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Autore: Silvery Lugia    23/01/2014    7 recensioni
Molto tempo dopo il "giorno della promessa", l'arrivo di tre nuovi Alchimisti un po' particolari nella squadra del famoso Flame Alchemist porterà cambiamenti nelle vite di Roy, dei suoi sottoposti e non solo...
Questi nuovi Alchimisti dall'animo romantico, infatti, si prefisseranno una missione: riuscire a far fidanzare... Roy e Riza! Riusciranno a raggiungere il loro obbiettivo, tra idee strampalate, combattimenti e i loro stessi problemi di cuore? Se volete scoprirlo... dovete solo leggere!
Una stramba fan ficton ambientata dopo la fine di FMA Brotherhood, dove col tempo verrano approfondite alcune coppie di cui la grande Arakawa non ha parlato molto... quindi largo al Royai! :D
Forse potrebbero esserci degli spoiler per chi non ha visto l'ep 64 della seconda serie anime o chi sta seguendo il manga (intendo la gold edition, di cui non è finita la pubblicazione).
ps: ho cambiato la presentazione, visto che era una roba orripilante! XD
EDIT - Rivisti e ricontrollati tutti i capitoli da 1 a 22: eliminate alcune note nella storia, corretti gli errori e risolti i problemi di html :)
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note iniziali

… *si guarda intorno con aria smarrita, non sapendo assolutamente come scusarsi per il ritardo ORRIPILANTE, peggio delle altre volte*

Ehm… Vi faccio gli auguri di un felice anno nuovo e vi lascio al nuovo capitolo! Buona lettura! ^_^’’ *fugge in un altro universo*

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Tre nuovi Alchimisti

 

Capitolo 25: Un fulmine a ciel sereno

 

Debora e Giulia arrivarono in ufficio appena in tempo, evitando così che il Generale ne approfittasse per richiamarle e prenderle in giro.

Le due sorelle aspettarono l’occasione giusta per mettere in atto il loro piano. Un momento prima che Ed e Giulia cominciassero la perlustrazione della città, s’avvicinarono alla finestra, osservando il cielo plumbeo.

<< Le nuvole non promettono nulla di buono… >> cominciò Debora.

<< Già… mi sa che ha proprio intenzione di fare un bel temporale… vero, piromane? >> disse l’Alchimista del Fulmine, rivolgendosi verso il suo superiore con un sorriso sadico sulle labbra.

Lui, imbronciato, le lanciò un’occhiataccia come risposta: << Non ti permetto di prendermi in giro, Lampadina… >>

<< E invece lo faccio! >> annunciò Giulia con fierezza. << Perché si preannuncia il trionfo del mio elemento: tuoni, fulmini e saette! >> continuò, sempre più esaltata. Ci mancava solo una risata malefica e avrebbe concluso in bellezza.

Debora la guardò sconvolta: “Mia sorella sta impazzendo.” Decise di riprendere in mano la situazione: << C’è poco da scherzare, Giuly. Se farà veramente un acquazzone, può essere molto pericoloso per il Generale. I suoi nemici potrebbero approfittarne, anche quando è a casa. >> Incrociò le dita e sperò che funzionasse. Guardò Riza: stava osservando con aria preoccupata il cielo cupo. Debora trattene un sorriso: forse ce l’aveva fatta… forse.

<< Oddio, non essere così esagerata! >> esclamò Roy. << A casa sono all’asciutto, posso difendermi! >>

<< Ah, sì? >> disse l’Alchimista delle Piante, alzando un sopracciglio. << E se decidessero di distruggere il tetto? Sarebbe come stare all’aperto! >> Forse adesso aveva DAVVERO esagerato, ma non voleva far fallire il suo piano.

Il Flame Alchemist la guardò stupito: << Ma… solo ad un pazzo omicida verrebbe in mente di fare una cosa simile! >>

Sulle labbra di Ed si dipinse un sorriso malvagio: << A me verrebbe in mente… >>

<< Anche a me… >> disse Giulia, con lo stesso sorriso del ragazzo.

