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Autore: faith84    22/01/2014    7 recensioni
Lei: violenta, fortissima e molto carina.
Lui: arrogante ma sincero, affascinante e che non sa tenere la bocca chiusa.
Ranma e Akane? Ehm, no! Però...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ahhh io quello lo distruggo!!Gli lego una pietra al collo e lo affondo nella baia di Tokyo!!"

​"Hikaru, tesoro sei tu?

"Sì nonna...Grrr."

La sua adorabile nipotina non sembrava per niente di buon umore quel pomeriggio.

"Cara, ma tutto bene? Problemi con gli esami?"

"No, nonna! All'università tutto ok, solo.... IO QUELLO LO ODIO!"

"Ma Hikaru di chi stai parlando?" l'anziana ma arzilla signora guardò attentamente la nipote diciannovenne, che l'aveva raggiunta in salotto, circondata da un'aura bluastra niente affatto rassicurante.

"Ma lui! Quella sottospecie di uomo delle caverne! Akira Faccia-Da-Schiaffi-Sakurai!"

"Un cognome interessante. " ironizzò la nonna. " E che combina questo scriteriato, di grazia, per far arrabbiare tanto la mia adorabile nipote tutti i giorni?" Non era la prima volta che sentiva quel nome ruggito dalla nipote.

"E' assolutamente insopportabile! Non perde occasione per prendermi in giro e farmi fare ogni genere di figuraccia nel campus! Non lo sopporto! Anche oggi era lì tronfio, quel cretino arrogante e mentre passavo mi ha urlato - Ehi Saotome, hai dimenticato qualcosa a casa!”- e io sono stata così tonta da chiedergli cosa, visto che mi ero svegliata tardi e temevo mi aspettasse qualche test a sorpresa e lui, candido come un giglio mi ha risposto - La grazia femminile! -... ma giuro che gliela faccio pagare!- Lei, che al campus era ammirata come una delle migliori matricole in circolazione come aspetto e come studentessa... non che le importasse, tanto non gli fregava niente di quei begli imbusti... ma essere presa di mira come una ragazzina delle medie! E da un tale cretino! Ma si rendeva conto di avere 21 anni?

"Maledetto idiota!! " concluse svaporando la mora fanciulla.

La nonna sorrise teneramente a quella nipote che sembrava aver preso molto da lei.

"Nonna che c'è da mangiare? Ho una fame che mangerei un bue! Arrabbiarmi mi mette appetito!"

Sì... forse aveva preso qualcosa anche dal suo defunto, amatissimo marito, Ranma Saotome. Fissò con commozione la foto delle loro nozze... com'erano giovani, forti e spensierati!

"Nonna Akane?" disse la giovane Hikaru con dolcezza. La conosceva bene e sapeva cosa pensava tutte le volte che guardava quella foto. Sapeva che dopo nonno Ranma, non avrebbe mai più amato un altro uomo, anche se era ancora una bella signora e gli ammiratori non le mancavano. Lei lo ricordava vagamente, era molto piccola quando lui era morto, eppure era stato il suo eroe, forse ancora più del suo stesso padre.

"Scusa, piccola mia, mi ero persa nei ricordi..." rispose Akane con un velo di tristezza, che però si scosse subito di dosso. " Mangiare dici? Beh ho provato a cucinare della Yaki soba ma temo..."

"Non preoccuparti nonna... " rispose deglutendo la ragazza. Sua nonna era una grande persona, certo. Subito dopo il matrimonio e il diploma Akane, mentre nonno Ranma gestiva la palestra, che si era fatta un certo nome, anche e soprattutto grazie agli strani individui che vi orbitavano attorno, si era iscritta all'università e aveva studiato con profitto, divenendo poi avvocato di successo. Alla sera poi le rimanevano abbastanza energie per allenare le classi di arti marziali dei più piccoli e si poteva capire com'era andata la sua giornata dalla foga che metteva nelle sue lezioni. Il marito la guardava sorridendo pensando che probabilmente le assi e i mattoni che mandava in frantumi fossero le facce di qualche collega troppo viscido o di qualche giudice incapace. Eppure, rifletté Hikaru, nonostante tutte le sue magnifiche doti, sua nonna era sempre stata assolutamente incapace di fare una cosa: CUCINARE!

"Sicura che non vuoi assaggiarla?"

"Ehm io... mi sono ricordata che avevo promesso a zia Ucchan di passare da lei per... per... ecco... ah sì... zio Ryoga ha detto che mi darà qualche lezione di inglese."

