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Autore: Ayumi Yoshida    23/01/2014    1 recensioni
"Tu come stai, Naruto-kun?”
Non era colpa sua se era stato allontanato completamente dal palazzo dell’Hokage, se era a riposo forzato sin da quel momento, ma non ci si poteva far nulla, dopo quello che era accaduto.

Seconda classificata e vincitrice del premio originalità al "Hinata's birthday contest" indetto da Lita_EFP.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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“Ehi, Hinata! Come vanno le cose dall’Hokage?”

“Tutto bene. Tu come stai, Naruto-kun?”

“Ah, bene, bene! Beh, adesso vado, ciao!”

 

Ogni volta che si incontravano in quel punto della strada, Hinata di ritorno dal palazzo dell’Hokage, Naruto che camminava nella direzione opposta, le mani unite dietro la nuca, quella scena si ripeteva sempre uguale. Hinata aveva notato subito che Naruto era sempre in abiti comodi, con la stessa espressione che avrebbe avuto un bambino intento a bighellonare, e , quando cercava di sapere qualcosa di più, lui continuava a mostrarsi sfuggente e a scappare accampando qualche scusa.

Da quando la guerra era finita le loro strade continuavano ad incontrarsi in quel modo, per qualche secondo soltanto, con parole di cortesia e sottili bugie. Hinata era certa che Naruto non stesse affatto bene come cercava di farle credere, riusciva a capirlo soltanto incrociando i suoi occhi.

Non era colpa sua se era stato allontanato completamente dal palazzo dell’Hokage, se era a riposo forzato sin da quel momento, ma non ci si poteva far nulla, dopo quello che era accaduto. Naruto doveva sentirsi di nuovo solo come si era sentito fino a pochi anni prima, solo come anche lei si era sentita nella sua casa, pur circondata da tantissime persone. Nessuno aveva più tempo per lui, tutti erano presi dalla ricostruzione delle alleanze, dal cercare di riprendere una vita normale, dal riavviare il sistema. Anche lei.

Fu il brivido alle spalle che quel pensiero repentino e ovvio, tornatole in mente stranamente all’improvviso, le provocò a farle finalmente decidere che non poteva lasciare che la vita di Naruto continuasse in quel modo. Doveva fare qualcosa, doveva salvarlo da se stesso.

 

Sanctuary

 

Il sole stava tramontando dietro la montagna con i volti degli Hokage. Hinata uscì a passo veloce dal palazzo, il cuore che le batteva stranamente veloce nel petto come non accadeva da mesi. Quella sera doveva incontrare Naruto. Accelerò il passo per poterlo incrociare prima del solito, quasi corse fino alla fine della strada dove per poco non gli sbatté contro. Si fermò con il fiatone.

“Naruto-kun.” mormorò.

“Ehi, Hinata!” Naruto sollevò un braccio in segno di saluto e le sorrise largamente. “Torni a casa di corsa, eh?”

“No, ti stavo cercando… Come stai, Naruto-kun?”

Lo shinobi smise di sorridere all’improvviso, sorpreso.

“Perché me lo chiedi così di colpo? Sto-”

“Ti prego, sii sincero. Non mentirmi. Non mentire a te stesso. Sii onesto.”

Hinata pronunciò quelle parole così come le apparvero nella testa, senza cercare di collegarle tra loro, preoccupata. Vide Naruto strabuzzare gli occhi, sconvolto, e allargare le labbra per riprendere fiato.

“Cosa dici… Io sto benissimo… Devo tornare a casa…”

Lo shinobi fece dietrofront in un secondo e corse via più veloce che poteva senza neppure salutarla.

 

“Sarò sempre con te, lo sai?”

La voce di Madara era talmente dolce da risultare spaventosa e falsa. La sua mano si mosse verso di lui velocemente, cercando di afferrarlo, ma Naruto si scansò giusto in tempo saltando all’indietro.

“Lasciami stare!” strillò, spaventato, ma il sorriso dell’altro non scomparve, anzi si allargò ancora di più, lasciandolo senza fiato.