Il moro aggrottò le sopracciglia: << Bè, ovvio! Voi due SIETE pazzi! E soprattutto, ce l’avete sempre con me! >>

<< E certo! >> dissero in coro i due giovani Alchimisti. Ovviamente, cominciò una delle solite discussioni.

Debora sospirò: “Non era questa la mia intenzione…” Rivolse nuovamente lo sguardo verso Riza: era piuttosto pensierosa. “Chissà se il mio piano ha avuto ugualmente effetto…” Adesso poteva solo sperare.

 

- - -

 

Roy osservò con aria sconsolata il cielo nero. Enormi gocce di pioggia sbattevano con violenza su strade e marciapiedi, visibili solo grazie ai lampioni e ai fari delle auto. I pochi pedoni rimasti per strada correvano alla ricerca di un riparo.

“Accidenti… le due sorelle ci hanno beccato in pieno…” pensò il moro.

Un lampo squarciò il cielo, seguito poco dopo dal tuono. Quel fulmine non doveva essere caduto molto lontano.

La sua espressione si fece ancora più imbronciata. “Speriamo che a Lampadina e Acciaio non venga in mente di farmi qualche scherzo…” pensò, visto ciò che i due avevano detto quella stessa mattina.

Sospirò, allontanandosi dalla finestra. Era inutile continuare a guardare fuori, gli faceva solo aumentare il malumore. “E adesso? Come cavolo passo la serata?” pensò, sbuffando rumorosamente.

Si guardò intorno, alla ricerca di un qualunque passatempo. Stava per afferrare (anche se a malavoglia) un libro, quando suonò il campanello.

Roy rimase per un attimo interdetto: chi diamine poteva essere a quell’ora e con questo tempaccio?

Si avvicinò alla porta e, dopo un momento d’indecisione, l’aprì. Ciò che si trovò davanti gli fece sgranare gli occhi. << RIZA?! >>

La donna era davanti alla porta, fradicia dalla testa piedi. Aveva portato con sé Hayate, facendo inzuppare anche lui. << Buonasera Generale, so- >>

L’uomo non la fece neanche parlare, che l’afferrò per il polso e la trascinò dentro. << Ma come diavolo ti è saltato in mente di uscire con questo diluvio?! >> Si fermò vicino al caminetto, liberandola dalla presa e togliendole subito la giacca bagnata. << Ti è andato di volta il cervello?! >> disse lui, per poi allontanarsi un momento.

La donna, intanto, era rimasta così sorpresa dai modi e dal tono di rimprovero di quelle frasi, che non era riuscita a spiccicare una sola parola.

Subito dopo, Roy tornò con un paio di asciugamani. Con uno asciugò velocemente il pelo del cane, dandogli poi una leggera spinta per farlo andare verso il focolare a riscaldarsi. Avvicinatosi nuovamente a Riza, le tolse il fermaglio e iniziò a strofinarle l’altro asciugamano sui capelli.

<< Generale, posso fare da sola! >> protestò lei.

Roy, in tutta risposta, disse: << Non avevamo deciso di chiamarci per nome quando eravamo soli? >>

<< E questo che c’entra? >> ribatté lei, lasciandosi asciugare i capelli. Sapeva che quando l’uomo cambiava argomento, voleva dire che doveva semplicemente arrendersi: non ci sarebbe stato modo di fargli cambiare idea.

<< C’entra ogni volta che il nostro “patto” non viene rispettato >> rispose lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Riza sospirò: certo che si era proprio fissato su questa cosa…

Lui l’aveva osservata e, più calmo, le prese con gentilezza il viso tra le mani e glielo alzò: << Scusami per il tono di prima… ma perché sei uscita con questo tempo? >>

Lei s’imbarazzò un po’ per il gesto e la vicinanza, ma nella risposta cercò di non darlo troppo a vedere: << Ecco… le parole delle sorelle Frid mi hanno messo un tarlo in testa… ero preoccupata, così sono venuta a controllare… >>

Roy sgranò gli occhi scuri. Si sentì contemporaneamente stupito, onorato e imbarazzato. Subito dopo si diede dell’idiota: ma che cavolo s’imbarazzava a fare?! Cos’era, un adolescente alla prima cotta?!