Mise in piedi quella scusa raffazzonata, baciò la nonna sulla guancia e prese i libri e l'ipod poi uscì di corsa urlando - Telefono io a mamma e papà a Los Angeles per dir loro che va tutto bene! Torno stasera prima delle 11!”

"Già, ha preso molto anche da te, Ranma" concluse l'anziana signora con un po' di nostalgia, mista a un immenso amore che mai si sarebbe esaurito.

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La giovane Hikaru intraprese la strada lunga per arrivare da zia Ucchan, anche lei anziana signora con la verve di una ventenne. Pensava a tutte le avventure che le aveva raccontato, di quando erano adolescenti, fortissimi e scavezzacollo; aveva però sempre la sensazione che non le dicessero tutto, chissà perché. Ciò di cui sapeva pochissimo era soprattutto la storia d'amore tra nonno e nonna. Nessuno gli aveva narrato per filo e per segno come fosse nata la passione tra i suoi due specialissimi nonni, per cui si era costruita una sorta di castello in aria, pensando a una storia da favola, fatta di promesse eterne, di baci al chiaro di luna e via fantasticando. Quanto si sbagliava!

Da quando aveva iniziato l'università viveva a casa di nonna Akane, la vecchia palestra di famiglia: per lei quel luogo aveva il fascino di un tempio antico e passava ore nel Dojo ad allenarsi, avendo ereditato dai nonni la passione per le arti marziali, o semplicemente a meditare sulla storia di chi l'aveva abitato prima di lei. I suoi genitori erano all'estero già da qualche tempo poiché sia suo padre, Mikami Saotome, sia sua madre Hiroko Kuno erano due menti brillanti del foro, due geniali avvocati. Si poteva ben dire che provenisse da una famiglia agiata, perché in effetti la madre era figlia di Kodachi Kuno e di un famosissimo ginnasta giapponese. Come nella tradizione della più antica nobiltà giapponese aveva preso il cognome della madre, poiché di famiglia più facoltosa rispetto a quella del marito, ma con grande rimpianto della Rosa Nera, non ne aveva seguito le orme, abbandonando la ginnastica quando era ancora adolescente, per scegliere una promettente carriera universitaria, che in effetti l'aveva portata lontano. Hikaru si fermò a guardare il fiume al tramonto stringendo un po' la giacca e inspirando il fiato, che poi rilasciò in una leggera nuvoletta di vapore. Che spettacolo era per lei: adorava Nerima e spesso si chiedeva quali di quei luoghi fossero stati teatro di romantiche passeggiate dei suoi nonni. Era un po' che non andava da nonna Kodachi, ma sapeva benissimo che quella eccentrica vecchietta era sempre impegnata tra il prestare opera come giudice di gare nazionali e internazionali, la supervisione della squadra olimpica, il comitato internazionale per le Olimpiadi. Le sue nonne, così diverse eppure così vitali e speciali, ognuna a modo suo!

"Ehi cuginetta sempre con la testa tra le nuvole vero?"

"Ryota! Non ti ho nemmeno sentito arrivare!"

"Devi allenarti di più, si vede."

Il bel ragazzo moro con gli occhi verdi che la fissava con interesse era Ryota Hibiki, nipote di Ukyo e Ryoga: lui e Hikaru erano cresciuti insieme e lui era sempre stato molto legato a lei, anche perchè più grande di due anni, il giovane si sentiva un po' come un fratello maggiore... beh forse non proprio...

"Quel cretino di Akira ti dà ancora noia? Sai che basta una tua parola e io..." Ryota strinse i pugni involontariamente, se avesse potuto lo avrebbe conciato come uno spezzatino quel dannato. Avevano la stessa età e si conoscevano, ma non erano mai andati d'accordo.

"Tranquillo cuginetto! Non voglio sprecare nemmeno un secondo della mia vita a pensare a quel... a quel..baka! " disse la ragazza rossa di rabbia. Meno male che non era presente oggi o ci scappava la rissa...si sorprese a pensare.

"Ok, come vuoi..." sospirò Ryota  "Ora però andiamo al locale di nonna Ucchan che qui si gela."

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"Hikaru, piccola, ma da quanto tempo! Entra cara! E questo giovanotto chi è?"

"Sono tuo nipote Ryota! Possibile che con l'età tu abbia ritrovato il senso dell'orientamento e perso la memoria?! Roba da matti!" brontolò Ryota.