“Non ti abbandonerò mai, tu lo sai…”

Naruto sferrò un pugno e spalancò gli occhi di scatto. Si ritrovò per terra, avvolto tra le coperte del suo letto: era in camera sua. Si portò le mani al volto, sollevato, e si lasciò cadere all’indietro.
Quell’incubo non lo abbandonava ancora, da quando era finita la guerra. Le parole che Madara gli aveva rivolto subito dopo essere riuscito ad infiltrarsi dentro di lui e a manovrarlo contro l’esercito alleato continuavano a risuonargli nella testa giorno e notte, prendendo vita con moltissimi particolari che lo terrorizzavano. Madara non poteva certo leggere nella sua testa, perché ne era uscito completamente durante la battaglia, gliel’aveva assicurato Kurama, ma la sensazione di essere costantemente controllato non sembrava scomparire. Forse l’avrebbe sentita per sempre.

Per quel motivo i cittadini di Konoha avevano deciso di non permettergli più di avvicinarsi al palazzo dell’Hokage. Temevano che Madara fosse ancora dentro di lui, pronto a fuoriuscire all’improvviso per ucciderli tutti. Anche se non era vero, non poteva biasimarli: era il primo a sentirlo ancora dentro di sé.

Non si sentiva affatto bene. Sentiva sempre voglia di vomitare e di strapparsi i capelli. Avrebbe voluto dirlo a Hinata, l’unica che gli avesse chiesto, da quando viveva in quel modo, come stesse, ma non voleva farla preoccupare, perché aveva imparato, in quegli anni, che era pronta a tutto pur di proteggerlo, persino di dare la vita, e non voleva perderla per una sua propria debolezza. La amava quasi più della sua stessa vita ed era una delle poche cose che gli dava la forza di continuare a vivere in quel modo.

“Sto facendo la cosa giusta.” si ripeté per l’ennesima volta, cercando di non darsi per vinto, e si alzò per andare a mangiare qualcosa.

 

“Ehi Hinata!”

Naruto le sorrise dolcemente, rinfrancato, e si mosse automaticamente verso di lei, verso il palazzo dell’Hokage che tanto lo faceva soffrire. Finalmente poteva rivederla dopo quell'incubo, poteva assicurarsi che stesse bene. La kunoichi, però, s’immobilizzò sul posto e lo fissò, inquieta.

“Come ti senti, Naruto-kun?” gli chiese ancora, e lui replicò automaticamente: “Sto bene, benissimo…” cercando di sembrare credibile. Lei strinse tristemente le labbra.

“So che non è vero. Ti prego, non mentire. Io voglio che tu stia bene… Quando vorrai dirmi la verità, sarò pronta ad ascoltarti.”

Quelle parole erano strane per essere uscite dalla sua bocca, avevano qualcosa che rese Naruto inquieto. Pronto a continuare con la sua recita, riprovò: “Ti giuro che sto bene!”, ma Hinata lo superò e si diresse velocemente dalla parte opposta senza neppure alzare gli occhi.

Come il suo intuito gli aveva suggerito, da quel giorno qualcosa era cambiato. Quando incontrava Hinata fuori dal palazzo dell’Hokage lei gli lanciava un solo sguardo inquieto, in attesa, ma lui non diceva niente e lei faceva altrettanto sorpassandolo ed andando verso casa.
Quella sera accadde lo stesso. I loro sguardi si incrociarono, nessuno parlò e si superarono quasi come due estranei. Hinata, però, cominciò a piangere  non appena lo vide.

Preoccupato, Naruto non riuscì a fare finta di niente: le corse dietro afferrandole un lembo della felpa per fermarla. Lei si voltò senza cercare di nascondere le lacrime e lo guardò, addolorata.

“Perché piangi? È colpa mia, non è vero?” Naruto si strinse nelle spalle, sconsolato quanto lei. “Non voglio che tu pianga per colpa mia.”

“Vorrei aiutarti.” disse Hinata cercando di asciugarsi gli occhi con le dita “Non voglio che tu ti senta solo… Ma non so come fare, se tu non mi dici niente. Io… non posso fare niente!” Il suo fu quasi un urlo di liberazione. Prese a piangere più forte, senza cercare di asciugarsi le lacrime, e Naruto sentì il petto scoppiargli, consapevole di essere la causa di tutto. "Non ho mai tempo di parlarti davvero, di fare qualcosa. Non posso..."