<< Ho… capito… >> riuscì solamente a rispondere. Quando il cervello si connesse nuovamente, chiese: << Ora che ci penso… non potevi semplicemente chiamare? >>

<< Ci ho provato, ma il telefono era muto… forse qualche problema a causa del temporale… >>, e un tuono rimbombò nell’aria, come a sottolineare il concetto.

L’uomo si accigliò e, incuriosito, andò a controllare: in effetti, dalla cornetta non usciva alcun suono. << Già, non va… >> sospirò lui. Quando si voltò, le osservò i vestiti. << Mi sa che hai bisogno di una bella doccia calda, altrimenti ti prendi un malanno… >>

<< Ma no, non- >>

<< ALT! >> disse lui poggiandole un dito sulle labbra. << Niente obiezioni! >> aggiunse, per poi prenderla per mano e portarla davanti alla porta del bagno. Subito le diede un asciugamano e un pigiama (che, ovviamente, le sarebbe andato grande). Riza lo ringraziò un centinaio di volte, in leggero imbarazzo, per poi chiudersi in bagno.

Roy tornò in salotto e in quel momento il telefono squillò. Alzò la cornetta, e la voce registrata di una ragazza disse: << La sua linea telefonica è stata ripristinata. Ci scusiamo per l’inconveniente! >>

Sorridente, posò la cornetta. “Scusarsi? Ma è grazie a questo che Riza è venuta qui!” pensò allegramente. Quella di andare da lui, visto il tempaccio, era stato da incoscienti, ma non poteva non renderlo felice. “Se non fosse stato per quel discorso di stamatt-” Si bloccò, perplesso. Possibile che quel dialogo (senza senso in molti punti) di quella mattina fosse un piano delle sorelle Frid? “Ma dai, ma che idiozie vado a pensare…” si disse passandosi una mano tra i capelli. Anche se, in effetti, fino a quel momento le nuove arrivate ne avevano pensate di tutti i colori per farli avvicinare. Guardò il telefono, pensieroso. “Possibile che abbiano addirittura manomesso la linea? … Mah, da loro ormai mi aspetto di tutto…”

Decise di lasciar perdere: l’unico modo per saperlo era chiedere direttamente alle due nuove Alchimiste. Andò a mettersi il pigiama, e prese anche una coperta per far stare ancora più al caldo Riza.

Quando tornò nel salotto, la donna era uscita dal bagno. Misero ad asciugare gli abiti e si sedettero sul divano. Roy, sorprendendola, prese la coperta e l’appoggiò sulle spalle di entrambi. A dirla tutta, le cinse anche la vita, tenendola vicino a sé.

<< Così stiamo più al caldo! >> si giustificò lui tutto sorridente.

Lei, semplicemente, mugugnò in segno d’assenso. La situazione la imbarazzava un po’, ma cercava di non darlo a vedere, come suo solito. Insomma, sembrava la scena di uno di quei romanzi che le piacevano tanto: un uomo e una donna accoccolati vicini, davanti al caminetto, sotto la stessa coperta. E soli (a parte un cane, che stava dormendo beatamente). Assurdo, semplicemente assurdo. E, soprattutto, stavano infrangendo le regole anti-fraternizzazione.

Rimasero per qualche minuto in silenzio. Riza dovette ammettere che, sotto sotto, la cosa non le dispiaceva poi più di tanto: non sentiva più freddo, e il calore dell’uomo era piacevole. Sorrise timidamente e cercò di rilassarsi: in fondo, non stavano facendo nulla di male. Si stavano riscaldando a vicenda a causa del freddo. Più tranquilla, si mise ad osservare la danza ipnotica delle fiamme, e poco dopo si mise a ridere sommessamente.

<< Che c’è? >> chiese Roy, confuso.

<< Mi è venuto in mente che facevamo una cosa simile quando eri l’apprendista di mio padre... >> rispose lei. << Ricordi? La sera, quando faceva freddo, ci sedevamo davanti al caminetto e… >>

<< … e ci raccontavamo delle storie >> concluse lui, sorridendo a quei piacevoli ricordi dell’infanzia.

<< Già. Per la maggior parte, erano fiabe prese dai libri che mi aveva comprato mia madre… >> concluse con un impercettibile tono di tristezza. Impercettibile, ma non per Roy.