"Ciao zio Ryoga!" disse Hikaru: aveva un rispetto molto profondo per quell'uomo che era stato il migliore amico di suo nonno, anche perché dopo la morte di quest'ultimo aveva cercato con la moglie di colmare quel vuoto nella vita sua e della nonna. Quando zia Ucchan aveva avuto la prima figlia zio Ryoga aveva appeso la bandana al chiodo e smesso di combattere, optando per la carriera di insegnante e ora era in pensione. Con tutti i posti in cui si era perso sapeva a mena dito quattro o cinque lingue, compreso l'inglese.

"Ryoga, vecchio smemorato! E' venuta qui la settimana scorsa, ricordi?" l'arzilla, vecchia cuoca l'accolse con un abbraccio.

"Sì zia Ucchan, quando nonna ha provato a cucinare il sukiyaki..." rabbrividì Hikaru a quel ricordo.

"Quando torni a casa ti do qualcosa da portare ad Akane... mi sembra un po' dimagrita. Sta bene mia cara?"

"Chi, nonna? È il solito uragano! fa ancora jogging tutte le mattine!" affermò fiera Hikaru  "Allora zio Ryoga che storia ci racconti mentre zia ci prepara qualcosa? Ho una fame!"

"Certo cara! Ti preparerò una bella special con frutti di mare!"

"Dunque vediamo... potrei raccontarti come abbiamo sconfitto la maledizione di Jusenkyo!" esordì il vecchio artista marziale... Sbam! Poco dopo la moglie gli rovesciò in testa con forza un'enorme spatola di metallo.

Forse è questa la causa delle frequenti perdite di memoria dello zio, pensò divertita Hikaru. Ma quale maledizione?

"Ryoga ma che vai cianciando?" si affrettò a dire Ucchan.

"Effettivamente è una storia che non ho mai sentito nemmeno io, nonna Ucchan." intervenne Ryota.

Eh già e mai la sentirete pensò Ukyo... Tornò indietro con la memoria, a quando avevano deciso tutti di comune accordo di non raccontare ai propri discendenti delle maledizioni di quel dannato campo d'allenamento in Cina. Non fosse mai che a qualcuno dei loro figli o nipoti fosse venuto in mente di andarci, anche solo per dare un'occhiata. Soprattutto Hikaru sembrava aver preso molto della loro giovanile tendenza a cacciarsi nei guai, sin da bambina, quando per difendere i più piccoli, faceva rissa con i bulletti di quartiere.

"Zia, adesso però sono curiosissima! Dai racconta!" cinguettò Hikaru.

"Tesoro, tuo zio è piuttosto confuso e..."

"Ma zia a me non sembra che..." riprese la giovane.

"No!" la reazione di Ukyo stupì persino la stessa cuoca, che senza rendersene conto, aveva stretto forte le spatole con cui cuoceva le okonomiyaki per i ragazzi.

Hikaru rimase a bocca aperta davanti alla reazione della donna. Era tornata... quella sensazione di sentirsi preclusa una verità molto più grande di lei, che la faceva sentire fuori posto.

Si alzò e chiese alla cuoca di impacchettarle la cena e sentì solo il desiderio di tornare a casa.

"Mia cara, io..." 

"Grazie zia Ukyo, ciao zio, ciao Ryota!" il tono della ragazza era di commiato.

Ryota si alzò per andarle dietro ma Ukyo lo trattenne, mentre uno sconsolato Ryoga si chiedeva se non fosse tutta colpa sua.

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Hikaru si sentiva una maleducata, ma era più forte di lei quell'esigenza di andare via dal locale. Perché le precludevano una parte della storia della sua famiglia? Cosa non doveva sapere?

Avrebbe voluto chiedere alla nonna, ma tutte le volte che provava a parlare con lei di nonno Ranma diventava molto triste, se non era la stessa Akane a tirare fuori l'argomento, e la ragazza non aveva il coraggio di continuare ad indagare.

Sospirando tornò verso il dojo.

"Hikaru, bentornata mia cara."

"Ciao nonna. Ti ho portato una focaccia bella calda, appena fatta..." si rabbuiò un attimo e poi scacciò le brutte sensazioni.

"Sei tornata subito... a proposito Hikaru, c'è un tuo amico in palestra... gran bel ragazzo!Ha detto che ti avrebbe aspettato..." sorrise l'anziana donna.

"Ma chi?..."

Appena sentita la risposta dell'adorata nonna, Hikaru partì a razzo.

Arrivò correndo alla palestra e spalancò la porta scorrevole pronta ad affrontare il suo arcinemico... ma qualcosa la bloccò.

