorridere dei loro battibecchi, tutto sommato parevano simpatici! L'unica cosa che la turbava un po' era il comportamento di Shin che, a quanto pare, era molto più agitato di lei riguardo a quella ricongiunzione. Non riusciva a capire se era un agitazione in senso positivo o negativo e pregava con tutta se stessa per la prima ipotesi visto che, suo malgrado, si ritrovava a essere parecchio felice di riavercelo vicino.

“Arrivati!” esclamò Strify parcheggiando fuori da un condominio e distogliendola dai suoi pensieri.

Shin scivolò fuori dalla macchina a tempo record e quando lei scese lui aveva già tolto le valige dal bagagliaio e si stava già avviando verso il portone.

“Vedrai che ti troverai bene! - le disse Yu passandole un braccio intorno alle spalle e accompagnandola verso l'ingresso – siamo un po' disordinati però... il problema è che siamo in tanti!” ridacchiò mentre Strify li raggiungeva.

“Non spaventarti per Lumi, fa paura ma non morde!” la avvisò.

“Chi è Lumi?” chiese lei cercando di togliersi il comportamento di Shin dalla mente.

“Un nostro amico, è parecchio darkettone se così si può definire... certa gente prende paura!” sghignazzò Strify.

“Ed è gay quindi a differenza nostra non ti salterà mai addosso,” aggiunse Yu.

“Nemmeno noi ti salteremo mai addosso o Shin salterà addosso a noi con ben altri intenti...” sospirò Strify causando l'ilarità della ragazza.

“Già, Shin pare molto possessivo.” sospirò a sua volta Yu.

“Ma se mi hai detto che non vi ha raccontato niente di me...” gli fece notare lei.

“Non ci ha detto nulla di te ma ci ha minacciato con tanto di coltello mentre tagliava dei pomodori su cosa potrebbe succederci se anche solo pensiamo di metterti le mani addosso.” borbottò mimando alla perfezione l'espressione arrabbiata di Shin e lei riprese a ridere di gusto.

Quando entrarono nell'appartamento Liv andò a sbattere contro Shin che si era fermato proprio in mezzo al corridoio che dava sul salotto, come pietrificato. In mezzo alla stanza c'era una ragazza di spalle, con addosso un grembiulino e in mano un piumino per spolverare i mobili, che sembrava molto indaffarata per l'appunto a spolverare.

“Cosa stai facendo conciato così?!” chiese Yu mentre Strify si stravaccava sul divano dalle risate.

“Pulisco!” esclamò piccata la ragazza girandosi, rivelandosi in realtà un ragazzo.

Shin prese a scuotere la testa incredulo mentre il ragazzo si avvicinava a loro saltellando.

“Piacere cara, io sono Kiro!” si presentò allungando una mano a Liv.

“Liv, piacere mio.”

“Da quando tu pulisci?” riuscì a chiedere Strify, quasi strozzandosi nelle sue stesse risate.

“Da quando una ragazza per bene si appresta a venire a vivere con noi, non potevamo certo accoglierla nel caos più totale! - rispose indignato Kiro e poi si rivolse di nuovo a Liv – perdonali, non sanno nemmeno dove stia di casa l'educazione.”

“E tu lo sai meno di noi messi insieme!” mugugnò Shin, afferrando la sorella per un braccio e conducendola in quella che doveva essere la sua stanza.

   
 
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