Cercò di risollevarle il morale, dicendo con fierezza, scherzosamente: << Io facevo sempre la parte dell’eroe, e tu della bella da salvare! >>

Riza si mise a ridere: << Però, visti alcuni avvenimenti recenti, direi che adesso i ruoli sono spesso invertiti! >>, riferendosi a tutte le volte che aveva dovuto salvare il suo superiore.

Lui mise il broncio: non gli piaceva l’idea di fare la parte della “principessa in pericolo”. << Ah, ah, molto divertente. >> disse atono. Lei, in tutta risposta, rise ancora più forte.

L’uomo allora, per “vendicarsi”, le diede una spinta per farla cadere sul divano. Ma Riza, cercando di rimanere seduta, gli afferrò il braccio, col risultato che lo trascinò con sé e caddero insieme.

Chiusero istintivamente gli occhi, e quado li riaprirono, in un attimo si colmarono di stupore. In pratica erano l’uno sopra l’altra, faccia a faccia. Pochissimi centimetri separavano le loro labbra.

Ecco. Per Roy la frittata era fatta. Finora era riuscito a resistere, ma adesso sarebbe stato impossibile. Si bloccò per qualche secondo, dicendosi di allontanarsi dal viso della donna, per poi fare l’esatto contrario. Lentamente, annullò quella poca distanza che c’era tra loro e, dolcemente, poggiò le labbra su quelle di Riza. Per lui fu una sensazione tanto bella quanto strana: gli sembrava che le loro labbra avessero un incastro perfetto.

Lei, intanto, non era riuscita a muoversi di un millimetro. Non stava nemmeno respirando: un misto di stupore, emozione e paura l’aveva bloccata completamente.

Rimasero in quella posizione per qualche secondo. Quando le loro labbra si separarono, fu come se la magia che si era creata si spezzasse. Riza si svincolò, e si avvicinò ai suoi vestiti ancora umidi, stesi su una sedia vicino al camino. Sentiva che doveva andarsene: adesso sì che avevano infranto definitivamente il regolamento.

<< Meglio… che torni a casa… >>

Con un rapido scatto, l’uomo si alzò e la afferrò per il polso: << Aspetta! Io- >>

<< Generale, non dica niente. >> disse freddamente lei, senza voltarsi a guardarlo. << Devo tornare a casa, punto. >>

<< … Ma sta ancora diluviando! >> buttò lì Roy. Fu la prima cosa che gli venne in mente per farla rimanere.

<< Non… non fa niente. >> ribatté lei cercando di divincolarsi.

Lui, in tutta risposta, strinse di più la presa, senza però farle del male. << Ti prego, Riza, aspetta… >>. Il tono fu così supplichevole, che Riza non riuscì a dire niente.

<< Hai… hai ragione. Mi sono lasciato andare… e non dovevo. >> disse lui per scusarsi, anche se non avrebbe per nulla voluto pronunciare queste parole, perché significava fare un passo indietro. << Dimentichiamo tutto, ok? Facciamo finta… che non sia successo nulla… >>

Riza non rispose, lasciando l’uomo col fiato sospeso. Certo, si poteva fare così, però… in un angolino del suo cuore desiderava non dimenticare quel piccolo bacio, anche se era stato leggermente impacciato.

Mai come in quel momento Roy avrebbe voluto capire cosa stesse pensando la donna. Notando che il silenzio continuava, pensò che volesse essere un silenzioso “sì”, così provò a tirarla delicatamente verso di sé. E lei, senza sottrarsi, si lasciò portare nuovamente sul divano, sotto la coperta. Questa volta, però, decise di non abbracciarla per evitare altri problemi.

Un pesante silenzio scese nel salotto, interrotto solo dallo scrosciare della pioggia e da qualche tuono. Gli sguardi di entrambi erano inchiodati sulle fiamme. E le palpebre di entrambi, lentamente, si chiusero da sole.

 

- - -

 

Il cinguettio di un uccellino fu la prima cosa che Riza udì. Poi si rese conto di non essere sdraiata, sentendosi così piuttosto indolenzita, e di quanto non fosse propriamente morbido il cuscino su cui aveva poggiato la testa.