"Non è colpa tua!" Naruto pronunciò quelle parole con così tanta forza da costringerla ad alzare lo sguardo su di sé. Si sentiva come in trappola tra lei e la sua bugia, e l'unico modo per poterla raggiungere era dire la verità, confessare ogni timore che gli impediva di dormire la notte. “Se potessi essere onesto con me stesso, correrei al palazzo dell’Hokage per giurare a nonna Tsunade che di Madara in me non c’è più traccia, perché ha smesso di possedermi molto prima della fine della guerra, smetterei di sentirlo nella mia testa, di sognarlo, verrei da te e ti risponderei come si deve senza avere paura di metterti in pericolo!” esclamò fuori di sé, senza riuscire più a trattenersi. Si interruppe per riprendere fiato senza staccare gli occhi dalla kunoichi, che ricambiò il suo sguardo sconvolta, senza riuscire a dire nulla. Fece un respiro profondo per calmarsi e continuò abbassando lo sguardo: “Non ci riesco. Madara mi ha posseduto per pochissimo tempo, ma è come se non se ne fosse mai andato. Lo sento ancora dentro di me. Non voglio mettervi in pericolo. Non voglio mettere te in pericolo.”

Sollevò gli occhi dalla strada in modo impacciato, leggermente rosso in volto, per controllare la reazione di Hinata, ma lei non gli parve felice di quelle parole: continuava a fissarlo con un’espressione grave.

“Cosa ti impedisce di essere onesto con te stesso?” gli chiese all’improvviso. “Io mi fido di te, e sono certa che anche gli altri si fidino di te. Mi hai detto che Madara Uchiha non ti ha controllato che per un brevissimo tempo ed io ti credo, perché non vuoi crederci anche tu?”

“Perché lo sento ancora nella mia testa!” replicò senza riuscire a non irritarsi. “Lo sogno ogni notte, cerca di possedermi di nuovo e-”

“Ti chiedo scusa.”

Hinata chinò profondamente la testa e i capelli le inondarono completamente il viso. La sua voce era talmente dispiaciuta che Naruto quasi se ne spaventò.

“Perché… perché adesso mi chiedi scusa?” mormorò.

“Perché non so cosa vuol dire essere controllati da qualcuno.” La voce di Hinata diventava sempre più sottile e addolorata. “Ti ho detto tutte quelle cose per spronarti a parlarmi, ma ti ho fatto sentire ancora peggio… Mi dispiace tantissimo.”

Naruto scosse forte la testa, muovendosi automaticamente verso di lei.

“No… Tu l’hai fatto per me, mi hai aperto gli occhi… Mi hai salvato ancora una volta…”

Raccogliendo tutto il coraggio che aveva, le afferrò le mani per costringerla a rialzare lo sguardo.

“Ti prego, non lasciarmi. Voglio davvero liberarmi di Madara.” Hinata lo guardò in silenzio, in attesa. “Puoi… puoi ancora aiutarmi?”

Trattenne il respiro. La kunoichi gli strinse per qualche secondo la mano, poi gli posò una delle sue sulla guancia sfiorandola lentamente. Annuì.

“Farei qualunque cosa.”

Naruto si sentì scoppiare il cuore nel petto e la abbracciò forte. Madara sembrava già un po’ più lontano, se c’era Hinata con lui, e il palazzo dell’Hokage, che continuava ad assegnare compiti a ninja diversi da lui, che non avevano vissuto ciò che aveva vissuto lui, non sembrava neanche più così importante.



I'll be your sanctuary 
Be the last one left here standing 
If you're feelin’ all alone 
When the world feels so temporary 
And you think there's such a long 
Long way to go 
You're already home 
You're home

(Sanctuary – Simon Webbe)

Note alla consegna della shot:

Questa fic non è molto lunga, ma racchiude abbastanza bene l’idea che mi era venuta in mente di far possedere Naruto durante la guerra e da fargli affrontare tutte le nefaste conseguenze. Non avevo affatto voglia di scrivere una long, perché non ci sono portata (XD), quindi ho condensato tutto in una shot, cercando di lasciare qualcosa in sospeso perché volevo dare l’idea di un percorso che è appena all’inizio, sia per quanto riguarda la loro relazione che la “riabilitazione”. È stato terribile farli litigare, perché io immagino sempre Hinata e Naruto in modalità lovelove, ma anche questo ostacolo è stato superato! XD La loro relazione si è rinforzata, si sono sostenuti reciprocamente e possono contare di nuovo uno sull’altra. Dopo ciò che ci ha mostrato Kishimoto nel manga (*___*) sono fermamente convinta che Hinata sia una sorta di santuario per Naruto dove trovare sostegno e il conforto che gli manca a causa della mancanza dei genitori, e da qui il titolo e il concept della storia. Spero che l’idea sia piaciuta, anche se è un po’ diversa dal solito! ;)