Akira era là e stava svolgendo dei movimenti perfetti, eleganti e potenti allo stesso tempo, sembrava totalmente concentrato. Sapeva che praticava arti marziali come lei, ma non sapeva fosse così bravo. Per la prima volta Hikaru fece caso agli occhi blu del giovane, alla linea virile della mascella, ai muscoli ben definiti... Macchecavolo vado a pensare? È quel cerebroleso di Akira Sakurai!

"Saotome, finalmente sei tornata!" se lo trovò di fronte mentre era ancora persa nei suoi pensieri.

La guardava con quei due lembi di cielo notturno e lei si sentì arrossire.

"Ma che diavolo ci fai qui, idiota?"

"Ah grazie! Io vengo fin qui per riportarti la roba che dimentichi in università e tu..."

"Ragazzi volete un the?" li raggiunse la voce dell'anziana signora.

Il the era l'unica cosa che Hikaru si fidava a consumare di ciò che le propinava sua nonna, ma ora non ne aveva proprio voglia.

"Ehm nonna lui adesso se ne v..."

"La ringrazio signora, volentieri!" la interruppe Akira.

Hikaru non poteva credere alle proprie orecchie. Quell'idiota stava cercando di abbindolare sua nonna!

"Senti, baka, adesso tu mi dici che accidenti vuoi e poi ti togli dalle..."

"Perché non ti calmi e ti siedi?" disse il ragazzo, battendo con la mano le assi in legno del pavimento.

"Guarda, bellimbusto, che sei a casa mia!-"

Il giovane sembrò ignorarla.

"Ehi ti sei tagliata i capelli, sai che ti donano così? Non l'avevo notato stamattina dato che avevi il cappello."

"Eh?" arrossì lievemente lei, non credendo alle proprie orecchie.

"Già. Un taglio corto e sbarazzino è perfetto per una ragazza violenta e poco femminile come te!" ghignò Akira.

"Brutto deficiente!" urlò Hikaru facendo partire un destro spettacolare, ma che il ragazzo afferrò con un movimento apparentemente distratto e fissandola negli occhi, più divertito che irritato dalla violenza della ragazza. Il suo tocco sulla mano era gentile e piano piano scivolò sul polso.

"Visto? Questa è la dimostrazione che ho ragione! Non sei carina!"

"Se... non... sono.. carina.. che... accidenti... ci fai qui?" disse in un soffio un'imbarazzata Hikaru.

"Beh avevi dimenticato una borsa di tela con dei libri in biblioteca, scemotta!"

"E perché me l'hai portata tu? Cioè noi non siamo... amici..." la ragazza non riusciva a capire perché non si fosse liberata della stretta di Akira.

"Già, chissà perché l'ho fatto" disse Akira divertito.

"Ecco il the, ragazzi!" li interruppe la nonna.

Come per magia Akira le aveva liberato il polso dalla stretta e ora stava rivolgendo all'anziana signora un sorriso allegro e seducente.

"Grazie mille signora!"

"Ma tu sei per caso il figlio del presidente della Sakurai Corp. ?" chiese la donna appoggiando il vassoio.

"Esatto signora! Ma come.."

"Beh lo conosco perché l'ho incontrato a qualche serata di gala, quando ancora esercitavo come avvocato. Sai, mia nipote mi ha parlato spesso di te, ma non avevo ancora connesso che fossi suo figlio. Effettivamente gli somigli davvero! Mi è molto dispiaciuto per tua madre!"

"Nonna!" protestò Hikaru. Madre? dispiaciuto?

"Ok, vi lascio soli. Dovrete parlare di studio." disse Akane assumendo un' aria saggia, dopo di ché uscì.

Una volta uscita la donna, i due ragazzi presero le tazze e iniziarono a consumare la bevanda calda in silenzio.

"Ehm... Sakurai... cosa intendeva mia nonna con..." Hikaru era in imbarazzo; pensava di essere inavvertitamente venuta a conoscenza di un lato della vita di Sakurai che lui desiderava tenere nascosto. Tutta la situazione le sembrava irreale: di solito non stavano dieci secondi senza che lui la prendesse in giro e lei reagisse con violenza. Che strana sensazione!

Ogni traccia di arroganza era sparita dal volto del giovane che ora guardava con occhi spenti la ragazza. Eppure sono ipnotici lo stesso pensò Hikaru... Ebbasta con questi pensieri!

"Sai, mia madre è morta qualche anno fa, o meglio è ciò che dice mio padre in giro e ciò che per tanto tempo ha fatto credere a me." disse asciutto Akira.