Aprì gli occhi e, illuminato dalla luce del mattino, vide un caminetto che non era di certo quello di casa sua. Ancora intontita dal sonno, si volse verso il suo “appoggio”. E in quel momento, nel vedere Roy, ricordò.

La preoccupazione a causa del temporale, la corsa a casa sua, l’obbligo di farla rimanere lì, la doccia, il divano, e…

Al solo pensiero, le venne una fitta al petto. Quel bacio non ci sarebbe mai dovuto essere. Sarebbero incappati in guai seri con le leggi militari.

Le leggi militari… già, se non ci fossero state, non si sarebbe posta nessun problema, anzi: sarebbe stata la donna più felice del mondo. Ormai era inutile nasconderlo a se stessa: amava Roy sin dal periodo dell’apprendistato, ed erano stati quei sentimenti, insieme ai sogni dell’allora giovane militare, a farle decidere di seguirlo in Accademia.

Comunque, ormai quel bacio c’era stato… cancellarlo dai ricordi era a dir poco impossibile. Al massimo, poteva… “metterlo momentaneamente da parte”. E “riprenderlo” ogni tanto, nella solitudine del suo appartamento.

Sovrappensiero, riappoggiò la testa sulla spalla di Roy, senza nemmeno rendersene conto, e il movimento leggero lo fece svegliare. Mugugnò qualcosa d’incomprensibile e si stropicciò gli occhi prima rendersi conto di essere (più o meno) sveglio. Si voltò poi verso il leggero peso che sentiva al suo fianco, scontrandosi con i grandi occhi di Riza. Un sorriso gli increspò le labbra: << Buongiorno… >>

<< B-buongiorno… >> rispose lei con un tono incerto.

Pur mezzo assonnato, per Roy fu strano sentire quel tono nella voce di Riza. Poi gli ritornò in mente la sera prima. Adesso era tutto più chiaro.

Decise di non dire nulla. Dovevano fare finta che non fosse mai successo… praticamente, una missione impossibile. << Dormito bene? >> chiese mentre si stiracchiava.

<< A parte… la posizione non proprio confortevole, sì… almeno sono stata al caldo >> rispose lei con tenue sorriso, mentre la tensione era diminuita.

<< Mi dispiace, se non mi fossi addormentato… >> disse con un sorriso imbarazzato.

Riza scosse la testa: << Non importa, ve bene lo stesso. >>

Lui rispose con uno sbadiglio, poi riavvolse entrambi nella coperta: << Non ho proprio voglia di alzarmi… io direi di restare qui al calduccio… >>

<< Ma che dici?! Dobbiamo andare al lavoro! >>

<< Non mi va… dai, possiamo dire di essere ammalati… >> disse lui con tono supplichevole, cercando di convincerla.

Alla donna venne un dubbio: << Non è che usi questa scusa anche in altre occasioni? >>

Roy sgranò gli occhi: << No, assolutamente! >> Poi, accigliato, avvicinò il proprio viso a quello di lei: << E tu dovresti saperlo bene, visto che sei la prima che mi viene a trovare quando sono in malattia… e hai sempre visto che ero veramente ammalato. >>

La tensione di Riza ormai scomparve del tutto, tant’è che lo stuzzicò: << E che ne so se non hai usato il vecchio trucchetto di riscaldare il termometro dentro a una bevanda calda? >>

<< Non sono mica un bambino che non vuole andare a scuola! >> disse lui, fintamente offeso, visto che aveva capito lo scherzo. Vedendo poi che Riza stava ridendo, gli venne spontaneo seguirla a ruota.

Quando smisero di ridere, fu quasi come la sera prima: di nuovo faccia a faccia, pochi centimetri a separarli. Lo sguardo di Roy si posò involontariamente sulla bocca di Riza. Come dimenticare il bacio dato a quelle labbra così morbide, e non desiderarne altri?

Involontariamente, cominciò ad avvicinarsi, ma, a differenza della sera prima, anche lei si stava avvicinando, trasportata da quei sentimenti così forti da non farla ragionare lucidamente.