 

Note adesso: avrei voluto continuare la pantomima su quanto siano belli questi due insieme (e lo sono), su quanto meriterebbero di essere trattati come signori personaggi, ecc. ecc., ma vengo da un capitolo come quello di ieri che non mi lascia più tante speranze di una storia che possa risollevarsi (e se lo farà, sarà per un miracolo divino che mi farà ridere fino alle lacrime), quindi mi limito a prendere atto del fatto che, cavolo, nonostante tutto sono riuscita a scrivere e pubblicare una NaruHina. Questi personaggi devono avere proprio qualcosa che non riesce a farti distaccare da loro. Sono fiera di me! XD

Spero che, nonostante tutto, questa fic sia piacevole da leggere e riesca a rievocare un po’ i bei tempi andati.

Grazie anticipatamente a chi leggerà e recensirà. ^^

Grazie mille alla giudicia, alla sua prima esperienza di contest, ma che non sarebbe potuta essere più precisa e splendida. Grazie per i banner, per il giudizio, per avermi fatto scrivere ancora di loro. Davvero grazie. ^^

 

 

 

Seconda classificata e premio originalità

 

Grammatica: 4,5/5

Stile: 4/5 

Storia: 9,5/10

IC: 4/5

Gradimento personale: 8/10

Per un totale di: 30/35 + 2 punti bonus = 32 punti

Grammatica: 4,5/5 Complimenti, scrivi molto bene, ho trovato pochissimi errori grammaticali :) Il, per così dire, più grave (ma in realtà è quasi indifferente), è questo: “Finalmente poteva rivederla dopo quell'incubo, poteva assicurarsi che stava bene.” Qui ci vedrei meglio un congiuntivo, ‘poteva assicurarsi che stesse bene’

 

Stile: 4/5  Hai uno stile che scorre abbastanza bene, senza appesantire la lettura con descrizioni troppo dettagliate. Ho però trovato qualche espressione che, non so come dire, non mi suonava molto. Un esempio: 'deciso a restare nella sua recita', avrei visto meglio in questo contesto o 'deciso a restare nel ruolo che si era scelto', o, meglio ancora, 'deciso a continuare con la sua recita'. Comunque niente male.

Storia: 9,5/10 L’ho trovata molto originale, non avevo mai letto una NaruHina così, complimenti, ti sei attenuta molto bene al pacchetto ‘Onestà’. Ti ho tolto mezzo punto per l’IC di Naruto, capisco che l'esperienza con Madara non sia stata affatto piacevole, però il biondino è colui che non si arrende mai, quindi vederlo così abbattuto e depresso mi dà una strana impressione.

 

IC: 4/5 Come ti dicevo prima, Naruto che si lascia abbattere dall'esperienza con Madara non mi sembra troppo IC... a parte questo, ho apprezzato molto l'IC di Hinata, viene quasi sempre descritta come timida e, soprattutto con Naruto, balbettante; ma lei è forte, la guerra l'ha temprata, lo possiamo vedere chiaramente quando 'schiaffeggia' Naruto per riscuoterlo. Quindi mi è piaciuto molto vedere che hai scelto di renderla così, e non come la solita ragazza troppo insicura di sé.

 

Gradimento personale: 8/10 Mi è piaciuto vedere Naruto che cerca aiuto, una volta tanto è lui ad averne bisogno, e non Hinata, che invece qui lo dà. Mi sarebbe piaciuto sapere un po' più di cosa è successo con Madara, o soprattutto avere uno stralcio del futuro di Hinata e Naruto, ma la storia va benissimo anche così. Lo ho già detto prima, ma lo ripeto: sei stata molto originale, senza mai cadere nel banale (almeno a parer mio), bravissima!

 

Per un totale di: 30/35 + 2 punti bonus = 32 punti.



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