"Ma..."

"In realtà mia madre se n'è andata, stanca delle continue assenze di mio padre, dei suoi tradimenti... se n'è andata e ha lasciato suo figlio senza neanche una parola."

"Io non avrei mai immaginato...mi dispiace Sakurai!" Cavoli che brutta storia!

"E mio padre che fa? Per anni mi mente dicendo che è morta! E anche tutte le altre persone che avevo intorno non mi hanno mai detto la verità."

Hikaru ebbe l'impressione di capirlo: magari non le aveva nascosto una cosa di tale gravità, ma la sua famiglia non le aveva mai raccontato tutta la storia della vita di nonno e nonna. E poi c'era quella faccenda della maledizione che le puzzava...

"Non so perché ti sto raccontando questo..."

"Sai ti capisco...- lo spiazzò Hikaru  "Certe volte anche io ho l'impressione che la gente intorno a me mi nasconda cose per... per proteggermi. E allora mi monta dentro una tale rabbia. Uffa! Non siamo più bambini dopotutto!" strinse forte i pugni.

A quel punto Akira Sakurai, il suo odiato nemico, fece una cosa che non si sarebbe aspettata: rise di cuore. Non la solita risata strafottente che le riservava ogni volta che le faceva uno scherzo o la prendeva in giro. Era davvero allegra e gli aveva illuminato anche gli occhi... Cavolo, cavolo cavolo, si ripetè in testa Hikaru, come un mantra.

"Ehi ma che..." si stava nuovamente alterando con lui... o forse con se stessa, chissà.

"Ah ah ah... no niente è che sei incredibilmente buffa... ah ah ah... prendi tutto tanto seriamente, poi ti viene quella faccia e io la trovo così divertente! Ah ah ah! Sai avevi la stessa espressione alla festa delle matricole... quando un cretino che voleva provarci con te, ti ha prima rovesciato addosso da bere, cercando di offrirtelo, e dopo è stato scaraventato nel laghetto del campus a velocità della luce! Mi ricordo di aver pensato che eri davvero uno spasso... poi ho scoperto che facevi arti marziali e mi sono chiesto che razza di tipa fossi.

"E quindi?" chiese Hikaru, sentendo un certo, violento prurito alle mani. Però... perché sapeva tutte quelle cose di lei?...

"Beh sei come dire...diversa..."

"Diversa da chi?"

"Da tutte le altre ragazze che ho conosciuto! Mi fai ridere! Ed erano anni che non ridevo! Mi mandi a quel paese senza complimenti e sei... genuina!"

Quello era matto! Però ora che lo vedeva più disteso pensò che forse non era quel mostro che credeva. Forse si sentiva... solo. La famiglia di lei era caotica, i suoi spesso erano via ma non si era mai sentita sola come doveva essersi sentito lui.

"In che senso sarei diversa e genuina, scusa?" ora era curiosa. Ed il cuore aveva iniziato ad accelerare impazzito.

Sakurai non perse tempo a spiegare nulla: semplicemente allungò una mano, gliela appoggiò sul viso e avvicinando il suo volto le sussurrò  "Non lo so; quando lo saprò sarai la prima a cui verrò a dirlo!" poi la baciò...e ragazzi che bacio... niente a che vedere con lo scontro di denti che era stato il suo primo e unico bacio alle superiori. Fu qualcosa che le fece perdere la bussola totalmente, non sapeva più dov'era. Sentiva il sapore fresco e caldo insieme delle labbra di lui e non riusciva a spiegarsi perché la sua percezione della temperatura fosse andata a farsi friggere. Il tocco gentile della sua lingua le dava un solletico piacevole che le faceva vorticare la testa. E senza sapere perché rispose a quelle labbra.

Poi finì e lei si ricordò chi era quel...quel..ma come aveva osato? E che le era preso?

Rapido come il fulmine Akira si staccò e prese il largo, recuperando la giacca abbandonata sul pavimento e saltando sul tetto mentre Hikaru gli urlava parole irripetibili e gli lanciava contro tutto ciò che le capitava sotto mano.

"Saluta tua nonna! É stato un piacere! E... ci vediamo domani, maschiaccio!-" e sparì nel buio di quella notte d'inverno, regalandole un sorriso che...fu coperto dagli insulti!

"Ma marcisci all'inferno, lurido maniaco! Pervertito! Depravato! Maledetto... BAKA!"