In quel momento, il campanello suonò. Roy s’allontanò di scatto, rendendosi conto che stava facendo nuovamente lo stesso errore. Il campanello suonò ancora, e Riza si alzò velocemente, come se volesse allontanarsi: << Vado ad aprire io… >>

<< Sì… >> sussurrò lui, leggermente stordito. Solo dopo pensò che sarebbe stato strano (e sospettoso) vedere la donna a casa sua. << Riza, aspetta! >> provò a fermarla lui, ma fu troppo tardi, ormai aveva aperto.

<< Buongiorno, Gene- RIZA?! >> urlarono in coro le voci di Debora e Giulia. Roy tirò un sospiro di sollievo: per fortuna erano solo le due sorelle… di sicuro in quel momento si stavano mostrando stupite per non destare sospetti.

L’uomo si avvicinò alla porta: << Su, su, entrate >> disse in modo sbrigativo. Poteva comunque passare qualcuno per caso e vedere Riza.

<< Che ci fai qui? >> chiese Debora rivolta alla donna.

Lei aprì la bocca per rispondere, ma lo fece l’uomo al suo posto: << Storia lunga, ma nulla d’importante. Piuttosto, che ci fate VOI qui? >>

Fu Giulia a rispondergli, col suo solito tono nervoso causato dalla sola vista del suo superiore: << A parte il fatto che ci chiedevamo che fine aveste fatto… soprattutto il Capitano, vista la sua puntualità… >>

Roy e Riza guardarono entrambi l’orologio da parete nel salotto: erano le undici. << Bè, mi sono dimenticato di mettere la sveglia… >> si scusò l’uomo, con il viso imbronciato per nascondere l’imbarazzo.

Giulia continuò: << Comunque, c’è anche una novità. >> I due adulti si fecero attenti. << Havoc e Breda hanno trovato un simbolo simile a quello collegato all’attentatore. >>

Roy annuì: << Ottimo. Forse abbiamo finalmente una pista. >> Poi chiese: << Ma non potevate chiamarmi al telefono? Per un po’ non ha funzionato a causa del temporale, ma adesso dovrebbe andare… >>

<< Ci abbiamo provato >> rispose Debora. << Prima a casa del Capitano, ma nessuno rispondeva, e adesso sappiamo il perché… poi qui, ma il telefono restava muto… >>

L’uomo si accigliò leggermente: << Possibile che non vada di nuovo bene? >> Si voltò verso il telefono per provare ad alzare la cornetta, come la sera prima. Ma si bloccò immediatamente.

Di fianco al telefono c’era Black Hayate, che scodinzolava allegro, e dietro di lui il filo del telefono spezzato. O meglio, mangiucchiato, visto che era visibilmente coperto di saliva di cane.

<< Hayate! Che ti è saltato in mente?! >> lo sgridò Riza.

Roy pensò sconsolato: “E’ definitivo, quel cane ce l’ha con me…” Sospirò pesantemente, per poi dire: << Va bene, non importa. Prepariamoci, passiamo velocemente a casa del Capitano per farla cambiare, e poi andiamo a controllare. >>

<< Sissignore! >>

 

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Note finali

*si collega dall’altro universo*

Salve a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

… pur essendo un capitolo molto “dolcioso”, so che non mi scuserà per il mio mezzo abbandono di questa storia. Ma non era assolutamente una mia intenzione! La mancanza d’ispirazione mi aveva bloccato. Sapevo cosa doveva succedere, come l’avevo pensato mi piaceva, poi scrivo le scene che avevo in mente… e non mi piaceva per niente. Il bacio veniva troppo presto. E mi sono bloccata completamente, perché non mi venivano idee per cambiare le cose.

