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Autore: Ruta    24/01/2014    4 recensioni
Per Sherlock è la fine di tutto e l’inizio di quello che seguirà.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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frastuono

Moffat: We need someone to play John's wife.

Moffat: Wait... Martin has a partner.

Moffat: But who can we get to play Sherlock's parents?

Moffat: Wait... Benedict has parents.

Moffat: Where are we going to find a child to play young Sherlock?

Moffat: Wait... I have a child.

Moffat: Man I'm good at this.

(XD Io amo Tumblr)

 

 

 

 

 

 

 

 

Il frastuono del mondo

 

 

 

 

 

 

È la fine di tutto e l’inizio di quello che seguirà.
Un ignoto di cui conosce le fattezze, i nomi d’arte, i volti, le abitudini. Sa chi sono e dove trovarli. I  suoi nemici. Prede facili nella sua opera di vendetta.
Ha pochi giorni per organizzarsi. Li trascorre facendo progetti, ricerche, schematizzando la realtà dei prossimi anni. Due, se i suoi calcoli sono esatti. Lo sono sempre.
“Dovresti dormire”, dice Molly. Gli passa una tazza di tè che Sherlock posa sul tavolino, in mezzo ai documenti e ai dossier aperti, senza toccarla.
Molly guarda il posto vuoto, accanto al suo sul divano, con uno sprazzo di dubbio. Considera l’idea di occuparlo. Gli si siede accanto, in punta. Fa per dire qualcosa, scuote la testa. “Sai cosa si dice del tè?” chiede alla fine, dopo altre evidenti pause e ripensamenti di quel genere. “Che si beve per dimenticare il frastuono del mondo.”
Sherlock aggrotta le sopracciglia, non capendo. Perché qualcuno dovrebbe desiderare di dimenticarlo? Per lui quel frastuono è l’unica ragione per cui valga la pena vivere e anche morire.  

 

 

 

“È così che ti senti? Sempre, ogni volta? È questo che provi?”
Sherlock la fissa. Si è scoperto a farlo spesso negli ultimi giorni di forzata convivenza.
Molly, pallida e minuta, ha gli occhi luminosi, un sorriso sgargiante – non c’è altro modo per descriverlo.
No, non è così che si sente di solito. L’immagine della caduta gli sfreccia nella mente – un gigante d’aria che trafigge l’epidermide come accoltellate; vento nelle orecchie, negli occhi, come un fischio.  
È una domanda inopportuna, come inopportuno è quel sorriso, chiassoso nel suo essere troppo vivace, troppo tutto, dato il contesto. Lui è appena morto e Molly Hooper non mostra un minimo di decenza, di tatto.
Ma poi pensa all’adrenalina che pompa frenetica, brucia la stanchezza, accende le sinapsi.
Il resto della cornice che la gente chiama “vita” per lui è solo lo sfiatatoio di ciò che è davvero. Una corsa infinita contro il tempo.
Molly lo osserva, Sherlock la osserva di rimando. Si osservano a vicenda, sfacciati; si vedono. E Sherlock pensa: ha capito, lo ha visto anche lei.
È quello il frastuono per cui vive? Di cui vive? È la fiamma che lo accende e divampa e non si spegne mai davvero, acquietandosi?
 “Sì”, risponde.
Molly sorride, abbassa lo sguardo in quel modo schivo che è riservatezza, gentilezza nel concedere agli altri i propri spazi. Anche in quel suo modo di fare apparentemente passivo sta il frastuono del mondo.

 

 

 

 


 

N/a:

Una flash che è uscita di getto. Lo so, avevo promesso altro, ma la stesura (Chiave di Volta, ricordate? ;D) sta richiedendo più tempo del previsto. La rabbia di Molly sa troppo di sconfitta e stranamente tra i due è Sherlock a voler parlare, esprimersi. La sto rivedendo, completando, riguardando perché davvero non è possibile e nel rileggerlo, il tutto mi sembra ancora più assurdo.
Il frastuono del mondo: splendido aforisma che spero sia piaciuto anche a voi.

Il tè si beve per dimenticare il frastuono del mondo. T'ien Yiheng

  
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