Hikaru col fiatone e rossa come un pomodoro si ritrovò a recitare ingiurie alla notte.

Akane sorrideva seduta in veranda con la foto del matrimonio stretta al petto. Una lacrima le sfuggì e la lasciò correre.

"Sì mio caro Ranma, tua nipote mi somiglia davvero tanto. E quel giovanotto mi ricorda un certo stupido di mia conoscenza. Chissà... magari potrei raccontarle quella famosa storia delle sorgenti di Jusenkyo e di come un ragazzo arrogante e una ragazza violenta si sono innamorati proprio in questa casa."

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Hikaru tremava di rabbia...e qualcos'altro che non riusciva a definire.

Andò a farsi un bagno per smaltire la tensione e poi diede la buonanotte alla nonna che aveva un sorriso felino sul bel volto. Chissà cosa aveva visto e cosa pensava.

Ebbe però la delicatezza di non dire nulla se non " Buonanotte cara! Ti sveglio alla solita ora, va bene?" La ragazza annuì e iniziò a salire le scale che l'avrebbero condotta alla sua stanza, o meglio alla stanza che ora era sua, ma un tempo era stata di sua nonna. Sulla porta c'era una paperella gialla e storta col suo nome. La raddrizzò assorta ed entrò nella camera. Si accorse che la finestra era aperta e mormorando " Strano, ero convinta di averla chiusa!" si avvicinò per richiuderla. Poi vide che sul suo letto c'era una borsa di tela con dentro un dizionario di inglese.

"Ma è la borsa che avevo dimenticato! Quindi quel cretino..."

Senza sapere perché raccolse il dizionario e lo aprì – Ma che?... da dentro le pagine scivolò un fiore essiccato, un giglio avrebbe detto Hikaru, bianco e screziato di blu. Non aveva mai visto un fiore simile. Nella prima pagina del dizionario poi c'era scritto qualcosa a pennarello in inglese:

 

Forget the wrong that I've done,                                 Dimentica ciò che ho fatto di sbagliato

Help me leave behind some                                      e aiutami a lasciarmi alle spalle

reason to be missed..                                              una ragione per cui sentire la mia mancanza

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I'm strong on the surface                                        In superficie sono forte
Not all the way through                                          ma non all stesso modo dentro
I've never been perfect...                                         e non sono mai stato perfetto....

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So if you're asking me                                          Così se me lo chiedi
I want you to know...                                            voglio che tu sappia che

 

“Sei carina quando sorridi” scritto in caratteri giapponesi.

 

A parte l'ultima frase messa per incastrarsi a perfezione con le strofe, quelle erano parole che conosceva.... Ma certo! Era una delle canzoni della festa delle matricole... Le era piaciuta così tanto che il giorno dopo l'aveva scaricata e da quel momento l'aveva accompagnata a lezione tutte le mattine per mesi.

Ma allora voleva dire che... senza sapere bene perché Hikaru strinse a sé il dizionario con gli occhi lucidi e poi iniziò a ridere, divenne rossa e si buttò sul letto, pensando che forse non vedeva l'ora che venisse il mattino dopo e che non era certo per le lezioni...poi il suo stomaco brontolò a ricordarle che non aveva cenato...e questo aumentò la sua ilarità. Sono davvero poco femminile!

Intanto Akane, che aveva visto il ragazzo entrare per la finestra e uscire subito dopo, osservava la luce accesa della camera della nipote e ascoltava la sua risata cristallina, sorridendo intimamente per quella strana serata che tanti ricordi aveva evocato, ma stavolta senza tristezza.

"Mi sa Ranma che dovremmo passare il testimone alle giovani generazioni ...E forse non ci metteranno tanto tempo come noi ad essere sinceri con i loro sentimenti... Non credi anche tu mio dolce BAKA?"

Dal cielo una stella parve scintillare, in risposta a quella domanda e fu allora che Akane tornò in casa serena.

 

FINE.


Note di Faith
Uff.. scritta di getto e con le migliori intenzioni mentre arranco nella tesi con scarsa fortuna e cerco idee per l'altra fanfic... Questo episodio autoconclusivo mi è venuto così... per celebrare l'amore... perché anche quando una persona amata non c'è più, ci accompagna sempre e comunque, nei nostri pensieri e nei nostri cuori.

Ps la canzone è Leave out of the rest dei Linkin Park ed è stata la prima canzone d'amore che mi ha dedicato il mio compagno, per questo ho voluto che Akira la dedicasse ad Hikaru.
Spero apprezzerete.

 

 

 

  
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