Quindi! Fate una statua d’oro alla mia amica Giulia, che ha cominciato a sparare suggerimenti random (pur non piacendole la coppia Roy x Riza XD) e che così mi ha aiutato a sbloccarmi! :D (poi sono tornata in crisi per il titolo del capitolo… maledetta ispirazione! Se mai scriverò altre storie, in un qualunque fandom o originali, non metterò MAI PIU’ i titoli ai capitoli! >__<)

Parliamo della storia! Avete presente il pezzo iniziale i cui Giulia si esalta? Ebbene, sappiate che io non volevo farlo, ma il personaggio ha preso vita propria nella mia mente! D:

Finalmente si baciano! Yeeeeh! *lancia coriandoli e biscottini (?)* (Ah, il titolo si riferisce proprio al bacio… anche questo suggeritomi da Giulia e consigliatomi anche da Lua XD)

Comunque… mi diverto troppo a fare Hayate che fa i dispetti a Roy :3

Disegni! :D (e siccome non aggiorno da secoli, sono UNA MAREA!)

-Prima gli schizzi! Questo ne è uno realizzato con la matita blu di una versione un po’ più “figa” di Daniel :3 : http://silverylugia.deviantart.com/art/Blue-sketch-Daniel-bagnato-340012323

-Altra versione “più figa”, stavolta di Romeo (ce n’era bisogno?). Questa è la mia prima lineart digitale (di cui non sono convinta al 100% XD): http://silverylugia.deviantart.com/art/Romeo-addormentato-lineart-340181262

-Schizzo di una Giulia che ha rubato il posto a Roy! D: XD : http://silverylugia.deviantart.com/art/I-m-the-boss-now-sketch-425362568

-Altri schizzi dei disegnini a tema Halloween! (ancora?! ndTutti) Quello di un Leonard pirata (http://silverylugia.deviantart.com/art/Halloween-Leonard-pirata-338201659 ) e quello con Ling e Lan Fan (http://silverylugia.deviantart.com/art/Halloween-Lan-Fan-pipistrello-e-Ling-licantropo-353766894 )

-Passiamo ai disegni finiti! Non so se vi ricordate (non penso, visto quanto tempo è passato) ma nel capitolo scorso accennavo ad un “work in progress” che non ho potuto postare per colpa dello scanner… ebbene, vi faccio vedere direttamente il disegno finito!: http://silverylugia.deviantart.com/art/Roy-Mustang-Hot-flames-337564078

-Due versioni leggermente diverse dello schizzo che avevo intitolato “Roy want Riza”: una a colori (http://silverylugia.deviantart.com/art/Roy-want-Riza-MOD-1-355408127 ) E una quasi tutta in bianco e nero (http://silverylugia.deviantart.com/art/Roy-want-Riza-MOD-2-355409139 )

-E qui faccio fangirleggiare i fan della coppia Romeo x Giulia! XD (oltre a Giulia stessa): http://silverylugia.deviantart.com/art/Almost-kiss-368830342

-Infine, la versione colorata del disegnino di Halloween con Roy e Riza! :3 : http://silverylugia.deviantart.com/art/Color-Halloween-Roy-vampiro-e-Riza-strega-bianca-410717102

Nel mio profilo, poi, ho postato anche altre cose non riguardanti FMA e la fan fiction… se volete darci un’occhiata, fate pure! :D Anzi, vi do i link di tutti i siti su cui potete seguirmi (se volete, mica vi obbligo! XD)

-DeviantART: http://silverylugia.deviantart.com/

-Facebook: https://www.facebook.com/SilveryDreamsGraphicsDrawings

-Blog: http://deborarivasi.blogspot.it/

-Google+ (collegato con il blog qui sopra): https://plus.google.com/u/0/112221874065171136718/posts

-Pixiv: http://www.pixiv.com/users/5901081

-Tumblr (su cui troverete più post sui miei fandom che i miei disegni, comunque… XD): http://silvery-lugia.tumblr.com/

Come al solito, ringrazio INFINITAMENTE tutte le persone che seguono la storia, che la commentano, che l’hanno messa tra le ricordate o le preferite (sia su DeviantART che su EFP), che mi mandano tenerosi messaggi privati alla mia pagina Facebook çwç (la persona che me l’ha mandato sa che mi riferisco a lei :3)... GRAZIE! (scusate se non vi cito più uno per uno, ma… è da così tanto tempo che non aggiorno e non entro su EFP che non ho più la lista aggiornata! D: Sappiate però che vi addddoro tutti!)(si è montata la testa… -.-‘’ ndTutti)

Al prossimo capitolo! :D

   
 
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