L'inchiostro nero
è come sangue che scorre
selvaggio, ferito.
Sono urla silenziose
che trovano finalmente voce.
E scorre, a fiumi,
nell'ennesima guerra.
Scorre e urla e soffre
mentre io osservo, in silenzio,
le mani che scrivono veloci.
È sangue che scorre,
sgorga da ferite
che non si possono vedere.
E le urla mutano in parole.
E il vuoto crea nuovo inchiostro.
E tutto diventa parole,
segni neri, macchie di storia.
Macchie di ombre che
non hanno voce
per parlare.
Scritta nel maggio del 2013 (parzialmente rivisitata oggi, 24 gennaio 2014).